Sante nonne

 

Mia mamma è appena stata 3 giorni a Milano.
Mia mamma due settimane fa è stata 5 giorni a Milano
Mia mamma tre settimane fa è stata 3 giorni a Milano
Mia mamma vive a Venezia.
Mia mamma è una santa.
Mio marito va tre giorni in Germania per lavoro? E lei arriva
Mio marito va dieci giorni in Cina per lavoro? E lei arriva
Io ho l’influenza (cosa per fortuna capita al massimo una volta l’anno)? E lei arriva
Altro che la “Cartafreccia”, a lei dovrebbero dare la “Cartanonna su binari”.
Devo dire che mio marito ed io siamo davvero fortunati: sua mamma, che vive a Monza, corre da noi tutte le volte che abbiamo bisogno e a volte si tiene Danny a casa sua, e mia mamma, sta a Venezia, salta su un treno (Ecco magari “sale” visto che non ha più 20 anni, ops) ogni volta che la chiamo.
“Mamminaaa, che fai settimana prossima? Hai impegni?”
Mia suocera lavora, ma mia mamma (che ha 10 anni più di mia suocera) no e quindi, quando le chiedo se ha impegni, inizia a ridere e mi chiede a che ora deve arrivare.
Quante volte le ho fatto cambiare l’orario.
Prenota per arrivare a Milano alle 18? E io il giorno dopo scopro che ho un appuntamento alle 16 e che non riesco a prendere Daniele a scuola, e allora lei va in agenzia, dove ormai l’aspettano una volta sì e una volta no, per il cambio, e prende il treno prima.
E’ una gioia vedere le nonne giocare con Danny boy.
Le nonne sono più brave di noi mamme a giocare con i bambini.
Quando eravamo piccoli noi le mamme non usavano giocare molto con i figli.
Magari li aiutavano nei compiti, ma giocare assieme non era una cosa comune.
Le cose sono cambiate e quindi sembra quasi che ora le nonne vogliano recuperare il tempo perso con noi figli, giocando con i nipoti.
E ci riescono benissimo.
Non so voi, ma io a fine giornata, o anche prima della fine, spesso sono a pezzi.
Quando vado a prendere Danny a scuola andrei già a letto, a volte senza neanche cenare.
Poi arrivi a casa e lui ti chiede: “Mamma giochiamo a nascondino?”
A nascondino?
Ok, facciamo che io mi nascondo in camera mia, sotto al piumone, e tu mi cerchi in silenzio e non mi trovi per un’oretta?
E invece le nonne giocano a tutto, eccome se giocano: nascondino, indovina chi, il porto, l’areoporto, stacca e attacca, disegna, pittura e chi più ne ha più ne metta.
Se poi io mi prendo il lusso di andare a farmi un bel bagno caldo con manicure, pedicure e lavaggio di capelli con maschera ristrutturante di quelle da lasciare su mezz’ora…
Quando torno in salotto secondo voi come li trovo?
Tutti e due con l’i-pad: mia mamma col suo e Danny col mio.
Io sul computer ci vivo, e quindi, a maggior ragione, non voglio che Danny lo usi troppo.
Ci sono giorni in cui neanche lo tocca, ma se lo fa, sa bene che il tempo di utilizzo è di massimo mezz’ora.
Mia mamma è un’appassionata di burraco online, ma nel suo i-pad ha anche un sacco di altri giochi di quelli che vanno ora per la maggiore, ma dai quali io vedo di stare ben lontana (mi mancano anche i giochi oltre alla mia bacheca e alla mia pagina di Facebook e al mio blog, sì sì, certo!).
E’ bello vederli vicini vicini mentre si sfidano a buttare via caramelle colorate che cadono dall’alto (roba strana quella)
Che dire?
Grazie sante nonne, vi siete meritate la vostra pallina di Natale nel nostro albero.
E’ bello sapere di poter contare su due nonne così dinamiche e instancabili che, ovviamente, stravedono per il loro, per ora, unico nipote.
Attenzione!
Non ho scritto “per ora” perché sto pensando di avere altri figli, ma perché mia suocera ha altri due figli che un giorno potrebbero decidere di procreare rendendola di nuovo nonna.
Io nel 2014 faccio 44 anni, la mia pazienza ha dei limiti, e soprattutto non mi chiamo Heather Parisi!!! 
Ma di questo ne ho già parlato nel mio post sui figli unici
Barbara
Danny boy, nonna mao e la loro passione per l'i-pad

Danny boy, nonna mao e la loro passione per l’i-pad

 

 

 

 

Folletti o gatto e la volpe? Storia di un furto legalizzato.

 

Avete presente quando il gatto e la volpe avevano suggerito a Pinocchio di mettere sotto terra le monete?
Per convincerlo gli avevano promesso che sarebbe cresciuto un albero di monete, e poi gliele avevano rubate.
Io sabato sono stata ancora più allocca di Pinocchio.
Sabato nessuno mi ha detto che se avessi pagato 3 o 5 euro per ogni giro alle giostre nel parco di Porta Venezia, avrei guadagnato di più, ma lo ho fatto lo stesso.
Perdindirindina!
Come si può rubare i soldi alla gente approfittandone dell’amore che i genitori, i nonni e gli zii hanno per i loro bambini?
Uno si sveglia, vede il sole, sente che non fa freddo, e cosa fa a Milano in un sabato qualunque?
Va a fare shopping?
Negativo: a fare shopping ci vado durante la settimana che trovo meno macello.
Sabato ho optato per pranzetto con amica e sua nipote e poi giretto in Porta Venezia.
Nel Parco di Porta Venezia ora ci sono le giostre (pochino, ma carine, che fa rima) e la casa di Babbo Natale con vista su una micro pista di pattinaggio.
Un giretto sulla slitta volante? 3 euro a persona.
Capacità della slitta? 3 persone
Costo totale per me e due bambini? 9 euro
Durata del giro? 3 minuti
Pesca di 10 cigni? (quelli che sotto al sedere hanno un numero e che permettono ai bimbi di vincere sempre un’orrido regalino) 10 euro
5 minuti sui saltarelli con bretelle annesse? 5 euro
Meno male che almeno sedersi sulle ginocchia di Babbo Natale per una veloce ramanzina era gratis!
E poi la gente si lamenta che c’è la crisi, che nessuno esce e se escono spendono poco.
E te credo: con questi prezzi!!!
Non voglio fare il conto di quanto mi sia costata la giornata di sabato tra pranzo e giostre.
Sorvoliamo che è meglio (mi faranno pagare anche questo “sorvolo” appena fatto?)
Per non rischiare di dover chiedere un mutuo, dopo una scarsa oretta trascorsa tra una giostra e l’altra, abbiamo dovuto quasi trascinarli via di forza quei due poveri bambini.
“Dai mamma un altro giro perfavoreeeee!!!”
Non ho davvero più parole.
Ma vergognarsi un pochino no?!
Barbara
parcooto
 

Che si fa oggi a Milano?

 
Buongiorno e benvenuto sole!
Se oggi siete a Milano e non avete programmi, eccovi un paio di idee carine per la giornata.
Hope olnus: The secret to living is GIVING
Oggi, domenica 15, presso OM Food in Corso Magenta 12 (in un interno) si festeggia il Natale, dalle 12.00 alle 20.00, al brunch E/O alla merenda E/O all’aperitivo
Dalle 14.00 alle 16.00 ci sarà la possibilità di fare delle foto dei vostri bambini con Babbo Natale…
Non mancherà la possibilità di acquistare gli ultimi regali di Natale per salvare la Casa di Accoglienza di Sephoris che ospita 200 bambini.( www.hopeonlus.org )
Hanno bisogno del nostro “mattoncino”!
Passate, se potete!
Un’altra idea per oggi è il “Il Mercatone dell’Antiquariato”.
Avete presente quello che fanno sui navigli ogni ultima domenica del mese?
Bene, per questo mese è stato anticipato a oggi.
Il mercatone dell’antiquariato è la grande Fiera dedicata ai commercianti e ai collezionisti del mondo dell’ Antiquariato, un percorso di più di 2km, sulle sponde dello storico e antico Naviglio Grande di Milano.
Il mercato ospita più di 380 commercianti di ogni genere d’antiquariato e quindi si possono trovare mobili, modernariato, orologi, porcellane, argenti, gioielli, bambole, giochi, collezionismo, libri, occhiali, radio, bastoni, bronzi, vetri, fumetti, stampe e molto altro.
Il mercato è aperto dalle ore 9:00 alle ore 18:00 ed è comodamente raggiungibile con i mezzi pubblici
metro: Linea verde – fermata Porta Genova
tram: 2, 3, 9, 29/30 bus: 47, 74, 90/91
Durante lo svolgimento del mercato dell’antiquariato restano aperti, sul naviglio grande, anche i negozi e ristoranti vari.
Un giretto al mercato, un pranzetto in zona e dopo pranzo magari anche un salto da Ecliss!
Cos’è Ecliss?
Un negozio che normalmente è un negozio di arredamento, ma che per Natale si trasforma in un una sorta di Villaggio di Natale, un paradiso pieno di addobbi, alberi e tutto ciò che può servire per questa bellissima festa.
Da Ecliss vale la pena farci un salto anche se  non dovete comprare nulla.
Portateci i vostri bambini e vedrete che resteranno a bocca aperta!
Buona domenica
Barbara

Io dentro il “Grande fratello”? C’è mancato davvero poco…

 
A gennaio riparte il Gf e sta iniziando il tam tam mediatico.
Ecco che allora i miei ricordi vanno un po’ indietro…
Era il lontano 2006
Tanto per cambiare stavo andando in palestra.
Io vado spesso in palestra.
Io amo mangiare e l’unico modo per non ingrassare troppo, se ti pace mangiare, è bruciare quello che mangi.
La mia fortuna è che, non avendo un lavoro d’ufficio, ma essendo sempre stata una libera professionista, in palestra ci posso andare in orari in cui non c’è troppo macello.
Ma quella mattina…
Arrivo nella reception del Down Town di Piazza Diaz (allora andavo lì) e trovo la folla.
“Ma che succede?” chiedo subito a Raffaella, la mia amica capo ufficio stampa della palestra che era lì in quel momento.
“Stanno facendo i provini per la sesta edizione del Grande Fratello, dai falli anche tu?”
Ah, ah, bella battuta!
Io i provini del Grande Fratello?!
Io del Grande Fratello sono sempre stata una fan, non ho mai perso una puntata da quando è iniziato e se mi chiedete i nomi di tutti i concorrenti che hanno varcato la porta rossa…non me ne ricordo manco uno.
Beh dai, qualcuno me lo ricordo!
Mi ricordo quelli che poi ho conosciuto e che per un motivo o per l’altro sono diventati amici, conoscenti o nemici (Scherzo, non ho nemici!)
Tra loro quelli che ricordo di più sono Roberta Beta (mia cara amica), Filippo Nardi (quel “pazzerello” del mio ex vicino di casa”), Augusto De Megni (ah se potessi raccontare…), Marina La Rosa (ci siamo viste un paio di volte, ma non sono riuscita ad imparare a fare la gatta morta: lei era impeccabile!).
Ma torniamo a quel giorno.
Raffaella non ha accettato il mio NO, mi ha fatto saltare la coda e mi ha fatta entrare direttamente della sala dei provini presentandomi alla responsabile come una che il provino doveva assolutamente farlo.
Dopo 3 secondi mi sono ritrovata un numero appiccicato sulla camicia e fuori una fila di nuovi nemici (e meno male che avevo appena scritto che io non ho mai avuto nemici)
Chi cavolo era quella bionda che è arrivata e ha saltato la fila di quelli che erano in attesa dalle 5 del mattino?
Non vi dico la gente che era in coda…
Come erano vestiti…
Aiuto! Mi ricordo ancora uno biondo con un completo rosa confetto.
Sì, sì, uno!
Aveva pantaloni e giacca rosa, e cravatta giallo canarino.
E come è finita?
E’ finita che io di quei provini non ho mai detto niente a nessuno.
Non ho chiamato chi conoscevo e chi mi avrebbe potuto fare saltare la trafila, non ho detto nulla.
Quando mi hanno richiamata per il secondo provino, mi sono detta che se dovevo entrare dovevo farlo con i miei mezzi e senza l’aiuto di nessuno.
A quel punto mi era venuta voglia di affrontarla quella sfida.
Volevo entrare, volevo lasciare a casa il telefonino, la televisione e la mia maledetta mania di perfezionismo.
Volevo vivere a contatto con dei perfetti sconosciuti che nella vita normale non avrei mai frequentato e conosciuto.
Volevo entrare.
Ero già fidanzata con il mio attuale marito, ma lui era d’accordo.
Era comunque un’esperienza da fare, non avevo un lavoro da dipendente e, soprattutto, non avevo ancora un figlio.
Quando mi hanno chiamata per andare a fare il terzo provino a Roma con Cavallo, lo psicologo, ho iniziato a crederci davvero.
“Non le darebbe fastidio fare i suoi bisogni dove si sono appena seduti altri ragazzi che non conosce? Non le darebbe fastidio ritrovarsi in mezzo alla sua roba le mutande sporche di qualcun altro?  Lei è una a cui piace l’ordine? Lo sa che nella casa non troverà mai ordine?” 
Quell’uomo aveva capito subito che tipo ero.
Aveva anche capito che forse avrei litigato con tutti, ma il problema è che aveva  capito che io da quella casa, se non mi avessero buttata fuori i miei coinquilini, sarei scappata da sola prima della fine.
“Datemi un libro, datemi la televisione, ridatemi il cellulare o io tra 5 minuti esco e non mi vedete piùùù!”
Avrei fatto come Filippo Nardi, magari senza mazza da baseball in mano, o forse anche con quella.
Poco dopo il mio terzo provino, ho scoperto da un alto dirigente di fininvest (che non sapeva dei miei provini), che avevano deciso di togliere alla D’Urso la conduzione del Gf (come li capisco!) e di affidarla ad un volto più giovane, più fresco (come li capisco).
Come nuovo volto avevano scelto Alessia Marcuzzi.
Sono stata io la prima a darle la notizia e mi ricordo che Alessia era anche un po’ spaventata: lasciare le Iene per il Gf?
Avrebbe dovuto scegliere.
I miei provini sono rimasti a 3, non mi hanno più richiamata dopo la mia chiacchierata con lo psicologo.
Ero convinta che  non mi avessero più richiamata perché al secondo provino mi avevano chiesto di portare le foto dei miei parenti e dei miei amici e tra quelle foto ce n’erano anche un paio con Alessia.
Ai tempi eravamo già amiche e in quel periodo ci frequentavamo molto perché lei stava a Milano.
E se io fossi entrata? E se fossero venute fuori le foto di noi due, assieme?
Una concorrente amica della presentatrice, ops.
Nessuno avrebbe creduto che io ero diventata quasi concorrente prima che lei fosse diventata la presentatrice.
L’anno dopo sono andata con Alessia in vacanza a Dubai.
Sono andata a trovarla in studio durante una puntata del GF e siamo partite assieme da Roma, il giorno dopo.
Alla fine della puntata siamo andate a cena con un gruppetto di persone tra cui anche gli autori della trasmissione e Cavallo, lo psicologo.
Ero seduta proprio accanto a lui e quindi non ho saputo resistere.
Quella sera gli ho chiesto se si ricordava di me e del perché non mi avessero poi scelta.
“Mi avete lasciata a casa perché avrebbe presentato Alessia?”
“Ma vah” mi disse ridendo Cavallo, “Ti abbiamo lasciato a casa perchè avevo capito che non saresti resistita dentro la casa. Avevo capito bene che tu volevi solo provare una nuova esperienza e che non puntavi a stare dentro e a vincere il montepremi. Saresti stata dentro un po’ e poi saresti scappata come Filippo Nardi”.
Accipicchia, ma allora quello è davvero uno psicologo, e pure bravo!
Beccata in pieno.
Vorrà dire che andrò a fare i provini per XFactor, sempre se non resta Simona e se qualcuno mi insegna a cantare.
Barbara

Moi, Alessia e Simona al mio compleanno. Ne facevo 30 quindi…quasi 14 anni fa, ops!

Tarte tatin di pere: et voilà

Un paio di settimane sono stata con mio marito alla cena che la mia amica Roberta Beta ha fatto per presentarci ufficialmente il suo nuovo fidanzato Francesco.
Robi ed io
Robi ed io
Ve la ricordate la pr bionda del GF 1?
Pensate che in quei tempi non eravamo ancora amiche e, anzi, mi stava pure antipatica.
Il Grande Fratello fu pubblicizzato per mesi e mesi prima della messa in onda, e tutte le volte che scrivevano, o dicevano, che nella casa ci sarebbe stata anche una pr bionda di Milano, mi arrivavano una decina di telefonate tutte in contemporanea.
Erano amici che mi chiedevano se fossi io quella “pr bionda di Milano”
A parte il fatto che sono di Venezia, ma secondo voi sarei riuscita a tenermi un segreto del genere per mesi? Ahahahah
E pensare che io i provini per il GF li ho anche fatti, e che ci è anche mancato poco che entrassi, ma di questo vi racconterò un’altra volta…
Ora però torniamo alla cena di Roberta.
Ha organizzato questa cena a casa del suo nuovo fidanzato e ha cucinato tutto lei.
Devo dire che è stata proprio brava perché eravamo almeno una ventina e ha fatto un sacco di cose buone.
Ma quello che mi è rimasto più impresso è stato il dolce!
Io i dolci li amo, ma non è una di quelle cose che mi riesce bene, e quella torta alle pere era fatta in casa, si vedeva.
Quando ho scoperto che la aveva fatta proprio lei, ovviamente le ho chiesto la ricetta, subito.
“Ma non hai mai fatto una tarte tatin?” mi ha detto Robi.
“Tartache?”
Ve l’ho detto che sono negata e quando ho sentito il nome di quel dolce, mi sono pure spaventata, e invece…
I francesi (non tutti) non fanno sorridere e sono parecchio complicati, ma questo dolce…mi ha fatta subito sorridere e mi è rimasto immediatamente simpatico, a pelle, anzi, al primo morso!
 
tortapereindredientifotoEccovi la ricetta dell “Zia” Robi.
Come sempre iniziamo con la LISTA DELLA SPESA
4 pere medie (meglio di quelle dolci e non troppo “Smollacciose” sennò si frantumano troppo cuocendole)
1 cucchiaino di cannella in polvere
60 grammi burro
1 limone
6 cucchiai di zucchero
Pasta sfoglia rigorosamente già pronta, tonda
Quando avete tutto INIZIAMO
Sbucciate le pere, le tagliate a metà, tagliate il torsolo e le bagnate colsucco di limone così non diventano nere.
Sciogliete il burro nella tortiera di cottura e aggiungete lo zucchero e la cannella facendo sciogliere il tutto per 2 minuti a fuoco vivo.
Intanto avrete tagliato le vostre pere che andrete poi ad appoggiare nella teglia, a raggiera.
Fate cuocere, sempre sul fuoco, per circa 5 minuti, ovviamente senza mescolare!
Lasciate intiepidire (sennò poi vi bruciate le ditina!)
A quel punto prendete la vostra pasta sfoglia e la adagiate sulle vostre pere come se avessero freddo e voi doveste coprirle.
E per coprire bene qualcuno cosa si fa? Si rimbocca la coperta e quindi con le ditine, spingete la pasta sfoglia in basso tutto intorno alla vostra torta e “rimboccate” la copertina fino ad andare a toccare il fondo della tortiera.
A quel punto bucherellate un po’ la pasta sfoglia e mettete in forno a 180 gradi per 25/30 minuti.
Tirate fuori e, appoggiando un piatto sopra alla vostra torta, la rovesciate con amore e con cura.
Se poi nel congelatore, per sbaglio, aveste del gelato alla vaniglia…è la morte sua!
Besos
Barbara
PS. La torta si può fare “uguaglia uguaglia”, ma con le mele! 
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Campana di vetro? Va de retro

 
Ieri Danny è tornato a scuola.
Ieri, finalmente, Danny è tornato a scuola.
Dopo una settimana a casa, dopo un principio di bronchite e dopo 3 giorni di antibiotici, Danny è tornato alla sua vita, e io alla mia.
Beh, non proprio!
Un paio di settimane fa, prima di sapere che il mio cucciolo si sarebbe ammalato e che sarebbe stato a casa per una settimana intera, avevo dato la mia disponibilità ad accompagnare la sua classe in gita in biblioteca.
E quando? Proprio lunedì 9 dicembre.
E quindi ieri mattina Danny è andato a scuola in macchina col papà e io, alle 9.30, lo ho raggiunto per la famigerata gita in biblioteca.
Pensavo che avrei preferito godermi la mia prima mattina libera andando in palestra, o andando a farmi una bella camminata…
E invece è stata una bellissima esperienza che rifarei di nuovo.
I bambini hanno portato i loro libri preferiti e con quei libri hanno costruito un domino gigante.
Per non farsi mancare nulla, ognuno di loro ha poi disegnato un animale e con quegli animali hanno confezionato un libro, sullo zoo.
Ma non sono qui a parlarvi di animali (anche se ultimante ne vedo sempre di più in giro).
Sono qui a raccontarvi che dopo la gita sono andata a farmi un giro e che, siccome ho fatto tardi e non sono riuscita a passare per casa a mollare lo scooter, sono andata direttamente a prendere Danny in sella alle mie due amate ruote.
Ma come? Mio figlio è reduce da una mini bronchite e io lo vado a prendere in scooter?
Ok che non ho la macchina, ma avrei sempre potuto mollare lo scooter a casa e andarlo a prendere con i mezzi.
E invece no!
Ci ho anche pensato, ma poi non ho fatto in tempo e non mi sono fatta tanti problemi.
Non sono una di quelle mamme che tiene il figlio in una campana di vetro, e mai lo farò.
Se si deve ammalare non è certo perché viene in scooter con me.
Ovviamente lo copro bene, come copro me stessa.
Non ho mai amato le campane di vetro.
Mi hanno sempre fatto paura le campane di vetro.
Te ne stai lì dentro, non senti il freddo, non senti il caldo, e non senti le voci…
Poi esci dalla campana e tutto cambia.
Esci dalla campana e quel freddo improvviso ti stordisce.
Esci dalla campana e quelle parole mai sentite prima ti colpiscono, come una spada.
E’ ovvio che preferirei non litigare con mio marito davanti a mio figlio, ma se succede non ne faccio un dramma.
La vità non è sempre rose e fiori ed è giusto che i bambini lo sappiano.
Nella vita vera ci si arrabbia e a volte si urla pure.
Nella vita vera ogni tanto fa troppo freddo e ogni tanto fa troppo caldo.
E’ giusto sudare, è giusto avere un pò di freddo, è giusto capire che anche chi si vuole bene a volte può arrabbiarsi, e dire cose brutte, cose che non pensa.
Anche a Danny capita di litigare con il suo migliore amico per una cavolata, ma l’amicizia resta no?!
Non ho mai tenuto Danny in una campana di vetro e al parchetto, o a fare un giro, ce lo porto anche quando fa freddo.
Dovrei forse tenerlo chiuso in casa per tutto l’inverno?
Io giro in scooter tutto l’anno, con la neve e con la pioggia, e mi ammalo molto meno di tante mie amiche che girano sempre in macchina.
Se Danny non lo porto in scooter con me anche quando piove o quando nevica, è solo per una questione di sicurezza.
Danny a volte guarda anche il telegiornale con noi, e quello che posso glielo spiego.
Quando Danny era piccolo e gli cadeva il ciuccio per terra, il ciuccio lo cucciavo io e glielo rimettevo in bocca.
Mi dicevano che non si doveva fare, ma io me ne sono sempre fregata.
Sembra che poi abbiano scoperto che i bambini che ciucciavano i ciucci caduti e leccati dai genitori, avessero meno problemi in futuro, con allegrie varie, di quelli a cui il ciuccio veniva sciacquato o sterilizzato.
Sono dell’idea che le capacità immunitarie non si rinforzino sotto le campane di vetro, ma fuori.
Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma io continuerò per mia strada.
Mamma e papà posso anche litigare, ma si amano lo stesso.
In scooter fa freddo, ma poi si arriva a casa, ci si siede per terra a giocare e ci si fa un sacco di coccole.
Un bell’abbraccio scalda di più di qualsiasi sciarpa.
Barbara

 

 

 

 

 

 

E albero fu.

 
Perché Gesù mise un albero nel giardino del Paradiso?!
Perché gli alberi del Paradiso venivano ornati con nastri e oggetti colorati e le sue lucine altro non erano che le anime che abitavano quel candido luogo?!
Per ricordare l’albero da frutto da cui Adamo ed Eva si nutrirono e da cui iniziò tutto?!
Perché l’albero, in generale, rappresenta la vita?
Perché il legno dell’albero ricorda il legno della croce?!
Devo ammettere che mi sento un po’ ignorante nel confessare che non ho mai capito bene da dove sia partita questa tradizione dell’albero e soprattutto perché.
So solo che a Milano, dove vivo da ormai quasi 25 anni (sono Veneziana, io!), la tradizione vuole che l’albero sia fatto il giorno dopo S.Ambrogio e siccome a me le tradizioni piacciono, ieri ho fatto l’albero.
“Ho”? 
“Abbiamo”
Danny boy e il suo papi hanno recuperato in cantina il nostro albero (rigorosamente finto) e tutto l’occorrente, e appena il papi è “scappato” in palestra (mica scemo lui!), Danny ed io ci siamo rimboccati le maniche e dopo un’ora ci siamo dati il cinque.
“Ma guarda che bel lavoro che abbiamo fatto! Evvvai, dammi un cinque!”
Ci abbiamo messo amore, siamo stati complici, ci siamo emozionati, e pure divertiti.
Ovviamente avevamo anche una degna colonna sonora a farci da sfondo.
Canzoni di Natale?
Non esageriamo…
Un bel mix dei pezzi che piacciono a noi, quelli che mettono allegria e che fanno venire voglia di ballare, anche se sei ancora in pigiama, e non solo: Blurred Lines, Scream and Shout , Get Lucky e L’anima Vola di Elisa, una canzona che mi commuove, ogni volta.
Il nostro albero solitamente ha una base abbastanza neutra, mono colore, che cambiamo ogni 2 o 3 anni (quest’anno per il secondo anno tocca all’argento) e poi su quella base ci sbizzarriamo.
Lasciamo che la fantasia e l’improvvisazione facciano il loro sporco dovere, ma nel nostro albero non deve mai mancare un piccolo nastro verde, che dicono porti soldi (forse lo metto troppo corto!), un piccolo nastro rosso, che dicono che porti amore, e una piccola coccinella, che dicono che porti bene.
Ieri stavamo facendo scendere dall’alto dell’albero i fili di perle d’argento, quando ad un certo puntoDanny mi guarda e mi dice “Mammaaa! Sembrano i fili delle funivie!”.
Detto, fatto.
Abbiamo preso le amate seggiovie e ovovie di Danny (che Babbo Natale 2 anni fa aveva ordinato in un sito tedesco perché in Italia erano introvabili) e le abbiamo attaccate all’albero.
Avremmo voluto attaccare anche le due funivie più grandi, ma abbiamo visto l’albero ondulare e quindi abbiamo visto bene di riappenerle sotto al letto a castello di Danny
Finito l’albero abbiamo addobbato la casa con i nostri cari tubi luminosi e poi , non contenti, siamo andati in un negozio di cinesi vicino a casa per comprare un po’ di “schifezze gommose” da attaccare a vetri e specchi.
Dopo l’operazione addobbo albero/casa, e dopo un week-end passato a far recuperare a Danny tutta la settimana di scuola persa (pagine e pagine di insiemi equipotenti, lettere, numeri, pizze e fichi), ieri sera lui è crollato alle 20.30 e io alle 20.35 ero in pigiama, a letto.
Ma quanto durerà l’ “entusiasmo albero”?
Perché dai, diciamocelo, ma anche se quando fai l’albero sei felice, felicissima, quel grande entusiasmo non dura all’infinito.
Quando nei giorni dopo iniziano ad apparire i primi pacchetti, che poi diventano tanti, e non sai più dove metterli, inizi a chiederti se non fosse stato meglio, per esempio, comprarlo un po’ più piccolo, quell’albero.
I pacchetti iniziano ad invadere il salotto.
I pacchetti diventano pacchi giganti, oggetti che hai paura di scartare perché sai di non avere più spazio. Negli armadi e nei cassetti di casa non ci sta più neanche uno spillo.
Dove  metterai tutta quella roba???
Ma perché gli amici non ti chiedono di che misura vorresti il tuo regalo?!
Speri che in quel pacco gigante ci sia un bambolo gonfiabile già gonfio, che con uno spillo se ne torna al suo posto (cosa che non succede con gli uomini in carne e d’ossa, ops).
Ma vogliamo parlare del calendario dell’avvento?
Danny quest’anno ne ha ben tre: il Babbo Natale, con cassetti, che abbiamo comprato noi l’anno scorso aell’Ikea, più due di cioccolato regalati da una delle nonne e da un’amica.
E’ dal 1 dicembre che Danny si sveglia tutte le mattine alle 7 (compresi sabato e domenica) per aprire quelle cavolo di caselle, mangiarsi il cioccolato e prendersi la sorpresa nel cassetto di Babbo Natale. argh! 
E poi inizia ad avvicinarsi pericolosamente la vigilia, e anche se pensavi di aver comprato i regali per tutti, e di essere a posto, all’improvviso ti ricordi che ti sei dimenticata di lui, o di lei, e allora ti prende l’ansia.
Oppure a lei, o a lui, ci hai pensato, ma ti rendi conto, un po’ troppo all’ultimo, che forse non ci hai pensato proprio bene…
Hai deciso il menù per la cena della vigilia (che ovviamente hai stupidamente proposto di fare a casa tua) e all’ultimo momento scopri che tizio è allergico ad una cosa sola, e che quella “cosa sola” era proprio quella che volevi cucinare tu, azz.
E poi sono le 15 della vigilia, vai dal fiorista vicino a casa per comprare un bel ramo di pino da addobbare all’ultimo momento come centro tavola, ma scopri che è chiuso.
Come hai fatto a dimenticarti che lui il 24 pomeriggio è sempre chiuso?
La sera delle vigilia inizia a venirti voglia di bruciarlo nel camino, quell’albero.
Ma poi ti ricordi che è finto, e che puzzerebbe.
Allora ti rimbocchi le maniche e la cena viene pure bene, e il centrotavola, inventato chissà come, piace.
A Natale vai a pranzo dalla famiglia di tuo marito, e tiri un sospiro di sollievo, ti rilassi.
Torni a casa, guardi la bilancia e decidi di non pesarti fino al nuovo anno.
Tanto sai che uscirebbero le molle anche dalla bilancia digitale!
Poi magari si parte.
E quando torni, dopo la befana?
Quando torni ti ritrovi a casa con le valigie da disfare, le lavatrici da fare e quell’albero gigante sempre in mezzo ai piedi.
Non abbiamo mica una reggia noi.
Quando abbiamo l’albero montato, per prendere le lenzuola dal mobile dietro l’albero, devo scavalcare un divano e fare una capriola con doppio avvitamento.
Io lo amo l’albero di Natale.
A me mette allegria, l’albero di Natale.
Ma sarei bugiarda se non ammettessi che l’albero di Natale è un po’ come la suocera: per un po’ di giorni va benissimo, ma dopo un po’ di giorni non vedi l’ora che se ne torni al suo posto, in cantina (ovviamente ora sto parlando dell’albero, e non della suocera)
Barbara
mixfoto
 
 

 

Capital Party Lìve: i sapori del 4Cento e il Sound di Andrea Prezioso

 
Il sabato del 4Cento in collaborazione con Radio Capital
E anche stasera prima si cena e poi si balla
Le sonorità proposte andranno dalla disco 70/80 alla nu disco più attuale. 
Moi et Andrea Prezioso
Moi et Andrea Prezioso
La regia della serata sarà affidata al grande Andrea Prezioso (capital party)
“Capital party live” si rivolge ad un pubblico adulto ed elegante, che ha voglia di ascoltare e ballare hit senza tempo e di grande qualità.
Se vuoi respirare l’atmosfera che ha caratterizzato lo “Studio 54”, il “Gallery” di New York o il “Paradise Garage”, allora “Capital party live” è la serata che fa per te.
TEMPERATE I TACCHI PERCHE’ STASERA SI BALLA
Per info e prenotazioni (per cena stasera siamo già pieni, sorry!)
4cento@4cento.com
Dalle ore 23 INGRESSO PARTY
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Barbara  
I sapori del 4Cento

I sapori del 4Cento

 

Regali di Natale: avete per caso bisogno di qualche suggerimento?!

 
Se avete bisogno di qualche suggerimento per i regali di Natale, io sono la persona giusta per voi.
Se non avete voglia di andare in giro per negozi, io sono la persona giusta per voi.
Io navigo, io cammino, io corro, io mi guardo intorno, ma io, a volte, sono anche pigra.
Io amo fare shopping, al freddo, al caldo, seduta sul divano o addirittura a letto.
I miei amici mi chiamano “donna gadgets”
Adoro aggirarmi tra gli scaffali dei negozi più inutili, per trovare cose utili.
Adoro navigare online, comprare, e ricevere i pacchetti direttamente a casa.
Adoro quando gli amici mi dicono “Nooo, ma questo dove lo hai trovato? Lo voglio anche iooo”
Per i regali più importanti mi spiace, ma dovete rimboccarvi le maniche e arrangiarvi da soli.
Non posso essere di certo io a dirvi cosa regalare ai vostri mariti o alle vostre mogli (ebbene sì: ho scoperto che mi leggono anche un sacco di ometti) anche se qualche idea mi verrebbe di sicuro…
Ma se si parla di regali per amici, parenti o suocere, allora eccomi, sono prontissima!
La crisi è ancora tra di noi e ci resterà parecchio, quindi il regalo ideale deve costare poco, essere magari utile, ma soprattutto, visto l’umore generale, deve far sorridere.
Molti di voi sanno che sono una fan di D-mail e di Tiger e di tutti i tipi di mercatini che esistono sulla terra, ma forse non sapete che da un paio di giorni sono diventata anche una fan di Goolp.it
Ho scovato questo sito tramite un’amica, su facebook, e mi ci sono tuffata di testa, senza salvagente.
Su www.goolp.it puoi trovare veramente di tutto e per tutti.
Molti di voi presto andranno in montagna: non vorrete mica partire senza una balestra sparapalle di neve?
E vogliamo parlare delle calde manopole con il buchino per infilare la sigaretta in modo da poter  fumare senza congelarsi le mani?
E lo slittino gonfiabile per i vostri bimbi? Non dovrete più giocare a tetrix per infilare nel porta bagagli quello vero.
Se poi avete una suocera che chiama vostro marito anche solo per piantare un tassello sul muro…le regalate un bel trapano rosa, e i giochi sono fatti (occhio però: le state regalando un’arma che un giorno potrebbe usare contro di voi!)
I tempi di consegna sono velocissimi (1 massimo 2 giorni lavorativi in tutta Italia) e quindi siete ancora in tempo per comprare un bell’albero di Natale adesivo (che non impiccia e non sporca), dei bei guanti da forno Natalizi per fare un figurone durante il pranzo di Natale o delle belle luci per addobbare la vostra casa.
Non mancano anche un sacco di idee carine da regalare ai maschietti: una bella federa con le corna per l’ex fidanzato che non si vuole levare dai piedi, un elegante porta bottiglia fatto a corda, che sfida le leggi di gravità, ed è perfetto per quel parente che adora bere.
Ci sono anche un sacco di strani marchingegni che, attaccati a cellulari e ipad, li trasformano in veri e propri giochi elettronici da usare in solitudine o con gli amici di bisboccia.
Non mancano anche un sacco di regalini carini per i bambini: dagli occhi commestibili da attaccare a frutta  e verdura per convincere i “nani” a mangiare anche cose sane al gioco del memory con le foto di tutte le scarpe da sera di mamma che piacciono tanto alle bambine.
Che dire?
Perchè affrontare il freddo del week-end in cerca di regali in negozi super affollati quando potete risolvere molti dei vostri problemi standovene al calduccio sul divano?
Buono shopping
Barbara
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Quando la libertà unisce

 
Di quanto sia difficile mantenere vivo il rapporto di coppia ne ho già parlato.
Ma siccome a volte è davvero difficile, oggi ho deciso di riparlarne.
Voi, nelle foto, ci vedete sempre sorridenti, ma vi assicuro che, nella vita reale, non siamo sempre così, anzi…
Stare assieme è la cosa più complicata del mondo.
Secondo me l’essere umano nasce per stare da solo.
Secondo me la vita da fidanzatini è quella che più si avvicina alla vera indole dell’essere umano: ci si vede, ci si corteggia, si amoreggia, e poi ognuno a casa sua, nella propria cuccia.
Quando inizi a vivere insieme, iniziano i problemi
Di notte ti scappa la pipì?
Ti alzi e al buio cerchi di raggiungere il bagno, ma ecco che durante il percorso inciampi nelle sue scarpe.
“Ma quante volte gli avrò detto di mettere le scarpe sotto al mobile e non accanto?”
La mattina lui si sveglia prima di tutti.
Lui non lavora in città.
Lui ha quasi un’ora di strada da fare.
La mattina lui spesso si fa la doccia e poi accende il phon, per asciugarsi i capelli.
Tu sei ancora sotto al piumone al caldo e, nel silenzio che vorresti, il rumore del phon si trasforma all’improvviso in quello di un trapano.
In quei momenti a te non dispiace che tuo marito si debba svegliare così presto, in quei momenti a te dispiace che la doccia non se la sia fatta la sera, prima di andare a dormire.
Ed ecco che allora vorresti due camere da letto e due bagni.
La sera si sta insieme, ci si fa le coccole e poi ognuno in camera sua.
Lo dicevo io che siamo nati per stare da soli (ops).
Ci si sposa per stare insieme nel bene e nel male, no?!
Ci si sposa con l’intento di aiutarsi nei momenti difficili, no?!
E invece cosa succede?
Succede che magari lei è nervosa perchè le cose non le vanno come vorrebbe oppure perchè, più semplicemente, è chiusa in casa da 5 giorni con il bambino che non sta bene.
Sarebbe logico sfogarsi con lui, e invece in certi momenti diventa più istintivo sfogarsi contro di lui.
Oppure succede che è lui che è in un periodo in cui è molto stanco, perchè sta lavorando tanto, e invece di tornare a casa e rifugiarsi tra le braccia di lei, diventa una corda di violino che si spezza appena la sfiori.
Tu aspetti che lui torni per parlargli di mille cose, e lui non vede l’ora di tornare a casa per sentire il silenzio, per rifugiarsi in caverna.
E’ difficile stare in coppia, a volte è proprio dura.
Spesso i ricordi vanno a quando vivevi da sola, a quando aprivi il frigo solo quando avevi fame e il fuoco lo accendevi giusto per farti una pasta in bianco.
Spesso i ricordi vanno a quando andavi a letto dopo una serata tra amici e ti svegliavi alle 10.
E mentre i ricordi corrono, tu sei ancora al calduccio e lui è già fuori.
Prima che lui uscisse tu lo hai incenerito con uno sguardo.
Si è “permesso” di accendere la macchinetta del caffè per farsi un caffè e il tuo pensiero è andato subito al bambino.
Il bambino è casa da scuola, da 5 giorni,  perchè non sta bene.
La camera del bambino è accanto alla cucina e tu vorresti che il bambino si svegliasse almeno alle 9.
Vorresti startene ancora nel letto, al caldo, ma hai paura che il rumore della macchinetta del caffè possa svegliarlo, e allora ti arrabbi.
Fuori è ancora un pò buio, e lui esce per andare al lavoro, dopo che tu lo hai guardato con rabbia solo perché voleva bersi il caffè a casa, dopo 4 giorni di caffè al bar.
Tu te ne torni a letto e quando sei lì da sola, senti un buco nello stomaco.
Non è fame.
Quando ti ritrovi nel lettone avresti voglia che lui tornasse indietro per dirgli quello che non gli hai detto.
Avresti voglia di regalargli un sorriso e un abbraccio in più.
Avresti voglia di farglielo tu quel caffè.
Stare in coppia a volte è dura, ma stare in coppia ti fa sentire viva.
A volte anche litigando ci si sente vivi.
Non bisogna sentirsi in colpa quando si attraversano quei momenti in cui si sta meglio da soli.
Non bisogna sentirsi in colpa quando loro partono per lavoro e noi ci rilassiamo.
Forse ci dovremmo rimanere meno male quando loro tornano a casa e si isolano davanti ai loro computer o davanti ai loro cellulari, scaricando musica o giocando a chissà quale stupido gioco.
Gli uomini amano chiudersi in caverna.
E’ nella fase dell’innamoramento che ci si ostina ad identificarsi nell’altro, che si cerca di stare assieme il più possibile.
Quando ci si ama si ha bisogno di spazi, di libertà.
Quando ci si ama la libertà bisogna darla, e pretenderla.
E poi è così bello ritrovarsi, e per ritrovarsi, ogni tanto, tocca perdersi.
Barbara