Quando loro se ne vanno e arriva lui: il senso di colpa!
Non so cosa provino le altre mamme, ma quando Danny boy esce di casa per andare da qualche parte col il suo papà, con qualche suo amichetto o con la nonna e io resto a casa, se si tratta di un’uscita di un paio d’ore è tutto ok, ma se parliamo di una giornata intera…allora per il primi minuti mi viene un gran magone.
E dopo il magone vengo subito assalita assalita dai sensi di colpa. Io sono la sua mamma, io dovrei stare con lui, sempre.
Che madre snaturata sono che lo abbandono per tutto il giorno o addirittura per tutto il week-end?!
E magari lo faccio anche per farmi i cavoli miei e divertirmi e non per andare a lavorare o per fare del bene alla famiglia! Vergogna!!!
Mi prende quel senso di colpa che inizio a pensare sia classico di noi mamme: lo stiamo abbandonando, abbiamo passato la vita a desiderarlo e poi appena arriva non vediamo l’ora di liberarcene.
Un pò come quello che succede agli uomini che escono da lì e poi passano tutta la vita cercando di rientrarci. Ops!
Sembra quasi che dal momento in cui diventiamo mamme, quel ruolo vada a sostituire del tutto il nostro nome.
“Come ti chiami?” “Barbara! Ah no scusa: mamma, mi chiamo mamma”
Anche perché non è facile ricordarsi di chiamarsi Barbara quando durante il giorno mi sento chiamare “mamma” dalle 200 alle 300 volte circa.
Alla fine una il suo nome finisce per dimenticarselo. E allora diventi “mamma” e la “mamma” cosa fa?
“Mamma Barbara” (teniamoci un pò della vecchia identità) pulisce, mette in ordine, si occupa del maschio piccolo e del maschio grande, dei loro bisogni e dei loro capricci.
E poi mi chiedono perchè non faccio un secondo figlio: ma io ne ho già due!
Tutte noi donne quando ci chiedono quanti figli abbiamo dovremmo sempre sommare uno al numero effettivo. Vabbè…
Danny lava la moto dello "zio" Lollo
Danny lava la moto dello “zio” Lollo
Ieri mio marito, il “papi” di Danny boy, aveva dei suoi amici che partecipavano ad una gara di enduro (uno dei suoi hobby) vicino Piacenza e aveva voglia di andarci e allora invece di chiedermi se poteva andarci da solo, ha deciso di caricare in macchina la piccola moto di Danny boy e di portarsi anche lui.
Peccato che alla fine c’era talmente tanto fango che Danny boy sulla sua motina non ci è potuto andare.
Ma so che si è divertito perchè c’erano tanti bambini e quegli “schiavisti” degli uomini li hanno messi a pulire le moto dei grandi. Quando mio marito mi ha mandato questa foto su WhatsApp ho anche pensato di chiamare il telefono azzurro, ma poi ho visto che sorrideva e allora ho desistito! Ahah
Parentesi: io a mio marito non ho mai detto di no quando mi dice che avrebbe una cena o un week-end da fare con i suoi amici. Abbiamo tutti bisogno della nostra libertà e dei nostri spazi.
E poi diciamocelo, ma quando lui è via…anche io mi sento più libera di guardarmi 10 puntate di Beautiful registrate, in mutande mangiando pizza fredda o una bella insalatona con gli avanzi del frigo, per esempio.
Nonostante io non gli abbia mai detto di no, lui ogni tanto si fa delle menate assurde a chiedermi di andare da qualche parte.
Fosse che forse anche gli uomini ogni tanto hanno qualche piccolo senso di colpa?! Manco fossi sua madre! Ecco il problema: i mariti spesso scambiano le mogli per la loro mamma, ma di questo ne parliamo un’altra volta sennò mi si gonfia la giugulare!
 Torniamo a me. 
imaschivannofotoQuando ieri li ho visti scendere le scale di casa verso le 10 e ho realizzato che non li avrei più rivisti fino all’ora di cena…il primo prima pensiero è stato “cosa cucino per cena?” e poi mi è venuto il magone!
Lo so lo so: avrei dovuto fare i salti di gioia, spogliarmi e correre nuda per casa con le finestre spalancate. Certi momenti così speciali vanno condivisi.
E invece ho chiuso la porta e mi è quasi scesa una lacrima. 
Ho scritto “quasi” perché ci ho pensato un attimo e mi sono subito ripresa.
Mi sono detta “adesso mi metto in costume e salgo in terrazza a prendere il sole” e invece? E invece mi sono guardata in giro e mi è preso quel maledetto senso di colpa.
Sono rientrata immediatamente del ruolo di “mamma” perdendo di nuovo la parte di identità “Barbara” e ho indossato la mantella da filippina. 
Ho passato ben 4 ore a rassettare, pulire pavimenti, rifare letti e addirittura ripiegare tutti i vestiti di Danny per fare ordine nei suoi armadi. Poi visto che non c’era nessuno a guardarmi ho anche buttato via una marea di cavolate sparse per la casa: sorprese di ovetti kinder, oggettini vari che mio marito regala a Danny quando torna dai suoi viaggi di lavoro. Non regali, ma boiate che gli regalano nelle fiere e che Danny riceve con gioia, ma poi butta nei cassetti e non usa mai più.
Finalmente al sole!

Finalmente al sole!

Ci ho messo ben 4 ore di attività sfrenata per liberarmi dai sensi di colpa.

Alle 14 mi sono fermata e mi sono detta “Fame”.

Ho preparato un’insalata con gli avanzi del giorno prima e mi sono seduta, per la prima volta da quando mi ero alzata dal letto.

Quando sono sola faccio sempre così: apro il frigo, prendo tutti i tupperware con gli avanzi (mais, pomodorini, tonno, formaggio etc) e li riverso tutti assieme in una ciotola, condisco e mi nutro.
A quel punto dopo essermi finalmente liberata di quei sensi di colpa, mi sono messa un costume, mi sono incremata e sono svenuta al sole per ben 2 ore.
Wow! Non ci potevo credere: forse era anni che non mi capitava una cosa del genere.
Ci ho preso talmente gusto che alla fine mi sono fatta una doccia, mi sono messa tutta carina e sono andata con una mia amica a fare shopping nel Chiostro Dioclesiano a Milano. Ieri c’era un mercatino bellissimo.
Shopping al Chiostro del Museo Diocleziano a Milano

Shopping al Chiostro del Museo Diocleziano a Milano

Sono tornata a casa felice e soddisfatta: ci ho messo un pò troppo a ripulirmi dei sensi di colpa, ma alla fine mi sono goduta due ore di meritato relax al sole e due ore di shopping con la mia amica Annalisa.

Sono arrivata con il mio scooter davanti al portone di casa alle ore 19 in contemporanea perfetta ai miei maschi che erano in macchina. Danny era dietro che dormiva, cotto bollito, ma felice di aver trascorso una giornata intera col suo papi.
Ho organizzato una cenetta veloce e ci siamo seduti tutti assieme intorno al tavolo, felici.
Fatelo mamme: prendetevi il vostro tempo e godetevelo. Riappropriatevi del vostro vero nome e liberatevi di quello di “mamma”, per un paio di ore.
Farà bene a voi e a chi amate!
 
Barbara