Una linea sto cercando di mantenerla, bevendo i miei frullati Visalus, e mangiando una sola volta al giorno, ma l’altra linea, da un paio di giorni, l’ho proprio persa.
Nel mio ultimo post vi avevo raccontato che, un paio di giorni prima di venire in Puglia con Dannyboy, a casa nostra, mi era arrivata una richiesta di affitto su Airbnb.
Che io mi sia sempre sentita un po’ zingara, nel senso buono della parola, non è mai stato un segreto per nessuno.
Io amo andare in giro a piedi scalzi, e infatti d’estate, se la location me lo permette, in valigia di scarpe ne metto davvero poche, e rigorosamente scena tacchi.
Sono tre giorni che sono chiusa in casa con una sorta di sinusite che mi ha incollata al divano!
Per incollare me al divano ce ne vuole, e la sinusite ci è riuscita, argh
Raffreddore da cavallo, mal di denti, male alle orecchie, e mal di testa da tirare le craniate contro il muro.
Appena atterri capisci che sei arrivato in un paese pulito, e sicuro.
In aereoporto è pieno di gente in divisa che sembrano poliziotti, ma sorridono, e quindi capisci che sono lì per la sicurezza dei cittadini, ma che forse non servirebbero neanche.
E poi è tutto pulito, e in ordine.
Quando vedi quella seconda riga blu il cuore per un attimo si ferma…
Dopo quel breve pit stop, il tuo cuore riparte, più veloce che mai, ed ad un certo punto precipita velocemente nello stomaco, e PUM, che botta!
Quando capisci di essere incinta capisci anche che nulla sarà mai come prima.
Tre sere fa, in Puglia, è arrivata la mia mamma, o meglio detta “Nonna mao” (perché da quando l’ho abbandonata a Venezia, per trasferirmi a Milano, nel lontano 1989, ha deciso di rimpiazzarmi comprando un gatto 😀)
Con nonna mao è arrivata anche Jo con suo figlio Andrea, che ha l’età di Daniele, ed è una bambino dolcissimo.
Ebbene sì: le nostre vacanze quest’anno sono iniziate con largo anticipo.
Come molti di voi già sapranno, l’anno scorso abbiamo finito di costruire la nostra “Lamia Quercelli”, nella nostra amata Puglia, è da quest’anno la affittiamo.
Quando affitti una casa non è che puoi programmare le vacanze come prima: metti la casa in affitto, magari tenendo due settimane per te in agosto, e per il resto ci vai quando rimane libera, e tu puoi partire.
Se penso che sono stata una delle ultime a comprarlo, il cellulare…
Io quel cavolo di cellulare non lo volevo!
Forse lo sapevo che sarebbe stata la mia rovina, la rovina di tutti, di tanti…
Ero così felice e serena con il mio piccolo telecomandino in borsa.
Ve lo ricordate il “telecomandino” a distanza delle vecchie segreterie telefoniche?
Avere la segreteria telefonica era già un lusso, e il telecomandino era la ciliegina sulla torta: non dovevi aspettare di tornare a casa per sentire i messaggi nella tua segreteria.
Chiamavi casa, digitavi nella cornetta il tuo codice segreto, e taaaaac, la tua segreteria iniziava a parlarti: “Nella segreteria sono presenti 2 nuovi messaggi! Digitare asterisco per ascoltare i messaggi, oppure riagganciare”
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E ovviamente tu quell’asterisco lo digitavi eccome!
Volevi taaaaanto sapere chi ti aveva lasciato quei messaggi.
Che emozione!
Vi ricordate quando si metteva la chiave nella toppa della porta e si entrava di corsa, quasi col fiatone, per vedere se la lucina rossa lampeggiava?
Non vedevi l’ora di scoprire se LUI aveva chiamato, e magari lasciato la SUA calda voce nella TUA fredda segreteria…
Quante volte invece era solo la mamma, che ti ricordava di metterti la canotta di lana?!
Ma porca paletta!
Rivoglio la mia segreteria telefonica!
Rivoglio quelle emozioni!
Ieri ho preso per ben due volte la pioggia, mentre ero in scooter!
Chiamarla “pioggia” forse è un eufemismo, perché di secchiate d’acqua si trattava.
E la seconda volta mi è andata peggio, perché mentre ero sotto un albero in attesa che le secchiate finissero, o che un fulmine prendesse l’albero sotto il quale mi ero rifugiata, ho avuto la bella idea di tirare fuori il cellulare dalla borsa, per scattare la foto che vedete qui accanto, e per vedere l’ora esatta, visto che l’orologio del motorino è un po’ avanti, e io sono una precisina del cavolo.
Dovevo andare a prendere mio figlio all’arrivo del bus, del campus estivo, e non volevo fare tardi.
Peccato che proprio mentre tiravo fuori il telefonino, dalla una foglia gigante è scesa una goccia gigante, sul mio cellulare, ops.
Non avevo capito la “gravità” della cosa, quindi lo ho asciugato e rimesso in borsa.
Peccato che da quel momento il mio cellulare si sia spento, e mai più riacceso, nonostante immersione notturna del riso, e tante coccole.
Sono stata circa 15 ore senza cellulare, e la sensazione è stata quella di avere il braccio destro più corto di quello sinistro: mi mancava la prolunga!
Eh sì, perché, diciamocelo, ma a volte il nostro cellulare diventa davvero la prolunga del braccio destro.
A volte il cellulare lo hai sul tavolo, o su comodino vicino a te, e anche se non suona, o non arriva nessun messaggio, tu ti ritrovi a prenderlo in mano, e a guardarlo…
Poi visto che lo hai in mano, entri in facebook, in instagram, nella posta, e ovunque tu possa entrare, con la prolunga della tua mano destra, o sinistra, se sei mancino.
Adesso ho un cellulare!
Ma il problema è che non è il mio, ma quello che mio marito mi ha gentilmente prestato.
Il problema di quando ti prestano un cellulare, diverso dal tuo, è che avresti voglia di lanciarlo contro il muro, ogni 5 minuti!
Digito la M e mi esce la L, non riesco ad inviare neanche gli sms, perché il tasto di invio non è a destra, come nel mio, ma a sinistra.
Quando usi lo stesso cellulare per tanto tempo, ormai non lo guardi quasi più lo schermo, ma vai a memoria.
E quindi oggi tutte le volte che cerco di inviare un messaggio, lo cancello, azzzzzzz!
Volevo andare da quelli della “mela” (giusto per non fare nomi), ma, dopo un’ora sul loro sito, non sono riuscita a prenotare un appuntamento, e allora mi sono un po’ arrabbiata (giusto poco poco) e sono uscita di casa diretta a Cinatown, dal mitico Johnny, in Via Giordano Brno 20, a Milano (02.36523360).
Se il tuo pc o il tuo cellulare hanno un problema, risolvibile, lui te lo risolve, velocemente, e senza dissanguamenti !
E poi c’è chi ancora ha da che ridire sui cinesi!
Ma meno male che esistono!
Ecco, magari non proprio tutti tutti daiiiii
Adesso il mio cellulare giace sul tavolo del laboratorio di Johnny, e presto saprò che fine farà.
Stamattina ho fatto il giro di tutti gli operatori di telefonia alternativi al mio attuale, a chiedere preventivi per fare eventualmente nuovo contratto, con nuovo smartphone compreso.
Sono quindi già pronta con diverse soluzioni alternative, se il mio cellulare andrà definitivamente sepolto, e quindi mi sono messa l’anima in pace.
Anche se…
Anche se vorrei tanto poter riavvolgere la bobina, e tornare a quando non avevo il cellulare, ma solo quel piccolo telecomando per ascoltare la mia segreteria anche quando non ero a casa.
Ieri sera, senza alcun cellulare nelle vicinanze, la mia mano destra ha passato una serata intera senza prolunga.
Ieri sera la mia mano destra era libera di accarezzare il viso di mio figlio, senza nessuna distrazione…
Che potere assurdo che hanno preso questi maledetti cellulari.
Li tocchi di continuo
Li guardi di continuo
Li senti suonare anche se non stanno suonando
Il nostro cervello è ormai invaso di strani “Bip bip”, anche quando intorno a noi regna il silenzio.
Eppure spesso quando suonano non portano belle notizie: il commercialista, il teatro che ti vuol vendere un cinquantina di biglietti per spettacoli di beneficenza (perché non sanno che la beneficenza a volte servirebbe anche a chi risponde), l’amica che è sparita da anni, ma che, quando ha bisogno, sa sempre dove trovarti…
Vabbè, ormai ci sono, e tocca conviverci, ma bisognerebbe davvero imparare a spegnerli, ogni tanto…
Besos
Barbara
Il prossimo che mi dice: “Beata te che sei già in vacanza!”, si prende una bella testata, in mezzo alla fronte.
E attenzione, perché da piccola mi chiamavano “Mercury”, per la mia testa 🙂
Diciamo che allora il mio corpo era più piccolo, parecchio più piccolo, ma la mia testa era già grande, parecchio grande, e quindi dicevano che sembravo un motore fuoribordo 🙁
Ormai è un rito per me e Danny: appena finisce la scuola si va a Venezia, dalla “nonna mao”, e chi c’è c’è!
Peccato che quest’anno Danny ha finito la sua scuola a Milano di lunedì, mentre tutti i suoi amichetti di Venezia la finiranno tra domani e venerdì 🙁
“E quindi?” , vi chiederete voi?
E quindi ve lo spiego subito 🙁
Avete presente quando arrivate al mare e vostro figlio sparisce in acqua con gli amici; dietro le capanne con gli amici; al bar con gli amici, ed etc etc, sempre con gli amici ?!
Ecco, oggi, durante il nostro primo di giorno di spiaggia, non è successo niente di tutto ciò!!!
E io che mi ero anche portata un libro nuovo nell’illusione di poter finalmente riuscire ad iniziare a leggerlo, ahahahah!
Tra un po’ lo brucio quel libro!
È due mesi che lo ho in borsa, e quelle parole non lette, iniziano a pesare 🙂
“Mamma facciamo il bagno assieme?”
“Mamma affittiamo la canoa per due?”
“Mamma giochiamo che io faccio mille gelati con la sabbia, e tu te li mangi tutti?”
C’era uno strano e piacevole silenzio oggi, in spiaggia, e quindi non potevo neanche fare finta di non averlo sentito 🙂
E quindi la sottoscritta, che in questo momento si trova in treno da sola perché sta tornando a Milano, dove domani ha un matrimonio, ha detto di sì a tutto!!!
Quando una mamma sta per “scaricare” un figlio alla nonna, capita che venga assalita dai sensi di colpa, e loro lo sanno, e ti colpiscono alle spalle! Ahahahhahah
Non mi sono tirata indietro neanche quando mi ha chiesto di fare una bella passeggiata sotto il sole cocente delle 13, per andare a vedere l’aereo caduto sulla spiaggia!
Avevo appena mangiato 3 ottimi tramezzini (stasera per cena però mi bevo solo il frullato Visalus 😉) e quindi avevo altri sensi di colpa che danzavano nella mia coscienza, Ops!
Ma torniamo all’aereo…
Ebbene sì, domenica scorsa un ultraleggero, con a bordo un 45enne austriaco, e la sua fidanzata, ha visto bene di fare un atterraggio di emergenza sulla spiaggia del Lido, proprio davanti all’hotel Exelsior, a poche centinaia di metri dalla nostra capanna (per fortuna noi eravamo ancora a Milano)
L’aereo era da poco partito dal piccolo aereporto del Lido, diretto al Lago di Garda, ma un problema al motore ha costretto il pilota ad un cambio di programma!
Stava per atterrare in acqua, ma poi ha visto che in acqua c’era gente, mentre sulla spiaggia c’era un bello spazio vuoto, e qui ha virato, all’ultimo, urtando con il carrello gli scogli della diga, prima di atterrare dritto dritto sulla sabbia.
Ora il pilota, uscito dall’altraleggero spaventato, ma illeso, come la sua compagna, è ovviamente indagato, e l’aereo ancora lì, nella stessa posizione in cui è atterrato 3 giorni fa!
Che dire ?! Che forse forse al mondo c’è ancora qualche pilota con la testa sulle spalle 🙂
Besos
Barbara