Ogni tanto tocca fare ammenda
Ammènda s. f. [der. di ammendare]: riparazione di una colpa commessa o risarcimento di un danno recato ad altri; fare ammenda di un fallo, riconoscerlo e ripararlo; ha fatto anni di penitenza per ammenda dei suoi peccati.
Voi non avete mai colpe da riparare?
Danni fatti di cui pentirvi?
Peccati commessi e rimasti ad annerire la vostra coscienza?
Io sì, eccome se ne ho.
E allora ogni tanto tocca fare ammenda, per ripulirsi, alleggerirsi e schiarirsi, la coscienza.
Ma come si fa a fare ammenda?
Facile: si invitano 22 bambini in pizzeria per festeggiare il compleanno del proprio figlio e si chiede ai genitori di NON rimanere, ma di lasciare i loro bambini a me dalle ore 12 alle ore 16.
4 ore di pura ammenda con i genitori che arrivavano per lasciare lì i loro figli e mi guardavano come se volessero chiedermi “Sei sicura di volerlo fare?”.
Ero sicurissima, volevo farlo, dovevo farlo.
A me piace giocare con i bambini e, se non ci sono i genitori, mi sento anche meno in colpa se devo fare una bella strigliata di gruppo.
“Siamo in una pizzeria e non allo stadio! Non è che sareste così gentili da urlare un pò menoooooo?!”
Ebbene sì, scusate, ma un paio di volte l’ho dovuto dire!
Direi che oggi, dopo la pizzata di ieri, la mia coscienza si è ripulita di brutto e io mi sento più leggera.
Ho ancora un pò di mal di testa, ma mi sento più leggera.
Te la sei presa con tuo marito di più di quanto avresti dovuto?
Ammenda
Non ti sei ricordata di chiamare quella tua amica che aveva bisogno di te?
Ammenda
Hai urlato dietro a tuo figlio solo perchè eri nervosa per i cavoli tuoi?
Ammenda
Sai quante ammende avevo di arretrati?
Avevo bisogno di fare un gesto eroico, arduo, quasi impossibile.
Dovevo “soffrire”, me lo meritavo.
Il compleanno di mio figlio era l’occasione perfetta.
Invitiamo i suoi più cari amici dell’asilo e un paio dei suoi nuovi compagni delle elementari?
Troppo facile!
Invitiamo tutta la nuova classe e i suoi migliore amici dell’asilo.
Eravamo la figlia della nuova maestra di Danny, ed io.
Eravamo prontissime con un sacco di giochini e lavoretti da far fare ai ragassssi.
Avevamo programmato tutto, pensavamo di avere programmato tutto: alle 12 iniziano ad arrivare; alle 12.30 ordiniamo pizze e bibite; alle 13 arrivano le pizze e ci prendiamo 1 ora circa perché tutti mangino e poi, verso le 14, caccia al tesoro, si colora e si costruiscono le mongolfiere usando i palloncini gonfiati con l’elio.
Ore 15.30 torta e poi tutti a casa.
Sì sì, certo!
Ore 12.45 pizze ordinate, ore 13 pizze arrivate (Chiaro: quando vuoi la pizza subito non arriva mai e quando speri che ci mettano un po’…arriva subito), ore 13.10 pranzo finito.
Ai bambini non gliene poteva fregà de meno delle pizze e quindi hanno mangiato giusto un paio di fette e hanno chiesto se potevano tornare a giocare.
Cosa dovevamo fare? Legarli alle sedie e obbligarli a finire le pizze?
Sia mai: liberi tutti.
Ovviamente è successo di tutto: bambine con la faccia da principesse che menavano i maschi; maschi che menavano altri maschi, e poi si offendevano se qualcuno si azzardava a ridargliele; palloncini gonfiati con l’elio che scappavano di mano e io in piedi sui tavoli della pizzeria, per recuperarli.
Per fortuna che ad un certo punto è arrivata la torta ed è calato il silenzio: tutti con la bocca aperta a guardare quello strano accrocchio di personaggi.
Mi piace inventarmi strane torte e farlo risparmiando.
Come si fa?
Si va nella propria pasticceria di fiducia e si chiede di fare una buon torta con un disegno di base, e poi la si completa allestendola con i giochi di casa.
Mi spiego meglio: questa volta ho chiesto, alla mitica Ornella Anfossi, una torta per 20 bambini che avesse come immagine una pista di decollo per aerei e a destra e sinistra, della pista, un bel prato verde con parcheggi (Tutto fatto con la pasta di zucchero, mashmallow e decori vari in zucchero).
HO mandato mio marito a ritirarla e all’ultimo momento ho aggiunto alcuni personaggi che avevamo a casa (“rubandoli” dai cassetti di Danny senza che lui sapesse nulla).
Macchinine di Cars, aerei di Planes, Peppa Pig, Mike di Monster University e Spongebob, più la casa di Topolino con Topolino, Minnie e Pluto.
L’effetto ottenuto è stato quello in cui avevo sperato e la spesa è stata onestissima.
Una volta soffiate le candeline, abbiamo portato via la torta, abbiamo tolto tutto ciò che non era commestibile e abbiamo servito le fette di torta ai bambini.
OK, ok , ammetto di aver vissuto 4 ore di urla, salti, balli, botte e dispetti, ma i bambini si sono divertiti e mio figlio è tornato a casa felice.
Cosa volere di più?
Un bagno caldo, due tappi nelle orecchie e un’ora di cura del silenzio, tutte cose che, appena tornata a casa, mi sono concessa.
Alle 19.30 è tornata Santa Elisa (la figlia della maestra che mi aveva aiutato alla festa) e noi adulti siamo usciti per concederci una serata di libertà con gli amici.
Vi state chiedendo se mio marito è rimasto alla festa ad aiutarmi, facendo ammenda pure lui?
Ne avrebbe avuto bisogno, ma quando ho visto la sua faccia, davanti alla truppa pronta alla guerra, ho avuto pietà di lui e l’ho rispedito a casa.
Risultato?
Lui è tornato a casa chiedendosi come mai sua moglie avesse ordinato una torta con una pista di decollo e un giardino (la torta finita l’ha vista solo la sera, in foto), ma, soprattutto, io ho fatto ammenda e lui ancora no.
Cosa gli facciamo fare?
Accettasi suggerimenti.
Barbara
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