- pratica della sequenza completa del massaggio
- rilassamento del bambino attraverso il “tocco rilassante”
- momenti di riflessione sul rafforzo del legame mamma-papà-bambino
- comunicazione non verbale stimolate dal massaggio (sorriso, contatto attraverso lo sguardo, la pelle, ..)
- trattamento di fenomeni ricorrenti come la stipsi, meteorismo, coliche gassose e pianto
- apprendimento del massaggio per bambini con bisogni speciali
Quando leggo certe cose mi verrebbe voglia di farne un altro, ma poi mi ricordo che non sono Heather Parisi e allora torno coi piedi per terra (anzi, con la gamba per terra! Ahah)
Corina, la mia mitica ginecologa, sa bene quanto sia importante la relazione madre-bambino per una crescita armoniosa e quindi nel Suo studio San Calimero (in zona Porta Romana) ha deciso di promuovere, a titolo gratuito, l’insegnamento del massaggio del bambino.
Il massaggio del bambino non è una tecnica, ma un mezzo privilegiato di comunicazione e di contatto con il proprio bambino.
E’ un modo di stare con il proprio bambino favorendo il legame di attaccamento e rafforzando la relazione genitore-figlio.
E’ un’antica tradizione presente nella cultura di molti paesi. Recentemente è stato riscoperto anche dal mondo occidentale.
L’evidenza clinica e diverse ricerche hanno inoltre confermato che il massaggio ha un effetto positivo sullo sviluppo e sulla crescita del piccolo a diversi livelli.
Con il massaggio possiamo accompagnare, proteggere e stimolare la crescita e la salute del nostro bambino.
I BENEFICI:
Aiuta il bambino a scaricare e dare sollievo alle tensioni provocate da situazioni nuove, stress e piccoli malesseri
Stimola, fortifica e regolarizza il sistema circolatorio, muscolare, respiratorio, immunitario e gastro-intestinale, poiché previene e dà sollievo al disagio delle coliche gassose
Può essere d’aiuto nei disturbi del ritmo sonno-veglia
Facilita la conoscenza e lo sviluppo dell’immagine di sé, così da far sentire il bambino aperto, sostenuto ed amato
Affina il contatto affettivo e rafforza la relazione genitore-bambino favorisce il rilassamento del bambino e dei genitori
COME POSSONO IMPARARE I GENITORI?
Presso lo studio Medico San Calimero è possibile imparare a titolo gratuito l’arte del massaggio del bambino.
L’insegnamento, condotto da un insegnante A.I.M.I (Associazione Italiana Massaggio Infantile con sede a Bologna) avviene in piccoli gruppi di bambini di 3-9 mesi e consiste in 4-5 incontri della durata di un’ora.
Gli argomenti trattati saranno i seguenti:
Ebbene sì: torna On Stage al Bobino la carica e l’entusiasmo del grande Ugo Conti e della sua band.
Vi aspettiamo con i tacchi ben temperati!
Dalle 19.30 alle 21 il dinner buffet da noi offerto e poi si balla.
Ricordatevi che nel nuovo Bobino c’è un comodissimo parcheggio interno gratuito e con 200 posti auto.
Oh Yesss!!!
Barbara
C’è il sole della scenografia di “Striscia la notizia”, c’è il nome di una bimba appena nata e c’è il sole di Formentera, un posto che mi porterò sempre nel cuore.
Se ho nominato questi tre soli è perché oggi vi parlerò di lei, della wonder woman che a cinque giorni dal parto, ha deciso di fare il suo rientro trionfale, in diretta tv su canale 5.
Ieri sera mi sono permessa di commentare la cosa su Facebook e oggi ci terrei a chiarire un paio di cose.
Di solito quando dici che ti sta antipatica una bella e “apparentemente” simpatica, c’è sempre qualcuno che pensa che sotto sotto ci sia della gelosia.
Beh, sappiate che io della bionda signora Svizzera non sono per niente gelosa, anzi!
Posso essere “gelosa” (parliamo di “invidia buona” che l’è megl) di una come Belen, che ho visto un paio di sere fa ad una festa, e che è di una bellezza disarmante, di una sensualità esagerata, ma sopratutto veramente simpatica (e sottolineo “veramente”), ma della “Signora” Trussardi proprio no.
Ho avuto occasione di “conoscere” Michelle ai tempi in cui stava con il mio amico Marco Predolin (eh sì, prima di Eros stava con Marco, anche se poi ha ovviamente quasi rinnegato) e poi l’ho rincontrata più volte in occasione del Festival bar che ha presentato con la mia “sore” Alessia (Marcuzzi).
Non mi sono mai piaciute le persone che sorridono di continuo e che devono sempre e per forza fare le simpaticone: mi sanno di false, e 6 anni fa ne ho avuto la conferma.
Ero in aereoporto di ritorno da Formentera ed ero incinta di quasi 6 mesi, quindi avevo una bella ed evidente”panza”.
Con il mio fidanzato, oggi marito, eravamo in coda per imbarcarci sul volo “Easy Jet” che ci avrebbe riportati a Milano.
Ovviamente, essendo incinta, avevo la precedenza sull’imbarco e davanti a me c’era solo chi aveva pagato il fast boarding.
Indovinate un po’ chi c’era? Una coppia di sconosciuti più la “simpatica” Michelle che, appena si gira e mi vede, mi saluta con un sorriso a 64 denti e mi fa gli auguri per il pancione.
Negli aerei i posti più larghi e più comodi sono le uscite di sicurezza e le prime file, ma nelle uscite di sicurezza le donne incinte e quelli che hanno problemi fisici non posso sedersi, per ovvi motivi.
Mentre Michelle stava per salire le chiedo può mettersi lei in uscita di sicurezza e lasciare a me la prima fila e lei risponde alla mia richiesta con un altro sorriso a 64 denti.
Secondo voi dove si è seduta?
Ovvio: in prima fila! E quando le sono passata davanti mi ha fatto il terzo sorriso della giornata.
Sono donna e quindi dentro di me mi sono detta “Prima o poi gliela faccio pagare alla simpaticona!”
C’è voluto molto meno di quanto pensassi perchè appena atterrati a Milano, sotto l’aereo, si è materializzato un camioncino della polizia, che la aspettava.
Faceva molto caldo quindi hanno caricato lei e la sua inseparabile guardia del corpo evitale così di ritrovarsi schiacciata nel pulmino con noi comuni mortali.
Mi hanno spiegato che spesso in aereoporto guardano la lista passeggeri e se vedono che c’è qualche vips vanno sotto l’aereo a prenderli e spesso recuperano per loro le valigie al tapis roulant.
Certo è che uno può sempre dire “No grazie”, come fece una volta il grande Carlo Ancelotti, ma la signorina ha ovviamente accettato.
Peccato che il mio amico Roberto Alessi, che ai tempi era il direttore del settimanale “Diva e Donna”, mi avesse giusto chiesto di scrivere per lui un articolo su Formentera, visto che ci vado da anni e la conosco moto bene.
Che dire? Ho scritto il mio articolo (che vi ho messo qui sotto) e ho raccontato tutta la mia vacanza: dall’inizio alla fine, senza dimenticare di pubblicare la foto fatta appena scesi dall’aereo, a Milano.
L’anno dopo sono tornata a Formentera e, mentre passeggiavo sulla spiaggia con il piccolo Danny Boy, pensa un po’ chi mi ritrovo sdraiata con il suo amato body guard sul bagnasciuga del “Tiburon”?
La bionda svizzera.
Io ovviamente l’ho salutata educatamente e lei ovviamente mi ha risposto sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi a 64 denti, ma appena mi sono allontanata, pensando che io fossi sorda, si è girata verso il suo bodyguard e, sicuramente non più sorridendo, gli ha detto “L’hai vista quella? E’ lei la str… che ha scritto l’articolo l’anno scorso”.
Che dire? Diffidate di quelli che sorridono sempre.
E sia chiara un’ultima cosa: io trovo giustissimo che le mamme, una volta partorito, tornino a lavorare, specialmente se hanno la fortuna di avere babysitter e parenti che possano aiutarla!
E’ solo ed esclusivamente una questione di scelte: io per esempio ho avuto la fortuna di avere una tata per i primi 4 mesi, ma ho scelto di stare a casa lo stesso, sempre, con lui.
Per non perdermi un momento di quei primi magnifici e importantissimi mesi.
Annullarsi per i figli e dedicarsi solo ed esclusivamente a loro, non fa bene a nessuno.
Una madre, prima di tutto, deve essere una donna e avere le sue soddisfazioni personali, che non sempre possono arrivare solo dalle mura domestiche.
Mi sta bene il saluto ai telespettatori dalla sala parto perché una donna incinta non è una donna malata, ma una donna che sta per vivere uno dei momenti più belli della propria vita e quindi mi sembra giusto aver voglia di condividere con i tuoi fan un momento così importante.
Ma tornare in diretta tv a 5 giorni dal parto ed essere costrette a stare in piedi tutto il tempo, perchè probabilmente avrebbe avuto difficoltà a sedersi, la trovo un’esagerazione.
Secondo me si tratta di un “disturbo” chiamato “mania di protagonismo acuta”.
Voi cosa ne pensate?
Nonostante tutto auguro a Michelle di essere felice e di rimanere presto incinta di un bel maschietto perché siamo tutti in attesa di “Tramonto Trussardi”, tres chic!
Barbara
Spesso mi sento chiedere “ma dove la trovi tutta questa energia?”.
Beh, sappiate che ogni tanto me lo chiedo anche io.
Vi posso solo dire che non mi drogo e che non prendo nessun tipo di energizzante se non una coca light ogni tanto.
Sabato abbiamo portato Danny dalla nonna a Monza perché avevamo una festa e volevamo essere liberi di poter far tardi, senza doverci svegliare presto.
Il programma era quello di recuperarlo ieri dopo la partita di rugby di mio marito e invece… E invece appena sveglia, al posto di restarmene a letto e godermi la mia mezza giornata di libertà, mi sono fatta prendere dai sensi di colpa e ho chiesto a mio marito cosa ne pensasse di andare da sua mamma a recuperare Danny prima di pranzo, così da stare un po’ tutti e tre assieme prima che lui andasse a giocare a rugby. Detto, fatto: alle 12 siamo entrati a casa di mia suocera a Monza e io indossavo un bellissimo e originale cappello da pompiere. Il programma, a sopresa, era quello di portarlo all’open day della caserma dei pompieri in Via Messina, mangiare lì con loro salamelle e cotechino, e poi tornare a casa così papà sarebbe andato a giocare e noi avemmo preso il mio scooter per andare al Museo della Scienza e della Tecnologia dove c’era la giornata “Uovo Kids” dedicata ai bambini, con un sacco di bei laboratori. Picche: Danny boy non ne voleva sapere di fare nulla, ma voleva solo andarsene a casa perché era stanco. Evvivaaaaa! E io che avrei potuto starmene nel letto fino alle 17 e magari farmi anche una dormitina pomeridiana e un bagno caldo con i sali profumati. Vedi a farsi prendere dai sensi di colpa? Arriva subito la punizione divina! Alla fine abbiamo pranzato a casa e mentre papà iniziava a”combattere” al freddo in mischia, ci siamo riguardati in tv “Ralph lo Spaccatutto”. Ma alle 15… Alle 15 mi sono impuntata e anche se il “piccolo mostro” non ne voleva sapere di uscire, l’ho trascinato al Museo Della Scienza. Ma cavolo, sta tutta la settimana chiuso a scuola! Non ce la facevo proprio a farlo stare tutto il giorno in casa, anche se ci sarei stata così volentieri… Perchè noi mamme siamo così cocciute, perchèèèèèèè??? Risultato? Che Danny, una volta arrivato a destinazione, non voleva più tornare a casa! Si è divertito un botto! Siamo andati a vedere i treni, gli aerei e la nave “dei Pirati” e poi si è fatto insegnare a mixare e a scratchare i vinile da un vero dj, ma soprattutto abbiamo costruito una casa di cartone che si è presto trasformata in un piccolo paese. Devo ammettere che mi sono divertita anche io, tanto. Ho iniziato aiutando lui e poi pian pianino ho messo al lavoro altri 3 bambini e la nostra casa è diventata un piccolo borgo con alberi e animali, dove tutti i bimbi venivano a farsi giretto e foto: sono soddisfazioni, ahaha! Ovviamente siamo tornati a casa tardissimo e quindi per cena ho fatto appello a Santa Ikea e ho preparato del fantastico purè surgelato, un ottimo pasticcio di pollo e patate (sempre surgelato), il tutto preceduto da ottimi crostini con burro e salmone Svedese! O si gioca o si cucina, eh che cavolo, ancora non sono riuscita a farmi clonare! La mia energia la trovo nei sorrisi di mio figlio; in quando mi abbraccia e mi ringrazia; in quando mi tiene la faccia tra le mani e me la bacia tutta; nella sua consapevolezza di avere una mamma un pò matta, di cui va fiero. La mia energia la devo al mio grande amore per la vita, sempre e comunque; al mio essere un pò incosciente e ancora molto infantile, a volte così sbadata che mi faccio ridere, da sola. Vi dico solo che stamattina sono scesa di casa con lui, la borsa della palestra, la borsa per la tintoria e il suo zaino. Eravamo come sempre in ritardo e quando siamo arrivati a scuola ci siamo accorti che lo zaino era rimasto sul pavimento del garage quindi ho spedito in classe lui e sono corsa in garage a recuperare il malloppo. Tornata a scuola ho consegnato lo zaino alla bidella, sono risalita in moto per andare in palestra, ma mi sono fermata a parlare con un’altra mamma, restando in sella. Peccato che no ho girato bene la chiave e la batteria dello scooter è morta. Meno male che vicino alla scuola ho trovato un elettrauto molto gentile. Che dire?! Forse dovrei fare un salto all’anagrafe e verificare la mia età. Dovrei averne quasi 44, ma quando sono con lui me ne sento 14. Speriamo che questa sensazione rallenti anche l’invecchiamento cutaneo! Ora vi saluto che corro in palestra. Chi si ferma è perduto!!! Barbara
Quando tempo fa ho scritto il post sull’importanza del tenere viva la coppia e ho scritto che una delle regole fondamentali è quella di ricordarsi ogni tanto di uscire a divertirsi, lasciando a casa figli e pensieri, mi sono dimenticata di scrivere che è molto importate anche la scelta del posto in cui si decide di andare, assieme, ops.
Ieri sera mi era sembrata l’occasione perfetta: compleanno di una cara amica che gli eventi li organizza per lavoro e che quindi per la festa del suo compleanno ci avrebbe messo tutto il suo solito entusiasmo più un gran fetta di cuore. E poi in consolle Graziano della Nebbia, il mago del vinile.
Ma non avevo pensato alle amiche di Alessandra, azz!
Sono donna e mi piacciono gli uomini, ma ieri sera mi sono ritrovata a guardare più le donne dei maschietti!
Per non parlare di mio marito che ha visto Belen e non ha più capito un tubo. Come dargli torto? E’ di una bellezza disarmante, ha un fisico da paura ed è pure simpatica.
Per non parlare di quando inizia a ballare, vabbè!
La festeggiata al menù della festa avrebbe potuto tranquillamente aggiungere il brasato di lingue.
Con tutte le lingue che ho visto per terra…
Anche perchè oltre a Belen ce ne erano parecchie di donne belle e super fisicate.
Devo dire che non mancavano neanche i maschietti carucci, ma si sa che io ho solo occhi per il mio (Hihi)
Ieri sera ho rivisto un sacco di amiche che ormai, o perchè vivono lontane o perché siamo sempre tutte stra incasinate e di corsa, non vedo più tanto spesso.
Che gioia, che gran boccata d’aria!
Che bella sorpresa scoprire il talento di questo famoso dj che io non conoscevo e che mi ha fatto ballare tutta la sera. Stamattina quando sono scesa dal letto ho scoperto che mi facevano male le gambe, un pò come quando vai in palestra ed esageri con l’allenamento.
Bello!
Bello vedere tuo marito che guarda un’altra, ma sai che ama solo te (si spera)
Bello ballare con le amiche di sempre.
Bello vedere la festeggiata che sale su un tavolo a ballare e dall’alto vede tutti noi che ci divertiamo e sorride, felice di averci regalato una serata da sogno.
Bello sedersi a fumare con gli amici una sigaretta fuori, sui gradini della bellissima Residenza Vignale e sapere che dentro c’è tanta gioia ad aspettarci.
Bello tornare a casa e crollare sul lettone sapendo che la mattina dopo si potrà dormire perché il cucciolo è dalla suocera.
Bello ora andare a riprenderlo e vederlo sorridere quando scoprirà che mamma e papà ieri sera hanno fatto i cubisti, ma oggi lo porteranno dai pompieri.
Grazie Alessandra, è stata una festa bellissima e tu eri raggiante!
Buona domenica
Barbara
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA
Ormai riconosciuto come uno degli appuntamenti più curiosi ed innovativi dedicati al mondo dell’infanzia e delle famiglie, Uovokids torna al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Oggi e domani un evento da non perdere per i bambini di tutte le età (0 a 11 anni), un’esperienza originale e affascinante capace di esplorare i nuovi territori della creatività e il loro rapporto con l’infanzia.
Orari: oggi (sabato) 15.00_18.00 | domani (domenica) 10.00_18.00
Ingresso con biglietto del Museo e iscrizione obbligatoria per tutti i laboratori con posti limitati: solo presso l’infopoint Uovokids interno al Museo il giorno stesso dell’attività
ore 10.15 apertura iscrizioni per tutti i laboratori con posti limitati della mattina
ore 14.15 apertura iscrizione per tutti i laboratori con posti limitati del pomeriggio
contatti tel +39 3488039149 mail info@uovoproject.it uovoproject.it museoscienza.org
DA GRANDE VOGLIO FARE IL POMPIERE
Se avete un figlio appassionato di pompieri, come il mio, domani (domenica) , dalle 10 alle 18, ci sarà una giornata dedicata ai bambini alla caserma dei pompieri di Via Messina (ingresso da Via Procaccini)
Pompieropoli, esposizione automezzi e attrezzature, modellismo statico e radiocomandato, parete di arrampicata e tanto altro.
Dalle 12 alle 14 sarà anche possibile, a prezzi modici, pranzare con i pompieri.
ATELIER DEL SALE
Oggi (sabato) dalle 14 alle 19 e domani (domenica) dalle 10 alle 13, ci sarà l’open day all’ “Atelier del sale” in Via Pietro Colletta 7 a Milano tel.02.87.39.25.44 – 392.69.70.777
Per prenotare una seduta gratuita chiamate i numeri qui sopra.
C’è ancora posto anche per l’avventura in grotta delle ore 12 di domani (domenica)
Leggeranno una favola ai bambini dai 4 ai 7 anni e loro stessi ne diventeranno i protagonisti.
I genitori dovranno aspettare fuori (durata 20 minuti)
LA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE AL MUSEO
Domani (domenica 13 ottobre) in molte, moltissime città italiane, i musei aprono le porte alle famiglie organizzando attività per i piccoli visitatori e offrendo riduzioni nei biglietti d’ingresso.
La F@Mu è la versione “zero” di un sogno di KAT, il portale nazionale dedicato ai musei a misura di bambino, nato solo alcuni mesi fa.
Hanno aderito a F@Mu oltre 200 Musei italiani.
Ecco qui sotto l’elenco dei musei milanesi finora accreditati, ma mi raccomando, ricontrollate sul sito perché di sicuro ci sarà qualche new entry!
Palazzo Reale | Mostra Pollock
Museo del Novecento
Museo di Storia Naturale
Hangar Bicocca
GAM – Galleria di Arte Moderna
Triennale Design Museum
Museo Civico Archeologico
Pinacoteca Ambrosiana
Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico
Museo Diocesano
MIC – Museo Interattivo del Cinema L’Assessorato, in occasione della F@Mu, ha dato l’ingresso gratuito a tutti (famiglie e non!) al Museo di storia naturale e al Museo del Novecento. Per altre informazioni visitate il sito www.famigliealmuseo.it Buon week-end a tutti! Barbara
Museo di Storia Naturale
Hangar Bicocca
GAM – Galleria di Arte Moderna
Triennale Design Museum
Museo Civico Archeologico
Pinacoteca Ambrosiana
Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico
Museo Diocesano
MIC – Museo Interattivo del Cinema L’Assessorato, in occasione della F@Mu, ha dato l’ingresso gratuito a tutti (famiglie e non!) al Museo di storia naturale e al Museo del Novecento. Per altre informazioni visitate il sito www.famigliealmuseo.it Buon week-end a tutti! Barbara
Oggi avrei voluto scrivere altro e magari più tardi lo farò…
Ho deciso di aprire questo blog per condividere il mio entusiasmo e la mia voglia di vivere, sempre e comunque, ma oggi sono costretta a fare una piccola eccezione perchè sono troppo incazzata (scusate, ma non trovo termine più adatto!)
Se poi vogliamo andare ad analizzare il tema di questo post, alla fine sempre di voglia di vivere si parla, ma della voglia che aveva quel bambino che non c’è più perché sua madre ha deciso di zittirlo.
Il 21 maggio del 2008 la cassazione ha confermato la condanna di Anna Franzoni a 16 anni, per omicidio.
Già gli anni dovevano essere 30 e sono stati ridotti a 16 (13 con indulto).
Peccato che questa signora, dopo soli 5 anni, ha ottenuto la semi libertà e da lunedì scorso tutte le mattine può uscire dal carcere per andare a lavorare in una cooperativa e rientra solo la sera.
Ma che cavolo, io davvero non capisco!!!
E pensare che nel novembre del 2008 una perizia psichiatrica, chiesta dalla stessa Franzoni, ha confermato il rischio di reiterazione del reato, negandole la possibilità di incontrare i figli fuori dal carcere.
E ora le danno il permesso di uscire?
E poi non mi dite che la giustizia è uguale per tutti perchè se questa fosse stata una qualunque…in carcere ce l’avrebbero lasciata.
Purtroppo mi tocca riparlare di Corona, ma abbiate pazienza: vi sembra normale che, nel momento i cui scrivo, un cretino sia dentro e un’assassina sia fuori?
Non sono un giudice quindi non posso giudicare, ma qualcun altro l’ha fatto e la signora è stata condannata per avere ucciso il figlio, lo stesso figlio che aveva deciso di mettere al mondo.
Ovviamente siete liberi di pensare che lei sia innocente, ma io sono libera di dire che non le ho mai creduto.
Ma come si può solo pensare di fare qualcosa di così agghiacciante?!
Anche io mi arrabbio, eccome se mi arrabbio: ci sono momenti in cui mio figlio mi tira talmente scema (sì lo so che lo sono già di mio) che divento paonazza e mi escono le vene dal collo, ma cavolo, non sarei capace neanche di tirargli un ceffone!
Una sola volta ho avuto voglia di farlo e per sfogarmi ho diretto il mio gesto verso il muro, che ovviamente ha vinto 1-0 sulla mia povera mano.
Avrei potuto tirare la manata sul muro liscio e invece ho voluto strafare e ho beccato i mattoni a vista.
Che dire? Che fare la mamma è davvero il lavoro più difficile del mondo, ma quando leggo che la “poverina” aveva sofferto di depressione post partum…mi fa venire i brividi.
Sarà mica un’attenuante l’aver sofferto di depressione post partum?!
E’ pieno di donne che soffrono di depressione post partum, ma non arrivano a fare quello che ha fatto lei.
Diventare mamma e rendersi conto che da quel giorno una creatura dipenderà del tutto da te e avrà sempre bisogno di te, del tuo affetto e del tuo equilibrio, è una cosa difficile e non sempre immediata, ma poi la depressione passa e arriva quell’amore puro che spesso ti fa sentire “gonfia di gioia”.
Se quella donna ha davvero fatto quello che ha fatto e per cui è stata condannata, non ha scuse e deve stare dentro, a vita. Altro che 16 anni o 13 con indulto, io le ha avrei dato l’ergastolo.
Ma ora torniamo alla Barbara di tutti i giorni.
Rileggendo le parole sottolineate, quattro righe qui sopra, mi è venuto un dubbio: “Fosse che forse in questo periodo non sono ingrassata, ma più felice del solito?!”
Barbara
So che molti pensano che io sia Milanese perchè ormai sono qui da quasi 24 anni, ma la verità è che sono Veneziana e che nella città della Madonnina ci sono arrivata nella fine degli anni ’80, i mitici anni ’80.
Se a 19 anni ho deciso di venire a vivere a Milano la colpa è solo sua, di Carla Nani Mocenigo, mia zia.
“Colpa”? Forse sarebbe più esatto dire “merito”.
Quando andavo a liceo (lo scientifico G.B.Benedetti di Venezia), il venerdì, nei mesi che precedevano i periodi delle sfilate, ma non solo, arrivavo a scuola con lo zaino con i libri e la mia sacca grigio chiara della Samsonite con dentro tutto l’occorrente per un week-end fuori porta..
Appena suonava la campanella dell’ultima ora, scappavo in stazione a prendere l’intercity Venezia-Milano delle 13.55.
Arrivavo a Milano, prendevo la metropolitana e andavo diretta in Via Dante 4, in ufficio da lei, da mia zia, la mia maestra.
Ai tempi mia zia era una delle più importanti Pr di Milano e lo era nel vero senso che la sigla “Pr” vuole dire: era una super esperta di “Pubbliche Relazioni”.
Lei si che sapeva intrattenere le relazioni pubbliche con i suoi clienti, con la stampa e con il pubblico dei suoi clienti.
Dopo averla vista lavorare e aver avuto la fortuna di poterle dare una mano, avevo deciso: da grande anche io volevo fare la Pr.
Quando sei ragazzina e vivi in una città così particolare come Venezia (una città bellissima dove però c’è ben poco per i giovani), vivere in una città come Milano può diventare molto facilmente il tuo sogno: la moda, le sfilate, gli eventi, le feste, i personaggi che a Venezia potevo vedere solo in televisione o sulla carta patinata, e non solo.
Detto, fatto: a 19 anni ho finito il liceo e mi sono trasferita a Milano per studiare Pubbliche Relazioni, allo I.U.L.M., e per vedere, conoscere e imparare tutto quello che fino a quel giorno per me era stato solo un miraggio.
Forse avrei potuto e dovuto iniziare a lavorare con lei, ma lei era molto importante e io troppo orgogliosa: non volevo diventare “la nipote di”, ma volevo percorrere la mia strada con le mie gambe.
Mi sono spesso ritrovata a chiedere se avessi fatto la scelta giusta…
Ieri ho pranzato con la mia zietta e abbiamo fatto due chiacchiere, rispolverando i vecchi tempi: volevo ricordare quello che già sapevo, ma che avevo dimenticato (lei invece non dimentica nulla!!!) e volevo saperne di più.
Mia zia ha iniziato a fare la Pr fine anni ’60 inizio anni ’70: io ancora non c’ero e se c’ero non sapevo ancora parlare (quando ho imparato ho recuperato subito il tempo perso!!!).
Il suo primo cliente fu “Motta”, nel ’68.
Mia zia iniziò aiutando Enrico Vaine, scrittore che ai tempi era dirigente dell’ufficio pubblicità di “Motta”. Enrico Vaine si era ritrovato a produrre alcuni spot che avevano come protagonisti cantanti lirici e mia zia era amica di molti cantanti lirici e registi: tra le sue più grandi amicizie c’erano Maria Callas e Luchino visconti
Dopo la sua prima esperienza con “Motta”, siccome riteneva di non aver imparato molto, la zia andò a lavorare con il grande Guido Mengacci, da “Life impact”, in Via Montenapoleone.
Fu lui che le insegnò il mestiere di Pr.: la obbligava ad andare da tutti giornalisti, uno per uno, per presentare l’agenzia e il loro clienti, ma soprattutto per fare una foto di ogni giornalista e per preparare, di ognuno di loro, una scheda dettagliata con data di nascita, squadra del cuore e tanto altro.
Tutte informazioni indispensabili per costruire e mantenere le famose “Relazioni pubbliche”.
Guido Mengacci era molto severo, ma bravissimo.
Dopo un paio di anni mia zia decise di iniziare a camminare con le sue gambe e aprì la sua agenzia.
Il primo cliente fu “Busnelli arredamenti” e successivamente arrivarono i clienti di moda e beauty, le sue grandi passioni: “Rinascente”, “Annabella” di Simonetta Ravizza, “Elisabeth Arden”, “Triumph” e tanti altri.
Mi ricordo ancora quando andavo in ufficio ad aiutarla e lei, come ricompensa, mi faceva entrare nella “stanza dei desideri” (dove c’erano tutti i prodotti delle aziende che seguiva) e mi faceva scegliere un costume da bagno, una borsa o una crema da viso.
Mia zia ha sempre messo una grande passione nel suo lavoro e nelle relazioni con le persone, tanto che anche ora, che ha da qualche anno superato i 70, non riesce a stare ferma un attimo e non dimentica mai un compleanno.
E’ un portento e non si può non volerle bene: è la zia che tutti vorrebbero avere.
Lo dimostra il fatto che Milano, ma non solo, è pieno di professionisti, imprenditori, artisti, attori, e chi più ne ha più ne metta, che la chiamano “zia Carla”, anche se non sono i suoi nipoti.
A proposito di attori e di teatro…
La zia vide la sua prima opera all’età di 4 anni: Madama Butterfly.
Fu mia nonna Amalia, che conoscendo la sua grande passione, iniziò a portarla a teatro e infatti da quel giorno non smise più.
Fu proprio attraverso questa sua grande passione che conobbe quello che poi divenne suo marito.
Si incontrarono quando Franco Enriquez era a Venezia per la regia di “Il Barbiere di Siviglia”, alla Fenice.
Mia nonna Amalia conobbe Franco, attraverso un amico comune, all’Harry’s bar, proprio lì dove proprio per mia nonna, inventarono il Carpaccio.
Fecero amicizia e la nonna lo invitò a pranzo a casa, per il giorno dopo.
Fu proprio a casa nostra che il grande regista iniziò a corteggiare mia zia Carla.
Quando Maria Callas, cara amica della zia, seppe del corteggiamento in atto, la mise in guardia dicendole di stare attenta perché Franco era un gran donnaiolo.
Maria si oppose talmente tanto a quella relazione, che non andò neanche al loro matrimonio e quando le mandò il regalo lo indirizzò solo a lei e non al marito.
Ovviamente quando mia zia e Franco si separarono…Maria Callas gioì.
Quando negli anni ’80 il riavvicinamento tra zia Carla e zio Franco era ormai cosa quasi fatta, lui purtroppo morì. Fu allora che mia zia sposò, in seconde nozze, il suo lavoro.
Che dire !? Grazie zia, mi ha insegnato tanto e ancora oggi continui a darmi un sacco di preziosi consigli.
Senza di te forse non mi sarebbe venuta voglia di venire a vivere a Milano, non avrei imparato quello che ho imparato e non avrei conosciuto mio marito.
Ma soprattutto tu non avresti quel pronipote che ora tanto ami e tanto vizi.
Ti voglio bene
Barbara
Ore 6 prima sveglia naturale. Mi scappa pipì, mannaggia a quella cavolo di tisana digestiva e drenante!
Vado, torno e cerco inutilmente di riaddormentarmi
Ore 7.15 suona la seconda sveglia, meno naturale e più rumorosa di quella di prima: è la sveglia di papà, che lavora a Bergamo. Mi giro dall’altra parte sapendo che ho ancora 15 minuti di “bonus calduccio”.
Ore 7.30 suona la terza sveglia della casa: è la sveglia di Danny. La sento dalla radiolina che ancora ci collega e che ci collegherà fino a che non andrà a vivere da solo.
Basta, sono irrimediabilmente fottuta! Devo scendere dal letto e arrendermi al freddo che mi aspetta.
Appoggio i piedi per terra e nonostante il mio 41 di piedi, inizio a barcollare verso la cucina.
Per fortuna mio marito la mattina presto reagisce meglio di me (Lui è da anni che si sveglia presto e quindi è abituato, LUI) e ha già preparato la colazione per tutti
Torno in camera per infilarmi la vestaglia e visto che ci sono apro la finestra: merd, piove! E ora?
Ormai lo sano anche i muri che io non sono dotata di macchina, ma solo di bici e di scooter quindi?!
Quindi come ci arriva Danny a scuola? In macchina con papà o in tram con me?
Se deve andare con papà allora devo frullargli il latte con i biscotti e vestirlo mentre ingurgita la sua colazione con la cannuccia, infilandola la dove il suo primo dentino caduto, ha lasciato un bel buchino.
Ma mentre sto cercando di decidere il da farsi…smette di piovere. Bingo! Si fa con calma e ti porto io in scooter.
Ore 8.15 siamo in garage, infiliamo i caschi e saliamo sullo scooter. Infilo la chiave, giro, ma niente, nessun rumore! Ops
Non so cosa sia successo e ora non ho tempo di pensarci: via di corsa verso la fermata del tram ad acchiappare, per una botta di fortuna, un bel 16 al volo.
Siamo senza biglietto, azz, chi ce ne vende uno? Trovato, grazie signora.
E mentre sto spiegando su whatsup a mio marito cosa è successo…perdo la fermata della scuola. Eh no, pure questa ci mancava!
Scendiamo alla fermata dopo e via di corsa verso scuola. Ore 8,40 Danny è in classe e io in tram di ritorno verso casa.
Prendo lo scooter e lo spingo verso l’elettrauto. Ma quanto pesa uno scooter spento?!?! Arghhhh
Sarà la batteria scarica?
Me lo lasci qui e ripassi tra un paio di ore così lo metto in carica!
Bene, e adesso come ci vado a pranzo con mia zia in centro? La chiamo e le dico che ho avuto un problema? ma no daiiii, non posso disdirre il nostro pranzetto fisso del martedì dopo sole tre settimane dall’inizio di questa nuova bella abitudine.
Ok corro a casa e prendo la bici, via!
Ho corso così tanto che sono arrivata in anticipo.
Mi siedo al “That’s vapore” e mi predo 10 minuti di relax?
Ma no dai: visto che ci sono vado da “Villa” a ritirare il mio anello di fidanzamento che mi hanno messo a nuovo. Senza di lui mi sento nuda.
Alle 12.45 arrivo puntualissima al nostri pranzetto e mia zia è li che mi aspetta, col suo sorriso e un pacco di foto per me (domani ve le faccio vedere!)
Alle 13.20 abbiamo già finito di mangiare e lei vuole andare a casa quindi io ho quasi un’ora libera prima di andare in palestra.
Che faccio? Passo a casa e mi sdraio 10 minuti sul divano?
MA no dai, facciamo quelle due commissioni che mi sono segnata sull’agenda.
Alle 14.30 sono in sala, al Get Fit. Sono stanca morta, ma voglio allenarmi, devo allenarmi. Devo bruciare tutti i biscotti che mi sono mangiata ieri sera dopo cena, uffa!
Finisco di allenarmi e trovo un sms sul mio cellulare.
Lo scooter è pronto. Via di corsa a casa a mettere la bici in garage e poi a piedi dall’elettrauto a ritirare la moto: erano le spazzole del motorino di avviamento. “20 euro di spazzole e 70 di manodopera per 2 ore di lavoro.
Voglio fare l’elettrauto!
Passo a casa a mollare la borsa della palestra e decido di straiarmi 10 minuti sul divano, ma mi accorgo che mi è rimasto in borsa il cavo di una mia amica per caricare il cellulare. Tra il pranzo e la palestra ero passata da Paola al “Deposito 54” a ritorare un braccialetto e avevo messo in carica il mio cellulare , per 5 minuti.
Ok niente divano, corro da Paola a riportarle la sua spina.
Alle 16.30 arrivo davanti a scuola puntuale , puntualissima, e godo di questa puntualità, nonostante tutto.
Mamma andiamo un pò al parchetto?
Mi compri una palla?
Giochiamo a calcio?
Per fortuna lassù qualcuno ha guardato in basso, ha visto una mamma stravolta e ha mandato giù un pò di pioggia.
Fuggi fuggi generale dal parchetto e tutti a casa.
Wow! Finalemente a casa.
Papà stasera cena fuori quindi possiamo farci una veloce pasta in bianco e con un po’ di frutta, la cena è fatta.
Facciamo così ok? e poi ci lanciamo sul divano a guardare la televisione, abbracciati.
Ma va? Facciamo una pizza col mascarpone e il cioccolato fondente
Impasta, taglia, trita, sporca, lava.
Mangia, mangia e mangia!
Ora ci sdraiamo vero?
Ma non si può mangiare una pizza col cioccolato per cena.
Facciamo un pò di pasta fresca e un uovo alla coque, con i crakers sbriciolati dentro.
e poi siccome mi è avanzato del riso, e dei piselli…mi porto avanti e preparo anche gli arancini di riso per domani.
Ora ci sdraiamo vero?
Azz, sono già le 20.30!?!?
Ok dai mettiamo il pigiama, laviamoci i denti e andiamo a nanna.
Mamma facciamo una cosa: stasera i grattini te li faccio io ok?!
E poi si chiedono perché io ami così tanto mio figlio!??!
Lui si che ha capito tutto.
E a quel punto mi sono finalmente sdraiata, nel suo letto, accanto a lui, e mi sono fatta fare i grattini sulla schiena dal mio piccolo principe azzurro, e mi sono addormentata, prima di lui.
Certo che noi mamme ogni tanto siamo un pò masochiste eh!!?
Sempre di corsa anche quando potremmo benissimo fermarci, almeno un attimo.
Ma siamo fatte così e, sotto sotto, ci piace.
Barbara
È arrivato il freddo e quindi posso ufficialmente inaugurare la stagione delle vellutate e delle minestre: sono sane, riempiono e soprattutto non fanno ingrassare (se non ci mettete un quintale di olio e altre schifezze).
L’ideale sarebbe mangiare una bella minestra o una vellutata prima di cena, magari mentre stai ancora finendo di cucinare.
Avete presente quei momenti in cui ti viene una fame atavica e inizi ad assaggiare tutto quello che stai cucinando, più e più volte, forse anche troppe volte?!
Una volta ho assaggiato talmente tanto che quando è arrivato a casa mio marito non c’era più niente! Ahahahaha
Ecco, quando vi viene quella fame lì allora mangiate una bella minestra per tappare il buco (io ci provo spesso, ma spesso finisco prima sul pacchetto dei taralli!)
Ma ora parliamo di cose serie: la ricetta di oggi.
Vi bastano 2 INGREDIENTI anzi 3, più 2 facoltativi:
1) 200 grammi di fave secche decorticate (io compro quelle spezzate che costano pure meno)
2) 1 kg di cicoria
3) olio
4) facoltativo: pecorino grattugiato
5) facoltativo: pepe Quando avete tutto INIZIAMO: Sciacquate bene le fave e mettetele in 1 litro e mezzo di acqua fredda salata. Fate bollire e continuate a cucinare per un’ora a fuoco basso, fino a che vedrete che le fave si saranno spappolate e la consistenza della vostra minestra sarà cremosa. Intanto avrete pulito la vostra cicoria eliminando il grosso dei rami bianchi (ma non tutto) e la avrete fatta bollire in acqua salata per una ventina di minuti. Una volta pronta scolate, strizzate e tagliate a pezzetti. Per finite passate la vostra cicoria in padella un paio di minuti con un goccio di olio. Ecco fatto! Ricetta facile facile no!? Ora basta prendere un piatto fondo, metterci la vostra minestra di fave e al centro una bella montagnetta di cicoria. Io alla fine ho dato una spolverata di pepe e di pecorino grattugiato e ho decorato il tutto con un filo d’olio. Bona vera! Barbara
3) olio
4) facoltativo: pecorino grattugiato
5) facoltativo: pepe Quando avete tutto INIZIAMO: Sciacquate bene le fave e mettetele in 1 litro e mezzo di acqua fredda salata. Fate bollire e continuate a cucinare per un’ora a fuoco basso, fino a che vedrete che le fave si saranno spappolate e la consistenza della vostra minestra sarà cremosa. Intanto avrete pulito la vostra cicoria eliminando il grosso dei rami bianchi (ma non tutto) e la avrete fatta bollire in acqua salata per una ventina di minuti. Una volta pronta scolate, strizzate e tagliate a pezzetti. Per finite passate la vostra cicoria in padella un paio di minuti con un goccio di olio. Ecco fatto! Ricetta facile facile no!? Ora basta prendere un piatto fondo, metterci la vostra minestra di fave e al centro una bella montagnetta di cicoria. Io alla fine ho dato una spolverata di pepe e di pecorino grattugiato e ho decorato il tutto con un filo d’olio. Bona vera! Barbara