Casa nostra ormai è invasa di giochi e per una maniaca dell’ordine come me è davvero un piccolo inferno. Santa Ikea e santi i suoi mobili pieni di cassetti che almeno mi permettono di mantenere un ordine apparente. I giochi di Daniele sono quasi tutti in camera sua, ma visto che la camera non è molto grande…gli abbiamo concesso anche un mobile (santa Ikea) nel “Nostro” salotto, a patto che la sera, prima di andare a nanna, i giochi tornino nei loro cassetti. Quando Danny va a dormire mi piace pensare che il salotto sia di nuovo tutto per noi e non amo inciampare in qualche infernale macchinetta che magari, oltre alle ruote, è dotata anche di antenne appuntite.
In camera sua ha un letto a castello dove sopra dorme e sotto (dove non c’è il secondo letto visto che è figlio unico) ci sono tutti gli altri giochi belli ordinati nelle scatole di santa Ikea. Le scatole e le loro ruote posso entrare in salotto, ma la sera devono tornare in cameretta. Sì, sì sono una mamma Veneziana, ma “tetescaaaaa” !!!
Il problema è che i giochi, tra compleanni, Natale e la mamma con le mani bucate (ogni tanto), sono troppi, troppissimi !
Da quando Danny è piccolo gli abbiamo insegnato che i giochi vanno condivisi e regalati. Ogni tanto li tiriamo fuori tutti e decidiamo quali dei suoi giochi non usa più o quali usa poco e li regaliamo o ai fratellini piccoli dei suoi amici o a qualche bambino che magari non è fortunato come lui, cosa che ovviamente facciamo anche con i vestiti sempre che non finiscano nella “scatola dei ricordi”. La scatola dei ricordi è una scatola che tengo in garage e dove metto i vestiti e i giochi che mi ricordano momenti o passaggi importanti dell’infanzia di Danny. Fatelo anche voi perché riaprire quella scatola regala delle grandissimi emozioni.
Come accennavo prima, la cosa su cui non transigo è l’ordine e ormai lo sanno anche gli amici di Danny perchè quando vengono qui a giocare prima mi siedo con loro e ci inventiamo assieme lavoretti e tanto altro, ma poi divento la mamma “rompina” che fa mettere tutto in ordine. Le prime volte mi guardavano male, ma ora devo dire che si sono abituati e spesso mettere in ordine diventa un altro gioco: li metto in gara tra loro premiando con un applauso chi finisce prima.
Sarò una vecchia nostalgica, ma a me piacevano così tanto i giochi della mia generazione: il telefono senza fili fatto con i rotoli finiti della cartaigienica, la casetta costruita con due sedie messe vicine e sopra un lenzuolo attaccato con le mollette della biancheria. Quando andavo in montagna tiravo matto il falegname, che per sua sfortuna aveva il suo laboratorio in un garage sotto casa nostra. Mi piazzavo da lui per ore e con i suoi scarti di legno, martello e chiodi, costruivo di tutto, dai treni ai letti per le bambole. Mi piaceva uscire di casa a mani vuote e tornare con un nuovo giocattolo fatto con le mie mani.
Daniele per fortuna è un bambino con una grande fantasia (avrà forse preso dalla mamma?) quindi spesso ai giochi tradizionali preferisce dipingere, incollare e costruire casette con le sedie e i parei della mamma. In questo momento per esempio, mentre io scrivo in camera mia, lui è in salotto e con dei fogli azzurri sta costruendo il mare per la sua nuovo moto d’acqua di Jake il pirata. Sono felice di questo perchè la fantasia è importante, la fantasia ti fa vedere quello che non c’è e ti ci fa arrivare con poche cose e poca fatica. La vita diventa più bella con la fantasia.
A proposito dei giochi di una volta e della fantasia, se avete un paio di ore libere vi suggerisco di fare una giro alla Cascina Cuccagna un martedì mattina.
Dal 12 febbraio, ogni martedì, dalle 10 alle 12
Alla Casina Cuccagna (in Via Muratori 2 a Milano) fanno dei corsi per imparare a costruire giocattoli in legno per i vostri bambini o nipotini: per risvegliare la creatività e andare contro il consumismo. A cura di Flavio Sprecacenere. Il materiale sarà recuperato dai laboratori di zona
“Creare un giocattolo non è solo piacevole perchè si realizza quello che si desidera, ma perchè si imprime nella materialità un elemento di pensiero che non ha nulla di fisico. Oggi dove tutto parte dall’intellettualismo, e si esprime nel movimento, il giocattolo di questa qualità aiuta a sviluppare il sentire, l’aspetto emotivo e affettuoso del giocattolo.”
Flavio Sprecacenere è nato a Milano nel 1962, diplomato in tecniche di analisi per Chimica e Biologia, ha seguito la formazione per insegnanti a Firenze con il Maestro Roland Link (dal 1995 al 2000). Si è specializzato poi in arti manuali con i Maestri G. Greco, R. Rastrelli, M. de Angelis. Luca Thommen, Luigi Sertori. Insegna la lavorazione del legno nelle scuole steineriane. Vive a Milano e tiene corsi individuali e di gruppo di scultura in creta, legno e pietra. Costruisce giocattoli e realizza strumenti musicali semplici.
Numero massimo partecipanti: 10 partecipanti. Minimo: 5 persone.
Target di pubblico: adulti, giovani genitori, nonni.
Costo: 10 euro al giorno.
Per informazioni e prenotazioni:
Flavio Sprecacenere
Tel: 333 8398322
Email: nausicaa39@gmail.com
NO COMMENTS