VFNO: Faccio cose, vedo gente…

 
VFNO alias “Vogue Fashion Night Out 2013”.
O se vogliamo proprio tradurla bene bene: “Faccio cose, vedo gente”.
Eh sì perchè alla fine la serata in questione altro non è che circa 500 negozi aperti fino a tardi e fiumi di gente che girano da un negozio all’altro in cerca dell’acquisto low cost  (COSE) o della foto col vip (GENTE).
Sono un’amante dello shopping quindi potrei forse non amare la “notte bianca della moda”?
C’è di bello che ormai sono sempre di più quelli che durante la serata organizzano veri e propri eventi che danno modo di passare una piacevole serata anche senza dover per forza comprare qualcosa (le foto col vip però restano sennò cosa pubblico nel blog?)
Peccato solo per il macello di gente che ti fa passare la voglia di entrare in certi negozi, peccato per chi se ne approfitta e per strada vende le birre alla spina a 6 euro (un furto legalizzato).
Secondo me i negozi dovrebbero stare aperti più spesso fino a tardi, almeno il venerdì e il sabato.
Adorerei andare a cena con un’amica e dopo cena andare a fare shopping tutte un pò “ciucche” (traduzione: brille)
Mi è piaciuto anche il fatto che l’ingresso al centro in macchina fosse vietato e quindi si camminava più liberamente.
Avevo proprio voglia di farmi una seratina a zonzo con il mio maritino.
“Mamma visto che stasera uscite e io resto con la tata, ci fai gli arancini di riso che mi piacciono tanto?”.
Ma dirmelo prima che mi lavassi i capelli no!?
Ieri sera sono uscita con un brufolo gigante sul mento e i capelli che puzzavano di fritto: very Fashion.
Siamo passati dal mio amico Antonio Gavazzeni di Bagutta che presentava una bellissima borsa fatta per lui da “Mia bag”, poi siamo andati dal simpaticissimo Antonio Gallo che ci aveva invitati all’evento da lui organizzato nello store Pirelli.
Il tempo di salutare la sempre elegante e simpaticissima Valeria Mazza e suo marito Alejandro, il tempo di ammirare una top model altissima di cui non ricordo il complicato nome (mica sono una blogger di moda io!) che chiacchierava con il sempre affascinante Marco Tronchetti Provera, il tempo di fare un foto con capitan Zanetti, che mi costerà una forte orticaria (sono Milanista io!), e poi via verso Palazzo Visconti per l’evento di Vogue Gioielli.
Palazzo Visconti: che angolo di paradiso.
Guardare verso l’alto, vedere quei piccoli balconi, sapere che dietro quei balconi una volta ci dormivano gli ospiti del Palazzo, scoprire che se gli ospiti erano donne allora era facile che si affacciassero per ascoltare, in gran segreto, le chiacchiere da salotto…
Che luoghi ricchi di fascino.
Belli i gioielli esposti, vulcaniche le mie amiche che ho incontrato lì, un pò per caso, e simpatico il cameriere del Toulà di Treviso (catering della serata) che, quando ha scoperto che ero Veneziana, non ci ha più mollati e ci ha nutrito e dissetato per il resto della serata.
E io che mi ricordavo che durante gli eventi della Moda non si mangia mai nulla, argh!
Peccato per Claudia Galanti che ho sempre ammirato per il gran fisico e l’eleganza.
Peccato che abbia fatto il suo ingresso con un fare decisamente “altezzoso”: che delusione, me l’aspettavo meno rigida.
“Guarda che non ce l’hai solo tu, e sappi che anche la mia è verticale come la tua, ciapa!”
Meno male che c’era la luna piena e che ero troppo occupata ad ululare sennò avrei corrotto il mio amico cameriere per rovesciarle addosso un bel vassoio di ottime tartine con la mousse di baccalà mantecato (sai che spreco!).
Pensate che ridere, per noi.
Ma il rimpianto più grande resta quello di aver incontrato solo a fine serata quel pazzerello di Pif e Pablo, il mago del trucco .
Con Pif mi sarei fatta delle grandi risate tutta la sera perchè è proprio una “iena”, e Pablo avrebbe saputo bene come coprire il mio gigante brufolo, uffaaa!
Barbara

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Ocio che sparo!

 

Avete mai sognato di sparare alla sveglia?
Io sì, tante volte.
Quando ero giovane (sto parlando di un paio di anni fa, e non ridete!) odiavo la sveglia.
Avevo una sveglia nera di plastica di quelle quadrate col tastino sopra per spegnerla, ma era inutile: alle 7.15 suonava e alle 7.15 qualcuno (chissa chi?!) la spegneva, subito, senza neanche accendere la luce, al buio.
Alla fine veniva mia mamma a darmi la sveglia definitiva, credo: sono passati giusto un paio di anni quindi la mia memoria è un pò annebbiata, sorry.
Adesso so che molti di voi mi odieranno, ma credo di non aver mai più avuto una sveglia sul comodino, da allora.
Sono stata per anni la “donna della notte” e quindi non avevo bisogno di sveglie: uscivo la sera (non andavo a battere, ma facevo la pr per locali ed eventi), tornavo tardi e mi svegliavo quando me lo diceva il mio corpo.
Sono riuscita anche a frequentare e finire l’università senza sveglia: non chiedetemi come, ma io alle lezioni allo I.U.L.M. ci arrivavo sempre puntuale, anche senza quel maledetto “Driiinnn”.
La prima sveglia che entrata in casa dopo aaaaaannnnnni e aaaaannnniiiii è stata quella di mio marito, ma era la SUA sveglia, non la MIA sveglia.
Quella maledetta sveglia da circa 8 anni (da quando viviamo insieme) suona alle 7.15, ma, fino a giovedì scorso, quella sveglia restava comunque la SUA sveglia e infatti era LUI che alle 7.15 la spegneva ed era sempre LUI che subito dopo “strisciava” in bagno a lavarsi e vestirsi, e poi in cucina a fare colazione.
Ho scritto “strisciava” perchè (poverino!), per 8 anni gli ho complicato la vita non poco chiedendogli di fare sempre tutto in massimo silenzio: io  speravo sempre di riaddormentarmi e Daniele continuava a dormire.
Difficilmente riuscivo ad addormentarmi, ma almeno restavo a letto in posizione fetale con un primo cuscino sotto alla testa e un altro “abbracciato” (forse si dice “aggambato”) dalle gambe.
Io dormo così da sempre, se è un problema scrivete al mio avvocato.
Danny invece se la ronfava fino 8.30/9 e infatti arrivavamo all’asilo sempre per ultimi, poco prima delle 10.
Ma dal 12 settembre 2013 è cambiato tutto: la SUA sveglia è diventata anche la MIA e alla SUA sveglia si è aggiunta anche la prima sveglia che Danny ha voluto come regalo per il suo primo giorno di scuola (si pentirà ben presto).
La mia vita non sarà più la stessa!
Il maschio grande si alza, si lava e si veste e io resto nel letto ancora un quarto d’ora (santi 15 minuti), ma quando alle 7.30 suona anche la sveglia di Danny, allora ecco che la giornata inizia davvero, per tutti e tre.
Era da anni, decenni, che non uscivo di casa prima delle 9/9.30 (salvo rari casi).
Sto scoprendo un mondo nuovo che fino a pochi giorni fa non conoscevo: il traffico delle 8.15 che per fortuna schivo con lo scooter, i colori del cielo, il freddo, lo strombettare dei clacson, le facce delle mamme e dei papà che magari quando uscivo io erano già negli uffici a lavorare, e tante altre cosucce.
Nelle ore in cui normalmente uscivo io non c’era tutto sto casino!
Ma siccome io sono una che vede sempre il bicchiere metà pieno, so già che presto riuscirò a trovare il buono anche nel dovermi svegliare alle 7.15.
Per ora posso dire che riesco a fare un botto di cose in più, che alle 9 ho già fame come se fosse orario di pranzo, che ieri mattina quando ho sentito la sveglia ho cercato di ricordare se mi ero preparata per l’interrogazione e che mi è spuntato un enorme brufolo sul mento come negli anni in cui andavo alla scuola media, e mi suonava la sveglia.
Vi prego ditemi che la sveglia fa ringiovanire.
Vi prego ditemi che il brufolo gigante che ho sul mento è acne giovanile ed è quindi legato al suono della sveglia che mi riporta indietro, nel tempo.
Vi prego ditemi che tra poco mi abituerò e non andrò più a letto distrutta alle dieci di sera, come sto facendo negli ultimi giorni.
Vi prego ditemi qualcosa che mi faccia amare i miei nuovi orari sennò vado a comprare una sveglia come quella di mio figlio, dove per fare smettere la soneria devi fare centro per ben tre volte di seguito.
Solo che io invece della pistola di plastica mi compro una pistola vera e propria e la sveglia la ditruggo, al primo colpo!
Barbara 

Il 25 settembre tutti al Luna Park, per divertirsi e per regalare un sorriso.

 
Mamme, zie, nonne, amiche di Milano e dintorni!
Aprite l’agenda e segnate: mercoledì 25 settembre dalle 14.30 alle 19 ci vediamo tutti al Luna Park dell’Idroscalo, in Via Rivoltana 64 a Segrate, Milano.
Il Luna Park è stato interamente affittato dall’associazione CBDIN, un’associazione che dal lontano 1930 si occupa dei piccoli ricoverati nella divisione infantile del neurologico “Carlo Besta”, e delle loro famiglie.
La CBDIN è sempre presente con un’assistente sociale pronta ad accogliere richieste e bisogni dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, e con un utilissimo servizio telefonico per tenere sempre in contatto i parenti dei pazienti con i medici.
L’associazione ha contribuito per l’acquisto di farmaci per la terapia del dolore e ha attivato un contratto di collaborazione per attività di psicologia clinica dedicata ai pazienti più gravi.
L’associazione ha sempre dato una grossa mano sia dal punto di vista sociale che sostenendo e valorizzando iniziative innovatrici nel campo della Neuropsichiatria infantile.
La ricerca genetica va aiutata e sappiamo bene che i costi sono alti.
Che dire? 
Ho una grande ammirazione per chi dedica la sua vita ad aiutare i bimbi meno fortunati e i loro genitori.
Non voglio scendere nei dettagli parlando di malattie e di cose tristi, ma voglio solo dire che ogni tanto ricordarsi di essere più fortunati di tanti altri, può fare solo del bene, a tutti.
A volte può bastare anche una telefonata, un saluto e due chiacchiere con qualcuno che non sentivamo da un pò.
A volte possono bastare un paio di monete.
A volte anche solo un sorriso fatto al momento giusto, può fare tanto.
A volte quello che per noi può sembrare poco, per altri può diventare molto.
Quel giorno il biglietto costerà 20 euro a persona, sia per i piccoli che per gli adulti.
Con quel biglietto avrete diritto a fare tutte le giostre che vorrete, per quante volte vorrete, e inoltre ci sarà una bellissima super merenda offerta e preparata dalle donne dell’associazione con bevande, succhi vari e tante altre cose buone offerte dagli sponsor.
Mettete una mano sul cuore e l’altra nel portafoglio: aiutiamo chi non sempre riesce a sorridere.
Spargete la voce, pubblicate la notizia sulle vostre bacheche, twittate, telefonate, portate gli amici e gli amichetti.
I biglietti si possono acquistare direttamente all’ingresso, alle casse.
Ci vediamo al Luna Park il 25 settembre: noi ci saremo!
Grazie di cuore.
Barbara

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Non fare lo struzzo – lezione numero 10: il tempo passa, per tutti.

 
E’ inutile far finta di niente, alla fine bisogna ammetterlo: il tempo passa, per tutti.
E’ da quando sono tornata dalle vacanze che andrei a letto prima di mio figlio.
La sera sono stravolta, a pezzi, sderenata.
E se mi capita di andare a dormire dopo mezzanotte, il giorno dopo ci metto le ore a riprendermi: mi sveglio con certe occhi gonfi che più che borse, sotto gli occhi mi sembra di avere delle mongolfiere.
Se penso ai tempi in cui alle dieci di sera ero in bagno a prepararmi per uscire…
Adesso alle dieci di sera, di solito, sono in bagno a levare le lenti.
La verità è che il tempo passa e le energie non sono più le stesse: quando eravamo più giovani potevano fare le 4 del mattino e svegliarci anche alle 9, senza conseguenze, almeno fino a sera dove ovviamente iniziavamo a sentire un pò di stanchezza, ma con un piccolo, piccolissimo sforzo, riuscivamo ad uscire di nuovo, senza sosta.
Magari sapevi che c’era uno che ti piaceva che andava da qualche parte, e allora usavi un pò di correttore in più se era sbucata una piccola occhiaia, e poi via di fondotinta, terra, rimmel e lucida labbra effetto super attack (una vera arma di conquista).
Forse, proprio parlando di uomini, non è solo una questione di età, ma di realizzazione, di sogni avverati.
Spesso la sera uscivo con la speranza di realizzare i miei sogni, con la speranza di avere un bel colpo di culo (sorry, ma “fortuna” non avrebbe avuto lo stesso effetto) e di incontrare finalmente l’uomo giusto, colui che sarebbe diventato prima il mio compagno di vita e poi il padre dei miei figli (ma ora togliamo pure il plurale: uno basta, e avanza!).
Sono dovuta andare fino in Africa per incontrare LUI, ma alla fine è successo: il mio sogno si è avverato e dopo circa 5 anni è arrivato anche Danny.
Ora me la guferò, ma posso dire di avere tutto ciò che desideravo. Ecco che allora uno dei motivi principali delle mie uscite ha finito di esserci: ora quello che voglio ce l’ho, a casa.
La caccia è chiusa (per ora).
Quando esco spesso lo faccio con mio marito perché se si sta in casa si finisce col crollare davanti ad un film, sul nostro divanone.
Usciamo per vedere gli amici, per andare a farci una mangiata in compagnia e a volte, ma proprio ” a volte”, anche per fare due salti.
Adoro ballare, ho sempre amato ballare, ma non ho più voglia di fare le 4 del mattino e purtroppo a Milano, se vuoi ballare, gli orari sono quelli.
Ecco che allora mi sono “inventata” la mia serata del mercoledì al Bobino: almeno inizio a ballare già dalle dieci di sera e a mezzanotte, massimo mezzanotte e mezza, sono a letto, soddisfatta e felice.
E’ inutile fare finta di niente: il tempo passa, per tutti.
Quello che ci faceva felici una volta, oggi non ci interessa più; quello che una volta non ci stancava, oggi ci distrugge.
Non ho più voglia di uscire tutte le sere come facevo prima, non ho più le forze di fare le 4 del mattino e di svegliarmi la mattina presto.
E poi ora Danny va alle elementari e quindi non posso neanche più svegliarmi alle 8.30, ma mi tocca strisciare giù dal letto alle 7.15.
A casa ho il mio maritino e il mio patato, a casa ci sto benone: non mi vergogno di essere spesso in pigiama alle dieci di sera.
Mi piace la mia vita: mi piaceva quando uscivo tutte le sere e mi piace ora quando mi ritrovo sul divanone a guardare Peppa Pig con il mio piccolo grande amore o un bel film con quello più grande.
Ma ogni tanto lasciamo il marmocchio alle nonne e scappiamo, noi due da soli: ok invecchiata, ma decrepita no dai!!!
Barbara

 

Alla larga dagli spigoli!

 

Ieri Danny boy ha iniziato la prima elementare.
Pensavate forse di riuscire ad evitare un racconto dettagliato di una giornata così importante?
Ahahah, bella questa, davvero bella, direi comica!
Ci ho messo un pò a scrivere questo post perchè ho passato le ultime 36 ore a schivare tutti gli spigoli che incontravo.
Non avete idea di quante testate avrei voluto tirare a quegli spigoli, ma per ora sono riuscita a trattenermi.
In certi momenti un muro normale non basta: servono gli spigoli.
Sono una mamma, mica una santa!
Se i miei nervi potessero cantare, credo che in questo momento farebbero un pezzo Heavy metal.
Durante le ultime vacanze Danny si era ritrasformato in cozza e non ne voleva sapere di staccarsi dalla mia gamba (forse, visti i muscoli, l’aveva presa per uno scoglio, ahah)
Non succedeva ormai da anni, quindi avevo intuito che la cosa avesse a che fare con una sorta di timore per la nuova scuola e la nuova esperienza che gli sarebbe toccata da settembre.
Avevo intuito, ma non ero pronta.
Ieri mattina ci siamo svegliati con calma (il primo giorno siamo entrati alle 10 e sono usciti ale 12.15), abbiamo fatto una bella colazione (lui briosc al cioccolato e io fette biscottate super dietetiche), ci siamo vestiti (io con viso scoperto e lui in incognita) e siamo saliti in sella del mio scooter, sorridendo.
Ok , ok, appena svegliato aveva subito messo in chiaro che lui a scuola non ci voleva andare, ma poi con un po’ di cioccolato e qualche chiacchiera, ero riuscita a distrarlo.
Ma come siamo entrati nel cortile della “Morosini” gli è partita l’accoppiata “lacrima+broncio”.
Risultato?
Siamo entrati tutti in classe, i bambini hanno preso posizione ai loro banchi e i genitori, dopo qualche bacio e qualche sorriso, se ne sono andati tutti a farsi i giusti cavoli loro, per un paio d’ore.
Ma tutti? Proprio tutti?
Eh no: la temperatacchi è rimasta lì.
A temperare matite?
No, no. A fare la buffona con gli altri bimbi per cercare di fare calmare il mio.
E allora via con le foto e con le micro chiacchierate con quei cuccioli pronti alla loro prima vera grande esperienza.
Dopo circa un’ora sono riuscita ad uscire dalla classe promettendo che sarei rimasta nel palazzo ed infatti sono rimasta un’altra mezz’ora seduta sulle scale dell’androne della scuola, in attesa del “foglio di via” (arrivato alle 11.30 circa)
Una corsa per cercare di fare in 45 minuti quello che avrei potuto fare con calma in 2 ore e alle 12.15 ero di nuovo lì davanti.
“Mamma scusa avevi ragioneee! Mi sono divertito un sacco!” Mi ha quasi urlato Danny abbracciandomi quando è uscito dal portone.
E in quel momento, per la decima volta durante la mattinata, avrei tanto voluto tirare una testata ad uno spigolo, ma ho sorriso e per festeggiare siamo andati a mangiarci il nostro amato sushi da Temakinho.
La sera Danny è crollato e io ho sfogato i miei nervi non contro uno spigolo, ma etichettando, ricoprendo e preparando tutto il materiale richiesto dalla scuola. Della serie “via il dente via il dolore”, ho voluto fare tutto e subito.
Qualcuno si è scandalizzato quando ho postato la foto del mio lavoro finito e accanto ai quadernoni hanno visto scottex e cartaigienica.
Ma ancora che vi scandalizzate? Siamo in Italia e si sa che i soldi non finiscono mai dove dovrebbero e quindi nelle scuola pubbliche si da una mano.
Sono le maestre, i presidi e gli essere umani in generale che fanno di una scuola una buona scuola e non le mura non scrostate o la carta igienica fornita dal Comune.
Ma io lo so cosa vi state chiedendo ora: “E oggi con il secondo giorno com’è andata?”
E la mia risposta è: “Peggio, molto peggio di ieri”
Oggi ha pianto più a lungo e più forte, oggi non sono potuta rimanere in classe un’ora in più, ma sono dovuta giustamente uscire.
Oggi c’era anche mio marito e si sa che gli uomini di sensibilità non sono dei grandi esperti: avevo Danny che piangeva, da un lato la maestra che mi diceva di restare e dall’altro lato suo padre che diceva di lasciarlo piangere e di venire via.
Risultato?
Il papà è tornato al lavoro e io sono rimasta, seduta sulle solite scale in androne , fino a che quella santa della sua maestra mi ha dato il secondo “foglio di via”.
A proposito delle scale: se il fantastico Preside dovesse leggere per sbaglio questo post, chiedo scusa se oggi ho reso le scale un pò scivolose, ma non sono riuscita a trattenere un fiume di lacrime. Però almeno ho asciugato il grosso, per evitare incidenti, dai!
Ovviamente alle 12.15 (oggi è stato a scuola dalle 8.30 alle 12.15) Danny è uscito tutto felice e io ho cercato con lo sguardo uno spigolo da prendere a testate, ma per fortuna era coperto dalle altre mamme che passavano tutte sorridenti.
Che dire?
Dico che me lo aspettavo, ma che è stata dura vederlo piangere così.
Dico che già nelle prime 36 ore ho avuto la conferma che la maestra in cui avevo riposto tanta fiducia, se l’è meritata, tutta.
Dico che è meglio avere un figlio sensibile che un figlio strunz!
Dico bene? 
Barbara

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Il “Contest della sensualità”: uno scatto della tua estate per un costume FISICO

 
Le vacanze sono ormai un ricordo lontano, ma tu continui a “sfogliare” le foto della tua estate su cellulare e/o computer?
Bene, oggi sarò io a chiederti di riguardare le foto delle tue vacanze, ma non lo farai per nostalgia, lo farai per una “giusta causa”.
1) Cerca la foto più sensuale della tua estate e ricordati che non serve un fisico perfetto per essere sensuali!
2) Mandami la foto di te in costume da bagno a bgaravelli@temperateitacchi.com
3) Hai tempo fino a venerdì 20 settembre, giorno in cui “Fisico” sfilerà a Milano durante la settimana della moda.
Cristina Ferrari, dopo la sfilata, sceglierà la foto più sensuale e la protagonista della foto riceverà in regalo il bikini bianco da me pubblicato.
Un originale bikini Fisico, sensuale e perfetto per gli ultimi week-end al mare, ma anche per essere sempre affascinanti in sauna e nel bagno turco: l’inverno è alle porte, ocio!
Forza girls, aspetto la foto!
Barbara
Esempio di foto di donna per niente fisicata e vagamente sensuale, vagamente!

Esempio di foto di donna per niente fisicata e vagamente sensuale, vagamente!

Parole e immagini viste camminando.

 

Siamo da poco tornati a Milano e un paio di giorni fa ho fatto la mia prima lunga camminata post vacanza.
Ne ho di kili da smaltire quindi da qualche parte dovevo pur cominciare.
8 km, sotto un caldo sole che mi ha riportato indietro nel tempo.
Faceva così caldo e il sole era così forte, che sembrava di essere di nuovo a luglio.
Amo camminare veloce con la musica nelle orecchie, mi mette di buon umore, mi da energia, mi isola.
La musica mi permette di non sentire i rumori esterni e di lasciar correre la fantasia.
Prima di mettere le cuffie ho fatto in tempo a sentire una ragazza urlare al cellulare “basta, non voglio più sentirti, mai più”, per poi sedersi sul marciapiede con la testa tra le mani, e lasciarsi andare in un pianto senza limiti.
Quante volte, prima di incontrare mio marito, ho pianto, per la fine di una storia.
Ora a volte piango per eccesso di rabbia, per accumulo di stress o per piccole delusioni, ma sono momenti di passaggio e non di rottura: sono momenti di sfogo, a volte più utili di una risata.
Poi ho messo le cuffie e ho continuato a guardarmi attorno, cercando di immaginare discorsi non sentiti.
Ho visto una coppia di vecchietti al parco, che camminavano mano nella mano, e ho immaginato che lei stesse chiedendo a lui cosa volesse per cena. A quel punto lui si è girato, l’ha guardata negli occhi e, forse,  ha risposto: ” quello che vuoi tu amore, tanto mi piace tutto quello che fai”
Ho sorriso e ho continuato a camminare fino a che non ho visto quelle due ragazze sdraiate sul prato, a pancia in giù. Sono sicura che stavano parlando della loro estate. Forse erano due amiche del cuore che hanno passato le vacanze separate e allora avevano bisogno di raccontarsi le emozioni vissute e i nuovi amori sbocciati. Quale posto migliore se non al parco, lontano da orecchie indiscrete di genitori o fratelli?
Ho visto immigrati cercare l’ombra di un albero per riposare, come quell’operaio con il gilet arancione che ha parcheggiato il suo mezzo in un angolo del cantiere, si è sdraiato sul prato e ha chiuso gli occhi in cerca di nuove energie.
Sono entrata di corsa in un piccolo negozio di alimentari e ,dopo averci lasciato solo 60 centesimi, ne sono uscita con una bottiglietta di acqua, fresca.
Come mi piace camminare veloce per la mia città, decidendo volta per volta nuovi percorsi da seguire.
Come mi piace guardare le persone che incontro e cercare di immaginare le loro vite, le loro emozioni.
Non dimenticherò mai quel signore, con i pantaloncini bianchi e a petto nudo, che nel parco faceva quegli strani movimenti.
Quella strana danza mi ricordavano un pò la Capoeira (una sorta di arte marziale Brasiliana ricca di salti ed di armonia).
Chissà che viaggio si è fatto quello, chissà quante speranze ha riposto in quei nuovi lidi, chissà per quanto tempo è stato via, chissà se è tornato, davvero.
Barbara

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Ritorna la mia serata “Dancing under the stars” al Bobino.

Si riparte e lo si fa alla grande: tutti abbronzati, carichi e pronti per una nuova stagione. 
Le vacanze ormai sono belle che finite, ma l’entusiasmo e le energie accumulate ci serviranno da carburante per i mesi che verranno, in attesa della prossima sciata o del prossimo tuffo. 
Temperate i tacchi e graffiate le suole dei vostri nuovi mocassini: mercoledì (tutti i mercoledì) si balla!
In consolle, questo mercoledì 11 settembre, torna il mitico Cristian Allegretti alias Dj Masterfun
Vi aspettooooooooo
PS: Se vi serve un tavolo scrivetemi!
Barbara

Un fior fiore d’attrezzo

 
Sono malata di shopping.
Sì, sì, si: lo ho già confessato più volte e continuerò a farlo, senza vergogna!
Ammetto che spesso compro delle vere cavolate che rimangono nei miei cassetti e li affollano inutilmente, ma ogni tanto ci azzecco, eccome se ci azzecco.
Sia chiaro che questo non è un post sponsorizzato perché nessuno mi ha pagato per scriverlo e nessuno mi ha regalato nulla ( Se però qualcuno volesse farlo, mi faccia un fischio che gli mando subito il mio indirizzo!).
Il “fiore” della foto me lo sono ordinato on line sul sito di D-mail e l’ho pagato ben 15 Euro.
Pensateci bene prima di cliccare sul loro sito perchè se siete malate come me…finirete col fare dei danni, danni veri!!!
A Milano c’è anche il negozio in Via S.Paolo, ma io spesso per comodità e per goduria compro on-line: adoro comprare anche di notte.
Sono tornata a Milano da un paio di giorni, ma Danny non ha ancora iniziato la scuola e quindi ciao palestra, ciao camminate, ciao tempo libero.
Avere un paio di questi attrezzi a casa, per una mamma che ha voglia di tenersi in forma, diventa quindi indispensabile.
Ieri sera mentre Danny guardava i cartoni io mi sono allenata e oggi ho addirittura le braccia che mi fanno male!
Che dire?
Non è sempre vero che i fiori di plastica sono così brutti!
Barbara

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Un pomeriggio in Cuccagna

 
Quando più di 10 anni fa mi offrirono di comprare un sottotetto in Via Decembrio a Milano, ci pensai a lungo.
Non conoscevo la zona e quindi non sapevo se sarebbe stato un giusto investimento e se mi sarebbe piaciuta.
Quante volte, prima di decidermi, sono andata col mio scooter in zona per curiosare, per vedere che gente abitasse vicino a quel sottotetto, i negozi, i ristoranti.
Sono andata in esplorazione di giorno e di notte, e alla fine ho deciso.
Quel sottotetto è diventato una casa con un grande terrazzo e ora è casa nostra.
Intanto nella zona sono sbucati un sacco di negozi e di ristoranti nuovi.
Ci hanno costruito anche un parchetto, proprio alla fine della strada dove viviamo noi: perfetto!
Sabato sera siamo andati a cena da U-barba (deliziosa trattoria genovese) e ieri pomeriggio siamo stati alla Cascina Cuccagna, per la vendemmia dedicata ai più piccoli.
Questo week-end non abbiamo mai mosso l’auto.
La Cascina Cuccagna è una delle novità più gradite in zona: si pranza, si cena, si gioca e si chiacchiera, dentro o in giardino.
E tutti i lunedì, dalle 15.30 alle 20, fanno il mercato agricolo.
Io ho chiesto di ricevere le loro news letter mandando una mail sia a
gruppoverde@gmail.com che a Info@cuccagna.org
Così ogni volta che organizzano attività carine per le famiglie, me lo segnalano.
Comunque trovate tutto sul loro sito.
Per i laboratori se si prenota è meglio (e non costa nulla), ma spesso non serve.
Ieri siamo arrivati alla vendemmia per i bimbi senza aver prenotato.
Eravamo in tanti, ma ci hanno accontentati tutti.
I bimbi si sono divertiti a pigiare l’uva con le mani e alla fine abbiamo tutti bevuto un ottimo mosto.
Che bella zona la nostra e che bello tornare a Milano e vedere nostro figlio felice anche lontano dalla sabbia.
Dopo quasi due mesi di mare avrei bisogno di un’idropulitrice per liberarmi di tutta la sabbia che ho addosso, argh!
Barbara

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