Last night in Venice
Se una città è bella, ma ci vivi, finisci per camminare guardandoti la punta dei piedi.
Se un uomo è bello, ma è il tuo, a volte quella bellezza ti sfugge.
Ma se in quella città non ci vivi più, e se quell’uomo non è più accanto a te da giorni…
Allora inizi a camminare guardandoti attorno, e accanto a te, per condividere tale bellezza, vorresti lui.
Ecco come mi sono sentita ieri sera quando, dopo una bella festa in casa, tra amici, per festeggiare i 45 anni di uno di loro, mi sono ritrovata a salire su una topa (non sto parlando di una bella donna toscana, ma di una tipica imbarcazione veneziana, con fondo piatto, in legno e con motore fuoribordo).
Il nostro esperto e affascinante capitano si è inoltrato in stretti e bui canali, zizzagando con sicurezza: c’eravamo solo noi 8, il cielo, l’acqua e il rumore del nostro motore.
Sono Veneziana, ma da quando ho lasciato la mia cittá per andare all’università, a Milano, mi sono rinnamorata di lei.
Quando sei giovane e vivi e studi in una città che ai giovani offre ben poco, hai solo voglia di scappare e allora, se puoi, scappi: vai a studiare nelle grandi città e magari non torni più, come è successo a me.
Nella grande città, che tutto offre, ci vivo ormai da 24 anni e non nego che ci sono giorni in cui vorrei scappare anche da lì.
Non voglio tornare a Venezia, non per ora.
Magari andremo a vivere in campagna, in Puglia, magari…
Voglio che Venezia resti la mia oasi di pace, dove rifugiarmi ogni tanto.
Voglio che Venezia resti quel gioiello che indossi solo una volta ogni tanto e che solo così resterà sempre unico, speciale.
Ieri ho fatto l’ultimo bagno, ho chiuso la valigia e sono andata a ballare con gli amici di sempre, i Veneziani con cui ho condiviso sogni e marachelle.
Al Capsula, una sorta di serra/discoteca fatta allestire da Nicola Parente nel cortile del Casinó di Venezia, suonava dj Ravin, quello del Buddha Bar.
Ho ballato due ore di seguito, senza fermarmi.
Era tanto che non ballavo e ne avevo proprio voglia, bisogno.
Alle 2.30 sono scappata, da sola, in vaporetto.
Avrei ballato fino all’alba, ma avevo un treno da prendere.
Un figlio e due cuori da riportare a casa, a Milano, dal nostro “Papi”.
Ciao Venezia, mi mancherà il silenzio del Canal Grande durante l’ultima sigaretta della sera, seduta sul balcone.
Ci mancherà la nonna, ci mancherà la spiaggia (non la sabbia!) e il mitico baccalà mantecato di “polpetta”.
Ma siamo felici di tornare, molto felici.
Barbara
NO COMMENTS