Ma allora sono umani!

 
Stamattina, mentre quella lumachina di mio figlio finiva di fare colazione,  ho acceso il pc, sono andata su Facebook e ho trovato questa lettera che Brad Pitt avrebbe (e sottilineo “avrebbe”) scritto a sua moglie Angelina Jolie.
Sia chiaro che la lettera la ha pubblicata una mia amica: Brad non mi ha ancora dato l’amicizia, sigh!
Magari non la ha scritta davvero lui, magari è una bufala, ma io voglio pensare che sia vero e dopo vi dirò perché.
Intanto prendetevi un minuto e leggetela:

“Mia moglie si è ammalata. Era sempre nervosa a causa dei problemi sul lavoro, con i bambini, nella vita personale e dei suoi fallimenti. Aveva perso 14 kg, arrivando a pesare circa 41 kg a 35 anni. Era davvero scheletrica e piangeva sempre. Non era una donna felice. Soffriva di continui mal di testa, fitte al cuore e masticava nervoso, che le causava mal di schiena e fitte al costato. Non dormiva bene, si addormentava solo il mattino e si stancava molto velocemente durante il giorno. La nostra relazione stava per rompersi. La sua bellezza stava svanendo, aveva le borse sotto gli occhi, stava uscendo di testa e aveva smesso di prendersi cura di sé. Rifiutava di girare film e rigettava ogni ruolo. Avevo perso le speranze e pensavo che avremmo divorziato presto…

Ma poi decisi di agire. Dopo tutto, avevo la donna più bella sulla Terra. Lei è l’idolo di più di metà della popolazione maschile e femminile sulla faccia della Terra, ed ero l’unico cui era concesso addormentarsi al suo fianco e stringerla a sé. Iniziai a coccolarla con fiori, baci e complimenti. Le facevo sorprese e l’assecondavo in ogni momento. Le facevo un sacco di regali e vivevo solo per lei. Parlavo in pubblico solo di lei. Indirizzavo tutti gli argomenti su di lei. La lodavo davanti a lei e ai nostri amici. Non ci crederete, ma è rifiorita. Fu anche meglio rispetto a prima. Prese peso, non era più nervosa e mi amava anche più di prima. Non credevo potesse amarmi così tanto. E allora ho realizzato una cosa: la donna è il riflesso del suo uomo. Se la ami fino quasi ad impazzire, lei impazzirà per te”.

Bene, adesso che avete letto questa lettera a cosa state pensando?

Adesso faccio copia e incolla e la mando subito a mio marito.
Adesso faccio copia e incolla e la mando subito al mio fidanzato.
Beh, sappiate che mentre voi lo state pensando, io lo ho già fatto.
Eh che cavolo, ma Brad ha ragione!
Noi donne ci facciamo un mazzo così e abbiamo sempre mille pensieri e mille preoccupazioni.
Se anche quelle ricche e fighe ogni tanto vanno in depressione…figuriamoci noi comuni e mortali.
E’ un periodo che ho un pò di pensieri, faccio fatica ad addormentarmi e alle 6.53 sono già sveglia.
Sì, sì alle 6.53, sempre alle 6.53, ma che ne so io perché?!
Ok che sono una entusiasta che difficilmente si fa buttare giù anche quando ci sono problemi gravi (che ora non ho), ma se poi il marito torna a casa spesso stanco, nervoso, in versione “orso latente” e invece di venirmi a fare due coccole, si ritira in caverna…ogni tanto anche il mio entusiasmo va in stand by.
La “Caverna” è quel posto dove quasi tutti gli uomini si rifugiano quando tornano a casa: per alcuni è il bagno, per altri il pc e per altri ancora una poltrona (con giornale davanti alla faccia, ovviamente. Magari anche al rovescio).
Il vostro non ha una caverna? Il mio ne ha almeno un paio.
Bene, care amiche, ora mandate questa lettera di Brad al vostro compagno, se lo avete, o a uno che vi piace, se non avete un compagno (così sa subito di che morte deve morire se decide di darvi il primo bacio)
Quando avrete mandato la lettera però tornate da me e spiegatemi una cosa: perchè Angelina quando è depressa perde 14 kg e io invece mi attacco alla scatola dei biscotti e ne prendo 4?
Piove sempre sul bagnato, azz
Barbara

Figlio unico: una scelta sbagliata?

 
Quando uno degli amichetti di tuo figlio viene a giocare da te dopo scuola, si ferma a cena e anche a dormire…
Quando vedi quei due bambini giocare assieme, mangiare assieme e addormentarsi assieme…
Quando vedi quelle due testoline bionde che dormono, vicine, e si somigliano così tanto…
Quando li vedi alzarsi assieme per fare colazione assieme, felici…
Una domanda te la fai no?!
Ma aver fatto un figlio solo e sapere che molto, ma molto probabilmente, figlio unico resterà, è una scelta così sbagliata?
Ci ho pensato tante volte, e forse un piccolo dubbio mi resterà sempre, ma per ora la mia risposta è :”NO”
Premetto che ho una grande ammirazione per chi ne fa due e una quasi devozione per chi ne fa tre (non parliamo neanche di chi ne fa quattro o più perchè secondo me andrebbero santificati)
Ma io? 
Io conoscendo bene me, i miei limiti e la mia esperienza da figlia unica, sono felice di averne fatto uno.
Prima di tutto non ho una grande pazienza e quindi, vedendo che spesso a volte faccio fatica anche con uno, so bene che con due non sarei in grado di trattenermi.
Finirei con l’arrabbiarmi troppo spesso, dando fuoco alle ugole.
E poi diciamocelo, ma molto dipende anche dai genitori dei figli unici.
Se uno ha un figlio solo e lo tiene sempre a casa, da solo, è un conto, ma se uno ha un figlio unico e, come ha sempre fatto mia mamma con me e come sto cercando di fare io con Danny, spesso invita gli amichetti a giocare o manda il figlio a giocare dagli altri, i figli unici non crescono diversamente dagli altri bambini, anzi…
Io non ho mai avuto un fratellino o una sorellina con cui condivere giochi, spazi e confidenze, e quindi ho imparato presto ad arrangiarmi da sola.
Appena finito il liceo a Venezia son venuta a vivere a Milano, da sola, e ho imparato a stare bene, da sola, da subito.
Sarà un caso, ma molte delle amiche con sorelle o fratelli, come sono andate via di casa, si sono fidanzate e hanno sempre avuto un fidanzato accanto, senza mai riuscire a stare da sole.
Io non ho mai sentito la necessità di aver un uomo al mio fianco.
Se avessi trovato quello giusto bene, sennò amen.
Prima di conoscere mio marito ho vissuto da sola per anni, senza sentirmi sola (e come stavo bene da sola! Hihi)
Danny se ha un amico in casa è felice, ma se è da solo o gioca con me o gioca da solo, senza problemi.
Quando sono venuta a vivere a Milano all’inizio avrei voluto condividere casa con un’amica, ma poi mio papà mi fece un ragionamento e io cambiai idea.
“Dammi retta figlia mia: vai a vivere da sola e quando hai voglia di compagnia alza il telefono e invita i tuoi amici. Se vai a vivere con un’amica non potrai mai stare da sola, anche quando ne avrai voglia”
Che dire? Aveva ragione il mio papi.
Ho vissuto da sola per quasi 15 anni.
Quando avevo voglia di amici li invitavo a pranzo, a cena o dopo cena.
Spesso però sceglievo di  starmene da sola davanti ad un libro, ad un bel film o in vasca da bagno, in mezzo alle mie candele profumate, alla vaniglia.
Passato metà della mia giornata in università e quindi quando tornavo a casa avevo voglia di silenzio.
Nella società di oggi se hai un fratello su cui contare è sicuramente un bene, ma se anche impari ad arrangiarti da solo, male non fa.
E poi un figlio unico è più facile da “parcheggiare” da una nonna, dalla tata o dagli amici.
Con un figlio si riesce a non trascurare la coppia e a tenersi qualche spazio per sé.
E per finire nel modo più realistico possibile…i figli costano, o no?!
Amiche mie che avete tanti figli e per una giornata volete “sbarazzarvi” di uno di loro, sappiate che io amo prenderli in prestito.
Basta che siano come i boomerang: devono partire da un punto e lì devono tornare.
Besos
Barbara (mamma in affitto, per massimo 24 ore)
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Me la compro o l’affitto?

 
Hannibal the Cannibal amava la carne, io amo la pelle.
Ci sono donne che ucciderebbero per un paio di scarpe e altre che lo farebbero per una borsa: io faccio parte della seconda specie.
Il mio problema è che sono una “castrona”.
Ormai sapete che solitamente giro in motorino o in bici e quindi immaginate la fine che fanno le mie borse: appoggiate per terra nel motorino, tra le mie scarpe, o “ficcate” nel cestino della bici.
E quando arrivo a destinazione?
Non sono una di quelle bravine, posatine ed educatine che al ristorante chiede una sedia per appoggiare la borsa: io la borsa la metto sempre per terra, accanto a me.
Ecco perché è difficile che io spenda tanti soldi per una borsa.
Mi piacciono le borse grandi, quelle comode, ma sempre fashion (chissà poi che cavolo vuol dire “Fashion” ?!).
Mi piacciono le borse sportive, ma chic, però non sono una che investe troppo, nelle borse.
Ieri, Danny ed io, siamo stati invitati ad una festa di Halloween.
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Ebbene sì: Stella Mc Cartney ha giocato d’anticipo e con la preziosa collaborazione di “Nanny tata & co”, ha oganizzato una bellissima festa per bimbi nel cortile della loro boutique in Via Santo Spirito, a Milano.
Indovinate cosa ha fatto il fantasmino Danny?
Ha trascorso tutto il tempo a raccattare dolcetti in giro per la festa, assieme al suo amichetto scheletrino Leon.
E io? Ho trascorso tutto il tempo a guardare le borse di Stella Mc Cartney.
Le avrei comprate tutte e di tutti i colori, con la catena acciao, ma anche con quella d’oro.
Alla fine sono tornata a casa a mani vuote perché sapendo come sono “castrona”, prima di spendere tutti quei soldi voglio essere ben sicura del modello e del colore.
Beh, proprio a mani vuote non siamo tornati: Danny aveva un secchiello pieno di caramelle e “schifezze” varie e un sacchetto colmo di regalini.
Ma io…picche.
Dopo aver preparato la cena per lui e per mio marito, mi sono cambiata e sono uscita.
Forse ho trovato la soluzione alle mie eterne indecisioni: non voglio spendere tutti quei soldi per comprare una borsa?
Bene, vorrà dire che ogni we me ne affitto una diversa e quando capirò qual’è quella che mi piace di più…andrò a compramene una uguale, ciapa!
Affittare una borsa?
E sì, ieri sera sono stata alla Banque, alla presentazione di “My secret room”
My Secret Dressing Room nasce con l’obiettivo di vedere soddisfatto uno dei più grandi desideri di noi donne: avere a disposizione l’abito e l’accessorio ideale per ogni occasione, un guardaroba infinito, senza che questi diventino un peso lasciato nell’armadio.
“My secret room” praticamente è un guardaroba infinito, che metterà in contatto SecretStylist (chi mette a noleggio) e SecretFan (chi noleggia) tramite un sito che sarà presto online.
Noi donne potremmo quindi affittare i nostri vestiti e i nostri accessori o affittare i vestiti o gli accessori di altre donne.
Chissà…magari prima di decidere se comprarmi la borsa di Stella Mc Cartney potrei farmi un giretto con la borsa di un’altra e capire se su di me sta bene.
Ad oggi, solo per la zona di Milano, la waiting list su MYSDROOM.COM conta più di 600 SecretFan che aspettano il lancio dell’iniziativa e le prossime città che vedranno avviato il servizio sono Londra e Parigi.
Che dire? Io ieri sera mi sono iscritta e aspetto con trepidazione l’apertura di questo mega armadio virtuale.
In attesa me ne vado in palestra a bruciare le caramelle che ho rubato dal secchiello di Danny!
Barbara

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Vi sembro forse Wonder Woman?

 
Molti di voi me lo chiedono proprio.
Molti di voi non me lo chiedono, ma so che lo pensano.
Bene, oggi ho deciso di farvi una confessione: NON SONO WONDER WOMAN
Sono spesso allegra e quindi spesso sorridente.
Amo la vita e del bicchiere di solito riesco a vedere prima la metà piena che quella vuota.
Corro a destra e sinistra in sella al mio scooter, o alla mia bici (perchè una macchina non la ho ormai da più di 10 anni), ma non volo e quindi NON SONO WONDER WOMAN!
Finitela di chiedermi come faccio a fare sempre così tante cose perchè secondo me faccio quello che fanno il 70% di tutte le donne che hanno una casa e due figli di cui occuparsi (OPS: 1 figlio e 1 marito)
L’altro 30% magari ha qualche soldino in più e qualche aiutino in più, ma per il resto siamo tutte uguali su dai: spesa, cucina, lavoro e qualche uscita per evadere, quando si può.
Ok, Ok: ho degli addominali pazzeschi, ma sotto di loro ho delle super mega gambe (nel senso di grossezza e non di “fighezza”)
Sono una “finta magra”: non nel senso che sembro magra perché ho una certa età, ma ormai porto le lenti e ci vedo benissimo.
Sono una “finta magra” nel senso che sembro più magra di quello che sono, ma ormai sono anni che peso ben sopra i 70 kg (ho pesato 69,9 solo per 3 ore nell’inverno scorso)
Ma sopratutto…è vero che voi mi vedete sempre sorridente, ma vi assicuro che non sono sempre così.
Forse avrei dovuto farmi un bell’autoscatto stamattina, mentre piangevo.
Ebbene sì: anche la Garavelli piange (che non ha niente a che vedere con “Anche i ricchi piangono”)
Forse ora vi cadrà un “mito”, o forse a qualcuno starò più simpatica (quelle sempre felici stanno sui maroni, lo so bene!), ma me ne frego e ve la dico tutta.
Sono umana, umanissima, fin troppo umana.
Sono permalosa, sono sensibile, fin troppo sensibile.
Sono ansiosa e quello che mi fa più paura sono i cambiamenti, anche quelli più piccoli.
Ho paura di guidare la macchina, ma poi quando ci salgo e giro la chiave, mi sento bene, al sicuro.
Da quando sono diventata mamma mi chiedo tutti i giorni se ce la farò, e per quanto ce la farò.
Ho paura di fare i controlli e di avere brutte sorpresse, perchè sono fragile e non so se sarei capace di combattere, per me.
Ho paura di deludere le persone che mi amano, ho paura di sbagliare.
Non so se avrò la giusta pazienza, se saprò essere una buona mamma e una giusta consigliera. 
Pretendo troppo da me e da chi mi sta accanto, ma a volte mi arrabbio perché mi accontento, senza protestare.
Vorrei un marito che pensasse un pò di meno al lavoro e un pò di più a noi.
Vorrei un marito che sorridesse di più.
Vorrei imparare a chiedere, invece di fare sempre tutto da sola.
Vorrei partire per una settimana, in vacanza, da sola, e lasciarmi tutto alle spalle.
Vorrei stare di meno su “faccia da libro” e di più davanti ad  “vero libro”.
Vorrei un lavoro nuovo, stimoli nuovi, nuove sfide.
Oggi è una giornata NO, ma forse è proprio ammettendolo che troverò la forza di risalire.
E comunque sto già meglio.
Mentre vi confesso che anche io a volte faccio fatica ad addormentarmi e mi sveglio piangendo…sto meglio.
Grazie
Grazie perchè sapere che ci siete mi fa sicuramente sentire più forte, sempre.
Ah dimenticavo: oggi, quella che credevate fosse Wonder Woman, si è presa una giornata di pausa totale.
Sono ancora in pigiama.
Eh che cavolo: dopo tutta l’acqua che ho preso ieri con lo scooter e le ossa che mi scricchiolano da giorni, anche se non ho la febbre, un break ci voleva.
Barbara

 

 

Caro Babbo Natale, virgola

 
Devo dire che sul canale “CinemaFamily” di Sky, spesso ci sono dei bei filmetti.
Non li guardiamo quasi mai in “diretta” perchè preferisco registrarli con MySky e tenerli lì a disposizione per il “giusto momento”.
Il lunedì Danny esce da scuola alle 18 perchè fa basket e quindi di solito, quando arriviamo a casa, è talmente cotto che si fionda sul divanone davanti alla tv, e la accende.
Non amo che si guardi troppo la televisione perché io lo ho sempre fatto e quindi so quanto fa male, ma ogni tanto ci sta bene.
Dipende sempre da cosa si guarda e per quanto lo si guarda, e registrando i film si possono guardare anche non tutti in una volta (stasera ci tocca il secondo tempo)
Ieri sera abbiamo scelto “Il figlio di Babbo Natale” e ho scritto “abbiamo” perchè i film, a differenza di Peppa Pig & co, li guardo volentieri anche io (ovviamente con qualche pausa per andare in cucina ed evitare di bruciare la cena).
Babbo Natale…
Lo so , lo so: mancano più di due mesi, ma guardare quel film mi ha fatto pensare.
Ho appena finito di convincere Danny ad aspettare ancora un po’ prima di scrivere la letterina: “da qui a Natale usciranno ancora un sacco di giochi nuovi e se spediamo la lettera ora, non puoi spedirne un’altra per dire che ha cambiato idea, che ci hai ripensato”.
Quanto mi piacerebbe credere ancora in Babbo Natale
Quanto mi piacerebbe poter prendere carta e penna, e scrivergli.
Vediamo…cosa potrei chiedergli?
 
Caro Babbo Natale,
so che è ancora presto, ma ho saputo che ci sono dei bimbi che ti stanno già scrivendo e allora ho deciso di farlo anche io.
So che da qui a Natale usciranno ancora un sacco di giochi nuovi, ma quello che vorrei io credo che sia già “in commercio” e poi tu sei Babbo Natale e quindi puoi trovare tutto no?!
Vorrei tanto un Robot che mi levi le lenti a contatto la sera, quando sono stanca e finisco per pizzicarmi ogni occhio almeno una decina di volte, prima di beccare la lente.
Vorrei un robot che mi lavi i denti e uno che mi strucchi: non mi trucco tanto, ma anche il solo togliere cipria e rimmel per me è una gran rottura di maroni, e infatti spesso non metto neanche quelli.
Vorrei una macchina, ma una macchina che possa entrare in centro, che sia grande come il mio motorino, perché io odio stare nel traffico e voglio superare tutti, e che possa contenere me e almeno due bambini.
Ho un figlio solo, ma adoro ogni tanto prenderne in prestito un altro.
Se ti ci stesse ancor qualcosa nel sacco, non è che mi porteresti anche una scatola gigante di pillole magiche che facciano passare la voglia di biscotti, dopo cena?
Ma non devono essere pillole che contengano anfetamina perché quelle le ho provate quando ero giovane: non avevo più fame, ma passavo tutta la giornata a mettere in ordine la casa e facevo fatica a dormire.
Grazie di cuore, anche se non riuscirai a trovare tutto.
Posso chiederti un paio di ultime cosucce?
Ti giuro che non è qualcosa da mettere nel sacco perché so che non c’è più posto.
Puoi fare in modo che io resti per tutta la vita stupida come oggi?
Eh dai tanto non credo di poter cambiare alla mia età no?!
Vorrei continuare a vedere il bicchiere metà pieno anche quando non piove da un mese o quando piove da una settimana di seguito, senza tregua.
Dammi la forza di ad amare la vita come la amo oggi, sempre e comunque.
Firmato
Barbara l’entusiasta, l’eterna bambina

Carota e bastone, coccola ed educazione

 
Io non essere matre tetesca, io solo essere matre che amare pampini etucati
(Traduzione: non è che io sia una mamma tedesca, ma amo i bambini educati)
Ebbene sì: da piccola ho avuto la fortuna di essere stata educata a comportarmi bene in tutte le situazioni possibili e immaginabili, in mezzo a grandi e piccini, e quindi oggi sto cercando di fare la stessa cosa con mio figlio.
Ieri mattina eravamo a Venezia dalla nonna e stavamo pranzando, in cucina.
Danny stava mangiando il risotto con i gomiti sul tavolo quindi gli ho chiesto gentilmente di toglierli per 2 volte.
Quando non lo ha fatto dicendomi che non riusciva a capire come doveva tenerli, allora mi è venuta un’idea, e sono andata in camera sua.
Ho preso due libri e glieli ho messi sotto le ascelle dicendo che per mangiare bene avrebbe dovuto cercare di non farli cadere, mentre portava la forchetta alla bocca.
Ovviamente all’inizio mi ha guardato sorridendo pensando che fosse uno scherzo, ma quando ha capito che non lo era, mi ha chiesto subito. “E se cadono?”
“Se cadono ti do una punizione”
“Che punizione?”
“Ti faccio talmente tanto solletico che ti faccio finire sotto il tavolo!”
A quel punto prima si è messo a ridere e poi si è concentrato per vincere la sua nuova sfida, e ce l’ha fatta.
Ai tempi in cui mia mamma era piccola (ma anche dopo), alcuni bambini si beccavano dei bei ceffoni se cadevano i libri, altro che solletico.
Io non sono una mamma che ama alzare le mani (e tanto meno i piedi) e quindi trovo altri rimedi, ma la disciplina mi piace e l’educazione anche.
Trovo che per i bambini sia importante sin da piccoli capire che nella vita la disciplina è importante e l’educazione indispensabile.
Ci sono genitori che lasciano andare dicendo che i bambini avranno tutta la vita davanti per imparare certe cose, ma io non sono tra quelli.
Più avanti si va e più difficile sarà imparare, tutto, anche le lingue.
Prima si inizia e meglio è.
Sono orgogliosa del mio piccolo ometto quando entra in un bar e chiede “Per favore posso avere un bicchiere d’acqua” e poi ringrazia.
Sono orgogliosa quando mi fanno i complimenti dicendo che mio figlio è educato.
Ovvio che io sia fiera di lui, e non smetto mai di dirglielo.
Ma c’è ancora tanto lavoro da fare e lo stiamo facendo, assieme, con tanta serenità e qualche urlata.
Non si interrompe quando parlando gli altri, non si alza la voce e, attenzione attenzione, prima le donne!
Eh sì, bisogna iniziare da piccoli anche con la cavalleria.
A Danny piace aprire la porta e farmi passare prima dicendo “Prima le donne”, e io, quando lo fa, prima mi gonfio e poi mi sciolgo.
Lo sgrido quando capita che venga un suo amichetto a cena e lui inizia a fare il maestrino dicendo “Non si mastica con la bocca aperta, non si parla mentre si mastica, non si portano i giochi a tavola mentre si mangia…”
Però sotto sotto sono contenta, vuol dire che ha capito bene, benissimo, e nota quando gli altri non lo fanno, e non gli piace.
A tavola ci si siede per mangiare e per fare due chiacchiere. 
Per le altre cose ci sono altri posti e Danny lo sa bene, da quando era piccolo.
Guardare la tv mentre si è a tavola è un’eccezione e non una regola.
Ovvio che la vita di un bambino non deve essere costellata di soli rimproveri e insegnamenti: ci vuole il bastone, ma anche la carota.
E allora ieri a pranzo, a Venezia, ha capito come si tengono i gomiti mentre si mangia, e ieri sera, a Milano, ha dormito con la sua mamma, nel lettone.
Con la mamma nel lettone?
Ma io non ero quella che aveva scritto che ognuno deve dormire nel suo letto?!
Sì, sì, lo avevo scritto e lo penso ancora, ma le regole sono fatte anche per essere trasgredite no?!
Ieri sera il papà è partito per lavoro e allora ho deciso che era la sera giusta per dormire assieme, abbracciati, accoccolati.
Non ho mai dormito con lui nel lettone se non in vacanza o un paio di volte da mia mamma a Venezia.
Abbiamo letto assieme la favola dei tre porcellini e siamo crollati, assieme.
Stamattina ci siamo svegliati assieme e assieme ci siamo stiracchiati sotto al piumone, al calduccio.
Bastone e carota, come con gli asinelli: ecco come sto tirando su Danny boy, e per ora sembra funzionare, molto bene.
Buona settimana
Barbara 

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On Stage al Bobino arrivano gli “Oxxxa”

 
E per la prima volta gli OXXXA approdono nel mio mercoledì, “On Stage”, al Bobino
Vi consiglio di non perderli perché sono davvero fantastici.
Sarà una serata tutta da ascoltare, da ballare e da guardare…
Considerati all’unisono da pubblico e critica La Migliore Cover Band d’Italia gli OxxxA, nel terzo millennio, entrano a far parte di questa ristretta rosa delle Band di Culto e Punto di Riferimento nel settore INTRATTENIMENTO MUSICALE! Apprezzatissima da un vastissimo ed eterogeneo pubblico, la band non sbaglia mai un colpo, soddisfacendo a pieno l’inesauribile voglia di divertimento dei nottambuli piu’ esigenti . Indiscutibilmente CARISMATICI, AFFIATATI e COINVOLGENTI si avvalgono di un repertorio che tocca svariati generi di diverse epoche musicali, aventi tra di loro un’unica caratteristica comune: devono essere (o essere stati) dei GRANDISSIMI HITS!
La continua cura dei particolari e la ricerca di arrangiamenti e suoni all’avanguardia fanno degli OxxxA un Gruppo in continua evoluzione.
Vengono scelti e sponsorizzati dalle marche di strumenti piu’ prestigiose, contesi dai migliori locali LIVE e voluti dalla 20 Century Fox all’interno della mitica catena PLANET HOLLYWOOD come “colonna sonora” di serate di festa. Le loro performance hanno toccato persino le coste del Kenya, di Zanzibar, delle isole Maldiviane e Caraibiche!! 
OxxxA nasce dall’unione ormai ultra decennale tra il cantante Luca SCONTRINO, il batterista Giorgio BESANA ed il tastierista Alessandro ZACCHERONI, che vivono insieme le piu’ svariate esperienze musicali, fino a raggiungere una definitiva identita’ di gruppo con l’ingresso del bassista Juri BOMPAROLA (2004), il chitarrista Vanni BUCCOLIERO (2006).
Il grande affiatamento che lega questi cinque ragazzi e’ facilmente riscontrabile nella vita come, e soprattutto, sul palco dove l’entusiasmo e la voglia di divertire divertendosi, si legano perfettamente all’innegabile professionalita’ e cura per i particolari.
Nonostante dotati di un “front-man” dalle grandi potenzialita’ vocali e carismatiche, l’incredibile miscela esplosiva viene ottenuta dalla pronunciata personalita’ di ciascun elemento, non esiste traccia di rivalita’ o competizione sul palco ma solo ed esclusivamente alleanza, collaborazione e grinta necessaria ad ottenere obiettivi comuni.
Non rimane quindi che venirli a conoscere personalmente dal vivo!
Ultima nota: il loro nome: frutto di una semplice abbreviazione di cio’ che in italiano e’ chiamato “Opera” dove “per” e’ sostituito dal simbolo matematico “x”, che volutamente triplicato (xxx) significa anche “baci” o esprime il concetto di vietato ai minori.
Temperate i tacchi, vi aspetto
Barbara

Apri la rubrica e chiama!

 
Ti nasce un figlio, cambi casa e zona, cambi abitudini, la sera sei stanca…
Sono tanti i motivi che ti fanno “perdere” gli amici per strada.
Gli amici con la “A” maiuscola, quelli veri restano: puoi sentirli anche una volta ogni 6 mesi, vederli una volta all’anno, ma restano, ci sono sempre.
Ma ci sono anche gli amici con la “a” minuscola, che non sono meno importanti di quelli con la “A” maiuscola: magari li conosci da meno tempo, ti hanno accompagnato in un percorso particolare della tua vita e poi per un motivo o per l’altro sono spariti, ma hanno lasciato un segno, delle emozioni, dei ricordi.
Ed allora ecco che una mattina ti svegli e senti uno strano senso di vuoto…
“Ma dove sono finiti tutti?”
“Perchè li ho lasciati andare?”
“Ci divertivamo così tanto assieme”
“Era proprio una bella persona, peccato non vederci più”
Ecco quindi il mio suggerimento di oggi: aprite la rubrica del vostro cellulare, scorrete i nomi e quando i vostri occhi si illumineranno, fermatevi su quel nome, e chiamate.
Magari saranno passati 6 mesi, magari 2 anni, magari avrà cambiato numero, magari sarà felice di sentirvi, magari no.
Magari vi attaccherà un pippone raccontandovi di tutte le disavventure e le disgrazie che gli sono capitate da quando non vi vedete più o forse vi farà una bella trasfusone mediatica di entusiasmo.
Decidete voi se vale la pena rivedervi anche di persona o se una telefonata è bastata a farvi capire che quella persona tanto allegra si è trasformata in un S.I.N.A.P, e allora è meglio starle alla larga.
Due mattine fa mi sono svegliata col magone, con quel senso di vuoto di cui vi ho appena parlato.
Quando diventi mamma, i ritmi e le priorità cambiano, la sera sei stanca e hai voglia di divano e copertina, specialmente ora che arriva il freddo.
La mattina tocca svegliarsi presto.
Fare tardi la sera per me vuol dire restare rimbambita per almeno 72 ore, e quindi spesso mi arrendo e ci rinuncio, ad uscire.
Me ne sto a casetta, con i miei uomini e spesso finisce che mio marito dopo cena si rimette al lavoro e io scrivo, o guardo un film.
Avete presente due pensionati?
Ecco!
Lui ha ripreso a giocare a rugby: il venerdì sera si allena e la domenica gioca.
Lui sì che si sfoga e si prende le sue soddisfazioni.
E io? A parte il mio mercoledì sera al Bobino, dove organizzo una serata a settimana, non esco più.
Le mie soddisfazioni me le prendo con il mio blog e con tutte le cose belle che mi dite e mi scrivete, ma ho bisogno di altro: di contatti umani, di abbracci e di risate, vere.
I social network aiutano a sentirsi meno soli, ma a volte rischiano di allontanare le persone dai rapporti umani veri, di pelle.
Sono rimasta a riflettere un pò sulle possibili cause del mio magone e ho capito: avevo bisogno di rivedere le amiche, di uscire anche solo per un aperitivo, senza fare tardi.
E allora ho preso in mano il cellulare, ho aperto la rubrica e ho iniziato a scorrere i nomi.
C, Cristina=sorris0
Bene, ripartiamo da lei, da un’amica solare che ultimamente è stata assorbita dal suo nuovo ed entusiasmante lavoro.
Detto, fatto: ieri sera siamo uscite a bere un aperitivo al Pandenus e poi tutte a cena al Petit dalla simpaticissima Simona.
Bella musica, ottimo cibo e bella gente.
Ad un certo punto è arrivata anche Belen con il marito e il piccolo Santiago: che bella famiglia che sono, e il piccolo? Beh, non si può di certo dire che sia figlio dell’idraulico perchè è identico al papà.
A cena eravamo 5 donne, e 1 uomo.
Eh sì, perchè quando si esce a cena con le amiche si finisce sempre a parlare male degli uomini e allora ci vuole almeno uno di loro (che ovviamente sia solo un amico, per tutte) che possa cercare di difendere la razza, almeno provando a dire anche la sua, no?!
Sono stata bene, benissimo.
Sono tornata a casa presto, felice, e ho trovato mio marito al computer (stranooo) ancora sveglio, ad aspettarmi.
Ogni tanto gli metterei le mani al collo (e non per abbracciarlo), ma ogni tanto mi rendo conto che sono una donna fortunata: mi ha salutata col sorriso quando sono uscita e lui è rimasto a casa con Danny, e mi ha aspettato col sorriso.
Per fortuna mio marito sa di cosa ho bisogno, e non è geloso.
Non ci rimane male se esco senza di lui.
Carino no?! 
O dite che è felice perchè mi levo dai piedi così può stare tutta la sera davanti al pc senza sentire i miei lamenti?
Può essere, ops.
Barbara 

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Tagliata & fagottini di coste: ricetta sana, ma parecchio gustosa!

 

Diciamocelo: io con le verdure sono una frana, non ho fantasia!
Carote, zucchine, carote, zucchine…
Ogni tanto spinaci al vapore e poi saltati in padella o le solite vellutate, ma da lì non mi muovo.
Mio figlio e mio marito ormai non mi chiedono neanche più cosa c’è di contorno perchè tanto conoscono già la risposta, e spesso si rassegnano.
Ok. ok, ogni tanto qualche ricetta nuova la sfodero, ma sono talmente rare che vanno subito in dimenticatoio.
Un paio di giorni fa ho scongelato 3 filetti che avevo in freezer e stavo per tirare fuori le carote quando ad un certo punto mi sono fermata e mi è presa l’ansia: ho immaginato la faccia dei miei due uomini e allora sono corsa ai rimedi e ho chiamato Santa Valentina.
Valentina è una mia amica pugliese che cucina divinamente e quando entro nel panico lei è la persona giusta da chiamare.
“Valeeeeee! Ho tre filetti e le solite carote e zucchine, ma stasera vorrei fare qualcosa di diverso.
Che faccio?”
Risultato?
Sono uscita per andare a prendere Danny a scuola e tornando ho comprato quello che mi mancava ossia due bei mazzi di coste, della rucola fresca e dei pomodorini piccolini.
Senza fare tanta fatica, ho preparato il piattino che vedete qui sotto.
Non male no?!
Di sicuro molte di voi sapranno fare di molto meglio, ma sappiate che io fino a 10 fa sapevo giusto cucinare un piatto di pasta quindi per me certi piatti sono un super successo!
 
IpiattofagottinifotoNGREDIENTI PER LA TAGLIATA:
Filetto
Aceto balsamico
pomodorini a ciliegia
rucola
olio e sale
Ora vi spiego velocemente come ho fatto:
Ho preparato su ogni piatto un letto di rucola e pomodorini a ciliegia tagliati in 4.
Ho poi scottato i filetti sulla padella bella bollente, senza nessun condimento, poi li ho tolti dalla padella, li ho tagliati a fettine e ho ripassato le fettine un paio di minuti in padella.
 
ingredientifagottinifotoINGREDIENTI PER I FAGOTTINI DI COSTE:
Due bei mazzi di coste con le foglie grandi (per persona direi che bastano 4/5 foglie)
formaggio grana
besciamella o panna, rigorosamente non fatte in casa sennò è uno sbattimento (va bene anche la panna con pochi grassi o quella di soia)
sale e pepe
ghiaccio
Quando avete tutto INIZIAMO:
Prendete le vostre coste, le lavate bene e separate le foglie dalla parte bianca.
Le foglie le sbollentate al volo (vuol dire calarle in acqua bollente e ritirarle fuori subito) e bloccate la loro cottura calandole in acqua e ghiacchio per poi asciugarle e stenderle su un panno (magari pulito)
Prendete la parte bianca delle vostre coste e la tagliate a dadini piccoli piccoli.
Saltate i dadini in padella con un pò di burro e poi aggiungete un pò di acqua per continuare la cottura fino a che non li vedrete morbidini (non spappolati, ma ancora un pò croccanti).
A quel punto aggiungete un paio di cucchiai di panna, grana, sale e pepe e amalgamate.
Una volta pronta la farcitura prendete la teglia da forno (che intanto avrete acceso e portato a 180 gradi), mettete la carta forno e, recuperando le vostre grandi foglie, fate dei fagottini mettendo al centro di ogni foglia un pò del vostro ripieno e chiudendo la foglia per bene.
tegliafagottinifotoUna volta chiuse le foglie, le spennellate con un pò di burro o mettete sopra ognuna di loro un pezzettino piccolo di burro, e mettete tutto in forno per circa 10 minuti!
A quel punto basterà impiattare.
Io non sono bravissima (Cracco mi darebbe forse 4-), ma ci ho provato e devo dire che sono rimasta soddisfatta dalla faccia stupita dei miei maschi quando ho portato tutto a tavola.
Per una sera niente carote, yahooo
Buona pappa
Barbara
 
 

Raoul e Chiara: problemi di comunicazione?

 
So che sto per “toccare” uno degli idoli delle italiane quindi prima di “prendere le botte” o di ritrovarmi scooter e bici con le gomme a terra, faccio subito un paio di premesse:
1) Raul Bova mi è sempre piaciuto e sempre mi piacerà (anche se preferisco quelli con la faccia da cattivo ragazzo tipo Jeff Goldblum, che forse vi ricorderete come protagonista della “Mosca” e di “Jurassic Park”)
2) Non mi stanno sui maroni i romani, anzi, ho un sacco di amici simpatici a Roma.
3) Chiara Giordano non la conosco e siccome non mi piacciono (fisicamente) le donne… mi sta “neutra”.
Fatte queste premesse ora mi azzardo a dire la mia e vediamo cosa succede, ops.
Ma secondo voi è normale che una coppia che decide di separarsi lo faccia raccontando i cavoli propri sui settimanali di gossip e di moda (perchè “Vanity Fair” per fortuna non fa solo gossip)?
Se io dovessi arrivare a prendere la difficilissima decisione di separarmi e avessi anche dei figli, credo che starei a casa a leccare le ferite mie e dei miei figli spiegando loro che mamma e papà non si amano più come prima, ma che si vogliono ancora bene e che staranno accanto a loro per tutta la vita.
Cercherei di ritrovare la giusta carica e l’energia per ricominciare.
Ovvio che quando uno si sposa spera che sia per sempre e fa il possibile perché ciò accada, ma a volte i sogni si spezzano e la vita ti mette davanti a difficoltà e a scelte molto dure.
Già sono momenti pesantissimi se si è in due, ma se ci sono di mezzo dei figli è ancora più dura.
Se ci sono dei figli bisogna fare il possibile per cercare di mantenere la calma e un forte equilibrio, evitando di farne fare a loro le spese, evitando di prendere decisioni avventate e di dire parole che sarebbe meglio lasciare al vento.
Settimana scorsa è uscito in edicola il numero di “Vanity Fair” con Raou Bova in copertina: diceva di esser stato costretto a rilasciare un’intervista per proteggere i propri figli.
Se nella foto vedete la copertina di “Vanity Fair” un pò rovinata, è perchè sono rimasta talmente colpita dalle sue parole che mi è caduto il giornale in vasca (certe riviste e certi articoli li leggo quando faccio il bagno perchè, di solito, mi rilassano).
Ma fatemi capire: uno per proteggere i propri figli decide di raccontare i cavoli suoi a tutto il mondo?
Nell’intervista dice che i compagni di scuola dei figli andavano da loro a dire che il padre era gay, che era un evasore fiscale etc etc e allora lui ha voluto spiegare bene come stavano davvero le cose.
Scusa Raoul, ma spiegarle a loro non sarebbe stato più carino?!
E la Signora Giordano, che ha sempre tenuto tanto alla privacy della loro famiglia, come ha reagito all’intervista dell'”Ex marito”, di cui non era stata avvisata?
Si è giustamente arrabbiata.
E cosa ha fatto per esternare la sua rabbia?
E’ andata da Roul a dirglielo in faccia?
Ma perdindirindina, certo che no, anche perchè per farlo avrebbe dovuto prendere un aereo.
Roul nell’intervista ha detto che loro due non si sono lasciati per colpa di qualcun altro, ma alla fine dell’intervista è subito volato a Madrid per stare con la sua nuova compagna Rocio Münoz Morales, conosciuta 2 anni fa sul set degli “immaturi”.
E quindi come ha fatto la Signora Giordano a dire a Roul che era molto arrabbiata con lui?
Lo ha chiamato sul cellulare?
Su Skype?
Gli ha scritto un sms?
Un Whatsapp?
Un messaggio in privato su Facebook o su Twitter?
Lo ha fatto chiamare dalla sua cara mamma che di cognome fa “Bernardini De Pace” (anche lei molto arrabbiata: povero Roul)?
Niente di tutto ciò:
Lo ha fatto rilasciando una bella intervista sul numero di “Chi” in edicola oggi e visto che c’era ha anche voluto precisare che il loro rapporto era in crisi da 2 anni (e non da 3 come sosteneva Roul) ossia da quando Roul era sul set di “Immaturi” con Rocio Münoz Morales (che caso!)
Ma bravi!
E’ proprio così che si proteggono i figli (???)
Argh
Barbara