E’ dall’inizio di questa vacanza che litigo con mio figlio.
Sì, sì, avete letto bene: litigo con mio figlio.
A volte mi rendo conto che ci sono momenti in cui io mio figlio lo tratto più come se fosse un mio coetaneo, un marito, un fidanzato.
Sarà che quando ero piccola spesso mio padre mi dava degli ordini e se chiedevo spiegazioni mi rispondeva “è così e basta”, ma io a Danny boy spiego tutto.
So che spesso sarebbe più facile dire “devi fare così e basta”, ma a me le strade facili non sono mai piaciute e quindi spiego, parlo, argomento…
Che fatica!
Quante discussioni, quante litigate.
Quest’estate non è stata una passeggiata, pennnnniente.
Sarà l’età difficile, sarà l’età di passaggio dal “sono piccolo” al “sto diventando grande e finalmente posso dire la mia”, ma sto giro ho accusato il colpo.
Due sere fa l’ultima discussione pesantina: dopo il millesimo capriccio gli ho urlato dietro che mi aveva rovinato le vacanze e che non ne potevo più.
Ieri mi sono svegliata con la consapevolezza che avevo avuto ragione, ma con i sensi di colpa di non aver saputo affrontare l’ennesimo capriccio con un po’ di maturità e di calma.
Avevo capito che non avevo trattato mio figlio come un adulto, ma ero tornata bambina e lo avevo sfidato come fanno gli amichetti quando litigano tra di loro.
Ho capito che forse sono cresciuta troppo velocemente e allora in certi momenti ho delle specie di regressioni improvvise e più che la mamma avrei bisogno di tornare a fare la figlia.
Quando succede, punto i piedi e li batto con forza, per farmi sentire.
Ieri mattina Danny si è svegliato, mi ha guardato per vedere se ero ancora arrabbiata, e quando ha visto che sorridevo, mi ha chiesto se poteva venire nel lettone. Anche se mio marito non c’è, Danny dorme in un letto accanto al mio, ma non con me perché di notte lui si muove troppo, scalcia.
Al mio cenno affermativo è corso da me, si è infilato sotto al piumone e mi ha abbracciato chiedendomi scusa per la sera prima. E io ho chiesto scusa a lui per essermi arrabbiata troppo. Ci siamo abbracciati stretti stretti e siamo rimasti così, per un po’. Danny ed io ieri abbiamo fatto pace.
Speriamo che duri.
Ultimamente sembravamo davvero più due fidanzati che madre e figlio: io dicevo una cosa e lui faceva il contrario
Io gli chiedevo una cosa e lui diceva “no”
In vacanza, in crociera, abbiamo fatto qualsiasi cosa per farlo contento, ma lui, che di solito è sempre allegro, era sempre con il broncio
Se c’è qualcosa che mi fa stare male è vedere che le persone che amo non stanno bene, nonostante tutti i miei sforzi.
Abbiamo rinunciato alla comodità del kinder perchè non parlavano italiano e ce lo siamo tenuto sempre con noi, appiccicato alle costole, 24 ore su 24.
E nonostante tutto aveva sempre da protestare.
“Noi scendiamo e terra, vuoi stare a bordo nel kinder?”
Eh no, voleva scendere con noi però poi una volta scesi voleva andare in spiaggia o tornare in nave in piscina e ci rimproverava se ci permettevamo di entrare a curiosare in qualche negozio.
Ci ha tirati matti 12 giorni e anche ora che siamo in montagna, solo lui ed io, stava continuando con lo stesso atteggiamento.
Ma ieri mattina qualcosa è successo.
Forse io ho capito perché reagivo così male e lui ha capito che stava esagerando.
Ieri è stata una giornata bellissima, perfetta.
Siamo stati assieme e assieme abbiamo fatto un sacco di cose, come sempre
Ci siamo svegliati col sorriso e col sorriso siamo andati a nanna.
Oggi si pedala.
Oggi si sta ancora insieme, lui ed io.
Il sorriso di un bambino che ha sempre voglia di seguire quella mamma un po’ matta, e quella bionda giunonica che un giorno cerca di essere una brava mamma e il giorno dopo vorrebbe tornare ad essere bambina, e batte i piedi.
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