Sono Veneziana e in quanto tale non posso non affrontare un argomento che nei giorni scorsi è stato sulla bocca di tanti e sulle prime pagine di molti giornali ossia la morte del turista tedesco avvenuta in gondola.
Giusto per spiegare il titolo di questo post, il “ferro” della gondola è quella specie di pettine che vedete a prua.
Sono arrivata a Venezia il giorno stesso della tragedia e quindi in tempo per leggere e ascolare di tutto e di più.
Il mio primo pensiero ovviamente è andato alla moglie che ha perso il marito, alla mamma che ha dovuto dire ai loro figli che il papà non c’è più e a quella bimba di 3 anni che quando sarà più grande scoprirà che il suo papi è volato in cielo per salvare lei: sarà dura, sarà durissima.
Il mio secondo pensiero invece è andato a quel gondoliere che credo abbia fatto proprio tutto il possibile per mettere in salvo i suoi passeggeri, ma non ci è riuscito e vivrà per sempre con un macigno nel cuore.
Sembra, e ripeto “sembra”, che la responsabilità stia in una marcia indietro non proprio corretta del vaporetto, ma io una cosa la voglio proprio dire: ok che in tutte le tragedie va cercato il colpevole, ma credete che sia facile per i due che guidavano il vaporetto e la gondola?
Credete che possano averlo fatto di proposito?
Io sotto al Ponte di Rialto ci passo spesso e tra approdo vaporetti, l’approdo delle gondole e pontili vari per carico e scarico merci, c’è sempre un traffico incredibile.
La città e i canali sono rimasti sempre gli stessi, ma un sacco di case sono state trasformate in b&b e in alberghi; sono sbucati pontili nuovi e altri sono stati parecchio ingranditi riducendo lo spazio per il traffico acqueo; oltre alle linee tradizionali di navigazione (che andrebbero intensificate) sono sbucati enormi vaporetti dell’arte (sempre vuoti), battelli vari per aereoporto, e chi più ne ha più ne metta, che andrebbero invece ridotti.
Per non parlare di alcune di queste imbarcazioni che sono spesso costrette a fare manovre assurde e non sono attrezzate per farlo.
Adesso finalmente si parla di dotare tutti i mezzi di eliche trasversali per aumentare la sicurezza.
Ma è possibile che serva sempre un morto per decidersi a sistemare le cose e a dare delle regole che fin’ora non ci sono mai state?
Io vivo a Milano dove il traffico è intenso e, come in tutte le città, è regolamentato da mille semafori e cartelli e nonostante tutto ció, continuo a leggere di ragazzi morti in motorino, in macchina e in bici per segnali non rispettati.
A Venezia, pur senza tutte queste regole, per fortuna tragedie del genere non succedevano da anni quindi please diamo in giusto peso alle cose e vediamo di fare il possibile perché queste cose non succedano mai più.
È vero che Venezia è diversa da tutte le altre città del mondo, ma il traffico è traffico e come tale va regolamentato.
E mentre faccio una pausa prima di rileggere questo post e pubblicarlo, vengo a sapere di un giovane di 21 anni che è morto a Londra per il troppo lavoro.
Un padre che muore a Venezia per difendere la figlioletta e un giovanissimo che muore nella City per dimostrare il suo valore.
Che morti assurde.
Oggi ho proprio bisogno di una bella passeggiata e del calore del sole.
Barbara
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