Vi è avanzato del panettone e siete stufi di pucciarlo nel latte?
Eccovi un’ottima soluzione alternativa.
Comprate una tavoletta di cioccolato fondente e una di cioccolato al latte.
Sciogliete a bagnomaria la tavoletta di cioccolato fondente e grattuggiate quella di cioccolato al latte.
Spezzettate in una ciotola, a pezzetti piccoli, il vostro panettone avanzato (tralasciando la “crosta”) e poi ci versate sopra il vostro cioccolato fondente fuso.
Amalgamate bene, dopo esservi lavati beneeeee le manine, e fate delle piccole polpettine o con le mani o aiutandovi con due cucchiai da tea,
A quel punto “impanate” le vostre polpettine nella cioccolata bianca grattugiata e le mettete in frigo per un paio di ore.
Ocio a tirarle fuori almeno un’ora prima di mangiarle sennò potrebbero diventare troppo dure.
Slurp!
Barbara
“Buongiorno posso avere un polpo di 1 kilo o poco più perfavore?”
“Eccolo: 1 kilo e due, le va bene? Ma come lo fa?”
“Lo faccio bollito perché a mio figlio Danny piace tanto bollito”
“Ma come lo fa bollire?”
Nel whisky??? Nella vasca da bagno??? Nel naviglio dopo averlo scaldato??? Come vuoi che lo faccia bollire??? (avrei voluto rispondere, ma mi sono trattenuta)
“Di solito lo faccio bollire in pentola con acqua, carote, sedano, grani di pepe, alloro e un limone spremuto, senza succo “
“Lo faccia bollire senza acqua, si fidi di me!”
Secondo voi cosa posso aver pensato quando il pescivendolo del mercato di Via Piacenza mi ha detto così?
Ho pensato che quello avesse bevuto o fumato di mattina, ovvio.
Come cavolo si fa a bollire un polpo senza acqua???
Ma siccome sono una personcina educata, mi sono fatta spiegare la sua strana teoria e sono tornata a casa, molto scettica.
Ero sicura che il polpo non sarebbe mai venuto morbido come viene a me, ma siccome sono curiosa e cocciuta, ho voluto provare.
BEH!
A parte il fatto che facendo come dice lui si risparmia uno botto di tempo, ma vi assicuro che non ho mai mangiato un polpo così tenero e buono.
Questa ricetta la potete usare per la cena delle vigilia sia come antipasto (tra i 200 antipasti che di solito si fanno a Natale) sia come secondo.
Io il “polpo magico” lo farò come antipasto.
Iniziamo come sempre con gli INGREDIENTI e con ciò che vi servirà:
1 pentola con coperchio (importantissimo)
1 polpo (fatevelo pulite dal pescivendolo così non dovete voi infilargli le dita dentro, che non è bello)
1 carota
1 sedano
1 cipolla
2 cucchiai di olio extra vergine
1 bicchiere di vino bianco
4 patate lesse (queste lessatele nell’acqua normalmente) che col polpo ci stanno sempre bene
eau-la pompe (acqua di tubo, che però detta in francese fa più figo)
Se avete tutto INIZIAMO:
Mettete in pentola una cipolla tagliata a spicchi, una carota pulita, 2 cucchiai di olio, una costa di sedano e il vostro polpo pulito e sciacquato
Accendete il fuoco e tenetelo vivace (cantategli qualcosa di allegro)
Mettete il coperchio e quando dopo un paio di minuti sentite “sfrigolare” il vostro polpo (voce del verbo sfrigolare) allora aprite al volo il coperchio e versate sul polpo il bicchiere di vino bianco.
A quel punto abbassate la fiamma e lasciate cuocere (senza acqua e senza senza sale, perché non servono) il vostro polpo per 35 minuti, senza mai alzare il coperchio.
Dopo 35 minuti spegnete (mi raccomando: non togliete mai il coperchio) e lasciate raffreddare il polpo nel suo brodino per almeno 20 minuti.
Non potete capire la mia faccia quando dopo 55 minuti ho tirato fuori il polpo dalla pentola, gli ho tolto la pelle nera in eccesso e ho iniziato a tagliarlo a tocchetti…
La prima cosa che mi ha stupita è stata la quantità di delizioso sughetto che si era formato durante la cottura.
Ho infilzato con la forchetta uno di quei tocchetti e l’ho portato alla bocca convinta che sarebbe stato duro e insipido, pronta per tornare dal pescivendolo insultandolo un po’ per avermi fatto sprecare 1,2 kili di polpo.
E invece?
E invece ho assaggiato il polpo più buono, più morbido e più saporito della mia vita.
E il bello è che lo avevo fatto IO in meno di un’ora.
WOW!
Se lessate il polpo nell’acqua, molto del suo sapore finirà in quell’acqua (come capita per le verdure che infatti andrebbero sempre cucinate al vapore)
Se invece lasciate che il polpo si lessi nella sua acqua, e nel vapore che si formerà tenendolo chiuso in pentola col coperchio, allora il polpo conserverà tutto il suo sapore, e non ci sarà neanche bisogno di salarlo.
Provatelo e poi fatemi sapere!
Barbara
Un paio di settimane sono stata con mio marito alla cena che la mia amica Roberta Beta ha fatto per presentarci ufficialmente il suo nuovo fidanzato Francesco.
Ve la ricordate la pr bionda del GF 1?
Pensate che in quei tempi non eravamo ancora amiche e, anzi, mi stava pure antipatica.
Il Grande Fratello fu pubblicizzato per mesi e mesi prima della messa in onda, e tutte le volte che scrivevano, o dicevano, che nella casa ci sarebbe stata anche una pr bionda di Milano, mi arrivavano una decina di telefonate tutte in contemporanea.
Erano amici che mi chiedevano se fossi io quella “pr bionda di Milano”
A parte il fatto che sono di Venezia, ma secondo voi sarei riuscita a tenermi un segreto del genere per mesi? Ahahahah
E pensare che io i provini per il GF li ho anche fatti, e che ci è anche mancato poco che entrassi, ma di questo vi racconterò un’altra volta…
Ora però torniamo alla cena di Roberta.
Ha organizzato questa cena a casa del suo nuovo fidanzato e ha cucinato tutto lei.
Devo dire che è stata proprio brava perché eravamo almeno una ventina e ha fatto un sacco di cose buone.
Ma quello che mi è rimasto più impresso è stato il dolce!
Io i dolci li amo, ma non è una di quelle cose che mi riesce bene, e quella torta alle pere era fatta in casa, si vedeva.
Quando ho scoperto che la aveva fatta proprio lei, ovviamente le ho chiesto la ricetta, subito.
“Ma non hai mai fatto una tarte tatin?” mi ha detto Robi.
“Tartache?”
Ve l’ho detto che sono negata e quando ho sentito il nome di quel dolce, mi sono pure spaventata, e invece…
I francesi (non tutti) non fanno sorridere e sono parecchio complicati, ma questo dolce…mi ha fatta subito sorridere e mi è rimasto immediatamente simpatico, a pelle, anzi, al primo morso!
Eccovi la ricetta dell “Zia” Robi.
Come sempre iniziamo con la LISTA DELLA SPESA
4 pere medie (meglio di quelle dolci e non troppo “Smollacciose” sennò si frantumano troppo cuocendole)
1 cucchiaino di cannella in polvere
60 grammi burro
1 limone
6 cucchiai di zucchero
Pasta sfoglia rigorosamente già pronta, tonda
Quando avete tutto INIZIAMO
Sbucciate le pere, le tagliate a metà, tagliate il torsolo e le bagnate colsucco di limone così non diventano nere.
Sciogliete il burro nella tortiera di cottura e aggiungete lo zucchero e la cannella facendo sciogliere il tutto per 2 minuti a fuoco vivo.
Intanto avrete tagliato le vostre pere che andrete poi ad appoggiare nella teglia, a raggiera.
Fate cuocere, sempre sul fuoco, per circa 5 minuti, ovviamente senza mescolare!
Lasciate intiepidire (sennò poi vi bruciate le ditina!)
A quel punto prendete la vostra pasta sfoglia e la adagiate sulle vostre pere come se avessero freddo e voi doveste coprirle.
E per coprire bene qualcuno cosa si fa? Si rimbocca la coperta e quindi con le ditine, spingete la pasta sfoglia in basso tutto intorno alla vostra torta e “rimboccate” la copertina fino ad andare a toccare il fondo della tortiera.
A quel punto bucherellate un po’ la pasta sfoglia e mettete in forno a 180 gradi per 25/30 minuti.
Tirate fuori e, appoggiando un piatto sopra alla vostra torta, la rovesciate con amore e con cura.
Se poi nel congelatore, per sbaglio, aveste del gelato alla vaniglia…è la morte sua!
Besos
Barbara
PS. La torta si può fare “uguaglia uguaglia”, ma con le mele!
Una volta quando andavo a cena con le mie amiche, si finiva sempre col parlare di uomini, di feste, di vacanze e al massimo di borse.
Adesso quando vado a cena con le mie amiche, si finisce sempre col parlare di figli o al massimo di ricette.
Fino a circa 8 anni fa sapevo giusto cucinare un piatto di pasta o un petto di pollo.
Fino a circa 8 anni fa io mi nutrivo principalmente con le insalatone degli avanzi.
Aprivo in frigo e buttavo, in una ciotolona, tutti gli avanzi che trovavo.
Ma ora che ho scoperto che sono una discreta esecutrice, quando posso chiedo alle amiche le loro ricette migliori, e provo a realizzarle.
Ho scritto “esecutrice”, perché non ho un grande spirito di inventiva (in cucina), ma se ho una ricetta spiegata bene, allora di solito mi riesce.
Due sabati fa ero a cena al 4cento con delle amiche e parlando di cibo e di ricette varie, Valentina salta fuori con le melanzane ripiene di pasta.
Melanzane ripiene di pasta?
Magari tanti di voi le hanno già mangiate, ma io non le avevo neanche mai sentite nominare.
Premetto che mi sono venute buonissime, ma che ci sono alcune migliorie che si possono apportare quindi vi metto le foto, ma non prendetele come Vangelo perché non è proprio così che sarebbero dovute venire, Diciamo che esteticamente potevano venire meglio, ma che il gusto era da paura!
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA
1 Bottiglia di passata di pomodoro (io uso la Mutti)
3 melanzane di quelle lunghe viola (io ho usato quelle tonde, ma con le lunghe è più facile)
1 pezzo di ricotta da forno (quella da grattare)
e grana grattuggiato (non so quanto, vado a occhio, ma tanto!)
200 grammi di bucatini (andrebbe fatto con un’altra pasta siciliana simile ai bucatini, ma i bucatini vano benissimo)
Olio per friggere (l’ideale sarebbe sempre friggere con olio di oliva) e sale
Un piccolo mestolo o qualcosa di simile (va bene anche quello per fare le palline di gelato)
Se avete tutto INIZIAMO
Fate bollire l’acqua per la pasta, salatela e cucinate i vostri 200 grammi di bucatini che andranno scolati al super dente, ma proprio super dente.
Per bloccare la cottura, scolateli sotto l’acqua fredda.
Condite i bucatini con un terzo della vostra bottiglia di passata di pomodoro, un bel po’ di ricotta da forno grattuggiata e un filo d’olio.
Una volta pronta la vostra pasta, mettetela da parte.
Tagliate a fette, in lungo, le vostre melanzane lunghe.
Le fette devono essere fini, ma non troppo.
Sappiate che dopo dovrete arrotolarle per “incartare” dei piccoli nidi di bucatini.
Friggete le vostre fette di melanzane, asciugatele, salatele e mettetele da parte ben distanziate sennò si appiccicano (io ho fatto vari strati da 6 fette ciascuno, con lo scottex)
Prendete una teglia da forno, foderatela con la carta da forno (prima la carta bagnaela e strizzatela così aderisce meglio alla teglia) e fate un fondo con un terzo della vostra bottiglia di passata di pomodoro, aggiungete un filo di olio e sale.
A questo punto prendete un mini mestolo e usatelo per girarci dentro piccole dosi dei vostri fusilli conditi con pomodoro e ricotta.
Dovrete fare un mini nido e posizionarlo nel centro di una fettina di melanzana fritta e poi chiudere la melanzana a fagottino o a involtino (come vi viene più facile)
Continuate così e riempite la vostra teglia di mini fagottini di melanzane ripieni di pasta.
Devono essere tanti da riempire la teglia e tutti belli vicini vicini.
Io avevo usato le melanzane tonde e quindi più che dei fagottini mi sono venuti dei mini panzerotti, ma il gusto non cambia (se mi sentisse Cracco!!!)
Una volta riempita la vostra teglia, coprite tutto con la passata di pomodoro che vi è rimasta, salate, versate un filo di olio e poi finite il tutto con una bella grattata di ricotta (ma grattatela fine e non grossa come ho fatto io, sennò non si scioglie)
In alternativa alla ricotta, un siciliano che ha un ristorante siciliano e che ho conosciuto ieri sera, mi ha detto che si pò usare il grana (quindi ricotta nella pasta, ma grana sopra tutto).
A quel punto infornate nel forno pre riscaldato a 150 gradi e lasciate dentro per 40 minuti.
Vi dico solo che non ho neanche fatto in tempo di fare la foto del piatto finito: era talmente buono che mi sono concentrata sul mangiare e ho dimenticato di fare la foto.
Provate questa ricetta perchè merita.
Io mi sa che la rifarò la sera della vigilia: piatto povero, ma gustosissimo!
Può sembrare difficile, ma se ci sono riuscita io, ce la potete fare anche voi.
Se i fagottini non vi venissero bene…fregatevene tanto poi li dovrete coprire e non si vedranno più, hihi
Barbara
Quanto ci piace e quanto ci diverte.
Eh sì, a casa nostra la cena messicana è un must.
Ovviamente la facciamo un pò a modo nostro.
Come sempre iniziamo dalla LISTA DELLA SPESA
Prendete la vostra borsetta, ricordandovi il portafoglio, e andate in un supermercato di quelli un po’ grandini, che abbia l’angolo della cucina internazionale (ormai c’è quasi in tutti) e per 4 persone comprate:
1 confezione di 8 tortillas (di solito se ne mangiano due a testa, ma se siete golosi…)
1 barattolo di guacamole (si può fare anche a casa con avocado, peperocino, pomodoro, aglio , cipolla etc), ma direi che comprala già fatta è parecchio più comodo e veloce.
Sempre in quella zona, dovreste trovare una busta di condimento in polvere per il pollo.
Sono un’insieme di spezie molto gradevoli da mettere sul pollo quando lo cucinate. Io ne uso poco e infatti una busta mi dura per 3/4 volte
500 grammi circa di fettine di pollo
Un paio di peperoni (io compro quelli piccolini dolci gialli, rossi e arancioni, che trovate spesso in confezione mista)
1 bel pezzo di fontina
Questi sono gli ingredienti principali a cui uno poi può aggiungere quello che più gli piace, curiosando nell’angolo internazionale, ma non solo.
Per mio marito (io non amo il piccante) compro anche la salsa rossa piccante, quella che si usa per “pucciare” i tacos, le tipiche chips di mais triangolari, e che si può usare anche per farcire le tortillas.
Per Danny boy, e per me, prendo il Philadelphia Light.
Molti usano anche i fagioli neri, ma io non ne vado matta.
I fagioli, per me, sono un pò come il brasato per Diego Abatantuono: appesantiscono il guerriero.
Una volta che avete tutto INIZIAMO:
Tagliate le vostre fettine di pollo (o di tacchino) a striscioline abbastanza fini e fate lo stesso con i peperoni.
A quel punto saltate pollo e peperoni in padella con un pò di olio e un pò delle spezie per fajita.
A quel punto, mentre il pollo cuoce, potete iniziare a preparare la tavola.
Mettete in una ciotola il guacamole, in un’altra il Philadelphia light, in una grattuggiate il vostro pezzo di fontina e in un’altra mettete la salsa di pomodoro piccante (se la avete comprata!!!).
Infine mettete a tavola tutto quello che pensate possa servirvi (ketchup, maionese etc).
Noi siamo italiani e non messicani, quindi se nelle nostre fajitas ci vogliamo mettere anche salsine che loro non usano…saranno anche cavolacci nostri no!?
Quante ricette italiane ci rubano e poi cambiano?!
Quando il vostro pollo con i peperoni sarà pronto portatelo a tavola (io lo lascio nella pentola col coperchio, così non si raffredda)
Se siete in 4, scaldate al volo 4 tortillas (nel forno classico che avrete prima acceso, o anche in quello a microonde) e su ogni piatto ne mettete una.
A quel punto ognuno deciderà come “imbottire” la propria tortilla e una volta “imbottita” la arrotolerà facendo una sorta di maxi involtino da mangiare rigorosamente con le mani.
Vi ricordo che sbrodolarsi e sporcarsi fa parte del bello di questa cena quindi non arrabbiatevi, ma godetevela!
Besos mexicanos
Barbara
Non ho una grande fantasia in cucina e quindi spesso faccio appello alle amiche.
Questa volta però la ricetta è arrivata addirittura dalla maestra di mio figlio.
Come farà dopo un’intera giornata a scuola, con 20 bambini, ad avere anche l’energia di cucinare?!
Io arriverei a casa e crollerei sul divano, addormentandomi a stomaco vuoto.
Se fossi una maestra penso proprio che sarei magrissima.
Ve lo dico dopo essere stata per 4 ore con quasi tutta la classe di mio figlio, per il suo compleanno.
Da quel giorno io nutro una grande stima per chi fa il mestiere della “maestra”: hanno tutta la mia ammirazione, e la mia comprensione.
Ma ora torniamo alle patate.
Ho deciso di chiamare la ricetta “Pasticcio Evi” in onore della maestra che mi ha dato la ricetta e dei pasticci che combinano i nostri figli, tutti i giorni.
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:
Una decina di patate piccole ( o meno se più grandi)
1 Porro
Pancetta a dadini (circa 80 gr)
Formaggio grana
Sale, pepe e burro
Quando avete tutto INIZIAMO:
Io ho fatto una teglia piccola perché la avremmo mangiata solo mio marito ed io (Danny non ama i porri!), ma se siete di più fate una teglia più grande e raddoppiate le quantità.
Sbucciate le vostre patate, fate delle fettine fini e tagliate a rondelle fini anche il vostro porro.
A questo punto potete iniziare a fare gli strati:
imburrate un pò il fondo della teglia e fate un bello strato di patate , uno strato di rondelle di porro, aggiungete un terzo dei vostri dadini di pancetta, spolverate con un pò di grana, sale e pepe.
Poi di nuovo patate, porri etc, il tutto per 3 volte.
Sull’ultimo strato non mettete i porri, ma qualche ricciolo di burro e grana.
Infornate tutto per 30/40 minuti a 180 gradi.
Ovviamente il tempo di cottura dipenderà da quanto fini avrete tagliato le vostre patate.
Assaggiare prima di sfornare è sempre la miglior soluzione, per non sbagliare.
Barbara
Io ho un “quaderno magico”.
Chi non ha un quaderno magico?!
Quando ero giovane, nel mio quaderno magico, ci scrivevo quelli che mi piacevano, e quelli che baciavo (compreso nel gioco della bottiglia)
Adesso, nel mio quaderno magico, scrivo e appiccico le ricette che mi colpiscono di più, ma che soprattutto penso di poter riuscire a rifare.
Se sono ricette complicate non mi ci metto neanche.
Mica sono COSI’ pazza io (!?!)
Ci sono giorni in cui non ne ho proprio voglia e allora vado di petto di pollo grigliato e verdure in padella, ma ci sono giorni in cui mi sento più inspirata e allora lo apro, lo sfoglio e mi illumino (d’immenso, visto la stazza).
Ieri mi sono illuminata leggendo la ricetta di questo strano strudel.
Era un po’ che volevo provare a farlo.
Credo di averlo visto fare da Alessandro Borghese su Sky e di essermelo trascritto velocemente mentre guardavo (forse troppo velocemente vista la fatica che ho fatto a leggere, ops!)
Si tratta di uno strudel con pancetta, pere, grana e noci.
Lo ho fatto due sere fa ed è piaciuto molto sia a me che a mio marito (a Danny mica tanto!)
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:
2 pere decano o quelle che volete (poco cambia).
Io ne ho poi usata una e mezza e l’altra mezza me la sono mangiata mentre cucinavo.
3 cucchiai, da minestra, di formaggio grana grattuggiato
circa 80 grammi di pancetta
1 uovo
5/6 noci
pasta sfoglia rettangolare (al supermercato era finita quindi io ho usato quella tonda che ovviamente va benissimo)
Quando avete tutto INIZIAMO:
Accendete il forno a 180 gradi.
Stendete la pasta sfoglia in una pirofila o direttamente sul vassoio del forno (sulla carta forno che di solito è attaccata alla pasta sfoglia che comprate già fatta)
Stendete la pancetta, le pere tagliate a fettine fini, una spolverata di grana e le noci tritate, o comunque ben sbriciolate.
Chiudete il vostro rotolo (anche nei lati corti), se comprate la sfoglia rettangolare, o fate un maxi fagottone, se comprate quella tonda.
Incidete (senza tagliare) il vostro rotolone/fagottone e spennellatelo con un uovo sbattutto con un pò di grana.
Mettete tutto nel forno preriscaldato a 180 gradi e lasciate dentro per 20 minuti.
Slurp!
Barbara
Lo so che non ci crederete, ma 2 giorni fa ho fatto il primo arrosto della mia vita e, nonostante tutto, è venuto buonissimo. Ho scritto “nonostante tutto” perchè, prima di riuscire a servirlo in tavola, ne sono successe di tutti i colori. Fantozzi non sarebbe riuscito a fare di meglio. La ricetta me l’ha data una mamma di un compagno di scuola di mio figlio quando un giorno ci siamo messe a chiacchierare fuori dalla scuola (a noi donne viene benissimo chiacchierare, ovunque). Le stavo chiedendo cosa fa nella vita e lei mi stava raccontando che è avvocato, ma che, da quando ha due figli, ha deciso di aprire lo studio in casa, così riesce a fare tutto. A quel punto ci siamo messe a parlare di cucina e io ascoltavo ammirata mentre lei mi raccontava che tra una pratica e l’altra, faceva un salto in cucina per preparare la cena. Io in cucina sono negata e, oltre alle solite cose che ho imparato a fare, non so più cosa inventarmi, ma soprattutto dove trovare il tempo per mettermici e lei invece? Lei fa l’avvocato, ha 2 figli e tutti i giorni riesce ad inventarsi qualcosa di nuovo, mentre lavora. I figli li porta lei e li riprende lei, non ha nessuno che l’aiuta e il marito lavora fino a tardi. E’ proprio vero che se sai cucinare ci metti un attimo a fare tutto mentre, se sei una schiappa, tra leggere la ricetta, chiamare l’amica, lo zio, lo chef amico etc…passano sempre almeno 2 o 3 ore. A quel punto wonder mamma mi guarda e mi dice “Ma fai un bell’arrosto no?!” Arrosto? E che ne so io di come si fa un arrosto e di che carne devo comprare per farlo. Io compro solo petti di pollo e hamburger. Quando nevica a ferragosto a volte mi allargo e vado anche sul maiale, il carpaccio o poco più. A quel punto forse le ho fatto pena e invece di correre in ufficio (a casa), si è fermata e ha deciso di aiutarmi. Mentre lei mi spiegava la ricetta dell’arrosto (e pure quella del lesso), io ero seduta sul mio scooter, sempre davanti alla scuola. Peccato che non avevo girato bene la chiave quindi lo scooter è rimasto “acceso”, per più di mezz’ora. La batteria si è scaricata: per andare in macelleria a comprare la carne per fare l’arrosto, sono dovuta passare prima per l’elettrauto. E già qui capite che il progetto “Primo arrosto della mia vita” è partito col piede sbagliato. Ho comprato un bel pezzo di vitello e finalmente sono riuscita ad arrivare a casa. A quel punto ho preso una pentola, ci ho versato dentro 2 dita di olio, come da indicazioni, e tutte le spezie fresche, e non, che avevo in casa (alloro, salvia, chiodi di garofano, rosmarino, timo etc). Quando l’olio è diventato bello bollente, ci ho calato dentro il mio pezzettone di carne (se lo lanci schizza: va “calato”) e l’ho fatto rosolare per un po’ . Quando lo ho visto rosolato al punto giusto, ho aggiunto 2 bicchieri di vino bianco, ho coperto il tutto, abbassato il fuoco e messo il timer su 1 ora e 15. Ogni tanto andavo a controllare e ad un certo punto mi accorgo che erano le 16.15. Aiutoooooo!!! Mio figlio esce da scuola alle 16.30 e io sono ancora a casa a fare l’occhiolino al mio arrosto?!?! Via di corsaaa a infilarmi un paio di scarpe a casa (una volta sono arrivata a scuola in tuta da ginnastica coi tacchi) Ma cavolo, mancano ancora 15 minuti al DRIN: che faccio? Spengo? E se intanto si secca e diventa un mattone di vitello? Noooooo, il mio primo arrosto non deve diventare un mattone. Ma che ebete: c’è la ragazza che viene due volte a settimana a stirare (posso pulire per 4 ore un bagno col cotton fioc, ma non chiedetemi di stirare) Eh vaiiiii! Non sa cucinare, ma per spegnere un fuoco quando il timer fa DRIN mica ci vorrà Cracco no?! “Silvia quando tu sentire drin tu spegnere pentola, mettere tutto dentro quella pilofila di vetlo e lavale pentola ok?!” Viene per stirare, ma visto che ci siamo…le faccio dare anche una pulitina alla casa che male non fa. E le parlo in filippinese sperando capisca meglio. Sono arrivata a scuola di mio figlio al pelo e tutta felice mi sono tornata con lui verso casa raccontando a Danny che la mamma aveva fatto una cosa buonissima, per cena. Entro in cucina e vedo lui, l’arrosto, nella pirofila di vetro. Ma il sugo? “Silvia, ma come ha fatto il sugo ad asciugalsi così tanto in 15 minuti?” “Signola io buttato sugo. Io dovele tenere?” “Tu dovele tenere folte mie mani pelchè io adesso menale teee folte folte!!!” Ebbene sì: la filippina stiratrice mi aveva buttato il sugo, il fantastico sugo del mio primo arrosto. Panico: l’arrosto rinsecchito mi guardava dal basso verso l’alto, tutto triste. Per fortuna dentro era ancora rosa quindi ho rifatto tutto dall’inizio: lo ho rosolato ancora un pochino e ho rimesso spezie e vino facendolo cuocere per un’altra mezz’ora. A cottura quasi ultimata mi chiama Valentina, la mia mitica amica chef che mi aiuta spesso nei momenti di panico, perchè aveva ricevuto il mio messaggio disperato “Aiutamiiii! Chiamami appena puoi che ho un arrosto ottimo senza sugo, che faccio?” Le stavo raccontando che in attesa della sua telefonata avevo cercato di rimediare rifacendo il sugo e cosa succede? Che mentre parlo con lei il mio arrosto si brucia! Che colpa ne ho io se noi donne quando stiamo al telefono perdiamo la cognizione del tempooooooo OK! Io non mi faccio abbattere da uno stupido arrosto. Ovviamente gratto via la parte bruciata e, per l’arrosto rimasto, rifaccio il sugo per la terza volta. Pulisco la cucina e butto via la parte di carne bruciata assicurandomi che finisca ben coperta da qualcos’altro, nel cestino dell’umido, e apparecchio la tavola. Risultato? Mio marito e mio figlio mi hanno fatto dei complimenti pazzeschi: l’arrosto era spettacolare! Ah ah ah, se sapessero… Beh, forse ora mio marito…saprà! Barbara PS: NON CI CREDOOOOOO! Mentre scrivevo questo post ho bruciato le caroteeeeeee. Ma porca paletta!!! E siccome so che state pensando che sia una bugia per farvi ridere…eccovi la foto. Ora però smettetela perchè non c’è niente da ridereeeeeeeeeee!!! (per la verità sto ridendo anche io…)
Diciamocelo: io con le verdure sono una frana, non ho fantasia! Carote, zucchine, carote, zucchine… Ogni tanto spinaci al vapore e poi saltati in padella o le solite vellutate, ma da lì non mi muovo. Mio figlio e mio marito ormai non mi chiedono neanche più cosa c’è di contorno perchè tanto conoscono già la risposta, e spesso si rassegnano. Ok. ok, ogni tanto qualche ricetta nuova la sfodero, ma sono talmente rare che vanno subito in dimenticatoio. Un paio di giorni fa ho scongelato 3 filetti che avevo in freezer e stavo per tirare fuori le carote quando ad un certo punto mi sono fermata e mi è presa l’ansia: ho immaginato la faccia dei miei due uomini e allora sono corsa ai rimedi e ho chiamato Santa Valentina. Valentina è una mia amica pugliese che cucina divinamente e quando entro nel panico lei è la persona giusta da chiamare. “Valeeeeee! Ho tre filetti e le solite carote e zucchine, ma stasera vorrei fare qualcosa di diverso. Che faccio?” Risultato? Sono uscita per andare a prendere Danny a scuola e tornando ho comprato quello che mi mancava ossia due bei mazzi di coste, della rucola fresca e dei pomodorini piccolini. Senza fare tanta fatica, ho preparato il piattino che vedete qui sotto. Non male no?! Di sicuro molte di voi sapranno fare di molto meglio, ma sappiate che io fino a 10 fa sapevo giusto cucinare un piatto di pasta quindi per me certi piatti sono un super successo! INGREDIENTI PER LA TAGLIATA: Filetto Aceto balsamico pomodorini a ciliegia rucola olio e sale Ora vi spiego velocemente come ho fatto: Ho preparato su ogni piatto un letto di rucola e pomodorini a ciliegia tagliati in 4. Ho poi scottato i filetti sulla padella bella bollente, senza nessun condimento, poi li ho tolti dalla padella, li ho tagliati a fettine e ho ripassato le fettine un paio di minuti in padella. INGREDIENTI PER I FAGOTTINI DI COSTE: Due bei mazzi di coste con le foglie grandi (per persona direi che bastano 4/5 foglie) formaggio grana besciamella o panna, rigorosamente non fatte in casa sennò è uno sbattimento (va bene anche la panna con pochi grassi o quella di soia) sale e pepe ghiaccio Quando avete tutto INIZIAMO: Prendete le vostre coste, le lavate bene e separate le foglie dalla parte bianca. Le foglie le sbollentate al volo (vuol dire calarle in acqua bollente e ritirarle fuori subito) e bloccate la loro cottura calandole in acqua e ghiacchio per poi asciugarle e stenderle su un panno (magari pulito) Prendete la parte bianca delle vostre coste e la tagliate a dadini piccoli piccoli. Saltate i dadini in padella con un pò di burro e poi aggiungete un pò di acqua per continuare la cottura fino a che non li vedrete morbidini (non spappolati, ma ancora un pò croccanti). A quel punto aggiungete un paio di cucchiai di panna, grana, sale e pepe e amalgamate. Una volta pronta la farcitura prendete la teglia da forno (che intanto avrete acceso e portato a 180 gradi), mettete la carta forno e, recuperando le vostre grandi foglie, fate dei fagottini mettendo al centro di ogni foglia un pò del vostro ripieno e chiudendo la foglia per bene. Una volta chiuse le foglie, le spennellate con un pò di burro o mettete sopra ognuna di loro un pezzettino piccolo di burro, e mettete tutto in forno per circa 10 minuti! A quel punto basterà impiattare. Io non sono bravissima (Cracco mi darebbe forse 4-), ma ci ho provato e devo dire che sono rimasta soddisfatta dalla faccia stupita dei miei maschi quando ho portato tutto a tavola. Per una sera niente carote, yahooo Buona pappa Barbara
È arrivato il freddo e quindi posso ufficialmente inaugurare la stagione delle vellutate e delle minestre: sono sane, riempiono e soprattutto non fanno ingrassare (se non ci mettete un quintale di olio e altre schifezze).
L’ideale sarebbe mangiare una bella minestra o una vellutata prima di cena, magari mentre stai ancora finendo di cucinare.
Avete presente quei momenti in cui ti viene una fame atavica e inizi ad assaggiare tutto quello che stai cucinando, più e più volte, forse anche troppe volte?!
Una volta ho assaggiato talmente tanto che quando è arrivato a casa mio marito non c’era più niente! Ahahahaha
Ecco, quando vi viene quella fame lì allora mangiate una bella minestra per tappare il buco (io ci provo spesso, ma spesso finisco prima sul pacchetto dei taralli!)
Ma ora parliamo di cose serie: la ricetta di oggi.
Vi bastano 2 INGREDIENTI anzi 3, più 2 facoltativi:
1) 200 grammi di fave secche decorticate (io compro quelle spezzate che costano pure meno)
2) 1 kg di cicoria
3) olio
4) facoltativo: pecorino grattugiato
5) facoltativo: pepe Quando avete tutto INIZIAMO: Sciacquate bene le fave e mettetele in 1 litro e mezzo di acqua fredda salata. Fate bollire e continuate a cucinare per un’ora a fuoco basso, fino a che vedrete che le fave si saranno spappolate e la consistenza della vostra minestra sarà cremosa. Intanto avrete pulito la vostra cicoria eliminando il grosso dei rami bianchi (ma non tutto) e la avrete fatta bollire in acqua salata per una ventina di minuti. Una volta pronta scolate, strizzate e tagliate a pezzetti. Per finite passate la vostra cicoria in padella un paio di minuti con un goccio di olio. Ecco fatto! Ricetta facile facile no!? Ora basta prendere un piatto fondo, metterci la vostra minestra di fave e al centro una bella montagnetta di cicoria. Io alla fine ho dato una spolverata di pepe e di pecorino grattugiato e ho decorato il tutto con un filo d’olio. Bona vera! Barbara
3) olio
4) facoltativo: pecorino grattugiato
5) facoltativo: pepe Quando avete tutto INIZIAMO: Sciacquate bene le fave e mettetele in 1 litro e mezzo di acqua fredda salata. Fate bollire e continuate a cucinare per un’ora a fuoco basso, fino a che vedrete che le fave si saranno spappolate e la consistenza della vostra minestra sarà cremosa. Intanto avrete pulito la vostra cicoria eliminando il grosso dei rami bianchi (ma non tutto) e la avrete fatta bollire in acqua salata per una ventina di minuti. Una volta pronta scolate, strizzate e tagliate a pezzetti. Per finite passate la vostra cicoria in padella un paio di minuti con un goccio di olio. Ecco fatto! Ricetta facile facile no!? Ora basta prendere un piatto fondo, metterci la vostra minestra di fave e al centro una bella montagnetta di cicoria. Io alla fine ho dato una spolverata di pepe e di pecorino grattugiato e ho decorato il tutto con un filo d’olio. Bona vera! Barbara