Che si fa questo fine settimana a Milano?

 

Questo fine settimana, se restate a Milano, un paio di cosine carine ci sono.

Iniziamo dallo STREET FOOD TRUCK FESTIVAL che si terrà a Sesto San Giovanni da oggi, venerdì, a domenica.

Dall’ape-ritivo, alla polenta col gelato salato, passando per la pizza.

Tutto rigorosamente servito in strada. Mi sa che domani ci porto Danny boy, che va pazzo per le api (quelle su 4 ruote, e non quelle che pungono).

Sabato e domenica, dalle 10 alle 18.30, sul sagrato e nei chiostri della Chiesa di Via San Marco, a Milano, torna FLORALIA .

Non solo fiori, ma anche tessuti, vestiti e oggettistica varia per la casa, e non solo.

Ho giusto bisogno di ancora un paio di cosucce per la nostra piccola masseria in Puglia, quindi mi sa che mi toccherà sacrificarmi e farci un salto (che sacrificioooooo)

E domenica, per gli appassionati dei mercatini (eccomiiiiiiii), torna il MERCATONE DELL’ANTIQUARIATO  sui Navigli, a Milano.

Che dire? Un fine settimana on the road, all’aperto, sperando che il tempo regga.

E se stasera siete in giro per Milano, vi aspetto dalle ore 20 in poi all’ATM, Bastioni di Porta Volta 18.

Aperitivo, dinner buffet, e danze ad oltranza.

Ricordatevi di temperare i tacchi, e passate un buon fine settimana!

Besos

Barbara

Bambini, animali, e non solo: diciamo stop alla violenza sul web!

 

Sono anni che gira su Facebook la foto di un povero gatto impiccato.

Sono anni che mi tocca vedere foto di bambini e animali  feriti, maltrattati, o addirittura morti.

E le foto sono spesso accompagnate da frasi tipo:

“Voi fareste una cosa del genere?”

“Se conoscete le persone che hanno fatto questo, denunciateli”

Adesso io voglio capire una cosa: ma chi pubblica o condivide immagini del genere, cosa pensa di ottenere?

Secondo voi se qualcuno avesse potuto rintracciare ed arrestare i  colpevoli, non lo avrebbe già fatto?

Secondo voi far girare immagini così forti e pietose, può servire a sensibilizzare qualcuno che non lo sia già?

Secondo me serve solo a far venire mal di stomaco a chi se le ritrova davanti, senza averlo chiesto o desiderato.

La violenza sui bambini, e su certi animali, essendo loro più indifesi, è la peggiore delle violenze, e come tale va sicuramente denunciata e combattuta, ma le immagini non servono, non fanno la differenza.

Sta girando sul web il video di una donna che vorrebbe picchiare un piccolo bimbo, e i suoi cani che cercano di bloccarla.

Secondo me è un video finto.

La donna si avventa di continuo sul piccolo, ma colpisce solo il divano, e mai lui.

Quale mente malata può organizzare un video del genere solo per fare vedere il senso si attaccamento dei cani a quel bambino?!

E quali superficiali menti possono condividere un video del genere senza prima guardarlo bene, e senza prima pensare alle conseguenze di un gesto del genere?!

E vogliamo parlare del video che ho visto ieri, su facebook, dove due poliziotti cercano di arrestare un pericoloso delinquente assassino?

Nel video i due poliziotti cercano di tirarlo fuori dalla macchina, mentre lui sembra stia cercando di prendere un’arma dal cassetto nel cruscotto.

E sotto il video decine e decine di commenti:

“Avrebbero dovuto sparare, e non cercare di catturarlo. Ma viviamo in un paese di bigotti dove sono tutti pronti a condannare un poliziotto che spara troppo presto”

“La poliziotta sarebbe dovuta entrare dall’altra portiera, e non dalla stessa portiera dove stava cercando di entrare il collega” 

Ma che senso ha tutto ciò?

A cosa serve? 

Adesso ci mettiamo anche a fare i processi su facebook?

E’ vero che in un paese dove Corona sta in galera e Schettino sta fuori, assieme a tutti i pirati della strada responsabili di assurdi incidenti mortali, ci sia qualcosa che non va.

Ma iniziare a pensare che farsi giustizia da soli sia la soluzione migliore…questo no!

Trovo sia giusto che un poliziotto possa sparare per legittima difesa, ma non per eccesso di stress, o per picchi di adrenalina.

Diffondere nel web immagini e video che “parlino” di violenza, non serve a nulla, e a volte può diventare addirittura pericoloso.

Giorni fa ho parlato di quanto secondo me sia pericoloso parlare troppo di violenza anche in tv.

Sono convinta che più si dedichi spazio a genitori che uccidono le loro creature, e a mariti che uccidono le compagne tanto amate, e più questo tipo di omicidi continuerà ad aumentare, come sta già succedendo.

La notizia va data, per carità, ma non esageriamo con tutte queste trasmissioni dedicate.

Raccontiamo il fatto, senza magari scendere troppo nei dettagli, e riparliamone solo se, e quando, ci saranno importanti risvolti a riguardo.

Mai sentito parlare di emulazione?

Se io, che mi reputo una persona normale, vedo l’immagine di un animale torturato, non posso che stare male, e soffrire in silenzio.

Ma se una persona squilibrata vede un’immagine del genere? Secondo voi come potrebbe reagire?

Pensateci bene prima di condividere immagini o video violenti.

Pensate bene a quelle che potrebbero essere le conseguenze.

Contate fino a 10.

Grazie

Barbara

La forza delle donne

 

Quando ero giovane ero un maschiaccio, e da bravo maschiaccio giravo principalmente con amici maschi.

Con gli amici maschi uscivo la sera.

Con gli amici maschi partivo per i fine settimana, e spesso si dormiva anche nella stessa stanza.

Dormire nella stessa stanza con un uomo che non è il tuo fidanzato, o il tuo cucco provvisorio?

E perché no?! Se quell’uomo è un tuo amico, e con lui c’è la complicità che c’è tra gli amici, senza altri interessi, e secondi fini, allora si può.

Le mie coetanee parlavano di borse, e di vestiti, e passavano le ore a spettegolare su quello e su quella, e a me non interessava.

Preferivo la schiettezza, e la leggerezza degli uomini.

E poi?

E poi cresci, e crescono anche le donne intorno a te.

Quelle ragazze che ti sembravano frivole e prive di grandi interessi, diventano donne, mamme.

Quelle donne, e quelle mamme, vedono le loro priorità cambiare. 

Cambiano quindi gli argomenti, e inizi a capire che certe donne ora ti possono dare tanto.

Ieri sera un invito a cena, per festeggiare i 40 anni di una cara amica.

La tua amica, due vecchie amiche che non vedevi da tanto, due amiche nuove, e un tavolo quadrato, che unisce, subito.

Sette vite che si intrecciano, sette cuori che parlano, che si lasciano un po’ andare, e si confessano.

E’ il turno di lei, che ti racconta della sua passione per il lavoro, una passione così forte che per un attimo sembra diventare anche la tua, e ti emoziona.

Poi senti una super mamma raccontarti di come quel trasferimento ha cambiato in meglio la sua vita, e la sua dedizione alla sua nuova famiglia allargata ti fa sentire orgogliosa di esserle di nuovo seduta accanto.

E lei? Lei che ha un compagno a volte un po’ troppo precisino, ma riesce a tenergli testa, e non cede?

Non si sente mai inferiore, e va avanti a testa alta, sempre?

Beata lei.

C’è chi sente forte la voglia di affermarsi anche fuori dal nucleo familiare, la voglia di tornare ad essere di nuovo donna, e non solo mamma e compagna.

Senti la sua energia che si sprigiona, la paura che la fa barcollare, e la forza e la determinatezza che accorrono a sorreggerla.

E’ arrivato anche per lei il momento di parlare, e lo fa senza freni, come un fiume in piena.

Ha capito che loro sono le donne giuste, e allora decide di confessarsi. 

Si confessa l’eterna insicura, quella convinta di non aver fatto abbastanza, convinta di essere arrivata ad un momento di svolta.

Parla lei che vorrebbe sentirsi più amata, più desiderata, più stimata, da chi ama.

Parla lei che pretende sempre troppo da tutti, specialmente da sé stessa.

Parla lei che non sa cosa sia meglio: se restare e coltivare le proprie passioni, e le proprie potenzialità, o partire e coltivare la sua nuova terra, in Puglia.

E una lacrima scende, mentre in quel ristorante alla moda sfilano donne finte, e ragazzine affamate di successo.

La sua mano afferra un piccolo tovagliolo di carta nero, e si asciuga velocemente gli occhi, quasi per nascondere, e spazzare via, quelle tracce di debolezza.

Ma poi ci ripensa, e pensa che quella debolezza sia umana, molto umana, e allora guarda le donne sedute accanto a lei, quasi per chiedere loro aiuto, e l’aiuto arriva.

La forza delle donne sta nella solidarietà che può esistere solo tra donne che sanno cosa vogliono, tra donne che si vogliono bene, e che sanno voler bene.

Esiste anche l’invidia, è vero, ma io concepisco solo “l’invidia buona”, quella che ti fa desiderare di avere la stessa forza di lei, lo stesso amore per il suo lavoro di lei, e la stessa determinazione di lei.

E allora torni a casa con le loro parole che ti rimbombano in testa, e, prima di coricarti, ti rialzi in piedi.

“Sei una brava mamma. Sei una donna in gamba. Hai fatto tanto. Vedrai che troverai la tua strada. Prenditi un po’ di tempo per te”.

La tua eterna insicurezza lascia il posto ad un sorriso, e al ricordo dei successi ottenuti.

In effetti qualcosa di buono l’ho fatto, e se la smetto di avere paura, sono sicura che arriveranno tante altre soddisfazioni, e saprò fare la scelta giusta.

E se la scelta non sarà quella giusta? Andrò avanti a testa alta, e cambierò strada.

Bello andare a dormire più leggera, felice di aver rivisto e conosciuto delle donne forti, passionali e solidali.

Grazie.

Oggi si ricomincia, sempre a testa alta.

Barbara

 

 

 

 

 

 

Cosa ho fatto e cosa farò. Chi viene con noi? Ecco i prossimi appuntamenti!

 

Oggi vi racconto cosa ho fatto questa settimana, e cosa farò nei prossimi giorni.

Magari, come dicono i miei amici romani, “nun ve ne po’ fregà de meno”, ma io ve lo dico lo stesso, tiè.

Dopo due mesi a far la contadina in Puglia, e dopo un primo rientro in società a Venezia durante la Mostra del Cinema di Venezia, questa settimana è stato il turno della moda a Milano.

So che non ci crederete mai, e vi farete una grassa (o magra, dipende dal vostro peso) risata, ma io ve lo dico lo stesso: sono un orso, sono pigrissima!

Ma durante la settimana della moda non ce la faccio a dire sempre di no, non resisto, e risorgo dal letargo.

Durante la settimana della moda mi arrivano un sacco di inviti a sfilate, feste, eventi, e chi più ne ha più ne metta.

E quando gli inviti non arrivano a te, c’è sempre l’amica pronta a trascinarti con lei, e tu diventi il +1.

Impossibile non cedere.

E giù di tappeto rosso, musica a manetta, e saluti e destra e sinistra.

“Ma quant’è che non ci vediamo?! Ma come ti trovo beneeeee”

Se non ci vediamo da tanto un motivo ci sarà: ho il tuo numero, e anche se non lo avessi saprei come rintracciarti, e se avessi voluto vederti prima, ti avrei chiamato.

Mi trovi bene? Ma brutti buggggiardi che non siete altro!!! Come fate a trovarmi bene, che in Puglia ho preso 6 kg e non riesco più a levarmeli di dosso?

Ogni tanto sarebbe divertente dire alle persone quello che ti passa per la testa, senza freni e senza filtri, ma non si può, e allora sorridi, ringrazi, saluti, bevi un drink, balli un po’, se si può, e te ne torni a casa sorridendo, senza saper bene perché.

Ma sìììììì dai, un bel bagno di folla ogni tanto ci sta.

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Lo sa bene la mia amica Alessia Marcuzzi che l’altra sera, da Strolli Oro, era attesa da fiumi di Pinelle tutte molto fashion.

Le ho dovute scavalcare tutte per arrivare a darle un bacio, e mentre le scavalcavo sono inciampata in LUI, in Camille Lacourt.

Firmava autografi e sorrideva, e io mi chiedevo chi fosse quel dio lì che mi era capitato proprio davanti, ma soprattutto mi chiedevo perché certi signorini non si beccavano in giro quando non ero sposata!

Mica mi lamento io: mio marito è un gran bel pezzo di ragazzo, ma Dio mi ha fatto gli occhi, e io, per gentilezza, li uso.

Girare per eventi durante la settimana della moda, mentre si è a dieta, quasi a digiuno, non è facile, ma grazie all’ottima bresaola offerta all’evento Pirelli, sono riuscita a resistere sui tacchi, senza svenire.

Non solo non sono svenuta per la fame, ma ho anche ballato quando, passando a salutare il mio amico Antonio Gavazzeni da Bagutta, mi sono ritrovata nel bel mezzo della guerra dei Pooh.

Facchinetti jr, tutto esaltato, suonava in consolle per un negozio di ottica, e Battaglia jr suonava, tutto pacato, nella difronte vetrina di Bagutta.

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Che spasso, ma, sopratutto, che musica maestri!

La cosa più divertente, però, è stata vedere come si concia certa gente quando viene in centro a Milano per la famosa serata “Vogue fashion night out”.

Ogni tanto mi chiedo se questi sappiano cosa siano gli specchi, ma sopratutto se ne posseggono uno intero, a casa loro!

Ma come si fa ad uscire combinati così?!?!

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Vabbè, a questo punto meglio svestite che vestite, e le svestite le ho viste oggi, alla sfilata di Fisico.

Se sei a dieta, e vuoi convincerti che stavolta non devi sgarrare, il trucco c’è: vai ad una sfilata di costumi di bagno, indossati da super gnocche, siediti nelle prime file, e guardale bene tutte, con invidia, mentre cavalcano la passerella trotterellando a ritmo di musica.

Stasera non cenooooooooooo!

Stasera non esco proprio.

Stasera ho bisogno di un pit stop, giusto un pit stop piccolo piccolo.

Anche ieri sera ho fatto tardi, e stamattina sono ruzzolata giù dal letto come sempre alle 7, per portare Danny boy a scuola.

Ma ieri sera ho fatto proprio bene ad uscire, perché la festa di Dondup ha regalato grandi emozioni: la spettacolare cornice della Pinacoteca di Brera, la calda voce di Ron e quella meno calda, ma super affascinante, del mitico Asaf Avidan, hanno lasciato il segno.

Chi è Asaf Avidan? Se lo sono chiesti tutti quando, ieri sera, prima di cantare il suop pezzo più famoso, ha cantato una canzone mai sentita prima.

Ma quando ha iniziato a cantare, quasi recitandola, la sua bellissima “One day, baby’ll be old”, allora tutti hanno capito, e i brividi si sono fatti sentire.

pulcifotoDomani sera inauguro la mia serata del venerdì all’ATM a Milano, sabato ho un altro evento dove finalmente andrò col mio maritino, che è tornato da un lungo viaggio di lavoro, e domenica mi “toccherà” andare al mercatino “Le pulci pettinate”.

Antiquariato, vintage e artigianato, ma anche musica, seminari di pizzica, birre artigianali e street food. Il tutto  questa domenica 21 settembre, a Milano, in Via Stazio, dietro Viale Padova.

Secondo voi posso io perdermi un mercatino di pulci pettinate?! Anche no.

Martedì 23 settembre, invece, grande convocazione per tutte le mamme all’hotel Melià di Milano in Piazzale Lotto.

MOM-on-truck-PG-01Va di scena l’aperitivo “Mom on track”, un’occasione per tutte le mamme per confrontarsi su aspirazioni, bisogni ed esigenze.

E se poi, ad aiutarle, arriva anche un super trainer come Giustianiano la Vecchia, allora il gioco è fatto, e i nostri bambini ci aspetteranno in un’area a loro dedicata.

A proposito di bambini, vogliamo dare un aiuto concreto ai bambini dell’ospedale neurologico Carlo Besda?

E allora mercoledì 24 settembre, portiamo i nostri bambini, più fortunati, al Lunapark dell’idroscalo a Milano.

besdafotoIl lunapark, come ogni anno, dalle 14.30 alle 19, sarà tutto per noi.

Ormai Danny ed io siamo alla terza edizione, e devo dire che è sempre più bello.

Come ogni anno incontreremo un sacco di amici e di amichetti, stuzzicheremo il palato con le ottime torte fatte a mano dalle volontarie dell’associazione, e con un’infinità di altri dolci, tramezzini, pizze, e chi più ne ha più ne mette.

Ma soprattutto avremo un lunapark intero tutto per noi, e ci si divertirà sapendo di fare del bene, che non è poco.

Il biglietto di ingresso, che si potrà comprare direttamente al Lunapark, costa 20 euro e darà diritto alla super merenda e all’utilizzo di tutte le giostre per quante volte si vorrà.

Dimenticavo! Questo fine settimana, a Milano, ci sarà anche “Cascine aperte”.

Come vedete Milano è una città che offre sempre tanti appuntamenti interessanti, basta stare sempre sul pezzo, e non rilassarsi mai, ops.

Besos, Barbara

 

 

 

 

 

Notizie sì, notizie no.

 

Elisabetta Canalis si è sposata vestita da meringa, e Belen Rodriguez si è presentata al matrimonio vestita da concorrente di “Ballando sotto le stelle”.

Era ovvio che il giorno dopo sarebbe partito il tam tam mediatico, e che sarebbe durato a lungo, senza esclusione di colpi.

“Ma che cafona! Non si entra vestite così in Chiesa, e poi non è chic  rubare l’attenzione alla sposa attirando su di sè gli sguardi di tutti”

“Ma di chi era il vestito della Canalis? Ma perché  non ha indossato qualcosa che esaltasse di più le sue belle forme? Sarà mica incinta?”

E vai di botta e risposta, di accuse e repliche, e di fiumi di dementi esternazioni.

Donne che accusano altre donne di aver criticato per invidia.

Invidia?

Ma secondo voi si può invidiare una gran bella gnocca che invece di indossare qualcosa di semplice ed elegante, decide di rendersi ridicola, e fa la “gnorry”?

Ma quello che mi disturba di più sono quelli che si sono permessi di criticare la troppa attenzione data a queste stupidate, quando ci sarebbero cose ben più importanti di cui scrivere a parlare.

Ecco, appunto, parliamo di notizie sì e notizie no.

Ma vi siete accorti che da quando danno così tanto spazio a mariti che uccidono le donne amate, e a genitori che uccidono il sangue del loro sangue, questo tipo di delitti stanno aumentando a vista d’occhio?!

Mai sentito parlare di emulazione?

Ma è possibile che ormai al telegiornale non si senta parlare che di violenza, omicidi impensabili e atroci decapitazioni?

Ma dare anche altri tipi di notizie? Magari ogni tanto anche buone notizie? Notizie di speranza, notizie di ripresa.

Ben venga Belen e il suo volgare abito di pizzo.

Vorrà dire che da domani le case di moda venderanno meno tubini e più pizzi.

Evviva le notizie stupide, e l’emulazione innocua.

E con questo passo e chiudo

Barbara

 

Lunedì inizia la scuola

 

Ho appena scaricato mio figlio da McDonald ad una festa di compleanno, e sono fuggita.

Sì, sì avete letto bene: SCARICATO e FUGGITA!

Sono una donna scarica, e quindi scarico.

La scuola italiana non può stare chiusa 3 MESI, andrebbe denunciata.

Se poi non puoi permetterti una tata fissa, devi seguire un cantiere, e tuo figlio fa i capricci tutte le volte che nomini la parola “compiti”, allora si tratta di denuncia penale.

In questo momento sono da un tristissimo parrucchiere cinese tra casa mia e McDonald.

Ho un’ora libera e non sapevo se, dopo quasi tre mesi di cozzite acuta (un paio di settimane se l’è fatte con le nonne in Sardegna,grazie al cielo), mio figlio mi avrebbe autorizzato l’ora d’aria, o mi avrebbe trattenuta alla festa con la forza.

Stasera ho un compleanno anche io (con tata prenotata).

Già devo mettere la gonna lunga perché non ho avuto tempo di fare la ceretta, e quando per tutta l’estate usi il rasoio, anche i peli biondi si trasformano in tronchi, almeno i capelli li vorrei a posto.

Potevo forse prenotare dal mio amato Coppola un’ora di sabato pomeriggio, e poi chiamarlo per tirargli un bidone a causa dell’ennesimo capriccio?

Anche no!

Rivoglio la mia libertà.

Toglietemi sto pigiama a righe che ho tatuato sulla pelle da quasi tre mesi.

Ok che la riga verticale sfina, ma preferisco vivereee

Io amo alla follia mio figlio, e mi sento un pochino (ma proprio poco poco) in colpa a non vedere l’ora che varchi quel portone, ma tre mesi sono tre mesi.

In tutti i paesi del mondo le vacanze sono distribuite durante tutto l’anno.

Perché noi dobbiamo sempre distinguerci???

Io davvero non capisco come faccia la gente che ha un lavoro vero e proprio, con degli orari da rispettare, e dei cartellini da timbrare: in tre mesi si fanno fuori lo stipendio di un anno in tate e campus?!

Santi nonni e parenti vari: come farebbe il mondo senza di voi?

Da lunedì torno liberaaa.

Libera di leggere una mail con calma.

Libera di pensare a cosa farò da grande.

Libera di buttare il rasoio e di farmi fare una vera ceretta.

Libera di andare dal mio parrucchiere con cui posso chiacchierare e spettegolare, in italiano.

Libera di pranzare con un’amica o con un potenziale cliente.

Libera di avere una voglia pazza di rivedere mio figlio, e di andare a prenderlo a scuola col sorriso stampato.

Liberaaa

Adesso vi lascio perché sto cinese non ha capito che tra mezz’ora devo correre a riprendere mio figlio alla festa, e i miei capelli sono lunghi da asciugare, troppo lunghi.

Come si dice in cinese “muovitiiiiiiii, perfavore”?

glazie

Barbara

Torta light al cioccolato

 

Adoro le amiche che sanno cucinare, e quando le signore in questione capitano a casa…spesso, con nonchalance (senza preavviso e senza chiedere il permesso), le attiro in cucina, e non le faccio uscire se non sganciano almeno un paio di ricette segrete, e soprattutto a prova di imbranate come me.
Quest’estate, in Puglia, è venuta a trovarmi un’amica di Barletta con marito e figlio (che guardacaso è un compagno di classe di Daniele).

Tra un tuffo in piscina, e un giro in paese, per fortuna ci è avanzato un pó di tempo, e visto che la seconda sera siamo stati colti da una forte pioggia, quasi per caso (ahahahahahah) noi donne siamo finite in cucina.

Ecco a voi una delle ricette che sono riuscita ad estorcere, senza violenza, alla mitica Stefania.
Della serie:”E mooooo, vedi che ti mangi”, ecco a voi la ricetta per la TORTA LIGHT AL CIOCCOLATO!!!

Della serie: “Mangiami pure tutta, senza troppi sensi di colpa”

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

imageINGREDIENTI: 300  grammi di farina, 90 grammi di cacao amaro, 1 bustina lievito vanigliato,  2 cucchiai di olio, 120 grammi di zucchero e 375 ml di latte.

Facoltativi, ma utili: una spolverata di cannella in polvere, due cucchiai di scorza di arancia grattuggiata e 50 gr di coccolato fondente, anch’esso grattugiato.

Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola bella grande e mescolate bene tutto con una frusta (Da cucina!!!)

Versate il vostro impasto in una teglia per torte antiaderente, o foderata con la carta forno, e infornate il tutto a 180 gradi per 40 minuti.

Et voilà

Besos

Barbara

 

 

 

 

 

 

 

Dalle stalle alle stelle: un po’ di mondanità ci voleva!

 

Per me andare in vacanza vuol dire staccare, tutto, o quasi.

Fino a che lavoravo come pr anche in estate, allora partivo con tacchi e trucchi, ma da quando in estate non lavoro più, certe inutili cose le lascio a casa.

Nella mia valigia ci metto di tutto, ma poi di solito uso ben poco.

So bene che i tacchi slanciano (specialmente quelle che, come me, al posto delle gambe hanno dei salsicciotti), ma non ci posso fare nulla: io i tacchi amo temperarli, ma non indossarli.

Quando vado in vacanza entro in modalità “zingara chic”.

Di docce me ne faccio anche due al giorno, ma il phon non lo accendo mai, e i miei capelli, dopo una veloce spazzolata, vanno un pó dove gli pare a loro.

Lo struccante, un filo di cipria e il rimmel li porto sempre, ma di solito restano nel beauty.

Sono stata in Puglia per ben due mesi. Due mesi fuori dal mondo, impegnata com operai ed artisti per finire la nostra casa, e spesso troppo stanca anche solo per uscire a cena.

Ad un paio di feste ci sono andata, ed un paio di cena le ho anche organizzate, ma niente di più, e comunque non ho mai indossato tacchi, e la cerniera dove ho messo il rimmel è rimasta chiusa.

Mercoledi ho chiuso casa, sono salita con Danny in aereo e, facendo scalo a Roma, siamo venuti dalla nonna a Venezia.

Roma.

Durante lo scalo di Roma ho iniziato a sentire il brusco ritorno alla realtà: uomini in giacca, donne con i tacchi, e io lì seduta nell’angolo con i miei pantaloni a fiori e i sandali di cuoio.

“Sei arrivata? Domani sera ci sono due feste, vieni?!”

A Venezia c’è la mostra del cinema, e come ogni anno ci sono un sacco di feste divertenti in location da brividi.

Venezia è la mia città.

A Venezia ci sono cresciuta, ma non smetterò mai di meravigliarmi dell’immensa bellezza della laguna, dei suoi canali e dei suoi palazzi.

Se poi alle feste ci vai in barchino, con gli amici di sempre, allora è magia pura.

Ieri , dopo due mesi di barbastrucco , scope, rastrelli e pale, sono andata dall’estetista per manicure e pedicure, mi sono fatta un bagno caldo di un’ora, ho phonato i capelli tornando liscia, mi sono truccata e ho indossato un odiosissimo tacco 12.

In Puglia non abbiamo nè pozzo nè acquedotto, ma un’ampia cisterna: niente bagni caldi e niente docce troppo lunghe.

Bello tornare nel mondo degli umani, facendo scorrere l’acqua, a lungo.

Prima la festa della Safilo alla fondazione Guggenheim, e poi il party per i 10 anni di Diuvetica all’Arsenale.

Le amiche di sempre, Venezia di notte in barchino, e due location da lasciare senza fiato. Il catering di Alajmo da Safilo, e la musica di Tony Hamphries da Diuvetica.

Dalle stalle alle stelle.

Quasi quasi stasera bisso: aspetto il marito e mi ributto in pista.

Adoro la campagna pugliese e adoro svegliarmi alle 6.30 per godermi quei posti incantati, ma anche un pó di mondanità non guasta.

Oggi tempero i tacchi, e stasera faccio come Cenerentola: a mezzanotte o li perdo o me li levo da sola, come ho fatto ieri sera.

Vi hanno mai raccontato che noi veneziane, quando indossiamo i tacchi, abbiamo sempre un paio di ballerine nella borsetta?

Beh, ora lo sapete.

Barbara

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Faccende domestiche: le cose che odio di più

 

Non sono una brava casalinga, lo ho sempre ammesso, e non me ne vergogno.

Non sono una di quelle donne che sa sempre cosa uscirá dalla sua lavatrice: io so cosa ci metto dentro, ma non sono mai sicura che ne usciranno le stesse cose.

Una volta ho messo in lavatrice un mio maglione bordeaux, e ne è uscito un piccolo maglione della Barbie, sempre bordeaux.

Non leggo mai le etichette prima di fare il bucato, anche perché spesso le etichette le strappo proprio, perché mi danno fastidio, e quindi vado ad occhio, a intuito.

Porto le lenti a contatto, e il mio intuito da casalinga non è pervenuto, ops.

Immaginatevi la mia faccia quando la mitica Manuela, tetesca di Germania, sposata con un Pugliese, e totalmente dedita al suo lavoro di “pulitrice perfetta”, mi ha chiamato dicendomi che stava malissimo e che non avrebbe potuto aiutarmi a chiudere la casa, in vista della mia partenza di oggi (sono in aereoporto in attesa di un volo per Venezia, con “comodo e utile” scalo a  Roma).

Chiudere una casa come quella che abbiamo allena finito di costruire in Puglia, non sarebbe stata una cosa semplice anche con il sole e l’aiuto della mitica Manuela.

Potete vagamente intuire come sia stato facile per me chiudere casa da sola e sotto una pioggia incessante?!

Sono stata in Puglia due mesi, ma non li definirei due mesi di vacanza.

Ho portato avanti un cantiere, l’ho fatto finire in tempi da record, e ho continuato a svegliarmi alle 6.30 per tutto il periodo, per riuscire a finire la casa per poterla far fotografare, e metterla in affitto, prima della mia partenza di oggi.

Sono arrivata davvero stanca alla fine di questa avventura, e mi ci mancava proprio la chiusura della casa da sola.

Per fortuna il tempo è stato dalla mia parte, e anche se ho faticato il doppio a raccogliere dal terreno giochi, tubo dell’acqua etc tutti pieni di fango, almeno sono riuscita ad ad evitare LEI, la lavatrice.

Sarebbe stato impossibile lavare lenzuola, asciugamani etc e farli asciugare al sole, visto che il sole è sparito circa tre giorni fa.

Io odio fare il bucato, e il bucato odia me.

E invece non credo che mi odi il proprietario della lavanderia che mi ha vista arrivare stamattina con tre sacchi dell’Ikea pieni pieni di cosine per lui.

Ma che ci posso fare io!?

Potrei passare le ore a pulire pavimenti, spolverare mensole e lucidare bagni (i miei), ma odio fare e stendere il bucato, preparare il caffè con la moka (ne avrò bruciate una decina), e detesto innaffiare le piante (il mio pollice non ha nulla di verde, ma tende verso il viola).

Per fortuna che la mitica Manuela mi ha dato delle belle dritte almeno per telefono.

Chiudere una casa appena fatta non è una passeggiata: pavimenti in cemento, e intonaco, sono freschi freschi, e l’umidità è in agguato, e quindi i vestiti che lasciamo li ho infilati in sacchetti di plastica, e tutti i materassi li ho messi in verticale.

Speriamo bene!

Per una castrona come me non è stato facile, ma almeno niente caffè con la moka (al bar di Casalini lo fanno buonissimo), niente bucato e bye bye annaffiatoio (ha fatto tutto il cielo, da solo)

E voi?

Quali sono le faccende domestiche che proprio odiate?

Barbara

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Libera uscita? Yessssss

 

Ieri ho avuto la mia prima giornata libera dopo quasi due mesi: niente marito, niente amici, niente parenti, niente ospiti, e niente figlio!

Un paio di anni fa mi sarei sentita in colpa a gioire per un giorno libero, ma poi ho pensato che le filippine mica sono tristi e si sentono in colpa il giovedì, e quindi…

Le filippine hanno un giorno libero alla settimana e sono felici, e io mi dovrei sentire in colpa perchè mi prendo la prima giornata libera dopo due mesi di cantiere, castelli di sabbia e ore seduta al tavolo per fare addizioni e divisioni in sillabe!?

Anche no!

E allora ieri Santa Monica, con suo marito e i suoi figli, sono venuti a prendere Danny, e se lo sono portati al mare, a pescare.

Ho fatto due piccoli ed innocenti salti di gioia, sono passata dalla sarta, in ferramenta e al supermercato (giusto per liberami degli ultimi sensi di colpa) e poi sono andata a farmi fare un fantastico massaggio di un’ora.

Dal lettino della massaggiatrice sono passata al lettino della mia piscina, e sono riuscita a stare al sole sul materassino per più di dieci minuti, senza essere cappottata da mio figlio.

Un ultimo bagno con una mia amica e suo figlio, e poi il ritorno del mio piccolo diavoletto biondo.

Una giornata libera per ricaricarsi, e la sera una bella cenetta tète a tète con il mio principe azzurro junior, in attesa che stasera arrivi papà.

“Amore domani accompagni mamma in aereoporto a Brindisi a prendere un’amica?”

Daniele non sa che stasera arriva papà.

Adoro le sorprese, e stasera sarà una grande sorpresa.

Ora passo e chiudo: inizia il conto alla rovescia, e il tentativo di restauro.

Barbara

 

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