Il grande e paziente truccatore Pablo Ardizzone.
Se non ci fosse lui io uscirei ancora di casa con la couperose bella in vista, la faccia spenta e le labbra secche e invece…un pò del suo mitico correttore, una spolverata di fondotinta in polvere e un filo di rossetto hanno definitivamente cancellato dalla mia fronte la scritta “sono una casalinga disperata e no ho tempo per truccarmi”.
Pablo Ardizzone (prontamente “contagiato” prima di iniziare l’intervista) è nato a Torino nel 1977 e ha trascorso i primi anni della sua vita tra Loano e Casalborgone.
B: Quando è nata la tua passione per il trucco?
P: Quando in terza liceo sono tornato a Torino dopo un periodo trascorso a Novara in collegio (nota della blogger: il classico “mascalzone” spedito in collegio!) si è creato un gruppo di amiche con le quali mi trovavo in casa tutti i sabato pomeriggi per prepararci in vista della serata in discoteca.
Mia mamma è una ex modella quindi sono cresciuto vedendo lei che si truccava. Ai suoi tempi la figura del truccatore esisteva solo per le grosse produzioni quindi le modelle si truccavano spesso da sole. In quei pomeriggi in compagnia, finivo spesso ad aiutare le mie amiche nell’operazione del trucco fino a quando arrivò il giorno in cui l’allievo superò le maestre.
B: Quando hai capito che questa tua dote sarebbe potuta diventare un lavoro?
P: Ho iniziato per passione, ma una volta visto che le richieste non mancavano e con loro anche i risultati, pur vivendo in una città piccola che non ha una specializzazione nel settore, ho capito che quello sarebbe potuto diventare il mio futuro.
B: In che senso Torino non ha una specializzazione nel settore?
P: Nel senso che non essendoci a Torino un gran mercato settoriale come invece per esempio a Milano c’è la moda e a Roma il cinema, ho dovuto imparare ad essere poliedrico e a calibrare la mano nelle più disparate situazioni. Dal Teatro Lirico al beauty fotografico. Dal trucco più caratterizzante e marcato del Teatro, dovuto anche al fatto che anche il pubblico più distante deve poter percepire le espressioni, al trucco non trucco degli effetti acqua e sapone nei beauty.
B: Questa tua poliedricità è stata un problema o ti ha aiutato al tuo arrivo a Milano?
P: E’ stato assolutamente un plus. A Milano la settorialità è quasi a compartimenti stagni: i truccatori che fanno teatro non fanno né moda né cinema né tantomeno televisione, e viceversa. Diciamo che sono partito avvantaggiato perchè sono riuscito a seguire da subito diversi personaggi nelle loro diverse performance professionali.
B: A proposito di personaggi, pensavi forse che non ti avrei chiesto qualche “chicca” sulle v.i.p. che trucchi ? Dai su confessati.
P: solo perchè sei tu…
Anna dello Russo non vuole che le si trucchi il collo. Valeria Marini (che lui chiama “La stella bionda” o “Valeriè”) si disegna da sola le labbra: non mi è “concesso” di toccare le sue labbra nonostante io abbia creato apposta per lei il suo rossetto preferito. Per Charlene Wittstock (la moglie di Alberto di Monaco) ho creato “Charlene”, il rossetto che ha indossato al suo matrimonio religioso che è stato visto “solo” da 150.000.000 di telespettatori. Un colore in esclusiva con una formula segreta che non rifarò mai più. Una grande soddisfazione per me (nota della blogger: come potete vedere nella seconda foto dell’articolo, Pablo, per il mio compleanno lo ha regalato anche a me uno dei suoi fantastici rossetti. Pappapperooo!)
B: Stai andando benissimo Pablo, vai pure avanti così, sì sì !
P: Quando truccavo Simona Ventura spesso tornavo a casa con il torcicollo perchè dovevo truccarla mentre lei stava chinata a leggere il copione. Non era un’impresa facile.
B: Un ricordo che ti fa sorridere?
P: Quando ho truccato Eleonora Abbagnato per il suo matrimonio a Palermo. Sua mamma ha fatto fare un giro a me e a Robi (di Coppola) nel suo bellissimo giardino e ci ha fatto mangiare le magnifiche e ottime pere da lei coltivate con amore.
Charlene invece, quando vado a truccarla a Palazzo, mi fa sempre trovare il patè de foie gras. Ormai mi conosce bene e sa che ne vado matto.
Settimana scorsa sono arrivato a Roma alle 15 per fare un lavoro con Valeria e ho scoperto che non aveva ancora pranzato per aspettare me. Che carina!
B: Sbaglio o finalmente la Marini si sposa?! Come la truccherai?
P: Eh sì, il 5 maggio sarà un grande evento tutto da vivere. Il trucco lo deciderò quando vedrò l’abito che vincerà il concorso che termina proprio oggi (Nota della blogger: Valeria Marini ha fatto un concorso chiedendo al suo pubblico di disegnare l’abito per lei)
B: continuiamo a parlare di trucchi, ma non più del trucco delle v.i.p. Ora devi dare qualche utile consiglio alle “casalinghe disperate” e magari un po’ imbranate, come me. Dai dai proviamoci, da cosa iniziamo?
P: Il primo step è avere tutto il materiale pulito: spugne e pennelli vanno lavati bene. Spesso le allergie che vengono non sono dovute a nuovi prodotti, ma ai vostri accessori sporchi e pieni di batteri.
B: Ops, appena torno a casa lavo bene tutto, promesso. Parliamo subito della cosa più urgente: le occhiaie. Come e quando si possono nascondere queste acerrime nemiche?
P: Quando? Sempre. L’importante è dove: bisogna partire dalla radice dell’occhio, ossia da quella piccola fossetta scura situata nell’angolo interno dell’occhio vicino al naso, e arrivare al massimo sotto la pupilla seguendo la lunetta scura. Non truccate mai la parte esterna dove ci sono le “zampe di gallina” perchè verrebbero solo enfatizzate dal prodotto essendo quella una zona di grande mobilità del volto.
B: Ma le occhiaie bisogna “trattarle” prima o dopo aver messo il fondotinta?
P: Se il fondotinta è il polvere, prima, se è liquido o cremoso si può fare sia prima che dopo. L’importante è che il colore del copri occhiaie sia ambrato perchè la punta di arancione corregge il viola del ristagno sanguigno. Fondamentale è non schiarire le borse perchè se le borse le schiarisci diventano più prominenti e quindi più pronunciate. Va schiarita solo l’occhiaia (nota della blogger: se non riusciamo a far sparire le borse possiamo sempre metterci sopra un bel logo e venderle!)
B: Ma le borse e le occhiaie sono la stessa cosa? Non ci ho mai capito un tubo.
P: No. L’occhiaia è il segno scuro e la borsa è il gonfiore che va dal segno all’occhio ed è dovuto al ristagno di liquidi.
B: Che correttore consigli?
P: Quelli a matita vanno bene per correggere piccole macchie, brufoletti, piccoli capillari etc mentre per il resto i correttori liquidi sono sicuramente i più facili da usare, ma se volete un effetto più compatto e duraturo meglio scegliere i correttori colati (le cosiddette “pasticche”) da stendere con le dita o con il pennello per essere più precise e mirate.
B: Ok quindi diamo bene gli step: si parte da?
P: Iniziate sempre dallo skin care lavando bene il viso con un detergente adeguato al vostro tipo di pelle (schiuma, olio, latte detergente etc). Passate il tonico anche questo mirato per la vostra pelle e poi contorno occhi e crema cercando di non sovrapporle. Se usate il fondotinta in polvere occupatevi prima delle occhiaie, se invece usate quello liquido o cremoso mettete prima quello. Dopo fondotinta e occhiaie passate a cipria e fard.
Con mascara e rossetto l’effetto “Bonne minne” (salute) sarà assicurato, ma se volete un tocco in più controllate le sopracciglia (nota della blogger: Frida Kahlo era una grande, ma le sue sopracciglia è meglio che rimangano uniche nella storia) . Ricordatevi che le sopracciglia non sono solo la cornice dell’occhio, ma danno proporzione a tutto il viso (nota della blogger: ecco perchè dopo anni ho ceduto e me le sono fatte tatutare visto che praticamente ne ero sprovvista). La tendenza attuale è quella di Brooke Shields in laguna Blu: grandi, ma ben costruite.
B: Ma se una volesse “esagerare” e mettere anche ombretto, matita o eyeliner etc, ma fosse imbranato come me?
P: Ricordandovi sempre che è meglio poco fatto bene che tanto, ma pasticciato…organizziamo un bel corso di trucco e vi spiego tutto per benino !
Sììì, sììì ! Facciamo un bel corso di trucco con Pablo qui a Milano!
Chi vuole partecipare?
Barbara
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