E’ da quando siamo salpati in crociera che mio figlio mi tira matta. Sarà il pensiero che tra poco inizierà la scuola elementare e non ci troverà più i suoi soliti compagni? Sarà l’età? Non lo so, so solo che mio figlio, da più di un mese, mi sta davvero tirando matta: fa mille capricci che non hai mai fatto, ha paura di tutto, non è mai contento di niente (e ne facciamo di cose!!!), fa fatica a giocare con gli altri bambini se questi non vogliono fare esattamente quello che vuole lui, risponde male etceterissima (molto più di etc) GRRR! ARGH! BAU! Conoscete qualche negozio che venda “pazienza” al kilo? Io l’ho finita, caput. Ieri l’ennesima scenata: l’ho portato a giocare da un suo nuovo amichetto qui a Venezia, ma tempo di prendere l’ascensore e uscire in calle (le strade a Venezia si chiamano così), che lui era già sul balcone in lacrime che mi urlava di tornare su a prenderlo. Preso, portato in giro con me che avevo delle commissioni da fare e riportato lì a giocare, restando lì al piano di sotto con la mamma dell’amichetto, che per fortuna è una mia amica. Non sopporto le sconfitte. Alla fine il suo amichetto è venuto da noi per il pranzo e il dopo pranzo, così sono stati insieme un bel po’ e si sono divertiti, spero. Risultato? Alle 17 ero stanca, un pò abbattuta e parecchio pentita della scenata che gli avevo fatto quando si era messo a piangere chiedendo che io tornassi a prenderlo. Quindi? Quindi avevo bisogno di un paio di ore di aria, come i carcerati. Soluzione? Un bell’aperitivo a San Servolo, da sempre identificato da noi veneziani come il manicomio. Dal 2008 l’isola accoglie la succursale dell’Accademia di belle arti, ma fino al 1978 a San Servolo c’era il manicomio o meglio detto “Ospedale psichiatrico”. Ieri sera si inaugurava la mostra “Open 16”, curata da Paolo De Grandis, ossia un esposizione internazionale di sculture e installazioni che celebra la sua sedicesima edizione e si svolge al Lido e San Servolo, in contemporanea alla Mostra del Cinema. Arte, musica e un bel pò di amici in una splendida location che una volta era un manicomio. Direi che una madre, che il figlio sta cercando di tirare matta, non poteva che trovare posto migliore per riprendersi. Peccato solo per il catering che forse non si aspettava tanti ospiti: ho mangiato credo 7 grammi di tagliatelle (le porzioni erano servite sui piattini della cucina giocatolo di mio figlio) e una tartina di frutta e non ho bevuto nulla (c’era vino, ma non avevo voglia di vino). Con due amiche e un amico abbiamo visto bene di fare un salto all’Harry’s bar per tappare il buco nello stomaco e vedere se c’era qualcuno di interessante. Magari c’era Johnny Depp che cenava con George Clooney e James Franco e cercavano compagnia femminile! Capita no? Ma abbiamo trovato solo Mara Venier, elegantissima nella sua semplicità, e sempre sorridente. Niente figoni? Ok, allora io copio le mie amiche e mi bevo un gin-Martini mangiando 1 oliva e 1 polpetta incandescente. Secondo voi una quasi astemia che all’età di 43 anni, e a stomaco vuoto, beve il suo primo martini…che fine fa? Fa la fine di una ciucca persa (tipo “ubriaca”, ma un pò meno) che finisce per fotografare tutte le vetrine dei negozi famosi che incontra, ridendo come una matta e ringraziando di non essere una blogger di moda (le foto le trovate tutte sulla mia pagina di temperateitacchi su facebook) Ecco che fine ho fatto. Da oggi in poi quando sarò un pò demoralizzata o incavolata, so che la soluzione ideale sarà: 1 oliva + 1 polpetta + 1 Martini Wow, non pensavo fosse così facile. Grazie Peggy, grazie Alessandra: mi avete fatto scoprire un nuovo mondo, quello del Martini a stomaco vuoto. PS: da non fare se dovete guidare, mi raccomando! Barbara
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