Rapunzel o Giuletta? Basta che favola sia…

 
Ma insomma!
Io aspetto addirittura che mi ricrescano i capelli per tornare a Verona e calarmi nella parte della perfetta Giulietta pronta a lanciare la mia lunga treccia dal balcone e cosa succede? Succede che  il cancello della casa di Giulietta è chiuso. Managgia.
Per consolarmi ci sono volute ben due tappe, 2 spritz e 4 tartine.
Una sosta all’ “Osteria del Bugiardo” e una al “Caffè Monte Baldo” mi hanno ridato il sorriso, quel classico sorriso da ebete che viene dopo 2 spritz.
Dopo una seratona mondana dove ho fatto le 4 del mattino senza bere, ci voleva proprio una seratina romantica e leggermente alcoolica con il mio maritino.
Lui arrivava da Milano ed io ero a Venezia quindi trovarci a Verona ci è sembrata la soluzione perfetta. Verona: la città dell’amor che su tutto vince.
Mio marito ed io litighiamo più di Sandra e Raimondo e come molte coppie abbiamo accusato l’arrivo di un figlio, ma siamo ancora qui e quindi una volta al mese ci meritiamo un week-end da innamorati e senza “marmocchio”.
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Ieri in treno mi sono chiusa in bagno per controllare il trucco prima di scendere a Verona, un po’ come fanno le adolescenti al primo appuntamento.
Bello, mi emoziona sempre rincontrare mio marito quando non lo vedo per un paio di giorni.
Poi appena lo rivedo lo menerei, ma va bene anche così dai: sono pur sempre emozioni forti…
Dopo il giro per bacari, siamo andati  a cena nel ristorante del “Veronesi la Torre“, l’albergo dove eravamo ospiti.
Conosco Cristina, la pr dell’hotel, dai tempi in cui nel 2004 era la pr dell’hotel “San Clemente Palace” sull’isola di San Clemente a Venezia. Era un po’ che volevo andare a trovarla nel nuovo hotel dove lavora, ma sono sempre di corsa, uffa.
Ci ho messo 5 anni, ma finalmente ieri ci sono riuscita. Certo che se avessi saputo prima il trattamento che ci avrebbe riservato…forse non ci avrei messo così tanti anni a decidermi, ops!
Cristina per cena ci ha fatto trovare addirittura una saletta privata tutta per noi e poi, per fare la “nanna”, ci ha messi a dormire niente popó di meno che in una Torre, la Torre.
Abbiamo dormito in una camera a tre piani e il nostro “balcone” altro non era che la cima della torre! Wow
Lo ho sempre detto io che le favole esistono: basta un po’ di impegno e un pizzico di “culo” (Sorry, ma quando ce vó ce vó).
hotelveronesifotoStanotte mi sono sentita un po’ come Rapunzel: capello biondo e lungo, e una Torre come dimora.
Ok, ok Rapunzel li aveva più lunghi dei miei, ma tanto io non avevo nessuna strega e nessun principe che avessero bisogno della mia lunga treccia per arrivare da me. Il mio principe era già con me.
Stamattina, udite udite, abbiamo fatto colazione addirittura al sole. Incredibbbbbile, al sole!
E dopo colazione ci siamo regalati 2 ore di total relax nella splendida Spa dell’hotel.
Sto ancora cercando di riprendermi dal lungo massaggio rilassante che mi sono concessa e non so quando ci riuscirò.
Sono una che fa fatica a rilassarci, ma quando lo faccio…faccio fatica a tornare coi piedi per terra.
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Adesso siamo tornati a Venezia dove ci aspettava in nostro bambino. Ce lo godiamo per un paio di ore e poi via di trucco e parrucco che si riparte con la “Rumba Biennale”.
Aperitivo per la presentazione della nuova Alfa Romeo, altro aperitivo e cena in corte alla Fenice e festa “Pop up” al Bungalow8 di Palazzina Grassi.
Grazie Cristina, avevo proprio bisogno di una bella sosta al “Veronesi la Torre” per ricaricare le batterie e godermi le mie amate ballerine.
Ora tempero i tacchi e vado a ballare, con il mio principe azzurro.
Le favole esistono, basta impegnarsi un pò e avere un pizzico di c…
Ogni tanto lasciate a casa figli, parenti, amici e pensieri vari e fatevi un week-end con il vostro principe azzurro. Fa bene alla salute!
Barbara
Cristina Mascanzoni, la pr del "Veronesi la Torre" et moi

Cristina Mascanzoni, la pr del “Veronesi la Torre” et moi


                         

#Venezia #Biennale #Feste #Tacchitemperati #Machedddolore PRIMA PUNTATA

 
“Ci scusiamo per eventuali ritardi, ma è stato investito un uomo tra Verona e Brescia. Le autorità giudiziarie stanno indagando”.
Il mio viaggio di ieri con Danny boy, in direzione Venezia, è iniziato con un annuncio che non prometteva niente di buono. La linea Milano-Venezia era nel delirio totale: treni partiti in ritardo di 3 ore, treni dirottati su Mantova e treni cancellati.
Ma il nostro treno… è partito puntuale ed è arrivato in perfetto orario.
Dannu boy ed io nella toilet dell'unico treno puntuale di ieri!

Dannu boy ed io nella toilet dell’unico treno puntuale di ieri!

Eh che cavolo! Io dovevo arrivare a Venezia, passare il “testimone”, ops, Danny boy, a mia mamma, farmi una doccia, truccarmi, vestirmi e partire per il tour de force targato “Biennale by night”.

Il mio treno doveva essere puntuale.

Ovvio che mi dispiace per il poverino finito sotto il treno, ma le autorità avrebbero anche potuto darsi una mossa no?!

Dire “vado a Venezia” per la Biennale e passare la serata in giro per feste senza aver ancora visto la “Biennale”, fa un po’ “ignorante”, ma ogni tanto adoooro essere ignorante.
Alla Biennale ci andrò lunedì con calma quando se ne andranno “quellidelweekend”.
Sì, sì, avete letto bene. Io da qui non mi schiodo fino a martedì: avrò pur diritto ad un week-end lungo ogni tanto o no?!
Ma torniamo alla serata di ieri: wow, che serata!
Vengo a Venezia mediamente una volta al mese e quando arrivo stacco la spina. Ovviamente non quella del cellulare, del mac e dell’ipad perché quelli restano sempre accesi, anche di notte.
Quando vengo a casa dalla mia mamma, alle 19.30 ceniamo, alle 20.30 metto a letto Danny boy e alle 21 sono già in pigiama.
Adoro Venezia: mi leva quell’ansia di fare, uscire, vedere, incontrare.
A Venezia mi rilasso e stacco la spina e devo dire che non faccio neanche tanta fatica anche perché quando non c’è la Biennale, la Mostra del Cinema o qualche altro evento speciale, Venezia è “parecchio” tranquillina.
Venezia, in assetto standard, non offre moltissimo per noi ex giovani con lo spirito da quindicenni.
A Venezia ci si ritrova nelle case e si fanno lunghi aperitivi e grandi cene, ma se si tratta di muovere un pò i fianchi…picche, zero, tabula rasa.
Ieri sera, invece, abbiamo mosso tutto.
Eli, io, Serena e Matilde

Girls in taxi

Con la Biennale Venezia si accende, si aprono spazi e location normalmente non utilizzati per questi meri fini e si fanno le ore piccole, molto piccole.

Ci si muove a piedi o quando non si riesce a camminare sull’acqua (qualcuno ci è riuscito) si gira in taxi. Ovviamente sto parlando di barche, le macchine non galleggiano.

Ore 20.15 appuntamento a Sant’Angelo con un pò di amiche. Prenotato taxi di gruppo per risparmiare. I passaggi in taxi a Venezia non te li tirano dietro, anche perchè farebbero male.
Giamba (ttista Valli) ed io alla festa di trussardi

Giamba (ttista Valli) ed io alla festa di Trussardi

Arrivo al punto di ritrovo e chi ti incontro?

Un mio vecchio amico di Roma. Era li seduto in total relax fuori dal suo albergo e si godeva uno dei milioni di spettacoli che Venezia ti regala: basta aprire gli occhi e sono lì, che ti aspettano.

Presento Giamba alla mie amiche, ma mi dimentico di dire il cognome, ops, che cafona.
Le mie amiche non se lo filano molto quel romano magrolino e un pò timido lì seduto a guardarsi il Canal Grande.
Giamba rientra in Hotel e io guardo le mie amiche “Ma vuoi avete capito chi vi ho appena presentato? Era Giambattista Valli“.
Quando fai quel nome alle donne… iniziano a brillare gli occhi e al posto dei dollaroni di Paperone, in quegli occhi vedi scarpe, vestiti, scarpe, vestiti scarpe.
Conosco Giamba da circa 25 anni e sono felice per il successo che sta avendo in tutto il mondo perché mi è sempre stato simpaticissimo, è un grande.
Ore 20.30. Partiamo per l’isola di San Giorgio.
Prima tappa? Festa Swarosvky.
Effettivamente ci aspettavamo tutti una festa, ma una festa non era.
La fondazione Swarovsky presentava la lente più grande del mondo in cui ieri sera potevi ammirare una splendida prospettiva della Basilica di San Giorgio disegnata da Andrea Palladio tra il 1566 e il 1610.
Bellini in Sacrestia

Bellini in Sacrestia

Giusto il tempo di un paio di Bellini e di una decina di mini tramezzini nella scarestia della Basilica e poi via verso il party della Swatch che grazieadddddio era lì dietro, alla Compagnia della Vela di San Giorgio. 

Iniziavano a farmi male i piedi. All’improvviso mi sono ricordata come mai per 43 anni non ho mai usato i tacchi per più di un’ora.

P.S: per il catering di Swarovsky: “ma farne uno grande di tramezzino no?! Avrei fatto prima a nutrirmi”.
Vabbè. Arriviamo all’ingresso della festa della Swatch e ci ritroviamo in coda. Eravamo tutti in lista, ma si sa che alle feste fa figo far stare la gente un pò in coda.
Peccato che io odio le code, mi annoiano tremendamente le code.
Allora ho inziato a fare la supida (strano no?!) 
“Allora? Ci fate entrare o dobbiamo fare 1, 2, 3 si sfonda?” e tutti giù a ridere.
“Scusi, ma non lo vede che io ho uno Swatch al polso?! Guardi che me lo sono comprato un mese fa a Malpensa con dei soldi veri. Non vorrà mica lasciarmi fuori con al polso uno originale Swatch ultimo modello trasparente con ingranaggi in vista?” e tutti giù a ridere.
“Ok ragazzi. Qui non ci fanno entrare: andiamo tutti alla festa della Rolex, o a quella della Breil, dai andiamo!”
E la coda entrò!

E la coda entrò!

A quel punto si è aperto un varco e ci hanno fatti entrare, tutti.

Bastava dirlo prima che serviva la parola d’ordine.
Bella festa quella delle “Facce da Swatch”.
Alcool a fiumi (non per me che non bevo), ancora mini tramezzini (Grrr), macarons, spiedini di frutta  e ovviamente un live show tutto targato Svizzera, tranne un cinese che miracolosamente cambiava faccia ogni 10 secondi. Potrei farmi insegnare il trucco, sarebbe parecchio utile: faccio una bella rapina poi esco e cambio faccia. 
Peccato per la musica nella zona “disco”: niente di che! Avrebbero potuto fare di molto meglio. In effetti non ho mai sentito di dj famosi Svizzeri.
Erano quasi le 2 e iniziavo a pensare a Danny boy che alle 8 sarebbe arrivato a svegliarmi. Aiuto, dovevo andare a casa, dovevo andare a dormire, qualcuno doveva portarmi a dormireee!
Mika ed io: gemelli di Swatch

Mika ed io: gemelli di Swatch

Ma proprio in quel momento arrivano le mie amiche che mi trascinano nel privè ” Andiamo andiamo che c’è Mika!” .

Sarò vecchia, ma quando mi hanno detto “Mika” io ho pensato a quel mostro di Mick Hucknall dei Simply Red.

Sono vecchia io: se mi dici “Mika” penso ai Simply Red.

Non capivo perchè volessero andare tutte nel privè a vedere il rosso! Vabbè, andiamo…

Arrivo e mi ritrovo lui. Mika e non Mick. Che tonta!

Mi piace come canta, mi mette allegria, è solare, ma non mi ricordavo il nome. Ho una certa età io.

“Dai dai, chi ha coraggio di chiedergli se canta?” dice una mia amica. Avrebbe dovuto cantare e lo stavano aspettando tutti, ma lui dal quel privè non è mai uscito.

Forse aveva bevuto un pò troppo e non si ricordava le parole e per punizione si è ritrovato attorniato da una decina di anziane fans. Povero lui! A saperlo prima, secondo me si sarebbe portato il gobbo!

A quel punto della serata ero soddisfatta. Erano le 2 di notte passate e continuavo a pensare a Danny boy che alle 8 si sarebbe infilato nel mio letto. Aiuto!
Dovevo andare a letto. E invece? E invece sono finita con un gruppetto di amici nel taxi di Paolo, il simpaticissimo direttore del bellismo Hotel Gritti fresco di ristrutturazione.
Arsenale: nella fila di taxi per scendere da Trussardi.

Arsenale: nella fila di taxi per scendere da Trussardi.

Direzione del taxi? Casa?

Ma quando mai?! Avevano saputo che la festa di Trussardi alle “tese 113” dell’Arsenale era spettacolare.

Potevamo perdercela? Siammmmai.

15 minuti di fila per scendere dal taxi (A Venezia capita anche questo) e ci siamo ritrovati catapultati in una festa “superwow”.
Musica da paura con due super dj mega conosciuti, non da me, in consolle.
Gente da tutto il mondo. Very international. Bello, bellissimo! 
Se avessi avuto un bel paio di ballerine o meglio ancora un bel paio di scarpe da ginnastica, avrei ballato fino alle 4 e invece fino alle 4 ho girovagato salutando e chiacchierando con amici che non vedevo da anni. Senza mai smettere di muovere i fianchi, era impossibile stare fermi con quella musica.
Ho spento la luce alle 4 e alle 8 è arrivato lui.
“Cucciolo, saresti così gentile da andare di là dalla nonna così la mamma fa ancora un pò di nanna?”
“Certo mamma”
111fotoLo amo, direi che si è proprio meritato lo Swatch che mi hanno regalato ieri sera alla festa e chi gli ho dato quando mi sono definitivamente svegliata, intorno alle 10.
Bella la vita mondana di Venezia i questi periodi.
Bello girare per feste traghettata da comodi taxi, ma che male ai piedi. Io i tacchi li voglio temprare, ma preferisco non indossarli per troppo tempo! Argh
Tra poco scappo: indosso un bel paio di ballerine, mollo il “testimone” alla nonna e raggiungo mio marito a Verona per una serata romantica… Domani però torniamo a Venezia e si riparte con “Rumba Biennale: seconda puntata
Ora vado a prendere un moment.
 Passo e chiudo
Barbara
 
Me and Letizia going to San Giorgio con il resto delle girls

Me and Letizia going to San Giorgio con il resto delle girls

 
Arrivando a San Giorgio

Arrivando a San Giorgio

 
Ammirando San Marco dall'isola di San Giorgio

Ammirando San Marco dall’isola di San Giorgio

 
 
La speciale prospettiva del Palladio nella lente gigante presentata dalla fondazione Swarovsky.

La speciale prospettiva del Palladio nella lente gigante presentata dalla fondazione Swarovsky.

 
Ready for Swatch party

Ready for Swatch party

 
Facce da Swatch

Facce da Swatch

Il cinese dalle mille facce!

Il cinese dalle mille facce!

Facce da Swatch

Facce da Swatch

 
Facce da Swatch

Facce da Swatch

Facce da Swatch: tra ben 3 "Gianluchi"

Facce da Swatch: tra ben 3 “Gianluchi”

Facce da Swatch: tra Paolo e Federico

Facce da Swatch: tra Paolo e Federico

 
Vecchi vaporetti alla festa di Trussardi all'Arsenale

Vecchi vaporetti alla festa di Trussardi all’Arsenale

 
Trussardi Party alle tese 113 dell'Arsenale. Wow! Very wow

Trussardi Party alle tese 113 dell’Arsenale. Wow! Very wow

Il piacere di rincontrare un vecchio amico ad un party!

Il piacere di rincontrare un vecchio amico ad un party!

 
Facce da Trussardi Party. Con Victoria.

Facce da Trussardi Party. Con Victoria.

 
 
 
 
 

Non fare lo struzzo- lesson number 6: parola d’ordine “dolcezza”, miao

 

Spesso mi lamento di mio marito perchè ha dei modi un po’ bruschi per dirmi le cose.
Spesso mi lamento di mio figlio perchè è un bravissimo bambino, ma ogni tanto gli escono dei modi davvero arrogantelli e risponde male a me, a suo padre, alle nonne e alle maestre.
Un giorno parlando con Steve, lo psicologo coach con cui ogni tanto mi confronto, di queste mie continue lamentele, lui mi ha fatto una domanda: “ma i tuoi di modi, sono sempre carini?”
Ogni tanto fermarsi un attimo, farsi una domanda e darsi una risposta, vera, sincera, non è una “Marzullaniata”, ma può essere la chiave di tutto! 
Come puoi pretendere che gli altri siano con te dolci e carini se tu sei la prima che ogni tanto “sbrocca” (voce del verbo “sbroccare”) e troppo spesso ti si gonfia la giugulare per delle cavolate?
No buono!
Devo dire che a volte mi capita di sentire proprio il bisogno di “sbroccare”: mi fa sentire viva, mi fa sentire meglio, mi permette di sfogarmi e di entrare in fase relax.
“Ok, ora lo ho detto, lo ho urlato e sto meglio, wow”.
Se uno proprio non ce la fa a non “sbroccare”, allora non si deve meravigliare e/o incavolare se chi gli è vicino fa la stessa cosa.
Se un figlio sente e vede i genitori che ogni tanto “sbroccano” con lui o “sbroccano” tra di loro, è normale che per una sorta di imitazione finisca per assumere gli stessi atteggiamenti quindi va sgridato, ma non va messo in croce. Sta solo emulando, povero!
Spesso mi lamentavo.
Ora mi lamento ancora, ma faccio come Mary Poppins: lo faccio con un cucchiaio di zuccherò in più: cerco di moderare i miei di modi, prima di pretenderlo dagli altri… 
La parola chiave è “dolcezza”.
La dolcezza può portare ad ottimi risultati se usata al posto di un’urlata.
L’urlata spaventa e se un bimbo è spaventato non ascolterà mai quello che gli stai dicendo, ops, urlando.
“ALLORAAA! QUANTE VOLTE TI HO DETTO CHE SE TI CHIAMO A TAVOLA DEVI VENIRE SUBITO E CHE…”
No buono!
Dopo “ALLORAAA”, il bambino sarà già “terrorizzato” e non ascolterà nulla di quello che gli direte.
Sedetevi davanti a lui in modo che i vostri occhi siano all’altezza dei suoi e provate con la dolcezza.
So che in certi momenti è difficilissimo e non crediate che a me riesca sempre bene, anzi.
Ho iniziato da poco quindi sono in fase “pieno rodaggio”, ma vedo già dei risultati.
“Cucciolo lo so che ogni tanto senti mami e papi che litigano, ma è normale: anche tu ogni tanto litighi con i tuoi compagni però poi fate pace e siete amici come prima”
“Cucciolo capita che i grandi alzino la voce per sgridarti, ma lo fanno perchè ti vogliono bene e perchè spesso se ti diciamo le cose a bassa voce tu non ci senti!”
“Cucciolo non è carino che rispondi male a mamma e papà o alle nonne e alle maestre perchè noi ti vogliamo bene e se rispondi così noi ci rimaniamo tanto male!”
Attenzione perchè la dolcezza non è utile solo con i bambini: se usata bene può essere molto utile anche con i grandi, soprattutto con i grandi.
“Amore saresti così gentile, smack, smack, picci-picci, da portare giù la spazzatura, fare la spesa e aggiustare la porta della cantina?”
“Amore se non sei troppo stanco ti andrebbe di cucinare tu stasera?! Nessuno è bravo come te a fare il pesce al sale”
“Amore se dopo cena non devi lavorare al computer, mi faresti un pò di quei grattini al collo che mi piacciono così tanto e che sai fare così bene?”
Dolcezza! Nella vita con la dolcezza si ottiene molto di più.
Lo ho scoperto tardi, ma meglio tardi che mai…
Se poi la dolcezza finisce per sconfinare portandoci e diventare anche un pò ruffiane e gattemorte al limite della decenza…ben venga!
Sono 43 anni che mi arrangio da sola e che non ho bisogno di nessuno, neanche per cambiarmi la ruota della macchina (tanto non la ho più, la macchina), ma ho deciso che da oggi, dopo averlo detto a voi, non lo dirò più a nessuno.
Se gli altri sanno che tu non hai bisogno di niente e di nessuno, non ti offriranno mai il loro aiuto pensando giustamente che non ne hai davvero bisogno, neanche quando fai uno sforzo pazzesco e lo chiedi esplicitamente.
Da oggi io non so fare più nulla.
Da oggi ho deciso di trasformarmi in una perfetta “Marina La Rosa”
Fare finta di essere dolci e gattemorte è il vero segreto per ottenere tanto ed essere felici.
Barbara, miao
 
 
NB: Vi ricordo che questa rubrica esiste grazie ai preziosi spunti dello psicologo coach Steve Benedettini. Se volete incontrarlo o volete informazioni sui corsi che tiene, chiamate il suo studio di Rho allo 02.93904504 o scrivetegli a info@alphacenter.it

Elementare, Watson?

 

Elementare un tubo!

Non c’è niente di facile se penso a settembre e a Danny che inizierà a frequentare la scuola elementare.

Aiuto!

Sono una grandissima egoista, lo so,  ma io mio primo pensiero va alla sveglia.

Ebbene sì: io odio la sveglia, l’ho sempre odiata e sempre la odierò, ma purtroppo da settembre dovrò farci pace.

Non amo svegliarmi presto, detesto svegliarmi presto o meglio…detesto alzarmi presto.

Sono sposata con un uomo che si sveglia alle 7.15 e abbiamo un bambino che da 3 anni va all’asilo, ma fino 10 anni fa la mia vita era parecchio differente. Alla sveglia delle 7.15 non mi sono ancora abituata!!!

Amavo la notte e non molto il mattino. Forse in un’altra vita ero un pipistrello!

Sono arrivata a Milano da Venezia nel ’89 e ho scoperto il mondo dei locali nel quale ho anche ben presto iniziato a lavorare, come pr. Facevo tardi quando lavoravo e spesso anche quando non lavoravo.

Diciamo che ho recuperato il tempo “perso” a Venezia dove di locali non ce ne sono e dove se volevi andare a ballare dovevi prendere la macchina e magari rischiavi di dover tornare con qualcuno “imbriago” al volante. Anche no, grazie!

Per fortuna che non ho mai amato bere quindi anche se facevo tardi il giorno dopo ero bella fresca, ma di certo non mi svegliavo alle 7.15

Grazie a Dio mio marito è diventato velocissimo a spegnere la sua sveglia così io mi giro dall’altra parte e a volte mi riaddormento pure, in attesa che si svegli Danny boy tra le 8.30 e le 9. Oppure prendo il mio mac e inizio a lavorare a scrivere, a navigare. Adoro navigare a letto.

All’asilo di Daniele si può entrare tra le 8 e le 10 e noi arriviamo sempre alle 9.55. Mi sono spiegata?

Ebbene sì: siamo due dormiglioni, ecco perchè è la sveglia la mia prima preoccupazione se penso alla scuola elementare!

La seconda preoccupazione , e ovviamente non in ordine di importanza, è il cambiamento di compagni, di ambiente , di maestra e di tutto il resto, per il mio cucciolo.

All’asilo si gioca, si sta seduti per terra, si striscia, ci si arrampica. Alla scuola elementare si sta seduti! 

Danny ed Emanuela che spero la sarà la sua maestra!

Danny ed Emanuela che spero la sarà la sua maestra!

Per fortuna ho conosciuto LEI, lei che spero diventerà la maestra di Danny boy (avrò presto la conferma, spero) e che mi ha tranquillizzata spiegandomi bene come funziona l’inserimento e rassicurandomi del fatto che per i bambini non sarà uno “shock”.

I bambini verranno abituati pian pianino ai nuovi ritmi e alla nuova scuola.

Quest’anno sono stata in una decina di scuole elementari in occasione dei famosi “open day” in cui si presentavano ai potenziali genitori dei loro potenziali futuri alunni.

La mia scelta, però, l’ho fatta in un giorno qualunque, prima ancora degli “open day.”

Una mattina mi sono ritrovata per caso a passare davanti alla scuola Morosini e sono entrata. Non sono una che si fa tanti problemi, ops.

Ho fatto due chiacchiere con le simpatiche bidelle all’ingresso (Io attacco bottone con chiunque! Sono bravissima ad attaccare bottone, ma meno a cucirli!)

Mentre ero lì che me la spettegolavo con le bidelle è arrivata “lei”, una maestra di quinta elementare con la sua classe al seguito. Sorridente lei e sorridenti tutti i suoi alunni. 

Quando le ho detto “Ma se questa è la sua classe allora vuol dire che lei l’anno prossimo prenderà una prima”… si è messa a ridere e ha capito, subito!

E’ stato amore a prima vista. Ho capito subito che a quella donna così solare avrei affidato mio figlio.

Per me la scuola è molto importante, ma lo è di più la maestra che starà al fianco del nostro Danny per i prossimi 5 anni.

Il "coro" alla festa della Morosini

Il “coro” alla festa della Morosini

Un paio di giorni fa c’è stata la festa di fine anno con il concerto degli studenti della scuola “Morosini” e Danny ed io ci siamo andati. Mi piace che Danny inizi a sentire quella scuola un pò sua ancora prima di iniziare a frequentarla.

Danny starà in quegli spazi dalle 8.15 alle 16.30 quindi devo essere sicura che lì dentro sarà felice e amato come lo è a casa.

Fino alle 16.30? Sì, fino alle 16.30.

Ho scelto l’orario a tempo pieno perché così potrò occuparmi con calma della casa, di me e soprattutto avrò modo di continuare a lavorare per sentirmi realizzata anche come donna e non solo come mamma, moglie e casalinga. 

Sono convinta che una donna realizzata a 360° abbia molto di più da dare anche alla sua famiglia.

A Danny, come al suo papà che ha ben 8 anni meno di me, piacciono le ragazzette più grandi e un paio di queste, figlie di miei amiche, quella scuola la frequentano già.

Attenzione girls: l’anno prossimo arriva “Danny boy il marpione”

Si salvi chi può!

 

Barbara

Quando loro se ne vanno…e arriva lui!

 
Quando loro se ne vanno e arriva lui: il senso di colpa!
Non so cosa provino le altre mamme, ma quando Danny boy esce di casa per andare da qualche parte col il suo papà, con qualche suo amichetto o con la nonna e io resto a casa, se si tratta di un’uscita di un paio d’ore è tutto ok, ma se parliamo di una giornata intera…allora per il primi minuti mi viene un gran magone.
E dopo il magone vengo subito assalita assalita dai sensi di colpa. Io sono la sua mamma, io dovrei stare con lui, sempre.
Che madre snaturata sono che lo abbandono per tutto il giorno o addirittura per tutto il week-end?!
E magari lo faccio anche per farmi i cavoli miei e divertirmi e non per andare a lavorare o per fare del bene alla famiglia! Vergogna!!!
Mi prende quel senso di colpa che inizio a pensare sia classico di noi mamme: lo stiamo abbandonando, abbiamo passato la vita a desiderarlo e poi appena arriva non vediamo l’ora di liberarcene.
Un pò come quello che succede agli uomini che escono da lì e poi passano tutta la vita cercando di rientrarci. Ops!
Sembra quasi che dal momento in cui diventiamo mamme, quel ruolo vada a sostituire del tutto il nostro nome.
“Come ti chiami?” “Barbara! Ah no scusa: mamma, mi chiamo mamma”
Anche perché non è facile ricordarsi di chiamarsi Barbara quando durante il giorno mi sento chiamare “mamma” dalle 200 alle 300 volte circa.
Alla fine una il suo nome finisce per dimenticarselo. E allora diventi “mamma” e la “mamma” cosa fa?
“Mamma Barbara” (teniamoci un pò della vecchia identità) pulisce, mette in ordine, si occupa del maschio piccolo e del maschio grande, dei loro bisogni e dei loro capricci.
E poi mi chiedono perchè non faccio un secondo figlio: ma io ne ho già due!
Tutte noi donne quando ci chiedono quanti figli abbiamo dovremmo sempre sommare uno al numero effettivo. Vabbè…
Danny lava la moto dello "zio" Lollo
Danny lava la moto dello “zio” Lollo
Ieri mio marito, il “papi” di Danny boy, aveva dei suoi amici che partecipavano ad una gara di enduro (uno dei suoi hobby) vicino Piacenza e aveva voglia di andarci e allora invece di chiedermi se poteva andarci da solo, ha deciso di caricare in macchina la piccola moto di Danny boy e di portarsi anche lui.
Peccato che alla fine c’era talmente tanto fango che Danny boy sulla sua motina non ci è potuto andare.
Ma so che si è divertito perchè c’erano tanti bambini e quegli “schiavisti” degli uomini li hanno messi a pulire le moto dei grandi. Quando mio marito mi ha mandato questa foto su WhatsApp ho anche pensato di chiamare il telefono azzurro, ma poi ho visto che sorrideva e allora ho desistito! Ahah
Parentesi: io a mio marito non ho mai detto di no quando mi dice che avrebbe una cena o un week-end da fare con i suoi amici. Abbiamo tutti bisogno della nostra libertà e dei nostri spazi.
E poi diciamocelo, ma quando lui è via…anche io mi sento più libera di guardarmi 10 puntate di Beautiful registrate, in mutande mangiando pizza fredda o una bella insalatona con gli avanzi del frigo, per esempio.
Nonostante io non gli abbia mai detto di no, lui ogni tanto si fa delle menate assurde a chiedermi di andare da qualche parte.
Fosse che forse anche gli uomini ogni tanto hanno qualche piccolo senso di colpa?! Manco fossi sua madre! Ecco il problema: i mariti spesso scambiano le mogli per la loro mamma, ma di questo ne parliamo un’altra volta sennò mi si gonfia la giugulare!
 Torniamo a me. 
imaschivannofotoQuando ieri li ho visti scendere le scale di casa verso le 10 e ho realizzato che non li avrei più rivisti fino all’ora di cena…il primo prima pensiero è stato “cosa cucino per cena?” e poi mi è venuto il magone!
Lo so lo so: avrei dovuto fare i salti di gioia, spogliarmi e correre nuda per casa con le finestre spalancate. Certi momenti così speciali vanno condivisi.
E invece ho chiuso la porta e mi è quasi scesa una lacrima. 
Ho scritto “quasi” perché ci ho pensato un attimo e mi sono subito ripresa.
Mi sono detta “adesso mi metto in costume e salgo in terrazza a prendere il sole” e invece? E invece mi sono guardata in giro e mi è preso quel maledetto senso di colpa.
Sono rientrata immediatamente del ruolo di “mamma” perdendo di nuovo la parte di identità “Barbara” e ho indossato la mantella da filippina. 
Ho passato ben 4 ore a rassettare, pulire pavimenti, rifare letti e addirittura ripiegare tutti i vestiti di Danny per fare ordine nei suoi armadi. Poi visto che non c’era nessuno a guardarmi ho anche buttato via una marea di cavolate sparse per la casa: sorprese di ovetti kinder, oggettini vari che mio marito regala a Danny quando torna dai suoi viaggi di lavoro. Non regali, ma boiate che gli regalano nelle fiere e che Danny riceve con gioia, ma poi butta nei cassetti e non usa mai più.
Finalmente al sole!

Finalmente al sole!

Ci ho messo ben 4 ore di attività sfrenata per liberarmi dai sensi di colpa.

Alle 14 mi sono fermata e mi sono detta “Fame”.

Ho preparato un’insalata con gli avanzi del giorno prima e mi sono seduta, per la prima volta da quando mi ero alzata dal letto.

Quando sono sola faccio sempre così: apro il frigo, prendo tutti i tupperware con gli avanzi (mais, pomodorini, tonno, formaggio etc) e li riverso tutti assieme in una ciotola, condisco e mi nutro.
A quel punto dopo essermi finalmente liberata di quei sensi di colpa, mi sono messa un costume, mi sono incremata e sono svenuta al sole per ben 2 ore.
Wow! Non ci potevo credere: forse era anni che non mi capitava una cosa del genere.
Ci ho preso talmente gusto che alla fine mi sono fatta una doccia, mi sono messa tutta carina e sono andata con una mia amica a fare shopping nel Chiostro Dioclesiano a Milano. Ieri c’era un mercatino bellissimo.
Shopping al Chiostro del Museo Diocleziano a Milano

Shopping al Chiostro del Museo Diocleziano a Milano

Sono tornata a casa felice e soddisfatta: ci ho messo un pò troppo a ripulirmi dei sensi di colpa, ma alla fine mi sono goduta due ore di meritato relax al sole e due ore di shopping con la mia amica Annalisa.

Sono arrivata con il mio scooter davanti al portone di casa alle ore 19 in contemporanea perfetta ai miei maschi che erano in macchina. Danny era dietro che dormiva, cotto bollito, ma felice di aver trascorso una giornata intera col suo papi.
Ho organizzato una cenetta veloce e ci siamo seduti tutti assieme intorno al tavolo, felici.
Fatelo mamme: prendetevi il vostro tempo e godetevelo. Riappropriatevi del vostro vero nome e liberatevi di quello di “mamma”, per un paio di ore.
Farà bene a voi e a chi amate!
 
Barbara
 
 

 

 

Loro vengono da Marte e questa è l’unica spiegazione…

 
Questa è assolutamente l’unica spiegazione: loro vengono da un pianeta diverso.
Una gigante astronave arrivò sulla terra secoli fa, aprì la sua scaletta e fece scendere orde di uomini: uomini alti e uomini bassi; uomini pelosi e uomini meno pelosi.
Uomini fortunati con peni lunghi e uomini sfigati con peni quasi invisibili. Uomini dalle folte chiome e uomini che non avevano neanche bisogno del phon, come il mio ex capo “stroncapettini”, ops…Galliani.
Eh sì, ho lavorato un pò per il grande Milan e quindi Galliani era il mio capo.
Un giorno uno sponsor gli mandò in regalo una scatola dei suoi prodotti, peccato che dalla sua vasta gamma si dimenticò di togliere il phon. In ufficio ridemmo per una settimana!
Ma ora torniamo a parlare di uomini.
saccooooofotoVoi lo vedreste questo sacchetto dell’immondizia blu sul pianerottolo?
Ecco, lui no! 
Se per una volta non lo porto giù io, ma glielo lascio sul pianerottolo perchè magari so che lui sta per uscire… lui lo lascia lì.
“Amore, ma quando stamattina sei uscito non hai visto l’immondizia che ti ho lasciato su pianerottolo?”
A quel punto lui guarda il sacchetto come se lo vedesse davvero per la prima volta e sollevando entrambe le sopracciglia, mi risponde di no.
Che stupida! Ma come ho fatto a non pensare che lui viene da Marte e che su Marte gli uomini quando escono di casa lanciano le loro ragnatele magiche, le attaccano al soffitto e sorvolano pianerottolo e scale perchè non amano i gradini?!
Premetto che, nonostante tutto, io amo profondamente mio marito.
Lo amo “molto”, ma ho scritto”profondamente” perchè oggi va bene così. Sto per scrivere qualcosa che mi farà rischiare il divorzio quindi voglio essere più generosa… 
Diciamo che a me è capitato uno di quegli uomini parecchio comodoni, uno dei quegli uomini che ha avuto la fortuna, per lui, ma non per me, di vivere con mammà (l’accento lo ho messo apposta, #misonospiegata?) fino al giorno prima di vivere con me! Azz.
Quando viveva con quella santa di sua madre e tornava a casa dopo gli allenamenti di rugby, i vestiti sporchi di fango non li portava giù in taverna dove c’è la lavatrice, ma li lanciava direttamente all’interno della scala a chiocciola.
Capite?
Mio marito sa fare tutto: sa cucinare, sa stirare le camicie (cosa che manco io so fare), sa cucire e sa mettere a posto qualsiasi cosa, ma non lo fa quasi mai. Ha sempre qualcuno che lo fa per lui.
Se avesse vissuto da solo, o con un amico, per almeno un anno,  prima di vivere con me, sono sicura che sarebbe diverso, molto diverso.
E poi mi ci metto anche io con la mia mania di fare sempre tutto e di chiedere davvero poco. Odio chiedere, odio dipendere dagli altri .
Al contrario di mio marito, io vivo da sola da quando nel 1989 mi sono trasferita da Venezia a Milano. Non ho mai convissuto con nessuno prima di lui, quindi mi sono sempre arrangiata.
Ma torniamo ai giorni d’oggi o meglio, torniamo a oggi! 
Oggi alla festa della "Morosini". Danny con, spero, la sua futura maestra Emanuela.

Oggi alla festa della “Morosini”. Danny con, spero, la sua futura maestra Emanuela.

Stamattina c’era la festa di fine anno nella scuola elementare dove abbiamo iscritto Danny boy dal prossimo settembre e allora mi sono detta “Perchè trascinarci anche mio marito che so che metterebbe il muso da quando entriamo a quando usciamo!? Ma mandiamolo a fare la spesa per la cenetta di stasera così fa cosa buona e giusta.

Buona? Giusta?

Gli avevo chiesto di andare al mercato del pesce (che abbiamo la fortuna di avere dietro casa) a comprare un polpo da fare in forno e delle seppioline da fare farcite. 
Risultato? E’ tornato a casa con una trentina di micro seppioline.
“Ora mi spieghi come cavolo faccio io a farcire queste seppie microscopiche?!”.
Sacco decoratore per dolci usato per farcire microscopiche seppioline comprate dal Marziano.

Sacco decoratore per dolci usato per farcire microscopiche seppioline comprate dal Marziano.

Mi ha risposto che in effetti gli sembravano un pò piccole. Ha detto proprio così…ma le ha comprate.

Che stupida! Ma come ho fatto a non pensare che su Marte loro le seppie le farciscono con il “sacco decoratore” per i dolci.
E così, come sempre facciamo noi donne, mi sono adattata ai modi del “marziano”, ho messo il purè di patate e la scamorza grattuggiata nel sacco decoratore per il dolci e ho passato l’ultima ora a farcire seppie microscopiche.
Secondo voi mentre io facevo tutto ciò lui dov’era? Stava dormendo sul divano. Una bella pennica dopo pranzo. Quella bellissima cosa che io non faccio più da non so neanche quanto tempo. Argh!
Per lo sbattimento che mi sono fatta…direi che mi merito un premio: speriamo che stasera mio marito usi le sue ragnatele magiche in camera da letto per farmi fare le capriole, con lui!
 
Buon sabato
Barbara
 
 

MammacheBlog: una giornata tra tette e moment.

 

Oggi blogger esperti, e non solo, sono saliti in cattedra per parlare di diversi argomenti e per rispondere alle più disparate domande.

Oggi c’è stato il “MammacheBlog” day, e io c’ero.

collage3fotoIl blog come opportunità per trovare lavoro; aspetti tecnici della gestione di un blog; spunti di personal branding on line e per finire, anche Instagram, Pinterest e tutto ciò che c’è oltre le immagini.

Questi sono i corsi che ho scelto e che ho seguito, tutti, oggi.

Mi sono svegliata alle 7, ho preparato la colazione ai miei due maschi e ho cacciato Danny boy in macchina del suo papi che lo ha portato scuola asciutto, sotto il diluvio. Io in scooter o a piedi non ci sarei mai riuscita.

Una volta sola in casa mi sono fatta una bella doccia e ho messo a posto due cosucce sul blog e su facebbok. Ho temperato i tecchi, li ho rimessi nel porta scarpe e ho indossato i miei fantastici stivali da pioggia. Ho attraversato la città in direzione Bovisa e sono arrivata quasi puntuale a destinazione, rigorosamente in metrò.

Sono una neo blogger parecchio vergine (dell’argomento) quindi non mi sarei mai fatta scappare una giornata del genere.

Risultato? Appena tornata a casa ho preso un moment e forse prima di andare a letto faccio il bis.

Non potrei mai rinunciare al mio moleskine, alla mia paper mate nera e ai miei amatissimi post-it.

Sono una donna da carta e calamaio io. Ma quando un giorno ti svegli, decidi che vuoi aprire un blog e lo apri, sei definitivamente fottuta. Sei in trappola, anzi…in rete!

collage2fotoUna ragazza gentilissima ha cercato di spiegarmi come sia comodo scaricare “evernote” sul cellulare e di come sia il massimo per scrivere appunti, note e addirittura gli stessi post del blog quando sei in giro, per poi ritrovarsi tutto a casa già belli pronto e sincronizzato anche su mac e ipad.

Ho scaricato subito l’applicazione magica, ma so già che domattina la lista della spesa me la scriverò sul mio solito minuscolo post-it giallo che finirà come sempre attaccato nella mia agenda (con copertina di pelle e fogli di carta).

Sono antica io o meglio, come mi dice sempre quel galantuomo di mio marito, sono stagionata!

Instagram, Twitter, Pinterest, widgets, board…

Board? Ma board de che? Io l’account su Pinterest lo ho aperto stamattina alle 7 mentre preparavo la colazione ai miei uomini e lo ho fatto solo perchè quando mi sono iscritta al corso di oggi c’era scritto che per farlo bisognava essere iscritti ai vary social network.

Rischiavo il divorzio già per Facebook e per il blog.

E ora che da un mesetto sono anche su Instagram e Twitter e che da oggi navigo addirittura su Pinterest?! Come farò, ma soprattutto, come riuscirò a convincere mio marito che quando mi ha aiutata ad aprire il blog non ha fattola più grossa bischerata della sua vita?

Devo dire che quando stamattina sono arrivata al Quanta Village, mi sono sentita un pò un pesce fuor d’acqua. C’erano un sacco di blogger che si salutavano tra di loro con grandi sorrisi ed abbracci (magari qualcuna avrebbe dato più volentieri una testata, ma si sa che i sorrisi funzionano di più).

E io? Io ero lì vicino alla macchinetta del caffè con in mano il mio moleskine e la mia penna. Guardavo tutte le tette che mi passavano vicino e scrivevo, in attesa di entrare in aula per la prima lezione.

collage1fotoPoi ad un certo punto mi hanno beccata… e allora ho capito che sarebbe stato più veloce fotografarle quelle tette invece di stare lì a diventare matta per capire i nomi dei blog scritti su ogni badge. Ho iniziato a scattare e il ghiaccio si è sciolto!

Adesso ho un vero e proprio archivio fotografico di tutti i blog in cui andrò a curiosare, con molta calma.

Io un blog l’ho aperto,  ma non ho tanto tempo di leggere quelli delle altre, per ora. E poi non vorrei esserne influenzata, ops! Ma prometto che pian pianino arriverò da tutte e rimpiangerete di avermi dato l’ok a fotografare le vostre tette!

Quando andavo a scuola mi odiavano perchè per studiare di meno a casa, facevo sempre un sacco di domande in più in classe.

Sono passati parecchi anni dalla mia ultima volta sui banchi, ma oggi l’ho rifatto e Veronica Benini (alias Sporablog) mi ha rimessa subito al mio posto. Donna tosta quella Veronica: ha saputo fare dei suoi ostacoli la sua forza, per arrivare. Dalle donne toste, quando hanno ragione, so accettare i rimproveri. Se poi sono anche le regine del tacco, sono ancora più tollerante.

Veronica di mestiere insegna alle donne come si cammina sui tacchi e ha scritto un libro che si chiama “Tacco 12”. Veronica Benini mi insegnerà a camminare sul tacco 12 e io già la amo.

Oggi ho imparato tanto. Ho incontrato tante donne con storie diverse e tanta voglia di ritagliarsi un loro spazio nella loro intensa e incasinatissima vita. Ho conosciuto Barbara, una mamma felice che col suo sorriso e la sua parlantina, ti fa sbellicare dalle risate e nello stesso tempo ti fa sentire in pace con il mondo. Ho sentito donne chiedersi se vale la pena lasciare un lavoro sicuro per un blog che da tante soddisfazioni. Un blog è un pò come una bacchetta magica capace di trasformare una sguattera in una principessa, una timida in una sfacciata. Un blog ti fa sognare, ma attenzione perchè a mezzanotte spesso gli incantesimi finiscono.

Non cercate di trasformare per forza una zucca in carroza perchè le zucche sono commestibili, mentre le carrozze…no!

Ora vi lascio perchè con tutte le cose che ho imparato oggi, c’ho parecchio da fare e credo che farò mooolto tardi!

Meno male che il cucciolo è già crollato e che il marito è fuori a cena coi colleghi.

Stasera sono single inside e ancora per una volta forse riesco ad evitare il divorzio, forse!

Barbara

temperatefoto

A volte basta un sms…

 
Due sere fa sono andata a letto triste e ieri mattina mi sono svegliata triste.
Lo so, non è da me, ma a volte capita e quando capita non bisogna stare con le mani in mano, a crogiolarsi.
Bisogna agire, cercare un rimedio, immediato. Occorre strizzare la spugna e dare subito una svolta alla giornata.
Per fortuna che ieri era mercoledì, il mio giorno libero.
Ho riempito velocemente la borsa della palestra e sono andata a fare acqua gym, un veloce idromasaggio e una doccia calda (non fa ancora così caldo da preferire una doccia fresca)
Ma niente: stavo meglio fisicamente ed ero soddisfatta, ma la tristezza era ancora lì.
Con l’acqua non avevo avuto successo? E allora ho voluto provato col calore…del phon
Ho chiamato Coppola in Corso 22 Marzo e ho chiesto se c’era qualcuno libero per farmi una bella messa in piega. Quando sono triste divento anche un pò capricciosa. Volevo i ricci. Detto, fatto.
iericoppolafotoSono uscita da Coppola bella piena di ricci. Mi sono specchiata in una vetrina e ho sorriso perché era tanto che non mi facevo i ricci ed ero felice del risultato, ma ancora triste.
A quel punto alla tristezza si sono aggiunti loro, che hanno iniziato a girare.
Quando non riesco a strizzare la spugna e a dare una svolta alla mia giornata allora inizio pure ad arrabbiarmi, con me stessa, e i “maroni” entrano in fase centrifuga.
Se dopo l’acqua e il calore ero ancora triste…ci voleva una botta di colore!
Barbara, la Wonder Woman di Viale Umbria 82

Barbara, la Wonder Woman di V.le Umbria

Ho chiamato questa nuova estetista che mi avevano suggerito e ho avuto la fortuna di trovarla libera.

Sono salita in sella al mio scooter e sono volata da lei in Viale Umbria 82.
In un’ora mi ha fatto mani, piedi e mi ha messo lo smalto permanete: una Wonder Woman con i guanti neri che ovviamente non poteva che chiamarsi come me. Hihi 
Sono tornata verso casa piena di ricci e con tutte le unghie del mio corpo perfette e colorate di un intenso rosso passione
Ma quale passione!?
La tristezza era ancora lì e i “maroni” non accennavano a fermarsi.
A volte nella vita bisogna affrontare momenti per i quali non siamo preparati e che non sappiamo proprio come affrontare.
A me l’impotenza mi rende triste.
Ma non mi arrendo, mai. Avevo ancora il “tatto”, il mio massaggio del mercoledì.
ieri massaggiootoPuro relax e tanta pipì (il mitico Enrico è talmente bravo a fare il massaggio drenante che in un’ora faccio “blin blin” almeno tre volte)
Enrico ha dei poteri davvero magici e allora mi sono detta che forse lui era la persona giusta per dare una svolta alla mia giornata.
Io mi stavo rilassando di brutto, ma i miei maroni no.
Poi verso la fine del massaggio è arrivato quell’sms…
Era un sms di mio marito: breve, ma intenso.
Mi aveva scritto quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire dall’uomo che ama: due semplici parole.
La tristezza è svanita nel nulla, loro si sono fermati ed è arrivata quella gioia talmente pura ed intensa, che a volte si porta dietro anche una lacrima.
Mi sono rivestita e sono andata a prendere Danny boy all’asilo per portarlo a judo.
Danny a judo

Danny a judo

Ero di nuovo felice, come sempre. E lui lo ha sentito, dal mio abbraccio stretto stretto.

La vita spesso ti mette alla prova.
A volte pensi di non sapere come affrontare certi momenti e rischi di affondare per colpa di un iceberg che non era neanche sulla tua rotta, ma sulla rotta di qualcun altro.
Poi arriva un sms a ricordarti che la tua vita è bella e che hai tanto di cui essere felice.
Agli iceberg degli altri…ci penseranno loro.
 
 
Barbara
 
 
 
 

Odio le casalinghe perfette. In senso buono ovviamente…

 
Avete mai visto il film ” Ma come fa a far tutto” in cui la divina Sarah Jessica Parker interpreta Kate?
Kate è una trentacinquenne in carriera che conta i minuti come altre donne contano le calorie (io le conto tutte e due, ma delle calorie me ne frego! Ops).
Io amo Sarah Jessica Parker (quella di Sex in the City) e non mi perderei mai uno dei suoi film.
In questo film Kate è costretta a destreggiarsi tra appuntamenti di lavoro, impegni familiari, massaggi, sedute dal dentista e mille altre faccende e quindi finisce per chiedersi di continuo “Oddio, ce la farò?”
 Quante volte la mattina apro l’agenda, guardo il post-it della giornata e mi chiedo “Oddio, ce la farò?”
casalingaaaafotoE quante volte continuo a chiedermelo durante la giornata quando magari ho solo 5 minuti per attraversare in scooter la città e per trovare la lavanderia ancora aperta e ritirare l’abito grigio che serve a io marito per il super mega comitato della mattina dopo, e le camicie stirate.
Eh sì, chiedetemi di pulire la cucina e i bagni anche con lo stuzzicadente e il cotton fioc, ma non chiedetemi di stirare.     Odio stirare. Invidio le miei amiche che mi dicono che a loro stirare rilassa così tantooo!  A me stirare non rilassa per niente quindi se a voi rilassa così tanto…datemi l’indirizzo che vi porto anche la mia di robbbba.
Mi chiedo se ce la farò anche quando sono in bici, inizia a diluviare e davanti a me ho 1 km di pavé e anche la corsia del tram, e le ruote della bici iniziano a scivolare, cavolo!
“Ma perchè le giornate non sono fatte di 48 ore?”
Quante volte noi donne ci siamo fatte questa domanda?
La mancanza di tempo è ormai diventato un problema cosmico insormontabile.
Come si fa a conciliare il lavoro, un marito che borbotta di continuo (tutti mariti borbottano sempre), 1 bambino di 5 anni e mezzo che è un vulcano come la sua mamma, senza dimenticare che a 43 anni bisogna anche tenersi in forma, andare in palestra, mangiare decentemente almeno una volta al giorno etc etc?
casalingaaa3fotoE poi quando ti sembra di essere sul punto di farcela, quando inizi ad avere la piacevole sensazione di essere una buona mamma, una casalinga decente e una moglie passabile con un aspetto non così tragico…incontri loro, le casalinghe perfette!
Quelle che arrivano ai compleanni degli amichetti di tuo figlio e camminano sul tacco 12 come se indossassero delle scarpe da ginnastica e in mano hanno dele fantastiche torte che hanno fatto loro, in casa.
Ma dove lo trovano il tempo per mantenersi così fighe e fare pure le torte in casa?
Per non parlare della scioltezza con cui camminano su quei trampoli. Io se metto il tacco 12 per 2 ore poi ho le vesciche per 2 giorni.
Torta Mulino Bianco comprata con buono sconto di 1 euro!

Torta Mulino Bianco comprata con buono sconto di 1 euro

Quanto le invidio!   Sia chiaro che sto parlando di un’invidia buona anche se ogni tanto…mi divertirebbe fare lo sgambetto.
Io da un paio di anni sto imparando a cucinare e mi riesce anche benino, ma le torte proprio no!
Le torte continuo a comprarle già fatte o al massimo compro l’impasto della Buitoni e con Danny boy lo versiamo nello stampo e poi lo decoriamo.
E’ ufficiale: non sono una casalinga perfetta e credo che a questo punto non lo diventerò mai, ma amo mio figlio e mio marito e prometto che farò sempre il possibile per renderli felici. Vale lo stesso?
 
Barbara
 
 
 
 

Tanti auguri JEANS, e grazie per la ceretta!

Non so voi, ma io senza di loro sarei spacciata: io vivo in jeans!

Ne avrò almeno una decina, o forse più, di tutti i tipi, di tutte le marche e di tutti i colori.

La mia preferenza va ai Levis e ai 7 for all mankind (comprati rigorosamente on line perchè in negozio ti spennano!).

TRV_1039Ho l’armadio pieni di gonne, vestitini e altri tipi di pantaloni, ma quando la mattina ci infilo la testa per decidere cosa indossare…finisce sempre che ne esco con un paio di jeans in mano.

E non sono l’unica della famiglia ad amarli.

Sono comodi, sono eleganti e, scusate se è poco, ma sono anche meglio di una ceretta.

Eh sì perchè se indossi spesso i jeans può succedere che lo sfregamento del loro tessuto sulle gambe, faccia in modo che i peli non crescano praticamente più.

Ormai non ho quasi più bisogno di fare la ceretta (sulla gambe): sai quanti soldi e quanto dolore risparmiato?

Grazie jeans! 

Oggi i jeans compiono ben 140 anni e secondo me, li portano benissimo.

Li portano bene perchè negli anni hanno sempre saputo rinnovarsi rimanendo alla moda e permettendo a noi donne di sentirci sì comode, ma anche glamour, se indossati sotto la giusta camicia, la giusta t-shirt o il giusto top, e sexy. Hanno inventato anche i jeans che tirano su il sedere, cosa vogliamo di più?!

Il 20 maggio 1873 nascevano i jeans Levi’s 501. Fu in quella data (riportata in un documento ufficiale) che il commerciante tessile Levi Strauss e il sarto Jacob Davis depositarono il brevetto ufficiale di quello che sarebbe diventato un capo immancabile nel nostro guardaroba.

I levi’s sono americani, ok, ma ricordatevi che il tessuto dei jeans, simile al Denim (di Nimes), ma un pò più leggero, è robbba nostra!

Il tessuto dei jeans è nato a Genova: era una qualità di fustagno molto resistente e leggero.

Venne chiamato jean o jeane proprio dal nome Gènes (Genova in francesce) ed era già presente sul mercato europeo dalla fine del Medio Evo, ma fu solo nell’800 che diventò un pantalone da lavoro per gli scaricatori del porto.

Questo importante compleanno viene celebrato dalla Levi’s con una speciale collezione di jeans super colorati e molto leggeri e un’iniziativa carina sul loro sito  dove potete caricare una foto che vi ritragga con indosso un paio di 501.

TRV_1229Ora vi lascio perchè devo andare a indossare i miei jeans.

Oggi però vi prometto che metto anche la maglietta.

E sapete cosa faccio per festeggiarli?

Me ne vado a comprare un paio di quelli leggeri e super colorati per l’estate che prima o poi arriverà!

Ogni scusa è buona per fare shopping!

 

Barbara

 

 

La family in jeans

La family in jeans