Tanti auguri dalla tua bricci.

 

Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia difficile fare la mamma.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia dura dire di no.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto, a volte, sia difficile anche dire di sì, e lasciar andare.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto possa essere impegnativo sapere che il futuro di qualcuno dipenderà da te.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia bello sapere che non sarai più sola.
mammafotoGrazie mamma, perché io non ho fatto più sentire sola te, ma tu non hai più lasciato sola me.
Grazie mamma, perché sei sempre stata al mio fianco, anche quando forse avresti potuto mandarmi a spigolare, come ci piace dire a noi.
Grazie perché da quando sono diventata mamma anche io, sono diventata più dura, più esigente, più rigida, ma tu hai spesso fatto finta di niente.
Grazie perché mi hai sempre lasciata libera di sbagliare, e di capire, con un tuo aiuto, ma da sola.
Perché è solo sbagliando da soli che si cresce davvero.
Grazie perché mi hai insegnato a vivere, e a sorridere, sempre.
Grazie perché mi hai spiegato da subito che tutti meritano rispetto.
Grazie perché mi hai dato un’infanzia serena, e piena di stimoli.
Grazie perché mi hai lasciata andare, anche se so che è stata dura.
Non deve essere stato facile sapermi a Milano, da sola.
1988: Il mio debutto, in società

1988: Il mio debutto, in società, a Venezia

Ma tu ti sei sempre fidata di me, e io ho cercato di non tradire mai la tua fiducia.

Grazie per tutti i treni che hai preso per fare la mamma, e per quelli che continui a prendere per fare la nonna.

Grazie per essere la nonna che sei, senza dimenticarti di essere mamma.
Non sono sempre rose e fiori, e spesso ci scontriamo, ma sai bene che succede perché l’amore è forte, fortissimo.
E quando ci si ama, ci si scontra, sempre.
Come potrei dimenticare le amiche che venivano a suonare al nostro campanello, per parlare con te?
Perché tu hai sempre saputo ascoltare, senza giudicare, senza condannare.
Orgogliosa e felice di avere una mamma come te, da sempre e per sempre.
Auguri mamma
La tua Bricci
E ovviamente i miei auguri, di cuore, vanno a tutte le mamme del mondo.
A quelle che combattono, a quelle che sorridono e a quelle che a volte piangono.
Perché fare le mamme è dura. e a volte fa paura.
Perché fare le mamme spesso è davvero stancante, e può capitare che stanchezza e stress si trasformino in urla, e lacrime.
E’ umano cedere, è umano piangere.
E’ umano pensare di non potercela fare.
E’ umano anche andare a letto distrutte, e risvegliarsi col sorriso, per andare incontro ad un abbraccio.
I miei auguri vanno anche a quelle donne che non sono diventate madri, ma che sono madri dentro.
Perché le donne nascono madri, e se non lo sono dei loro figli, a volte lo diventano dei loro amici a quattro zampe,  degli amici del cuore, dei fidanzati e dei mariti.
Siamo nate per occuparci di chi amiamo.
E quindi tanti auguri anche a chi mamma non è, ma mamma si sente.
Barbara
 
 

 

Fine settimana a Milano e dintorni? Ecco qualche idea.

 
Se questo fine settimana siete a Milano e dintorni, sappiate che il tempo dovrebbe essere buono e che ci sono un sacco di cosine da fare.
Ieri sera mio marito ed io eravamo in libera uscita (Santa Tata) e quindi siamo saliti in sella allo scooter, e ce ne siamo andati in zona Tortona.
Abbiamo fatto una veloce tappa all’inaugurazione dell’outlet di Ports, dove ho visto un sacco di vestitini e di scarpe carine, ma ho fatto la brava, e poi abbiamo messo le radici da “Taste of Milano”.
Taste of Milano è un evento gastronomico dove si possono assaggiare piatti stellati pagandoli circa 5 ducati l’uno!
Ducati?
Eh sì, perché a “Taste of Milano” si paga con i ducati.
Si paga un biglietto di ingresso, che si può comprare anche online, e poi si acquista una sorta di “carta di credito”  con dentro quanti ducati si sceglie di avere a disposizione, e nei diversi ristoranti presenti si paga con quella carta.
Considerate con con 50 ducati si comprano circa 10 piatti tra primi secondi e dolci, e quindi ci cenate tranquillamente in due.
Ieri sera ce la siamo davvero goduta perché nonostante fosse il primo giorno, non c’era troppa gente, e quindi non c’erano code nei ristoranti.
Ogni ristorante ha nel menù 3 piatti e una volta ordinato il piatto scelto in pochi minuti lo si vedrà arrivare.
Niente sedie, ma giusto qualche tavolo di appoggio, e i piatti e le posate ovviamente sono di carta.
Per 5 ducati volevate anche il piatto di porcellana e le posate d’argento?!?!?
Oltre ai ristoranti ci sono diversi stand dove si possono assaggiare ed acquistare ottimi prodotti: io ho comprato una forma di formaggio puzzone che in realtà si chiamerebbe “Tête de moine”, ma siccome ha un forte odore, Danny ed io, che lo amiamo, lo abbiamo sempre chiamato “puzzone”!
collagefotoL’oriental burger con tonno, barbabietola, lattuga, pomodoro e cipolla di “Wicky’s”; l’uovo con spuma di parmiggiano, birra e pane croccante e lo sgombro con piselli, formaggio di capra e ravanelli di “Vun”, il ristorante dell’hotel Park Hyatt di Milano; la tartare di tonno, i temaky e i ravioli di “Finger’s garden” e, per finire, di nuovo da “Vun” per la loro mitica pastiera sferica.
Ieri sera ci siamo proprio fatti viziare e coccolare.
Andrea, il mitico chef di “Vun”, si è anche intrattenuto con noi per spiegarci la ricetta del suo mitico uovo cotto a bassa temperatura, e Roberto Okabe, come sempre impegnato nella sua cucina di Finger’s, appena ci ha visti in coda, ci ha raggiunto con due temaky per noi.
Bello sentirsi coccolati, bello gustarsi certe delizie.
Eh sì, G.U.S.T.A.R.S.I.
Ho sempre mangiato troppo velocemente, a volte ingurgitando senza quasi sentire i sapori, ma da quando ho fatto il digiuno sono cambiate molte cose.
Dei 4 kg che avevo perso ho ripreso qualcosina, ma sono felice.
Sono felice perché io il digiuno non lo ho fatto solo per dimagrire, ma perché volevo guarire da certe brutte abitudini alimentari che avevo.
Gli attacchi di fame sono quasi spariti e ora, finalmente, riesco a gustarmi quello che mangio.
Dopo quello che ho mangiato ieri, oggi mangerò solo verdure, ma ieri sera ho goduto, eccome se ho goduto.
Ma ora andiamo avanti con cose più utili per tutti.
“Taste of Milano” durerà tutto il fine settimana, e sono benvenuti anche i bambini.
Mentre i più grandi parteciperanno a Taste of Milano, i più piccoli saranno coinvolti in esperienze interattive in un’area Kids, realizzata in collaborazione con Zero6 e lenuovemamme.it, in cui ci saranno diversi laboratori per i bimbi (noi andiamo sabato a fare quello delle caramelle alle 12.30).
Se più che ai profumi del cibo, siete interessati ai profumi dei fiori, allora potete sempre andare a fare un giro alla mostra “Orticola” che sarà per tutto il fine settimana nei giardini pubblici “Indro Montanelli” in Via Palestro.
L’edizione del 2014 è dedicata alla rosa, ma potrete, come sempre, trovare di tutto e di più.
Se ai vostri bimbi non piace cucinare e non amano i fiori, potete sempre portarli alla Rotonda della Besana dove, al Muba,  continua la mostra “Scatole” per bimbi da 4 a 11 anni.
I turni sono a numero chiuso e ogni turno può ospitare fino a 50 bambini
L’attività dura 75 min e i turni per sabato, domenica e festivi 10.00-11.30 | 11.30-13.00 | 14.00-15.30 | 15.45-17.15 | 17.30-19.00
L’ingresso costa 8 euro per bambino | 6 euro per adulto ed vivamente consigliata la prevendita su MidaTicket
Se non vi interessano cibo, fiori e scatole, ma siete appassionati di moto, allora fatevi un giro in Brianza, e venite a Monticello Brianza a visitare la mostra dedicata alla “Agrati Garelli”.
Ho scritto “venite” perché noi ovviamente domenica saremo lì.
Nel lontano 1961 la Garelli si fuse con il gruppo Agrati, famiglia per tradizione votata alla lavorazione del ferro.
La mostra si svolgerà a Cortenova di Monticello, perché era proprio lì che si trovavano gli stabilimenti Agrati.
Daniele Agrati ( il primo da sinistra) con suo cugino Marco e i loro papà Franco e Antonio.

Daniele Agrati ( il primo da sinistra) con suo cugino Marco e i loro papà Franco e Antonio.

E’ nella sua Brianza che Daniele Agrati, il papà di mio marito, ha contribuito, con tanta passione e tanto lavoro, a rendere grande l’azienda di famiglia quando questa si fuse con la Garelli.

La “Agrati Garelli” ha cessato la sua attività nel 1991, dopo aver dato occupazione a centinaia di lavoratori della Brianza, segnando la storia del nostro paese.

Chi di voi non è mai montato in sella ad un Garelli? Io lo avevo e ho dei ricordi bellissimi di quel mio primo motorino.
La mostra sarà aperta da domenica 11 Maggio a domenica 18 Maggio dalle ore 15 alle ore 19,00 e Domenica 18 Maggio dalle 10,00 alle 12.30 e dalle 15,00 alle 19,00.
Ci saranno foto, cimeli, ricordi e anche personaggi: interverranno Fausto Gresini ed Ezio Gianola, i due alfieri del Team Italia che a metà degli anni ’80 spopolarono nel Motomondiale 125. Gresini vinse il titolo nel 1985 e ’87.
Prima che con lui la Garelli 125 si aggiudicò, con Angel Nieto, le edizioni 1982, ’83, ’84.
Adesso capite perché Danny boy a 6 anni è già un appassionato di moto?!
Con un papà endurista, e con un nonno così, non poteva certo diventare un appassionato di bigie no?!
Buon fine settimana a tutti.
Barbara 
dannyyyfoto

 

Tagliatelle verdi con legumi

 
Aver voglia di un bel piatto di pasta di sera, ma sapere che sarebbe meglio evitare?!
Succede!
E quindi?
E quindi basta ricorrere ad un piccolo e facile trucco: tagliatelle di zucchine, et voilà!
ingredientifotoIniziamo subito con la LISTA DELLA SPESA per 4 (stiamo parlando di porzioni normali da ristorante di altissssssimo livello, e non di piatti extra large da trattoria della nonna Pina!)
3 o 4 zucchine verdi
150 grammi di piselli novelli freschi
100 grammi di fave fresche
due mazzetti di rucola
1 manciata di mandorle pelate
70 gr di pecorino
olio, sale e pepe
Se avete tutto INIZIAMO:
La ricetta vorrebbe il tutto a crudo e quindi dice di pulire piselli e fave, e di metterli a macerare per almeno 3 ore in olio e sale.
Io invece (siccome così duri non mi piacevano) li ho puliti (sgrandoli dai loro baccelli), li ho cotti al vapore 7 minuti assieme alle tagliatelle di zucchine (ora vi spiego come farle) e solo dopo averli cotti ho sbucciato le fave e ho messo fave e piselli a macerare con olio e sale (le tagliatelle di zucchine le ho tenute a parte)
Per fare le tagliatelle di zucchine, prendete il pela patate e “pelate” le vostre zucchine, ovviamente per il lungo.
A quel punto potete cuocere al vapore (o bollire) fave, zucchine e piselli, tutto assieme
Mentre fate ciò, prendete quello che vi è rimasto delle zucchine (ossia tutta la parte bianca), due mazzetti di rucola, una manciata di mandorle, 3 o 4 cucchiai di acqua, un filo di olio, sale e pepe, e frullate tutto assieme.
Otterrete così una fantastica salsa per le vostre tagliatelle di zucchine.
Prendete metà della vostra salsa e la aggiungete, mescolando con dolcezza (sennò le tagliatelle di zucchine si rompono!!!), alle tagliatelle, alle fave e ai piselli.
Tirate fuori dall’armadio i vostri piatti e, se lo avete, prendete anche un coppa pasta (quegli anelli di acciaio che servono per fare le tartare belle tonde etc etc) .
Impiattate riempiendo, sempre con dolcezza, il vostro coppapasta con  le tagliatelle e i legumi.
Sfilate piano il coppapasta e aggiungete sul piatto un po’ della salsa rimasta, un filo di olio e, per ultimo, grattugiate sopra un bel po’ di pecorino.
Et voilà: ecco a voi un super gustosissimo piatto di “pasta”, zero carboidrati e pochissssssime calorie.
Besos
Barbara
 
 

Se si va avanti così, io me ne vado!

 
Stamattina stavo scrivendo un altro pezzo, poi ho ricevuto un sms e la mia giornata è cambiata.
Dopo il messaggio c’è stata una lunga telefonata.
Dopo la telefonata tante lacrime.
Ieri, al Parco Marinai d’Italia, dove quasi tutti i giorni porto mio figlio a giocare dopo scuola, hanno arrestato un pedofilo.
Ma cavolo!
Ho finito ieri di spiegare a mio figlio che ci sono in giro delle persone cattive che avvelenano i cani e ora devo spiegargli che ci sono anche delle persone malate e cattive che fanno male ai bambini?!
Lo so ce sono sempre esistiti, ma quando capitano cose del genere così vicino a te…le cose cambiano, eccome se cambiano, e i tempi, per spiegare, si accorciano.
Il peggio è che questo infame era già stato arrestato a gennaio.
Ma chi cavolo lo ha rilasciato? E perché?
Ma in che cavolo di città sto vivendo?
Pisapirla un giorno ha detto che non voleva far pattugliare la città dai militari perché non siamo in guerra…
Ma gliela faccio io la guerra a quel fenomeno tutto concentrato su quel cavolo di EXPO.
Concentrati sulla sicurezza dei tuoi cittadini, sui loro figli e sui loro animali.
Fai pattugliare la città notte e giorno, da militari in divisa e in borghese.
Fai quello che ti pare, ma fai qualcosa perché siamo veramente arrivati alla frutta, e la gente non ne può più.
E’ più di un’ora che ho gli occhi pieni di lacrime.
E’ più di un’ora che sto cercando di capire a quale sia il modo migliore per affrontare il discorso con mio figlio.
Settimana scorsa eravamo in quel parco e ad un certo punto Daniele mi ha chiesto se poteva andare a riempire la borraccia della sua bici, alla fontanella.
La fontanella non era vicinissima al punto in cui ero seduta con altre mamme, ma da lontano la vedevo, e Danny ci era già andato altre volte.
Lo ho lasciato andare e mi mi sono rimessa a chiacchierare con le altre mamme.
Dopo un pò non lo vedo tornare e mi metto a cercarlo, parecchio impaurita
Niente!
Finalmente lo ho trovato, e non era solo.
Era con un signore, e il figlio del signore, che mi ha vista preoccupata e si è scusato.
“Ho visto suo figlio alla fontanella e ho chiesto se voleva venire con noi a prendere l’acqua più buona al depuratore vicino ai gonfiabili”
“Ma brutto pezzo di deficiente che non sei altro! Ma come ti permetti di portare mio figlio con te senza avvertirmi!!!”
Avrei voluto dirgli così, ma c’era mio figlio, e ho evitato.
Mi sono limitata ad uno sguardo che credo abbiamo detto tutto.
Ho sgridato mio figlio e gli ho chiesto chi fosse quell’uomo.
“Un amico mamma, un amico”.
Peccato che non conoscesse il suo nome e che fosse diventato suo “amico” da dieci minuti.
Non era lui l’uomo che è stato arrestato ieri, ma immaginatevi come mi sono sentita oggi quando ho scoperto la notizia.
Il ragazzo arrestato ieri ha 20 anni, e faceva educatore.
Settimana scorsa lo avevo visto litigare con un signore che sosteneva che nessuna madre avrebbe dovuto affidargli i figli, e neanche i cani.
Mi aveva quasi fatto tenerezza quel ragazzo.
Sembrava davvero un ragazzo perbene, sembrava…
E invece ora leggo che era stato cacciato da una scuola, e già arrestato a gennaio.
Ma ieri era di nuovo dietro ad un albero del parco, con una bambina di 7 anni e il suo cavolo di telefonino pronto ad immortale chissà quale immagine.
Se andiamo avanti così me ne vado davvero.
Ora dovrò spiegare a mio figlio che esistono delle persone cattive che fanno male ai bambini e dovrò dargli il divieto di allontanarsi troppo dalla mamma, ma di restare sempre dove lo posso vedere.
Io che ho sempre detto che i bambini vanno lasciati liberi e che stare loro troppo addosso non fa bene a nessuno.
Ma come faccio a lasciarlo libero in un parco dove potrebbero tranquillamente girare pedofili e assassini?!?
Adesso finisco la nostra casa in Puglia e poi decido se usarla come casa di vacanza o se andarci a vivere.
Se avessi beccato io quel ragazzo dietro all’albero ieri, oggi sarei in galera.
Cribbio!
Barbara

Dite loro che sono degli infami

 

Il cane di una mia vicina tutte le mattine inizia ad abbaiare verso le 7, anche il sabato e la domenica.
Il cane di un’altra mia vicina spesso fa i suoi bisogni sul marciapiede della strada dove viviamo, e spesso la “distratta” padroncina si dimentica di raccogliere le prove.
Ma io non vado in giro per i parchi a lasciare polpette avvelenate, nella speranza che qualche cane le mangi e muoia.
Ma cosa hanno nella testa le persone che stanno facendo questo!?
Di che tipo di malattia soffrono?
Se sapete chi sono, se li conoscete, dite loro che sono degli infami.
Perchè un adulto può anche cercare di difendersi
Perché un adulto può anche riuscire a salvarsi
Ma prendersela con i bambini, e con gli animali, è da infami.
I cani avvelenati nel 2013 sono stati 14.000 e il 10% di questi cani non ce l’anno fatta.
E stiamo parlando solo dei casi segnalati all’Aidaa (associazione italiana difesa animali e ambiente)
Circa 7000 di questi animali sono stati avvelenati da qualcuno.
La polpetta al topicida veniva usata, al principio, per sterminare i branchi dei cani randagi in Toscana, in Lazio e in Veneto, ma ora il fenomeno si sta allargando.
Sono tanti, troppi, i cani di privati coinvolti in questo allucinante e stupido gioco al massacro.
I migliori amici di noi esserei umani stanno morendo per mano di altri umani, se così li possiamo definire.
Sono sconvolta!
Ma in che paese viviamo?
Ma che momento storico stiamo attraversando?
Uomini che uccidono le proprie compagne.
Madri che uccidono i propri figli.
Esseri umani che uccidono indifesi animali.
E la giustizia che non condanna, che non punisce.
Quanta rabbia, quanta leggerezza.
Oggi il mio pensiero va a chi ha perso un amico, e un compagno fedele.
Nella speranza che i sindaci delle città colpite facciano presto qualcosa per fermare questi assurdi gesti senza senso.
Barbara

Sì, sì cerrrrto! E secondo te io ti credo?

 

Ieri Danny boy ed io abbiamo preso il treno da Milano a Venezia.
Ieri, prima di salire in treno, ho comprato un paio di riviste d’informazione indispensabili per la sopravvivenza, in treno.
Inizio a sfogliare “Chi” e mi parte subito la ridarella.
Avete presente le ridarelle quelle stupide?
Quelle che sai quando inizi, ma non sai quando finisci!?
Ecco, appunto.
Vedo questa foto di Laura Barriales  con questo sorridente ragazzotto e leggo:
La conduttrice spagnola per la prima volta spiega perché è finita col magnate turco Süzer con cui ha vissuto poco più di un anno di amore.
“L’ho lasciato quando mi ha fatto la proposta di matrimonio: non volevo lasciare l’Italia per fare crescere i miei figli in Turchia”
Una spagnola viene in Italia a cercare fortuna prima coi calciatori e poi coi piloti, ma non vuole fare crescere i suoi figli, che ancora non ha, con un miliardario di cui di Eva di essere innamorata, in Turchia.
Devo crederle?
Le diamo il beneficio del dubbio?
Vabbè diamoglielo dai!
Ma quando poi aggiunge:”Avrei potuto vivere come una principessa con i camerieri e uno chef privato, ma non voglio avere tutto senza fare niente”
Allora, scusate, ma non riesco più a crederle!!!
Ma daiiiiii
Dimmi che gli hai chiesto di farsi la ceretta alla pancia e lui ti ha detto di no.
Dimmi che ha il pisello troppo piccolo.
Dimmi che gli puzza l’alito.
Trova una qualsiasi altra scusa, ma non mi venire a raccontare che hai lasciato un miliardario di cui eri innamorata, perché non vuoi vivere senza fare fatica.
Facciamo una bella cosa: tu torni da Súzer e gli dici che hai cambiato idea, te lo sposi e poi tre volte alla settimana vieni da me a stirare e a fare le pulizie, e mi porti gli avanzi delle prelibatezze che vi cucinerà il vostro chef privato ok!?
Vi prego fermatemi la ridarella perché inizio ad avere i crampi alla mandibola.
Ahahahahahahahahhahah
Barbara

Quando il fisico la sa più lunga del cervello

 
Oggi alle 9.30 avrei avuto la mia quarta lezione di yoga
Oggi alle 11.15 avrei la mia lezione del mercoledì di acquagym
Perché dico “avrei”?
Perché oggi alle 6 mi sono svegliata con dei forti dolori alle scapole e al collo, e in questo momento sono ancora a letto.
Argh!
Diciamo che non sono proprio una sedentaria.
Diciamo che non sto ferma un attimo e che, anche quando avrei un’ora libera e potrei sedermi sul divano, magari a leggere un libro, finisce sempre che apro qualche armadio, tiro fuori tutto e rimetto a posto.
Per non parlare dei sensi di colpa che mi vengono se non faccio qualsiasi tipo di attività fisica per almeno 2 o 3 volte a settimana (il sesso è a parte!)
La sera ho uno dei miei attacchi di fame?
Il giorno dopo porto Danny e a scuola e poi, come minimo, mi faccio una bella camminata di 6 km.
Da quando ho fatto il digiuno assistito gli attacchi di fame sono diminuiti, ma purtroppo non sono scomparsi del tutto.
Gli attacchi di fame spesso vengono per colmare dei vuoti.
E chi di noi non ha dei vuoti nella propria vita?!
Sono vuoti che ci si porta avanti dall’infanzia, e che a volte diventano ancora più grandi durante i percorsi che decidiamo di prendere, nella nostra vita.
Ultimamente tra il cantiere in Puglia, il mio normale lavoro, qualche piccola e classica incomprensione in famiglia, e il figlio che cresce…sono stata un po’ più “ciapata” del solito, e lo stress si è fatto sentire.
E quando lo stress si fa sentire, e il cervello che fa?
Ti dice che forse è il caso di rallentare un attimo e di prendersi un momento di pausa, e di riflessione?
Ma quando mai!!!
Mi sa che il mio cervello è andato in stand by, ma per fortuna ci ha pensato il mio fisico.
Sono convinta che il fisico, se ascoltato, spesso sia in grado di darci dei forti segnali, e i segnali vanno ascoltati.
Oggi mi sono svegliata con questo grande dolore alle scapole e al collo, e anche io, che non sono medico, so che tra i punti in cui si accumula lo stress c’è proprio la parte alta della schiena, e il collo.
Mio marito ha detto che forse ho preso un colpo di freddo ieri sera, in motorino, o che magari ho fatto uno sforzo troppo forte ieri durante la mia lezione di indorwalking, ma io so…
Io so che questo dolore che oggi mi ha fatto decidere di rimanere a letto, è un segnale.
E quindi ora vi saluto, stacco la spina, e cerco di riposare un po’.
Il rumore della pioggia aiuta…
Besos
Barbara

Emancipazione? Oggi vi dico la mia!

 
Fino a poco più di un secolo fa in Italia, e in molti altri paesi, alle donne non era consentito votare,  le donne sposate non erano libere di disporre del denaro che guadagnavano con il proprio lavoro, e non potevano promuovere un’azione legale. 
Sono forse questi i motivi principali per cui si iniziò a parlare di emancipazione femminile.
Al giorno d’oggi, però, il termine “Emancipazione”  viene più che altro usato per dire che non c’è più differenza di ruolo tra uomo e donna.
La parola “Emancipazione” deriva da E (E-/EX- che significa “fuori di”) e MANCIPIUM (che significa “dominio/proprietà”); 
“Emancipazione”, originariamente, presso i romani, esprimeva l’atto con il quale il padre di famiglia, davanti al magistrato ed alla presenza di 5 testimoni, dichiarava il figlio libero dalla propria patria potestà.
“Emancipazione” dovrebbe significare che la persona diventa padrona di se stessa, ha la libertà di scegliere di essere ciò che desidera, di dire o fare ciò che vuole, e di non avere vincoli eterni e interni.
Adesso una domanda sorge spontanea: siamo davvero arrivate al punto in cui volevamo arrivare?
Non è che abbiamo un po’ perso di vista questi primi obiettivi?!
Ora che abbiamo raggiunto l’emancipazione, siamo davvero padrone di noi stesse e libere di dire e fare ciò che vogliamo?
Nel diciannovesimo secolo ci piaceva sentirci le “signore del focolare”, ma poi ci siamo stufate e abbiamo iniziato a rivendicare maggiore autonomia nelle scelte importanti della nostra vita (a partire dal controllo della gravidanze).
E fino a qui mi sta bene…
Nello stesso momento abbiamo anche iniziato a frequentare i primi collegi femminili per migliorare la nostra condizione e la nostra istruzione, e per dimostrare agli uomini che anche noi eravamo in grado di studiare ed imparare
E anche fino a qui mi sta bene…
Riuscimmo anche a dimostrare quanto assurde fossero quelle norme che limitavano le nostre libertà e le nostre possibilità di carriera (avvocatura e magistratura non erano concesse per gli sbalzi umorali dovuti al ciclo mestruale).
E anche fino a qui mi sta bene…
Avrei già qualcosa da ridire riguardo ad una delle principali lotte del movimento femminista finita poi con la Legge Merlin che, nei primi anni ’60, chiudeva le case di tolleranza e considerava lo sfruttamento della prostituzione come un reato.
Decisione geniale!
Così adesso abbiamo le strade, e non solo, che pullulano di simpatiche prostitute.
Davvero un gran cambiamento, evviva.
Ma veniamo al dunque: volete sapere cosa penso davvero io dell’emancipazione?
Penso che l’emancipazione della donna sia sicuramente iniziata per dei buoni motivi, ma che sia presto diventata un’arma a doppio taglio.
La parità economica e sociale, i veri valori del primo femminismo, hanno  lasciato il posto alla famosa figura della donna in carriera, e la parola “femminismo” ha iniziato a diventare davvero fastidiosa!
(a me fa venire l’orticaria, come il colore rosa)
Non mi dite che ogni tanto non vi sentite combattute tra il voler stare a casa, ma il non poterlo fare, e l’uscire per andare a guadagnarvi la pagnotta!?
Ormai, per noi donne, lavorare è diventato il prezzo da pagare per la raggiunta parità economica e il non farlo, a volte, scatena in noi dei forti sensi di colpa.
Peccato che si tratti degli stessi sensi di colpa che proviamo quando dedichiamo il nostro tempo al lavoro e lo togliamo ai nostri figli, e alla nostra famiglia.
La verità è che abbiamo perso per strada il vero senso dell’emancipazione.
Spesso, per compiacere il nostro compagno, e la nostra famiglia, rinunciamo totalmente a noi  stesse, e di noi cambiamo tanto, a volte tutto. 
Lavoriamo, corriamo a fare la spesa, cuciniamo, mettiamo a posto la casa, andiamo a prendere i figli, e troviamo la forza di sorridere anche quando siamo stanche, morte…
Facciamo tutto questo pensando che possa bastare, e invece non basta mai.
Una volta bastava essere delle brave casalinghe, delle brave mamme e delle brave mogli, ma adesso non basta più.
Abbiamo finito per complicarci la vita senza che nessuno riuscisse a portare a 48 le attuali 24 ore che compongono un giorno!
E quindi?
E quindi ci tocca fare i salti mortali, e nonostante i salti mortali, non riusciamo lo stesso a fare tutto quello che vorremmo fare, e come lo vorremmo fare e spesso chi ci è vicino non capisce, e chiede sempre di più.
Se poi nasci permalosa, e aspirate perfezionista come me…allora è la fineeeeeeeee
La verità è che non bisognerebbe MAI annullarsi per gli altri!
La chiave sarebbe non darsi e fondersi con l’altra persona, ma rimanere singoli individui e vivere l’amore e la famiglia come uno scambio, senza mai rinunciare alla propria individualità, e senza mai avere sensi di colpa.
Impresa mica facile eh?!
La verità è che non possiamo fare tutto e non dovremmo sentirci in colpa per quello che finiamo per non fare.
Dovremmo solo capire se le ali per sentirci più libere sono quelle della nostra carriera o quelle della nostra famiglia, e ogni tanto imparare a volare senza avere sensi di colpa e senza sentirsi sempre in obbligo verso gli altri e verso noi stesse.
So che può sembrare la cosa più difficile del mondo, ma solo questa sarebbe la vera emancipazione: essere padrone di ciò che si vuole essere e uscire fuori dal dominio di genitori, parenti, mariti e anche da quello di noi stesse. 
Purtroppo con conosco trucchi e magie che ci possano aiutare in questa grande impresa, ma forse potremmo iniziare con una piccola grande impresa: cerchiamo di pretendere un po’ di meno da noi stesse, ma sopratutto, cerchiamo di fare quello che facciamo per fare felici prima di tutto noi, e poi gli altri. 
Sarà dura, ma ce la possiamo fare dai!
Barbara
 

Purè di fave e cicorie: la giusta medicina per il “Mal di Puglia”

 

 
Ormai è ufficiale: la Puglia mi scorre nel sangue…
Quando è amore è amore, e nulla si può fare.
Ieri la nostalgia era forte, fortissima.
Altro che “Mal d’Africa”, io ho il “Mal di Puglia”!!!
Erano quasi le 19, e stavo tornando a casa in bici con Danny, dal parchetto.
Ad un certo punto ho sentito il “Mal di Puglia” farsi sempre più forte, a allora ho trascinato Danny dentro l’Ipercoop (che per fortuna era quasi deserto), e ho comprato al volo 1/2 kg di fave decorticate e 1 kg di cicoria.
Arrivati a casa Danny si è fiondato sul mio ipad, e io in cucina.
Per cena avevo previsto uova e asparagi, ma un antipasto ci stava bene, benisssssssimo.
Se doveste anche voi soffrire di “Mal di Puglia”, la medicina migliore, con effetto immediato, è purè di fave e cicoria.
ingredfaveecicoriefotoIniziamo subito con gli INGREDIENTI:
1/2 kg di fave decorticate
1 kg di cicoria
Sale
Olio, possibilmente Pugliese (che noi abbiamo sempre perché lo facciamo fare con le olive degli ulivi che abbiamo nel nostro terreno)
3 foglie di alloro.
Quando avete tutto INIZIAMO:
Sciacquate bene le fave decorticate e mettetele in acqua bollente con 3 foglie di alloro (non salatele prima, ma solo a fine cottura) .
Fate cuocere una mezz’ora come indicato nella confezione (le fave decorticate cuociono velocemente)  L’acqua non deve essere troppissima: deve coprire le fave e superarle di poco, al massimo aggiungete acqua durante la cottura.
Alla fine della cottura togliete le foglie di alloro, aggiungete sale e frullate il tutto (le fave andrebbero mescolate e ridotte a purè col cucchiaio di legno, ma io frullo perché il purè mi piace bello liscio) . Qualcuno, per rendere il purè più cremoso, aggiunge una patata.
Mentre cuociono le fave, pulite la vostra cicoria eliminando le parti più dure, quelle bianche, e sbollentate la cicoria in acqua salata per circa 7 minuti.
Direi che a questo punto siete pronti: mettete sui vostri piatti un po’ di purè e un po’ di cicoria, condite con olio extra vergine e aggiustate di sale.
Il “Mal di Puglia”, per un paio di minuti, farà un po’ meno male…
Buon Ponte, auguri a tutti i Marco e viva da Libertà!
Barbara

La gelosia

 
Mio marito ultimamente è spesso via per lavoro.
Mio marito è diverso da quelli brutti.
Mio marito ha circa 8 anni meno di me.
E ovvio che spesso mi senta chiedere se non sono gelosa.
Beh, la mia riposta è NO, non sono gelosa.
Non sono gelosa perché se mio marito ha scelto di passare la sua vita con una come me, forse non sarà così facile sostituirmi con un’altra.
E dove la trova un’altra spacca maroni come me?
E dove la trova un’altra che gli riempie la vita così, senza tregua?
E dove la trova un’altra che gli fa le foto anche mentre dorme?
E dove la trova un’altra pazza come me? 
E dove la trova un’altra non gelosa?
E poi, diciamocelo, ma non credo che ci siano in giro tante donne pronte a mettersi contro di me, per arrivare a lui.
Ok che è un bel ragazzo e che lottare per un premio così bello varrebbe la pena, ma lo sanno tutte che io mi alleno parecchio e che se mi arrabbio non sono per niente buona, hihi!
A parte le battute…
Non sono gelosa perché ho avuto la fortuna di incontrare un uomo serio, con la testa sulle spalle.
So che state pensando che certe cose non si dicono mai, perché in questo momento lui magari sta ricevendo un messaggio bollente sul suo cellulare, e magari sta pure rispondendo, ma io credo davvero in quello che dico.
Credo che mio marito, come me, abbia una caterva di difetti, ma so che è un uomo onesto, e che se incontrasse un’altra donna, me lo direbbe (spero).
Forse se ci siamo incontrati e sposati un motivo ci sarà: io, in 44 anni (magari un po’ meno visto che ho iniziato ad interessarmi agli uomini un po’ dopo la nascita…), non ho mai tradito.
Secondo me se una donna tradisce lo fa perché le manca qualcosa, perché non ama più.
Le donne, in generale (le eccezioni ci sono sempre), non sono capaci di tradire solo fisicamente.
Se una donna tradisce lo fa anche col cuore.
Per gli uomini è diverso: un uomo può tradire la propria compagna anche senza smettere di amarla.
Un uomo è capace di tradire solo fisicamente, perché un uomo, per dimostrare a se stesso di piacere ancora anche alle altre, ha bisogno di mettere in moto il pisellino!
Per noi donne è diverso: se vivo un momento di insicurezza, a me basta lo sguardo di un altro uomo (che ovviamente sia affascinante), una richiesta nell’aria, è già mi basta.
A noi donne non serve la prova pratica, a noi donne basta passare l’esame orale.
E ora non ridete perché sto solo parlando di corteggiamento verbale stupidiniiiii
Non sono gelosa perché negli anni, imparando a volermi più bene, ho capito che quando ami non ci devono essere catene, ma ali…
Ali per volare assieme, ma anche ali per spiccare il volo da soli, in libertà, con rispetto.
Trovo giusto che la coppia non annulli  la propria individualità.
Quando lasci libera la persona che ami per fare ciò che ama, per vedere gli amici, e coltivare i suoi hobby, difficilmente uno sentirà la necessità di scappare, in cerca di altro.
La cosa più importante, specialmente dopo la nascita dei figli, è non trascurare la coppia e coltivare giorno dopo giorno quell’amore che a volte ha bisogno di fuggire, da tutto e da tutti, figli compresi.
Ogni tanto bisogna essere capaci di indossare le ali, in due, e di volare via assieme, per un aperitivo, una cena o un romantico week-end.
Se le persone che si amano cercano, tutti i giorni, di fare qualcosa per fare felice l’altro, perché uno dovrebbe andare a cercare emozioni altrove?
E poi, diciamocelo, ma mio marito non sarebbe capace di tenere un segreto, quindi sono quasi sicura che lo beccherei subito (e sottolineo “quasi”).
Ultimamente siamo andati al compleanno di una mia amica, ed è stato lì che mio marito ha avvistato Belen.
Secondo voi potrei essere gelosa di vedere mio marito che, per tutta la sera, si mangia con lo sguardo una come Belen?!
Ma quando maiiiiiiii
Se non la avesse guardata avrei pensato che mio marito forse stava diventando cieco, ahahah!
Però siccome nella vita è sempre meglio stare sempre un po’ sulle spine, e non mollare mai il colpo, stamattina ho deciso di seguire le orme di Belen e sono andata a fare lo stesso trattamento miracoloso che lei spesso va a fare al 55 Beauty Sun Center, a Milano.
Settimana scorsa, sul settimanale CHI, era uscito un articolo che raccontava le 24 ore tipo di Belen, con tanto di foto.
Io compro sempre CHI e quando ho riconosciuto la mia amica Simona, titolare del centro, ho deciso che per un giorno serei entrata nelle vesti di Belen (anche se sapevo che mi sarebbero state parecchio strette!)
Non mi sarà venuto il lato B come il suo, e le mie gambotte sono sempre quelle, ma dopo la mitica maschera USA effetto botox, ora ho una pelle liscissima.
Dite che mio marito se ne accorgerà stasera?!
Apprezzerà che la sua mogliettina stagionata (mi chiama così, argh) fa tutto quello che può per mantenersi in forma e all’altezza del giovane e aitante marito?!
Sperem
Barbara
Belen e Belin! Ahahahaha

Belen su CHI e Belin so mi! Ahahahaha