Nella foto qui sopra, oltre al riconoscibile Nicolas Cage con capello nero corvino e cotonato, potete vedere, con me, il bravissimo mercante d’arte Daniele Crippa con la sua simpaticissima Cristina e qui sopra a destra Mr Rutelli in vaporetto dopo il film (niente barca blu?)
117 minuti che lasciano il segno.
Direi che sono stata fortunata: ieri ho visto il mio primo film, alla Mostra del Cinema di Venezia, e mi è piaciuto proprio tanto.
Ho visto “Joe”, il nuovo film di David Gordon Green con Nicolas Cage.
Un film duro, durissimo.
Un film a volte troppo violento (anche se sono un maschiaccio sono pur sempre femmina), ma bello, davvero bello.
E’ la storia di un ex carcerato (Cage) che si rifà una vita e ce la mette tutta per non ricadere nella violenza.
Cage si prende a cuore un giovane ragazzo figlio di un alcolizzato e con una famiglia difficile.
Quel ragazzo è interpretato da Tye Sheridan.
Tye Sheridan deve vincere un premio (probabilmente il premio “Mastroianni”) perché è stato davvero bravissimo, mi ha toccato il cuore.
“Joe” è uno di quei film che ti lascia qualcosa dentro, prima una grande preso e poi una sensazione di vuoto, profondo.
Ma pian pianino ci ripensi, rielabori e arriva il sorriso.
Sorridi perché ti rendi conto che certe cose, in certe famiglie, succedono davvero.
Ti rendi conto che quello che ti può sembrare irreale e troppo violento, in certe case purtroppo non è un film da vedere sullo schermo, ma la dura realtà, di tutti i giorni.
Bravissimo anche l’attore, non professionista, che ha interpretato il padre alcolizzato e che poco dopo le riprese, è volato in cielo.
Gary Poulter non si è potuto godere la meritata standing ovation di ieri sera, in sala grande, al Lido di Venezia, ma ci avrà guardati da lassù.
Guardandoci tutti dall’alto avrà visto bene anche la testa di Nicolas Cage con quel capello nero corvino e tutto cotonato.
Avrà riso, so che sta ancora ridendo.
Io il protagonista del film di ieri sera lo ho visto molto bene, da davanti, e ho riso, ma secondo me visto dall’alto è ancora meglio!
Bravi, bravi tutti, mi avete emozionata.
E pensare che i biglietti per la proiezione li avevo anche persi per strada e poi li ho ritrovati, dopo un’ora, per terra.
Si vede che era destino che io quel film lo vedessi.
E poi non avrei mai rinunciato a truccarmi e vestirmi in capanna in spiaggia, prima di affrontare il tappeto rosso, adoro!
I vip hanno i camerini e io ho un’intera capanna.
Prima del film, ho fatto anche un salto veloce a Villa Zavagli, per l’aperitivo organizzato dalla Fondazione Furla in onore dell’anteprima del film documentario “The Abramovich Method” di Marina Abramovich con la regia di Giada Colagrande.
Peccato che la sera prima Marina Abramovich, aprendo il portone di un palazzo, si sia vista arrivare in fronte un mattone, come nei cartoni animati, e quindi non sono riuscita a conoscerla.
Magari è arrivata mentre io stavo già inseguendo Nicolas Cage, può essere, chi può dirlo.
Ora me ne vado in spiaggia con quel “capriccione” di mio figlio e il mio maritino che ieri sera è finalmente arrivato a trovarci per il we.
Stasera tocca al film di James Franco, e noi ci saremo.
“Amore mio sappi che lo guarderò arrivare e cercherò pure di fotografarlo da vicino, da molto vicino. Non ti ingelosire dai, lo sai che amo solo te, ma le cose belle vanno guardate no!?”
Barbara
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