11 luglio 2014: la nostra prima notte a Lamia Quercelli, una data che rimarrà per sempre nel mio cuore.
7 agosto 2015: la grigliata “chep canel”, più conosciuta come grigliata di fine canale, ossia di fine cantiere 🙂
Eh sì, perché riuscire ad entrare nella tua casa dei sogni non sempre vuol dire che il cantiere sia terminato, anzi…
L’estate scorsa, prima di entrare in casa, dormivo nei trulli di una mia cara amica, non lontano dal nostro cantiere.
La mattina mi alzavo verso le 6, andavo a bere il caffè da Valentina, al bar di Casalini, compravo i cornetti e il caffè per gli operai, e per le 7 ero in cantiere, a volte un pó stanca, ma sempre molto emozionata.
Giorno dopo giorno, vedevo la nostra casa dei sogni che prendeva forma.
Giorno dopo giorno, vedevo le mie strampalate idee diventare realtà.
Che emozione
Eppure non era la prima casa che facevo: anche la casa dove viviamo a Milano era stato un bel “parto”.
Un vecchio sottototetto scoperchiato e trasformato in appartamento con terrazzo come copertura, non era stata una passeggiata, e non erano mancate neppure una miriade di complicazioni, che invece in Puglia non abbiamo avuto, per ora 🙁
Ma torniamo appunto alla Puglia ❤️
Di certo in una casa in campagna mi sono potuta sbizzarrire un po’ di più, liberando quella creatività che da troppo tenevo nascosta e in pensione, dentro di me 🙂
A volte lasciavo gli operai da soli in cantiere e scappavo a qualche mercatino dell’antiquariato, per poi tornare con il classico sorriso della ruffiana: “Per caso qualcuno di voi ha un trapano e sarebbe così carrrrrino da attaccarmi questa lampada che ho appena comprato?”
Io i nostri operai li ho tirati matti, dal primo all’ultimo.
Forse in un’altra vita ero un capo cantiere, o forse una burbera schiavista, sempre gentile, educata, e ruffiana, ma pur sempre schiavista 🙂
Passavo le notti a prendere appunti sulle cose che mancavano da comprare e da fare, o su quelle da correggere, e trascorrevo le giornate a controllare che venisse fatto tutto, e dippppppiù!
Io in quella casa ci volevo entrare a dormire, e presto!
Abbiamo tirato su una casa dal nulla in 13 mesi: un vero record 😁
E se ci siamo riusciti è stato davvero merito di tutti, dal primo all’ultimo.
Pietro, Antonio, Angelo, Fabrizio, Giuseppe, Vito, Marco, Piero, Grazia, Pasquale…
Per voi sono solo nomi, ma per me sono tante piccole storie all’interno di una grande favola.
Gli artisti, gli elettricisti, gli idraulici, gli intonacisti, il geometra, il falegname, la sarta…
Sono loro che ci hanno aiutati a trasformare il nostro sogno in realtà, una bellissima realtà.
È merito loro se ora possiamo farci un mojto con la nostra profumatissima menta, e guardare i colori del tramonto che si mescolano a quelli dell’acqua della nostra piscina.
È merito loro se Daniele ora si può arrampicare felice sul suo fico, per mangiarne i suoi frutti, senza neanche doverli sbucciare.
Non potevamo non fare la grigliata di capocanale, per ringraziarli, tutti!
L’anno scorso, pur essendo entrati in casa, il cantiere non era ancora finito, e forse ci vorrà ancora un po’ per finirlo proprio del tutto, ma quest’estate ce l’abbiamo quasi fatta, e quindi il 7 agosto, finalmente, abbiamo invitato tutti a casa, per una super grigliata di capocanale, sotto il nostro nuovo gazebo, appena montato.
La parola “capocanale” sembra derivi da “baccanale”, una festa di origini latine che si teneva in onore di Bacco.
Qualcuno, invece, sostiene che questa parola derivi da “cannale”, un tipo di brocca che il padrone della campagna provvedeva a passare ai lavoranti, alla fine di una lunga giornata di lavoro.
Di sicuro c’è che il capocanale è una festa che segna la fine di una stagione di lavori in campagna.
Curiosando in internet ho scoperto che nelle campagne dell’agro di Foggia, alla fine delle vendemmie, si facevano sempre delle gran belle feste, che coinvolgevano tutte le persone vicine ai proprietari delle masserie.
La festa del capocanale è tipica della Puglia, ma era tradizione anche di altre regioni, e non avveniva solo alla fine delle vendemmie.
La festa del capocanale si svolgeva dopo un qualunque lavoro collettivo (vendemmia, mietitura, lavori di edilizia rurale, etc.) ed era sempre il padrone della masseria ad offrire, e soprattutto a servire, gli invitati.
La manovalanza aveva servito te per tutta la durata del lavoro collettivo? E ora, per ringraziarli, tocca a te servire loro, e così è stato.
È stata una serata bellissima, emozionante.
Rivederli tutti assieme mi ha fatto rivivere un sacco di emozioni.
Ma ora parliamo di una cosa seria: parliamo delle fantasmagoriche bombette del mitico Quirico.
Eh sì! Per una grigliata per circa 30 invitati ci voleva un Signor Grigliatore, e Quirico, col suo compare Auronzo, ci hanno davvero deliziati e coccolati.
Sono arrivati con la loro super mega griglia e circa 17 kg di carne tra bombette, gnummariddi (tipici involtini di qui) e salsicce.
Fiumi di birra, vino, focaccia, anguria e mozzarelle, e la serata è volata via in un soffio di vento.
Ho fatto anche un micro discorso di ringraziamento, ringraziando tutti per la pazienza, specialmente quando ho obbligato tutti a scaricarsi whatsapp perché volevo essere aggiornata con foto quotidianamente, quando ero a Milano.
“Adesso lo possiamo togliere sto uazapp dai cellulari?”, hanno chiesto tutti in coro 🙂
“Non ci pensate proprio! Ci sono ancora un paio di cosine da fare!!!”, e a quel punto ho iniziato con la lista, mentre tutti ridevano, io con loro.
È stata una serata così bella che abbiamo deciso di bissare, ma questa volta abbiamo invitato gli amici: stasera si griglia, anzi, stasera griglia, Mister Quirico, the boss 🙂
Baci pugliesi
Barbara
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