L’importanza della solitudine, e quella forza apparente.

Un paio di giorni fa, sfogliando virtualmente il faccia da libro (facebook), ho trovato questa frase:

“Se riesci ad apprezzare la solitudine, non correrai mai il rischio di sentirti solo”

Sono parole che ti fanno riflettere…

E dopo poco ecco che trovo un’altra frase, importante:

“Non esiste nessuno più difficile di chi sa stare solo. Ha imparato a fare la cosa che fa più paura al mondo. Quindi non sarà mai disposto a barattare la sua solitudine con rapporti di circostanza, ne con persone che cercano compagnia solo perché hanno paura del vuoto”.

Ah, che grandi verità!

Spesso su facebook leggo un sacco di cavolate, e inutili polemiche, ma questa volta no.

Imparare a stare bene da soli è davvero una delle cose più importanti da fare, anche se spesso è difficile.

Ma è solo imparando a stare bene da soli che si finisce con l’imparare a stare bene con gli altri, per il piacere di starci, e non perché se ne ha bisogno.

E poi chi non ama la solitudine non sa cosa sia davvero la libertà…

Non so voi, ma io mi sento davvero libera solo quando sono da sola, magari durante una delle mie passeggiate in mezzo alla natura.

Sono figlia unica, e quindi da piccola mi sono spesso ritrovata a giocare da sola.

E’ giocando da soli, e iniziando a stimolare la fantasia, che si inizia a prendere confidenza con i pregi e difetti della solitudine.

Quando giochi da solo mai nessuno potrà strapparti dalle mani il tuo oggetto preferito, ma non ci sarà neanche nessuno ad aiutarti a metterlo a posto, quando si romperà.

Quando abiti da solo non ci sarà mai nessuno a dirti di abbassate la musica perché vuole dormire, ma non ci sarà neanche nessuno ad infilare nello stereo il suo cd, facendoti conoscere un cantante nuovo.

Quando sono venuta a vivere a Milano, per studiare all’università, io avrei voluto dividere casa con un’amica, ma mio padre non me lo ha permesso.

“Vai a vivere da sola, e imparerai prima che certe cose le puoi fare, e altre no, ma per rispettare  te stessa e, non per rispettare gli altri”.

Aveva ragione il mio papà.

Forse era un po’ brusco nei modi, ma il mio papà aveva spesso ragione.

Ho vissuto da sola per circa 15 anni.

Ho avuto diverse relazioni, ma non ho mai permesso a nessuno di dividere con me la mia casa.

Non sono mai stata disponibile a barattare la mia preziosa solitudine con rapporti in cui non credevo, al 100%.

Il primo uomo con cui ho deciso di dividere lo stesso letto, non solo il fine settimana, è diventato mio marito, e il padre di mio figlio.

Ma ancora ora…

Ancora ora mi sento davvero libera solo quando lui magari è via per lavoro, o semplicemente perché ha una lezione di inglese, o di boxe.

Io mi sento libera solo quando posso essere me stessa, al 100%, e questo succede solo quando sono da sola.

Non devo fare felice nessuno, non devo piacere a nessuno, e, soprattutto, posso guardare tutte le cavolate che voglio, in tv.

Ahahahahahahah!

A patte gli scherzi, per me la solitudine è davvero importante, essenziale.

Io da sola sto proprio bene.

Non fraintendetemi: io amo mio figlio, e mio marito, e amo condividere una parte della mia vita con loro, ma una parte…

Imparare a stare bene da soli, nella vita, ti può solo essere di aiuto.

Se una sera mio marito esce, io non sto a casa a pensare dove sia, con chi sia, e cosa stia facendo.

Io sto a casa, nutro e metto a letto nostro figlio, e poi mi guardo un film di quelli smielosi, oppure mi faccio un bagno caldo e mi leggo un libro romantico, o un bel manuale di quelli che spiegano come tenere a bada mariti e figli, quando rompono.

Quando vivi da sola per tanti anni, e non permetti a nessun uomo di invadere i tuoi spazi con la copia delle tue chiavi di casa, impari anche ad arrangiarti, e a fare tutto, da sola.

Quando mi si bucò la prima gomma della mia prima macchina, ero da sola, e non passava nessuno.

Ero uscita da qualche discoteca, e me ne stavo tornando a casa sola soletta, in “tranquillitè”!

Ho preso il cric e la gomma di scorta, e mi sono arrangiata, da sola.

Per le mie amiche, e per i miei amici, sono sempre stata una donna forte!

E’ proprio quando gli altri iniziano a pensare che tu sia davvero una donna forte, che sei fregata!

Perché le donne forti non hanno bisogno di aiuto.

Le donne forti vengono guardate da lontano mentre si cambiano la gomma dell’auto da sole, e nessuno chiede loro se hanno bisogno di una mano, perché tanto le donne forti non hanno mai bisogno di aiuto.

Il vero problema è che quando passi una vita a fare tutto da sola, alla fine diventa davvero difficile chiedere aiuto.

A volte vorrei farlo, ma mi ritrovo a mordermi la lingua, e a fare da sola, come sempre.

Sarà una questione di abitudine, sarà perché quando impari a fare a modo tuo, ti convinci che se qualcuno ti aiutasse a modo suo, ti darebbe fastidio.

Sarà quel che sarà, ma una cosa l’ho capita: “Le donne forti sono quelle che hanno più bisogno di protezione. Perché sono stanche, di lottare da sole”.

Ecco! L’ho detto!

E adesso chi ha orecchi per intendere intenda!

Se avete un’amica che vi è sempre sembrata forte…

Se avete una sorella che vi è sempre sembrata forte…

Se avete una moglie che vi è sempre sembrata forte…

Se avete una madre, o una zia, o una figlia, o una nipote, che vi sono sempre sembrate forti…

Sappiate che sono proprio le donne forti che hanno bisogno di essere protette, aiutate e amate, anche più delle altre.

Il problema è che spesso non sanno chiedere…

Besos

Barbara

 

Cous cous di primavera

 

Sarà la primavera, ma io in questi giorni ho voglia di mangiare piatti colorati

Un paio di sere fa ho avuto l’inaugurazione di “Le fate ignoranti“, un nuovo spazio, a Milano, dove venderanno i miei orecchini Gipchic per le prossime due settimane.

Ho lasciato i miei uomini a casa, e mi sembrava brutto lasciarli a digiuno, ma avevo un po’ di cose da fare per l’inaugurazione, e non avevo né il tempo né la testa per mettermi a cucinare.

Ed ecco che mi è venuta l’idea: faccio il cous cous di primavera con le verdure.

In verità questo cous cous si può fare anche in inverno, ma i colori mi ricordano tanto la primavera, e secondo me questo piatto può essere anche un’ottima alternativa all’insalata di riso, da mangiare a temperatura ambiente, magari anche in spiaggia.

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

tutte le verdure che amate di più, e che magari vi sono avanzate, in frigo

Io di solito uso: cipolle, carote, zucchine, melanzane e pomodorini.

Cous cous (io uso quello integrale)

olio, sale

E io uso la cuccuma che mi piace tanto, messa alla fine, a crudo (la mia amica Stefania dice che fa tanto bene!!!)

imageQuando avete tutto INIZIAMO: tagliate a tocchettini tutte le vostre verdure e le mettete in una grande padella.

Aggiungete sale (non olio, che metterete dopo a crudo), coprite, e lasciate cucinare a fuoco bassissimo per almeno 1 ora (rigirando ogni tanto). Io cucino anche 1 ora e mezza, dipende da quanta verdura usate.

Quando è pronto aggiungete un filo di olio a crudo, e la cuccuma (se vi piace), e il gioco è fatto.

Mentre la vostra verdura si raffredda un pochino, preparate il cous cous, per il quale ci vogliono giusto 5 minuti.

Basta mettere il cous cous che vi serve in un pentolino, stemperarlo con un filo di olio, aggiungere acqua salata bollente, mescolare, e lasciarlo riposare, coperto, per 5 minuti.

Buone pappe, e buona primavera!

Barbara

 

Uovo di Pasqua con sorpresa, a scelta!

 

Non so a voi, ma a me la Pasqua spaventa sempre molto!

Nostro figlio riceve in media 3 uova (una da ogni nonna e una da noi), ma non ama la cioccolata, e quindi…

E quindi le mie cosce pian pianino prendono la forma delle sue uova!

E vogliamo parlare delle sorprese che si trovano nelle uova?!

La sorpresa dell'uovo (finita nell'immondizia), e la NOSTRA sorpresa, a scelta!

La sorpresa dell’uovo (finita nell’immondizia), e la NOSTRA sorpresa, a scelta!

Dopo un primo momento apparente di entusiasmo, le sorprese finiscono ammassate in qualche cassetto, in mezzo ad altre mille schifezze, e lì restano!

La mia famiglia da circa 40 anni ha una pasticceria a Roma, dove vivevo da piccola.

Da più di 30 anni l’abbiamo data in gestione, ma quando ci lavorava il mio papà, mi ricordo che a Pasqua, nell’uovo, la sorpresa per me la faceva mettere lui.

Il mio papà aveva un gran buon gusto, e la sua “birimbella” era sempre tanto felice di aprire quelle uova!

Un paio di giorni fa sono andata con Danny da Decathlon, e lì ha visto un orologio che gli piaceva molto (un classico Casio che costava poco meno di 20 euro)

E’ stato in quel momento che ho deciso che era arrivato il momento di riprendere le vecchie tradizioni.

Perché spendere tutti quei soldi per uova che sarebbero finite nelle mie cosce, con dentro sorprese che sarebbero finite nei cassetti?!

Ho chiamato Walter Musco, che da 4 anni gestisce meravigliosamente la nostra Pasticceria Bompiani, e gli ho chiesto di spiegarmi il modo migliore per aprire un uovo, metterci dentro la MIA sorpresa, e richiuderlo senza fare danni.

Ecco a voi la ricetta per l’uovo con sorpresa, a scelta!

Come sempre, per prima cosa, procuratevi gli INGREDIENTI:

Un uovo (io ne ho comprato uno di cioccolata al latte all’Ipercoop, dove vado sempre, e ho speso ben 1,99 euro!)

Un coltello con lama affilata, o un taglierino

La VOSTRA sorpresa

Una padella

Se avete tutto INIZIAMO:

Scartate l’uovo, senza stropicciare troppo la carta, e mettete la carta da parte.

Maneggiando il vostro uovo con cura, scaldate la lama sul fuoco e, con tanta pazienza, seguite la riga laterale e, pian pianino, aprite il vostro uovo in due.

A quel punto mettete una padella sul fuoco, a scaldare.

La padella deve avere il fondo largo almeno quanto il contorno delle vostre due metà di uovo.

Quando la padella sarà ben calda, spegnete il fuoco e rovesciate la padella.

Buttate la sorpresa dell’uovo ( a meno che non sia mooooolto bella, ma in un uovo da 1,99 euro la vedo dura), e incartate la VOSTRA sorpresa con della carta velina, tenendola pronta vicino a voi.

imageLasciate che la base della vostra padella diventi tiepida, ma non troppo, e a quel punto prendete le vostre metà dell’uovo, e, una alla volta, con tanta delicatezza, le “strofinate” sulla base della vostra padella.

Adagiate la vostra sorpresa all’interno di una delle due metà, e poi chiudete con l’altra metà, cercando di fare combaciare bene le due parti.

Con il dito indice (viene meglio con questo dito!) spalmate, sempre con taaaanta delicatezza, il cioccolato tutto intorno alla fessura laterale e alla fine, senza farvi vedere da nessuno, leccatevi il dito!

Siamo giunti al momento più importante!

Ora dovete tenere l’uovo in mano fino a che il cioccolato non si sarà asciugato.

imagePotete anche appoggiarlo, ma io non mi fiderei: le uova, anche se le blocchi, tendono sempre a rotolareeee!!!

Quando sarà asciutto lo mettete sulla sua base di plastica (di solito anche le uova da 1,99 euro hanno la loro base di plastica), lo ammirate, vi fate un applauso, e lo rincartate!

Facile no!

E vedrete la faccia dei vostri bimbi quando apriranno il loro uovo di Pasqua e dentro ci troveranno il loro gioco preferito!

Se avessi comprato un uovo “nomale” avrei speso di certo di più, e avrebbe regalato meno gioia.

imageSecondo me questa idea si può usare anche per i grandi!

Immaginate che faccia farebbe il vostro fidanzato/marito/amante se dentro l’uovo trovasse un biglietto per il derby, o una bambola gonfiabile!

Ahahahahahaha

Se siete a Milano vi consiglio di fare un salto al settimo piano della Rinascente, a vedere le uova d’autore che ha fatto la mia Pasticceria Bompiani di Roma

Le uova saranno in vendita fino al 6 aprile, ma attenzione: queste uova non hanno la sorpresa!

Queste uova SONO una sorpresa

 

Auguri di buona Pasqua a tutti di cuore!

Besos

Barbara

Alcune delle uova della Pasticceria Bompiani in vendita in Rinascente, a Milano

Alcune delle uova della Pasticceria Bompiani in vendita in Rinascente, a Milano

La ciambella del buongiorno

Per iniziare il fine settimana con il piede giusto, qui ci vuole una bella ciambella!

Ho “rubato” questa ricetta da un’amica, e me ne sono subito innamorata.

Perché????

Ma perché sono riuscita a farla, e mi è pure venuta bene.

Io con i dolci sono sempre stata davvero negata, e quindi se IO riesco a fare un dolce, vuol dire che ce la potete fare tutti, giuro!

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

200g di zucchero

3 uova

150g yogurt greco magro (io sono intollerante ai latticini quindi ho usato lo yogurt di soia alla banana, ed è venuta buonissima)

100 ml olio di semi

350 g farina

1 bustina di lievito pane angeli

Quando avete tutto INIZIAMO:

Mescolate tutti gli ingredienti nell’ordine in cui li ho scritti, mettete l’impasto ottenuto in una forma con il buco, e infornate per  45/50 min a 175 gradi.

Adesso avete capito perché mi è venuta bene?!

E’ facilissimo no?!

E poi devo confessarvi che ho avuto un ottimo aiutante!

A casa avevamo anche delle gocciole di cioccolato avanzate da un altro dolce, e quindi le abbiamo buttate dentro l’impasto!

Direi che, senza esagerare, per evitare danni, si può far lavorare un po’ la fantasia, e si possono quindi aggiungere o cambiare alcuni ingredienti!

Buon divertimento!

Adesso vi lascio che abbiamo ancora un paio di fette da pucciare nel latte!

Besos

Barbara

Il mio super aiutante in fase "amalgama ingredienti"

Il mio super aiutante in fase “amalgama ingredienti”

Caveman: quando ridere fa bene, e fa riflettere…

E poi una giorno la mamma di un amichetto di tuo figlio ti ferma davanti alla scuola e ti dice: “Mio marito ed io, con una coppia di amici, settimana prossima andiamo al Teatro Nuovo a vedere che Caveman. Vuoi che prendo i biglietti anche per te e Marcello?”

Sììììììììììììììììììììììììì!

E’ da anni che volevo andare a vedere quello spettacolo, ma per un motivo o per l’altro non ci ero mai riuscita.

8.000.000 di telespettatori, di cui 50.000 solo a Milano!

Se state per sposarvi, se siete al settimo anno di matrimonio, o se state per lasciarvi, non potete non andare a vedere “Caveman: l’uomo delle caverne”.

Ci credete se vi dico che ho ancora un certo indolenzimento alla mandibola per quanto ho riso ieri sera?!?!

Che gli uomini vengano da Marte, e che le donne vengano da Venere, già lo sapevo, ma ieri sera ho scoperto un sacco di cose nuove.

Gli uomini, dai tempi delle caverne, hanno sempre avuto un solo compito: cacciare!

Per l’uomo esiste solo un’arma, e un obiettivo.

Una clava e una animale; un arco e un animale; un fucile e un animale; il pisellino e la patatina; il mouse e il computer; il telecomando e il televisore!!!

Ecco perché gli uomini, da sempre, fanno una sola cosa alla volta!

Una sola cosa alla volta, ma fatta bene (Questo lo dicono loro! Ahahahahah).

Quando individuano il loro obiettivo, si concentrano solo su quello, e altro non vedono, e non sentono.

Se il vostro compagno sta guardando il televisore, o sta facendo qualcosa sul computer, e voi gli fate una domanda, ma lui proprio non vi sente, non vi arrabbiate: non è che ci sentono, ma non ci cagano (ops). Loro non ci sentono proprio!

Alla quarta volta che facciamo loro la stessa domanda, allora escono dalla loro caverna, si girano come ci vedessero per la prima volta nella loro vita, e ci chiedono: “Hai detto qualcosa?”

Ma a quel punto la rabbia si sarà definitivamente impossessata di noi, ad oltranza, e la nostra risposta sarà: “Niente, niente!”

E lui? E lui si arrabbierà ancora di più, perché lui sarà uscito dalla sua caverna, perdendo il suo obiettivo, e lo avrà fatto per sentirsi dire: “Niente, niente!”

Come sono diversi gli uomini da noi donne!

Perché gli uomini si arrabbiano, ma dopo due minuti si sono già dimenticati perché si erano arrabbiati.

Come sono diverse le donne dagli uomini!

Perché le donne si arrabbiano, e per circa 5 ore con continuiamo, ad oltranza, a chiedersi perché hanno scelto di dividere la loro vita con uno così.

Gli uomini cacciavano, con un solo obbiettivo alla volta, e noi raccoglievamo, dovendo stare attente, già ai tempi, a tante cose, tutte assieme: colori, sapori, profumi, consistenze…

Loro continuano a saper fare una cosa alla volta, e noi continuiamo a farne 1000, e tutte bene (ovviamente).

Era da anni che non vedevo mio marito ridere così tanto, e per così tanto.

Abbiamo riso assieme per due ore, senza sosta.

Quanto fa bene ridere.

Se poi tra una risata e l’altra riesci anche a fare una piccola riflessione, tanto di guadagnato.

Quando vedi un uomo sul palco che prende in giro i suoi simili, dando loro, simpaticamente, degli “stronzi”, e, guardandoti attorno, vedi che tutti i suoi simili reagiscono ridendo, allora capisci tante cose:

1) Gli uomini sono consapevoli di essere “stronzi” (ovviamente lo dico con tanto affetto!), e la cosa li fa pure ridere (Strani davvero!)

2) Lo “stronzo” (sempre detto con tanto affetto, usando i termini dell’artista), non è solo il tuo di marito: il mondo è pieno di “stronzi”, consapevoli, e quindi evviva il famoso detto “Mal comune mezzo gaudio”.

3) Mio marito quando guada la tv, o lavora sul pc, e non risponde alle mie domande, non lo fa per cattiveria o perché non gli interessa quello che gli dico, ma perché proprio non mi sente (oggi compro un megafono!)

Ah come sto meglio oggi!

Ah come mi sento meno arrabbiata e più rilassata!

Ieri sera ho scoperto davvero un sacco di cose nuove, e parecchio utili alla sopravvivenza di coppia.

Lo sapevate che una donna dice mediamente 7000 parole al giorno, e un uomo 2000?

Quando tornano a casa dall’ufficio , e spesso non vanno oltre al “Ciao!”, non è che non ci amano più, o che vorrebbero essere altrove, magari con un’altra più giovane e più magra, ma hanno solo finito le 2000 parole giornaliere!

Grazie Maurizio Colombi!

Grazie perché ieri sera mi hai fatto ridere davvero di gusto, come non mi capitava da tanto, e mi hai pure fatto riflettere, sentendomi meno sola, e meno diversa, dalle altre donne.

Ieri sera ho capito che siamo davvero tutte nella stessa situazione, e che tutti i nostri compagni sono tutti nati nelle caverne, e nelle loro caverne continuano a rifugiarsi anche ai giorni nostri, pur continuando ad amarci.

Adesso però una domanda mi sorge spontanea: visto che gli uomini sanno fare una sola cosa alla volta, secondo voi mio marito, ieri sera, mentre rideva, sarà riuscito anche a riflettere?

Mistero.

Besos

Barbara

Stasera si ride

Stasera si ride

 

 

 

 

Philadelphia, salmone e zucchine: la torta salata per tutti

 

Un paio di sere fa avevo a cena due amiche e i loro figli, che assieme al mio, facevano tre giovincelli di 7, 13 e 15 anni.

Quando hai 3 giovincelli a cena ci pensi bene a cosa cucinare.

Giusto per investire bene il tuo tempo, evitando di passare le ore a preparare fantastici piatti che la metà degli ospiti non mangerà.

Dopo ore e ore di riflessioni (ovviamente scherzo!) alla fine ho deciso: avrei fatto una bella torta salata, un risotto alla milanese, e branzino al sale con le patate.

Ero convinta che il menù sarebbe piaciuto a tutti, grandi e piccini, e così è stato.

Certo che col branzino come secondo, non potevo fare la mia solita torta salata, il mio cavallo di battaglia!

Il mio cavallo di battaglia è fatto anche col prosciutto cotto, e io di solito, se nel menù metto il pesce, allora faccio tutti i piatti a base di pesce, o perlomeno non uso carne.

Non avevo mai fatto una torta salata col pesce, e nel frigo avevo giusto giusto un bel pezzo di salmone crudo che mi era avanzato dalla tartare del giorno prima.

Ho cercato su internet, et voilà, trovato: una bella torta salata con salmone, zucchine e philadelphia!

Avevo tutto, e non dovevo neanche andare di nuovo a fare la spesa: bingo!

Non so a voi, ma a me, quando ho una cena, capita spesso di dover tornare a fare la spesa per colpa di qualche idea dell’ultimo momento, hihi.

La torta ha avuto un gran successo, e hanno fatto fuori pure le briciole, olè!

L’hanno “spazzolata” talmente velocemente che non ho avuto neanche il tempo di fare una foto della torta finita.

Partiamo come sempre dagli INGREDIENTI:

una confezione di pasta sfoglia di quelle pronte (tonda o rettangolare, a seconda della teglia che avete)

100 grammi di salmone affumicato (potete usare il salmone affumicato in scatola che si trova al super, o anche un pezzo di salmone fresco)

300 grammi di zucchine

400 grammi di formaggio fresco tipo philadelphia

2 uova

1 scalogno o 1 cipolla

sale e pepe

Quando avete tutto INIZIAMO:

Tagliate a tocchetti le zucchine e lo scalogno, mettetele in un pentolino con poca acqua salata (giusto per coprirli) e fate bollire per circa 15 minuti, fino a che le zucchine saranno morbide. Alla fine eliminate l’acqua in eccesso e frullate.

imageFate raffreddare un pò e aggiungete il formaggio, due uova, sale, pepe, e il salmone a pezzetti, e amalgamate bene.

Se usate il salmone fresco vi consiglio di cucinarlo prima un paio di minuti al vapore.

Stendete la pastasfoglia nella teglia, con sotto la carta forno, e bucherellate il fondo.

Versate il vostro impasto nella teglia e, se avete voglia di tagliare delle striscioline fini fini dagli estremi della vostra pastasfoglia, inventatevi dei disegni ornamentali da adagiare sulla vostra torta.

Mettete in forno a 180 gradi per circa 40 minuti, e il gioco è fatto!

Semplice no?!

Sentirete che bontà.

Besos

Barbara

 

 

 

Vena safena – Temperateitacchi : 0-1

 

Ebbene sì: sto giro ho vinto iooo !!!

Era da due anni che dovevo togliere sta cavolo di vena safena, ma la fifa aveva sempre preso il sopravvento.

Poi un giorno arriva lui, il bell’anestesista, amico di amici, e mi dice che ormai la vena safena non la sfilano più, ma la bruciano col laser.

Madavvvvvvveroooooo!?!??!

E, fortuna fortunella, lui aveva anche un bravo amico chirurgo vascolare che faceva proprio quello.

Bingo!

Preso appuntamento, fatto ecodoppler (una sorta di check-up che ti fa vedere come funzionano le vene, e che avevo già fatto due anni fa), e data intervento fissata.

Se devo proprio essere sincera sincera, il giorno prima ero terrorizzata, quasi in lacrime dalla paura.

Ma la mattina dell’intervento, come sono arrivata in clinica e ho visto i miei due dottori che mi aspettavano,  mi sono immediatamente tranquillizzata.

Della giornata di ieri mi ricordo solo un sacco di risate.

Non dimenticherò facilmente la faccia dei barellieri che sono venuti a prendermi in stanza, quando hanno guardato “con orrore” il mio smalto rosso sulle unghie:

“Ma signora! Non si può andare in sala operatoria con lo smalto rosso sulle unghie!!!”

“Mandatemi subito un’estetista con solvente per smalto semipermanente, e io me lo faccio levare!”

E giù tutti a ridere!!!

“Riesce almeno a togliersi braccialetti e anelli!?”

“Ops, mi ero dimenticata! Provvedo subito!”

“Signora ma deve levarle le mutande!”

“Le mutande!? Ma la vena mica me la sfilano dall’inguine co,e a cevano una volta! Me la tolgono col laser! E poi questa pseudo camicia da notte7grembiulino, che mi avete dato, è cortissimo, ed è aperto dietro, e io il chirurgo e l’anestesia ormai li conosco bene! Mi vergogno! Le mutande non le tolgoooooo!”

E giù tutti a ridere di nuovo!

E poi finalmente loro: la morfina, e l’anestesia spinale!

Wow!

Non ho ben capito cosa mi abbia iniettato il bell’anestesista, ma stavo proprio na favolaaaaaaaaa!

L’intervento sarà durato circa 1 ora e mezza, ma il tempo è volato via, leggero.

Sono entrata in cliic a alle 8, alle 10.30 ero già tornata in stanza, alle 12 mi sono mangiata una bella pastina in brodo, un piatto di prosciutto e una mela cotta, e alle 14 ero in taxi, diretta a casa.

Ma come?! Nessuno mi ha accompagnata e nessuno è venuto a prendermi?!

E no! Io per certe cose sono un po’ strana!

E infatti di questo piccolo intervento, che ho fatto ieri, non ho detto niente a nessuno.

Non voglio nessuno tra i piedi quando devo fare visite importanti o, peggio ancora, interventi.

Zero mamme, zero suocere, zero mariti e zero amici.

Il giorno prima devo dire che ad un certo punto mi sono pentita di avere questo brutto carattere, e avrei tanto voluto chiamare tutte le mie amiche per chiedere loro di venire con me, ma poi ci ho ripensato.

Sono stati i barellieri, le infermiere e i dottori la mia compagnia più speciale.

Sono stati loro che mi hanno tranquillizzata, e fatta ridere.

Grazie, davvero!

Avreste dovuto vedere la mia faccia quando mi hanno dimessa dicendomi che avrei dovuto farmi una puntura da sola sulla pancia, una volta al giorno per sei giorni!

Io farmi una puntura da sola?! Ma siete fuori!!!

Quando l’ho raccontato a mio marito, che gioca a rugby, va in moto, e ora fa pure pugilato, lui mi ha ammesso che anni avrebbe dovuto farsi delle punture da solo anche lui, ma proprio non ci era riuscito!

Attenzione!

Dopo anni che mio marito dice che sono una fifona, finalmente era giunto il momento di dimostrare il contrario, e quindi…

E quindi ieri sera ho preso la siringa e taaaaaac: mi sono fatta la mia prima puntura da sola, e ridendo pure, tiè!

Adesso non vedo l’ora di levarmi tutte ste bende, e di cacciarmi sotto una doccia calda.

Sembro l’omino Michelin, ma tra 24 ore finalmente srotolerò via da tutto ciò.

E secondo voi cosa farò appena toglierò le bende?!?

Una bella camminata, ovvio.

E poi?

Poi una bella doccia.

E dopo la doccia?

Andrò a comprarmi un paio di stivali provando solo quello destro!

Non fate quella faccia! Adesso vi spiego!

Il fatto che sta benedetta safena non facesse più suo dovere, aveva fatto sì che la mia gamba sinistra fosse diventata più grossa della destra.

Il problema è che non me ne ero accorta subito!

Mi era quindi capitato di andare a provare un paio di stivali, provando solo quello destro, e di avere una brutta sorpresa una volta tornata a casa: la cerniera dello stivale sinistro non si chiudevaaaaaaa!

Quel giorno no che non avevo riso, ma proprio pennnnienteeeeee!

Besos

Barbara

 

PS: Giusto per farvi capire qualcosina di più, la vena safena è una vena importante che parte dal piede e arriva fino al femore.

Dentro questa vena ci sono varie valvole che, richiudendosi al passaggio del sangue in risalita, permettono al medesimo di tornare su.

Le mie valvole, da anni, non funzionavano più e quindi il mio cuore pompava il sangue in giù, ma questo poi non riusciva a tornare su perché le valvole non si richiudevano al suo passaggio.

Da questo ne derivava un problema di circolazione, e la comparsa di bellissssssime vene varicose, che ieri mi hanno tolto con la vena safena, olè!

image

Je suis Dolce & Gabbana

 

Io davvero non capisco…

Dopo quello che è successo a Parigi, e dopo tutti bei discorsi fatti sulla libertà d’espressione, c’è chi fomenta il mondo a boicottare un’intera casa di moda perché uno degli stilisti si è permesso di esprimere una SUA idea personale?

Ho dovuto leggere e rileggere il commento di Elton John sotto la foto di Dolce & Gabbana che ieri ha pubblicato su Instagram: non volevo crederci!

Ma partiamo con ordine dalle parole dette da Domenico Dolce in un’intervista rilasciata a Panorama:

“Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni”

E Domenico, rispondendo a una domanda sulla voglia di paternità, continua dicendo: “Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”

Ho letto e riletto le parole di Domenico e, sinceramente, non riesco a dargli torto.

Se ora volete boicottare il blog temperateitacchi fatelo pure, ma sappiate io continuerò a dire quello che penso, come ho sempre fatto.

Forse se fossi gay, e fossi innamorato di un uomo con cui vorrei avere un figlio, la penserei in maniera diversa, ma non lo sono, e quindi dico la mia, ma non mi permetto di giudicare chi non la pensa come me.

Certo è che viviamo in una società, e parlo dell’Italia, in cui c’è ancora chi si gira vedendo una donna bianca che cammina mano nella mano con un uomo di colore, o viceversa, e quindi figuriamoci a come verrebbero guardati due papà che spingono il passeggino con il loro figlio.

Non siamo sicuramente pronti a vedere figli cresciuti da due mamme, o da due papà, e il peggio è che chi ne farebbe le spese sarebbero sicuramente i bambini.

Ma, ripeto, io non sono nessuno per giudicare, e quindi posso solo fare come Domenico, e dire quello che penso io, senza per questo mancare di rispetto a nessuno.

“Non sono d’accordo su quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”

Elton John avrebbe potuto prendere in prestito queste bellissime parole di Voltaire, ed avrebbe fatto una gran bella figura.

Ma chiedere a tutto il mondo di boicottare Dolce & Gabbana per colpa di una semplice idea personale…

Questo è davvero troppo, e assurdo!

Una casa di moda non è fatta solo dai suoi stilisti, ma da una moltitudine di persone che lavorano dalla mattina alla sera, con passione e dedizione.

Stefano ha detto chiaro e tondo che non la pensa come Domenico, ma resta ovviamente al suo fianco, e difende a spada tratta l’opinione di un uomo che è cresciuto in sicilia, dove l’immagine della famiglia classica è sicuramente più forte e più sentita che in tante altre regioni d’Italia.

E poi, davvero, se tutti dovessimo boicottare tutti quelli che la pensano diversamente da noi, allora io non potrei più andare a comprare la frutta dalla mia amata fruttivendola: lei non vota il partito che voto io!

Quello che vorrei chiedere a Domenico, che ha parlato di “figli della chimica” e di “bambini sintetici”, è se è contrario alla fecondazione assistita solo per le coppie di gay, o anche per le coppie etero.

Questo mi piacerebbe saperlo!

Io sono stata fortunata e il mio Danny è arrivato così, senza bisogno di altro al di fuori di me, del suo papà, e di un bellissimo atto d’amore.

Ma ci sono coppie che non hanno avuto la stessa fortuna, e che con l’aiuto della “chimica”, e di tanti sacrifici, sono riusciti a realizzare il loro grande sogno.

Posso essere d’accordo sul fatto che anche a me sembra più “naturale” un bambino nasca da un padre e da una madre, anche se un giorno magari crescerà con uno solo di loro, ma chiamare “figlio della chimica” un bimbo arrivato con un aiuto, ma tanto desiderato, cercato, e amato, questo forse lo avrei evitato.

Resta il fatto che ognuno dovrebbe essere libero di esprimere la propria opinione, senza dover per questo essere boicottato, ed insultato.

Besos

Barbara

La giornata dei desideri: oggi vorrei…

 

Esiste il giorno delle donne, il giorno delle mamme, il giorno dei papà, il giorno dei morti, il giorno dei santi, e chi più ne ha più ne metta.

Ma il giorno dei desideri?

Una bella giornata in cui tutti possano sedersi, rilassarsi, e sognare?!

E che cavolo! Direi che un giorno così ce lo meritiamo no?!

E allora io mi investo del potere di sindaco, e di presidente del consiglio, e decido che, a partire da oggi, in Italia, venerdì 13 marzo sarà per sempre “Il giorno dei desideri”.

E quindi, siccome non sono una che perde tempo, inizio subito:

oggi vorrei che le mie gambe sembrassero così magre non solo quando mi faccio i selfie dall’alto.

Oggi vorrei essere una mosca, per entrare nelle case delle altre famiglie e vedere se anche le altre mamme la mattina perdono la pazienza, e con i figli, sempre in ritardo, mollano un urlo di troppo, come ho fatto un paio di ore fa con Danny.

Oggi vorrei essere più magra, e vorrei che la scatola dei biscotti al cioccolato fosse messa così in alto da diventare davvero irraggiungibile, anche con la scala.

Oggi vorrei abbandonare la città, e trasferirmi in campagna, nella mia amata Puglia, senza pensare troppo al futuro, ma vivendo il presente, e poi si vedrà.

Oggi vorrei essere meno stressata.

Oggi vorrei smetterla di pensare sempre a tutte le cose che devo fare, ma a tutto quello che ho già fatto.

Oggi vorrei imparare a prendermela con un po’ più di calma.

Oggi vorrei che mio marito lavorasse di meno, e che avesse tempo di leggere quello che scrivo.

Oggi vorrei tornare indietro, per dire un “ti voglio bene” in più a chi se ne è andato.

Oggi vorrei vincere l’enalotto e fare il giro del mondo in 80 giorni, con mio marito, mio figlio, e una bravissima babysitter fissa (possibilmente molto giovane, e molto racchia).

Oggi vorrei che fosse già Pasqua, per essere già in campagna, a Cisternino.

Oggi vorrei capire se devo farlo o no sto benedetto sito per vendere i miei orecchini “Gipchic” online.

Oggi vorrei che mio figlio avesse di nuovo 3 mesi, facesse tanta cacca, e meno capricci.

Oggi vorrei non volere niente di più, perché alla fine ho già tanto, di cui essere felice.

Besos

Barbara

 

 

Madonna? Come Morandi, Tozzi e Ruggeri!

Magari oggi mi farò dei nemici, ma sapete che io non riesco a mentire, mai!

E quindi mo ve lo devo dire, anzi, ve lo canto: “Si puòòòò daaaaaare di piùùùùùùù”

Ve la ricordate?!

Non sono mai stata un’amante di Morandi, né di Tozzi, né tantomeno di Ruggeri, ma quella canzone, che avevano cantato tutti e tre assieme, a Sanremo, mi era piaciuta un sacco.

Perché è vero dai: nella vita si può sempre dare di più, anche quando si ha la sensazione di aver già dato tanto.

A volte forse sarebbe quasi meglio dare di meno, ma in maniera diversa.

Per l’intervista a Madonna di ieri sera c’era tanta, tantissima attesa.

E dopo l’intervista?

Tanta, tantissima delusione.

Ho due cari amici che quella sera lì erano presenti, ed erano in prima fila, a pochi metri da lei.

Madonna

Madonna

Madonna è una donna carismatica, e di brutto, e quindi immagino che essere stai vicino a lei deve essere stato pazzesco.

“Purtroppo” domenica scorsa, quando è stata registrata l’intervista andata in onda ieri, io ero a New York, sennò avrei fatto di tutto per andare in studio, e, conoscendomi, so che ce l’avrei fatta (hihi).

Se fossi stata lì non mi sarebbe interessato cosa avrebbe detto, ma mi sarei accontentata di respirare la sua energia, e la sua forza…

Ma l’intervista me la sono vista ieri sera, come tutti, davanti alla tv, e non mi è bastata!

Sarà stata colpa di Fazio, e delle sue “inutili domande”.

Sarà stata colpa di lei che se l’è tirata un po’ troppo, e  che ha peccato un tantino di arroganza.

Fatto sta che a me è rimasto l’amaro in bocca

Sono sempre stata una super fan di Madonna, magari non di quelle che si strappano i capelli ascoltando tutte le sue canzoni, ma sono una grande fan dei suoi continui mutamenti, e delle sue performance.

Non è facile sapersi rinnovare così tante volte, come ha fatto lei, e senza mai sbagliarne una.

Madonna, con la sua musica, è fissa nelle classifiche più importanti da 30 anni!

30 anni, non pizze e fichi!

Però Fazio daiiiiii!

Hai una star come Madonna davanti a te, e non le chiedi quello che tutto il mondo vorrebbe sapere?!

Secondo me si è letteralmente cacato sotto (scusate il termine, ma non mi veniva la traduzione chic), e ha buttato via l’occasione della vita.

E non mi dite che le domande erano concordate da tempo, e lei non vuole altro tipo di domanda, perché su Vanityfair ha detto molto di più.

Ok parlare di libertà, di arte, e dell’importanza delle donne, visto che l’intervista è andata in onda in un giorno stupido come quello dell’8 marzo, ma noi “sorcini” di Madonna volevamo sapere altro, cribbio!

Cosa mangia?

Cosa beve?

Quanto si allena?

Quante ore dorme?

Con chi si accoppia ora?

Fa yoga?

Quale farmaci assume per sembrare sempre felice?

Cosa ha pensato mentre cadeva, impigliata nel super mantello da Wonder Woman confezionato dal suo ex amico Re Giorgio?

Volevamo sapere tutta la sua giornata tipo, e non solo che la mattina prega coi suoi figli e poi torna a letto!

Va a fare la spesa?

Va a fare jogging a Central Park?

Se lo mangia un hamburger ogni tanto?

Ci va da Fao Schwarz o da Toys a scegliere i giocattoli con i suoi figli?

Se li lava i denti, o toglie la dentiera e la mette nel bicchiere sul comodino?

Ha mai un brufolo?

E poi, scusate, ma non poteva venire un po’ più svestita, e cantare qualcosa di più allegro?!

L’avrei voluta seduta su uno sgabello con le gambe scoperte e accavallate, come la nostra Alba nazionale, e noi appollaiata sul bracciolo di una poltrona, e tutta coperta, composta e immobile, alla Wanda Osiris.

Bellissimo l’abito di Martin Margiela, ma speravo che per cantare se lo togliesse, svelandoci il suo fisico perfetto.

Forse avrà avuto paura di non sapere slacciare i bottoni, come le è successo pochi giorni prima…

Ma io avevo un forte bisogno di vedere quel suo incredibile fisico!

Mi avrebbe dato la forza di alzarmi dal letto, oggi, e di uscire al parco ad allenarmi, nonostante l’assurda febbriciattola che mi perseguita da giorni, come quel trattore che continua ad andare su è giù per la mia schiena, come se non avesse di meglio da fare.

Il Sassicaia del 2011 non è bastato a stemperare l’autorevolezza di Madonna, e la fifa di Fazio.

La prossima volta fatevi qualche shot di Vodka, che l’è megl.

Però una cosa ve la devo dire…

Nel 1984 usciva “Like a virgin”, e Madonna decideva di girare il video a Venezia, nella mia Venezia!

Ovviamente quell’anno il mio colore preferito diventò il nero, e non uscivo di casa senza indossare almeno 3 o 4 collane, una sopra l’altra, e i miei orecchini/vere giganti.

A volte, per i capelli,  usavo anche il cerchietto, o una fascia di pizzo, ops.

Ieri sera devo aver avuto un momento di nostalgia per quei tempi che furono, per quando imitare i nostri idoli diventava quasi un obbligo, una cura alla monotonia.

Sarà perché sono tre giorni che sono chiusa in casa, e che la montonia era salita a livelli davvero pericolosi, ma dopo l’intervista ho sentito un gran bisogno di tornare bambina, giocando a fare la grande, e quindi ho svaligiato i miei cassetti di anelli.

Non sò a voi, ma a me di quell’intervista è rimasta giusto l’immagine di quella mano, piena di anelli.

Bello, ma un po’ poco no?!

Besos

Barbara

gli anelli di Madonna

gli anelli di Madonna