Un paio di settimane fa sono andata al Chioschetto alle Zattere (a Venezia) e ho raggiunto un paio di amici per l’aperitivo.
Appena arrivata ho notato sul tavolo 3 invitanti bicchieroni pieni di apparente vino bianco e ghiaccio.
Non so se per me, che non amo l’alcol, fosse più invitante il vino o il ghiaccio, ma alla fine ho chiesto ai miei amici cosa stessero bevendo e Giuseppe, per gli amici Jason, mi hanno risposto “Spritz”.
“Ma come Spritz? Lo Spritz è arancione!”
Ed ecco che all’improvviso mi sono ritrovata 6 occhi tutti puntati su di me.
Ops, mi sa che ne avevo detta un’altra delle mie.
sprtizbiancoaitavolifoto“Lo Spritz è bianco Barbara, il vero spritz è sempre stato bianco. Quello che ora va tanto di moda e che ormai bevono in tutta Italia, è uno spritz macchiato.”
Ah benon, questa mi mancava, e sono anche Veneziana, che vergogna!
Ovviamente mi sono fatta raccontare la storia dello spritz e non contenta, quando sono tornata a casa, mi sono anche documentata su internet.
Cavolo, non mi avevano fatto uno scherzo, era tutto vero!
Per conoscere le probabili origini dello Spritz bisogna fare un lungo salto indietro fino all’800, ai tempi in cui nel Veneto c’era la dominazione Austriaca.
I soldati, ma anche i vari commercianti, diplomatici e lavoratori dell’impero Asburgico, presero presto l’abitudine di frequentare le nostre piccole osterie disseminate in tutto il Triveneto.
Il problema è che questi erano abituati ai loro vini a bassa gradazione e struttura e quindi la complessità e la grande varietà dei vini veneti per loro era difficile da mandar giù (in tutti i sensi).
Iniziarono a chiedere agli osti locali di spruzzare un po’ di acqua all’interno dei vini (spritzen, in tedesco) per renderli più leggeri.
Lo Spritz originale era rigorosamente composto da vino bianco frizzante, o da vino rosso, diluiti con acqua fresca.
Ho poi scoperto, parlando con qualche nonno, che al bancone del bar si chiedeva uno Spritz quando si voleva vino ed acqua, o uno Spritz macchiato se si voleva una piccola correzione di Bitter.
Quando nei primi anni del 1900 iniziarono a diffondersi i sifoni per l’Acqua di Seltz (un’acqua molto gassata) che arrivava dalla città di Selters, una località tedesca da cui proviene un’acqua minerale ricca di anidride carbonica, diventò possibile rendere frizzante anche uno Spritz fatto con vino fermo.
Questa evoluzione avvicinò allo Spritz nuove tipologie di clientela, come le nobildonne austriache, che potevano finalmente permettersi una bevanda leggera come grado alcolico, ma con un tocco di glamour per come veniva preparata.
Quello è stato solo uno dei primi tocchi creativi che ha portato lo Spritz alle ricette attuali.
Oggi infatti si trovano diversi tipi di Spritz: a Trieste e Udine lo si serve ancora “liscio”, in Veneto è rigorosamente a base di Prosecco mixato a Bitter Campari o Aperol, a Venezia lo si trova assieme al Select, a Padova talvolta con il Cynar, in Trentino si serve assieme al Ferrari ed in Alto Adige si serve secondo la tradizione austriaca “liscio”, ma quando è corretto con Bitter o altro lo si chiama Veneziano.
L’origine della parola Spritz è quindi di origine Austriaca, ma l’abitudine di mescolare al vino un po’ d’acqua per renderla una bevanda leggera ed estiva è un’usanza tipicamente nostra già da molto prima dell’arrivo degli austriaci in Veneto.
C’è chi fa risalire quest’usanza al medioevo, chi all’epoca romana, chi addirittura la fa iniziare con la nascita del vino nelle popolazioni paleovenete.
Una storia molto interessante da raccontare riguarda l’Arsenale di Venezia.
La Serenissima aveva particolare cura dei suoi operai navali, gli arsenalotti: a loro era riservato un trattamento economico di favore, garanzie di sostentamento in caso di malattia, erano nominati guardiani nelle sedute del Maggior Consiglio all’interno della Loggetta progettata per loro da Sansovino ed erano i vogatori del Bucintoro (la barca di rappresentanza dei Dogi) nelle manifestazioni ufficiali.
A loro inoltre era riservato un trattamento speciale quotidiano che oggi possiamo definire “merenda”.
A metà pomeriggio vi era per loro una piccola pausa in cui venivano serviti pane e vino rosso per ritemprare gli operai dalle fatiche del lavoro, mentre con la calura dei mesi estivi il tutto era sostituito da gallette ed una bevanda a base di vino allungata con un po’ d’acqua fresca di pozzo.
Una sorta di Spritz, servito però 500 anni prima dell’avvento degli austriaci nel nostro territorio.
Quindi da oggi in poi chiedete uno “spritz macchiato” e se il barista vi guarda strano, raccontategli questa storia.
Barbara
PS: dimenticavo! Tra le varie tipologie di Spritz ho da poco introdotto il “Junior Spritz” per il mio Danny boy ossia crodino, acqua gassata o seltz e una spruzzatina di limone
Spritz "macchiato"

Spritz “macchiato”

Danny Boy con il suo "Junior spritz" e un crostino con baccalà mantecato.

Danny Boy con il suo “Junior Spritz” e un crostino con baccalà mantecato.

Il mio primo vero spritz

Il mio primo vero Spritz