La bionda di Venezia intervista il “Moro di Venezia”: Tommaso Chieffi.

Timoniere di 470 con cui ha vinto europeo nel 1981 e mondiale nel 1985.

Quinto alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984 .

Ha vinto l’Admiral cup per la squadra italiana come timoniere di Mumm’ a
mia nel 1995.

 

Timoniere di “Italia” alla Luis Vitton Cup nel 1985-86.

Tattico sul “Moro di Venezia”, “Oracle racing, Shosholoza” e “Azzurra” in Coppa America e Abn Amro nel Giro del Mondo poi vinto nel 2006

Tommaso Chieffi ha vinto 20 titoli mondiali e ieri sera ha mangiato l’ossobuco fatto da mio marito e il risotto alla milanese fatto dal nostro Bymbi ed è sopravvissuto! YES

Meno male che l’antipasto di radicchio alla trevisana e sbrinz lo avevo fatto io con le mie manone. Non potevo perdere l’occasione di cucinare per un pò pò di uomo: bravo e pure bbbono!

Tommaso Chieffi, moi e Tiziana al fidanzata di Milano (Hihi!)

Tommaso Chieffi, moi e Tiziana al fidanzata di Milano (Hihi!)

La serata non era iniziata nei migliore dei modi: il semifreddo al pistacchio che ci avevano gentilmente portato è finito per terra ben due volte!

Una volta alla sua fidanzata di Milano (come ogni marinaio ne ha una per ogni città) e una volta a me in cucina mentre cercavo di metterla al sicuro togliendola dalle mani di Tiziana. OPS!

Secondo voi potevo farmi scappare un’occasione così ghiotta per una bella intervista? Direi di no.

Prima gli ho fatto bere un paio di bicchieri di rosso e poi l’ho fatto parlare.

B: Tommy quando è nata la passione per la vela? 

T: Da piccolo. Quando ci siamo trasferiti a Milano dal Belgio. Ho vissuto ad Anversa per 5 anni. I miei genitori sono Italiani, ma lavoravano li. Appena arrivati in Italia mio padre iniziò a portarmi in barca a Maralunga, vicino a Lerici.

B: Quanti anni avevi?

T: Avevo 6 anni e andavamo in questa piccola barca a vela francese in legno. Quando poi papà da Milano si trasferì a Carrara ci siamo iscritti alla scuola vela e sono iniziate le mie prime regate.

B: Un amore per il mare che dura ancora visto che sei appena tornato dai Caraibi, beato te. Cosa hai fatto di bello in quel peradiso?

T: Il campionato Caraibico della classe Melgies 32

B: Se ci torni mi porti con te? Piego le vele, cucino, lavo il ponte. Lucido i winch. Mi trasformo in Polena (le statue decorative che si avvinghiamo alle prue delle barche) e faccio la guardia alla barca quando siete fuori a cena. Faccio quello che vuoi, ma portami con te ti pregoooooooooooo

Sei stato timoniere e tattico nelle barche più famose del mondo,raccontami il primo ricordo brutto che ti viene in mente senza pensarci troppo?

T: Quando nel ’81 su un 470 avevamo gia vinto il campionato europeo e stavamo per vincere anche quello del mondo, ma all’ultima prova un vero e proprio match race dell’equipaggio americano ci ha fatto perdere.

B: Mannaggia, e un ricordo bello?

T: Quando 4 anni dopo siamo riusciti finalmente a vincere il campionato del mondo nelle acque di casa a Carrara.

B: Senti lo so che sono un’impicciona, ma devi togliermi una curiosità: prima di una regata fate “all’amore” o come i calciatori state in ritiro?

T: Normalmente non ce n’è l’occasione perchè dove ci alleniamo spesso non ci sono donne in giro. Una volta, però, ricordo che eravamo a Sant Tropez a fare una regata e la mia fidanzata venne a trovarmi. Arrivammo in finale e poi perdemmo. Il mio prodiere mi accusò di essermi distratto sul finale. Non ho neanche avuto il corraggio di tentare di difendermi: un pò avevo torto io e un pò troppo era grosso lui.

B: So che hai 2 figli: Ginevra e Angelo. Quando partivi per le tue regate spesso non li vedevi per lunghi periodi, quanto ti è pesato?

T: Ti dico solo che mi è capitato di stare lontano da casa anche per 10 mesi di seguito, ero in nuova Zelanda con “Oracle racing”.

La sera prima del mio ritorno mia figlia Ginevra non ha dormito tutta la notte per l’emozione. Quando sono andato a prenderla a scuola, era alle medie, ci siamo abbracciati in silenzio per mezz’ora. Le lacrime non la smettevano di scendere.

B: Angelo è appassionato di vela?

T: Sono tutti e due appassionati però stando a Milano è difficile trovare l’occasione di praticare. Due estati fa mio figlio ed io siamo usciti in barca da soli dalla spiaggetta dello Yacht club di Porto Cervo. Visto che ci teneva a timonare lui, mi sono preoccupato di avvisarlo di stare attento ad alcuni scogli di superficie che c’erano in quella zona.
Peccato che lo scoglio lo ho preso io quando mi ha ceduto il timone per il secondo giro.

B: Un fenomeno! Raccontamene un’altra dai?

T: Di danni ne abbiamo fatti tanti . Abbiamo anche rotto un albero, mi sembra col Moro di venezia 2.

Il peggio però è successo quando ho rotto il timone del “Moro di Venezia 5” . Abbiamo incominciato a girare all’impazzata nel canale di San Diego (in California dove si disputava la Coppa America) fino a che la barca si è finalmente fermata in prua al vento a pochi metri da una boa di ferro che ci avrebbe sicuramente affondato.

B: Ma Paul Cayard dove era?

T: In quei giorni non poteva uscire con noi e mandò me come timoniere insistendo che uscissimo nonostante le condizioni del tempo avverse (NOTA DELLA BLOGGER: il solito pirla!)

B: Quando vi allenate cosa mangiate?

T: Se sono uscite per regate giornaliere a pranzo mangiamo barrette, frutta
o altre cose rapide “al sacco” e la sera mangiamo a terra o al
ristorante o a casa se abbiamo il cuoco.

B: Addirittura il cuoco?

T: Eh sì, se siamo in Coppa America o in altre competizioni internazionali,
spesso e più pratico vivere tutti assieme e avere un cuoco che ci
permette di non distrarci con uscite al ristorante e di mangiare sano.

B: E se non sono competizioni giornaliere?

T: Dormiamo (poco) in barca e non in casa, quindi spesso cuciniamo a bordo
sia a pranzo che a cena.

Se ripenso a quella volta in cui un mio collega scoprì il cibo liofilizzato…
Durante il “Fastnet” (regata dall’inghiliterra all’Irlanda e ritorno)
mise alcune buste di cibo liofilizzato in acqua nella pentola a
pressione. In teoria avrebbe dovuto scaldare l’interno delle buste che
andavano poi tolte dall’acqua e aperte e invece si dimenticò tutto sul
fuoco e le plastica delle buste si fuse nell’acqua assieme al loro
contenuto. Peccato che il furbone ci raccontò tutto quando, vista la
fame, avevamo già mangiato tutto senza fiatare.

B: Sogni nel cassetto?

T: Sono fortunato perchè li ho realizzati quasi tutti, ma ogni volta che
inizio con un nuovo programma l’ambizione è quella di riuscire sempre a
migliorare e se si può anche vincere.

B: Cosa stai facendo di bello ora a parte mangiare quell’ottimo semifreddo
al pistacchio che la tua fidanzata ed io siamo riuscite a salvare ben due
volte dal pavimento?

T: Sono tattico di “Bronenosec” (che in Russo vuol dire “corazzata”)
sposorizzata da Gazprom. Si tratta di 60 piedi con cui abbiamo vinto la
“Swan cup” l’anno scorso e la prima edizione della “Nord stream race”
sul Baltico. Quest anno si torna nei mari del nord.

Poi ho un altro progetto con un melges 32 che si chiama “Sinergy GT” con cui faremo il campionato del mondo della classe a Portocervo a settembre.

Farò anche un paio di regate con il mio vecchio amico Pigi (Loro Piana) sul My Song tra cui la Superyacht di Porto Cervo da lui sponsorizzata, e poi parteciperò al campionato del mondo di Altura ad Ancona.

 

Il nostro ossobuco di ieri sera! Slurp

Il nostro ossobuco di ieri sera! Slurp

Per finire ho un progetto interessante che si sta chiudendo con la firma in
questi giorni, ma te lo racconto la prossima volta che prepari l’ossobuco

B: l’ossobuco lo faccio al massimo una volta l’anno, rivediamoci prima dai!

Barbara

Una super mamma con le ruote: intervista a Giovanna Fabbri.

Poco tempo fa sulla mia bacheca di facebook ho scritto un post che diceva così ” il mio bicchiere è sempre metà pieno”.

Hanno commentato in tanti, ma il commento che mi è rimasto più impresso è stato quello della mia amica Giovanna che ha scritto “anche il mio”.

Giovanna è nata a Firenze l’11 marzo del 1965 e il 4 febbraio del 1994 ha fatto un brutto incidente in auto. Era da sola. Ha subito quello che i medici chiamano “trauma catastrofico” ossia una lesione midollare della spina dorsale. Non ha più la stessa sensibilità di prima dalla quinta vertebra dorsale in giù e da quel giorno si può spostare solo con le sue 2 ruote.

Tranquilli, so che l’inizio può sembrare quello di una storia triste, ma vi assicuro che non lo è.

Se penso a quel lontano febbraio del 1994 e al mio arrivo nella sala rianimazione dell’ospedale di Piacenza, mai mi sarei immaginata di ritrovarmi dove sono oggi, con lei.

Sto per intervistare Giovanna al parco Sempione. Splende un caldo sole e sua figlia sta andando sull’altalena a pochi passi da noi.

Eh sì! Avete letto bene: Giovanna ha una figlia bellissima che ha quasi 6 anni e che quindi è nata dopo l’incidente.

B: si può diventare mamme anche nella tua condizione?

G: non ho più la sensibilità di prima, ma il mio corpo reagisce come prima…Ci siamo capiteee?

E qui parte la prima risata!

B: senti, visto che ci conosciamo da anni e che sono un’impicciona, ti faccio subito una bella domandina facile facile: vuoi dirmi che raggiungi ancora l’orgasmo?

G: ebbene sìììììì. E’ un altro tipo di piacere, ma è sempre un piacere! 

B: ma come hai fatto a partorire?

G: premesso che ho avuto una gravidanza meravigliosa e che ho nuotato fino all’ultimo giorno, ho fatto il cesareo. Lo joga mi ha aiutato tantissimo prima, durante e dopo la gravidanza, insegnandomi a lavorare sul respiro.

B: hai allattato?

G: sì, fino al quinto mese.

Giovanna ha avuto Greta con un compagno, ma ha poi proseguito la sua favola da sola.

B: hai qualcuno che ti aiuta?

G: per i primi 3 anni c’è stata tata Elene poi per fortuna ho potuto iniziare a gestire mia figlia da sola potendomi così riappropriare di un rapporto diretto senza filtri.

Ho giusto una signora che viene tutti i giorni un paio di ore o poco più se ho qualche impegno di lavoro quando Greta non è a scuola.

B: a proposito di lavoro, raccontami una tua giornata tipo?

G: Mi sveglio alle 7.30 e salto sulla mia nuova sedia ultraleggera in titanio che mi hanno regalato i miei amici (pesa solo 8 kg).

Faccio la colazione per me e Greta, ci prepariamo e saliamo in macchina.

B: come cavolo fai a salire in macchina da sola?

G: accosto la mia sedia al posto di guida dove mi sposto con l’aiuto delle braccia, poi stacco le ruote che appoggio dietro vicino a Greta e metto il telaio della sedia accanto a me sul posto del passeggero (dopo l’intervista sono stata un pò con lei e confermo tutto, nessun aiuto! All’inizio non voleva neanche che la spingessi).

B: a te sembrerà normale tutto ciò, ma non lo sembra a me che tante volte la mattina sono così bollita che faccio fatica a salire sul mio scooter nonostante io abbia tutto al posto giusto.

G: ti prego Babi non mitizzarmi e non compatirmi, ma considerami normale che è la cosa più bella che tu possa fare.

B: compatirti? Come faccio a compatire una con la tua carica. Dispiaciuta sono dispiaciuta: ti conosco da ben prima dell’incidente…ma compatirti mai.

Lasciati ammirare però! Ma andiamo avanti con la tua giornata tipo. Dopo che lasci Greta a scuola che fai?

G: vado in Rai dove sono programmista/regista per Rai 2 . Seguo “Quelli che…” dai tempi di Fabio Fazio.

Sto li fino alle 15.30 e poi vado a prendere Greta all’asilo. Stiamo un pò in piazzetta davanti all’asilo o andiamo al parco Sempione quando Greta non ha altri impegni.

B: che cosa fa di bello Greta dopo la scuola?

G: Greta fa judo, canta per il coro alla scuola musicale (fa lezione di voci bianche) e joga.

B: con una mamma con la tua voce, Greta non poteva che seguire le tue orme (Giovanna canta divinamente). E dopo questi mille impegni che fate?

G: verso le 19.30 ceniamo poi guardiamo un pò di tv oppure io mi metto a letto e lei fa la scimmia sulla sua altalena preferita che altro non è che un appiglio che usavo per alzarmi dal letto quando ero incinta.

Alle 20.30 le racconto una favola poi spengo tutto. Quando si è addormentata, io mi guardo un film o leggo un libro, mi coccolo e faccio joga. 

G: ti ricordi quando hai dormito con me al Rizzoli di Bologna un mese dopo l’incidente?

B: cosa fai mi rubi il “mestiere” e ti metti a fare tu le domande? Certo che me lo ricordo! Abbiamo riso tutta la notte come due deficienti e già allora mi chiedevo dove cavolo tu trovassi tutta quella energia e quell’allegria anche dopo quello che ti era successo.

G: per non impazzire mi sono subito calata nella parte di un’attrice che doveva interpretare un nuovo ruolo.

B: per quanto sei riuscita a recitare la tua parte?

G: non lo so esattamente. Ad un certo punto la finzione è diventata realtà senza grossi traumi e la vita vera ha preso il sopravvento senza però farmi perdere il sorriso.

B: sei felice?

G: certo che sono felice! Oggi avrei potuto essere sotto terra e invece sono qui a chiacchierare con te al sole, senza perdere di vista mia figlia che si sta divertendo con le sue amiche.

Greta ha dato un senso a tutta la mia vita.

B: ehi bugiardella! Greta ti avrà sicuramente resa più felice, ma io mi ricordo bene di te anche prima della sua nascita ed eri già così positiva.

Giovanna io non ti mitizzerò e non ti compatirò mai, ma una cosa fammela dire: ce ne vorrebbero di persone come te che non si piangono addosso e che vedono il bicchiere sempre metà pieno.

 Sono fiera di esserti amica.

Barbara 

Oggi vi racconto come sono riuscita a rivedere Cracco e cosa ha raccontato…

Era da giorni che aspettavo le 12 di oggi, poi mio figlio si è ammalato e io non riuscivo a trovare una babysitter che venisse a casa per un paio di ore.

Che guaio!

Dovevo andare da lui, dovevo rivederlo.

Visto che non avevo il suo numero di telefono e che di certo non risponde lui quando chiami il suo ristorante, la soluzione era una sola: andare al Museo della Scienza alle 12 di oggi e sperare di riuscire ad entrare.

Cracco! Volevo rincontrare Carlo Cracco. Ora che sono diventata un’appassionata di cucina e che mi sono guardata e riguardata Master Chef fino allo sfinimento…dovevo rivederlo.

Ho avuto più volte l’occasione di cenare al suo ristorante http://www.ristorantecracco.it  perché mi aveva portato Davide Rampello, un amico comune. Davide è stato per anni il presidente della Triennale e ora è curatore delle attività culturali e artistiche dell’EXPO e direttore artistico del padiglione zero.

(Se ve la siete persa e se vi interessa, leggete la mia intervista a Rampello sul mio blog. http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=199 

Sono poi tornata da Cracco diverse volte compreso un romantico tete-a-tete con mio marito. Che dire? Cenare da lui è un’esperienza, se poi riuscite a farlo nell’unico tavolo in cucina dove è lui stesso a prendersi cura di te e a raccontarti i suoi piatti…allora diventa un sogno.

museofotoPurtroppo non avevo il numero di telefono di Cracco (sennò me lo sarei venduto e sarei diventata ricca) quindi oggi dovevo assolutamente andare, ma la febbre di mio figlio degli ultimi giorni mi aveva ormai fatto rinunciare al progetto!

Immaginatevi la mia faccia quando Danny boy stamattina si è svegliato sfebbrato e con taaanta voglia di tornare a scuola. E così fu.

palestrafotoMio marito lo ha portato all’asilo e io prima mi sono “fiondata” a fare la spesa, poi in palestra dove non andavo da venerdì scorso (cosa che mi ha creato una forte crisi di astinenza) e poi mi sono fatta una doccia al volo e mi sono precipitata al Museo della Scienza e della Tecnolgia di Milano.

Alle 12 iniziava l’intervista di Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) a Carlo Cracco. Tema: il cibo a regola d’arte!

Sono arrivata alle 11.55. Ovviamente c’era una coda lunghissima e non facevano entrare più nessuno perchè lo spazio era piccolo (unico piccolo grande errore dell’organizzazione).

Aiutooooo! Io dovevo entrare! Ad un certo punto è apparso il mio angelo custode (non dirò il suo nome neanche sotto tortura) che mi ha presa per un braccio e mi ha fatta entrare.

Dopo 3 minuti ero lì, prima in piedi accanto ad un ombroso Davide Oldani (per una volta spettatore) e poi bella comoda in prima fila.

oldanifotoCon la mia sfacciataggine ho anche avuto il coraggio di chiedere ad Oldani di svelarmi il segreto per andare a cena da lui (ci ho provato tante volte, ma non ho mai trovato un buco libero) e sapete cosa mi ha risposto? “Chiama dopo le 10 del mattino al ristorante”. Grazie, bella dritta davvero, ci riproverò.

Ma torniamo a Cracco.

Cracco è stato intervistato da Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) e io sono rimasta ad ascoltare e a prendere appunti come una scolaretta. Con taccuino e penna, come quando appena trasferita a Milano da Venezia, andavo ad intervistare i cantanti famosi per Radio San Marco Centrale (eh sì! Nella mia vita ho fatto anche l’inviata per una radio!).

Se siete stanchi di leggere…FINE PRIMA PARTE 

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Se eravate stanchi di leggere…INIZIO SECONDA PARTE

Vi racconterò ciò che mi è piaciuto di più di questa lunga ed interessante intervista.

Carlo Cracco ha iniziato parlando del fatto che l’interesse per la cucina in Italia è scoppiato da soli 2 anni, secondo lui già in ritardo avendo noi un paese con materie prime così importanti. Basti pensare che in America già da anni hanno trasmissioni 24 ore su 24 che parlano di cucina e di ricette.

Il direttore del Corriere dell Sera giustamente sottolineava che forse in America esagerano pure: svegliarsi la mattina, accendere la tv e vedere certe ricette prima ancora di fare colazione…non sempre è così piacevole!

Carlo Cracco ha sottolineato come in Italia abbiamo un modo di mangiare più corretto che in tanti altri paesi e proprio per questo motivo dobbiamo capire come utilizzare al meglio questa fortuna e il nostro grande patrimonio di materie prime.

In Francia il grande chef degli ’60 Paul Bocuse già ai tempi si faceva sempre fotografare con tutti davanti a gigantografie di cucina. Da noi invece la cucina per troppi anni è stata collegata solo al concetto della donna in generale e della nonna che preparava in casa per la famiglia.

Carlo (a questo punto direi che siamo diventati amici quindi scusate se ogni tanto mi dovesse scappare un “Carlo”! Hihi) ha raccontato di quella volta in cui andò a mangiare da Gualtiero Marchesi e capì che era lì che voleva andare a lavorare. Ha confessato che è stata dura riuscire ad avere un colloquio con Marchesi, ma che essendo sempre stato lui uno cocciuto…alla fine ci è riuscito. E stato un periodo alquanto faticoso perché per mesi ha fatto su e giù da Vicenza, la sua città, ma alla fine la sua fatica è stata premiata.

Curioso scoprire che in quei tempi da Gualtiero Marchesi erano veramente in pochi gli Italiani: giusto lui, Davide Oldani e un paio di altri ragazzi. Gli altri erano tutti stranieri: tedeschi, francesi, giapponesi…quindi oltre alla difficoltà di imparare una nuova arte si aggiungeva il fatto che la lingua predominante non fosse l’italiano. Il francese per molto fu la lingua di riferimento in cucina. Oggi le cose sono cambiate.

Marchesi rimase subito meravigliato di come Cracco, a soli 19 anni, sapesse già cucinare così bene la carne (cosa in cui si cimentava già da tempo). Peccato che se invece si ritrovava davanti al pesce…saliva la curiosità per quella materia a lui così sconosciuta.

“Per decidere di provare a diventare chef a 19 anni serviva molta incoscienza”, ammette Cracco. In quel periodo non c’era internet e non c’erano riviste che parlassero di cucina quindi le informazioni sui ristoranti erano poche. Le testimonianze erano solo date dal passaparola.

Carlo sostiene che se la cucina italiana fosse più omogenea sarebbe di sicuro più forte, ma perderebbe molto. In Francia per esempio, la cucina è molto più omogenea e infatti hanno perso molta della varietà che avevano prima. Ecco perchè ci invidiano la differenza dei prodotti che abbiamo in Italia, anche quando ci si sposta solo di 100 km.

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Ferruccio de Bartoli ad un certo punto ha chiesto a Cracco se guarda e segue altri chef e Cracco ha fatto il nome del grande Ferran Adrià che con immenso coraggio si è preso la briga di “innalzare la lancetta” della cucina internazionale proponendo per la prima volta la famosa cucina molecolare, gesto che ha sicuramente fatto discutere, ma che ha aperto la strada ad un nuovo mondo.

Alla domanda del direttore del Corriere della sera su come la tecnologia avesse influenzato il lavoro in cucina, Cracco ha risposto che basta pensare che fino a pochi anni fa in cucina esisteva solo la bilancia e che questa veniva usata solo in rari casì laddove l’occhio, la mano e l’esperienza non riuscivano ad arrivare.

Si è poi finito a parlare dell’essicatore che Cracco ama molto e di cui non potrebbe più fare a meno. Una delle cose che non scorderò mai sono le chips di verdura essiccate che una volta mi portò al tavolo prima di iniziare la cena: un’esperienza unica, un orgasmo per il palato. Sorry, ma quando ci vuole ci vuole!.

La tecnologia senza la base però serve a poco e Cracco lo ha voluto sottolineare bene. Come l’estetica da sola non ha sostanza se manca il resto.

Mi è piaciuto molto cosa ha detto Cracco quando il direttore del Corriere della Sera gli ha chesto come siano cambiati negli ultimi anni il pubblico e la cultura del cibo.

Cracco ha raccontato che fare un ristorante oggi è molto difficile perchè il cliente vede solo il piatto finale che viene consumato in poco più di 3 minuti mentre dietro a quel piatto c’è tanto alto. C’è la ricerca delle materie prime, c’è il menù da fare perchè ahimè, dice lui, per legge va fatto sempre un menù che va anche esposto all’esterno dei ristoranti con i prezzi.

Putroppo, aggiunge giustamente, ci sono momenti come questo in cui due giorni prima nevica e due giorni dopo c’è il sole. Magari non si trovano gli asparagi che sono sul menù, ma si trova la verza. Ecco perchè il suo scopo è quello di cercare di ridurre il più possibile il filtro che c’è tra il cliente e la cucina. Cracco cerca sempre di creare un rapporto di intimità con il cliente. E’ indispensabile poter parlare con lui e capire cosa non può mangiare e cosa ama di più. E capire soprattutto se ha fame perchè a volte capita anche chi non ha fame.

Questo è quello che Cracco fa quando riesce ad essere in sala e questo è quello che fanno quelli che lavorano per lui. Il menù deve diventare quasi un accessorio.

L’ultima chicca che vi racconterò di oggi parla di un tavolo, del “table d’hote”.

E’ il mio tavolo preferito perchè non è in sala come gli altri, ma in una nicchia nascosta dentro le cucine di Cracco.

Oggi ho scoperto come è nata questa idea. Carlo ha raccontato che è un’idea che ha preso in Francia dove nelle cucine esisteva un tavolo in cui mangiavano il personale e i cuochi. Visto che il personale mangiava prima di pranzo alle 11.15 e prima di cena alle 18, questo tavolo alla fine rimaneva libero.

Quando in sala non c’era posto, gli amici venivano fatti accomodare in cucina e gli si dava loro da mangiare quello che passava per il convento, quello che “avanzava”. Gli amici si sentivano onorati di tale fortuna, ecco perchè Cracco quando ha fatto il ristorante e ha visto che in cucina gli avanzava una nicchia che non aveva le altezze giuste per mettere cappe o altro…ha pensato di farci un tavolo per gli amici.

Nessuno credeva in quel tavolo, tutti gli dicevano che nessuno avrebbe voluto cenare in quell’angolo nascosto in cucina.

Peccato che ora sia il tavolo più ambito. Da lì vivi tutto, da lì senti i profumi, l’energia, e vedi muoversi le abili mani di Cracco e della sua incredibile brigata. Quel gruppo di grandi professionisti che per lui forse è diventato un pò come una seconda famiglia.

cracco intervistatofotoA proposito di famiglia, secondo voi sono andata via senza fargi una domanda?

Eh no! Come mi hanno messo il microfono in mano sono diventata bordeaux (non sembra, ma sono molto timida!).

Nonostante la temperatura del mio viso, sono riuscita a chiedergli se la sua passione sta influenzando anche i suoi figli (più che altro le due figlie visto che Pietro, l’ultimo arrivato, è ancora piccolino)

Carlo mi ha riconosciuta e dopo un lieve sorriso (a quel punto da bordeaux ero diventata viola!) mi ha risposto che è dura trasmettere la sua passione per la cucina alle figlie, ma che lui ci prova predendole per la gola. 

Una volta sbollito il rossore non ho restituito il microfono e gli ho chiesto anche se trova il tempo per cucinare a casa. La sua riposta è stata ” Devo farlo anche perchè se non cucino io…”

Che donna fortunata la sua.

E che uomo lui. Avendolo conosciuto prima di Master Chef e avendolo rivisto dopo…posso assicurarvi che non si è per niente montato la testa ed è rimasto l’uomo super disponibile e un po’ timido che ricordavo. Chapeaux! 

Se state pensando “bello questo articolo, ma che lungo”…sappiate che non è finita qui perché lo rivedrò presto, ma quando succederà sarà una cosa un pò più intima e forse avverrà in cucina.

Ops! Mi stavo dimenticando di raccontarvi della crema di riso con olive taggiasche e salsa verde che mi ha fatto assaggiare dopo l’intervista! Wow

Barbara

 

 

Questo si che è un vero papà. Intervista ad Alessandro Costacurta

Arrivai a Milano da Venezia nel 1989.

Da quel momento iniziai a vivere da sola e casa mia divenne presto un porto di mare: gente che andava e veniva.

Spesso organizzavo delle vere e proprie feste. Nel giro di un paio di anni casa mia divenne meta di tanti amici e di amici di amici.

Fu così che in una delle varie serate, portato da un amico comune, arrivò anche lui: l’ambitissimo e bellissimo Alessandro Costacurta. Ai tempi era fidanzato, ma quella sera arrivò senza di lei. Fu una serata molto divertente e lui si comportò come sempre da grande gentleman con tutte. 

Un paio di mesi dopo, nel lontano 1992, andai all’Hollywood, che il quel periodo era la mia seconda casa, e lo rividi.

Lo salutai con il mio solito trasporto e lui mi bloccò al volo dicendo che quella sera era con la sua storica fidanzata e che la signorina era parecchio gelosa. Non avrebbe saputo come spiegarle che ci conoscevamo e che era addirittura venuto ad una festa da me senza di lei.

Io, un amichetto e Floriana a Ponza

Io, un amichetto e Floriana a Ponz

 

Lo salutai e mi allontanai prima che lei apparisse la gelosona all’orizzonte.

 

Dopo 5 minuti, mentre lui era a fare “plin plin”, incontrai Floriana, una mia carissima amica di infanzia.

Da piccole avevamo passato intere estati a Ponza assieme ai nostri genitori che erano amici e non ci vedevamo da ben più di 10 anni.

 

 

 

 

flofotoImmaginate la mia faccia quando mi disse che era lì con il suo fidanzato Alessandro Costacurta!?

 

E immaginate la faccia di Billy quando ci vide arrivare al privè dell’Hollywood a braccetto e ridendo come due matte.

 

Oggi è il 19 marzo e 17 anni fa Alessandro e Martina si stavano dando il primo bacio.

“Eravamo sotto casa sua in Via Sottocorno sulla mia Mercedes Pagoda Blu e sullo sfondo cantava Mina”

Ne è passata di acqua sotto ai ponti. Alessandro si è sposato con Floriana e poi purtroppo si sono separati.

E’ arrivata Martina e ora Alessandro è un ottimo marito e un papà, un bravissimo papà.

Ricordo ancora la faccia che ho fatto quando a settembre del 2012 ho aperto il giornale “Amica” e ho visto la foto di Billy vestito da donna.

billyfotoChapeau! Che coraggio. Solo un uomo di classe come lui poteva fare una cosa del genere rimanendo maschio e nello stesso momento dicendo “no all’omofobia”.

Il messaggio che ha voluto dare facendosi fotografare così per “Amica” è che Gay, etero, bisex…non importa.  

Si parlava del fatto che fare coming out per un calciatore qualunque avrebbe avuto di sicuro delle conseguenze con le tifoserie avversarie, ma che se a dire “sono gay” fosse stato un grande campione amato da tutti, allora la cosa avrebbe potuto fare la differenza.

B: RIvederti oggi in quell’immagine vestito da donna mi fa pensare anche al 8 marzo da poco passato. Non ho mai amato festeggiare questa ricorrenza visto che siamo donne anche negli altri 364 giorni e quest anno la voglia è stata ancor meno. 

Nel 2012 in Italia sono state uccise 103 donne quindi c’era ben poco da festeggiare. Secondo te cosa sta succedendo nella nostra società !? Come mai tanta violenza nei confronti delle donne specialmente da parte dei loro compagni? 

A: Il problema è che le donne sono sicuramente cambiate mentre gli uomini sono rimasti uguali . In molte occasioni si vedono famiglie paternalistiche dove l’uomo si sente superiore. Momenti grami come quelli di questo periodo hanno sicuramente portato ad un innalzamento dello stress nell’uomo.

Alcune rivendicazioni che la donna non faceva anni fa, adesso non fanno che aumentare l’esaurimento di certi uomini malati. C’e’ una forma di depressione negli uomini che non si sono adeguati ai tempi.

billyfigofotoB: Non posso che darti ragione, ma ora passiamo a qualcosa di più leggero dai sennò mi tocca cambiare il motto del mio blog da “Contagio imminente” ad “Ansia imminente”! Ops 

A mio parere, e come me sono sicura che la pensano in tanti, sei stato uno dei calciatori più eleganti della storia del calcio.

Cosa non manca mai nell’armadio di uno uomo di classe?

A: Il cappotto sopra in ginocchio, classico ma sportivo. Non potrei mai rinunciare alla camicia bianca. Non uso piu i boxer perche sono scomodi, ma preferisco quelli di maglia di cotone belli attillati. Datemi pure il cartellino rosso, ma non riesco piu ad usare neanche la lana quindi ormai indosso solo cachemire. Un’altra cosa di cui non riesco più a fare a meno sono gli stivaletti.

B: Gli stivaletti?

A: Perché ho i piedi usurati e la suola di gomma mi aiuta. Inoltre li trovo più eleganti di qualsiasi altra scarpa sportiva. La pressione sui malleoli aiuta!

B: In “Amica” dicevi che se tu fossi una donna vorresti un bel seno, una borsa di Hermes e ci proveresti con Brad Pitt. Me le spieghi?

A: Trovo che una donna, indipendentemente dal vestito che indossa, sia elegante se porta una borsa di Hermes. Per quanto riguarda il seno ti rispondo che se fossi donna vorrei essere guardata e visto che quasi tutti gli uomini guardano solo quello…

B: Quasi? Ma fammi il piacereee. Tu invece no? Cosa guardi in una donna?

A: Io guardo gambe e sedere

B: Ok ciao io vado, ho da fare!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

B: Vabbè dai resto, ma tu non mi guardare nè gambe né sedere quando mi alzo perchè ci devo lavorare ancora parecchio. Hi hi!  E di Brad Pitt cosa mi dici?

A: Penso che sia l’uomo più bello del mondo . Sono un grande ammiratore di “Thelma e Louise”  in cui lui recitava.

A proposito di 8 marzo, te la ricordi la trama del film Barbara?

Lei scappa di casa proprio perché il suo uomo la picchiava e le due amiche sacrificano la loro vita in nome della libertà. 

B: Certo che me lo ricordo, ho amato tanto anche io quel film. Però adesso facciamo che abbandoniamo quell’immagine alquanto insolita di te vestito da donna e torniamo all’Alessandro 100% maschio che piace tanto a noi ragazze (Ok, ok donne! Scusate, ma io mi sento sempre una ragazzina!)

B: Come è cambiata la tua vita senza palla? Ti manca?

A: Sono molto più sereno

B: Raccontami una tua giornata tipo.

A: Mi sveglio alle 7.05 e dopo la colazione esco per accompagnare nostro figlio Achille a scuola. Alle 9.05 sono in palestra al Club10 al Principe di Savoia (quasi tutti i giorni) e alle 11 di solito mi dedico a diversi appuntamenti di routine. Alle 12.30 se riesco pranzo a casa.

Dalle 14 alle 15.30 leggo e seguo le notizie sportive. Alle 15.30 esco per andare a prendere Achille e torniamo a casa verso le 16.30. Sto con lui quando non ha i vari dopo scuola (inglese, hip hop dance, nuoto etc) altrimenti vado subito a preparare i video per le mie dirette a SKY.

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B: E Martina !?

A: Martina quando non lavora ovviamente e’ sempre con noi, ma non guidando lei l’indispensabile divento io!

B: Spesso i mariti “soffrono” un pò le mogli che lavorano troppo e che magari guadagnano più di loro. Tu cosa ne pensi?

A: Io penso che di sicuro in questo momento della nostra vita Martina lavora e guadagna più di me, ma sono molto contento perché quando mia moglie lavora è felice e quando porta in casa questa sua gioia fa solo del bene anche a noi.

B: Che uomo, fossero tutti come te…

Sono un’inguarible romantica quindi voglio sapere come hai conosciuto Martina e quando hai capito che era la donna della tua vita ?

A: La vedevo sempre in tv quando faceva un programma a mezzogiorno con Gerry Scotti nel 1996.

Ero single da quasi un anno (prima era sposato con la mia amica Floriana) quando Piero Gaiardelli, un mio amico che ai tempi lavorava in Reebook, ricevette una telefonata di Martina che aveva bisogno di alcune scarpe.

Gli strappai il telefono di mano e le dissi “Cara Martina io sono Alessandro Costacurta, ti vedo sempre con Gerry e spero un giorno di conoscerti “.

Grande fortuna che anche lei un quel momento fosse single (era stata lasciata da Alberto Tomba da tre mesi) .

Dopo un mese, a febbraio, Panucci, 3 modelle danesi ed io andiamo a cena al BBQ e al tavolo di fianco mi ritrovai Martina con la mamma e la zia. Ci salutammo e lei mi disse che dopo 2 giorni avrebbe sfilato per Armani. Ovviamente mi feci trovare lì e al dopo sfilata iniziammo a parlare. Ricordo che Martina era con Giovanni Malagò, attuale presiedente del Coni ai tempi suo grande amico.

Ho capito che sarebbe potuta essere la madre di mio figlio dopo un paio di anni che stavamo assieme.

B: Come le hai chiesto di sposarti !?

A: Un sera le dissi che dovevamo andare assieme a Venezia in aereo privato per una convention di Banca Mediolanum (perchè io a Venezia ci vado sempre e solo in treno? UFFA). In realtà andammo a Parigi e in cielo, all’altezza della Torre Eiffel, le diedi l’anello e le chiesi di sposarmi.

B: In ginocchio?

A: Purtroppo, no! Stavamo atterrando e dovevamo tenere la cintura di sicurezza

B: Wow! Neanche a Beautiful succedono certe cose. Anello in cielo con vista Torre Eiffel. 

A: Magari! Pioveva talmente tanto che non si vedeva quasi nulla.

B: Parlami di Achille e di quando Martina ha scoperto di essere incinta, come te lo ha detto?

A: Mi stavo allenando, lei era a Roma e mi ha chiamato a Milanello mentre mi stavo allenando. Sono andato di corsa al telefono dello spogliatoio e ho ricevuto la bella notizia.

B: Te lo ha detto al telefono?

A: Sì perché doveva rimanere ancora a lungo a Roma per lavoro e non ce la faceva più ad aspettare.
 

loro3Small_Audi-2B: A propsito di allenamenti, Achille gioca a calcio?

Sì. Ha giocato un pò a rugby, ma poi ha preferito il calcio.

B: Lo hai spinto tu a giocare a calcio? In che ruolo gioca?

A: Ha voluto andarci lui perchè ci giocano i suoi amichetti e per ora non gioca in nessun ruolo, si limita a correre dietro alla palla.

B: Come è Achille e che tipo di genitori siete voi?

A: Achille e’ un bambino molto vivace, tipico maschio energico per fortuna più Riccionese che Varesotto. Noi cerchiamo di essere soprattutto presenti .

Ai nostri tempi i genitori giocavano poco con i figli, specialmente i padri.

Noi vogliamo che Achille da grande abbia dei ricordi diversi.

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B: Come ti piace di più Martina? Tacco temperato o ballerina?

A: Mi piace molto quando ha la gonna corta svolazzante e il tacco.

B: Un bel ricordo di quando eri al Milan?

A: I ricordi più belli per me non sono stati quelli in campo, ma nello spogliatoio.

Mi ricordo il post rissa Tassotti-Van Basten: avevano litigato in allenamento per un entrata un po’ dura e nello spogliatoio abbiamo cercato in tutti i modi di fargli fare pace. Io andavo da Mauro e Paolo (Maldini) da Marco. Ci abbiamo messo un paio di ore, ma alla fine ci fu l’abbraccio.

Marco ora viene in Italia solo quando sa che Mauro e’ libero per giocare a golf con lui.

B: Un brutto ricordo?

A: Quando dopo 21 anni di Milan mi hanno detto che non mi avrebbero rinnovato in contratto nel 2001. Mi ero rotto il ginocchio e pensavano che non sarei riuscito a recuperere

B: Sogni nel casetto?

A: Allenare il Milan

B: Bene! Facciamo finta che tu sia già l’allenatore: stasera c’è Milan-Barcellona, chi schiereresti in attacco?

(Non penserete mica che io faccia le interviste in diretta! Questa intervista l’ho fatta martedì 12 marzo alle ore 12 e quella sera si sarebbe giocato il partitone Milan-Barcellona) 

A: Barbara ok che non lavori più al Milan (ci ho lavorato per 2 anni dal 1999 al 20101), ma si vede che non segui proprio più il calcio!

Chi vuoi che possa schierare stasera?! Balotelli non può giocare in Champions e Pazzini è infortunato quindi le alternative sono poche: Boateng, Niang e El Shaarawy.

B: Vediamo se oltre a fare l’allenatore potresti essere anche un bravo veggente: come finisce il partitone?

A: Non sono mai stato un bravo veggente, ma ci provo: 3 a 1 per il Barcellona che però basterebbe per passare il turno.

Cavolo, ha sbagliato di 1 goal, ma in certi casi 1 goal purtroppo fa la differenza.

Magari come veggente non è proprio bravo, ma come allenatore ce lo vedrei proprio bene!

Auguri papà Billy

 

Barbara

Intervista a Federica Fontana: Blogger contro blogger.

Quanta fretta, ma dove corri dove vai !?”

Queste parole sembrano scritte per lei e il problema è che ora che Federica si è messa a correre….nessuno la ferma più.

Lunedì Federica ha lezione di box con Francesco, martedì si cimenta nella zumba con Alessandro, mercoledì fa pilates con la mitica Annamaria Cova, giovedì allenamento a corpo libero e crossfit con il suo personal trainer Christian e venerdì gioca a golf.

B: Ti prego dimmi che almeno sabato e domenica riposi !?

F: Il we è dedicato interamente alla mia famiglia, ma se siamo in montagna non resisto e mi concedo un po’ di skating (sci di fondo pattinato).

B: Anche io, da quando sono rimasta incinta, mi sto dedicando un pò di più al benessere del mio corpo, ma vado in palestra al massimo tre volte a settimana quindi…se mi sento ancora dire da qualcuno che sono diventata una fanatica della palestra, giuro che inizio a menare ! Andiamo avanti…

fedepallafotoB: Fede ti conosco da tempo, ma non ti ricordavo così sportiva !? Cosa e’ successo !?

F: E’ successo che sono sempre stata una curiosa e mi è sempre piaciuto provare diversi sport, diverse discipline e diverse emozioni. Il problema è che andando avanti le passioni si accumulano, ma il tempo per praticarle rimane lo stesso.

B: Non sei mai stanca !?

F: No! Più faccio sport e più mi rendo conto che non riesco a farne a meno. Muovermi MI FA STARE BENE. Quando sto bene riesco ad affrontare la vita con una marcia in più e la stanchezza la sento meno.

B: Hai due figli stupendi e noto che li segui tu in prima persona. Vedo che quella che pensavo fosse la tata ti da una mano giusto per la casa. Fai sport tutti i giorni e non hai mai smesso di lavorare. Prima ti ho vista arrivare con i sacchetti del supermercato quindi ne deduco che sia tu ad occuparti  anche della spesa. In questo momento non sei truccata e hai una pelle pazzesca. Ti sei appena mangiata una bella merenda pomeridiana, ma sei sempre in forma e soprattutto…sei sempre sorridente.

Non esco da casa tua se non mi dici qual è il trucco. Dove hai nascosto la tutina da Wonder Woman?

fedevideootoF: Nessun trucco. Come te sono una persona che vede il bicchiere sempre metà pieno e l’entusiasmo è il mio carburatore. Proprio per questo motivo ho deciso di raccontare i piccoli segreti della mia vita quotidiana in un blog.

B:  Evviva, un’altra donna positiva pronta a contagiare. Come mai hai deciso di chiamare il tuo blog “runfederun” ?

F: Perché corro quando faccio sport e in quanto mamma corro anche durante tutto il resto della giornata, come tutte le altre mamme.

B: A proposito di mamme, che tipo di mamma sei ?

fedefamilyfotoF: Sono una mamma severa, ma molto presente. Pur essendo io molto esigente, Noe e Sofia mi danno molte soddisfazioni, così, per premiarli, spesso mi invento dei momenti speciali tutti per noi e li sorprendo con improvvise trasgressioni meritate.

Mi piace allestire il cinema a casa con popcorn e leccornie varie oppure quando siamo al mare, e non hanno scuola, facciamo gite in notturna al luna park. 

B: Mio marito da quando ho aperto il blog spesso giustamente mi rimprovera dicendo che vivo on line. Mi ha aiutato lui ad aprirlo, ma forse ora, pur essendo felice per me, si è un po pentito! Ops. Felice cosa dice?

F: È stato mio marito a darmi l’idea di aprire il blog e visto che ha una passione sfrenata perche tutto cio che e’ tecnologico, mi consiglia lui sui contenuti più all’avanguardia per il fitness.

B: Sorry? Chi cosa stai parlando?

F: Di un braccialetto che ti misura la vita contandotini passi, calorie bruciate, peso etc, oppure delle cuffiette che non ti cadono mentre corri.

B: Perdindirindina Fede, sei sul pezzo eh !? Fitness, tecnologia…Di cos’altro parli nel tuo blog?!

F: Parlo del mio regime alimentare, di ciò che mi piace e che mi fa stare bene. Do qualche dritta su come prendersi cura della propria pelle e del proprio corpo senza trascurare mai di raccontare anche qualcosa di me e del mio lavoro

fedeboxfotoBello incontrare una donna così grintosa e sempre sorridente, ma se permettete vi do un consiglio:

Non fatela arrabbiare.

 

Barbara

Pablo Ardizzone, il grande truccatore, ci svela qualche “chicca” e qualche trucco: vip e casalinghe a confronto.

Il grande e paziente truccatore Pablo Ardizzone.

Se non ci fosse lui io uscirei ancora di casa con la couperose bella in vista, la faccia spenta e le labbra secche e invece…un pò del suo mitico correttore, una spolverata di fondotinta in polvere e un filo di rossetto hanno definitivamente cancellato dalla mia fronte la scritta “sono una casalinga disperata e no ho tempo per truccarmi”. 

Pablo Ardizzone (prontamente “contagiato” prima di iniziare l’intervista) è nato a Torino nel 1977 e ha trascorso i primi anni della sua vita tra Loano e Casalborgone.

B: Quando  è nata la tua passione per il trucco?

P: Quando in terza liceo sono tornato a Torino dopo un periodo trascorso a Novara in collegio (nota della blogger: il classico “mascalzone” spedito in collegio!) si è creato un gruppo di amiche con le quali mi trovavo in casa tutti i sabato pomeriggi per prepararci in vista della serata in discoteca.

Mia mamma è una ex modella quindi sono cresciuto vedendo lei che si truccava. Ai suoi tempi la figura del truccatore esisteva solo per le grosse produzioni quindi le modelle si truccavano spesso da sole.  In quei pomeriggi in compagnia, finivo spesso ad aiutare le mie amiche nell’operazione del trucco fino a quando arrivò il giorno in cui l’allievo superò le maestre.

B: Quando hai capito che questa tua dote sarebbe potuta diventare un lavoro?

P: Ho iniziato per passione, ma una volta visto che le richieste non mancavano e con loro anche i risultati, pur vivendo in una città piccola che non ha una specializzazione nel settore, ho capito che quello sarebbe potuto diventare il mio futuro.

B: In che senso Torino non ha una specializzazione nel settore?

P: Nel senso che non essendoci a Torino un gran mercato settoriale come invece per esempio a Milano c’è la moda e a Roma il cinema, ho dovuto imparare ad essere poliedrico e a calibrare la mano nelle più disparate situazioni. Dal Teatro Lirico al beauty fotografico. Dal trucco più caratterizzante e marcato del Teatro, dovuto anche al fatto che anche il pubblico più distante deve poter percepire le espressioni, al trucco non trucco degli effetti acqua e sapone nei beauty.

B: Questa tua poliedricità è stata un problema o ti ha aiutato al tuo arrivo a Milano?

P: E’ stato assolutamente un plus. A Milano la settorialità è quasi a compartimenti stagni: i truccatori che fanno teatro non fanno né moda né cinema né tantomeno televisione, e viceversa. Diciamo che sono partito avvantaggiato perchè sono riuscito a seguire da subito diversi personaggi nelle loro diverse performance professionali.

B: A proposito di personaggi, pensavi forse che non ti avrei chiesto qualche “chicca” sulle v.i.p. che trucchi ? Dai su confessati.

P: solo perchè sei tu…

Anna dello Russo non vuole che le si trucchi il collo. Valeria Marini (che lui chiama “La stella bionda” o “Valeriè”) si disegna da sola le labbra: non mi è “concesso” di toccare le sue labbra nonostante io abbia creato apposta per lei il suo rossetto preferito. Per Charlene Wittstock (la moglie di Alberto di Monaco) ho creato “Charlene”, il rossetto che ha indossato al suo matrimonio religioso che è stato visto “solo” da 150.000.000 di telespettatori. Un colore in esclusiva con una formula segreta che non rifarò mai più. Una grande soddisfazione per me (nota della blogger: come potete vedere nella seconda foto dell’articolo, Pablo, per il mio compleanno lo ha regalato anche a me uno dei suoi fantastici rossetti. Pappapperooo!)

B: Stai andando benissimo Pablo, vai pure avanti così, sì sì !

P: Quando truccavo Simona Ventura spesso tornavo a casa con il torcicollo perchè dovevo truccarla mentre lei stava chinata a leggere il copione. Non era un’impresa facile.

B: Un ricordo che ti fa sorridere?

P: Quando ho truccato Eleonora Abbagnato per il suo matrimonio a Palermo. Sua mamma ha fatto fare un giro a me e a Robi (di Coppola) nel suo bellissimo giardino e ci ha fatto mangiare le magnifiche e ottime pere da lei coltivate con amore.

Charlene invece, quando vado a truccarla a Palazzo, mi fa sempre trovare il patè de foie gras. Ormai mi conosce bene e sa che ne vado matto.

Settimana scorsa sono arrivato a Roma alle 15 per fare un lavoro con Valeria e ho scoperto che non aveva ancora pranzato per aspettare me. Che carina!

B: Sbaglio o finalmente la Marini si sposa?! Come la truccherai?

P: Eh sì, il 5 maggio sarà un grande evento tutto da vivere. Il trucco lo deciderò quando vedrò l’abito che vincerà il concorso che termina proprio oggi (Nota della blogger: Valeria Marini ha fatto un concorso chiedendo al suo pubblico di disegnare l’abito per lei)

pablo ed iofotoB: continuiamo a parlare di trucchi, ma non più del trucco delle v.i.p. Ora devi dare qualche utile consiglio alle “casalinghe disperate” e magari un po’ imbranate, come me. Dai dai proviamoci, da cosa iniziamo?

P: Il primo step è avere tutto il materiale pulito: spugne e pennelli vanno lavati bene. Spesso le allergie che vengono non sono dovute a nuovi prodotti, ma ai vostri accessori sporchi e pieni di batteri. 

B: Ops, appena torno a casa lavo bene tutto, promesso. Parliamo subito della cosa più urgente: le occhiaie. Come e quando si possono nascondere queste acerrime nemiche?

P: Quando? Sempre. L’importante è dove: bisogna partire dalla radice dell’occhio, ossia da quella piccola fossetta scura situata nell’angolo interno dell’occhio vicino al naso, e arrivare al massimo sotto la pupilla seguendo la lunetta scura. Non truccate mai la parte esterna dove ci sono le “zampe di gallina” perchè verrebbero solo enfatizzate dal prodotto essendo quella una zona di grande mobilità del volto.

B: Ma le occhiaie bisogna “trattarle” prima o dopo aver messo il fondotinta?

P: Se il fondotinta è il polvere, prima, se è liquido o cremoso si può fare sia prima che dopo. L’importante è che il colore del copri occhiaie sia ambrato perchè la punta di arancione corregge il viola del ristagno sanguigno. Fondamentale è non schiarire le borse perchè se le borse le schiarisci diventano più prominenti e quindi più pronunciate. Va schiarita solo l’occhiaia (nota della blogger: se non riusciamo a far sparire le borse possiamo sempre metterci sopra un bel logo e venderle!)

B: Ma le borse e le occhiaie sono la stessa cosa? Non ci ho mai capito un tubo.

P: No. L’occhiaia è il segno scuro e la borsa è il gonfiore che va dal segno all’occhio ed è dovuto al ristagno di liquidi.

B: Che correttore consigli?

P: Quelli a matita vanno bene per correggere piccole macchie, brufoletti, piccoli capillari etc mentre per il resto i correttori liquidi sono sicuramente i più facili da usare, ma se volete un effetto più compatto e duraturo meglio scegliere i correttori colati (le cosiddette “pasticche”) da stendere con le dita o con il pennello per essere più precise e mirate.

B: Ok quindi diamo bene gli step: si parte da?

P: Iniziate sempre dallo skin care lavando bene il viso con un detergente adeguato al vostro tipo di pelle (schiuma, olio, latte detergente etc). Passate il tonico anche questo mirato per la vostra pelle e poi contorno occhi e crema cercando di non sovrapporle. Se usate il fondotinta in polvere occupatevi prima delle occhiaie, se invece usate quello liquido o cremoso mettete prima quello. Dopo fondotinta e occhiaie passate a cipria e fard.

Con mascara e rossetto l’effetto “Bonne minne” (salute) sarà assicurato, ma se volete un tocco in più controllate le sopracciglia (nota della blogger: Frida Kahlo era una grande, ma le sue sopracciglia è meglio che rimangano uniche nella storia) . Ricordatevi che le sopracciglia non sono solo la cornice dell’occhio, ma danno proporzione a tutto il viso (nota della blogger: ecco perchè dopo anni ho ceduto e me le sono fatte tatutare visto che praticamente ne ero sprovvista). La tendenza attuale è quella di Brooke Shields in laguna Blu: grandi, ma ben costruite.

B: Ma se una volesse “esagerare” e mettere anche ombretto, matita o eyeliner etc, ma fosse imbranato come me?

P: Ricordandovi sempre che è meglio poco fatto bene che tanto, ma pasticciato…organizziamo un bel corso di trucco e vi spiego tutto per benino !

Sììì, sììì ! Facciamo un bel corso di trucco con Pablo qui a Milano!

Chi vuole partecipare?

 

Barbara

 

Ana Laura Ribas: come arrivare senza darla, guai a chi me la tocca!

ffotoAna Laura Ribas nasce tra i 40 e i 50 anni fa nel sud del Brasile a Paranà. Nel 1989 si trasferisce a Milano e ci mette le radici.

Nel 1991 Ana Laura conosce una simpaticisssssima pr anche lei arrivata a Milano nel 1989, ma dalla più vicina Venezia.

Le due, allora ragazze, si incontrarono per la prima volta al supermercato della Cooperativa di Cortina d’Ampezzo, nota località montana e mondana, in quei tempi ancora frequentata solo da gente rispettabile ed educata. Ana Laura era fidanzata con uno di questi, anche se il soprannome che io gli avevo dato non era poi così elegante: “pattumiera” (mangiava un botto e di tutto).

Avevo conosciuto quel ragazzo ad Ibiza durante le mie lunghe vacanze estive che passavo li con i miei genitori. Immaginatevi la faccia della Ribas quando questa bionda, leggermente appariscente e un pò sguaiata, in mezzo al supermercato più chic di Cortina, per attirare l’attenzione del suo fidanzato, si mise ad urlare: “Pattumieraaa”. Sono un’entusiasta e non lo vedevo da un po’ quindi non mi accorsi che, forse, avevo alzato un pò troppo la voce, ops.

faaotoPer fortuna alla fine siamo diventate amiche anche perché, se non fosse stato così, non sarei mai riuscita ad intervistarla. Ana Laura è sempre in giro, sempre di corsa. Oggi sarà in diretta a Roma ospite a “Le amiche del sabato” su RAI 1, stasera torna a Milano per fare domani una gag con Victoria Cabello a “Quelli del calcio” e poi tornerà di corsa a Roma per essere ospite lunedi mattina a “Uno mattina”.

Per fortuna che ieri è riuscita a trovare 2 ore libere per me ! Miracolooo.

Ana Laura viene spesso ricordata solo come la valletta di Mike, della Zanicchi o come la velina (e pensare che è stata velina per soli 5 mesi. Aveva sostituito Terry Sessa, la velina in carica rimasta incinta).

Io che invece la conosco da più di 20 anni e l’ho sempre seguita, so che da quando è arrivata in Italia non si è mai fermata e secondo me è addirittura una delle straniere che ha lavorato di più nella nostra televisione. 

Telemike, Ok il prezzo è giusto (mio marito quando gliel’ho presentata, prima si è messo a ridere e poi ha ammesso che quando faceva la valletta per Iva era il suo sogno erotico!), Sabato al Circo, Paperissima, il Tg delle vacanze, Festivalbar, Domenica in, l’Isola dei Famosi, Limousine, Quelli del Calcio, kalispera e tanto ancora. 

B: Nenè (io l’ho sempre chiamata così e lei mi chiama Biba) se pensi agli ultimi anni della televisione italiana c’e’ qualcosa che ti fa ancora sorridere ?

N: Che 20 anni fa ero più famosa e più conosciuta di Bonolis, della Ventura e della Marcuzzi perchè loro erano agli inizi mentre io facevo già parte del cast dei programmi più visti. Oggi invece sono io che guardo il loro grande successo.

B: E non ti dispiace?

N: No perché io continuo a lavorare e non più solo per il mio aspetto fisico. 

B: Perché lavori? A quanti l’hai data?

N: Ah ah ah (e qui parte una della prime grasse risate dell’intervista). Se l’avessi data a tutti quelli che me l’hanno chiesta a quest’ora potrei sostituire il nostro caro Papa e invece sono molto felice di essermi ritagliata ancora una volta il ruolo di opinionista, commentatrice Tv e radio.

B: Niente male per una che nel ’97 finì nel calderone di Vallettopoli.

N: Sono stati tirati in ballo in tanti, alcuni con più visibilità e altri con meno. Brutta storia quella.

B: Ma se oggi fai l’opinionista e  molte persone interessa quello che pensi, evidentemente si è capito che qualcuno aveva preso un granchio ?!

bfotoN: Niente di più normale. I grandi nomi dello spettacolo, come spesso accade, non sono mai usciti e hanno preso di mira chi aveva meno possibilità di difendersi dalla stampa. Io sono stata fortunata perché quasi nessuno ha creduto in questa storia infatti ho continuato a lavorare.

Ho lavorato per 4 anni in RTL 102,5 perchè il mio editore Lorenzo Suraci, una grande persona, non ha mai smesso di credere in me.

B: C’è stato un momento esatto in cui hai capito che Vallettopoli per te era finalmente solo un brutto ricordo?

N: Sì, quando mi è arrivato tra le mani un foglio dove c’era scritto ” il fatto non sussiste”. Adesso te la faccio io una domanda a te: secondo te qualcuno ha mai scritto qualcosa di quel foglio?

B: Ovviamente no. Siamo in Italia Nenè: si da sempre molto spazio per le accuse, ma molto poco per le smentite. Una persona onesta e pulita non fa notizia.

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B: Come ti raccontavo prima, il mio blog è letto da molte mamme come me quindi mi viene spontaneo chiederti: ma un figlio no?

N: Le mamme che ti leggono non me ne vogliano… Impazzisco per i bimbi degli altri, ma di averne uno mio non ho mai avuto il desiderio. Qualcuno si è dimenticato di mettere in me il senso materno, cosa paradossale perchè con un bambino accanto divento una bravissima tata.

B: Nemmeno dopo essere scampata alla tua brutta esperienza ti è venuta la voglia diventare mamma?

N: No, purtroppo no! E sarebbe anche buffo che mi venisse proprio adesso che sarebbe per me molto difficile, quasi impossibile. Potrei sempre decidere di adottarlo.

B: Visto che tra le mie “contagiate” (da oggi ho deciso che le mie lettrici le chiamerò “le contagiate”. Avrei voluto chiamarle “sorcine”, ma qualcuno prima di me ha avuto la stessa idea! Sigh) ci sono tante mamme, ma prima di tutto tante donne, hai un consiglio da dare loro dopo quello che hai passato tu?

N: Se posso permettermi di dare un consiglio, dico solo che nulla è più importante della salute quindi noi donne, tra le mille cose che facciamo tutti i giorni, dobbiamo ricordarci che c’è una cosa che non si può rimandare: i controlli. Da quando ho 20 anni mi faccio tutti i controlli annuali e se sono uscita (incrociando le dita, per sempre) bene da questo incubo è solo per questa mia costanza.

efotoAd un certo punto della nostra chiacchierata, dopo essere state interrotte prima da una pausa phon per asciugare il folto pelo del cane di Nenè uscito dalla vasca poco prima del mio arrivo, poi dall’aspirapolvere e da un grande tappo inavvertitamente scivolato nel piccolo buco del lavandino…

Suona il cellulare di Nenè. E’ il suo fidanzato Marco. La telefonata dura poco e finisce con Nenè che con un dolce sorriso stampato sulla faccia gli sussurra: “Molile”.

B: Nenè ! Abbiamo appena parlato di prevenzione e tu chiudi la telefonata con il tuo fidanzato dicendo “Molile” ? 

N: Ah ah ah (ennesima grassa risata durante le due ore passate “svaccate” sul suo grande divano di casa). Quando Marco mi chiede se lo amo come risposta basta la parola “Molile” (forse intendeva “ti amo da morire”!? Meno male, mi ero preoccupata)

B: Ma voi due vivete assieme ?

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N: Certo, ed è la prima volta, nonostante la mia dolce età, che convivo con qualcuno 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Ovviamente Gregorio a parte che è il maschio della mia vita (tranquille, sta parlando del suo cane!)

 

B: A quando le nozze della zitella acida ?

N: Era tutto organizzato per il 13-3-’13 (giorno del mio compleanno), ma con tutto sto corri corri non si fa in tempo. Non pensavo fosse così complicato sposarsi, adesso capisco perchè sono sempre scappata.

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Ci sposeremo quando riusciremo ad organizzare il tutto assieme, da sola non ci penso neanche. Quindi tutto spostato alla fine dell’anno o anno prossimo.

 

 

 

All’improvviso mi sono ricordata perchè mio marito ed io alla fine abbiamo deciso di sposarci a Las Vegas, ma di questo vi racconterò un’altra volta.

N.B. : il marpione di 2 anni che cerca di baciare la Ribas sulla bocca, è mio figlio. Di padre in figlio, continua nella famiglia Agrati la passione per la brasiliana Ana Laura, e io sto a guardare!

 

Barbara

 

 

Da Napoli a Milano, dal look al galateo: i Must di Enzo Miccio

Mi era stato presentato tempo fa da un’amica comune, ma allora non avevo avuto l’occasione di scambiarci due parole. Un paio di sere fa invece…ci siamo incrociati di nuovo al compleanno di un altro amico comune e siamo finiti prima a chiacchierare e poi a ballare.

E’ un vulcano, proprio come si vede sul piccolo schermo, e visto che io proprio tranquillina non sono…diciamo che il feeling è stato abbastanza immediato: abbiamo parlato di uomini, di donne e di galateo. Il giorno dopo mi sono svegliata con un’idea fissa nella mia immensa testa (non parlo di intelligenza, ma di circonferenza) : dovevo intervistarlo per il mio blog e più esattamente per la rubrica MY MUST ! Chi meglio di lui avrebbe potuto darmi una mano a definire quelli che sono i must per una donna e non solo ?!?!? Ormai avrete capito che se mi metto in testa qualcosa è difficile che qualcuno o qualcosa riesca a fermarmi e visto che di solito le persone che mi interessa conoscere meglio…sono quasi sempre carine e disponibili (sennò non potrebbero piacermi), eccomi qui a raccontarvi di Enzo, della sua vita e dei suoi must che ovviamente sono già diventati i miei.
B: Enzo cosa ti ha spinto a lasciare la tua calda Napoli per venire al freddo e al gelo ?
E: Sono arrivato a milano nel ’89 per dirigere l’ufficio creativo della caserma S.Barbara in Via Perucchetti. Scherzooo ! In Via Perucchetti ci sono stato davvero per un anno, ma a fare il militare. Poi la moda, le prime sfilate e il primo ufficio stampa in cui ho lavorato, da Cristiana Gorza, mi hanno convinto a restare a Milano.
B: Tu hai fatto il militare ?! Oh mamma, ma allora quando l’altra sera mi hai vista arrivare alla festa di Pablo col il basco…ti sarà preso un colpo?!

E: diciamo un bel flash back !

B. La tua prima sfida importante?

E: ho inziato organizzando feste, party per amici e da li il passo per l’inaugurazione del mio show room a Milano in Via San Maurilio nel 2000 è stato breve.

B: Parlami del tuo show room?
E: All’inizio avevo una selezione di oggettistica per la casa, spaziavo dall’antiquariato all’interior , dai tessuti alle decorazioni floreali fatte da me personalmente e seguivo l’organizzazione di feste,  alla fine diventata la mia attività prinicipale . Ho dovuto a malincuore abbandonare quasi del tutto il rapporto one to one con le mie clienti che venivano da me a ricercare pezzi unici e fatti su misura per loro.  Lo show room di milano adesso si occupa di progettazione e realizzazione di eventi (non solo matrimoni!). Faccio ancora consulenze di immagine e di interior design per alcuni clienti, progetto gli spazi e mi diletto anche a disegnare come ho fatto durante l’ultimo salone del mobile con una collezione di imbottiti. 
B: So che hai aperto uno show room anche nella tua città, a Napoli ! Mi racconti qualcosa ?
E. ho aperto a gennaio 2013 questo nuovo atelier . Napoli non l’ho mai abbandonata, spesso organizzo eventi al sud e in costiera dove grazie a Dio sono sempre stato amato e visto che per le mie clienti venirmi a trovare a Milano spesso diventava complicato…ho deciso di accontentarle e mi sono buttato in questa  nuova avventura nel mio piccolo salotto in Rivera di Chiaia.
B: “Wedding planners”, “Ma come ti vesti?”… ti piace fare sognare le donne. So che ora stai lavorando ad un nuovo progetto, ti va di svelarci qualcosa ?
E: la televisone nella mia vita è arrivata dopo: nel 2005 con “Wedding planner” aprendo le porte e gli occhi di una sacco di gente, successivamente con “Ma come ti vesti” e il ritorno alla moda, il mio primo amore, e poi con “Shopping night” e altri porgetti televisivi fino alla mia nuova sfida: “l’eleganza del maschio”. L’uomo di oggi inizia a volere le stesse attenzioni delle donne, me ne sono accorto durante alcuni matrimoni. Nel passato si parlava solo dell’abito della sposa, ora l’uomo non vuole piu essere l’accessioro della sposa e richiede anche lui molte più attenzioni a partire da un abito importante. Da qui l’idea di questo nuovo format dedicato interamente all’uomo. A diferrenza di “Ma come ti vesti”, con l’uomo non si parlerà solo di look, ma anche di galateo e di savoir vivre in generale. La mia missione sarà quella di trasformare un uomo in gentiluomo.
B: Chissà ora quante donne verranno a chiederti di cambiare il look dei loro mariti !? In effetti in giro ogni tanto si vedono degli uomini che non si sanno proprio vestire. San Miccio ! Ora ti faccio fare una statua.
B: Miccio ora ho bisogno del tuo aiuto: passiamo ai Must. Iniziamo con l’abbigliamento: vorrei sapere da te i Must che non possono mancare nell’armadio di una donna? 
E: gli ever green rimangono il tubino nero, la camicia bianca, il trench , i pantaloni capri, un gemellino, una decoltè, una ballerina e il tailleur più consono alla siluette (lunghezza gonna, altezza vita etc).
miccio1B: ma il jeans ?!?!? Non so le altre mamme come si vestono, ma io alla fine di giorno sono sempre in jeans e camicia o leggings e maglioni extra large mentre di sera passo dalla tuta da ginnastica se sto in casa a qualcosa di più decente se esco…ormai molto raramente ! Qualche consiglio rapido ed indolore per non uscire di casa con scritto in fronte “sono una mamma e non ho tempo di farmi bella!?”
E: ma sì, il jeans va benissimo, ma deve essere femminile, stretto modelo fit. Ci metti un tacco, due penellate di rush, un rossetto, un bel paio di orecchini e sei perfetta anche per il supermercato.
B: il tacco? per forza?!?! 
E: tacco forever, mi dispiace. Non serve la killer shoes tacco 15 a stiletto, basta una Pointed Toe tacco 5 o una decoltè con tacco almeno 10 un pò largo, moda di questa stagione e della stagione prossima. Il tacco 7/8 scordatevelo ragazze: le vie di mezzo non esistono.
B: Matrimonio: i Must che una donna non può dimenticarsi quando dovrà far organizzare il matrimonio della figlia?
E: si parte sempre dalla ricerca della location tanto di Chiese ce ne sono in ogni angolo! Fissata la location e la Chiesa più vicina, dove se si può arrivare a piedi è meglio, si parte dalla progettazione cercando subito di capire se si vuole fare un pranzo, una cena o un aperitivo prolongè. Oppure solo il ballo se si fa il pranzo, ma ormai è raro. E’ importantissima la dinamicità dell’evento: far stare le persone a tavola il meno tempo possibile quindi aperitivi lunghi e cene placé brevi (poche portate) . Cercare l’abito girando per atelier evitando ritagli di giornali, non potarsi dietro per forza il modello che abbiamo tenuto nel portafoglio per 20 anni perchè magari un abito mai visto sarà quello giusto e più adatto al proprio fisico. Bisogna provarle le cose, tanto non costa nulla provare ! Dopo cena spesso viene trascurato l’aspetto musicale mentre la musica è un collante fondamentale che unisce gli ospiti e fa la differenza. Suggerisco musica dal vivo per l’aperitivo e dj per il dopo cena.
B: La tavola: quando una donna apparecchia la tavola per i sui ospiti, quali sono i Must che non può non sapere ?
E: Non si prepara la tavola “impilando” già i patti per ogni ospite. I piatti escono dalla cucina uno alla volta già impiattati a meno che uno non metta un servizio all’inglese con l’ospite che si serve da solo, ma comunque si metterà in tavola un piatto alla volta. L’ospite femmina piu importante va alla destra del padrone di casa, alla destra della padrona di casa invece va l’ospite maschio piu importante; i padroni di casa non devono mai sedere vicini come non vanno vicine neanche le altre coppie di sposati, solo i fidanzati siedono vicini. Se ho ospiti di cui non conosco i gusti, meglio sempre evitare piatti che contengano aglio, cipolla, volatili e funghi. Prevedere sempre un piatto di verdura se uno non mangia carne o pesce. Frutta e formaggi devo essere sempre presenti nel menù.
B: Il galateo: su questo tema ci tornerò perchè ci sarebbe tanto da dire. Putroppo (perdonatemi oh voi uomini rari che nulla avete a che fare con quello che sto per dire!), ma oggi la cavalleria è andata in vacanza. Può capitare ancora di incontrare un uomo che ti apra la portiera e ti versi l’acqua, ma il 70% di questi smette di farlo dopo che gliela hai data ! Magari lo fanno per conquistarti, ma non fa parte del loro modus vivendi. Mio papà era un gran cavaliere e mi ha insegnato tutto, ma proprio tutto quello che un uomo dovrebbe fare in presenza delle donne, e parlo di tutte le donne: mamme, amiche, zie, fidanzate o conoscenti. Sono preparatissima. Visto che putroppo gli uomini non lo sono quanto me…diamo loro qualche consiglio che è meglio !
B: In vista della tua nuova sfida televisiva, mi dici quelli che sono secondo te i Must del galateo per gli aspiranti cavalieri di oggi?
E: bisogna sempre avere grandi attenzioni verso la donna trattandola da signora come si merita. Andiamo dall’aprirle la portiera al farla entrare per prima nei locali pubblici. Quando si salgono le scale la donna sale davanti così nel caso in cui dovesse scivolare l’uomo può riuscire a prenderla prima che ruzzoli giù (quindi scendendo le scale la donna sta dietro). La donna ha bisogno di attenzioni quindi se siete a cena non attaccatevi al cellulare, ma preoccupatevi piuttosto di versarle sempre acqua e il vino. Le presentazioni: se un uomo è con una donna, non si deve dimenticare mai di presentare la signora che è con lui, può essere anche solo un’amica, ma non è un accessorio.

 

Sempre che si ricordino il nome !
Barbara

Un piccolo grande Borghese in cucina ! Intervista ad Alessandro

foto

Visto che oggi e’ la festa dell’amore, ho deciso di raccontarvi ben due storie d’amore: l’amore tra due giovani ragazzi e quello tra un grande chef e la sua cucina…

C’era una volta una bellissima ragazza bionda di nome Barbara….        

Noooo, non sto parlando di me ! Sto parlando di Barbara Bouchet che agli inizi della storia con il  suo fidanzato Gigi Borghese, si rifugiava spesso nel giardino della casa di una coppia di loro amici che si chiamavo Gabriella e Giancarlo. Era da poco che Barbara e Gigi uscivano assieme e volevano custodire per loro questo nuovo segreto. La complicità dei loro amici che vivevano in quella villa isolata in Appia Antica… cascava a pennello ! I loro amici erano la mia mamma e il mio papà, io avevo un anno ed ero già testimone di un grande scoop ! Da quel grande amore nacque lui…Alessandro ! Abbiamo passato lunghe estati assieme a Portorotondo con i nostri genitori facendo spola tra casa loro e la nostra barca ! Se frugassi nei cassetti delle foto che ho Venezia…troverei di sicuro delle vecchie foto…ci proverò ! Per ora uso la mia memoria, la memoria che mi riporta ad una ragazzina di 10 anni che si sentiva grande quando le chiedevano di badare a quel bimbo riccio e simpatico ! Mia mamma ed io poi lasciammo Roma dove abbiamo vissuto per circa 5 anni e ci trasferimmo a Venezia e fu così che ci perdemmo di vista fino a quando…più di 20 anni dopo…ero in Sardegna al Billionaire dove facevo la pr per quel gran simpaticone di Briatore e chi mi vedo entrare ?! Barbara Bouchet a braccetto con un bonazzo da paura !

 

Barbara Bouchet e suo figlio Alessandro Borghese

Barbara Bouchet e suo figlio Alessandro Borghese

Alto moro e abbronzatissimo ! Mi ricordo come se fosse ieri che era tutto vestito di bianco ! Gli mancava il cavallo e un cappello di vellutino azzurro con mantello in tinta ! Oh mamma, hai capito Barbara !!! Perde Gigi per strada e si presenta con quel gran pezzo di figliuolo…

 

 

A quel punto Barbara mi vede, mi viene incontro con il suo immancabile sorriso e abbracciandomi mi dice “Ti ricordi il piccolo Alessandro?!?”. Beh ?! Chi ?! Ancora un pò e andavo secca sul tavolo di Mr.Briatore mandando in frantumi il suo flut di cristallo !!! Aiutoooo Io avevo fatto da babysitter ad un piccolo nano riccioluto e questo si era trasformato in un principe senza mai farsi vivo ?!?!? Vabbè…mi sembra superfluo dire che ci siamo fatti due risate e siamo diventati amici e ora ?

Poverino…secondo me sta pensando di cambiare numero di cellulare perchè la sua ex babysitter è diventata una delle sue più grandi fans e spesso lo chiama per chiedere qualche stupida delucidazione sulle puntate che mi registro e che mi riguardo in continuazione per cercare di imparare qualcosa: “Aleeee, ma quanto basta cosa vuol dire ? Quanto sale devo mettere ? Ma il forno ? A quanti gradi ? Ma perche’… ? Ma dove si compra… ?”. E lui santo uomo che alza la cornetta (AHAH) e risponde sempre ai miei interrogatori.

foto

Alessandro ora è sposato con Wilma e hanno una bellissima bambina di nome Arizona che ha da poco compiuto un anno quindi…ho pensato che la devo smetterla di rompergli i maroni e lasciarlo in pace visto che ne avrà già poco di tempo libero per stare con le sue donne…però…PERO’ un’altra telefonatina veloce veloce per fargli due domandine si daiiiiiii che gliela faccio!!!

 

DRINNNNNNN !!!! ALEEEEEEE !???

B (che sarei io !): Ciaooooo Ale !  Come ti accennavo nei 200 sms che
ti ho scritto in questi giorni…ho da poco inaugurato il mio nuovo
blog e visto che ormai sono diventata un’appassionata di cucina e che
nel blog mi permetto anche di dare qualche dritta alle casalinghe
disperate come me per aiutarle a fare qualche ricettina facile facile
che rubo a destra e sinistra…non è che saresti così carino da
rispondere ad un paio di domanducce visto che so che molte delle mie
lettrici sono tue fans come me????

A (che sarebbe lui): VAI SPARA

B: la classica prima domanda…come ti è nata questa passione ?!? Non
mi ricordo che mamma sapesse cucinare così bene !
A:La passione per la cucina mi accompagna sin da quand’ero piccolo, e si sviluppa con me ogni giorno. Alla domanda su cosa avessi voluto fare da grande, ai tempi della scuola, ho sempre risposto: il cuoco.                                                                                                                  

Dopo il diploma alla Scuola Inglese di Roma mi sono imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. Navigare per il Mondo da un emisfero all’altro dona estro e ispirazione. Una volta sulla terra ferma, sono iniziati i miei corsi e le mie esperienze nelle cucine Europee, Americane e Italiane. E la cucina è diventata la mia vita.

La cucina è una stanza straordinaria, perfetta per creare, un paradiso dove dare libero sfogo alla passione, al talento, alla fantasia, allo studio. Cucinare è il mio modo di comunicare, il mio strumento di creatività, è tutto il mio essere ricco di spontaneità, il mescolare sapori incredibili con odori semplici ma a volte sorprendenti. Ho seguito la mia passione, è faccio il lavoro che amo, cucinare è un atto d’amore, un gesto quotidiano per molti e per me è un grande vantaggio poter fare il lavoro che ho fortemente desiderato già da ragazzo. Ricordo ancora quando, la domenica mattina, aiutavo mio padre a preparare il gustoso ragù napoletano. Sono nato a San Francisco, e ancora adesso ci torno per andare a salutare mia nonna; già a dieci anni aiutavo a preparare dei saporiti strudel di mele. Per anni ho preparato la mia torta di compleanno a tema! Tra le tante ce n’è una a forma di tavola da surf, come lo sport che amo praticare d’estate in California. 

borgheseB: se devi scegliere cosa cucini ?
Carne o pesce?

A:Si entra in cucina e s’inizia a creare, non ci si dedica a un piatto o a una ricetta in particolare. C’è studio, progettualità, fantasia. Per esempio, ieri ho raccolto in giardino dei tulipani per mia moglie e mentre li sistemava in un vaso con dell’acqua; le ho chiesto se avesse preferito averli per cena! Si è messa a ridere di gusto e così i tulipani dal vaso li ho prima passati in una pastella, e dopo li ho fritti in olio di semi di vinacciolo. Come per i funghi, l’importante è conoscere bene i fiori, non solo quelli di zucca sono edibili, ma tanti altri sono molto saporiti e perfetti da mangiare.

B: guardi mai masterchef? o altri tuoi colleghi per vedere cosa combinano?

A:Certo! Era ora che anche nella nostra TV ci fosse più cucina. L’Italia è un Paese con un’ampia tradizione gastronomica, ogni Regione ha i suoi piatti tipici. Sono molto contento che finalmente la televisione stia dando ampio spazio alla cultura del gusto del nostro Bel Paese. Oggi comunicare la vasta arte gastronomica italiana nel Mondo è fondamentale

 

B:quando ti vengono le inspirazioni per i tuoi fantastici piatti? Di notte o di giorno? Crei al momento o progetti?

A:L’ispirazione, a volte, può nascere anche dalle proprie passioni, come per me sono la musica e l’arte. Quando cucino la mia musica è sempre in shuffle, il mio spiedino Rocket Queen è nato mentre ascoltavo il brano dei mitici Gun’s and Roses, da cui appunto prende il nome. All’Accademia della Crusca, a Firenze, c’è la “Pala” di Baldassarre Suarez, che raffigura un piatto con sopra della ricotta con dentro un pezzo di pane; la ricotta è accompagnata dal motto: “per me non basto”. In cucina ogni ingrediente può accompagnarne un altro, insieme possono modificare il sapore di un piatto e a volte renderlo anche migliore usando le corrette dosi di competenza ed estro.

 

B: molti chef famosi hanno aperto ristoranti! perché tu non ancora?

A:Rientra nei miei progetti, ne ho gestito più di uno e oggi ho una società di catering e consulenza: “Il lusso della semplicità”. Con la mia squadra, creiamo diversi menu personalizzati per grandi eventi in Italia e all’Estero.
La mia cucina, inventiva e generosa, soddisfa con gusto i palati di chi ama le cose ricercate, ma non vuole rinunciare alla tradizione. I miei piatti sono  legati alle tradizioni e alla memoria; preparati con ingredienti di elevata qualità. La mia cucina è sincera e viva nei sapori e riconoscibile nel ricordo del gusto, alcuni clienti l’hanno definita così!                                        Un piatto può sedurre la vista e far sentire appagato chi lo guarda, ma non può ingannare il palato. Gli occhi mangiano per primi ma è nella bocca che il gusto vince. Sul mio sito ci sono diverse foto dedicate dai banchetti di nozze ai live cooking: www.alessandroborghese.com

B. A casa cucini per Wilma e Arizona?

A:Cucinare è un atto d’amore che amo trasmettere anche in famiglia, per Arizona tutte le sue pappe, dal brodo al passato di verdura, anche se il mio piatto preferito lo cucina la mia Wilma, si tratta di un menu molto particolare di tre portate, lo definisco magico, si tramanda da generazioni nella sua famiglia. Gli ingredienti a me sono segreti!

B qual è la trasmissione che ti ha dato più soddisfazioni?

A: Oggi i miei programmi di cucina, di cui sono autore, sono trasmessi sia in Italia e sia all’Estero. Su Sky Uno (In replica su Cielo) è in onda alle “Ale Contro Tutti”. Una vera e propria sfida in cucina, da un lato famiglie, nonni, coppie e amici con il loro piatto forte, dall’altro c’è la mia variante rivisitata. A decretare il vincitore, una giuria di amanti della buona tavola composta da due adulti e un ragazzino, scelti tra gli abbonati Sky. Un cooking show che coinvolge anche tutti gli amici dei miei social network.

B: nuovi progetti? 

A: A me piace essere connesso con il mondo, mi piace ispirare, insegnare e intrattenere attraverso i miei canali Web:  Facebook, Twitter e il mio sito. Oggi abbiamo la fortuna di avere alla mano, il più moderno mezzo di comunicazione della nostra epoca. In rete esistono molte realtà, nascono nuovi social network e vengono create applicazioni che ci permettono di lavorare in ogni luogo con una batteria carica. Sono affascinato da questo mondo, che farà sempre più parte della nostra vita. Kitchen Shuffle è una vetrina del mio sito dedicata a chi la musica la crea e a volte… “la mangia”. Pubblico i video musicali di chi a voglia di farsi ascoltare, a chi riesce a prendere la musica, a possederla e… a godere con essa!

B: please dammi al volo una ricetta facile per le mie lettrici dai 

http://www.alessandroborghese.com/ricette/secondi-carne/665-socondo-piattodi-carne-di-alesssandro-borghese-testina-di-vitello-piastrata-con-crema-di-fagioli-cannellini-capperi-e-porro.html

B: Grazie Ale ! Vado subito a fare la spesa !

 

Barbara

il PIRATA Marco e la sua OSTERIA…un bel posticino per i cuccioli, ma soprattutto per i nostri palati !!!

muro piratiMi sembra ormai superfluo dire che da più di 5 anni la mia vita ruota intorno a mio figlio quindi…se come oggi abbiamo voglia di andare a pranzo fuori…finiamo sempre per scegliere o un ristorante con animazione o almeno un posto che possa per qualche motivo piacere anche al nostro cucciolo oltre che a noi !

Siamo appena tornati a casa dall’ OSTERIA DEI PIRATI !

Niente di meglio per mettere d’accordo i nostri palati e la curiosità di Danny boy, super fan dei Pirati ! In casa siamo tutti amanti del pesce (compresa la nonna Veneziana che oggi è a Milano !) e visto che all’Osteria dei Pirati,tappezzata di teschi, sciabole etc, si mangia principalmente pesce…la soluzione ci è sembrata perfetta !

Se poi aggiungiamo che il proprietario è anche un amico che cucina da Dio…tanto di guadagnato !

Conosco Marco Predolin da più di 20 anni, mi ero appena trasferita a Milano e mi ricordo che spesso si finiva a casa sua a cena. In quegli anni non sapevo fare neanche fare un uovo sodo e lui aveva già l’hobby della cucina quindi era molto facile che io finissi a casa sua !

Ci siamo conosciuti al Gioco delle Coppie: lui faceva il presentatore e io…la cacciatrice !  Ebbene sì ! Tra le varie cavolate che ho fatto nella mia vita da curiosona…

Ho fatto anche la richiesta di partecipare a quella trasmissione… e mi hanno presa ! Ovviamente con la parlantina che avevo…mi hanno  messa subito a fare la cacciatrice, ma la sfortuna vuole che ho scelto uno così brutto, ma così brutto…che per la Mia settimana bianca vinta a Livigno…lo ho fatto partire senza di me ! AHAHAH

predoloTra un carpaccio misto di pesce crudo e una lasagna di mare…visto che ormai per il mio blog… amo anche calarmi nella parte di intervistatrice…ne ho approfittato e ho fatto due domandine veloci veloci a Marco, un ex presentatore oggi ristoratore !

B: Marco, ma mi spieghi una volta per tutte perché nel 1992 al telegiornale hanno annunciato che eri morto di AIDS ?

M: Perchè l’Italia è un popolo di invidiosi !!! (NOTA della BLOGGER: effettivamente ancora oggi l’invidia miete parecchie vittime!)

B: Dal 1985 al 1990 il gioco delle Coppie e ora ti ritrovo qui a cucinare nel tuo ristorante, cosa è successo nel periodo di mezzo?

M: Ho fatto 2 film con Sordi e Salvi, ho lavorato in Rai e ho recitato in Grease a teatro con la Cuccarini e poi…come disse Giulio Cesare al figlio Julio ” stavolta me lo sono pijato entro il c… !”

B: Allora…vediamo se riesco a tradurre… non ti hanno più offerto nulla in televisione che ti piacesse?

M: Ma nooooo cosa diciiiii ?!?! Mi hanno offerto Sanremo, il sabato sera e anche la domenica pomeriggio…ma volevo qualcosa di diverso io !!!

A quel punto siamo scoppiati tutti a ridere ! E’ ovvio che non sia andata così…purtroppo come spesso accade a quelli bravi (non perchè sia un amico, ma io Marco lo reputavo davvero uno simpatico e soprattutto bravo!) arriva qualcun altro più introdotto…e gli altri spariscono. 

Peccato ! Per fortuna che Marco aveva questo grande hobby e ha deciso  di trasformare in una professione questa sua grande passione: nel 2009 ha aperto l’Osteria dei Pirati a Portorotondo in Sardegna e l’anno scorso anche a Milano.

Oggi, dopo più di 20 anni, sono tornata a mangiare “a casa di Marco” a Milano !  E’ così che mi piace chiamare la sua “Osteria dei Pirati” perché quando entri lì…Marco ti fa davvero sentire a casa !

 

Barbara

 

OSTERIA DEI PIRATI Via A. Fogazzaro 9 Milano                               

TEL.02.5466294 prezzo medio 25/30 euro      www.ristoranteipirati.it