Dancing under the stars con Dj Cristian Masterfun

 
Siamo agli sgoccioli: ancora due mercoledì e poi vi abbandono e me ne vado in vacanza con i miei maschi.
In valigia metterò solo sandali bassi, ma prometto che a settembre torno con tacchi super temperati per ripartire con le mie serate al Bobino.
Intanto vi aspetto mercoledì prossimo, al Bobino, con una seratina che promette davvero bene.
In consolle ci sarà un grande amico che vi farà ballare parecchio quindi…get ready!
Cristian Masterfun non vi darà tregua!
Vi aspettiamo

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Non fare lo struzzo – lezione numero 9: occhio al tempo

 
“Ma perchè le giornate non sono composte di 48 ore invece che di 24 ?”
Ditemi che anche voi vi fate questa domanda almeno un giorno sì e un giorno anche dai !?
Ok, ok, magari adesso siete in vacanza oppure sono in vacanza molti di quelli con cui lavorate o con cui avete a che fare e quindi i ritmi finalmente stanno rallentando.
Finalmente si riesce a respirare (aria calda permettendo).
Ma quando siete in assetto normale?!
Durante l’anno?!
Quando dovete destreggiarvi tra lavoro, casa, spesa, commercialista, avvocato, dentista, medici vari, controlli, sport dei maggiorenni, sport dei minorenni, attività varie e marito?
Il marito fa parte della famiglia, ma spesso è mooolto più impegnativo del resto della famiglia, quindi merita una voce a sé.
Voi come riuscite a fare tutto?
Come organizzate il vostro tempo?
Riuscite a sfruttarlo al massimo o lo sprecate?
Spesso non è solo una questione di organizzazione, ma di atteggiamento mentale.
Quante volte ci capita di correre, correre, fare, fare ed arrivare alla fine della giornata senza aver concluso neanche la metà di quello che avremmo voluto fare?
E magari restano fuori proprio le cose più urgenti?!
Che fastidio quella sensazione di aver perso un sacco di tempo perchè non ci siamo organizzati bene. 
Ecco che le ore ci scivolano di mano ed ecco che arriva la necessità delle famose 48 ore al posto delle canoniche 24.
Facciamo finta che il tempo sia un treno, un insieme di vagoni.
Il treno va e non si può fermare.
L’unica soluzione è riempire quei vagoni con le cose che ci interessano di più.
Ecco che a questo punto va organizzato al meglio non solo il tempo, ma soprattutto il nostro atteggiamento mentale.
La prima cosa da fare è domandarsi quali sono per noi gli scopi e gli obiettivi più importanti da raggiungere:
Lavoro?
Amore?
Famiglia?
Cosa ci da più soddisfazioni e accende in noi la voglia di fare, l’entusiasmo?
Da cosa sarebbe meglio iniziare per avere la giusta carica indispensabile per il resto della giornata?
Se domani vincessimo la lotteria come spenderemmo i nostri soldi?
Se avessimo solo 6 mesi di vita, a cosa ci dedicheremmo?
Alcune delle domande che vi ho appena suggerito, potrebbero sembrare fuori luogo e invece non lo sono.
Pensateci bene…
Sento spesso amiche rimpiangere di non aver dedicato in passato più tempo al proprio compagno, al proprio figlio, al proprio lavoro o agli amici.
“Ah, se tornassi indietro starei di più con mio figlio”; “Ah, se non avessi trascurato così tanto mio marito dopo la nascita di Pinco e di Pallino, ora staremmo ancora insieme e non avrei mai incontrato quel demente con cui mi sono fidanzata e che pretende pure di fare da padre ai miei figli”; “Ah, se fossi stata più furba e mi fossi impegnata di più, ora avrei rivestirei ancora quel ruolo che alla fine non mi dispiaceva poi così tanto”; “Ma come è possibile che ora che ho finalmente lasciato quell’imbecille…sono spariti tutti gli amici?”.
Per evitare di vivere di rimpianti bisogna svegliarsi prima.
Ecco perchè vi dico che la cosa principale è dare delle precedenze alle cose che vi interessano di più e poi partire con l’organizzazione vera e propria del tempo a disposizione.
Dedicare del tempo a sè stesse è una cosa che per esempio molte donne non fanno quanto dovrebbero e poi finisce che se la prendono con i figli o con i mariti perché si aspettano da loro quello che loro non possono offrire.
Le soddisfazioni personali e le gratificazioni, ce le dobbiamo prendere per i cavoli nostri, anche e soprattutto fuori dal nucleo familiare.
Avete degli hobby? 
Trovate il tempo di coltivarli e vedrete che quanto sarete più serene e soddisfatte quando vi ritroverete nel vostro “solito” ruolo tra le 4 mura domestiche.
Avete degli amici che non sentite da tanto perchè magari non hanno fatto il vostro stesso percorso?
Chi se ne frega.
Se ci tenevate, allora aprite l’agenda (o il file dei contatti) e chiamateli, anche se sono passati anni.
Decidete quali sono i vostri obiettivi e fate ogni giorno un piccolo passo verso di loro.
E poi impariamo a delegare!!!
Io sono negata a delegare.
Faccio una fatica boia a delegare, ma ogni tanto bisogna stringere i denti e tocca farlo.
Fa bene delegare, fa benissssssssimo delegare.
Adesso per esempio le casse d’acqua le faccio comprare a mio marito e alla Metro ci mando lui da solo mentre io faccio altro (magari vado a bere un tea con un’amica che non vedevo da tempo).
La mia salvezza sono i miei post-it
Lo ho già raccontato, ma ve lo riassumo velocemente: tutte le sere, quando sono già a letto in totale relax, l’ultima cosa che faccio prima di spegnere la luce è mettere la mia agenda sulle ginocchia.
A quel punto la apro e tiro fuori un bel post-it giallo, anzi due, e faccio le liste per il giorno dopo.
La prima lista sono le cose che devo fare fuori casa ossia per esempio la spesa, la lavanderia, l’appuntamento dal dentista etc e i vari punti li metto in ordine di orario e di percorso.
Esempio: non vado a ritirare le camicie vicino a casa prima di andare a fare la spesa, ma dopo aver accompagnato nostro figlio a scuola così non mi ritrovo troppo carica di roba visto che giro in scooter.
Altro esempio: se so che devo andare in centro allora faccio mente locale su tutte le cose che quella settimana dovrei fare in zona e vedo di riunire più appuntamenti possibili nello stesso giorno così da ottimizzare tempo e benzina.
Il secondo post-it invece è la lista delle cose da fare da casa quindi pagamenti vari, telefonate, mail etc.
Sembra complicato, ma se vi abituate diventa una passeggiata, giuro.
Per me finire i post-it sarebbe come per un fumatore accanito finire le sigarette.
Ho i cassetti pieni di pacchetti di post-it.
Ogni tanto bisogna anche imparare a rimandare.
Ogni tanto bisogna anche sapersi accontentare e ottenere così un paio di ore in più da dedicare a sè stessi o a chi si ama.
Magari sperimentando una nuova ricetta e apparecchiando la tavola come si fa per le grandi occasioni o magari andando a prendere i figli a scuola per dedicare loro una gita non annunciata, a sorpresa.
Alcune cose si possono rimandare, ma altre no.
La vita è una sola e il tempo non torna indietro.
Barbara
 
NB: Vi ricordo che questa rubrica esiste grazie ai preziosi spunti dello psicologo coach Steve Benedettini. Se volete incontrarlo o volete informazioni sui corsi che tiene, chiamate il suo studio di Rho allo 02.93904504 o scrivetegli a info@alphacenter.it

I papà in vacanza

 
Ieri sono stata in spiaggia.
Ieri mi sono sdraiata sul lettino.
Ieri ho preso il sole sdraiata.
Ieri su quel lettino ho preso il sole sia davanti che dietro, girandomi per benino come si fa coi “cani caldi” sul grill.
Ieri su quel lettino mi sono anche addormentata.
Quando mai a noi mamme capita tutto ciò quando in spiaggia ci sono anche i figli!?
Ieri beata sul lettino!
Ieri beata sul lettino!
Noi mamme per poterci rilassare in spiaggia dobbiamo essere sole: zero mariti e zero figli, sennò è impossibile.
Non so se capiti anche alle altre mamme, ma io alla fine delle vacanze sono più stanca di prima e sono sempre più abbronzata sulla schiena che davanti.
Ma ora finiamola con questo giro di parole e andiamo subito al sodo: parliamo di loro, i papà.
 Argh!
Chissà perchè, ma i papà dalle vacanze tornano sempre riposatissismi e più abbronzati davanti che dietro.
Epperforrrzzza: loro in spiaggia non stanno molto spesso piegati in avanti!!! 
Loro hanno lavorato tutto l’anno quindi hanno diritto di riposare.
Noi invece durante l’anno non facciamo un fico secco (???) e quindi in estate ci tocca preparare le borse di Mary Poppins per la spiaggia, preparare i panini o peggio ancora le insalate di riso o le paste fredde e allestire la nostra zona in spiaggia perchè i mariti appena arrivano piantano l’ombrellone e poi spariscono subito all’orizzonte con i loro inseparabili occhialini da nuoto.
E poi vuoi non aiutare i nostri figli a costruire un bel castello di sabbia? 
Devo dire che mio marito è bravissimo a costruire il porto per Danny, questo devo ammetterlo, ma spesso quando Danny lo chiede, lui sta già russando sotto all’ombrellone e allora il compito passa a me.
Alla fine della giornata si mette tutto via e si torna a casa.
Chi sciacqua asciugamani, parei e costumi?
Chi fa la doccia ai “mostri”?
Chi prepara la cena?
Chi spazza, ramazza e rifà i letti?
Mio marito in vacanza fa solo una cosa: spazza la sabbia dal pavimento.
Io in città sono una super pulita e precisina, ma in vacanza mi trasformo in una zingara: posso anche non farmi la doccia e andare a letto con il sale del mare che mi pizzica sulla pelle, posso anche camminare sulla sabbia, in casa, ma lui no!
Lui se trova un granello di sabbia in salotto diventa verde come Hulk e allora abbiamo trovato un accordo: ti da così tanto fastidio la sabbia in casa al mare?! 
E allora sai cosa c’è di nuovo?
Spazzatela via da solo mentre io faccio le altre 2300 cose che ci sono da fare.
Classico pisolino del week-end.

Classico pisolino del week-end.

Se ci penso bene, alla fine è un pò la stessa cosa che succede tutti i week-end dell’anno solo che in estate dura parecchio di più quindi i maroni girano molto più a lungo.

E poi quando i maroni girano in spiaggia è più fastidioso perchè se per esempio succede mentre sei seduto o in ginocchio…ti finisce la sabbia negli occhi no?!
Loro sono stanchi quindi è giusto che si addormentino un paio di ore al giorno sotto l’ombrellone e che noi mogli diventiamo matte per tenere i bambini lontano da loro mentre russano.
“Poverino il papà è stanco, lasciamolo dormire dai”
Noi invece durante l’anno non facciamo una cippa, se non lavorare, fare le casalinghe e le mamme, quindi non vedo perché dovremmo avere diritto a schiacciare anche noi un pisolino all’ombra o al sole, risvegliandoci sudate, ma già abbronzate (anche davanti) senza aver fatto fatica.
Però una lancia a favore dei papà ora la voglio spezzare: spesso è colpa di noi mamme se ci ritroviamo a fare tutto da sole perché non so le altre, ma io faccio davvero fatica a chiedere. 
Tante volte potrei chiedere aiuto a mio marito e so che lui mi aiuterebbe (?), ma sono orgogliosa.
Ripensandoci bene però…fosse che  forse che noi mamme non chiediamo aiuto non solo per orgoglio, ma anche perchè spesso, quando lo facciamo, ci viene risposto “ora lo faccio, aspetta un attimo” e intanto passano le ore?
Può essere.
Ps. Amoreee, se per caso hai appena letto questo post, sappi che ti amo tanto anche se in vacanza non fai un tubo!!! Ops
papàdormefoto
 
 

Questo strano senso di libertà

 
Nostro figlio è in Sardegna con le nonne.
Questa settimana non ho grossi impegni di lavoro.
Mio marito deve lavorare come sempre dalla mattina alla sera, e lavorando a Bergamo non rientra poi così presto.
E io che faccio a Milano?
Niente o poco più.
Potrei sempre stare a casa e riposare!
Escluso: l’ultima volta che ho detto “sto a casa e riposo” è finita che mi sono messa ad aprire e a mettere in ordine tutti gli armadi, la cantina e il garage.
E quindi che si fa?
Vado a Venezia dalla mamma?
Ah no cavolo, la mamma è in Sardegna con Danny.
E quindi?
Sai cosa c’è di nuovo?
Io me ne vado a Venezia lo stesso.
Ma sarò da sola!
Bene, benissimo, “molto benissimo” (qui ci vuole un super superlativo)
E dopo questa mini conversazione con tra me e me, ho fatto il biglietto del treno e sono partita.
Dopo più di 15 anni mi sono a casa di mia mamma a Venezia, da sola!
Senza mia mamma, senza marito e senza figlio.
Anche la ragazza che ogni tanto viene a fare le pulizie è in malattia.
Sono davvero sola, al 100%, al 1000%
Che sensazione strana.
Amo mia mamma, amo mio figlio e amo mio marito (la donna delle pulizie anche no, dai), ma ritrovarsi da sola per 4 giorni senza orari e senza legami…non ha prezzo.
Mangio quando ho fame, dormo quando ho sonno e mi sveglio quando mi pare .
Ovviamente finisce sempre che ci si sveglia presto perchè noi mamme ormai abbiamo il fuso da mamma.
Stasera proverò ad uscire e a fare mooolto tardi così vedrò di stravolgere sto cavolo di fuso (magari mi bevo anche 2 o 3 spritz per aiutare il procedimento).
Ieri sono arrivata, ho lasciato la valigia a casa e senza perdere tempo ho indossato un paio di short, una maglietta e una borsa a tracolla con dentro telefono/musica, soldi , acqua e cuffie per ascoltare la musica.
Della serie “Chi si ferma è perduto”.
“Rilassarsi”?
Non pervenuto.
Sono passata a dare un bacio veloce a mio zio e poi sono partita per una lunga camminata veloce.
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Ho fatto 8 km e mi sono goduta la mia città respirando a pieni polmoni.
Ho visto il ponte del Redentore che stanno costruendo per la festa di sabato, ho visto turisti seduti in punta della Dogana, con le gambe a ciondoloni, ammirare Piazza San Marco.
Ho incontrato ex compagne di scuola che correvano (io non posso correre per problemi di schiena, ma mi accontento parecchio di camminare veloce).
Mentre tornavo a casa ho anche assistito, furtivamente, ad un pezzettino di concerto nel cortile interno del Conservatorio di musica, che emozione.
Sono tornata a casa e sono rimasta tutta appiccicosiccia senza nessuno che mi dicesse “Ma non ti fai la doccia???”
Mi sono preparata una bella insalatona e ho mangiato tutta appiccicosiccia seduta per terra e guardando un telegiornale.
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Ho finito di mettere a posto le mie cose, ho risposto ad un paio di mail e solo alle 22 mi sono finalmente decisa e ho fatto una lunga e rinfrescante doccia.
E per finire in bellezza, mi sono fumata una bella sigaretta sul balcone ammirando il buio che era ormai calato sul Canal Grande.
Fumo solo la sera e solo quando sono fuori (di solito in casa non fumo).
 
Un pacchetto di sigarette mi dura in media 2 settimane quindi non rompete!
Che strano senso di libertà.
Nessun senso di colpa, ma un grande bagno di pace.
Stamattina mi sono svegliata e con calma, dopo essermi rigirata nel letto quelle 200/250 volte, ho aperto gli occhi e le persiane.
Non era una bellissima giornata e quindi sono uscita a fare colazione al bar, sono andata dal commercialista di mamma e a fare un paio di altre commissioni.
Ma ora è uscito il sole quindi vi saluto, chiudo questo “orrido” Mac e me ne vado al mare.
Speriamo che, a differenza mia, quelli che condividono la capanna con mia mamma siano tutti al lavoro.
Ho intenzione di impossessarmi del lettino e di restarci aggrappata con le unghie fino a che non sarò più abbronzata di Denzel Washington.
Au revoir!
Barbara

Il bello di non partire è che non bisogna rientrare.

 
So che dopo quello che dirò, stasera pioverà di nuovo come ha piovuto sabato sera, ma devo dirlo:
“Mio marito aveva proprio ragione”
Ecco, l’ho detto.
Danny boy in Sardegna
Danny boy in Sardegna
Appena le nonne mi hanno confermato che avrebbero portato Danny con loro in Sardegna per ben 9 giorni, il mio primo pensiero è stato ” E che si fa il week-end visto che siamo soli soletti senza il pupo?”
Peccato che la domandina l’ho fatta a mio marito lunedì scorso ossia il giorno dopo il rientro dalla grigliata per il suo compleanno fatta al lago di Como da amici: 3 ore di coda per rientrare, due maroni incredibili.
Abbiamo anche provato a fare i furbi attraversando il lago col ferryboat, ma abbiamo solo buttato 15 euro perchè la coda era di nuovo lì ad aspettarci.
Risultato? 
Mio marito, alla mia domandina facile facile e tanto ricca di entusiasmo, ha risposto: “Io week-end prossimo non mi muovo da Milano”
Tiè!
Avevo una mezza idea (forse un quarto) di andare al mare, noi due, da soli, ma quella mezza idea è stata presto abbattuta, strozzata, strangolata.
Non nego che anche io non avevo tutta questa voglia di muovermi, ma non lo avrei mai ammesso, neanche sotto tortura.
Quindi quando il maritino ha fatto sparire anche quel quarto di idea che mi era rimasta , ho aspettato che andasse al lavoro e sono salita in terrazza a pulire e preparare tutto per il nostro we romantico e rilassante, a casa. 
Alla fine siamo davvero rimasti a Milano e devo dire che, dopo aver letto diversi commenti di ieri sera su faccia da libro, sono proprio contenta.
Il bello del non partire è che non devi rientrare.
Il bello del non rientrare è che non trovi km di coda per il rientro.
Il ragionamento non fa una piega no?!
Venerdì sera siamo andati a cena con una coppia di amici al Petit.
Il Petiti è un ristorante molto carino che hanno aperto degli amici circa 3 anni fa, ma non ero ancora riuscita ad andarci (sono una frana, pigra e smemorata).
Per la prima volta, ho preferito portarci il marito di venerdì perchè durante la settimana è troppo pericoloso.
Diciamo che il posticino è frequentato dalle più belle gnocche di Milano dove quella più normale si chiama Belen.
Per fortuna le belle gnocche il week-ed vanno tutte al mare a sfoggiare i loro lati B mentre noi comuni mortali possiamo circolare libere sentendoci anche passabili, in loro assenza.
Il problema è che, oltre che a me, il Petit è piaciuto molto anche a mio marito, pur senza tutte le gnocche di sempre, e quindi ci vorrà tornare, azz!
maritolavorafotoUdite udite: sabato mio marito è salito in terrazzo e ha iniziato a scartavetrare le sedie e i tavoli per riverniciarli.
Ok, ok, avrebbe potuto farlo mesi fa, ma va benissimo anche ora: basta che l’abbia fatto!
Mentre lui scartavetrava secondo voi io cosa ho fatto nel mio week-end libero senza figlio?
Sono andata in una Spa?
Mi sono fatta fare un massaggio?
Ho letto un bel libro?
Ho guardato un film intero?
Sono andata a fare shopping?
Ho visto le amiche?
Ho fatto mani, piedi e ceretta (ormai sembro Cita, ma non la moglie di Fantozzi)
Sono salita in terrazza e almeno io mi sono sdraiata al sole approfittando della situazione carina che avevo “apparecchiato” per due?
Ma cosa dite mai (come diceva il mio amato Topo Gigio): in terrazza non sono proprio salita (non si respirava aria buona con tutto quello scartavetrare), ma sono rimasta giù in casa e ho messo in ordine tutti gli armadi, il garage e anche la cantina, olè!
Sabato sera, distrutti , ma felici di tutto il lavoro fatto, siamo andati noi due in tête a tete a cena al nostro amato Temakinho in Corso Garibaldi.
Il Temakinho è lo stesso ristorante nippo-brasilero dove siamo andati a cena prima del concerto di Jovanotti: si mangia super bene e si spende il giusto.
Domenica mio marito ha finito di carteggiare e ha riverniciato 7 sedie, 2 tavolini e il tavolo grande e per finire ha fatto pure un ottimo lavoro di giardinaggio.
Che dire?! Ogni tanto mi ricordo perchè mi sono innamorata di lui.
moglielavprafotoIo ho finito di mettere in ordine tutti gli armadi e come se non bastasse, ho passato anche un paio di ore a piangere guardando le foto di Danny boy che avevo appena ricevuto dalla Sardegna: una deficiente!
Alle 16 però mi sono messa in costume da bagno e sono salita in terrazza.
Ho avuto il coraggio di entrare nella mini piscina di Danny e di sdraiarmi sul materassino al sole per più di un’ora, mentre mio marito mi guardava con invidia e finiva di verniciare.
Per farmi perdonare  sono andata a fare la spesa e gli ho comprato un bel po’ di frutta e altre cose che gli servivano.
Ho scritto “gli ho comprato” perchè io oggi parto, mentre lui resta.
Ho deciso di approfittare di questi 4 giorni liberi che mi rimangono (Danny torna giovedì) e visto che questa settimana non ho grossi impegni e su in terrazza ho gli operai che per i prossimi 4 giorni batteranno dalla mattina alla sera per spaccare il vecchio intonaco del palazzo accanto, me ne vado a casa mia a Venezia e resto lì ad aspettare i mie uomini che mi raggiungeranno venerdì.
Ciapa.
Barbara
Terrazza: dal mio assetto "relax" all'assetto "bricolage"

Terrazza: dal mio assetto “relax” all’assetto “bricolage”

 
 
 

Ricetta “turbo” per Gazpacho

 
Oggi vi do un ricettina super facile e super rapida.
Si tratta del Gazpacho, una zuppa fredda che nasce nel sud della Spagna.
I contadini se lo portavano bello fresco sui campi bollenti e a volte ci mettevano dentro anche dei cubetti di ghiaccio.
Si tratta di un piatto tutto a base di verdure e quindi alimenti ricchi di acqua indicati per le giornate calde.
Il Gazpacho si può fare e servire in diversi modi: come cocktail o come zuppa accompagnata da cubetti di cipolla, pane tostato, uovo sodo, cetrioli e pomodori.
Io oggi vi darò la ricetta più light ossia senza mollica di pane, senza crostini e senza uova, ma alla fine vi spiegherò al volo anche la versione No light.
Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI x 4 persone
1 peperone verde e 1 peperone rosso (io ne uso uno giallo e uno verde. I rossi li digerisco meno)
1 cetriolo da circa 200 grammi
100 ml di aceto bianco
50 ml di olio extra vergine di oliva
1 cipolla rossa (io l’ho usata bianca)
1 spicchio di aglio
600 gr di pomodori ramati
sale e pepe q.b. (per anni ho odiato leggere le ricette con scritto “Quanto Basta” e ora mi vendico! Ahahahah)
100 grammi di pane raffermo di cui userete crosta per crostini e mollica per gazpacho (per versione No light)
Se avete tutto INIZIAMO:
Tagliate i peperoni a listarelle eliminando i semi, tagliate pomodori a dadoni (io i semi non li tolgo), cetriolo a rondelle e cipolla come capita (tanto dovete frullare tutto quindi non diventate matti a tagliare), spellate un piccolo spicchio di aglio, tagliatelo in due e togliete l’anima.
Frullate tutto assieme aggiungendo aceto, olio e sale e pepe quanto basta (noi abbiamo il Bimby e frulliamo tutto a velocità “turbo” per 30 secondi) 
Se vi da fastidio la possibilità di trovarci dentro qualche micro pezzettino di pelle o due semini ( a me piace) allora prima di servirlo passatelo al setaccio.
gazpachosalsafotoSe vi piace il piccante (a me no e a mio marito…ovviamente sì) allora potete aggiungere del peperoncino o una goccia qualche salsa piccante tipo quella della foto che mio marito si è portato a casa dopo l’ultimo viaggio di lavoro in America. Aiuto!!!
Ricetta NO light: quella che vi ho appena dato è la versione light che facciamo noi, ma se volete fare quella “No light” allora l’aceto non lo frullate con gli altri ingredienti, ma usatelo con un pò di acqua per marinare la mollica di pane che poi frullerete con tutto il resto.
La crosta del pane la tagliate a dadini che metterete nel forno a 200 gradi per 5 minuti spruzzandoli prima con un pò di olio, per ottenere i vostri crostini.
Gli stessi ingredienti che usate frullati potete anche (comprandone in più) tagliarli a dadini e metterli in alcune ciotoline aggiungendo i crostini e anche due uova sode tagliate a pezzetti (ogni alimento in una ciotolina diversa), da servire accanto al vostro Gazpacho così uno può scegliere ciò che più gli piace di più a aggiungerlo alla sua zuppa fredda.
Olè
Barbara

Aiuto un incubo: ho di nuovo gli operai in casa!

 
So bene che avere gli operai in casa è una rottura di maroni per tutti, ma per me è diverso: per me è un incubo.
No tranquilli, non voglio fare nè la tragica nè la diversa.
Se parlo di “incubo” intendo “incubo” davvero perchè io per colpa degli operai, gli incubi li ho avuti non “peffinta” (amo inventare le parole), e per un lungo periodo.
Ho comprato la casa dove viviamo ora, nel 2002.
Da mansarda ad attico con terazza.

Da mansarda ad attico con terazza.

 

Quando l’ho comprata era un sottotetto, una mansarda.

Dopo aver ottenuto i permessi, ho tolto il tetto e l’ho rifatta con il tetto dritto e sopra il tetto ho fatto un terrazzo.
E’ sempre stato il mio sogno avere un bel terrazzo.
I lavori sono durati circa da luglio 2002 a giugno 2003 e io ero in cantiere quasi tutti i giorni perchè vivevo già a Milano dal 1989, ma in una casa in affitto.
Che emozione vedere quella mansarda trasformarsi in quella che sarebbe diventata la MIA casa con il MIO terrazzo.
Peccato che a circa 1 anno dal mio ingresso nella casa dei miei sogni…ha iniziato a piovere dentro.
Sì, sì, avete letto bene: “piovere”.
Le mie non erano semplici infiltrazioni: in certi punti del soffitto non vedevi solo le macchie, ma vedevi proprio le gocce cadere giù.
Di notte mi svegliavo sentendo il rumore delle gocce che cadevano sul mio letto, in cucina, in bagno, in salotto…ovunque.
Intanto era venuto ad abitare con me il mio fidanzato, quello che oggi è diventato mio marito e il padre di Danny boy.
Era la mia prima convivenza ed è stata molto bagnata.
Ma come si dice? Convivenza bagnata convivenza fortunata?
In effetti…
Ormai sul nostro letto pioveva così tanto che abbiamo dovuto togliere il letto e mettere per terra non il classico secchio (troppo piccolo), ma una vera e propria vasca (di quelle colorate per fare il bagno ai bambini, anche se di bambini ancora non ne avevamo! Argh)
Ci siamo dovuti trasferire per mesi nella camera degli ospiti dove pioveva di meno.
L’impresa che aveva fato i lavori ha iniziato a rompere il terrazzo a pezzi per cercare di capire da dove entrasse l’acqua, ma dopo un anno di tentativi il problema era ancora lì e il terrazzo era distrutto.
Alla fine ho fatto causa all’impresa e all’architetto che aveva seguiti i lavori.
Con l’aiuto di un’altra impresa e di un ingegnere specializzato, si era poi scoperto che avevano sbagliato a mettere le guaine su in terrazzo.
Praticamente avevano usato dei fogli di guaina per la superficie piana e della guaina liquida per i muri verticali.
Peccato che le due guaine non fossero compatibili tra di loro e quindi col tempo l’acqua ha iniziato ad infiltrasi in tutti i punti di contatto tra le due e in tutti i buchi che erano stati fatti per far passare tubi dell’aria condizionata, per mettere i punti luce terrazzo etc
Ho dovuto fare rifare tutto il terrazzo da un’altra impresa e quest’anno, dopo lunghi anni di attesa, ho finalmente vinto la causa.
Per me è stato davvero un incubo: mi svegliavo di notte in lacrima nella camera degli ospiti e mi ritrovavo seduta per terra, in lacrime, in quella che era sempre stata la mia camera.
Giravo per la casa a cercare nuove infiltrazioni anche quando orami era tutto a pasto.
Sentivo le gocce cadere anche quando il terrazzo era stato già rifatto.
Adesso il muro del palazzo vicino a noi ha dei problemi con l’intonaco che sta cadendo a pezzi nel nostro terrazzo e quindi hanno dovuto montare una grossa impalcatura che dal cortile dei vicini sale sul nostro terrazzo.
Dovranno spaccare tutto il muro e ripristinare l’intonaco.
A parte il fatto che dovranno togliere il mio bellissimo murales che avevo fatto fare appena nato Danny boy,  per un paio di settimane avrò di nuovo degli operai nel nostro terrazzo ed è inevitabile che io ripensi a quando mi pioveva in testa.
Se ci ripenso ora…per fortuna ormai mi viene quasi da ridere: casa nostra era diventata peggio di uno scolapasta.
Barbara
Casa o scolapasta?

Casa o scolapasta?

 

Una neo mamma folk : intervista a Kris Reichert.

 
Kris ed io, da quasi 10 anni, dormiamo nello stesso letto.
In un viaggio che feci tanti anni fa a Bali, comprai parecchi mobili per arredare la casa in cui vivo ora a Milano.
Tra quei mobili c’erano due bellissimi letti matrimoniali in teak .
Quando il mio attuale marito venne a vivere con me, trasformai la camera degli ospiti aggiungendo una sorta di scrivania e degli armadi, e per fare spazio vendetti uno dei due letti matrimoniali a Kris.
Quante ne abbiamo combinate assieme le due Kris ed io: crociere,  feste di compleanno…
Ieri sono entrata a casa sua e mi sono ritrovata in un modo parallelo.
Dal caos cittadino mi sono ritrovata ad ascoltare Mozart e ad osservare quel fagottino che si guardava attorno, tutto curioso.
mixkrisfotoMi è venuto incontro Kito, il loro pitbull, che tutto è tranne che aggressivo (lo diventano se sono i padroni che li portano a diventarli) e ho visto Lucky e Stella, i loro due gatti tigrati, fare capolino per vedere chi avesse suonato il campanello .
Che dire?
Ho sentito subito una grande serenità, tanta armonia e soprattutto ho letto una gioia infinita nei sorrisi che Kris dedicava a suo figlio.
Sono momenti irripetibili, intensi, ricchi di emozioni.
Dylan ad un certo punto si è messo a piangere.
Capita spesso dopo la pappa e prima del riposino.
Dylan piangeva forte ed era tutto rosso, ma Kris, mamma da soli 9 giorni, non si è allarmata, non ha chiamato il medico, come avrebbero fatto tante neo mamme (Alcune lo fanno, eccome se lo fanno!), ma lo ha preso in braccio e ha iniziato a ninnarlo emettendo con la bocca un “rumore bianco” ossia un suono stabile, ripetitivo, rilassante. 
Un suono simile a quello che fanno certi oggetti che abbiamo in casa come il phon, le ventole del pc, la lavatrice o simile al rumore che fanno le onde quando si infrangono sulla battigia.
E’ un rumore che calma i bambini.
E infatti dopo pochi minuti Dylan dormiva.
Quel fagottino è in quella casa da pochi giorni (è nato il 2 luglio), ma già tutto parla di lui: dalla poltrona che si chiama proprio come lui (Dylan è davvero il nome di quel modello), al quadro che una cara amica di Kris, rimasta incinta in contemporanea a lei ha dedicato al piccolo (spesso tra amiche capita di rimane incinte assieme! E’ successo anche a me), per finire con i dinosauri che papà Yan, che di mestiere fa il dj e non il pittore, ha voluto disegnare nella cameretta del loro bambino.
Dylan dormiva ed era il momento perfetto per darle un paio di consigli su dove comprare i pannolini a buon mercato, sul sito dove ordinare in futuro il latte risparmiando un botto, ma soprattutto per iniziare la nostra intervista.
Compleanno di Kriss R. go kart

Uno dei divertentissimi compleanni di Kris R : tutti mascherati ci siamo sfidati sui go kart

Kris è arrivata in Europa quando aveva 19 anni.
Ha fatto la modella e la VJ per MTV e poi con la sua collega omonima Kris, ha creato il duo Kris & Kris.
Ora Kris e Kris conducono, con l’entusiasmo che le contraddistingue, diverse trasmissioni per radio 105.
Kris ha ereditato dalla sua famiglia una grande, grandissima passione per la musica.
Ha infatti già inciso ben 3 album.
Cosa ti ha portato in Europa?
Volevo viaggiare per arricchirmi di esperienze nuove e imparare le lingue e visto che c’ero ho portato con me il mio book da modella
E in Italia come ci sei arrivata?
Dopo Berlino, Amsterdam e Creta, dove ho vissuto per 4 mesi in un villaggio sperduto lì vicino, la tappa successiva era Milano.
Avrei voluto restare per 3 mesi per poi proseguire per Parigi dando la precedenza ai posti che volevo vedere e non alla moda.
Invece a Milano mi sono innamorata di un ragazzo di Bolzano e non sono più partita.
Ho vissuto con lui a Bologna per 5 anni e con l’arrivo del contratto di MTV sono tornata a Milano.
 A proposito di MTV, come hai conosciuto l’altra Kris?
L’ho conosciuta sotto i portici di Bologna: eravamo tutte e due modelle, avevamo lo stesso nome e ci somigliavamo allora spesso ci facevano lavorare assieme.
Lei a Bologna faceva la studentessa e io la nomade.
Kris e Yan poco prima del parto
Kris e Yan poco prima del part
Come ha reagito l’altra Kris quando le hai detto che saresti diventata mamma?
Si è emozionata tanto perché sapeva da quanto tempo noi cercassimo di diventare genitori.
E poi perché per tre mesi non glielo ho potuto dire.
La prima volta che sono rimasta incinta lo ho detto subito a tutti, ma purtroppo poi ho perso il bambino e quindi la seconda volta non abbiamo voluto dire niente a nessuno fino al terzo mese.
Ma Kris, che mi conosce bene, aveva già capito tutto prima che glielo dicessi.
Al terzo mese cosa hai fatto? Hai fuso il cellulare?
Il terzo mese coincideva con le vacanze di Natale che abbiamo fatto in Canada quindi a mia mamma lo ho potuto dire di persona.
E’ stato il più bel regalo che potessi farle, uno dei momenti più emozionanti della mia vita.
Come mai il nome “Dylan”?
Era l’artista più amato da mio papà che è un cantautore folk .
Inoltre “Dylan” mi è sempre piaciuto come nome e visto che il mio compagno è mezzo inglese…
Vi sposerete?
Per noi era importante diventare genitori e non marito e moglie. Quello è come se lo fossimo già.
Mamma italiana o mamma americana? Vizi o disciplina?
Sono molto ordinata, ma non esagerata.
Credo che farò crescere mio figlio come mia mamma ha fatto con me ossia con un amore incondizionato.
Sono cresciuta bilanciata, ma c’era anche molta disciplina: i principi, il linguaggio, la considerazione per gli altri, l’essere educati con sé stessi e con gli altri.
Quanto è importante la coppia dopo l’arrivo di un figlio?
Moltissimo, va curata la coppia e dare al proprio uomo la stessa energia che si da al figlio. La coppia va curata da entrambe, specialmente dopo l’arrivo di un figlio
Babysitter sì o babysitter no?
Sì, una mano sì anche se per il momento non penso che lo lascerei a qualcun altro che non sia il suo papà . Diciamo che non mi darebbe fastidio una mano per la casa e per cucinare e infatti a breve arriverà.
Torniamo a parlare di musica: raccontami un ricordo legato alla musica e alla tua famiglia?
Quando ero piccola mio papà suonava per me infondo al letto con la sua chitarra 12 corde (le normali hanno 6 corde mentre le chitarre folk hanno 12 corde) e l’armonica a bocca per farmi addormentare. Quello per me è stato il seme della musica.
A tuo figlio racconterai la favola o canterai la ninna nanna?
Sicuramente canterò e suonerò per lui, ma non mi fermerò alla musica e gli racconterò anche le favole che leggero e inventerò per lui.
Non deve mai mancare la magia nella vita di un figlio.
Barbara
The blondies

The blondies

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo "le 3 mamme". Chi lo avrebbe mai detto quel giorno...

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo “le 3 mamme”. Chi lo avrebbe mai detto quel giorno…

 

Un week-end in giro per mercatini dell’antiquariato.

 
In questo periodo invece di allenarmi in palestra mi sto dando alle lunghe camminate veloci in giro per la città e devo dire che mi piace molto.
Faccio di media tra gli 11 e i 13 km quindi faccio del bene a me e alle mie gambe (sperando che dimagriscano! Argh).
Oltre a fare esercizio fisico, cosa buona e giusta, sto scoprendo un sacco di angoli della mia città che non conoscevo e purtroppo anche un paio di negozi interessanti (pericolosisssssimo).
A volte parto da casa senza meta e vago per almeno un paio di ore.
Due giorni fa sono finita sui navigli e mi sono imbattuta in un piccolo negozietto che vendeva pezzi di antiquariato e non solo. 
Mi era piaciuto molto il mobile che vedete nella foto.
Sono entrata correndo e chiedendo velocemente il prezzo, poi mi sono fatta dare il numero e ho detto che avrei richiamato a beve perchè in quel momento non potevo fermarmi.
Avevo pensato di prendere quel mobile per la casa che stiamo costruendo in Puglia.
Mi piaceva l’idea di far fare dai muratori una grande nicchia di quella misura in cucina, per poi incastracelo dentro e usarlo per i contenitori delle spezie e per tutti quegli oggetti che non sai mai dove mettere.
Ho richiamato il negozio ieri, ma il mobile non c’era più: venduto!
E te credo, con quello che costava…
Praticamente lo regalava.
Che sf…
Ogni tanto andando in giro e facendo attenzione, si riescono a fare degli ottimi affari.
Questo week-end mio marito ed io siamo senza bambino perché Danny è al mare con le nonne, ma per evitare di ritrovarci nel traffico delle partenze e dei ritorni, abbiamo deciso di trascorrere il nostro fine settimana libero…a casa.
E allora ieri mi è venuta un’idea e ho fatto una ricerca su internet per vedere se questo week-end ci sarà qualche mercatino dell’antiquariato in zona.
E’ molto bello quello di Lodi dove siamo già stati, ma purtroppo ce lo siamo appena persi perché lo fanno la prima domenica del mese, e ad Agosto lo sospendono.
Sono un’appassionata di mercatini e ho avuto la fortuna di vederne di belli durante i miei viaggi.
Quelli di Londra e di Parigi meritano sempre un giretto.
Lisbona: mercatino dell'antiquariato, ma non solo.

Lisbona: mercatino dell’antiquariato, ma non solo.

L’ultimo che ho visto è stato quello di Lisbona, a gennaio: bella la location e un sacco di cose interessanti.
Peccato che avevano il limite del peso della valigia, ma un pò di piastrelle (azulejos) ce le siamo portate a casa e le useremo di sicuro per la nostra cucina Pugliese.
Ora però torniamo ai mercatini della zona.
Pensavo che ne avrei trovati forse un paio e invece, con mia grande sorpresa, ho scoperto che ce ne saranno un sacco.
Non so come siano perché non ci sono mai stata, ma penso che almeno un paio li vedrò a breve.
Se siete in zona e se vi possono interessare, io ve li metto tutti (spero) qui sotto.
Magari ci si vede lì.
Ah, dimenticavo la cosa più importante: mio marito non lo sa ancora cosa gli spetta questo week-end quindi non diteglielo please!
Voglio provare con l’effetto sorpresa dell’ultimo momento e vedere se così riesco a trascinarcelo.
Ho la sensazione che la prossima volta ci penserà bene prima di decidere di rimanere in città, ops!
Per fortuna che col suo lavoro non ha tempo di leggere il mio blog.
Fu fiuuuuu
Barbara
 
 
 
 
 
 
 
 

Oggi mi levo un peso

 
Domenica ero al lago da amici e mentre mi godevo un po’ di meritato relax, decido di tirare fuori il mio ipad dalla borsa e di leggere il Corriere on line.
Ed eccola lì: una notizia a dir poco agghiacciante.
Non scenderò nei dettagli perché sono davvero tosti e probabilmente li avete già letti o sentiti.
Un giovane arbitro in Brasile espelle un giocatore per un brutto fallo e il giocatore si vendica dandogli un forte calcio sugli stinchi.
A quel punto l’arbitro, che aveva appena perso la madre ed evidentemente non era proprio in sè (non lo sto giustificando, sto solo spiegando i fatti), prende una roncola nella sua borsa e colpisce due volte il petto del calciatore.
(La roncola è un’arma che in Brasile molti si portando dietro per rompere rami per farsi strada e per ammazzare serpenti)
Portato il calciatore in paese in cerca di un medico mentre al campo di calcio la gente si avventa sull’arbitro.
L’arbitro viene legato ad un palo in attesa che arrivi la polizia, ma la polizia dopo un’ora non è ancora arrivata.
La gente a quel punto decide di farsi giustizia da sola e uccide l’arbitro con una cattiveria assurda.
Quello che è successo è pazzesco e solo a ripensarci mi fa venire mal di stomaco
C’era un gruppo di gente molto arrabbiata che quell’arbitro lo avrebbe ucciso subito, ma avevano vinto i moderati convincendo tutti ad aspettare che fosse la polizia a fare giustizia.
Ma la polizia non arriva e la giustizia se la fanno da soli.
So che ora ci vado giù pesante, ma dopo quello che sta succedendo in Italia negli ultimi anni…un po’ li capisco.
Magari non capisco il modo in cui lo hanno fatto, ma li capisco.
Cosa farei se fossi la madre di quel motociclista investito e ucciso da un pirata della strada, poi scappato a piedi, e sapessi che l’assassino di mio figlio dopo 45 giorni sarà già libero di tornare a casa?
Cosa farei se fossi la mamma di Tommaso Onofri (e quindi anche la moglie dell’uomo morto di crepacuore), il bambino di 18 mesi ucciso 7 anni fa dal suo rapitore, e sapessi che dopo soli 7 anni di carcere, il suo assassino forse inizierà a fare il giardiniere e forse gli daranno presto il permesso dei lavori esterni?
Cosa farei se fossi la mamma della fidanzata di Jucker da lui uccisa con 22 coltellate e sapessi che invece dell’ergastolo o dei 30 anni, si farà solo 11 anni di galera e tornerà libero?
Cosa farei se fossi la mamma di una delle tre vittime del killer col piccone e sapessi che quel pazzo era libero di circolare nonostante una fedina penale sporca e più lunga di un chilometro e a meno di 2 mesi dall’ultima tragedia, sarà di nuovo fuori?
Non so cosa farei.
So solo che la giustizia in questo paese inizia a farmi davvero schifo.
Sono parole pesanti lo so, ma sono veramente arrabbiata e per togliermi un pò di questo peso che ho dentro, devo dire quello che penso!
Quelli di cui ho appena parlato sono solo alcuni esempi e purtroppo ce ne sono altri, tanti altri.
In prigione ora c’è uno come Corona, che non è un santo, ma neanche un assassino, e vorrebbero metterci per 7 anni uno che è andato a letto con una minorenne che gliela ha servita su un piatto d’argento.
A casa sua, invece, c’è un irresponsabile come Schettino, uno che ha dato 22 coltellate alla sua fidanzata e uno che ha investito un cinquantenne in moto ed è scappato.
Scusate, ma ne ho davvero le scatole piene.
Processi eterni, riti abbreviati e patteggiamenti assurdi sono ormai all’ordine del giorno.
E poi ci lamentiamo se tutti i delinquenti del mondo vengono a cercare rifugio in Italia?!
E te credo.
Barbara