Sonno o son desta?

 

E anche stamattina mi sono svegliata alle 6.

Alle 6.05 avevo già calato il robot pulisci tutto in piscina, e alle 6.10 avevo già annaffiato tutte le spezie.

Per fortuna oggi il primo operaio arriva alle 9, e quindi, per la prima volta in tre settimane, sono tornata nel letto, e siccome ormai sono sveglia, scrivo .

Sapevo dell’esistenza del mal di terra e del fuso orario post viaggio in lidi lontani, ma il fuso orario da neo aspirante campagnola in fase cantiere/trasloco, mi mancava.

Io che quando ero ragazzina andavo in vacanza con i miei genitori a Ibiza, facevo la cubista al Pacha, andavo a letto alle 4 (minimo) e mi svegliavo alle 12.

Io che ho sempre amato la notte e che piuttosto che andare a letto prima di mezzanotte, mi riguardavo “Il piccolo diavolo” o “Le Grand Bleu” per la millessima volta, perché volevo imparare a memoria anche i titoli di coda.

Beh, la stessa @io” delle righe sopra, da quando è arrivata in Puglia, si sveglia alle 6 e alle 22 crolla, cotta, ma felice .

Non c’è niente di più bello che svegliarsi alle 6, quando in casa (e non solo), tutti dormono, e il mondo sembra appartenere solo a te.

L’aria fresca che ti accarezza la pelle, mentre esci in veranda, ancora in camicia da notte,è tutta tua.

Il caldo colore del sole che si mescola al tenue celeste del cielo, è tutto tuo.

Il solitario frinire delle cicale, è tutto tuo.

Saranno poi Cicale, o grilli?

Ma che vuoi che ci capisca io che arrivo dalla città.

Io posso riconoscere la differenza del rumore di un vaporetto da quello di un motoscafo, o quella tra il rumore di un tram e di un autobus, ma quella tra grilli e cicale ancora mi manca.

Peró mi piace questo mio nuovo fuso orario.

Mi piace cenare mentre fa buio, e svegliarmi quando ha fatto luce da poco.

Mi sento più forte del solito.

Pochi giorni fa leggevo che ci sono tre tipi di persone: i gufi, ossia quelli che aspettano l’alba in spiaggia, sorseggiando l’ultimo gin tonic e cercando di ricordare se sia mercoledì o giovedì; l’allodola, che va a letto entro le 22.30, si sveglia all’alba per andare a correre in spiaggia, o per fare il saluto al sole, e poi via a fare la spesa al mercato del pesce ; e il ghiro, che dorme quando gli va, e si alza proprio quando deve.

Dormire fa bene: migliora la memoria, diminuisce il rischio di obesità (voglio dormire 24 ore di seguito così magari mi va via la celluliteeeeee), allontana la depressione, e rafforza le capacità immunitarie.

Dormire inibisce il cortisolo, che è l’ormone dello stress.

Avete capitooooooo o noooooo??????

Quando sei giovane , di tutte queste cose te ne freghi, ti senti superiore e immortale, e nulla ti stressa, ma ora?

Ora amo dormire, ora ho bisogno di dormire.

E poi dormire è gratis, e spesso, per la pelle, è decisamente più utile di una punturina di vitamine, o di botox.

Spesso mi sento fare i complimenti per la mia pelle, e mi chiedono cosa faccia.

Non mi trucco molto, bevo davvero pochissimo alcol, e dormo, tanto, ma soprattutto vado a letto presto.

Andare a letto alle 4 e svegliarsi alle 12 non vuol dire dormire bene, ma solo dormire 8 ore.

Lo ho fatto anche io, ma quando ero giovane (l’atro ieri!!!)

Ultimamente si parla molto dell’importanza del sonno, tanto che, all’aeroporto di Parigi, aprirá presto una Spa con angolo per pennichella.

A proposito di pennichella: sembra che quella pomeridiana, per non influire negativamente sul sonno notturno, deva durare non più di 30/45 minuti e non debba mai essere fatta oltre le 15.

Ma esistono davvero regole sul sonno e sugli orari migliori per dormire?

La risposta è NO.

Bisogna imparare ad ascoltare i bisogni del nostro corpo, specialmente in vacanza.

Zitti zitti, lo sento.

“Sono solo le 7.30, e tuo figlio non si sveglierà prima delle 8.30. Perché non spegni cellulare e luce, e non dormi ancora un’oretta???”

Messaggio ricevuto.

Bye Bye❤️❤️❤️

Buon riposo.

Barbara

La patata cristallo

 

State sereni: in questo post non parlerò di Carlo Cracco, e tantomeno di Rocco Siffredi.

Oggi vi parlerò di patate fatte a mano, con amore e arte, e vi spiegherò anche come provare a farle a casa vostra, nella vostra cucina.

Un paio di sere fa, approfittando della presenza qui in Puglia di mia mamma (nonna Mao), mio marito ed io ci siamo concessi una cenetta in tête à tête, ad Ostuni.

Era da un pó che un amico mi parlava di questo ristorante nuovo ad Ostuni, ma in questi giorni, svegliandomi sempre alle 6 per seguire il cantiere ancora aperto (anche se già ci abito), di solito per cena mangiavo qualcosa al volo a casa, o in qualche macelleria di Cisternino,  che fa rima con “molto vicino”.

Ma lunedì abbiamo voluto fare un’eccezione, mi sono bevuta un caffè il pomeriggio (cosa che non faccio mai, sennò non dormo), e siamo andati a cena da “Muna“.

Muna è sicuramente molto diverso dai ristoranti tipici di qui, che amo molto, ma mi è piaciuto molto.

Ma, a parte la location, raffinata ed elegante, mi è piaciuto davvero tanto il cibo.

Sono anche riuscita a farmi dare la ricetta delle patate cristallo dallo chef  Pasquale Lanzillotti (ex chef del Cipriani e dell’Orient Express)

Come secondo ho ordinato il maiale cotto sottovuoto, a bassa temperatura, e sul maiale  sono arrivate loro, le “patate cristallo”.

Immagino che le patate cristallo si chiamino così per la loro trasparenza, e per la croccantezza.

Buone, davvero buone!

RICETTA: si prendono le patate, con la buccia, e si tagliano a fettine sottili sottili di circa 2 mm.

A quel punto posizionate uno strato di fette su un foglio di carta forno nel vassoio del vostro forno e lo coprite con un altro foglio di carta forno.

Mettete sopra qualcosa di pesante che tenga i fogli schiacciati tra loro (qualcosa che possa stare in forno senza sciogliersi!!!) e cuocete per un’ora a 120 gradi.

Buone patate a tutti.

Barbara

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L’entusiasmo non è virile

 

Gli uomini vengono da Marte e le donne vengono da Venere.

Veniamo da due pianeti diversi, ma spesso ce ne dimentichiamo, e allora ci aspettiamo che loro parlino la stessa lingua e, soprattutto, che ci capiscano.

Ma siamo davvero troppo diversi, e non solo per quanto riguarda la lingua.

Se un uomo ha avuto 20 donne è un figo, se una donna ha avuto 20 uomini è una zoccola.

Un uomo può bere birra e fare un bel rutto liberatorio, ma una donna no.

Ieri sera Danny ed io abbiamo accompagnato papá all’aeroporto.

Sabato scorso papá mi ha portato Danny, che era stato in vacanza con le nonne, e ieri sera è dovuto tornare a Milano, a lavurà.

Potete immaginare quanto io fossi felice, nervosa ed agitata, quando sabato sono andata a prenderli all’aereoporto.

L’ultima volta che i miei uomini erano stati qui in Puglia, la casa era ancora un cantiere, e parecchio indietro .

Un paio di settimane fa sono scesa da sola con frusta e cornetti freschi alla marmellata, per tutti gli operai.

In circa 10 giorni, dormendo sa un’amica, e stando in cantiere dalle 7 del mattino alle 7 di sera, ho dato una bella accelerata, ho fatto un trasloco, e ho trasformato un cantiere in una casa.

È stata una bella maratona, ma volevo fare il più possibile prima dell’arrivo dei miei uomini, e mentre sabato guidavo verso l’aereoporto di Bari, ero davvero tanto felice e parecchissssssimo agitata.

“Cosa ha detto tuo marito quando ha visto la casa? E tuo figlio?”

Le mie amiche volevano sapere e io non sapevo cosa dire.

Che dire? Che a mio marito la casa è piaciuta, e molto, ma diciamo che è stato molto veloce il picco di entusiasmo e molto, ma molto lento il percorso di ricerca dei difetti.

Ci sono rimasta male, ma alla fine mi sono consolata pensando che “l’iper criticità” non è un problema di mio marito, ma dell’80% (o forse più) di tutti gli immigrati provenienti da Marte. 

Le donne, fidanzate, mogli o amanti, provenienti da Venere, possono fare tutto quello che vogliono e che possono, ma, ai marziani, non basterà MAI.

E poi, diciamocelo, ma gli uomini sono bravissimi a trovare tutti quei difetti che noi donne, spesso prese dall’entusiasmo, non vediamo.

E quello che fa girare los maronibus, è che purtroppo, spesso (ma non sempre), hanno anche ragione.

Hanno montato la cappa della cucina troppo bassa e forse quella cappa è anche troppo piccola; infilando lavatrice e forno nelle loro nicchie in muratura hanno sbeccato gli spigoli appena intonacati; quello che ha montato le travi ha lasciato le impronte sul muro, etc etc etc

E quando ti dicono così che vuoi fare? O chiedi il divorzio o gli fai vedere che nulla è perduto e che, con un bel sorriso, e un pó di faccia tosta, si trova sempre una soluzione.

E allora, sempre sorridendo, ho usato olio di gomito e sgrassatutto per levare le impronte dal muro, poi sono andata da quello che ci ha venduto tutti gli elettrodomestici e lo ho convinto a darmi una cappa più grande in cambio di quella più piccola, anche se la piccola la avevo già fatta montare e avevo anche già  buttato la scatola e tolto la pellicola di protezione.

Certe scatole andrebbero tenute per almeno un anno, ma a noi donne piace così tanto mettere in ordine e buttare via anche ciò che andrebbe tenuto…

E adesso che lui è partito?

Adesso mi rimetto al lavoro, ma un po’ più rilassata e con l’occhio un po’ più attento e critico.

Noi donne siamo veloci ad imparare la lezione.

La cosa più importante che ho imparato questa settimana è che l’entusiasmo non è virile.

L’uomo nasce masochista, ed essendo sempre molto concentrato su se stesso, e dotato di maroni, quelli ha e quelli rompe.

Barbara

Medico o Re ?

 

Voleva fare il medico, ma per fortuna si è stufato degli studi, e dalla sua Piacenza si è trasferito a Milano.

Non era nato per fare il medico, era nato per fare il Re.

Non finirò mai di ringraziare Nino Cerruti che per primo ha creduto in lui e gli ha affidato  un lavoro da stilista.

Da vetrinista della Rinascente a stilista: il passaggio è stato decisivo.

Non mi è mai interessato nulla della moda.

Se entro in un negozio e la commessa mi indica qualcosa dicendo che quel qualcosa è alla moda, che è appena uscito e che lo comprano tutte… State pur sicuri che quel “qualcosa” non finirà mai nei miei armadi.

I capi alla moda passano, i capi eleganti restano, per sempre.

Giorgio Armani è il Re dell’eleganza.

Tanti anni fa, in Via Valtellina a Milano, c’era uno spaccio fantastico di Armani (prima e seconda linea) dove si compravano delle cose stupende ad ottimi prezzi.

Era lì che ogni tanto andavo a fare shopping, tutta emozionata all’idea di riuscire ad accaparrarmi, con poco, un abito di Re Giorgio.

Mi ricordo quando facevo la hostess per l’interstand. Mi ero da poco trasferita a Milano per studiare pubbliche relazioni allo IULM, e per arrotondare facevo la hostess per le sfilate di moda.

Accompagnavo gli ospiti al loro posto e poi me ne stavo in piedi in un angolo, a godermi la passerella che si animava.

Quelle di Giorgio Armani e di Gianfranco Ferrè erano le mie preferite.

Mi sono laureata indossando una giacca di Re Giorgio, e anche l’anno scorso ho indossato un suo vecchio abito da sera lungo, nero.

Se un vestito è bello, e fatto bene, non passa mai di moda.

E poi Re Giorgio mi piace perché sa anche scendere in piazza per trasformarsi in Giorgio.

Mi ricordo quando, nel luglio del 2006, mio marito ed io, ai tempi ancora fidanzatini, andammo in piazza Duomo in motorino per festeggiare l’Italia che vinceva i mondiali (bei tempi quelli!).

Stavamo bevendo una bella birra ghiacciata sventolando la nostra bandiera tricolore, quando ecco apparire tra la folla lui, il Re.

Giorgio Armani il suo paese lo ama davvero, e quel giorno ha voluto festeggiare come tutti, in Piazza.

Mi ricordo anche il giorno in cui stavo uscendo da un concerto con George Weah. Sto parlando di taaaaanti anni fa. Non ero ancora ne fidanzata ne sposata, e George ed io eravamo molto amici (diciamo così).

Giorgio vide George, e da suo grande ammiratore, si avvicinó per conoscerlo, ma non lo fece andando direttamente da George, dando per scontato che lo avrebbe riconosciuto.

Quella sera Re Giorgio venne da me (ci conoscevamo di vista), e mi chiese se potevo presentargli il mio amico di cui era gran tifoso.

Grande Giorgio. Grande perché da vetrinista sei diventato uno degli stilisti più famosi e di classe del mondo. Grande perché da tifoso che eri, quest’anno hai contribuito a riportare in alto la squadra di basket milanese.

E poi diciamocelo dai: se arrivo come lui agli 80 allora prometto che chiudo il blog e smetto di scrivere cavolate.

Mancano solo 36 anni dai!

Barbara

Datemi l’elettricità, o chiamatemi Wilma!!!

Sono in Puglia da giovedì scorso , la casa è pronta, ma non ci posso ancora vivere. Sembra una barzelletta, ma non fa ridere, pennnnnniente! Abbiamo richiesto la corrente all’Enel nell’agosto del 2013, ma ancora non ce l’hanno data. È da venerdì scorso che mi sveglio alle 6, faccio colazione al bar di Casalini alle 6.30 e alle 7 sono in cantiere, e vado via dopo l’ultimo operaio, parecchio dopo. Ho finito il trasloco e o pulito casa da cima a fondo, per quello che ho potuto fare senza acqua e senza elettricità. Mi sono fatta prestare un generatore per poter passare l’aspirapolvere, e ho usato quintali di stracci e litri di detersivo senza risciacquo. Ho ballato la lap dance intorno al palo della luce il giorno che ce l’hanno piantato nel terreno. Mi ero illusa che il momento X fosse arrivato e che dopo il palo ci avrebbero messo subito il contatore, e invece picche, zero, nisba. Ieri ero di sotto a sistemare il magazzino e ad un certo punto, spalancando le finestre, come faccio tutte le mattine alle 7, per fare asciugare bene pavimenti e intonaco, ho guardato le rocce davanti a me, e mi è apparsa, lei, Wilma!!! Chissa come stavano bene nelle loro caverne, senza elettricità e senza cellulari. Gli uomini andavano a caccia, le donne rassettavano, e la sera si cenava, a lume di candela. Se ti scappava qualcosa, andavi nel bosco, e il problema era risolto, “senza caglie” (come dice sempre mio marito, invece di dire “senza problemi”) E invece oggi? Oggi senza elettricità non si può fare nulla. Senza elettricitá non funziona neanche l’acqua, perché per prendere l’acqua dalla cisterna serve una pompa, e la pompa senza elettricitá non funziona. Quando vorrei essere Wilma per non dover dipendere da questi dementi dell’Enel. E intanto scrivo, sotto un ulivo secolare, a casa della mia amica Flora, che sta ospitando me e la mia mamma. Di solito quando scendo in Puglia di notte sogno il mare, il cielo stellato, le bombette, le orecchiette con le cime di rapa e il pure di fave. E invece adesso sogno il contatore, sempre lui, solo lui. Mi sa che domani faccio un salto all’Enel, di persona, e porto la clava!!!

Barbara    

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Giornata intensa e ricca di emozioni, ma senza salopette

 

Giovedì sono atterrata in Puglia verso le 18, a Brindisi, e alle 19, con una delle mie più care amiche e suo figlio, ero in cantiere, ad abbracciare il palo della luce che finalmente si ergeva possente nel nostro terreno, a un anno dalla richiesta fatta alla “cara” Enel!

Prima di mangiare un veloce piatto di pasta e di crollare esausta, ma felice, nel mio letto, a casa della mia amica Flora, sono rimasta un’ora in cantiere, a godermi da vivo tutti i passi fatti, a distanza.

Dal vivo? A distanza?

Eh sì, perché in molti mi chiedono come sia possibile seguire un cantiere in Puglia, abitando a Milano.

Si può, si puó! Basta venire giù una volta al mese e fare scaricare a tutti gli operai quella cosa fantastica che si chiama “whats app”!

Ho il cellulare pieno zeppo di foto che mi sono fatta mandare ogni giorno, quasi ogni ora.

“Avete intonacato il divano? Mi mandate una foto please? Avete fatto la nicchia nella doccia? Mi mandate una foto? Avete montato la cucina in cemento? Mi mandate una foto? A che distanza state per montare bidet e wc? Mi mandate una foto?”

Li ho tirati tutti scemi, lo so, ma solo così si riescono ad evitate errori che ti fanno perdere tempo e denaro.

E siccome sono consapevole di essere stata parecchio rompina, ieri mattina mi sono svegliata alle 6.30, ho fatto una bella doccia e poi sono andata al bar a comprare 10 briosc e a farmi prestare un bel termos con dentro 10 caffè bollenti.

Ho visto gli operai felici, e mi sono sentita un po’ meno in colpa.

Sono partita da Milano dicendo agli amici che sarei arrivata in cantiere in salopette, con la frusta, e invece ci sono andata con briosc e caffè caldi, e con una tuta blu senza spalline .

Stiamo costruendo una casa tutta bianca e ieri in cantiere c’era un sole che spaccava le pietre (speriamo non nel vero senso delle parole).

Potevo forse tornarmene a casa della mia amica col segno delle bretelle della salopette? Come avrebbe detto il mio amico Dogui…Negativo!

Sono stata in cantiere tutto il giorno a spostare mobili e mobiletti, iniziando a fare un pó di ordine.

Hanno messo il palo della luce, ma non ancora il contatore, quindi ancor luce non fu.

Ma tra pochissimo arriva la mia mamma, e tra poco arrivano i miei uomini. Vorrei tanto iniziare a viverla questa casa e quindi, in attesa di poter accendere la prima lampadina, e tirare il primo romantico sciacquone, sto facendo quello che posso.

Ieri sono andata in Contrada Monti dal mitico Achille, un signore che sembra burbero, ma che burbero non è. Glielo vedi negli occhi, mentre se ne sta seduto all’ombra di un ulivo, e ti guida alla scoperta di tutta la merce che vende, a prezzi assurdi.

Ho comprato 3 reti singole e 2 matrimoniali,  uno stendino per fare asciugare la biancheria, e un ombrellone per la piscina. Abbiamo caricato tutto sul furgone del fruttivendolo e siamo andati in cantiere.

Sono tutti pronti ad aiutarti, e sono onesti, onestissimi.

Alle 14.30 finalmente sono arrivati gli elettrodomestici! Sono rimasta ad aspettarli in macchina per mezz’ora, sotto una Madonna, perché per arrivare a casa nostra ci si perde nella campagna, e allora è meglio andare a prenderli, ma poi ci si perde lo stesso.

E per non disturbare gli operai che avevano già il loro bel da fare, ho sistemato tutto da sola, mettendo alla prova la mia vecchia schiena.

Quando si è felici si diventa anche più forti, e l’entusiasmo fa da carburante.

Dovete vedere la faccia dell’intonachista quando mi ha vista portare giù la rete di un letto, con una mano sola.

“Signora, ma quanto è forte lei?!”

“Ciccio io mi alleno, ma non sono signora, sono Barbara”

Gli voglio bene davvero a questo operai. È vero che stanno solo facendo il loro lavoro, e che prendono uno stipendio per farlo, ma lo fanno con tanto amore e tanta passione, e sorridono sempre.

E poi sopportare me e il mio whats app non è facile impresa dai!

Adesso vi lascio perché torno in cantiere, ma prima passo al solito bar, per le solite briosc.

Oggi saremo di meno, ma saremo lì, e io sono già entrata in modalità casalinga incallita: in macchina ho due scope, uno spazzolone, un secchio e detersivi vari, tutti rigorosamente senza risciacquo.

Non mi hanno ancora attaccato l’acqua, ma io oggi la nostra casa la farò splendere lo stesso, e dico “lo giuro”

Baci pugliesi

Barbara

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Ecco perché ho sposato un uomo più giovane di me, e non Simon le Bon.

 

Mio marito ieri ha compiuto gli anni.

E fino a qui tutto normale: mio marito compie gli anni una volta l’anno.

Tutti compiono gli anni una volta l’anno!

Ma quanti anni ha compiuto?

37

Ebbene sì, ed essendo che io a febbraio nel farò 45, mio marito, oggi, ha 7 anni meno di me.

“Ma non lo dire, ma non si vede!”

E’ da quando mi sono messa con lui che mi sento dire le solite frasi.

“Mi sono messa con”

Chissà da dove arriva questo modo di dire, però mi piace e quindi, anche se forse proprio corretto non è, lo uso.

Stavo dicendo (o meglio dire, scrivendo), che, da quando MI SONO MESSA CON lui, tutte le mie amiche mi dicono che non dovrei dire che abbiamo 7 anni di differenza.

Non dirloooooo?!?!? Ma perché mai?!?!??!

Anziiiiii, lo dico eccomeeeeee!

Io ho 7 ANNI in più di mio marito, e lui 7 ANNI meno di me, e ne sono fiera.

Da quando sto con lui mi sento ringiovanita, più leggera e più femminile, e la chirurgia non c’entra nulla.

Fidanzatevi con uno più giovane di voi, vedetelo diventare ogni giorno più bello (quando l’ho conosciuto era bellino, ma non come ora), iniziate a pensare che appena mollerete il colpo ci sarà una ragazzina più giovane e sgamata pronta a rubbbbbarvelo, e vedrete come il ringiovanimento sarà immediato.

Se avessi sposato Simon le Bon mi sarei seduta sugli allori e mi sarei lasciata invecchiare, come ha fatto lui (che e diventato parecchio bruttino), e invece?

E’ invece ho sposato Marcello Agrati, e non ho tempo di stare seduta sugli allori, ma mi devo tenere in forma, per non farmelo fregareeeeeeee!!!

Dieta (ogni tanto), qualche lezione di acquagym, lunghe camminate, un massaggio a settimana, vita sana e lunghe dormite.

Ecco i trucchi principali per mantenersi in forma e cercare di tenersi un uomo più giovane di te.

Se poi ogni tanto lo fate ingelosire dicendo che c’è un uomo più vecchio di lui che vi sta corteggiando…allora il gioco è fatto!

I giovani sono felici di essere giovani, ma secondo me davanti ad un uomo più vecchio e con “apparente” maturità, ed esperienza in più, scatta la competizione.

Non sono a favore della chirurgia plastica, specialmente quando questa i connotati non li recupera, ma li cambia, ma penso che una donna, specialmente dopo i 40, si debba curare.

Ci si deve curare prima di tutto per noi stesse, ma anche per le persone che ci vogliono bene, e che sono costrette a vederci tutti i giorni.

Ci si deve curare perché curarsi fa bene al corpo, ma anche alla mente.

Perché nella vita è importante realizzarsi, in famiglia e sul lavoro, ma è anche importante volersi bene, e non lasciarsi mai andare.

Ci sta che quando il marito torna dal lavoro non vi trovi ad attenderlo seduta sul divano, con tacchi a spillo e calze a rete, ma magari neanche con una vecchia tuta e i bigodini in testa, no?!

So che curarsi costa, e che non tutti possono permetterselo, ma i modi per farlo in economia si trovano sempre.

Una bella camminata veloce in mezzo al verde, con la musica del cuore nelle orecchie, non costa nulla.

Un bel bagno caldo rilassate, con doccia fredda finale, almeno sulle gambe, per la circolazione, non costa nulla.

E poi ci sono un sacco di maschere e di peeling naturali che si possono fare in casa con il miele, il bicarbonato etc, e anche quelle costano davvero poco.

Se poi nel maialino dei risparmi avete qualche soldino che avanza, allora potete trovare un massaggiatore onesto e bravo che venga a casa, e una volta ogni tanto potete andare in un buon centro a farvi un bel trattamento al viso, e al corpo.

Per ringiovanire la pelle del viso non serve la chirurgia, ma, per quella che è la mia esperienza, basta non truccarsi troppo, e struccarsi bene, usare delle buone creme nutrienti (non necessariamente di quelle famose e costose) e tenere la pelle pulita e idratata con pulizie del viso, maschere e non solo.

Ieri, per esempio, ho fatto il mio primo trattamento all’ossigeno, al viso, nel centro di una mia amica: con una sorta di macchinetta ti spruzzano sulla pelle ossigeno e diverse sostanze che in questo modo penetrano e idratano molto (acido jaluronico, cellule staminali vegetali , vitamine etc).

E visto che ero lì, e che c’erano delle ottime offerte, mi sono regalata anche una fantastica seduta di pressoterapia alle gambe, con bendaggi imbevuti di sali del mar morto.

Sono tornata a casa decisamente ringiovanita, e alleggerita, prontissima per festeggiare, con una romantica cena, il mio giovane maritino.

Et voilà!

Barbara

Un’altalena di emozioni

 

E’ il primo lunedì mattina che non devo spremere le arance per la sua spremuta.

E’ il primo lunedì mattina che non devo accompagnarlo a scuola, o al campus.

E’ il primo lunedì mattina senza di lui.

E’ partito sabato, ma inizio a realizzarlo ora.

Sabato mattina abbiamo accompagnato Danny dalla nonna, ma non ho sentito l’emozione dei lunghi arrivederci.

Sabato sera avevamo un matrimonio in Francia, e quindi sembrava uno dei tanti fine settimana in cui ci approfittiamo delle nonne, gli molliamo il biondino, e scappiamo per vivere la coppia.

E invece? 

E invece ieri sera siamo tornati da nostro week-end, e lui non era qui ad aspettarci, come sempre.

Lui sabato sera ha preso un aereo con la nonna paterna, ha raggiunto la nonna materna che arrivava da Venezia e li aspettava già in aereoporto, e ora, con ben due nonne, si gode il mare.

E io? 

E io inizio a realizzare solo ora che lui non c’è, e che non lo vedrò per ben due settimane.

Sarei una super mega bugggggiarda se non ammettessi che, assieme al senso di vuoto, pervade in me anche una sorta di senso di leggerezza, ma vi assicuro che in questo momento non so se ridere o piangere.

Sono liberaaaaaaaa, ma senza di lui.

Non ho orari, ma neanche i suoi baci e i suoi abbracci.

Oggi dovevo fissare la visita di controllo in palestra e mi sono sentita dire: “Prima delle 16 perché poi devo recuperare mi figlio”

Ops! Mi è scappata!

Io oggi non devo recuperare nessuno, e domani neanche, e mercoledì neppure, e giovedì parto io.

Da giovedì metto la tenda in Puglia.

La tenda? Diciamo che la casa non è ancora pronta, ma che siamo in dirittura di arrivo, e quindi ho deciso di andare giù con la frusta, per velocizzare i lavori finali.

Dormirò da un’amica, in attesa di poter prendere finalmente possesso della casa.

E poi ci saranno scatoloni da disfare, mobili da posizionare e tanta polvere da pulire.

Sono felice, felicissima. So già che sarà una bella sfaticata, ma di quelle sfaticate belle da fare.

Sarò sola soletta, ma sono sicura che il tempo volerà, e che in un batter d’occhio, dal gate degli arrivi dell’aereoporto di Brindisi, vedrò uscire mio marito mano nella mano con nostro figlio.

Il mio uomo grande mi riporterà il mio uomo piccolo, e in quel momento il mio cuore premerà forte sotto il petto.

Adesso mi godo questi giorni di meritata libertà, senza orari e senza grosse responsabilità.

Dondolando sull’altalena dell’emozioni, tra il desiderio di chiamarlo ogni 5 minuti e la voglia di lasciarlo vivere la sua vacanza, viziato dalle sue nonne e lontano da quella rompiscatole precisina della sua mamma.

E poi volete mettere l’ebrezza di poter uscire a bere un aperitivo con mio marito senza premeditazione? Senza vincoli di babysitter in attesa, e orari da rispettare?

Ti amo piccole amore mio,

Divertiti, ma pensami, e torna prestooo!

Mamma

Il nostro fine settimana senza di lui, al matrimonio di Franco e Georgina

Il nostro fine settimana senza di lui, al matrimonio di Franco e Georgina

 

Quello sì che faceva i goal, e non si lamentava

 

La nazionale è tornata, e vedendo le immagini dei giocatori mentre scendevano dall’aereo, si vedevano benissimo le code, tra le gambe.

Ma, se proprio devo dirla tutta, secondo me quelle code sono rimaste tra le gambe giusto il tempo di ritirare le valigie dal tapis roulant.

Appena le telecamere si sono spente, quelle code sono tornate a scodinzolare, lo so.

Me li immagino già mentre caricano le valigie nelle loro macchine giganti e scintillanti, sempre con l’occhio basso, a “lutto”, e poi?

E poi salgono in macchina, alzano i vetri scuri, accendono lo stereo a manetta, e ciaooo.

Ma cosa gliene importa a loro di essere usciti così presto dai mondiali!

Adesso se ne vanno in vacanza, in anticipo, con mogli, figli, fidanzate, amanti e amici sanguisuga al seguito.

Ci ho lavorato io nel calcio (al Milan), e qualcosina me la posso immaginare.

“Gli africani non scaricherebbero mai un loro “fratello”. MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti”

Ecco alcune delle parole scritte da Balotelli su Instagram per difendersi dalle accuse arrivate su più fronti.

A Mariooooo! Ho conosciuto un altro nero che non avrebbe mai detto queste parole.

Ho conosciuto un uomo che i goal li segnava e quando non lo faceva si dispiaceva, ma davvero.

Ho conosciuto un uomo che non non avrebbe mai pensato che tutti ce l’avevano con lui solo perché era nero.

George Weah si sarebbe fatto un bell’esame di coscienza, in bianco e nero, e avrebbe ammesso le sue colpe, senza guardare i colori, ma solo i risultati.

Se sei davvero convinto di avere fatto tutto quello che potevi per il tuo paese (tue parole) , perché mentre i tuoi compagni erano ancora in doccia, tu ti eri già rifugiato sul pulman che vi avrebbe portati in aereoporto?

Nessuno ha dato tutte le colpe a te, ma le tue prenditele, perdindirindina!

Andate, andatevene pure in vacanza a godervi il vostro non meritato riposo ballando sui tavoli delle discoteche, ma sappiate che, per merito del vostro grande impegno, quasi nessun bambino ha avuto il tempo di completare le due pagine dedicate all’Italia, sull’album delle figurine dei mondiali.

Adesso Danny, per colpa vostra, tifa Brasile, e Germania.

Il suo migliore amico di scuola è tedesco e sulla copertina dell’album c’è scritto “Brasil”.

Andate, andate in vacanza e rilfettete.

Pensate a tutti i soldi che guadagnate e pentitevi, amaramente.

Che tutte le conchiglie rotte dal mare possano scricchiolare sotto i vostri santi piedini.

GRRRRR

Barbara

fifa_panini

Omertà? Può capitare se…

 

Lunedì, come tutte le mattine da quando è finita la scuola, ho portato Danny al campus.

Lunedì alle 14, per fortuna non come tutti i giorni, ho ricevuto una telefonata dalla responsabile del campus: ” Daniele accusa un forte dolore a sinistra sopra la pancia, e non se la sente di giocare. Forse è meglio se lo viene a prendere”

Non sono un’allarmista e neanche una di quelle mamme che porta il figlio al pronto soccorso appena ha la febbre.

Quando Danny ha avuto 40 di febbre, prima gli ho fatto un bagno caldo e gli ho abbassato la temperatura (da 40 a 37, i gradi dell’acqua della vasca), e poi gli ho dato una bella tachipirina.

Ma sabato Danny parte per 2 settimane con le nonne, e quindi?

E quindi dopo 5 minuti ero a scuola, e dopo 7 eravamo al pronto soccorso.

Un’ora e mezza di attesa per sentirmi dire che aveva avuto una colica da stipsi.

Colica da stipsi? Ma dirmi che aveva un tappo e che serviva una supposta di glicerina non era più facile?!

Vabbè, ormai lo sappiamo che a certi dottori (non a tutti) piace parlare complicato per spaventare le mamme.

Passato, e risolto, il falso allarme, ho deciso di portare Danny al parchetto sotto casa per fare un meritato giro in bici.

Eravamo al parco da una mezz’ora quando mi accorgo dell’arrivo di due macchine di carabinieri davanti ai due ingressi principali del parco, e vedo due moto dell’arma entrare dentro il parco, ai limiti delle aree giochi.

Ho cercato Danny con gli occhi e lo ho fatto subito venire vicino a me.

A quel punto uno dei carabinieri in moto era quasi al mio fianco.

“Scusi cosa sta succedendo?”

“Niente signora!”

Certo, certo! Arrivano due macchine dei carabinieri, e due moto entrano nel parco, ma non succede niente.

A quel punto insisto e il carabiniere mi chiede se ho visto in giro un signore strano.

Un signore strano?

Tutte le mattine mi alzo con un signore strano accanto a me nel letto (Ahahahahah! Questa mi è ventura proprio bene!) e durante il giorno ne vedo a bizzeffe di signori strani.

Intanto arrivano 5 ragazze che al carabiniere indicano un signore alto e un po’ stempiato seduto sul prato, sotto un albero.

“E’ lui!”, dicono indicando l’uomo.

Ve la faccio breve: il signore in questione si aggirava nel parco “Marcello Candia”, dietro l’Iperccop di Viale Umbria, a Milano, mostrando i suoi attributi (che molto volentieri amputerei con le mie sante manine di mamma incacchiata nera), a ragazzine e bambini.

Sì, sì, il signore ha mostrato il clone del suo cervello anche a 3 bambini di 6 anni, l’età di mio figlio.

Per fortuna una signora che ha sentito due bambini parlare tra di loro della cosa, ha chiesto spiegazioni e ha chiamato subito i Carabinieri.

Da quanto ho capito non sono stati i genitori dei diretti interessati a chiamare il 118, ma una donna che ha capito cosa era successo.

Il pedofilo in questione, perché le cose (è lui per me non è un uomo), vanno chiamate con le giuste parole, è stato subito fermato e, poco dopo, ammanettato.

Ma l’uomo in manette restava sotto quell’albero, e i carabinieri non lo portavano via.

Perché?

Perché avevano bisogno di una denuncia immediata da parte dei genitori dei piccoli (le adolescenti erano al parco senza genitori).

“Ma voi così state violando la privacy di quell’uomo, tenendolo lì davanti a tutti con le manette!”.

Ho cancellato la faccia della signora che ha detto questa frase idiota. Certe facce per me vanno dimenticate, che è meglio.

E intanto io mi chiedo “E quel pervertito? Che fine avrebbe fatto?”

Adesso magari lo portano in caserma, lo tengono dentro, e poi, come quell’atro pedofilo arrestato poco tempo fa al Parco Marinai di Italia, lo rimettono subito in libertà (perché mi sa che così è finita).

E noi mamme che facciamo? 

Io porto mio figlio in due parchi: uno sotto casa e uno davanti alla sua scuola, e adesso, in tutti e due, hanno trovato e arrestato un pedofilo.

Volevo fare una foto a quell’uomo!

Volevo fare una foto e farla girare su facebook, e via mail, a tutti.

Quell’uomo alla fine è stato arrestato, e portato via, ma so già che tornerà presto a fare l’idiota in giro per la nostra città.

“Signora io come carabiniere non posso autorizzarla a fare una foto, ma lei faccia il giro, si avvicini, e faccia quello che crede…”

Poi arriva un suo collega che sente il discorso e mi dice: “Signora noi dobbiamo difendere la privacy di quell’uomo, e lei non può fare la foto”

Voi dovete difendere la privacy di quell’uomo?!?! E i nostri figli chi li difende??!

E poi, come ciliegina sulla torta, arrivano due poliziotti in borghese a fare la ramanzina a noi adulti del parco:”Perchè voi dovete capire che noi siamo qui per aiutarvi, ma ultimamente c’è troppa omertà. La gente vede, ma non parla”

Ecco, è arrivato il genio!

Ma secondo te perché la gente ha paura di sporgere denuncia quando per farlo devono venire in caserma, riconoscere il peccatore davanti a voi, e soprattutto davanti a lui?

Forse perché sanno che dopo una settimana il peccatore torna in libertà e va a cercare loro o i loro figli?

Ma pensate che la gente si senta al sicuro in un paese dove Corona sta in galera e i pedofili e gli assassini stanno a casa loro?

Io non mi sento sicura per nulla, e mi dispiace tanto non essere riuscita a fare una bella foto a quel fetente.

Posso solo dirvi che era alto, stempiato e non italiano.

Barbara