Moto e adrenalina, laboratori e shopping: ecco il prossimo we a Milano

 
Week end ricchissimo ed “infuocato”, quello che si sta avvicinando, a Milano.
E per far contenti tutti vi faccio ben due belle proposte: una più adatta alle mamme e una più adatta ai papà.
Nel mio caso (sono un maschiaccio, quindi oltre allo shopping, amo anche le moto) mi sa tanto che le farò tutte e due!
PROPOSTA NUMERO 1 PER LE MAMME: Sabato 9 e domenica 10, dalle 10.30 alle 19, alla Rotonda della Besana, in Via Enrico Besana 12 a Milano, “Missione Sogni Onlus” e  “Style Piccoli” vi invitano al loro grande evento “Piccoli Sogni”, un vero e proprio Temporary Shop dove sarà possibile acquistare abbigliamento, accessori, giocattoli, libri illustrati, per bambini da 0 a 10 anni, dei brand più prestigiosi a prezzi scontati del 50% (vedete sotto, nella locandina, i brand)
L’ingresso sarà gratuito e, mentre le mamme faranno shopping, i bambini potranno partecipare ad attività ludiche, percorsi di gioco e laboratori didattici curati dagli educatori del MUBA, il Museo dei Bambini di Milano.
Sia sabato che domenica, dalle 10 alle 18, ci saranno infatti laboratori, gratuti, con i materiali di scarto industriali. Per informazioni: tel. 02 836 1109 o info@missionesogni.otg
PROPOSTA NUMERO 2 PER I PAPA’: per chi non lo sapesse, vorrei ricordarvi che questo week.end, a Milano, nella fiera di Rho, c’è EICMA . Sto parlando della 71esima esposizione internazionale del motociclo. Cosa c’è di meglio per fare felici, e levarsi dai maroni, papà e figli in un colpo solo?  
Loro vanno a vedersi le moto e le mamme si prendono una mezza giornata per farsi un bel bagno caldo, una seduta dal parrucchiere o del sano shopping con le amiche.
In fiera sabato ci sarà il “Supercross european championship” dalle 10 alle 15 , quindi nell’area esterna di motolive, potrete vedere questi pazzi scatenati che fanno le gare di super cross.
Sempre sabato ci sarà anche il trial acrobatico alle ore 12.25, alle ore 15.35  e ore alle 17, e potrete godervi anche lo stuntman di BMW che farà un pò di cinema con la macchina.
I ragazzi dai 16 anni in su potranno anche provare, in pista, le KTM. 
Domenica invece, sempre in motolive, ci sarà l’internazionale di Supermotard ossia una moto da cross con le ruote da strada: prove libere alle 10 e finale intorno alle 12.30.
Sempre domenica si terrà “Eicma riders 4 riders”.
Un’entusiasmante sfida a squadre disputata tra i più bei nomi delle varie specialità motociclistiche, tutti sostenitori di R4R, sarà la splendida circostanza nella quale l’associazione no profit riceverà un contributo di diecimila euro, ovvero l´intero montepremi della gara.
Nel we potrete inoltre incontrare personaggi del calibro di Marco Melandri, Davide Giuliano, Jonhatan Rea, Max Biagi , Nicolò Canepa e tanti altri.
E, quando arrivate, non dimenticatevi di chiedere a che ora si esibiscono i mitici Daboot che sia sabato che domenica, sempre in motolive , vi regaleranno scariche di adrenalina con le loro incredibili esibizioni di freestyle (uno di loro, questo sabato, è anche in finale ad “Italians got talent”)
La fiera sarà aperta dalle 10 alle 18.30. I biglietti costano 18 euro gli interi, da 0 a 6 anni compiuti non pagano e dai 7 ai 14 pagano ridotto ossia 12 euro e si possono comprare anche on line su ticketone.
ATTENZIONE DONNE! Se domani (venerdì 8) volete andare anche voi a farvi un giro in fiera, sappiate che domani sarà la giornata delle donne e quindi noi femminucce non pagheremo l’ingresso!
Io mi sa tanto che domenica mattina andrò a fare shopping alla Rotonda della Besana, ma sabato, dopo aver portato Danny alla sua prima lezione di inglese nella grotta del sale, andrò in fiera con i miei maschi.
Ho appena avuto l’onore di contribuire all’organizzazione del party “Class of freedom” con cui Eicma ha inaugurato, all’Arena Civica di Milano, questa 71esima edizione e quindi un giretto in fiera me lo vado a fare mooolto volentieri.
E poi devo portare Danny a vedere i grandissimi “Daboot” (campioni di freestyle) che si sono esibiti durante l’evento, ma che lui, per ovvi motivi di orario, non ha potuto vedere.
Che dire ancora?
Buon week-end
Barbara 
"Class of freedom", il party di inaugurazione di EICMA: i preparativi, rapper Dogo, dj Ringo, i Daboot...

“Class of freedom”, il party di inaugurazione di EICMA: i preparativi, rapper Dogo, dj Ringo, i Daboot…

 
 

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Darla subito o non darla mai? Questo è il dilemma.

 
Se una donna, nella sua vita, l’ha data a più di tre uomini, allora è una zoccola.
Se un uomo, nella sua vita, è andato con più di tre donne, allora è un figo.
Partendo dal presupposto che purtroppo non faccio parte della categoria “sante”, ops, mi volete spiegare il perché di questa enorme differenza tra i due sessi?
Eh che cavolo, anche io voglio essere “figa”!
E’ normale che se poi una ragazza incontra un ragazzo, vanno a bere un aperitivo, poi vanno a cena e alla fine magari finiscono col chiacchierare molto intensamente fino alle 4 del mattino, ci pensi bene prima di darla, subito, la prima notte.
A nessuna piace essere subito etichettata come “zoccola”, giusto?!
E allora aspetti.
Magari aspetti il secondo appuntamento o il terzo (i manuali dicono sempre di aspettare almeno il terzo)
Beh! Io il manuale non l’ho seguito e sono andata “buona la seconda.”
E cosa è successo?
Lui ha forse pensato che io fossi una poco di buono?
Non credo, visto che mi ha sposata e ha deciso di diventare il padre di mio figlio.
Ma ora parliamo di cose serie: un conto è decidere di non darla per almeno i primi tre appuntamenti, ma un conto è non darla fino al matrimonio.
Eddai suuuuuu!
Una volta funzionava così, ma parliamo dell’ottandordici (non diventate matte per capire di che anno si tratti: è un anno inventato dalla mia ex socia Marta)
E quindi ragazze, attenzione o farete la fine di Hope.
Eh sì, perchè, so che ora sentirò fischi e “buuu”, ma oggi a Beautiful ha vinto la “zoccola”.
Liam finalmente ha scelto e ha scelto Steffy, quella che gliela aveva data subito, e non Santa Hope, la verginella pentita.
Quello che sto cercando di dire è che non è una questione di primo o terzo appuntamento, ma è una questione di intensità dei sentimenti e l’intensità non si misura col cronometro, ma con i battiti del cuore.
Lasciatevi andare alle vostre emozioni.
Non abbiate paura di dire “ti amo” e fatelo anche con chi credete che non abbia più bisogno di sentirselo dire.
Abbracciatevi, amatevi, fate l’amore e ditevi sempre quello che provate, nel bene e nel male.
Non tenete dentro le vostre emozioni e soprattutto, ricordatevi di darla, ogni tanto (ovviamente solo a chi amate)
Barbara 

 

Modulo o tempo pieno?

 
Modulo o tempo pieno?
Devo dire che la risposta io me l’ero data subito, ma poi, sentendo le altre mamme, qualche dubbio mi era venuto.
“Ma come? Lasci tuo figlio a scuola tutti i giorni fino alle 16.30? Ma guarda che se poi gli vuoi fare delle attività extra scolastiche sarà troppo stanco. Come farai?”
Dopo che ti senti dire certe cose è normale che ti fermi a riflettere, quei 5 o 6 secondi in più.
Eh sì, perché io avevo già deciso e lo avevo fatto dopo averci ragionato su parecchio.
Non ho un lavoro di ufficio che mi avrebbe impedito di prendere Daniele alle 13 per 3 giorni a settimana però comunque lavoro e tra il lavoro, la spesa, la casa etc, il tempo sembra non bastare mai.
Ma la cosa più importante che mi ha fatto decidere per il tempo pieno è che Daniele è figlio unico e quindi prenderlo da scuola alle 13 per portarlo a casa dove non ci sarebbero stati altri bambini con cui giocare e confrontarsi, mi ha fatto pensare.
Sono sicura che ci sono un sacco di mamme che si fanno prendere dai sensi di colpa e quindi magari prima vanno a prendere i figli alle 13 e poi li parcheggiano a qualche babysitter o, peggio ancora, davanti alla tv o a qualche giochino elettronico.
Se io avessi deciso di far fare a mio figlio il modulo, lo avrei fato per stare con lui o per fargli fare qualcosa con altri bambini e non per parcheggiarlo a qualcun altro o davanti alla tv.
Ci sono mamme che il primo anno delle elementari fanno fare ai loro figli il tempo pieno e poi riescono ad organizzare loro anche attività extra scolastiche tutti i giorni: il lunedì calcio, il martedì nuoto, i mercoledì inglese, il giovedì tennis e il venerdì rampicata.
Magari trovano qualcosa anche il we.
Che dire?
Brave voi e bravi i vostri figli.
Se io facessi una cosa del genere con Danny credo che mi mozzicherebbe un polpaccio!
Il passaggio in prima elementare per Danny è stato duro, come immagino lo sia stato per tanti altri bimbi. 
Anche all’asilo ci stava tutto il giorno, ma li stavano quasi sempre per terra, a giocare, e non seduti sui banchi ad imparare.
Ora alle 16.30 il mio cucciolo esce da scuola felice e soddisfatto di quello che sta imparando, ma anche stanco.
E quindi ho deciso che per quest’anno lo lascio tranquillo e dalle 16.30 in poi si gioca, e basta.
Giusto il lunedì fa basket e ho deciso di iscriverlo a scuola, così lo fa con i suoi nuovi compagni e ha un’occasione extra scolastica per fare gruppo, con loro.
E infatti ieri sera sono andata a prenderlo alle 18, ed era buio.
Mi ha fatto strano andare a prenderlo a scuola, col buio.
Mi sono sentita un pò in colpa, mi sembrava quasi di averlo “abbandonato”, ma poi l’ho visto uscire da quella porta con i suoi compagni, tutto felice, e ho sorriso.
La sua è una classe molto bella e mi sembrano già tutti molto affiatati.
All’inizio uno gli stava antipatico perchè non giocava con lui, un altro perché lo chiamava di continuo etc etc.
Ora gli piacciono tutti e ogni giorno mi racconta qualche nuovo episodio vissuto con uno di loro.
E’ inevitabile che stando assieme tutto il giorno arrivi un affiatamento così importante e intenso.
Per non parlare delle ottime maestre che ha avuto la fortuna di trovare.
Ma sì dai…alla fine devo dire che sono molto contenta di averlo iscritto al tempo pieno.
E poi scusate, ma che male c’è ad aver un pò di tempo in più da dedicare a se stesse?
Siamo o non siamo donne oltre ad essere mamme?
Barbara
PS. Un grazie alla maestra Emanuela per la foto che vedete e che ho “rubato” a lei, ops.
 

Da oggi chiamatemi OLGA

 
Tutti mi conoscono come Barbara, ma io mio nome completo è “Barbara, Olga, Amalia”
“Barbara” perchè forse già sapevano che un pò “Barbara” lo sarei stata.
“Olga” come il nome della figlia che mio padre aveva avuto dalla sua prima moglie (ossia la mia sorellastra)
E “Amalia” come la mamma di mia mamma, ossia la mia grande nonna che purtroppo non sono riuscita a conoscere.
Ma torniamo al mio nome.
Se chiamandomi “Barbara” vi vengo in mente io o la fantastica “Barbara Streisand” allora continuate pure a chiamarmi “Barbara”, ma se mai il mio nome dovesse farvi venire in mente lei…allora perfavore, da oggi, chiamatemi “Olga”, grazie.
Non ho mai avuto niente da che ridere della Signora in questione.
Diciamo che non mi stava antipatica, ma neanche simpatica.
Diciamo che non ho mai amato le sue trasmissioni perché ho sempre avuto la sensazione che il dolore degli altri venisse usato per fare audience.
Ma non mi stava antipatica.
Ci avevo anche scambiato due parole quando anni fa era venuta a fare un servizio fotografico in un hotel per cui seguivo le pubbliche relazioni.
Ora però…
Da quando ho letto la sua intervista sul numero di “Chi” di settimana scorsa, non la reggo.
Ma come puoi lamentarti dicendo  “vivo in un camerino senza finestre” quando in questo momento c’è gente che ha una famiglia da mantenere , ma non ha più un lavoro?
Come può dire “vivo il lavoro come una lotta quotidiana per fare due trasmissioni interessanti, solari” quando c’è gente che magari un lavoro lo ha, ma che comunque lotta fino a fine mese per fare quadrare i conti?
E poi scusa, ma io di “interessante e solare” nelle due trasmissioni non ci vedo proprio nulla.
E poi basta co sta rottura di maroni che , durante il suo matrimonio, la Signora Belen Rodriguez in Di Martino alla band non avrebbe fatto mangiare le stesse cose che ha dato ai suoi ospiti.
La band era lì per lavorare, si è esibita durate la cena e ha cenato prima.
Facciamola finita con queste inutili polemiche che ci hanno davvero sderenato la balotas.
La Signora ha perso due belle occasioni per stare zitta.
Bye Bye
Olga

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On Stage, Bobino: i “Sensi di colpa” vengono e cantano.

 
Ebbene sì: i sensi di colpa a volte vengono e a volte vanno.
Questo mercoledì, invece, i “Sensi di colpa” verranno e canteranno.
Eh sì, perchè  “Sensi di colpa” è la band che questa settimana salirà sul palco del Bobino, per farci scatenare, in pista.
Gli anni ’80, e non solo, saranno, assieme a noi, i protagonisti della serata.
Dalle 19.30 vi aspettiamo con il nostro free dinner buffet e un pò di musica lounge, per far due chiacchiere.
Ma dalle 21.45 si balla, eccome se si balla.
Se, come me, vi sentite Cenerentole inside, potete sempre essere nel vostro letto entro mezzanotte.
Vi ricordo che nel nuovo Bobino abbiamo un parcheggio (gratuito per chi arriva entro le ore 22) con ben 200 posti auto.
Se avete bisogno di un tavolo (che non costa nulla, ma serve a tanto), scrivetemi.
Temperate i tacchi.
Vi aspetto!
Barbara

Ho sposato Marcello, ma amo Checco: un ponte in città

 
“Ma visto che in questo periodo siamo un pò stancucci, perché per il ponte non ce ne stiamo belli tranquilli in città?!”
Detto, fatto.
Peccato che alla fine ho chiesto a mia mamma di venire a trovarci e, avendo la nonna a disposizione per ben tre sere, la mia idea di “riposare” ha preso una stranissima piega, ops!
Martedì sera ho inaugurato la settimana con una bella riunione dei genitori terminata a mezzanotte.
Mercoledì ho avuto la mia serata al Bobino (e il maritino è rimasto a casetta per la sua seratina “padre e figlio”) 
Giovedì è arrivata “nonna mao” ed è iniziata la rumba ossia: aperitivo, cena e festa di Halloween, con marito e amici.
E ieri sera, per non perdere il treno ormai partito con un bel ritmo, non ci siamo fatti mancare neanche una bella cena al Porteno per festeggiare, a sorpresa, una cara amica, e poi…
Scusate, ma la mia amica Vanina, che ormai per motivi di lavoro (del marito) vive a Losanna, viene rapita dal marito e portata a Milano…e secondo voi io dopo cena la rimando in albergo?!
Su dai,  non scherziamo!
La cena è finita all’una passata e una parte del gruppetto si è dileguata, ma noi 4 irriducibili ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti in coro: “Plastic?”
Non so quante volte Lucio, il mitico proprietario del Plastic, mi ha chiamato per chiedermi quando mi sarei fatta rivedere.
Ma io sono veciaaaaaa: di giorno sono sempre di corsa e alle 21 crollo.
Ma ieri sera…
Ieri sera sarei arrivata anche a mettermi gli spilli negli occhi come in “Opera”, un vecchio film di Dario Argento, perchè io al Plastic ci volevo troppo andare.
Amo il Plastic
Amo ogni tanto chiedermi: “Ma che cavolo di musica è questa”, per poi ritrovarmi a ballare come una matta, trascinata dall’entusiasmo degli altri.
Ho amato buttarmi sui divanetti bianchi della sala degli specchi per improvvisare un servizio fotografico in notturna, immortalando quei momenti condivisi in allegria con un’amica che purtroppo non posso più vedere quando ho voglia.
Amo poter fare quello che voglio perchè tanto al Plastic non ti si fila nessuno.
Risultato di questo mio grande amore?
Ore 3 a nanna e ore 8 sveglia.
Due passi in centro con mia mamma e mio figlio e poi a pranzo con mia zia Carla e mio cugino Filippo.
Meno male che ieri sera non ho toccato alcolici perchè sennò oggi sarei facilmente finita nella fontana di Piazza Gae Aulenti, prima ancora di arrivare al brunch in Feltrinelli.
E invece è stato un pranzo piacevole che sono riuscita ad affrontare con la mia solita lucidità e il mio buonumore, nonostante le 5 ore di sonno striminzito.
Mi piace starmene in città durante il ponte.
Mi piace restare alla larga da quelle lunghe code in partenza ed eterne code in rientro.
Mi piace godermi la mia famiglia.
Mi piace portare mia mamma in giro a comprare quelle cavolate che a Venezia non troverà mai (oggi siamo state di Hi Tech)
Mi piace godermi la città quando c’è meno traffico, meno caos.
Mi piace ballare al Plastic senza che mille persone mi saltino sui piedi (li ho grossi, ma molto delicati)
Mi piace guardare mio marito e chiedergli “Ma visto che stasera c’è ancora mamma…che si fa?”
Mi piace vederlo un pò preoccupato per quello che potrei proporgli, ma poi sorridere dopo aver sentito che avevo solo voglia di andare al cinema, allo spettacolo delle 20.30, a veder l’ultimo film di Checco Zalone.
Stasera siamo tutti e due a pezzi (lui stamattina è pure andato a lavorare), ma per Checco, forse, ce la possiamo fare.
Domani “nonna mao” torna a Venezia e a noi ci rimettono le manette.
Stasera cinema, ma niente popcorn: da stamattina sono a dieta.
Guardate che vi vedo mentre mi leggete e ridete!
Lo so che ormai non mi credete più, ma che ci posso fare se mi piace mangiareee.
 A proposito: ora vado perché devo finire di cucinare il “Polpo Signor Veneranda”.
Alle 19 ceniamo con nostro figlio e “nonna mao”, e poi scappiamo al cinema
Barbara

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Mostri e fate: che lo scambio abbia inizio!

 
“E anche questo Halloween ce lo siamo levati dalle palle”.
In verità questa battuta sarebbe stata inventata per il Natale di “Vacanze di Natale”, ma siccome io ho sempre avuto un grande spirito di adattamento…
In verità “Halloween” sarebbe una festività di origine celtica, che ha poi subito alcune trasformazioni negli Stati Uniti, ma siccome noi italiani per fare soldi saremmo capace di vendere anche banane agli africani…
Ieri sono andata a prendere Danny a scuola e, visto il bel tempo, abbiamo fatto un giretto al parchetto vicino a scuola.
Non mi sembrava vero di poter far fuori un pò delle caramelle che le mie amiche mi avevano regalato per fare la base del secchiello di “dolcetto e scherzetto”.
Non so quanto possano avermi amato le altre mamme, ma ho scatenato Danny ad offrire caramelle a tutti i suoi compagni e amichetti del parco!
Prima di tornare a casa l’ho vestito da fantasmino e siamo passati da tutti i vicini di casa a fare dolcetto scherzetto, e il bottino è aumentato.
So che vi state chiedendo come mai i vicini avessero così tante caramelle visto che “Halloween” è per l’appunto una tradizione americana, e non italiana.
Avete intuito la risposta?!
Ebbene sì: sono passata io in mattinata, a distruibuire dolcetti a tutti, in modo che fossero pronti per l’arrivo del fantasmino.
Cosa non si fa per un figlio…ahahah!
Alle 18 siamo tornati a casa.
Danny non lo sapeva, ma ad attenderlo in camera, per fargli una sorpresa, c’era mia mamma  arrivata fresca fresca da Venezia, per il ponte (In effetti fa un pò sorridere una che viene a Venezia a Milano, per il ponte…)
Alle 19 è arrivata anche l’altra nonna da Monza e noi siamo entrati in modalità “Nano con le nonne? Genitori a zonzo”
E quindi mio marito ed io ci siamo goduti il nostro Halloween con un bell’aperitivo, una cena e due balletti.
Ma ora che la festa è passata e che tutti noi ce la siamo goduta…resta un grande problema.
bottinofotoResta un secchiello pieno zeppo di caramelle e dolcetti vari.
Come si fa?
Danny non ha il permesso di mangiare molti dolci e se non li mangia lui finisce che me li mangio io (no buono!)
E quindi?
Navigare in internet e iscriversi ad alcune news letter per noi mamme, ha il suo perchè.
Un paio di giorni fa ho ricevuto una news letter con un articolo UTILISSIMO.
Sembra che una signora di nome Genevieve Pazdan, alias Mama Natural, si sia inventata la figura dellaSwitch Witch” ossia la strega dello scambio.
Per i bimbi, come il mio, che hanno paura delle streghe, la si può anche chiamare la fata delle caramelle.
Ma chi è “Switch Witch”?
E’ una strega (o fata, per i fifoni) che va pazza per caramelle e dolcetti ed è disposta a tutto per averne sempre di più.
Se i bambini, prima di andare a letto, lasciano un sacchetto dei dolcetti per lei, lei arriverà di notte, prenderà il sacchetto e in cambio lascerà un piccolo regalino.
Danny ha appena preparato il suo sacchettino che stasera (quando mamma e papà usciranno di nuovo approfittando della nonna) lascerà vicino al letto per la “Fata delle caramelle”.
Adesso che ci penso però…la fata non esiste e quindi le caramelle finiranno comunque in mano a me, ops!
Porca paletta!
Chi le vuoleeeeeeeee???
Barbara
L'indecisione prima di uscire

L’indecisione prima di uscire

Seratina con mostri e marito

Seratina con mostri e marito

 
 
 

Consigli per neo mamme

 
Mio marito ha circa 8 anni meno di me e quindi può capitare che la fidanzata o la moglie di qualche suo amico, rimanga ancora incinta.
Le mie amiche sono tutte “vecie” come me o più vecie di me, quindi tra di noi tra poco più che di neo mamme…si parlerà di neo nonne.
Sono stata una delle ultime, tra le mie amiche, a rimanere incinta e quindi ho potuto godere dei preziosi consigli di chi ci era già passato..
Visto che per me sono stati consigli molto utili, ho deciso di metterli a disposizione delle donne che stanno per diventare mamme, o lo sono appena diventate , ma anche di quelle che stanno per essere chiamate “nonne”.
Ho dato queste “perle di saggezza” anche a Kris Reichert quando ha avuto il suo bimbo e sono andata ad intervistarla, e non la finisce di ringraziarmi per la dritta che le ho dato per i pannolini…
Non perdiamo più tempo: prendete carta e penna (o fate copia e incolla che è parecchio più veloce) e segnate:
1) comprate il libro “fate la nanna” di edward estivill (per me è stato utilissssssssimo) e l’enciclopedia (non spaventatevi per la parola: è un solo libro piccolo) sulla puericultura della Garzanti (mooolto utile,per sempre)
2) comprare sdraietta inglesina modello loft. E’ bella, elegante e super comoda per i primi mesi.
Il bambino all’inizio ci può stare sdraiato e poi seduto.
Ha anche i manici per portarlo in giro se devi andare a casa di amici, e ora la fanno in tantissimi colori.
3) sito tedesco per latte artificiale Humana (uno dei migliori, ma in Iitalia troppo caro) e altri prodotti (arrivano direttamente dal fornitore in Germania e costano un quarto)
4) pannolini da comprare negli spacci della Pillo (uno so che era in via Kramer a Pero, Milano. Ma basta cercare su internet per vedere dove sono gli altri) costano un terzo di tutti gli altri pannolini più “famosi” e vanno benissimo. io ne avevo comprati 800 e li avevo messi in garage
5) Mi ero trovata divinamente con una fascia che avevo usato al posto del marsupio (distribuiscono meglio il peso sulla schiena) www.jacquelinejimmink.com
6) se non avete ancora comprato carrozzina/passeggino, io ho usato carrozzina inglesina che mi avevano prestato, per 1 mese e mezzo, poi ho comprato passeggino maclaren con schienale che andava giù dritto facendo diventare il passeggino quasi un lettino: fantastico anche da subbbito.
7) borsa promenade di babymoov e tenda da spiaggia sempre di baby moov- La borsa sembra una borsa tracolla, ma quando la apri si trasforma in una specie di lettino e se vai a cena da amici risulta comodissimo per tenerci il bimbo a dormire per un paio di ore. La tenda è fantastica perchè pesa pochissimo ed è l’unica che blocca i raggi uva e uvb!
Ci metti dentro il bimbo a fare risposino in spiaggia e fa passare aria, ma non sole.
Spero di esservi stata utile, almeno un pochino.
Buon ponte
Barbara
 

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The salt is on the floor

 
 
Ormai mi conoscete e sapete che ogni giorno leggo e mi informo per sapere cosa c’è di nuovo da fare…su internet, nelle news letter che ricevo e soprattutto tramite i preziosi consigli delle amiche.
Un paio di settimane fa ho visto che l’ “Atelier del sale”, vicino casa mia, faceva un open day per famiglie e bambini.
Quale miglior occasione per andare a vedere come funzionano queste famose “grotte di sale”?
mixfotoCi sono andata con mio marito e con Danny e siamo stati dentro giusto una mezzoretta.
Ovviamente Danny non voleva più uscire!!!
Per lui era come ritrovarsi vestito, in spiaggia.
Ha incominciato a spalare sale e a riempire secchielli.
A me bruciava un pò la gola.
Eh sì perchè il sale che è nell’aria lo senti, forte, piacevole.
Avevo un pò di raffreddore e di mal di gola e quindi lo sentivo forse più degli altri.
Dicono che una seduta lì dentro è come stare tre giorni al mare.
Mi sono ripromessa che sarei tornata per chiedere  informazioni per fare tornare Danny, ma loro mi hanno fregata sul tempo e mi hanno mandato una mail con una proposta davvero carina ossia un corso di inglese in grotta.
Quando trovo idee così carine mi piace condividerle, quindi eccovi le informazioni.
Sabato 9 novembre partirà il corso di inglese in grotta presso Atelier del Sale; un nuovo corso, per imparare giocando.
Il corso, articolato in 10 lezioni a tema, permetterà, attraverso un approccio ludico e divertente, di imparare le prime parole in inglese, realizzando ad ogni lezione un lavoretto…. ma non è finita qui!
Le lezioni si svolgeranno per i primi 40 minuti all’interno della grotta di sale! Un ambiente affascinante, confortevole ed ovattato, che permetterà di godere dei benefici dell’haloterapia;
grazie ad un micronizzatore il sale viene immesso nella stanza in micro particelle, a concentrazione controllata; 40 minuti all’interno della stanza possono essere paragonati ai benefici di 3 giorni di mare!
Al termine ci saranno ulteriori 20 minuti che permetteranno di finire la lezione del corso nella saletta accanto.
La volontà di questa iniziativa, con cadenza monosettimanale, è proprio quella di permettere, attraverso una bellissima esperienza e imparando l’inglese, di approfittare di un ciclo di haloterapia continuo di 10 sedute!
Il corso inizierà alle 10.00, seguendo il programma nella locandina che potete vedere qui sotto.
Per ulteriori informazioni sull’haloterapia potete visitare il sito www.atelierdelsale.it oppure contattare telefonicamente Atelier del Sale dal martedi alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 
corsi inglese ultimo sp
 
 

Non so se ci riproverò, ma magari sì dai!

 

Lo so che non ci crederete, ma 2 giorni fa ho fatto il primo arrosto della mia vita e, nonostante tutto, è venuto buonissimo.
Ho scritto “nonostante tutto” perchè, prima di riuscire a servirlo in tavola, ne sono successe di tutti i colori.
Fantozzi non sarebbe riuscito a fare di meglio.
La ricetta me l’ha data una mamma di un compagno di scuola di mio figlio quando un giorno ci siamo messe a chiacchierare fuori dalla scuola (a noi donne viene benissimo chiacchierare, ovunque).
Le stavo chiedendo cosa fa nella vita e lei mi stava raccontando che è avvocato, ma che, da quando ha due figli, ha deciso di aprire lo studio in casa, così riesce a fare tutto.
A quel punto ci siamo messe a parlare di cucina e io ascoltavo ammirata mentre lei mi raccontava che tra una pratica e l’altra, faceva un salto in cucina per preparare la cena.
Io in cucina sono negata e, oltre alle solite cose che ho imparato a fare, non so più cosa inventarmi, ma soprattutto dove trovare il tempo per mettermici e lei invece?
Lei fa l’avvocato, ha 2 figli e tutti i giorni riesce ad inventarsi qualcosa di nuovo, mentre lavora.
I figli li porta lei e li riprende lei, non ha nessuno che l’aiuta e il marito lavora fino a tardi.
E’ proprio vero che se sai cucinare ci metti un attimo a fare tutto mentre, se sei una schiappa, tra leggere la ricetta, chiamare l’amica, lo zio, lo chef amico etc…passano sempre almeno 2 o 3 ore.
A quel punto wonder mamma mi guarda e mi dice “Ma fai un bell’arrosto no?!”
Arrosto?
E che ne so io di come si fa un arrosto e di che carne devo comprare per farlo.
Io compro solo petti di pollo e hamburger.
Quando nevica a ferragosto a volte mi allargo e vado anche sul maiale, il carpaccio o poco più.
A quel punto forse le ho fatto pena e invece di correre in ufficio (a casa), si è fermata e ha deciso di aiutarmi.
Mentre lei mi spiegava la ricetta dell’arrosto (e pure quella del lesso), io ero seduta sul mio scooter, sempre davanti alla scuola.
Peccato che non avevo girato bene la chiave quindi lo scooter è rimasto “acceso”, per più di mezz’ora.
La batteria si è scaricata: per andare in  macelleria a comprare la carne per fare l’arrosto, sono dovuta passare prima per l’elettrauto.
E già qui capite che il progetto “Primo arrosto della mia vita” è partito col piede sbagliato.
Ho comprato un bel pezzo di vitello e finalmente sono riuscita ad arrivare a casa.
A quel punto ho preso una pentola, ci ho versato dentro 2 dita di olio, come da indicazioni, e tutte le spezie fresche, e non, che avevo in casa (alloro, salvia, chiodi di garofano, rosmarino, timo etc).
Quando l’olio è diventato bello bollente, ci ho calato dentro il mio pezzettone di carne (se lo lanci schizza: va “calato”) e l’ho fatto rosolare per un po’ .
Quando lo ho visto rosolato al punto giusto, ho aggiunto 2 bicchieri di vino bianco, ho coperto il tutto, abbassato il fuoco e messo il timer su 1 ora e 15.
Ogni tanto andavo a controllare e ad un certo punto mi accorgo che erano le 16.15.
Aiutoooooo!!!
Mio figlio esce da scuola alle 16.30 e io sono ancora a casa a fare l’occhiolino al mio arrosto?!?!
Via di corsaaa a infilarmi un paio di scarpe a casa (una volta sono arrivata a scuola in tuta da ginnastica coi tacchi)
Ma cavolo, mancano ancora 15 minuti al DRIN: che faccio?
Spengo?
E se intanto si secca e diventa un mattone di vitello?
Noooooo, il mio primo arrosto non deve diventare un mattone.
Ma che ebete: c’è la ragazza che viene due volte a settimana a stirare (posso pulire per 4 ore un bagno col cotton fioc, ma non chiedetemi di stirare)
Eh vaiiiii! 
Non sa cucinare, ma per spegnere un fuoco quando il timer fa DRIN mica ci vorrà Cracco no?!
“Silvia quando tu sentire drin tu spegnere pentola, mettere tutto dentro quella pilofila di vetlo e lavale pentola ok?!”
Viene per stirare, ma visto che ci siamo…le faccio dare anche una pulitina alla casa che male non fa.
E le parlo in filippinese sperando capisca meglio.
Sono arrivata a scuola di mio figlio al pelo e tutta felice mi sono tornata con lui verso casa raccontando a Danny che la mamma aveva fatto una cosa buonissima, per cena.
Entro in cucina e vedo lui, l’arrosto, nella pirofila di vetro.
Ma il sugo?
“Silvia, ma come ha fatto il sugo ad asciugalsi così tanto in 15 minuti?”
“Signola io buttato sugo. Io dovele tenere?”
“Tu dovele tenere folte mie mani pelchè io adesso menale teee folte folte!!!” 
Ebbene sì: la filippina stiratrice mi aveva buttato il sugo, il fantastico sugo del mio primo arrosto.
Panico: l’arrosto rinsecchito mi guardava dal basso verso l’alto, tutto triste.
Per fortuna dentro era ancora rosa quindi ho rifatto tutto dall’inizio: lo ho rosolato ancora un pochino e ho rimesso spezie e vino facendolo cuocere per un’altra mezz’ora.
A cottura quasi ultimata mi chiama Valentina, la mia mitica amica chef che mi aiuta spesso nei momenti di panico, perchè aveva ricevuto il mio messaggio disperato “Aiutamiiii! Chiamami appena puoi che ho un arrosto ottimo senza sugo, che faccio?”
Le stavo raccontando che in attesa della sua telefonata avevo cercato di rimediare rifacendo il sugo e cosa succede?
Che mentre parlo con lei il  mio arrosto si brucia!
Che colpa ne ho io se noi donne quando stiamo al telefono perdiamo la cognizione del tempooooooo
OK! Io non mi faccio abbattere da uno stupido arrosto. 
Ovviamente gratto via la parte bruciata e, per l’arrosto rimasto, rifaccio il sugo per la terza volta.
Pulisco la cucina e butto via  la parte di carne bruciata assicurandomi che finisca ben coperta da qualcos’altro, nel cestino dell’umido, e apparecchio la tavola.
Risultato?
Mio marito e mio figlio mi hanno fatto dei complimenti pazzeschi: l’arrosto era spettacolare!
Ah ah ah, se sapessero…
Beh, forse ora mio marito…saprà!
Barbara
PS: NON CI CREDOOOOOO! Mentre scrivevo questo post ho bruciato le caroteeeeeee.
Ma porca paletta!!!
E siccome so che state pensando che sia una bugia per farvi ridere…eccovi la foto.
Ora però smettetela perchè non c’è niente da ridereeeeeeeeeee!!! (per la verità sto ridendo anche io…)
caroteoto