Il 25 Aprile per tutta l’Italia vuol dire liberazione, ma per Venezia ha un significato in più…anzi, due!
Il 25 Aprile per noi veneziani è una ricorrenza ben più antica dell’attuale festa nazionale.
A Venezia oggi festeggiamo il Patrono di Venezia San Marco Evangelista e la Festa del Bòcolo (bocciolo di rosa).
In questa data ricorre la morte di San Marco le cui reliquie, che si trovavano in terra islamica ad Alessandria d’Egitto, furono avventurosamente trasportate a Venezia nell’anno 828 da due mercanti veneziani parecchio furbetti: Buono da Malamocco e Rustico da Torcello.
Si narra che per rubare ai Musulmani il corpo di San Marco, i due diabolici mercanti lo abbiano nascosto sotto una partita di carne di maiale che i mussulmani ovviamente non avrebbero mai toccato!
Una leggenda triste, ma molto romantica, racconta invece che nella seconda metà dell’Ottocento Maria, la figlia del Doge Orso I Partecipazio, amava, ricambiata, un giovane di umili origini, un certo Tabcredi.
Il Doge ovviamente non approvava la relazione, così la fanciulla consigliò all’amato di andare a combattere contro i Turchi per nascondere la propria condizione con la gloria delle imprese.
La fama di Tancredi fece il giro del mondo, il giovane si distinse valorosamente in guerra, ma fu ferito mortalmente e cadde su un roseto.
Prima di morire però affidò all’amico Orlando un bocciolo tinto del rosso del suo sangue perché lo consegnasse alla sua amata come estremo pegno d’amore.
Il 25 aprile, il giorno dopo aver ricevuto da Orlando il messaggio d’amore dell’innamorato, Maria fu trovata morta nel suo letto con il bocciolo sul petto.
Da allora, il 25 aprile la tradizione vuole che lo stesso omaggio sia ripetuto dai veneziani perché ognuno di essi possa esprimere i propri sentimenti alla persona amata.
Quando ero ragazzina e abitavo ancora a Venezia, era un’usanza che il giorno di San Marco, il 25 aprile, le mie amiche ed io andassimo a vendere i “bòcoli” per la Croce Rossa.
Il ricavato andava ad aggiungersi alla loro più grande raccolta di fondi, ma devo dire che oltre all’aspetto benefico era bello andare in giro per la città con queste cassette bianche, piene di rose, attaccate al collo per cercare di convincere gli uomini a regalare una rosa rossa alla loro amata!
Se lo facessi adesso mi sa che dovrei girare con la frusta: ormai gli uomini fanno una fatica gli uomini a regalare i fiori! Argh
Oggi Danny boy ed io andiamo a Venezia e ieri gli ho raccontato di questa nostra tradizione.
Sapete cosa mi ha detto dopo aver sentito la storia ?
“Allora io la rosa la regalo a te, ma te la regalo davvero io con le mie monetine che ho messo nel mio maialino!”
Amore miooo! Meno male che ci sei tu visto che papà arriva domani sera…
Il solito fortunello anche stavolta l’ha scampata!
I miei speciali auguri di oggi vanno a tutti quelli che si chiamano Marco, a tutti quelli che hanno ancora voglia di regalare un fiore alla donna che amano e a tutti quelli che si sentono liberi.
AUGURIIIIIIII
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