“Perché io devo fare i compiti e tu noooooo?”
“Perché io li ho già fatti per 30 anni e ora tocca a teeeeeee!”

Un paio di giorni fa, dopo l’ennesimo capriccio di mio figlio, al momento di fare i compiti, nei trulli della mia amica Flora, dove siamo ospiti, le mie urla hanno vinto su quelle di mio figlio, di parecchi decibel.

Quando a giugno è finita la scuola, e a Danny sono stati assegnati i compiti, ho subito contato le pagine da fare e ho fatto una semplice divisone: fino a lì ci arrivo ancora 🙂

Quando dovevo preparare le interrogazioni al liceo, o gli esami all’università, facevo sempre così: prendevo il libro, contavo le pagine, e i giorni che mancavano al giorno fatidico, e iniziavo!

“Amore, se da settimana prossima inizi a fare i compiti, e fai giusto una pagina di italiano e una pagina di matematica al giorno, tu per fine luglio i tuoi compiti li hai già finiti, e per il resto della vacanza ci teniamo giusto la lettura di qualche bel libro, tanto per tenerci in esercizio”

“Ok mamma! Magari ne faccio anche qualcuna di più di pagine, tanto sono facili, e ci metto poco!”
Beato l’entusiasmo dei primi giorni, e l’illusione di una mamma che ancora ci crede, alle parole del figlio!
Avete presente i classici “sorci verdi”?
Ecco!

Tutti i giorni, alla parola “compiti”, io vedo i “sorci verdi” 🙁
“Ho mal di pancia! Mi fa mal il mignolo! Ho un mal di testa incredibile! Fammi finire questa partita sull’ipad e poi giuro che li faccio”, e chi più ne ha più ne metta!

Quando alla fine si decide a fare ste due cavolo di paginette, e tu magari vorresti approfittarne per fare una doccia in solitudine, ecco che parte il primo urlo: “Ma mammaaaaaaaaa! Non stai qui con me mentre li faccioooooo?!”

Mamma, moglie, casalinga, e adesso anche dama di compagnia?!?!?
Eh no! Adesso è troppo!
“No! Arrangiati! Io vado a fare una doccia”
“E non mi aiuti?!?!?”

Se proprio devo dirla tutta, ogni tanto mi verrebbe anche da aiutarlo…
Non perché lui non sia capace, perché se ci si mette è bravissimo, e non ha bisogno di aiuto, ma perché IO sarei capace.
Non so voi, ma io non mi ricordo più nulla, ops.
Aiuto, che panico!

Ho avuto le mie prime difficoltà già l’anno scorso, quando Danny era in prima.
L’abaco?! E cosa sarebbe sto “abaco”?

E quest’anno sono dovuta andare su google parecchie volte a cercare i termini delle addizioni, delle divisioni etc etc

E quindi quando i compiti sono facili, e so come farli, un po’ ci godo a sedermi accanto a lui per aiutarlo, ma mi trattengo, e lo faccio fare da solo.

Lo faccio per il suo bene, ma soprattutto per evitare che diventi un abitudine, perché sennò come farò quando non saprò come aiutarlo perché la mia memoria farà cilecca?

Beh, potrei sempre dire che a mamma scappa tanto la pipì, e mentre sono in bagno faccio un salto su google.

Ohi ohi sti compiti, che fatica!

Se penso che siamo solo agli inizi mi viene già il mal di testa da ansia da prestazione.
E poi uno si chiede perché sia tanto difficile fare la mamma!!!

Besos

Barbara