Difendersi: giusto o sbagliato?

 
“Mamma la maestra mi ha sgridato perché ho dato una spinta a un mio compagno”.
“E perché hai dato una spinta al tuo compagno?”.
“Perché ha iniziato lui e papà mi ha detto che se uno mi spinge io devo spingerlo, più forte”.
Ecco, siamo a posto.
D’altronde da un marito rugbista cosa potevo aspettarmi?!
All’inizio, ovviamente, mi sono arrabbiata con papi, ma poi…
Poi ci ho pensato, e ripensato.
E’ giusto o no difendersi?
A mio figlio ho sempre detto che se un bambino lo spinge, o gli fa male, deve andare a dirlo alla maestra.
Ma, se devo essere proprio sincera, non sono mai stata molto convinta di questo suggerimento.
Ho provato a dirgli di difendersi con le parole, arrabbiandosi e dicendo “Smettila!” guardando dritto negli occhi “l’aggressore”.
Ma secondo voi un bambino di 6 anni può essere capace di una reazione del genere, verbale?!
Forse è ancora troppo presto
E porgere l’altra guancia?
A porgere sempre l’altra guancia si rischia di tornare a casa con ben due guance gonfie.
Certo che è proprio difficile fare la mamma.
Mio figlio è un bambino sensibile, non aggressivo e a volte troppo permaloso.
Chissà da chi ha preso!!! (un piccolo dubbio ce lo avrei)
Non voglio che diventi il bersaglio facile di qualche suo compagno più scaltro.
Non voglio che debba sempre chiedere aiuto ai grandi.
Vorrei che imparasse da subito ad arrangiarsi da solo.
Non lo fanno stare in porta, e si offende.
Non vogliono fare il gioco che vorrebbe fare lui, e si offende.
E tutte le volte che si offende, viene da me, con gli occhi bassi e la bocca imbronciata.
Una mamma in quei momenti avrebbe voglia di prendere il figlio per rimetterselo sulle ginocchia, e cullarlo, consolarlo.
Ma i figli crescono, e vanno rispediti subito al mittente.
“Arrangiati!”
Quante volte mi sento dire questa frase quando invece avrei solo voglia di alzarmi per andare io dai suoi amichetti, in cerca della soluzione che faccia felici tutti.
E invece non si può.
Ogni tanto lo ho fatto, ma spesso mi trattengo.
A 6 anni vanno osservati da lontano, ma lasciati liberi.
Liberi di fare la cosa giusta, ma anche di sbagliare.
“Sbagliando si impara” può sembrare il semplice detto e ridetto, ma è vero, verissimo.
Non c’è niente di meglio di un bello sbaglio per imparare.
E allora sai cosa ti dico amore mio?!
Se qualcuno ti ferisce, con le parole o con i gesti, difenditi.
Cerca di non fare male a nessuno, ma difenditi.
La vita ti porterà spesso agli scontri, e spesso in quei momenti sarai da solo.
Fai la faccia da cattivo, punta i piedi, allontana chi ti ferisce…
Fai quello che vuoi, ma impara a difenderti.
La mamma e le maestre non saranno sempre accanto a te, e quindi impara ad arrangiarti da solo, da subito.
Quando però sarai tanto triste o tanto arrabbiato perché non riuscirai a trovare una soluzione…
Allora vieni da me e vedrai che con uno dei nostri forti abbracci passerà tutto.
Barbara
 
 

Riempite quella panchina

 
In questi giorni i parchi in città iniziano a pullulare.
Le mamme che hanno la fortuna di non avere un orario di ufficio troppo intenso, quelle che lavorano mezza giornata o quelle che, come me, lavorano da casa, vanno a prendere i bambini a scuola e li portano al parco.
Dopo ore seduti al loro banco, un paio di ore all’aria aperta se le meritano no?!
A volte si vede qualche nonna, o qualche zio, ma le mamme sono tante.
Mamme sdraiate sul prato con altre mamme.
Mamme in coda al carrello dei gelati.
Mamme che parlano al telefono, e con gli occhi seguono i loro bambini.
E panchine gremite di mamme con i loro bambini e mamme con altre mamme, impegnate nelle loro chiacchiere da panchina.
Poi vedi una panchina vuota, e il pensiero corre a loro, a quelle mamme che si sono viste togliere i loro figli.
Ieri mattina Danny è andato a scuola col papà, e io mi sono concessa il lusso di tornare a letto per guardare il tg delle 8 sotto il piumone (forse oggi metto la coperta, ma per ora mi godo ancora il piumone)
Dopo il tg c’era la trasmissione della Panicucci, e per curiosità mi sono fermata a guardare anche un pezzetto di quella.
In studio c’era ospite una mamma, una mamma disperata.
A quella mamma, e al suo compagno, hanno tolto una figlia perché non avevano i soldi per poterla mantenere.
I genitori avevano iscritto la figlia alla scuola primaria, ma in seconda elementare erano stati costretti a ritirarla.
A quel punto i servizi sociali sono arrivati a casa e, anche se la madre aveva promesso di riportare la figlia a scuola, o di mandarla a vivere dalla nonna materna, la bimba è stata portata via.
Non capisco perché dei genitori debbano ritirare una figlia dalla seconda elementare quando alla scuola pubblica i libri sono gratis e le diverse gite e attività extra scolastiche sono facoltative.
Solo la mensa è a pagamento, ma si può sempre prendere i figli prima di pranzo e riportarli dopo.
Resta il fatto che togliere una figlia ai loro genitori per problemi economici è una cosa per me inaccettabile.
I servizi sociali, in caso di indigenza, dovrebbero, per legge, averle l’obbligo di eliminare il problema dando un aiuto economico alla famiglia, e invece?
E invece portano via una figlia ai loro genitori, gliela lasciano vedere 1 ore e mezza a settimana per un anno, e poi trasferiscono la bambina e spariscono.
E non è finita qui: la corte d’appello ha dichiarato la bambina adottabile.
Quei genitori non vedono la loro figlia da un anno, e non sanno dove sia finita.
In Italia ci sono 1800 centri di accoglienza per minori, e il costo del mantenimento di un bambino in questi centri varia dai 70 ai 400 euro al giorno.
Adesso penserete che io sia pazza, ma un dubbio mi viene: non staranno mica speculando sulla pelle dei bambini?!
1800 centri mi sembrano davvero tanti, troppi.
Alla fine del 2011 erano 29.338 i minori in affido temporaneo, e il numero è in continuo aumento.
Si parla di un +24%
Ok che c’è la crisi e che molte famiglie sono in serie difficoltà, ma si può levare un bambino ai propri genitori perché non hanno i soldi per mantenerlo?
Sono state fatte diverse perizie sia sui genitori che sulla figlia, ma non sono risultate patologie a livello psicologico né sugli adulti né sul minore.
Solo la seconda perizia ha evidenziato un attaccamento eccessivo dei genitori nei confronti della figlia.
E tu levi una bambina alla sua mamma e al suo papà perché questi sono troppo attaccati ed ansiosi, e non hanno i soldi per mantenerla?
Mi sembra ovvio che un genitore diventi ansioso se non ha un lavoro e i soldi per mantenere i figli, cribbio!
Ma se lo stato invece che dare i soldi ai centri accoglienza, desse i soldi alle famiglie in crisi, lasciando i figli con i genitori e aiutandoli così ad eliminare le ansie?
Adesso il papà della bimba ha un lavoro fisso, ma sua figlia è sparita.
In uno degli ultimi incontri con la madre, quella bimba ha chiesto se fosse stata lei a fare qualcosa di sbagliato costringendo quelle persone a portarla via da casa.
Scusate, ma non capisco, e mi rifiuto di capire.
So solo che le leggi ci sono e che , salvo casi davvero diversi da questo, sono sempre dalla parte dei genitori, e della famiglia.
I figli devono poter crescere e vivere con i genitori.
Ma perché vengono fatte e leggi se poi non vengono applicate?
Questo paese ha dei seri problemi, serissimi problemi.
Barbara
 
 

Un tuffo nel passato e un ricordo per il futuro

 
Ieri Danny, causa post elezioni, non aveva scuola.
Il fine settimana sono stata in Puglia con mio marito per seguire il cantiere, e Danny è rimasto a Monza con la nonna.
Avevo voglia di passare una giornata col mio cucciolo.
Avevo voglia di una giornata leggera.
Dopo un fine settimana di appuntamenti, conti, numeri ed infiniti ragionamenti…avevo bisogno di resettare il cervello.
Potevo forse trovare soluzione migliore di una bella giornata a Gardaland?
Io amo Gardaland
Io amo tutti i lunapark
Ogni tanto mi sento più figlia che mamma.
Essere figlie è più facile, e lo capisci solo quando diventi mamma.
I ruoli principali, che si interpretano in una vita, sono quelli di bambino, adulto e genitore.
Il bambino nasce, cresce, ubbidisce, ascolta, inventa, crea e gioca
Finita la fase del bambino si passa lentamente a quella dell’adulto.
Qualcuno desidera diventare subito adulto e autosufficiente, per non dover più accettare gli ordini.
Spesso quando diciamo NO a qualcuno non lo diciamo alla persona che abbiamo davanti, ma ci prendiamo una rivincita per tutti i NO che sono stati detti a noi…
Quando siamo bambini c’è qualcuno che si occupa di noi, ma quando diventiamo adulti dobbiamo imparare ad arrangiarci, e gran parte della nostra libertà va a farsi friggere.
A volte è quasi più facile occuparsi degli altri che di noi stessi, ed ecco che diventa quasi più naturale essere genitori che adulti…
Il trucco è quello di imparare ad entrare in tutti i tre ruoli ed essere poi capaci di passare da un ruolo all’altro, quando l’occasione lo richiede.
Devo dire che il ruolo che mi riesce meglio è quello di bambina.
Quando sono Danny spesso faccio un tuffo nel passato.
Tornare bambini vuol dire sentirsi più leggeri, anche se solo per un paio di ore.
Ieri mi sono sentita così: leggera!
Avevo bisogno di staccare la spina e di sentirmi come quando ero piccola, quando qualcuno si occupava di me e non avevo nessuna preoccupazione se non quella di dire cosa avrei voluto mangiare a pranzo, o a cena.
Bei tempi quelli…
Bellissimi tempi anche questi, ma ovviamente quando diventi genitore i pensieri aumentano, in numero e intensità.
Uno dei miei pensieri di ieri è stato quello di creare un ricordo in più per il futuro.
Un ricordo per lui, e un ricordo per me.
I ricordi sono importanti, e una giornata a Gardaland non si dimentica facilmente.
Io di quando ero piccola non ho tanti ricordi.
Ho sempre avuto una pessima memoria io, ecco perché vivo con i post-it
Ma le giornate passate con la mia mamma al Lunapark dell’Eur di Roma me le ricordo, eccome se me le ricordo.
Quando ero piccola ho vissuto un po’ a Roma e spesso mia mamma mi portava in questo Lunapark grandissimo che c’era all’EUR, non lontano da dove aveva il bar mio papà
Forse quel Lunapark non era poi così grande, ma io me lo ricordo enorme.
I ricordi sono importanti, specialmente quando sono così lontani, ma rimangono così intensi, e scaldano il cuore.
Grazie mamma.
Grazie perché è per merito dei ricordi che ho con te che ho capito quanto sia importante generarne altri, per il mio Danny.
Barbara

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Quasi quasi cambio lavoro!

 

Il 1o maggio del 2013 abbiamo disegnato il perimetro di una casa nel centro di un terreno, con il gesso

Il 10 maggio del 2014 su quel terreno la casa è apparsa, davvero

Sembra un miracolo, e invece è un sogno che si avvera

Un sogno fatto di notti insonni a pensare, a fare i conti, a cercare di capire, di decidere

Un sogno fatto di decine di fogli, di conti, di numeri e di punti di domande

Un sogno fatto di sacrifici, di paure, e di ansie

Un sogno fatto di sorrisi, di abbracci e di intensi picchi di gioia

Ci siamo, siamo quasi arrivati alla fine del cantiere e all’inizio di un sogno che si sta pian pianino materializzando

Materializzato, materiali…

Devo dire che seguire questo cantiere è stata davvero un’esperienza molto bella, forte, intensa

Avevo già seguito un cantiere, a Milano, quando avevo sventrato una mansarda per costruire la casa dove abito ora, ma costruire una casa in città e una casa al mare, in campagna, è diverso, molto diverso

In una casa al mare, in campagna (siamo a 15 km dal mare, ma siamo su, in campagna) ci si può sbizzarrire di più

Chianche e cemento colorato per terra, lavandini e pavimenti che sembrano di pietra, ma sono fatti con il cemento, che se lavorato dalle mani esperte di Marco Ippolito diventa bellissimo, e costa molto meno della pietra

Fare una casa con budget illimitato è facile, anche se serve il gusto, ma fare una casa col gusto, ma con budget limitato, molto limitato, è parecchio complicato, è una sfida

Il bello è che io amo le sfide !!!

Artisti, amici, artigiani, outlet, cantine, garage, mercatini…

È da un anno che giro a destra e sinistra come una matta

Ho recuperato vecchi mobili di mia mamma e di mia suocera e li sto facendo restaurare da Dario e Antonio, un napoletano e un barese che ci sono stati presentati per lavoro, e che sono diventati amici

Parlo al singolare perché mio marito, come tanti mariti, di giorno lavora, tanto, e quindi non ha avuto molto tempo  per seguire questo cantiere, ma si è fidato di me  e mi ha dato il suo ok tutte le volte che gli ho proposto qualche piccola nuova pazzia

Scrivanie antiche e vecchi mobili per macchine da cucire, trasformati in mobili su cui poggiare i lavandini ; vecchie e massiccie catene al posto di ringhiere; un vecchio cancello comprato da un ferrivecchi assieme a tanti altri oggetti apparentemente finiti, ma ancora pieni di vita…

Mi sono divertita e appassionata a cercare, scovare e trasformare, e i risultati piacciono tanto a me, a mio marito e a tutti quelli che sono venuti a curiosare

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma se cambiassi lavoro?

Da organizzatrice di eventi ad arredatrice di case?

Quasi quasi ci faccio un pensierino…

Barbara

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Principessa cerca castello, marcondirondirondello!

 
Un paio di giorni fa sono ho portato Danny ad una festa di compleanno su un tram.
Sì, sì, su un tram, bellissima idea!
Peccato che il tram partisse da Piazza Castello, e che per arrivare alla partenza io sia dovuta passare in mezzo a quello scempio di struttura.
“Expo Gate”, inaugurato il 10 maggio senza il sindaco, con poca gente e tante contestazioni, è il luogo dove EXPO dovrebbe essere presentato ai milanesi e ai turisti.
Forse che forse che c’era poca gente perché la metà dei potenziali partecipanti erano in galera? E magari tutti i loro familiari e amici hanno preferito stare a casa?
Si dice che “Expo Gate” e la sua “leggerezza” (Cerrrrto, leggerissimo!!!), dovrebbero richiamare le strutture di Eiffel.
Da Parigi 1889 a Milano 2015?
Ma perfavore, non diciamo cazzate!
Scusate, ma “cavolate” non avrebbe reso.
Si diceva che “Expo Gate” si sarebbe ben integrato con l’ambiente urbano, rispettando il canocchiale visivo Castello Sforzesco-Cordusio.
Tra tanti progetti è stato scelto quello di “Expo Gate” per la sua semplicità, per la rapidità col quale sarebbe stato realizzato, e per la sua economicità.
Io vorrei sapere quale tipo di droga avevano assunto quando hanno sostenuto delle cavolate del genere (avrei voluto scrivere “cazzate”, ma lo avevo già scritto una volta)
Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano, e della sua storia.
Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza (Duca di Milano) sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV, e tu mi ci costruisci davanti “Torre Eiffel 2 la vendetta”?
E poi scusate, ma 5 milioni di euro sarebbero “economici”?
Avete idea di quante cose intelligenti e utili si sarebbero potute fare con 5 milioni di euro?!?!
E poi ci lamentiamo se c’è la crisi!
Se buttiamo via i soldi così…
Vogliamo parlare anche dei danni che hanno fatto con questa famigerata zona pedonale?
Chi vive in zona si è visto togliere un sacco di parcheggi, se non è residente non può neanche più parcheggiare la macchina nei posti auto all’interno dei palazzi, e non può fermarsi davanti al portone neanche per scaricare la spesa.
Sempre se a casa riescono ad arrivarci…
I negozianti e gli uffici fanno fatica a ricevere fornitori e clienti che, oltre all’ingresso per l’area C, ora dovrebbero pagare anche i mezzi o i taxi per arrivare a destinazione.
E lo smog sta salendo alle stelle, impuzzolentendole.
Ma consoliamoci dai: tra poco, arriveranno i mega-schermi per i mondiali di calcio, e allora sì che la zona verrà ripulita e abbellita (??!?!?)
Manca poco anche all’arrivo di sdraio e lettini.
Ma come abbiamo fatto a vivere senza fino ad oggi?
Ma perché nessuno ci ha pensato prima?
Ma che fortuna!
Ma che geni!
Dovremmo essere proprio felici di avere un sindaco così perspicace e così abile nel dare risalto ad uno dei simboli più importanti della città.
E poi come avremmo potuto sopravvivere senza le bancarelle che vendono mutante e i chioschi che fanno salsicce e hotdog?
Milano ne aveva proprio bisogno.
Grazie sindaco.
Adesso però fammi un’ultima cortesia ok?!
Per stare in tema te lo dico con un’espressione che si usava ad Asti, nei tempi dell’alto Medioevo.
In quell’epoca i condannati per reati relativi al patrimonio, e soprattutto gli autori di fallimenti, venivano confinati nel comune più periferico del ducato.
Quel comune si chiama “Aramengo”.
Ecco appunto…
Vai a ramengo!
Barbara
PS: se la pensate come me  scrivete al sindaco per cortesia e lamentatevi.  Su fb sulla pagina: comune di milano – palazzo marino oppure mail a sindaco.pisapia@comune.milano.it
Le "preziose" bancarelle di Piazza Castello
 
 
Festa in tram!
 
 
 

Felicemente #sconnessa, o quasi…

 
Ti ritrovi a pranzo con un’amica, ma i tuoi occhi cercano lo schermo dello smartphone
Sei a cena con tuo marito, ma i tuoi occhi cercano lo schermo dello smartphone.
Le tue amiche stanno cercando di raccontarti qualcosa, ma i tuoi occhi cercano lo schermo dello smartphone.
Tuo figlio ti chiede di spingerlo sull’altalena, ma tu non senti, perché i tuoi occhi cercano lo schermo dello smartphone.
Succede, eccome se succede.
E a me, ultimamente, stava succedendo troppo spesso.
Ho sempre pensato che la consapevolezza dei propri limiti, e dei propri difetti, sia il primo passo verso il cambiamento, ma poi a questo cambiamento ci devi andare incontro.
Sono mesi che ci giravo intorno, e che sentivo di dover fare qualcosa, per darmi dei limiti, e cambiare.
Ne avevo anche già parlato qui, nel mio blog, ma poi?
Poi ho continuato a condividere, commentare, aspettare…
E un giorno un’amica mi dice che ultimamente quando lei è con me, io non sono con lei…
E il giorno dopo me lo dice un amico, e la settimana dopo me lo sento dire anche a scuola: ” Tuo figlio soffre questa cosa che tu abbia sempre il telefono in mano. A scuola dimostra di aver un estremo bisogno di attenzioni, forse perché gli mancano a casa…”
Big Ben ha detto stop!
Se mi si tocca mio figlio divento una iena, anche contro me stessa.
Oggi sono tanti i bambini che si contendono genitori fisicamente vicini , ma con la mente altrove, e io non voglio essere tra quelli.
Quello stesso giorno sono entrata in libreria e ho comprato un libro di cui mi avevano parlato: “Felicemente #sconnessi, come curarsi dall’iperconnettività” .
L’ho letto in tre giorni.
Me lo sono divorato.
Non che Frances Booth, l’autore, abbia scoperto l’acqua calda, ma è forte, molto forte leggere certe cose e scoprire che tanta gente, come me, per colpa dell’eccessiva connessione, si sta perdendo tante cose, troppe cose.
Vivi connessa, sai tutto quello che succede intorno a te, ma ti perdi la lettura, il piacere della solitudine, la memoria e il sonno.
Svanisce nel nulla anche il piacere del viaggio (e quando mai ora si guarda fuori dal finestrino, come si faceva prima dell’avvento di smartphone e ipad), la creatività, la capacità di ascolto (sempre rapiti dai nostri schermi), l’apprendimento e le relazioni.
Sono tanti i motivi che portano alla iper connessione.
Sembra che i motivi principali siano la noia, e la soddisfazione dell’ego.
A volte io nel mio ego ci navigo, lo ammetto, e all’improvviso mi rituffo nella mia vasca di insicurezza.
E poi c’è il bisogno di contatti sociali, il desiderio di comunicazione, la ricerca di riconoscimento sociale, lo studio, la paura, il bisogno di sentirsi necessari (BINGO!), la ricerca di informazioni, l’abitudine, la dipendenza (TROPPA!), e distrazione (che genera altra distrazione, senza fine).
Prima dell’arrivo degli smartphone ci si collegava circa 5 volte al giorno, per periodi più lunghi, mentre adesso la media è di 27 volte al giorno (e io sono tra quelli che la alza).
Mi piace sentirmi necessaria, mi piace sentirmi meno sola anche quando sono sola, mi piacciono le sorprese…
Ogni volta che controlli le mail, le notifiche di facebook e instagram, vai incontro a sorprese.
Ma sapere che per soddisfare i tuoi bisogni, trascuri i veri affetti…questo no!
“E’ arrivato un nuovo messaggio, una nuova notifica: devo leggerla, subito! Qualcuno sta pensando a me! A qualcuno piace quello che ho detto, la foto che ho postato! Wow”
Ci sono giorni in cui sento il telefono suonare, ma non suona.
Ci sono momenti in cui sento strani bip, ma è solo l’immaginazione che fa dei brutti scherzi.
Il telefono era diventato la prolunga della mia mano destra, e i pollici a volte roteavano anche se il telefono era appeso al collo.
Eh sì, appeso al collo.
Io da anni tenevo il telefono in un porta telefono, e lo indossavo tipo collana, sempre.
Basta! 
A volte posto foto per far credere che sono felice, e invece magari sono incavolata nera.
A volte sorrido, scatto e scrivo che sono felice, e invece non è vero che sono sempre felice.
Facebook spesso ti aiuta a convincerti, convincendo gli altri, di qualcosa che non è come sembra.
Basta finzioni!
E basta trascurare i rapporti umani per quelli online.
Da oggi il telefono lo voglio usare per fare una chiamata in più, per sentire la voce degli amici, e per fissare più pranzi, e meno chat.
La dipendenza da internet dal 2013 è stata inclusa nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Ecco, lo ho sempre detto che sono un po’ matta.
E poi la distrazione digitale fa a cazzotti con la concentrazione!
Ho mille sogni e mille progetti, ma poi mi arrampico nella rete…e perdo il filo.
Camminare, leggere, dipingere…
Sto riscoprendo altri modi per impegnare il mio tempo.
Non fraintandetemi: non lascerei mai facebook, instagram e i miei nuovi amici mediatici, ma ho deciso di darmi dei limiti.
Sto riscoprendo il piacere di lasciare il telefono dentro la borsa, e di perdere anche qualche chiamata, qualche messaggio.
Sto riscoprendo il piacere di guardare gli amici negli occhi quando mi parlano, sempre.
Ora so quando mio figlio vuole che io lo spinga sull’altalena, e lo so prima che me lo chieda.
Adesso il cellulare non entra più in camera da letto, ma rimane in carica in salotto.
Non è più l’ultima cosa che guardo prima di addormentarmi, e la prima che guardo quando mi sveglio.
Ebbene sì, sto facendo outing, e mi sento già molto meglio.
Il digitale ha una grande forza di attrazione perché promette gratificazioni immediate: ogni “Plin” potrebbe essere un’opportunità di lavoro, sessuale (non per me), o sociale.
Ma quanto durano queste gratificazioni?
E assieme alle gratificazioni…quante volte arrivano le delusioni?
Una mail che tarda a comparire sul vostro schermo, un sms diverso da quello che avremmo voluto…
Se anche voi soffrite di iperconnettività…iniziate comprando questo libro, e cercate di ricaricarvi.
Ci sono momenti in cui mi ritrovo a rispondere a una mail, a commentare un commento ad un mio post su facebook, a rispondere ad una richiesta di informazioni, e nel frattempo giro il sugo sul fuoco e metto via i vestiti stirati (non da me! Odio stirare)
Così non va.
Così non ce la faccio più.
A volte ho paura di fare aspettare la gente, di non rispondere abbastanza velocemente.
Ma poi mi arriva una mail di una persona che non ho mai visto, una mail nella quale questa donna è molto arrabbiata con me perché da mesi mi ha chiesto di incontrarci, di conoscerci, ma non è ancora successo, e allora sono diventata la sua nemica numero uno.
Ho un cantiere da seguire, un marito, un figlio, e i miei amici di sempre.
Sto passando un periodo un po’ intenso e non sempre riesco a trovare il tempo per tutto, e per tutti.
Spesso arrivo alla sera che sono stanca, a pezzi, e crollo.
Mi spiace, mi spiace molto cara Signora X, ma io non sono wonder woman e non ho più intenzione di fare i salti mortali per tentare di fare contenti tutti.
Quando si salta troppo si rischia di cadere, e di farsi male. 
Da oggi in poi farò quello che potrò.
Da oggi in poi continuerò a condividere i miei sorrisi, ma capiterà anche che condividerò un mio momento no.
Da oggi in poi non appenderò più il telefono al collo, e risponderò quando avrò tempo, e voglia.
E quando uscirò a cena con mio marito, il telefono non starà più sul tavolo, ma in  borsa.
Così se litigheremo avrò ho una cosa in meno da lanciargli addosso! Hihi
Barbara
 

 

Crema di valeriana con bacon

 
E siccome la sera fa ancora freschetto (come se dise a venessssia), giochiamoci le ultime “carte creme e vellutate”.
Ecco a voi una ricettina facile facile, “leggera” e sfiziosa.
ingredientivalerianafotoPartiamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA
1 cipolla media o 2 scalogni
30 grammi di burro
150 gr di patate a pezzetti
sale e pepe, e un pizzico di zucchero
1 dado di pollo o di carne
600 gr di acqua 
200 gr di valeriana
60 gr di pancetta  tagliata a striscioline 
100 gr di panna (io uso quella di soia che è decisamente più leggera)
1 cucchiaino e 1/2 di succo di limone
1 punta di salsa di Worcester
Se avete tutto INIZIAMO:
io, avendolo, ho fatto tutto col BIMBY e, se lo avete anche voi, eccovi la ricetta:
Mettere cipolla e aglio nel boccale, tritare 3 sec a vel 5
Aggiungere burro e insaporire per 2 min, varoma, vel 1
Unire le patate e tritare 3 sec, vel 5
Aggiungere sale, pepe, dado e acqua e cuocere 12 min, 100 gradi, vel 1
Mettere valeriana nel recipiente del varoma e cuocere 3 min, varoma, vel 1
Abbrustolire la pancetta in una padella fino a dorarla bene.
Aggiungere nel boccale l’insalatina cotta e il resto degli ingredienti, tranne la pancetta, e frullare 30 sec a vel 10
Versare la crema in quattro ciotole, decorare con la pancetta.
Se non avete il Bimby potete farla benissimo facendo un bel soffritto con burro e cipolla, o scalogno.
Aggiungete le patate tagliate a piccoli tocchetti, acqua, sale e pepe, dado, e fate cuocere 15/20 minuti.
Cucinate la valeriana al vapore, se avete una vaporiera o un cestino per il forno a microonde (sennò la fate bollire), e poi la aggiungete alle patate assieme agli ingredienti che mancano (worcester , limone, panna e un pizzico di zucchero), e frullate.
Mettete la crema in quattro ciotole e decorate con la pancetta che avrete prima fatto saltare in padella fino a farla diventare bella croccante.
Io, come tocco finale, ci ho aggiunto anche un filo di olio e una spolverata di grana
Et voilà
Barbara

 

 

 

Un Original We davanti alla stazione? A Milano succede!

 
La marca di abbigliamento “Original Marines”, sta girando per l’ Italia con il suo “Be Original tour”, e questo fine settimana tocca a Milano.
Da venerdì 16 a domenica 18 maggio, saranno in Piazza Duca D’Aosta (davanti alla stazione), per un weekend dedicato alla famiglia e al divertimento.
In quanto mamma e blogger, mi hanno chiesto di fare due interventi raccontando di come noi mamme e i nostri bambini possiamo stare al passo con la moda senza spendere troppo.
Parlerò di reciclo, di sarte, di baratto, di marche low cost e di tanto altro.
Oltre a me, ovviamente, parleranno altre mamme e altri papà.
Venerdì 16 maggio alle ore 17 , direttamente da Napoli, ci sarà Francesco Uccello con il suo blog “Mo te lo spiego a papà“.
Sabato 17 maggio alle ore 11.30 ci sarà una certa Barbara Garavelli,  alias “Temperate i tacchi“, che darà appunto dei suggerimenti fashion sia per le mamme che per i bambini.
Alle ore 12.30 interverrà Laura Zampella, che racconterà cosa fare a Milano con i bambini, alle ore 16.00 l’appuntamento con Valentina Bensi del Blog “Easy Mamma“, alle ore 17.30  ”Mamma Risparmio”  Ilaria Cuzzolin ci aiuterà a capire come risparmiare e alle ore 18.30 interverranno le Mamme Acrobate.
Domenica 18 maggio, alle 11.30, torneranno le Mamme Acrobate, mentre alle ore 17.30 interverrà Olga Zappalà del blog MammaHolic .
Per chiudere, ovviamente in bellezza, alle 18.30 tornerà ancora quella chiacchierona di Barbara Garavelli.
Ma non venite ad ascoltare me che non so ancora cosa dirò e che so già che mi vergognerò a livelli stratosferici!!!
Venite con i vostri bambini per passare con loro un paio di ore in allegria.
Ci saranno tre aree dove sfogare creatività e fantasia:
1) area digital:  dove i bambini potranno divertirsi attraverso la tecnologia
2) area creativa: dove i bambini avranno la possibilità di diventare veri e propri artisti grazie a ballon cartonati su cui scrivere o esprimere attraverso disegni il proprio concetto di originalità
3) area social dedicata alle mamme per raccontare la loro straordinaria quotidianità e incontrare alcuni tra i blogger più seguiti della rete.
Da quest’ultima aerea state alla larga perché sono “vergognosissima” (nel senso che mi vergognooooo di brutto)
Oltre a queste tre aree ci saranno anche due rapper professionisti  che aiuteranno le famiglie a creare il gingle Original Marines che verrà poi trasmesso su radio original nei punti vendita del brand, e tanto altro ancora.
I bambini si potranno divertire e le mamme potranno ascoltare dibatti interessanti e dire la loro.
Il programma dell’iniziativa è disponibile negli store Original Marines, sul sito internet Original Marines e sulla pagina Facebook del brand.
Passate a trovarmi?
Al primo che ride però gli tiro i pomodori!!!
Barbara

Le paure che non fanno crescere

 
 
Ieri sera un’amica, maestra di asilo, mi raccontava di alcuni bambini che, all’ultimo anno (circa 5 anni), bevono ancora tenendo il bicchiere con due mani.
Molti dei bambini che a scuola bevono dal bicchiere con due mani, sono gli stessi che la mattina bevono ancora il latte dal biberon.
Quante volte le piccole paure di noi mamme impediscono ai nostri figli di crescere?!
“Se gli faccio bere il latte con la tazza…di sicuro me lo versa sul divano”.
“Se gli dico di vestirsi da solo…sicuramente facciamo tardi a scuola, e poi io devo correre per non fare tardi al lavoro”.
“Se gli dico di tagliarsi la carne da solo…sicuramente si fa male o, come minimo, un pezzo di carne volerà sul pavimento e mi toccherà buttarlo”
A meno che non diate a vostro figlio un coltello di quelli che si usano per fare i sushi, a vostro figlio non succederà niente di grave (i cerotti esistono per quello); voi arriverete in ufficio due minuti in ritardo, ma non verrete di certo licenziate per quello, e una macchia di latte dal divano si smacchia facilmente.
Non voglio fare la maestrina perché vi assicuro che, un giorno sì, e uno anche, ho anche io ho la mia lista personale di “mea culpa”.
Diciamo che sto scrivendo come se fosse una sorta di terapia di autoconvicimento, ops.
E’ da quando Danny ha imparato a camminare che compro solo scarpe con lo scratch per evitare di dover perdere il mio tempo ad insegnargli a come si fa un fiocco con i lacci, ma ad un certo punto tocca arrendersi, e più tardi lo lo si fa e più difficile diventa.
Ad un certo punto avevo davvero perso la pazienza, ma, per fortuna, è arrivato in soccorso papi.
Ci sono paure piccole e paure più grandi, ma quello che è sicuro è che le paure non fanno crescere.
E’ giusto stare attenti ai nostri figli e cercare di fare il possibile perché non si facciano male, fuori e dentro, ma bisogna anche imparare a fare i conti con le nostre paure, e lasciarli fare.
Stamattina ho svegliato Danny con il solito bacino e a quel punto lui ha aperto gli occhi e la prima cosa che mi ha detto, con un sorriso milleottantordici denti, è stata: “Mamma possiamo andare a scuola in bici!?”
A scuola in bici???
Lo avevamo già fatto una volta, ma era un venerdì in cui in molti erano via per non ricordo quale ponte, e le strade erano deserte.
Per andare da casa nostra a scuola in bici (io sulla mia, e lui sulla sua) ci vogliono circa 10 minuti.
Si può fare un pezzo di strada andando pian pianino sul marciapiede (lo so che non si potrebbe, ma abbiate pietà di una mamma apprensiva), ma poi bisogna fare un bel pezzo per strada e bisogna anche attraversare Viale Umbria (sempre molto trafficata).
Ho avuto la tentazione di rispondere che era tardi e che sarebbe stato meglio andare in scoter come sempre, ma poi ho guardato l’ora…
Erano le 7.30 ed avevamo tutto il tempo del mondo per mangiarci le nostra uova strapazzate, bere il nostro frullato alla frutta, vestirci e andare a scuola in bici.
Perché privare mio figlio di una gioia così grande per colpa di una mia paura?
Ci sono mamme che non permettono ai loro figli di andare in bici in città e quindi le bici diventano il gioco dell’estate, al mare, o in campagna.
Ma vicino alla scuola di Danny c’è il Parco Marinai di Italia, e dopo scuola Danny si diverte così tanto a girarsi il parco in lungo e in largo con la sua bici…
Care mamme, stringiamo i denti e cerchiamo di soffocare qualcuna delle nostre paure.
Facciamolo per la gioia dei nostri figli.
Non teniamoli dentro una campana di vetro perché tanto nella vita dovranno soffrire per forza, come è successo, e come succederà ancora, anche a noi.
Facciamoli cadere, ma insegnano loro a rialzarsi.
Spaventiamoli raccontando loro che ci sono persone cattive che non vogliono bene agli animali e che, a volte, fanno anche male ai bambini, ma raccontiamo loro che ci sono anche tante persone buone che sanno amare davvero, e che passano la loro vita ad aiutare chi ne ha bisogno, chi è meno fortunato di noi.
Se ripenso a stamattina e alle macchine che sfrecciavano accanto a noiche paura!
Ma poi riguardo questa foto che gli ho scattato mentre eravamo fermi ad un semaforo, guardo il suo sorriso, e la paura diventa solo un lontano ricordo.
Se però il caro Sindaco si decidesse a fare qualche pista ciclabile in piùnoi mamme saremmo di certo più felici!
Vero mamme?!?!?!?
Barbara 

Profit no profit: shopping ? “Per carità!!!”

 
Settimana scorsa ho fatto il cambio degli armadi e su facebook ho scritto. “Ho appena finito di fare il cambio degli armadi: se mi vedete entrare in un negozio di abbigliamento, vi autorizzo a spararmi a vista!!!”
Nel mio armadio non ci sta più uno spillo.
O mi decido a dare via almeno alcuni dei miei vestiti di quando ero minorenne (tengo tuttooooooo), o non posso davvero più comprare neanche un paio di mutandine col pizzo!!!
Ecco perché il gioco di parole nel titolo: “Shopping? Per carità!!!”
Ma oggi vi parlo di shopping per beneficenza, e per fare del bene si può fare un’eccezione verooooo?!?!
Bene! Allora oggi vadooooooooooo
A Milano dal 12 (ieri sera hanno inaugurato) al 14 maggio, i marchi dell’Alta Moda si uniscono per aiutare i bambini in difficoltà.
Una grande vendita di beneficenza per aiutare l’ABN e Fata Onlus: fare shopping sapendo di fare del bene.
Secondo voi potrei forse perdermi un’occasione del genere?!
Non credo proprio!!!
E quindi oggi pomeriggio vado a prendere Danny boy a scuola alle 16.30, e poi si parte sul nostro scooter in direzione V.le Monterosa.
Lui si divertirà durante la merenda offerta dalla Barilla, con il mago dell’associazione Magica Cleme, e io farò shopping (poco, promesso!)
Tutti gli articoli in vendita sono stati donati  da importanti marchi di Alta moda come Valentino, Alberta Ferretti, Tod’s, Stella McCartney, Bottega Veneta, Bally, Borbonese, Iceberg, Hogan, Hugo Boss e molti altri
Olè!
Chi viene con me?
Barbara
“Profit no profit”
Quando:  13 e 14 maggio
Orario: dalle 10 alle 22 con orario continuato
Dove: Via Monte Rosa 91 (Metro 1 – Filobus 90/91 -Autobus 48 o 78 fermata Lotto Fiera)
Parcheggio Via Masaccio 19
L’accesso all’area e la partecipazione a tutti gli eventi sono liberi e gratuiti.
Martedì 13 maggio 
10:00 – 22:00 Apertura al pubblico
16:30-18:30 Merenda per i Bambini offerta da Barilla con Mago della Fondazione Magica Cleme e Clown dell’Associazione Veronica Sacchi
19:00 – 21:00 Aperitivo con musica dal vivo di Joseph Sfregola Happy Soul Music
Mercoledì 14 maggio
10:00 – 22:00 Apertura al pubblico
19:00 – 21:00 Aperitivo con musica dal vivo Joseph acustic version
21:00 – 22:00 “Chiudiamo con un sorriso” Spettacolo di Giovanni D’Angella, Zelig e Colorado