Fine settimana a Milano e dintorni? Ecco qualche idea.

 
Se questo fine settimana siete a Milano e dintorni, sappiate che il tempo dovrebbe essere buono e che ci sono un sacco di cosine da fare.
Ieri sera mio marito ed io eravamo in libera uscita (Santa Tata) e quindi siamo saliti in sella allo scooter, e ce ne siamo andati in zona Tortona.
Abbiamo fatto una veloce tappa all’inaugurazione dell’outlet di Ports, dove ho visto un sacco di vestitini e di scarpe carine, ma ho fatto la brava, e poi abbiamo messo le radici da “Taste of Milano”.
Taste of Milano è un evento gastronomico dove si possono assaggiare piatti stellati pagandoli circa 5 ducati l’uno!
Ducati?
Eh sì, perché a “Taste of Milano” si paga con i ducati.
Si paga un biglietto di ingresso, che si può comprare anche online, e poi si acquista una sorta di “carta di credito”  con dentro quanti ducati si sceglie di avere a disposizione, e nei diversi ristoranti presenti si paga con quella carta.
Considerate con con 50 ducati si comprano circa 10 piatti tra primi secondi e dolci, e quindi ci cenate tranquillamente in due.
Ieri sera ce la siamo davvero goduta perché nonostante fosse il primo giorno, non c’era troppa gente, e quindi non c’erano code nei ristoranti.
Ogni ristorante ha nel menù 3 piatti e una volta ordinato il piatto scelto in pochi minuti lo si vedrà arrivare.
Niente sedie, ma giusto qualche tavolo di appoggio, e i piatti e le posate ovviamente sono di carta.
Per 5 ducati volevate anche il piatto di porcellana e le posate d’argento?!?!?
Oltre ai ristoranti ci sono diversi stand dove si possono assaggiare ed acquistare ottimi prodotti: io ho comprato una forma di formaggio puzzone che in realtà si chiamerebbe “Tête de moine”, ma siccome ha un forte odore, Danny ed io, che lo amiamo, lo abbiamo sempre chiamato “puzzone”!
collagefotoL’oriental burger con tonno, barbabietola, lattuga, pomodoro e cipolla di “Wicky’s”; l’uovo con spuma di parmiggiano, birra e pane croccante e lo sgombro con piselli, formaggio di capra e ravanelli di “Vun”, il ristorante dell’hotel Park Hyatt di Milano; la tartare di tonno, i temaky e i ravioli di “Finger’s garden” e, per finire, di nuovo da “Vun” per la loro mitica pastiera sferica.
Ieri sera ci siamo proprio fatti viziare e coccolare.
Andrea, il mitico chef di “Vun”, si è anche intrattenuto con noi per spiegarci la ricetta del suo mitico uovo cotto a bassa temperatura, e Roberto Okabe, come sempre impegnato nella sua cucina di Finger’s, appena ci ha visti in coda, ci ha raggiunto con due temaky per noi.
Bello sentirsi coccolati, bello gustarsi certe delizie.
Eh sì, G.U.S.T.A.R.S.I.
Ho sempre mangiato troppo velocemente, a volte ingurgitando senza quasi sentire i sapori, ma da quando ho fatto il digiuno sono cambiate molte cose.
Dei 4 kg che avevo perso ho ripreso qualcosina, ma sono felice.
Sono felice perché io il digiuno non lo ho fatto solo per dimagrire, ma perché volevo guarire da certe brutte abitudini alimentari che avevo.
Gli attacchi di fame sono quasi spariti e ora, finalmente, riesco a gustarmi quello che mangio.
Dopo quello che ho mangiato ieri, oggi mangerò solo verdure, ma ieri sera ho goduto, eccome se ho goduto.
Ma ora andiamo avanti con cose più utili per tutti.
“Taste of Milano” durerà tutto il fine settimana, e sono benvenuti anche i bambini.
Mentre i più grandi parteciperanno a Taste of Milano, i più piccoli saranno coinvolti in esperienze interattive in un’area Kids, realizzata in collaborazione con Zero6 e lenuovemamme.it, in cui ci saranno diversi laboratori per i bimbi (noi andiamo sabato a fare quello delle caramelle alle 12.30).
Se più che ai profumi del cibo, siete interessati ai profumi dei fiori, allora potete sempre andare a fare un giro alla mostra “Orticola” che sarà per tutto il fine settimana nei giardini pubblici “Indro Montanelli” in Via Palestro.
L’edizione del 2014 è dedicata alla rosa, ma potrete, come sempre, trovare di tutto e di più.
Se ai vostri bimbi non piace cucinare e non amano i fiori, potete sempre portarli alla Rotonda della Besana dove, al Muba,  continua la mostra “Scatole” per bimbi da 4 a 11 anni.
I turni sono a numero chiuso e ogni turno può ospitare fino a 50 bambini
L’attività dura 75 min e i turni per sabato, domenica e festivi 10.00-11.30 | 11.30-13.00 | 14.00-15.30 | 15.45-17.15 | 17.30-19.00
L’ingresso costa 8 euro per bambino | 6 euro per adulto ed vivamente consigliata la prevendita su MidaTicket
Se non vi interessano cibo, fiori e scatole, ma siete appassionati di moto, allora fatevi un giro in Brianza, e venite a Monticello Brianza a visitare la mostra dedicata alla “Agrati Garelli”.
Ho scritto “venite” perché noi ovviamente domenica saremo lì.
Nel lontano 1961 la Garelli si fuse con il gruppo Agrati, famiglia per tradizione votata alla lavorazione del ferro.
La mostra si svolgerà a Cortenova di Monticello, perché era proprio lì che si trovavano gli stabilimenti Agrati.
Daniele Agrati ( il primo da sinistra) con suo cugino Marco e i loro papà Franco e Antonio.

Daniele Agrati ( il primo da sinistra) con suo cugino Marco e i loro papà Franco e Antonio.

E’ nella sua Brianza che Daniele Agrati, il papà di mio marito, ha contribuito, con tanta passione e tanto lavoro, a rendere grande l’azienda di famiglia quando questa si fuse con la Garelli.

La “Agrati Garelli” ha cessato la sua attività nel 1991, dopo aver dato occupazione a centinaia di lavoratori della Brianza, segnando la storia del nostro paese.

Chi di voi non è mai montato in sella ad un Garelli? Io lo avevo e ho dei ricordi bellissimi di quel mio primo motorino.
La mostra sarà aperta da domenica 11 Maggio a domenica 18 Maggio dalle ore 15 alle ore 19,00 e Domenica 18 Maggio dalle 10,00 alle 12.30 e dalle 15,00 alle 19,00.
Ci saranno foto, cimeli, ricordi e anche personaggi: interverranno Fausto Gresini ed Ezio Gianola, i due alfieri del Team Italia che a metà degli anni ’80 spopolarono nel Motomondiale 125. Gresini vinse il titolo nel 1985 e ’87.
Prima che con lui la Garelli 125 si aggiudicò, con Angel Nieto, le edizioni 1982, ’83, ’84.
Adesso capite perché Danny boy a 6 anni è già un appassionato di moto?!
Con un papà endurista, e con un nonno così, non poteva certo diventare un appassionato di bigie no?!
Buon fine settimana a tutti.
Barbara 
dannyyyfoto

 

Se si va avanti così, io me ne vado!

 
Stamattina stavo scrivendo un altro pezzo, poi ho ricevuto un sms e la mia giornata è cambiata.
Dopo il messaggio c’è stata una lunga telefonata.
Dopo la telefonata tante lacrime.
Ieri, al Parco Marinai d’Italia, dove quasi tutti i giorni porto mio figlio a giocare dopo scuola, hanno arrestato un pedofilo.
Ma cavolo!
Ho finito ieri di spiegare a mio figlio che ci sono in giro delle persone cattive che avvelenano i cani e ora devo spiegargli che ci sono anche delle persone malate e cattive che fanno male ai bambini?!
Lo so ce sono sempre esistiti, ma quando capitano cose del genere così vicino a te…le cose cambiano, eccome se cambiano, e i tempi, per spiegare, si accorciano.
Il peggio è che questo infame era già stato arrestato a gennaio.
Ma chi cavolo lo ha rilasciato? E perché?
Ma in che cavolo di città sto vivendo?
Pisapirla un giorno ha detto che non voleva far pattugliare la città dai militari perché non siamo in guerra…
Ma gliela faccio io la guerra a quel fenomeno tutto concentrato su quel cavolo di EXPO.
Concentrati sulla sicurezza dei tuoi cittadini, sui loro figli e sui loro animali.
Fai pattugliare la città notte e giorno, da militari in divisa e in borghese.
Fai quello che ti pare, ma fai qualcosa perché siamo veramente arrivati alla frutta, e la gente non ne può più.
E’ più di un’ora che ho gli occhi pieni di lacrime.
E’ più di un’ora che sto cercando di capire a quale sia il modo migliore per affrontare il discorso con mio figlio.
Settimana scorsa eravamo in quel parco e ad un certo punto Daniele mi ha chiesto se poteva andare a riempire la borraccia della sua bici, alla fontanella.
La fontanella non era vicinissima al punto in cui ero seduta con altre mamme, ma da lontano la vedevo, e Danny ci era già andato altre volte.
Lo ho lasciato andare e mi mi sono rimessa a chiacchierare con le altre mamme.
Dopo un pò non lo vedo tornare e mi metto a cercarlo, parecchio impaurita
Niente!
Finalmente lo ho trovato, e non era solo.
Era con un signore, e il figlio del signore, che mi ha vista preoccupata e si è scusato.
“Ho visto suo figlio alla fontanella e ho chiesto se voleva venire con noi a prendere l’acqua più buona al depuratore vicino ai gonfiabili”
“Ma brutto pezzo di deficiente che non sei altro! Ma come ti permetti di portare mio figlio con te senza avvertirmi!!!”
Avrei voluto dirgli così, ma c’era mio figlio, e ho evitato.
Mi sono limitata ad uno sguardo che credo abbiamo detto tutto.
Ho sgridato mio figlio e gli ho chiesto chi fosse quell’uomo.
“Un amico mamma, un amico”.
Peccato che non conoscesse il suo nome e che fosse diventato suo “amico” da dieci minuti.
Non era lui l’uomo che è stato arrestato ieri, ma immaginatevi come mi sono sentita oggi quando ho scoperto la notizia.
Il ragazzo arrestato ieri ha 20 anni, e faceva educatore.
Settimana scorsa lo avevo visto litigare con un signore che sosteneva che nessuna madre avrebbe dovuto affidargli i figli, e neanche i cani.
Mi aveva quasi fatto tenerezza quel ragazzo.
Sembrava davvero un ragazzo perbene, sembrava…
E invece ora leggo che era stato cacciato da una scuola, e già arrestato a gennaio.
Ma ieri era di nuovo dietro ad un albero del parco, con una bambina di 7 anni e il suo cavolo di telefonino pronto ad immortale chissà quale immagine.
Se andiamo avanti così me ne vado davvero.
Ora dovrò spiegare a mio figlio che esistono delle persone cattive che fanno male ai bambini e dovrò dargli il divieto di allontanarsi troppo dalla mamma, ma di restare sempre dove lo posso vedere.
Io che ho sempre detto che i bambini vanno lasciati liberi e che stare loro troppo addosso non fa bene a nessuno.
Ma come faccio a lasciarlo libero in un parco dove potrebbero tranquillamente girare pedofili e assassini?!?
Adesso finisco la nostra casa in Puglia e poi decido se usarla come casa di vacanza o se andarci a vivere.
Se avessi beccato io quel ragazzo dietro all’albero ieri, oggi sarei in galera.
Cribbio!
Barbara

Dite loro che sono degli infami

 

Il cane di una mia vicina tutte le mattine inizia ad abbaiare verso le 7, anche il sabato e la domenica.
Il cane di un’altra mia vicina spesso fa i suoi bisogni sul marciapiede della strada dove viviamo, e spesso la “distratta” padroncina si dimentica di raccogliere le prove.
Ma io non vado in giro per i parchi a lasciare polpette avvelenate, nella speranza che qualche cane le mangi e muoia.
Ma cosa hanno nella testa le persone che stanno facendo questo!?
Di che tipo di malattia soffrono?
Se sapete chi sono, se li conoscete, dite loro che sono degli infami.
Perchè un adulto può anche cercare di difendersi
Perché un adulto può anche riuscire a salvarsi
Ma prendersela con i bambini, e con gli animali, è da infami.
I cani avvelenati nel 2013 sono stati 14.000 e il 10% di questi cani non ce l’anno fatta.
E stiamo parlando solo dei casi segnalati all’Aidaa (associazione italiana difesa animali e ambiente)
Circa 7000 di questi animali sono stati avvelenati da qualcuno.
La polpetta al topicida veniva usata, al principio, per sterminare i branchi dei cani randagi in Toscana, in Lazio e in Veneto, ma ora il fenomeno si sta allargando.
Sono tanti, troppi, i cani di privati coinvolti in questo allucinante e stupido gioco al massacro.
I migliori amici di noi esserei umani stanno morendo per mano di altri umani, se così li possiamo definire.
Sono sconvolta!
Ma in che paese viviamo?
Ma che momento storico stiamo attraversando?
Uomini che uccidono le proprie compagne.
Madri che uccidono i propri figli.
Esseri umani che uccidono indifesi animali.
E la giustizia che non condanna, che non punisce.
Quanta rabbia, quanta leggerezza.
Oggi il mio pensiero va a chi ha perso un amico, e un compagno fedele.
Nella speranza che i sindaci delle città colpite facciano presto qualcosa per fermare questi assurdi gesti senza senso.
Barbara

Quando il fisico la sa più lunga del cervello

 
Oggi alle 9.30 avrei avuto la mia quarta lezione di yoga
Oggi alle 11.15 avrei la mia lezione del mercoledì di acquagym
Perché dico “avrei”?
Perché oggi alle 6 mi sono svegliata con dei forti dolori alle scapole e al collo, e in questo momento sono ancora a letto.
Argh!
Diciamo che non sono proprio una sedentaria.
Diciamo che non sto ferma un attimo e che, anche quando avrei un’ora libera e potrei sedermi sul divano, magari a leggere un libro, finisce sempre che apro qualche armadio, tiro fuori tutto e rimetto a posto.
Per non parlare dei sensi di colpa che mi vengono se non faccio qualsiasi tipo di attività fisica per almeno 2 o 3 volte a settimana (il sesso è a parte!)
La sera ho uno dei miei attacchi di fame?
Il giorno dopo porto Danny e a scuola e poi, come minimo, mi faccio una bella camminata di 6 km.
Da quando ho fatto il digiuno assistito gli attacchi di fame sono diminuiti, ma purtroppo non sono scomparsi del tutto.
Gli attacchi di fame spesso vengono per colmare dei vuoti.
E chi di noi non ha dei vuoti nella propria vita?!
Sono vuoti che ci si porta avanti dall’infanzia, e che a volte diventano ancora più grandi durante i percorsi che decidiamo di prendere, nella nostra vita.
Ultimamente tra il cantiere in Puglia, il mio normale lavoro, qualche piccola e classica incomprensione in famiglia, e il figlio che cresce…sono stata un po’ più “ciapata” del solito, e lo stress si è fatto sentire.
E quando lo stress si fa sentire, e il cervello che fa?
Ti dice che forse è il caso di rallentare un attimo e di prendersi un momento di pausa, e di riflessione?
Ma quando mai!!!
Mi sa che il mio cervello è andato in stand by, ma per fortuna ci ha pensato il mio fisico.
Sono convinta che il fisico, se ascoltato, spesso sia in grado di darci dei forti segnali, e i segnali vanno ascoltati.
Oggi mi sono svegliata con questo grande dolore alle scapole e al collo, e anche io, che non sono medico, so che tra i punti in cui si accumula lo stress c’è proprio la parte alta della schiena, e il collo.
Mio marito ha detto che forse ho preso un colpo di freddo ieri sera, in motorino, o che magari ho fatto uno sforzo troppo forte ieri durante la mia lezione di indorwalking, ma io so…
Io so che questo dolore che oggi mi ha fatto decidere di rimanere a letto, è un segnale.
E quindi ora vi saluto, stacco la spina, e cerco di riposare un po’.
Il rumore della pioggia aiuta…
Besos
Barbara

La gelosia

 
Mio marito ultimamente è spesso via per lavoro.
Mio marito è diverso da quelli brutti.
Mio marito ha circa 8 anni meno di me.
E ovvio che spesso mi senta chiedere se non sono gelosa.
Beh, la mia riposta è NO, non sono gelosa.
Non sono gelosa perché se mio marito ha scelto di passare la sua vita con una come me, forse non sarà così facile sostituirmi con un’altra.
E dove la trova un’altra spacca maroni come me?
E dove la trova un’altra che gli riempie la vita così, senza tregua?
E dove la trova un’altra che gli fa le foto anche mentre dorme?
E dove la trova un’altra pazza come me? 
E dove la trova un’altra non gelosa?
E poi, diciamocelo, ma non credo che ci siano in giro tante donne pronte a mettersi contro di me, per arrivare a lui.
Ok che è un bel ragazzo e che lottare per un premio così bello varrebbe la pena, ma lo sanno tutte che io mi alleno parecchio e che se mi arrabbio non sono per niente buona, hihi!
A parte le battute…
Non sono gelosa perché ho avuto la fortuna di incontrare un uomo serio, con la testa sulle spalle.
So che state pensando che certe cose non si dicono mai, perché in questo momento lui magari sta ricevendo un messaggio bollente sul suo cellulare, e magari sta pure rispondendo, ma io credo davvero in quello che dico.
Credo che mio marito, come me, abbia una caterva di difetti, ma so che è un uomo onesto, e che se incontrasse un’altra donna, me lo direbbe (spero).
Forse se ci siamo incontrati e sposati un motivo ci sarà: io, in 44 anni (magari un po’ meno visto che ho iniziato ad interessarmi agli uomini un po’ dopo la nascita…), non ho mai tradito.
Secondo me se una donna tradisce lo fa perché le manca qualcosa, perché non ama più.
Le donne, in generale (le eccezioni ci sono sempre), non sono capaci di tradire solo fisicamente.
Se una donna tradisce lo fa anche col cuore.
Per gli uomini è diverso: un uomo può tradire la propria compagna anche senza smettere di amarla.
Un uomo è capace di tradire solo fisicamente, perché un uomo, per dimostrare a se stesso di piacere ancora anche alle altre, ha bisogno di mettere in moto il pisellino!
Per noi donne è diverso: se vivo un momento di insicurezza, a me basta lo sguardo di un altro uomo (che ovviamente sia affascinante), una richiesta nell’aria, è già mi basta.
A noi donne non serve la prova pratica, a noi donne basta passare l’esame orale.
E ora non ridete perché sto solo parlando di corteggiamento verbale stupidiniiiii
Non sono gelosa perché negli anni, imparando a volermi più bene, ho capito che quando ami non ci devono essere catene, ma ali…
Ali per volare assieme, ma anche ali per spiccare il volo da soli, in libertà, con rispetto.
Trovo giusto che la coppia non annulli  la propria individualità.
Quando lasci libera la persona che ami per fare ciò che ama, per vedere gli amici, e coltivare i suoi hobby, difficilmente uno sentirà la necessità di scappare, in cerca di altro.
La cosa più importante, specialmente dopo la nascita dei figli, è non trascurare la coppia e coltivare giorno dopo giorno quell’amore che a volte ha bisogno di fuggire, da tutto e da tutti, figli compresi.
Ogni tanto bisogna essere capaci di indossare le ali, in due, e di volare via assieme, per un aperitivo, una cena o un romantico week-end.
Se le persone che si amano cercano, tutti i giorni, di fare qualcosa per fare felice l’altro, perché uno dovrebbe andare a cercare emozioni altrove?
E poi, diciamocelo, ma mio marito non sarebbe capace di tenere un segreto, quindi sono quasi sicura che lo beccherei subito (e sottolineo “quasi”).
Ultimamente siamo andati al compleanno di una mia amica, ed è stato lì che mio marito ha avvistato Belen.
Secondo voi potrei essere gelosa di vedere mio marito che, per tutta la sera, si mangia con lo sguardo una come Belen?!
Ma quando maiiiiiiii
Se non la avesse guardata avrei pensato che mio marito forse stava diventando cieco, ahahah!
Però siccome nella vita è sempre meglio stare sempre un po’ sulle spine, e non mollare mai il colpo, stamattina ho deciso di seguire le orme di Belen e sono andata a fare lo stesso trattamento miracoloso che lei spesso va a fare al 55 Beauty Sun Center, a Milano.
Settimana scorsa, sul settimanale CHI, era uscito un articolo che raccontava le 24 ore tipo di Belen, con tanto di foto.
Io compro sempre CHI e quando ho riconosciuto la mia amica Simona, titolare del centro, ho deciso che per un giorno serei entrata nelle vesti di Belen (anche se sapevo che mi sarebbero state parecchio strette!)
Non mi sarà venuto il lato B come il suo, e le mie gambotte sono sempre quelle, ma dopo la mitica maschera USA effetto botox, ora ho una pelle liscissima.
Dite che mio marito se ne accorgerà stasera?!
Apprezzerà che la sua mogliettina stagionata (mi chiama così, argh) fa tutto quello che può per mantenersi in forma e all’altezza del giovane e aitante marito?!
Sperem
Barbara
Belen e Belin! Ahahahaha

Belen su CHI e Belin so mi! Ahahahaha

Quando la famiglia si allarga, troppo…

 
Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi!
E chi non conosce questo detto.
Ma chi lo rispetta?
Pasqua alla fine spesso diventa un’occasione per stare in famiglia.
Ma cosa vuol dire oggi parlare di famiglia?
Quando eravamo piccoli la famiglia erano mamma e papá, gli zii, i nonni, i cugini…
Oggi il concetto di famiglia è cambiato, si è allargato.
Per fortuna ci sono tanti adulti intelligenti che fanno in modo che i bimbi non risentano troppo di separazioni, e nuove famiglie allargate.
Ma gli esseri umani sono umani, e in quanto umani, possono sbagliare.
Il problema è quando un essere umano, sbagliando, non lo fa nella sua famiglia, ma in ben due famiglie che nulla hanno a che fare con lui.
Cribbio! Ma come si fa a confondere e scambiare due provette  destinate a due fecondazioni assistite?
Io davvero non so come avrei reagito…
Non riesco ad avere un figlio e allora, con mio marito, decidiamo di ricorrere alla fecondazione assistita.
Mi rivolgo ad un ospedale importante e aspetto il mio turno.
Scopro di essere rimasta incinta e inizio a cullare in me la gioia dei miei due gemelli.
Dopo le 3 mesi mi sottopongo alla villocentesi, un esame di controllo, e scopro che il DNA dei due piccoli è incompatibile con quello mio e di mio marito: porto in grembo i figli di un’altra coppia, e scopro che l’altra coppia ha perso “mio” figlio.
E, come se non bastasse, io sono anche fuorilegge, perché, portando in grembo due figli non miei, è come se mi fossi prestata ad una maternità surrogata, che in Italia è vietata.
La donna a cui è davvero capitato tutto ciò, ha ovviamente deciso di tenere i due bimbi.
Ormai dopo tre mesi li sentiva già suoi e in Italia la legge dice che la madre è chi li partorisce e non chi ha donato l’ovulo.
Sono sicura che quei due bimbi cresceranno felici, lo spero.
Ma un giorno qualcuno dovrá dire loro che è un po’ come se avessero due mamme e due papà!?
E la persona che ha scambiato, per sbaglio, le due provette, creando tutto sto macello, come si sentirá in questo momento!?
Non lo so, ma non vorrei essere in lui, o in lei…
Buona Pasquetta a tutti, a chi la sta passando con gli amici e a chi in famiglia.
Tanto amore a tutti, sempre e comunque.
Perché l’amore sta nei cuori delle persone che sanno amare, famiglia classica o allargata che sia.

Barbara

Le mie uova speciali, senza cioccolata!

 
A Pasqua c’è l’abitudine di regalare uova di cioccolata.
In realtà quest’abitudine è nata con il tempo, ma all’inizio si regalavano uova vere, con il guscio colorato, col significato di rinascita e che la vita ricomincia.
Ma immaginate di regalare ad un bambino un uovo vero, tutto bello colorato, ma senza sorpresa…
Secondo me ve lo tirerebbe dietro.
Non so cosa succede a casa vostra a Pasqua, ma a casa nostra iniziano ad arrivare le uova di cioccolato almeno 2  settimane prima di Pasqua: l’uovo della nonna Mao, l’uovo della nonna Mary, l’uovo degli zii, e quello di mamma e papà.
E cosa succede il giorno di Pasqua?
Che Danny apre tutte le uova, mangia un pezzettino di cioccolata e sparisce con le sue amate sorprese.
E poi?
E poi le sorprese, che di solito sono delle grandissime cavolate, finiscono nei cassetti, e la cioccolata finisce un po’ sulle cosce di mamma e un po’ sulla pancia del papà.
E quindi?
E quindi quest’anno ho deciso che almeno l’uovo di mamma e papà sarebbe stato tutto sorpresa e poco cioccolato.
Sono una fans di Tiger e sapevo che lì avrei trovato pane per i miei denti (cercavo “pane” e non cioccolato!)
E infatti ho trovato proprio quello che cercavo e così ho deciso che, quest’anno, avrei regalato le mie “uova speciali” a tutti.
E poi scusate, ma dopo il digiuno, cosa c’è di meglio che regalare uova senza cioccolato?!?
Da Tiger, per ben 2 euro cad,  ho comprato delle uova di cartone ricoperte di carta metallizzata di tutti i colori (una volta chiuse, sembrano davvero di cioccolato).
E poi, sempre da Tiger, ho cercato piccole sorprese da mettere dentro le uova.
Assieme alle sorprese ho aggiunto anche giusto un paio di veri ovetti di cioccolata, e qualche moneta.
Per le nonne, le sorprese le ho prese altrove, ma non posso dire nulla perché mi leggono…
Danny nel suo uovo troverà una piccola cassa per il suo amato finto “I-pod”.
Lo chiama così perchè somiglia a quello vero di mamma.
E la sorpresa per l’uovo verde del marito?
Quella è davvero speciale, ma top secret fino a domenica.
Buona Pasqua di cuore a tutti i voi.
Che sia la giusta occasione di rinascita anche per voi e per le vostre emozioni: se oggi le cose non vanno come vorreste…vi auguro che da lunedì tutto possa andare meglio.
Un abbraccio 
Barbara

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Piccole grandi soddisfazioni

 

 
Sabato sera, mio marito ed io, avevamo una festa di compleanno.
Sabato mattina, mio marito ed io, abbiamo portato nostro figlio dalla nonna, a Monza.
Sabato mio marito ed io ci siamo ritrovati liberi, e belli (bellini, dai…)
Che si fa quando si è soli senza bambino?
Si torna a casa e si chiudono le tapparelle facendo finta che sia già notte?
Ma noooooooo: si fa shopping!!!
Una cara amica ci aveva invitati ad una fantastica vendita di campionario di super mega firme per bambini, donne e uomini, e quindi siamo andati a fare un salto.
Ho comprato una felpa carinissima, per mio figlio, con le lenti degli occhiali incorporate nel cappuccio, e un giacchino azzurro da collegiale per me.
Ebbene sì: ho 44 anni, ma mi sento ancora una collegiale.
C’è qualche problema?!?!?!??!
Sarà una questione di numeri di neuroni, ops, ma io mi accontento di quelli che ho.
Io mi accontento sempre!
Col secondo digiuno ho perso ancora un paio di kg e i miei vecchi pantaloni mi vanno tutti un po’ larghi.
Tra il primo e il secondo digiuno ho perso quasi 6 kg di solo grasso e finalmente, per la prima volta in vita mia (e di diete ne ho provate tante) sono riuscita a scendere anche di giro coscia.
Ma ad una vendita di campionario c’erano solo taglie 42, e quindi sabato ho deciso che non avrei neanche provato ad entrare in quelle 42.
Perche farsi inutilmente del male?!
Stamattina sono tornata a quella svendita per accompagnare un’amica, e visto che ero lì, ho provato dei pantaloni…
Posso capire se vi verrà da ridere, ma io ve lo dico lo stesso: MI E’ SCESA UNA LACRIMA!
Ho sempre indossato la 46, o al massimo la 44, e oggi mi sono comprata due paia di jeans taglia 42!!!
Oggi mi è scesa una lacrima di gioia.
Sono jeans elasticizzati quindi forse un giorno scoppieranno con me dentro, ma intanto mi sono entrati.
Da oggi ho un motivo in più per non sgarrare.
Non vi dirò che gli attacchi di fame mi sono passati del tutto, ma si sono ridotti dell’80%
E ora, se sgarro, lo faccio gustandomi lo sgarro, e non più ingurgitando velocemente.
Ho ancora tanta strada da fare, più a livello psicologico che fisico, ma sono felice, molto felice!
Ecco, volevo dirvelo.
Volevo dirvelo per dimostrare che se uno una cosa la vuole davvero…ce la può fare.
Anche quando hai 44 anni e ormai ti sembra di averci provato ormai in tutti i modi, ma sempre senza risultato.
Non è mai troppo tardi per iniziare a volersi bene.
Non è mai troppo tardi per dimostrare a sé stessi di avere quella forza di volontà in cui ormai non si credeva più.
Barbara

Perché insegnare è una vocazione

 

 
Ieri c’è stato lo spettacolo “Danzamondo”.
Ieri le classi prime, della scuola elementare “Morosini”, si sono esibite in uno spettacolo emozionante.
Vedere le maestre guidare i loro bambini, tenendoli per mano, mi ha fatto pensare, molto.
Fare la maestra è un pò come fare il prete: devi avere una vocazione per la fare la maestra.
Credo che fare la maestra sia uno dei lavori più difficili ed impegnativi del mondo.
Parliamo per esempio di una maestra delle elementari.
I bambini, se come il mio fanno il tempo pieno, entrano a scuola alle 8.30 ed escono alle 16.30, per 5 anni.
Se consideriamo che Danny si sveglia alle 7.15 e va a letto alle 20.45 circa, vuol dire che passa 8 ore a scuola, con le maestre (e i maestri), e 5 ore e 30 con la sua famiglia.
E’ una grande responsabilità quella che hanno gli insegnanti, e siccome loro lo sanno bene, non credo sia una cosa facile.
“Urlo o non urlo? Lo sgrido o non lo sgrido? Lo metto in punizione o no? Non ascolta perché è stanco o perché è monello?”
Chissà quante domande si faranno tutti i giorni le maestre, chissà quanto è difficile occuparsi dell’istruzione e dell’educazione di una media di 20 bambini.
Io ho un figlio solo e ogni tanto fatico a trovare la pazienza.
Ma io sono una mamma, e la vocazione da maestra non l’ho mai avuta e mai l’avrò.
Ogni tanto guardo le maestre guidare i loro piccoli greggi, e mi chiedo come facciano ad essere così calme, così determinate.
All’ultima festa di compleanno di Danny, abbiamo invitato in pizzeria  tutta la sua classe, più un paio di ex compagni dell’asilo, e ai genitori  ho detto di lasciare i bimbi verso le 12 e di tornare a prenderseli verso le 16.
Per divorare le pizze sono bastati 10 minuti, mentre per le altre 3 ore e 50 c’è stato il deliro totale.
Avevo anche comprato fogli, pennarelli e quant’altro, ma non c’è stato verso di farli stare seduti!
In quelle lunghissime 3 ore e 50 ho capito quanta pazienza abbiano le maestre.
Per non parlare di quando facciamo i compiti a casa e mi tocca ripetere 100 volte le stesse cose, argh!
Ma se io faccio fatica ad insegnare la sottrazione a 1 bambino, come cavolo fanno loro con 20?!
Santi numiiiiiiiii
Ma ora una domanda mi sorge spontanea: che cavolo di vocazione aveva quell’ignobile maestra di 60 anni che è stata arrestata perché maltrattava i suoi alunni?
Che mentalità disturbata può avere una donna che arriva a fare quello che ha fatto lei?
Quando ho visto i video non ci volevo credere.
Abbassavo gli occhi, e poi li rialzavo.
Mi veniva da piangere e poi serravo la mascella.
Ho avuto mal di stomaco per ore.
Non so cosa avrei fatto se uno di quei bambini fosse stato il mio.
Probabilmente lei sarebbe rimasta ai domiciliari, e io sarei finita in galera.
Ma quale infame può alzare le mani su dei bambini?!
Può capitare che una mamma perda la pazienza e dia un ceffone al figlio.
Può capitare che una madre perda la pazienza e molli un urlo da tirare giù il palazzo, ma una maestra le mani non le deve alzare!
Una maestra deve saper guidare i suoi alunni, tenendoli per mano.
Una maestra deve sapere essere severa quando serve e dolce e protettiva quando è la giusta occasione.
Le maestre sono la seconda famiglia dei nostri figli.
Ecco che una lacrima torna a spingere, e la ricaccio dentro.
Voglio scacciare via quelle brutte immagini e sperare solo che giustizia sia fatta.
Diranno che non era in sé?
Diranno che era malata e che ha bisogno di cure e non di prigione?
Chissà perché, ma già me lo immagino cosa diranno, e come finirà.
Vorrei solo capire come mai nessuno ha fatto niente prima, come mai ad una donna così disturbata è stata affidata la vita di tanti piccoli innocenti.
E mettiamole ste telecamere!
Mettiamole in tutte le scuole, prima che sia troppo tardi.
Non credo più molto nella giustizia in questo paese.
Ma voglio ancora sperare.
Devo ancora sperare.
Lo devo fare per mio figlio, per i suoi compagni,  per i suoi amici e per tutti i bambini del mondo.
E allora il mio pensiero torna a ieri…
Il mio pensiero torna all’ultima parte dello spettacolo in cui tutti i bambini sono stati coperti da un gigante telo colorato.
Sono state proprio le maestre a portare quella gigante bandiera sopra le teste dei loro bambini.
Quei bambini sotto il telo ci hanno ballato e si sono scatenati.
Ogni tanto saltavano, tutti assieme, e il telo volava in alto, con i loro sogni.
Continuate a sognare bambini.
Continuate a sognare perché  avete tante persone che vi amano e che faranno di tutto per proteggervi, per guidarvi, per vedervi sorridere e per portarvi sempre più in alto, come quel grande telo colorato.
Per fortuna che per ogni maestra come quella, ce ne sono altre 100, 1000, che invece amano profondamente i loro bambini.
Grazie, grazie di cuore a tutte le maestre che tutti i giorni prendono per mano i nostri figli e li aiutano ad entrare pian pianino nel mondo dei grandi.
Grazie, davvero.
Barbara
L'emozionante fine dello spettacolo di ieri!

L’emozionante fine dello spettacolo di ieri!

 

 

“Binge eating disorders”: la malattia del secolo

 
Si è parlato tanto della “depressione”, come la malattia del secolo, ma non ho mai sentito nessuno parlare di “Binge Eating Disorder”.
Eppure le due cose sono spesso collegate…
Hai voglia di qualcosa e allora vai in cucina e decidi di fare la brava, e di mangiare un frutto.
Ma dopo un po’ senti che quel frutto non ti è bastato, e allora torni in cucina, apri il frigo e prendi uno yogurt, magro, alla frutta.
Ti siedi sul divano e in 2 minuti ti divori il tuo vasetto.
A quel punto, se fosse stata fame, dovresti essere a posto, ma non era fame…
Ti alzi e torni in cucina.
Prendi il barattolo dei biscotti, togli il coperchio, infili la mano, ne afferri una manciata, torni sul divano, e mentre tuo marito non vede perché sta guardando la partita, o sta lavorando al computer, ti mangi i tuoi biscotti uno dietro l’altro, in un batter d’occhio.
“Ma cavolo!!! Perché non mi sono bastati il frutto, e lo yogurt? Perché ho mangiato pure i biscotti?”
Ed ecco che iniziano i sensi di colpa.
E allora che fai?
Torni in cucina, mangi un pacchetto di crackers con le sottilette e, non contenta,”rubi” anche due merendine a tuo figlio, e ti mangi pure quelle.
“Le merendine di mio figlio? Ma che imbecille che sono! Ma come mi è presa di mangiare pure quelle? E dopo aver mangiato il salato”.
Salato, dolce, salato, dolce…
I sensi di colpa aumentano, e tu che fai?
Vai in bagno a vomitare?
No, quello lo fa chi soffre di bulimia.
Chi soffre di “Binge eating disorders” ha gli attacchi di fame, ma dopo non vomita.
Chi soffre di “Binge eating disorders” dopo aver mangiato si fa prendere dai sensi di colpa.
E come si fa ad attenuare quei sensi di colpa?
Si rimangia, di nuovo, velocemente, e, se possibile, senza farsi vedere da nessuno. 
Come faccio a sapere tutte queste cose?
Perché io da anni soffro di “Binge eating disorders“.
Si tratta di un comportamento patologico caratterizzato da due componenti: 
1) desiderio di dimagrire 
2) perdite di controllo sul cibo, dovuti a nervosismo, emotività, noia e malinconia.
Sì, sì, sto parlando delle famose “abbuffate compulsive” 
La quantità di cibo mangiata in quei momenti, può variare da soggetto a soggetto: l’aspetto caratteristico è non voler ingrassare, ma non riuscire ad evitare di mangiare fuori dai pasti alimenti calorici, pur non amando le proprie forme ed il proprio peso abbondante.
Questo comportamento è anche chiamato “dissonanza cognitiva”: pensieri e decisioni si contrastano tra di loro per incoerenza logica.
La binge eater, quando perde il controllo su cosa e quanto mangia, ha deciso che la sua giornata è oramai “compromessa” e quindi a volte, invece di fermarsi, va avanti ad oltranza. 
Questi attacchi di fame avvengono circa 2 volte a settimana.
La binge eater (uso il femminile perché capita più spesso alle donne) vorrebbe limitarsi ad un piccolo assaggio o limitare il numero di pezzi di cibo, ma non riesce ed eccede, anche se non vorrebbe arrivare a tanto.
Da quando ho fatto il digiuno, e ne parlo, ho scoperto che un sacco di amiche  hanno il mio stesso problema.
Il digiuno ci ha aiutato molto perché più che far perdere peso (in questo caso importante, ma non risolutivo) ti fa sentire molto forte, per esserci riuscita, ed aumenta molto l’autostima: una persona che impara a volersi bene, avrà meno attacchi di fame.
Mi sono chiesta come mai siano più le donne a soffrire di questo disturbo e forse lo ho capito, forse.
Il cibo è un modo per sfuggire le problematiche della vita, qualsiasi esse siano.
La perdita di controllo sul cibo a volte sembra essere utile per allontanarci da stati emotivi intollerabili come l’ansia, la rabbia o più semplicemente una vaga malinconia di fondo.
E forse, anche se le donne si sono evolute, restano comunque il “sesso debole”… nel senso che sono più soggette a stati emotivi di questo genere.
Il problema è che il binge eater vede solo gli aspetti positivi del cibo introdotto a breve termine (eliminazione dell’ansia o del nervosismo) e non gli effetti negativi a lungo termine.
Il binge eater si concentra solo sull’immediato e non sul dopo.
Spesso la storia di queste persone è caratterizzata da un elevato numero di diete.
Nonostante ogni volta si impegnino con “fermezza e grandi propositi”, non riescono a seguire nessuna dieta oltre pochi giorni, perché si arrendono regolarmente, ricadendo nelle perdite di controllo alimentare, per cui si concede altri strappi alla regola. 
Non ricordo neanche quante diete io abbia provato nella mia vita, ma sono state tante, tantissime.
Il mio problema, e di tutte le persone che come me soffrono di questo disturbo, è che a volte pretendo troppo da me stessa.
Ho un continuo bisogno di approvazione, a volte ho paura del giudizio degli altri, e non mi vergogno di dire che mi capita anche di sentirmi sola, anche quando non lo sono.
Quando poi diventi mamma e moglie, e ti ritrovi anche ad avere anche una serie di altre responsabilità…il gioco è fatto!
Questo disturbo spesso arriva dopo eventi stressanti e minaccianti l’autostima, come ad esempio: fallimenti scolastici o lavorativi, problemi sentimentali o sessuali, commenti negativi sull’aspetto fisico e difficoltà interpersonali (coniuge, suocera, colleghi di lavoro, amici).
Sono le variazioni emotive a dare il via alla crisi alimentare.
Ecco che il cibo funziona un po’ da psicofarmaco, da anestetico.
Il cibo diventa una coccola, e, per certe persone, va anche a sostituire il sesso.
Che cosa scatena la crisi alimentare?
Le improvvise variazioni del tono dell’umore (momenti di ansia, solitudine, noia, ripetitività, uno stile di vita o mansioni poco gratificanti); una situazione depressiva (difficoltà economiche e lavorative, relazioni extra coniugali, insoddisfazioni professionali o litigi con persone significative); la scarsa autostima di sé; sentirsi, vedersi grassa; il desiderio di trasformarsi a breve nell’immagine dei propri sogni; la fame durante un periodo di estrema restrizione calorica.
 
I binge eater, mangiando, perdono, per pochi minuti, i contatti con la realtà.
Ci sono persone che, per fuggire dalla realtà, si buttano nel tabacco, nell’alcol o nella droga, e altri che pensano di aver trovare la soluzione nel cibo.
“Pensano”…
 
Coccolarsi col cibo può far credere di essere riusciti a “bloccare” le emozioni negative come la tristezza, la solitudine, le frustrazioni, i rimproveri, le critiche… ma non è così!
Se uno continua a bloccare le sue emozioni col cibo non risolverà mai i suoi problemi di fondo, e le emozioni negative si ripresenteranno all’infinito.
Le abbuffate, passati i primi momenti piacevoli, determineranno altre emozioni negative: senso di colpa, crollo dell’ autostima, disgusto e paura di ingrassare.
E queste emozioni negative a cosa porteranno?
Porteranno a nuove abbuffate, e così via.
Ci sono siti che parlano di questo disturbo e offrono e-book, corsi on-line e tante altre belle cose che secondo loro dovrebbero servire come terapia di guarigione.
Beh! Io non ho comprato nulla e non credo che lo farò.
Secondo me già arrivare a capire di essere dei binge eater è un grande passo.
Una volta che hai capito quale è il tuo problema e perché arrivano gli attacchi di fame, a mio parere bisogna cercare di andare all’origine del problema.
So che non è facile, ma la vita è una sola e merita un po’ di impegno no?!
Se siete insoddisfatti perché non vi piace il lavoro che fate…cercate di capire cosa vorreste fare e provateci.
Se siete tristi perché le cose con il vostro i compagno non vanno bene…parlatene con lui e fategli capire che avete bisogno di lui.
Noi donne di oggi spesso diamo l’idea di non aver bisogno di niente e di nessuno, e invece agli uomini piace sentirsi indispensabili.
Quando gli attacchi di fame vengono la sera, vuol dire che ci sono dei vuoti da riempire, e la cosa più facile può sembrare quella di farlo con del cibo.
Cerchiamo di capire quali sono questi vuoti e cerchiamo di riempirli con più amore, più sorrisi e meno cibo!
Barbara