Ho capito che ieri siamo stati tutto il giorno in navigazione e che quindi bisognava trovare il modo per intrattenere i 3100 passeggeri a bordo, ma inventarsi la cascata di champagne…è proprio da americani!
Alle 18 riapriva il kinder e quindi alle 18.05 Danny giocava con i suoi nuovi amichetti di bordo e io col il mio tappeto rullante nella fantastica palestra della nave.
Correvo e pensavo, correvo e pensavo.
Pensavo alla “cascata di champagne” che avevo letto sul programma, e non sapevo se fregarmene o se correre più veloce, farmi una doccia super rapida e fiondarmi al ponte 7 per le 19.15.
Mi vedevo a bocca aperta sotto questa cascata di bollicine e poi correre per la nave tutta ciucca!
Ok avevo deciso: doccia veloce e cascata di allegria.
Potete immaginare la mia faccia quando ho scoperto che la “cascata di champagne” altro non era che una montagnetta di coppe di vetro impilate una sull’altra.
Ma noooooooooooooo
E vogliamo parlare di tutti quelli che si sono messi in coda per versare lo champagne sopra la pila di coppe e vederlo scorrere dall’alto in basso!?
Tristesssssssssaaaaaaaa
A saperlo me ne stavo sul mio tappeto rullante.
Meno male che alla fine del “cinema” siamo riusciti a fare un brindisi collettivo!
Barbara
PS: dicono che due seni sono perfetti se entrano in due coppe di champagne. Secondo voi vale anche per il flut?! Ahahahahahahahahahhahahaha
Inizia con questo post il mio “Diario di bordo in ciabatta”: non vorrete mica che io vada in crociera con i tacchi temperati vero!?
L’anno scorso sono stata in crociera sulla Norwegian per una settimana con mia mamma e mio figlio.
Anche allora eravamo partiti da Venezia quindi quando ieri alle 18 la Ruby Princess ha staccato gli ormeggi dalla marittima di Venezia, forse non ero emozionata come l’anno scorso, ma lo ero, eccome se lo ero!
Vedere la mia città dall’alto non è una cosa che capita tutti i giorni.
E vedere il Canal Grande controluce con la sensazione che il sole si fosse all’improvviso vestito da luna, è stata una nuova strana sensazione.
Se poi aggiungiamo la coppia di Sud Africani che ha deciso di brindare la partenza con un boccia di champagne e che ha voluto dividere le loro bollicine con quella bionda che fotografava e filmava tutti, e il marito, direi che è stata un’ottima partenza.
Oggi siamo in navigazione e domani ci sarà prima tappa della nostra crociera: Dubrovnik, Croazia.
Prevedo un caldo giro nell’antico borgo per rivedere (ci sono già stata l’anno scorso) uno dei patrimoni dell’Unesco e poi un bel tuffo in mare.
Per ora ci godiamo la nave, le tre piscine, il cinema all’aperto, il teatro al chiuso e soprattutto il kinder dove stamattina abbiamo già lasciato il nostro Danny per un paio di ore: la spa ci aspettava e non ammettono bambini, ops, come ci dispiace!!!
A presto per la seconda puntata del “diario di bordo in ciabatta”
Barbara
Per la prima volta in vita mia ho dormito a Venezia, ma non a casa mia.
E fa pure rima, ciapa.
Ieri verso le 14 ci siamo imbarcati sulla “Princess Ruby” alla marittima di Venezia, abbiamo preso possesso delle cabine (siamo con altre due famiglie di amici) e abbiamo iniziato ad esplorare.
Impressioni?
Bella, la nave è bella e non si può dire nulla, peccato per un paio di cosucce che ci hanno fatto girare i maroni (ora per fortuna si sono fermati):
1) su 3 piscine a bordo 2 sono chiuse da ieri perchè le stanno ridipingendo. Ma farlo quando la nave non è piena?!
2) abbiamo prenotato una junior suite con un ottimo prezzo e la garanzia che tra il nostro letto e quello di Danny boy ci fosse una porta o almeno una tenda e invece picche: il buon prezzo è rimasto, ma la porta e la tenda sono volate via con la nostra privacy
3) i nostri amici che hanno prenotato 2 triple si sono ritrovati con 2 doppie dove il terzo letto dovrebbe scendere dal soffitto (peggio di Fonzies che almeno aveva il letto che scendeva dal muro). Peccato il terzo letto rimarrebbe sospeso a mezz’aria tipo la parte sopra del letto a castello, e quindi è vietato ai bimbi piccoli: le loro bambine hanno 3 anni. Quindi ora hanno aggiunto nelle doppie 2 lettini e ovviamente lo spazio per muoversi è davvero poco.
4) per sbaglio avevano registrato mio marito come individuo di sesso maschile di 16 anni e non di 36 (ho rischiato la galera) e quindi non gli hanno voluto servire alcolici fino a che non si è registrato di nuovo
Ma la vita l’è bela quindi avendo l’umbrela…andiamo avanti.
Ieri sera abbiamo dormito a bordo, ma non siamo partiti: la nave per il primo giorno ha fatto da albergo per tutti quelli che Venezia non l’hanno mai vista e volevano visitarla.
Ero un pò invidiosa e quindi, pur essendo veneziana, ho trovato la scusa e oggi sono scesa anche io!!!
Nonostante le mie mille liste e la mia valigia programmata da mesi, sono riuscita a dimenticare a casa un botto di cose quindi oggi ho preso gli altri amici e le loro bimbe e ho proposto un giro turistico dalla nave a casa mia.
Una bella passeggiata in porto sotto il sole, il trenino per arrivare a Piazzale Roma e poi via a piedi verso casa: che caluraaaaaaaa.
Ho recuperato giusto un paio di cosine e poi siamo tornati in nave.
Avevo dimenticato i tappi per le orecchie (in nave fanno sempre comodo), spazzolino interdentale (con quello che si mangia meglio tenere puliti almeno i denti visto che la coscienza…), l’album da colorare di Peppa Pig (quello giuro che non è mio) , un pigiama invernale per Danny (in cabina ci saranno -10 gradi) il baccalà mantecato che volevo portare in nave per aperitivo sul balcone, ma che avevo dimenticato a casa in frigo, e un’altra decina di cosine.
Al ritorno abbiamo attraversato il canal grande in gondola così le amichette di Danny, che non avevano mai visto Venezia, hanno provato anche questa emozione.
Felici, soddisfatti e sciolti, siamo tornati a bordo e dopo un veloce pranzetto a buffet ci siamo rifugiati in cabina dove i miei maschi stanno dormendo sotto al piumone.
A proposito di “sciogliersi al caldo”: qualcuno di voi sa spiegarmi perchè al caldo si scioglie tutto tranne la cellulite???
Ora vi lascio perché andrei a schiacciare un mini pisolino pure io, se me lo concedete.
Alle 18 si salpa e per nulla al mondo mi perderei l’inchino davanti a piazza San Marco.
Ops, il “passaggio”, volevo dire “passaggio”.
Barbara
Ok è ufficiale: mi si sono scaricate le pile.
Ho la fortuna di non avere uno di quei lavori dove devi timbrare il cartellino e quindi posso gestirmi i miei tempi come meglio credo, ma forse quest anno non sono stata poi così brava.
In certi momenti ho esagerato con lo sport e in certi altri con il mio ruolo di “mamma/amica facciamo uno botto di cose assieme tanto io non mi stanco mai”.
Se poi ci mettiamo anche la mia nuova passione per la cucina, allora siamo davvero a posto: ma perché cavarsela con un veloce petto di pollo con contorno di verdure e non provare invece a fare quelle 4 nuove ricette che ho scoperto settimana scorsa?
Ho due ore libere: mi leggo un libro?
Ma nooo, vado giù in garage e in cantina e faccio un pò di ordine.
Vado a fare un pò di normale e sana attività in palestra? Ma perchè fermarmi al classico e non provare crossfit e qualche altra disciplina stile militare?
L’anno scorso abbiamo fatto due settimane al mare e 1 in montagna e sono tornata più stanca di quando sono partita.
Invece di comodi alberghi, noi per le nostre vacanze abbiamo sempre preferito affittare case.
Se ci si muove con largo anticipo, si fanno ottimi affari.
Peccato che, se come me, non hai una babysitter o un aiuto in casa e il marito è sul pigro andante, la casa in affitto ti si rivolta contro e diventa ben presto la tua “bara”.
Sveglia, prepara la colazione, prepara il pranzo per la spiaggia o per il fiume (in montagna), metti in borsa asciugamani, parei, creme, giochi etc.
E poi via in spiaggia dove i mariti riposano e le mogli fanno le trottole e poi la spesa e poi si torna a casa a sciacquare tutto, a fare le docce, a rifare i letti, a preparare la cena e a rassettare.
Ehccccheccavolo, ma queste non sono vacanzeeeeeeeeeeeee!
“Amore quando hai messo a letto il bambino vieni fuori che ci beviamo una cosina io e te?”
Peccato che spesso iniziavo a russare prima che si addormentasse il bambino e mio marito fuori ci rimaneva da solo.
A maggio ho guardato mio marito e ho detto: “Quest anno niente case in affitto: villaggio o crociera. Scegli tu, ma fammi andare in un posto dove non dovrò cucinare, non dovrò pulire e qualcuno si occuperà di fare giocare Danny almeno un paio di ore al giorno in modo che io possa leggermi un libro, fare sport, risposarmi e abbronzarmi anche davanti, e non sempre e solo dietro”.
Detto fatto: dopo un paio di giorni avevo già prenotato una super crociera di 2 settimane attraverso il sito di crocierissima.
Ruby Princess: nave 5 stelle, lenzuola di seta, mini golf, cinema all’aperto, mega spettacoli in mega teatri, mega ristoranti, mega intrattenimenti per bambini compresi nel prezzo, mega babysitter per la sera, mega suite, mega itinerario (Croazia, Grecia, Turchia, Napoli e Roma) e sopratutto…mega offertona! Evito con cura le navi italiane, da ben prima di Schettino, perchè non amo gli orari fissi e nelle navi straniere si cena e si pranza quando si vuole. E poi, so che potrà far ridere, ma nelle navi italiane la gente brutta la vedi subito mentre in quelle straniere…si camuffano meglio. Amo il mio paese e gli italiani, ma se almeno in vacanza ho l’occasione di conoscere gente di altri paesi con altre culture, altre abitudini e altre storie, sono più contenta. Non vi dico la faccia di Danny boy quando ha aperto la busta sorpresa in cui avevo messo un collage delle foto della nave in cui avremmo trascorso le nostre vacanze. Sono quasi 3 mesi che non parla d’altro. Oggi saliamo a bordo, a Venezia. Domani si salpa, da Venezia. Sarà una delle ultime crociere che, per uscire dalla città, passerà davanti a Piazza San Marco: prometto che non ci saranno inchini. Ci penserò io ad intrattenere il capitano, ma lo farò raccontandogli barzellette, in cabina di pilotaggio. Da oggi inizio ufficialmente a ricaricare le pile: relax, sole, mare, marito, figlio e amici. Connessione e tecnologia permettendo, terrò un diario di bordo, ma se ogni tanto mi dimenticherò di accendere il mio mac…cercate di capirmi. Solo al pensiero che tra poche ore salirò a bordo di quella nave dove per due settimane non dovrò rifare letti, cucinare, pulire e intrattenere mio figlio tutto il giorno…sento che le pile si stanno già ricaricando. Si vede? Barbara
Ruby Princess: nave 5 stelle, lenzuola di seta, mini golf, cinema all’aperto, mega spettacoli in mega teatri, mega ristoranti, mega intrattenimenti per bambini compresi nel prezzo, mega babysitter per la sera, mega suite, mega itinerario (Croazia, Grecia, Turchia, Napoli e Roma) e sopratutto…mega offertona! Evito con cura le navi italiane, da ben prima di Schettino, perchè non amo gli orari fissi e nelle navi straniere si cena e si pranza quando si vuole. E poi, so che potrà far ridere, ma nelle navi italiane la gente brutta la vedi subito mentre in quelle straniere…si camuffano meglio. Amo il mio paese e gli italiani, ma se almeno in vacanza ho l’occasione di conoscere gente di altri paesi con altre culture, altre abitudini e altre storie, sono più contenta. Non vi dico la faccia di Danny boy quando ha aperto la busta sorpresa in cui avevo messo un collage delle foto della nave in cui avremmo trascorso le nostre vacanze. Sono quasi 3 mesi che non parla d’altro. Oggi saliamo a bordo, a Venezia. Domani si salpa, da Venezia. Sarà una delle ultime crociere che, per uscire dalla città, passerà davanti a Piazza San Marco: prometto che non ci saranno inchini. Ci penserò io ad intrattenere il capitano, ma lo farò raccontandogli barzellette, in cabina di pilotaggio. Da oggi inizio ufficialmente a ricaricare le pile: relax, sole, mare, marito, figlio e amici. Connessione e tecnologia permettendo, terrò un diario di bordo, ma se ogni tanto mi dimenticherò di accendere il mio mac…cercate di capirmi. Solo al pensiero che tra poche ore salirò a bordo di quella nave dove per due settimane non dovrò rifare letti, cucinare, pulire e intrattenere mio figlio tutto il giorno…sento che le pile si stanno già ricaricando. Si vede? Barbara
Sarà un’estate calda, caldissima.
La mia estate è ufficialmente iniziata, ieri.
E’ da circa 2 settimane che sono a Venezia da mia mamma con Danny, ma sono stata talmente incasinata tra geometra, architetto e impresa che stanno costruendo la nostra casa in Puglia; andare su e giù da Venezia a Milano per appuntamenti di lavoro, operai e imbianchini a casa e chi più ne ha più ne metta, che non ero ancora entrata nella modalità “vacanza”.
Ore e ore passate sul mio mac a scrivere mail e al telefono con tizio, caio e sempronio.
Mi mancava giusto giusto che mio figlio, che non si ammala mai, si trasformasse nell’esorcista vomitando a getto in vaporetto per poi finire mogio mogio a letto con 38.5 di febbre.
E come sembrava che si fosse ripreso difinitivamente e lo portavo al mare, gli tornava la febbre.
Direi che ho avuto la mia ciliegina sulla torta.
Ma ieri, dopo giornate chiusa in casa col mio cucciolo (di tigre) a cercare di far passare il tempo tra i-pad, cartoni animati e qualche gioco, ad un certo punto mi sono alzata in piedi di scatto, mi sono detta “O adesso o mai più” e sono uscita.
Mia mamma oggi se ne va con le sue amiche al fresco in montagna, mio marito è arrivato ieri sera perchè domani salpiamo per la nostra super vacanza in crociera e quindi ieri pomeriggio avevo le mie ultime ore d’aria.
Avrei forse potuto non approfittarne?
Ben 2 ore in spiaggia senza marito e figlio mentre mia mamma stava col suo amato nipotino a casetta?
Eccchecavoloooo, direi di no.
Alle 16 ho preso il vaporetto e il mio libro e me se sono andata in spiaggia, da sola.
Olè!
Mi sono comprata una nuova trilogia erotica.
Me l’hanno suggerita delle amiche di cui mi fido e quindi non ho perso tempo.
Peccato che nelle ultime 2 settimane la sera ero così stanca che neanche il primo libro della trilogia riusciva a tenermi sveglia.
Ieri però mi sono messa sul lettino in spiaggia e, complice un fantastico venticello, ho letto una cinquantina di pagine senza sosta e senza tregua.
Wow: sono fregata, letteralmente fregata.
E’ ufficiale: sono già perdutamente innamorata di Gideon Cross.
L’anno scorso mi ero innamorata di Mr Grey e quest’anno tocca a Mr Cross.
Ma adesso parliamo di cose serie: perché questi libri non li leggono gli uomini???
Noi donne sappiamo cosa vorremo che il nostro uomo dicesse e facesse, ogni tanto (tutti i giorni nun ce la posso fa), ma loro?
Loro lo sanno?
Forse lo sapevano prima che diventassimo le loro compagne, fidanzate, mogli e, peggio del peggio, le madri dei loro figli.
Quando iniziamo ad assumere tutta questa sfilza di ruoli loro infilano un bel paio di pantofole mentre noi magari preferiremmo delle belle manette in acciaio col pelo rosa (ve le ricordate quelle di Fiorucci!?)
Il problema è che i mariti si abituano troppo alle compagne, alle mogli.
Pensano “Ormai l’ho conquistata e adesso è mia!” e a quel punto si siedono (di solito davanti al pc o alla tv)
Beh uomini! Sappiate che non c’è niente di conquistato per sempre nella vita, tantomeno noi donne.
Non fate quella faccia perchè vi vedo.
Ormai lo sapete che io ho la faccia come il c… e che non mi vergogno di nulla.
Vi ho già raccontato che secondo me non servono 50 sfumature per essere felici: ne basterebbero giusto un paio.
E quindi oggi non mi faccio problemi a dire AD ALTA VOCE che se il vostro uomo (come il mio) non ha voglia o coraggio di leggere questi libri, una soluzione alternativa c’è: leggeteli voi, sottolineate le cose che vi piacciono di più e rileggetele la sera, ad alta voce, quando sarete tutti e due a letto, nella penombra, vicini vicini.
Secondo me all’inizio lui vi guarderà chiedendovi con gli occhi, o con la bocca, se siete matte, ma poi ho la sensazione che inizierà ad ascoltare…
Io ho deciso di provarci e sono sicura che sarà un’estate calda, caldissima.
Meno male che in Crociera c’è l’aria condizionata bella forte!
Barbara
Diciamo che non sono una superstiziosa di quelle “claustrofobiche” (che non ci stanno proprio dentro!),
ma diciamo anche che se sulla strada trovo una scala, magari non ci passeggio sotto e se un gatto nero mi passa davanti, se posso cambio strada sennò mi fermo e con nonchalance faccio passare prima quello che sta arrivando dietro di me.
Sono più le mie superstizioni personali quelle che seguo.
Se per esempio indosso un anello che di solito non uso mai e mi succede qualcosa di non bellissimo…state pur certi che quell’anello per un pò non rivedrà il mio dito!
Quello che però mi piace è capire il perchè di certe superstizioni.
A scuola sono sempre stata quella della mano alzata e dei “perché?”
Normalmente gli anni dei “perché” sono quelli dell’infanzia:
“Mamma perché il cielo è azzurro?”
“Mamma perché l’acqua è bagnata?”
Aiuto!
Io invece gli anni del “perché” li ho prolungati fino a…fino ad oggi.
Sono una rompiballe cosmica.
A scuola odiavo studiare a casa e quindi trituravo i professori in classe perché volevo capire tutto e subito.
Non volevo essere costretta a dover andare a chiedere spiegazioni il pomeriggio a genitori, parenti, compagni o, peggio dei peggio, a costosissimi insegnanti di ripetizione.
Ma torniamo ai perchè di certe superstizioni e sentite un pò cosa ho scoperto (ops, leggete)
Sapete perché porta sfiga appoggiare la borsa per terra? Scusate, ma sto giro una parolaccia ve la dovete digerire (“Sfortuna” non avrebbe lo stesso suono dai!). Si dice che se appoggi la borsa per terra rischi che i soldi ti scivolino fuori e quindi non diventerai mai ricco.
Questa storia della borsa l’ho scoperta da poco, ma mi sa che ormai sono fregata a vita perchè io appoggio da sempre la borsa per terra, ovunque.
Sapete perché un gatto nero che ti attraversa la strada porta sfortuna? Perché un tempo il gatto nero era il simbolo del male, l’incarnazione del demonio, delle streghe, del diavolo. Quindi un gatto nero che ti attraversa la strada è un po’ come una ventata di maligno, una spina nel fianco, due dita negli occhi o lo stesso gatto attaccato ai maroni con le unghie (e almeno in quest ultimo caso noi donne siamo salve).
Sapete perchè porta male rovesciare il sale? Perchè il sale era una delle sostanze più preziose dell’antichità che spesso veniva dato ai soldati al posto dei soldi. Ancora oggi si dice”salario” quando si parla di stipendio. Spargere un bene così prezioso, oltre che uno spreco, era una perdita di denaro.
Sapete perchè si dice che rompendo uno specchio si sarà sfortunati per 7 anni? Perchè se ad una “serva” capitava di romperne uno in casa del suo padrone, doveva ripagarlo ed essendo molto costoso (all’epoca costava molto fare uno specchio) ci avrebbe impiegato 7 anni per ripagarlo.
E perchè porta scalogna mettere il cappello sul letto? Un tempo l’unico che arrivava in camera da letto col cappello e lì se lo toglieva, era il medico. Entrava di corsa in casa e correva al letto dove stava l’ammalato. Si toglieva di corsa il cappello e lo appoggiava accanto a sé. E su quel letto il medico veniva pagato, quindi per lo stesso motivo…niente soldi sul letto. Sapete perchè se si accendono tre sigarette con lo stesso fiammifero, si dice che il più giovane sarà sfortunato? Durante la prima guerra mondiale se i soldati al fronte, dentro le trincee, volevano fumare, sapendo che i fiammiferi scarseggiavano (lo zolfo serviva per gli esplosivi), più militari accendevano la propria sigaretta con lo stesso fiammifero. Solo che ogni “accensione” era segnalata dal bagliore della brace della sigaretta appena accesa. Il cecchino nemico notava il primo bagliore e puntava il fucile, il secondo bagliore e prendeva prendeva la mira, e quindi l’ultimo soldato ad accendere, il più giovane per motivi di “anzianità” e grado, era quello che di solito si prendeva la pallottola e non finiva la sua sigaretta. Sapete perchè porta rogna essere in tredici a tavola? I dodici apostoli e Cristo, che si sono ritrovati a tavola per l’ultima cena, non hanno avuto troppa fortuna… Regalare oggetti appuntiti o taglienti non è un gesto che porta bene perchè con certi oggetti ci si può fare male e quindi quando ricevete un regalo del genere ricordatevi di questo facile rimedio: date una monetina a chi vi fa il regalo ed il regalo diventerà un acquisto. E ora l’ultima perché poi vado a fare colazione: sapete perchè porta male aprire un ombrello in casa? Perché una volta aprivi l’ombrello in casa quando in casa ti pioveva e quindi vivevi in stato di povertà. Io povera a quei livelli per fortuna non lo sono mai stata, ma in casa mi ha piovuto lo stesso, argh! Barbara
E perchè porta scalogna mettere il cappello sul letto? Un tempo l’unico che arrivava in camera da letto col cappello e lì se lo toglieva, era il medico. Entrava di corsa in casa e correva al letto dove stava l’ammalato. Si toglieva di corsa il cappello e lo appoggiava accanto a sé. E su quel letto il medico veniva pagato, quindi per lo stesso motivo…niente soldi sul letto. Sapete perchè se si accendono tre sigarette con lo stesso fiammifero, si dice che il più giovane sarà sfortunato? Durante la prima guerra mondiale se i soldati al fronte, dentro le trincee, volevano fumare, sapendo che i fiammiferi scarseggiavano (lo zolfo serviva per gli esplosivi), più militari accendevano la propria sigaretta con lo stesso fiammifero. Solo che ogni “accensione” era segnalata dal bagliore della brace della sigaretta appena accesa. Il cecchino nemico notava il primo bagliore e puntava il fucile, il secondo bagliore e prendeva prendeva la mira, e quindi l’ultimo soldato ad accendere, il più giovane per motivi di “anzianità” e grado, era quello che di solito si prendeva la pallottola e non finiva la sua sigaretta. Sapete perchè porta rogna essere in tredici a tavola? I dodici apostoli e Cristo, che si sono ritrovati a tavola per l’ultima cena, non hanno avuto troppa fortuna… Regalare oggetti appuntiti o taglienti non è un gesto che porta bene perchè con certi oggetti ci si può fare male e quindi quando ricevete un regalo del genere ricordatevi di questo facile rimedio: date una monetina a chi vi fa il regalo ed il regalo diventerà un acquisto. E ora l’ultima perché poi vado a fare colazione: sapete perchè porta male aprire un ombrello in casa? Perché una volta aprivi l’ombrello in casa quando in casa ti pioveva e quindi vivevi in stato di povertà. Io povera a quei livelli per fortuna non lo sono mai stata, ma in casa mi ha piovuto lo stesso, argh! Barbara
So che può far strano sentito dire da una “blogger”, da una che vive sui social network, ma io sono una all’antica, sono una da carta e calamaio.
Se sono finita sui social network è perchè amo la vita, sono un’entusiasta recidiva e adoro condividere le emozioni, i colori, i sapori e le gioie che la vita ci regala, ogni giorno.
Condividerei anche i profumi, ma non ho ancora trovato il barba-trucco.
Non è di certo un bel momento, ma sono convinta che ognuno di noi ha comunque tanto di cui essere felice, basterebbe concentrarsi su tutto quello che abbiamo ancora e non solo su quello che non abbiamo più.
E’ sempre la solita antica questione del bicchiere metà pieno o metà vuoto.
Se fosse per me però queste cose non le scriverei nel blog, ma in foglietti da attaccare in qualche bacheca con le puntine.
Uno trova qualcosa che gli interessa? Che lo tocca da vicino?
Lo stacca e se lo mette nella Smemoranda.
Mi manca infilare il dito nei buchi dei numeri dei vecchi telefoni e girare, girare.
Mi mancano le lettere d’amore imbustate.
Mi manca infilare la Bic nella cassetta per far tornare dentro il nastro che è schizzato fuori.
Mi manca il calzolaio sotto casa che mi rimetteva a nuovo anche le scarpe più conciate.
Mi manca il rumore che faceva il gettone quando cadeva nell’apparecchio della cabina telefonica.
Un paio di giorni fa, qui a Venezia, ho trovato finalmente un calzolaio fantastico che mi ha risolto un problema stupido di un laccio di un paio di scarpe nuove che continuava a cadermi, mentre camminavo.
Gli ho chiesto come mai sia sempre più difficile trovare bravi e giovani artigiani e lui, parlando del suo caso, mi ha risposto che ormai ci sono talmente tante scarpe che valgono e costano poco, che la gente non le mette più a posto, ma le butta.
Argh, ma io alle mie scarpe mi ci affeziono e anche se non sono costose e di marca, non ce la faccio a buttarle.
Settimana scorsa ero in vaporetto e chiacchieravo con il capitano (strano che io mi metta a chiacchierare con tutti no?!). Chiedevo se sapesse dove potevo trovare un ferro di una gondola (il ferro è quella specie di pettine che c’è a prua).
Stiamo costruendo casa in Puglia e ci terrei ad usare alcuni oggetti tipicamente veneziani per arredarla.
Una signora accanto, sentito il discorso, si è gentilmente intromessa per suggerirmi di visitare un nuovo negozio da poco aperto: “Il forcolaio matto.”
Devo dire che già il nome mi era piaciuto molto: la “forcola” è quel pezzo di legno su cui si appoggia il remo nelle barche tipiche veneziane in cui si voga in piedi.
Ieri, visto che non siamo andati in spiaggia, perchè Danny non stava benissimo, ho fatto due passi e sono andata a vedere questo nuovo negozio.
Che bello scoprire che ci sono artigiani che hanno ancora la voglia, il coraggio e l’entusiasmo di aprire negozi di questo genere. Che bello entrare in quel posto e sentire il profumo del legno. Piero Dri, il forcolaio “matto” in persona, da veri e propri tronchi di noce ricava le forcole e da tavole di Ramin, che è un albero che cresce nel arcipelago indonesiano, ricava i remi. Il problema è che gli oranghi che vivono in quelle zone si nutrono attraverso quegli alberi e quindi a forza di tagliare si rischia l’estinzione di questo animale. Ecco perchè Piero mi raccontava che è da poco entrato a far parte di un’associazione che si chiama “Slow Wood”. Si tratta di un’associazione che tra le varie cose, insegna agli artigiani ad usare legnami che provengano da foreste e boschi sostenibili concentrandosi sulle specie di legno locali spesso trascurate. La cosa importante è rispettare la struttura del legno, verificarne la provenienza ed escludere il pericolo di estinzione. Bravo Piero, a trovarne di artigiani come te. Barbara NB: il sito www.ilforcolaiomatto.it è ancora in costruzione, ma se passate per Venezia andate a trovare Piero all’inizio della strada nuova, partendo da Campo S.Apostoli, davanti all’imbarcadero dei gondolieri. L’indirizzo esatto è Canareggio 4231 e il suo cell.348.2528611
Era da un pò, tanto, che ne sentivo parlare.
“Ma tu non le prendi?”
” Ma lo sai che ormai George Clooney non può vivere senza?”
Anche io non potrei vivere senza di lui, se non fosse gay.
Un paio di anni fa mi è capitato di averlo come vicino di tavolo a una delle varie feste della Mostra del Cinema di Venezia e secondo me gli atteggiamenti erano inequivocabilmente (ammazza che difficile scrivere questa parola, peggio di uno scioglilingua) di uno a cui non piacciono le donne.
E, prima che vi mettiate a ridere, non lo sto dicendo perché non ci ha provato con me (e vorrei anche vedere), ma perchè l’ho visto parlare sempre e solo con uomini e quando mi ha dato la mano per presentarsi, lo ho fatto senza stringere.
Non sopporto quelli che ti danno la mano molle.
Ma torniamo alle bacche che l’è megl.
Loro almeno hanno un’identità ben definita.
Secondo una leggenda delle colline dell’Himalaya, durante la dinastia Tang, nel VII secolo, accanto a un pozzo scavato vicino ad un tempio buddista c’erano delle viti che producevano piccole bacche rosse.
Le bacche caddero nell’acqua del pozzo per secoli e secoli e chi beveva quell’acqua era riconosciuto in tutta la regione per la sua giovinezza e vitalità.
Se sapessi la posizione esatta di quel pozzo mi ci farei un bagnetto alla Cocoon.
La fama delle bacche di Goji, chiamate dai Tibetani “i frutti della vita”, con il tempo si è estesa al punto che oggi il loro succo è una delle bevande più ricercate dalle celebrità, dai vip (very important people) e dai nip (not important people, come me)
Il Goji è ricco di antiossidanti e polisaccaridi unici, che difendono il corpo dagli agenti inquinanti, ed è anche un potente depurante del sangue, ricco di minerali e vitamine tanto da avere una quantità di vitamina C ben 500 volte maggiore di quella contenuta in un’arancia.
“Mamma ho il raffreddore” e via con una bella spremuta di Goji.
Kate Moss e Madonna non escono di casa senza le loro bacche nella borsetta.
Loro sì che sono avanti, io nella borsetta ci metto le “cicche” (da masticare).
Le bacche, che sono dolciastre e somigliano un pò all’uva passa, sono frutti con “biodisponibilità organica” immediata ossia sono facilmente riconosciute dal nostro organismo, che riesce così a scomporle in modo semplice e rapido.
Le popolazioni orientali, della Cina del Nord e soprattutto della Mongolia Interna, grazie al loro stile di vita e alle loro abitudini alimentari, sono tra le più longeve del mondo e sono tra le meno soggette alle cosiddette malattie del benessere.
Secondo voi da dove arriva tutta la loro vitalità e la loro ottima salute?
La risposta mi sembra ovvia: nella loro dieta non mancano mai le bacche di Goji!
Lo stress quotidiano porta spesso con se quel fastidioso senso di spossatezza.
A volte mi sveglio e solo al pensiero della giornata che mi aspetta…mi sento già stanca.
E poi detesto questo caldo assurdo: mi mette addosso una fiacca micidiale.
Sto prendendo le bacche di Goji tutte le mattine da circa 20 giorni e vi assicuro che sento già gli effetti. Ero davvero scettica, ma mi sono dovuta ricredere. Se inserite questi frutti in una dieta sana ed equilibrata (anche con qualche trasgressione un giorno sì e uno no, come faccio io) vi aiuteranno ad affrontare meglio la giornata. Sono inoltre un alimento senza zuccheri aggiunti e quindi ideale sia per grandi che per piccini. Quantità consigliata: 1-3 cucchiai (20g) al giorno di bacche così come sono, o a piacere aggiunte a yogurt, macedonia, riso e insalate. In cucina possono essere impiegate nella preparazione di piatti dolci e salati. Adulti, 1-3 cucchiai al dì
Bambini, 1-3 cucchiaini al dì E’ stata riscontrata un’interferenza dell’alimento con alcuni medicinali tipo quelli anticoagulanti, quindi chiedete sempre prima al vostro medico di fiducia se per esempio avete intolleranze o allergie. Oltre al Goji, sta avendo un grande successo anche l’Açai, un’altra bacca, questa volta di origine brasiliana, che cresce ed è consumata nella foresta amazzonica. Il succo delle bacche di Açai, che gli indigeni dell’Amazzonia consumano anche mescolato a quello di guaranà in una sorta di pozione energetica, avrebbe proprietà vasoprotettrici. E’ inoltre ricco di ferro e steroli vegetali, che lo rendono un potente anticolesterolo. E una delle bevande più ricercate del momento, soprattutto sulle spiagge di Copacabana e dintorni, dove sono vendute anche da appositi “carrettini”. Io ultimamente ho bevuto un’ottima capirinha al gusto all’Açai da Temakinho e devo dire che non so se mi abbia fatto bene, ma mi ricordo che dopo ero di ottimo umore! Barbara NB: Le bacche Goji ormai si trovano in farmacia , in erboristeria o anche in alcuni supermercati. Se fa troppo caldo per andare in giro a cercarle, le potete sempre comprare on line su www.sitarstore.it
Sto prendendo le bacche di Goji tutte le mattine da circa 20 giorni e vi assicuro che sento già gli effetti. Ero davvero scettica, ma mi sono dovuta ricredere. Se inserite questi frutti in una dieta sana ed equilibrata (anche con qualche trasgressione un giorno sì e uno no, come faccio io) vi aiuteranno ad affrontare meglio la giornata. Sono inoltre un alimento senza zuccheri aggiunti e quindi ideale sia per grandi che per piccini. Quantità consigliata: 1-3 cucchiai (20g) al giorno di bacche così come sono, o a piacere aggiunte a yogurt, macedonia, riso e insalate. In cucina possono essere impiegate nella preparazione di piatti dolci e salati. Adulti, 1-3 cucchiai al dì
Bambini, 1-3 cucchiaini al dì E’ stata riscontrata un’interferenza dell’alimento con alcuni medicinali tipo quelli anticoagulanti, quindi chiedete sempre prima al vostro medico di fiducia se per esempio avete intolleranze o allergie. Oltre al Goji, sta avendo un grande successo anche l’Açai, un’altra bacca, questa volta di origine brasiliana, che cresce ed è consumata nella foresta amazzonica. Il succo delle bacche di Açai, che gli indigeni dell’Amazzonia consumano anche mescolato a quello di guaranà in una sorta di pozione energetica, avrebbe proprietà vasoprotettrici. E’ inoltre ricco di ferro e steroli vegetali, che lo rendono un potente anticolesterolo. E una delle bevande più ricercate del momento, soprattutto sulle spiagge di Copacabana e dintorni, dove sono vendute anche da appositi “carrettini”. Io ultimamente ho bevuto un’ottima capirinha al gusto all’Açai da Temakinho e devo dire che non so se mi abbia fatto bene, ma mi ricordo che dopo ero di ottimo umore! Barbara NB: Le bacche Goji ormai si trovano in farmacia , in erboristeria o anche in alcuni supermercati. Se fa troppo caldo per andare in giro a cercarle, le potete sempre comprare on line su www.sitarstore.it
Eh sì, siamo agli sgoccioli: ormai per molti di noi stanno per iniziare le vacanze (per molti sono già iniziate) e quindi questo mercoledì vi aspetto per l’ultima serata di balli sotto le stelle.
Ci rivedremo poi a settembre.
Se non ci dovessimo vedere mercoledì…buone vacanze!
Riposatevi, divertitevi, state con le persone che amate, ma anche con quelle che non amate perché potrebbero rivelarsi diversi da quello che sembrano, ocio.
Besos
Se non ci dovessimo vedere mercoledì…buone vacanze!
Riposatevi, divertitevi, state con le persone che amate, ma anche con quelle che non amate perché potrebbero rivelarsi diversi da quello che sembrano, ocio.
Besos
Un paio di giorni fa ero in spiaggia e non ricordo su quale rivista (in capanna tra le mie e quelle delle amiche di mia mamma, ormai abbiamo una libreria) ho trovato un’incredibile notizia alla quale non volevo credere: i popcorn, nella snack parade internazionale, sono considerati uno dei piatti forti
I popcorn hanno poche calorie e sono anche ricchi di antiossidanti.
Wow
Nell’articolo che ho letto si diceva che i popcorn hanno un indice glicemico decisamente basso e che contengono molti antiossidanti e vitamine.
Ecco che allora chef e nutrizionisti hanno deciso di puntare su di loro mettendo in un angolo patatine e olive.
Ormai negli States e in Inghilterra si trovano popcorn di tutti i gusti, sia salati che dolci.
C’è anche uno chef molecolare che nella sua linea di popcorn ha inserito quelli al caramello salato e al curry.
Il classico pacchetto di popcorn da 100 grammi ha solo 350 calorie e contiene 10 grammi di proteine e solo 4 di grassi quindi non si può davvero parlare di cibo spazzatura, anzi.
Vi assicuro che 100 grammi sono tanti, pensate che sono riuscita a coprire quasi tutto il mio corpo per fare le foto che vedete in questo post!
Sono parecchio lunga e parecchio “non esile” quindi fidatevi: 100 grammi di popcorn sono davvero tanti.
Alla fine i popcorn altro non sono che chicchi di mais integrali che esplodono con la forza del calore e quindi se non si abbonda con sale e grassi vari, si possono consumare tranquillamente.
Sono ricchi di fibre, sali minerali, vitamine del gruppo B e contengono molti antiossidanti (concentrati nella parte giallo-arancione)
E quindi viva il popcorn, ma attenzione: non fate come me e non esagerate con la quantità.
Io ho un’attenuante: Danny boy oggi ha la febbre e il mal di pancia quindi niente spiaggia e allora, siccome sono un pò matta e a casa mi annoio, mi sono messa lo stesso in costume e ho fatto un bel bagno di popcorn, ops! Barbara RICETTA, non light, per POPCORN SALATI AL CARAMELLO: fate esplodere, a fuoco alto e con coperchio, 110 grammi di mais per popcorn in una grossa padella con olio di mais e intanto sciogliete in un tegame 50 gr di burro, 2oo gr di zucchero, 1 cucchiaino di sale e 60 grammi di miele. Portate a ebollizione mescolando per 5/6 minuti fino a che il caramello sarà diventato color nocciola. Versate il caramello sui popcorn che avrete precedentemente messo in una ciotola dopo averla unta, e mescolate bene. Distribuite i vostri popcorn su due teglie con carta forno separando tutti i pezzi uno dall’altro. Aspettate circa 15 minuti perché si asciughi bene il caramello. Se li volete piccanti potete aggiungere agli ingredienti, per fare il caramello, 1/2 cucchiaino di peperoncino e 1/2 di cannella.
Io ho un’attenuante: Danny boy oggi ha la febbre e il mal di pancia quindi niente spiaggia e allora, siccome sono un pò matta e a casa mi annoio, mi sono messa lo stesso in costume e ho fatto un bel bagno di popcorn, ops! Barbara RICETTA, non light, per POPCORN SALATI AL CARAMELLO: fate esplodere, a fuoco alto e con coperchio, 110 grammi di mais per popcorn in una grossa padella con olio di mais e intanto sciogliete in un tegame 50 gr di burro, 2oo gr di zucchero, 1 cucchiaino di sale e 60 grammi di miele. Portate a ebollizione mescolando per 5/6 minuti fino a che il caramello sarà diventato color nocciola. Versate il caramello sui popcorn che avrete precedentemente messo in una ciotola dopo averla unta, e mescolate bene. Distribuite i vostri popcorn su due teglie con carta forno separando tutti i pezzi uno dall’altro. Aspettate circa 15 minuti perché si asciughi bene il caramello. Se li volete piccanti potete aggiungere agli ingredienti, per fare il caramello, 1/2 cucchiaino di peperoncino e 1/2 di cannella.