Non vedevo l’ora di finire il liceo per poter scappare nella “grande” metropoli con la scusa dell’università.
Sono nata in Scozia, ho fatto l’asilo a Roma, ma mi sono poi trasferita a Venezia, ed è lì che sono cresciuta senza macchine e senza smog, in una sorta di campana di vetro.
Venezia è perfetta per crescere i bambini: Venezia protegge loro, e fa sentire sicuri i genitori.
Ma io era troppo curiosa di vedere cosa ci fosse fuori da quella tranquilla città, e quindi, appena ho potuto, sono scappata.
MILANO
Avevo sognato per anni di trasferirmi in questa città.
A Milano ci lavorava mia zia Carla , ed io spesso il fine settimana prendevo il treno e andavo da lei in ufficio, in Via Dante.
La aiutavo a preparare le piantine delle grandi sfilate che organizzava, e facevo la hostess.
Amavo respirare l’aria della moda, delle passerelle, dei personaggi famosi e degli immensi stilisti (Ferrè era il mio preferito, ed era immenso in tutti i sensi!)
Ho preso tutto quello che Milano poteva darmi, o quasi (la droga l’ho sempre rifiutata!)
Ho vissuto gli anni d’oro, mi sono divertita, ho imparato tanto e ho cercato di mettere in pratica quello che ho potuto, e quello che era nelle mie corde.
Ma da quando sono diventata mamma…
Se quando ero giovane mi stava stretta Venezia , ora che sono mamma (e non più di primo pelo, ops) inizia a starmi stretta Milano.
Questo week-end siamo andati a trovare degli amici in Svizzera.
Anche loro vivevano a Milano, e anche loro sono diventati genitori, poco dopo di noi.
Ma loro hanno fatto una scelta, dettata anche dal lavoro di lui, e si sono trasferiti in campagna, sul lago, a 13 minuti da Losanna.
“E’ stata dura per una come te abituata a vivere in città, venire a vivere in campagna?”
La domanda ce l’avevo sulla punta della lingua e ormai sapete che non sono una che si trattiene troppo.
La mia amica, un po’ argentina e un po’ venezuelana, a quel punto mi ha risposto che per abituarsi ci ha messo 1 anno e mezzo, ma che ora non tornerebbe più indietro.
Come non crederle? E poi loro vivono in campagna, ma sono a 13 minuti da Losanna e a 45 minuti dall’aereoporto di Ginevra: sconnessi, ma molto connessi.
E’ da quando hanno messo il primo mattone della casa che stiamo costruendo in Puglia che ci penso…
Ma se quella casa, invece della casa per le vacanze, e della casa da affittare, diventasse la NOSTRA casa, tutto l’anno?!
Ma a Cisternino non ci sono le scuole che ci sono a Losanna, e l’aereoporto più vicino è quello di Brindisi.
Andando a vivere lì saremmo di sicuro un bel po’ più “sconnessi” dei nostri amici “Svizzeri”.
Ma ci sto pensando, ci sto pensando davvero.
Ieri guardavo Danny aiutare il mio amico e suo figlio, nell’orto.
Ieri guardavo danny inseguire le lucertole.
Ieri guardavo Danny cercare con gli occhi le volpi, nel vigneto accanto alla casa dei nostri amici.
Ieri vedevo Danny felice, in mezzo alla natura.
L’ho abbracciato e gli ho chiesto se era felice.
Lo era, tanto.
“Ma se andassimo a vivere in Puglia, nella nuova casa che stiamo costruendo?”
Gli si sono illuminati gli occhi e mi ha ributtato le braccia al collo urlando “Sìììììììììì”.
Quando però gli ho raccontato che sarebbe andato in una nuova scuola, e che avrebbe avuto dei compagni nuovi, e delle maestre nuove, il suo enorme sorriso si è spento.
E poi papà ha il suo lavoro. Come farebbe a venire giù con noi? Lo vedremmo molto menooo
Che macello!
Che decisione difficile.
Ma la vita è una sola, e io non sono sicura di voler finire la mia a Milano, in mezzo allo smog.
E poi Milano non aiuta quelle ansiose e iperattive come me.
A Milano non mi fermo mai, né con le gambe né col pensiero.
A Milano sono sempre in movimento, e la sera crollo.
E per cosa poi?! Per fare sempre le solite cose.
Non ho costruito un granché in questa città.
Ho fatto tante cose belle e ho avuto tante soddisfazioni, ma non ho costruito nulla che mi leghi a questa città.
Non ho un’attività mia, non ho un ufficio mio e quello che ho imparato lo potrei mettere in pratica anche altrove.
Ho scoperto che mi piace scrivere e mi piacerebbe coltivare questa mia passione: mi ci vedo a scrivere seduta all’ombra di un ulivo secolare.
La vita mondana, le feste… ho dato!
Adesso ho bisogno di altro.
Ho voglia di verde, ho bisogno di verde.
Inizio a sentire la necessità di un po’ più di silenzio, di quiete.
Ho vissuto molto intensamente, e non mi sono fatta mancare nulla, ma ora c’è LUI.
Non è facile per una mamma capire cosa sia meglio per un figlio.
Conosco un’altra mamma che ha mollato tutto e si è trasferita in Puglia con il suo bambino, e sono felici.
Caroline ora ha una masseria tutta sua, dove noi spesso siamo andati a dormire, ed è felice della scelta che ha fatto.
Danny è un bambino molto sensibile e molto affettuoso, come la sua mamma, e sono sicura che se un giorno dovessimo davvero trasferirci in Puglia, si farebbe un sacco di nuovi amici, e sarebbe felice, ma ora, il solo pensiero di portarlo via da qui, mi spaventa.
Ho sempre avuto paura dei cambiamenti.
Sono una iper abitudinaria io.
Ma ci penserò, eccome se ci penserò.
Non ho mai smesso di pensarci, da quel primo mattone posato sulla rossa terra pugliese.
Barbara
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