Io sono negata a delegare. Faccio una fatica boia a delegare, ma ogni tanto bisogna stringere i denti e tocca farlo. Fa bene delegare, fa benissssssssimo delegare. Adesso per esempio le casse d’acqua le faccio comprare a mio marito e alla Metro ci mando lui da solo mentre io faccio altro (magari vado a bere un tea con un’amica che non vedevo da tempo). La mia salvezza sono i miei post-it Lo ho già raccontato, ma ve lo riassumo velocemente: tutte le sere, quando sono già a letto in totale relax, l’ultima cosa che faccio prima di spegnere la luce è mettere la mia agenda sulle ginocchia. A quel punto la apro e tiro fuori un bel post-it giallo, anzi due, e faccio le liste per il giorno dopo. La prima lista sono le cose che devo fare fuori casa ossia per esempio la spesa, la lavanderia, l’appuntamento dal dentista etc e i vari punti li metto in ordine di orario e di percorso. Esempio: non vado a ritirare le camicie vicino a casa prima di andare a fare la spesa, ma dopo aver accompagnato nostro figlio a scuola così non mi ritrovo troppo carica di roba visto che giro in scooter. Altro esempio: se so che devo andare in centro allora faccio mente locale su tutte le cose che quella settimana dovrei fare in zona e vedo di riunire più appuntamenti possibili nello stesso giorno così da ottimizzare tempo e benzina. Il secondo post-it invece è la lista delle cose da fare da casa quindi pagamenti vari, telefonate, mail etc. Sembra complicato, ma se vi abituate diventa una passeggiata, giuro. Per me finire i post-it sarebbe come per un fumatore accanito finire le sigarette. Ho i cassetti pieni di pacchetti di post-it. Ogni tanto bisogna anche imparare a rimandare. Ogni tanto bisogna anche sapersi accontentare e ottenere così un paio di ore in più da dedicare a sè stessi o a chi si ama. Magari sperimentando una nuova ricetta e apparecchiando la tavola come si fa per le grandi occasioni o magari andando a prendere i figli a scuola per dedicare loro una gita non annunciata, a sorpresa. Alcune cose si possono rimandare, ma altre no. La vita è una sola e il tempo non torna indietro. Barbara NB: Vi ricordo che questa rubrica esiste grazie ai preziosi spunti dello psicologo coach Steve Benedettini. Se volete incontrarlo o volete informazioni sui corsi che tiene, chiamate il suo studio di Rho allo 02.93904504 o scrivetegli a info@alphacenter.it
- Ieri beata sul lettino!

Classico pisolino del week-end.
Se ci penso bene, alla fine è un pò la stessa cosa che succede tutti i week-end dell’anno solo che in estate dura parecchio di più quindi i maroni girano molto più a lungo.
E poi quando i maroni girano in spiaggia è più fastidioso perchè se per esempio succede mentre sei seduto o in ginocchio…ti finisce la sabbia negli occhi no?! Loro sono stanchi quindi è giusto che si addormentino un paio di ore al giorno sotto l’ombrellone e che noi mogli diventiamo matte per tenere i bambini lontano da loro mentre russano. “Poverino il papà è stanco, lasciamolo dormire dai” Noi invece durante l’anno non facciamo una cippa, se non lavorare, fare le casalinghe e le mamme, quindi non vedo perché dovremmo avere diritto a schiacciare anche noi un pisolino all’ombra o al sole, risvegliandoci sudate, ma già abbronzate (anche davanti) senza aver fatto fatica. Però una lancia a favore dei papà ora la voglio spezzare: spesso è colpa di noi mamme se ci ritroviamo a fare tutto da sole perché non so le altre, ma io faccio davvero fatica a chiedere. Tante volte potrei chiedere aiuto a mio marito e so che lui mi aiuterebbe (?), ma sono orgogliosa. Ripensandoci bene però…fosse che forse che noi mamme non chiediamo aiuto non solo per orgoglio, ma anche perchè spesso, quando lo facciamo, ci viene risposto “ora lo faccio, aspetta un attimo” e intanto passano le ore? Può essere. Ps. Amoreee, se per caso hai appena letto questo post, sappi che ti amo tanto anche se in vacanza non fai un tubo!!! Ops


- Danny boy in Sardegna



Terrazza: dal mio assetto “relax” all’assetto “bricolage”


Da mansarda ad attico con terazza.
Quando l’ho comprata era un sottotetto, una mansarda.
Dopo aver ottenuto i permessi, ho tolto il tetto e l’ho rifatta con il tetto dritto e sopra il tetto ho fatto un terrazzo. E’ sempre stato il mio sogno avere un bel terrazzo. I lavori sono durati circa da luglio 2002 a giugno 2003 e io ero in cantiere quasi tutti i giorni perchè vivevo già a Milano dal 1989, ma in una casa in affitto. Che emozione vedere quella mansarda trasformarsi in quella che sarebbe diventata la MIA casa con il MIO terrazzo. Peccato che a circa 1 anno dal mio ingresso nella casa dei miei sogni…ha iniziato a piovere dentro. Sì, sì, avete letto bene: “piovere”. Le mie non erano semplici infiltrazioni: in certi punti del soffitto non vedevi solo le macchie, ma vedevi proprio le gocce cadere giù. Di notte mi svegliavo sentendo il rumore delle gocce che cadevano sul mio letto, in cucina, in bagno, in salotto…ovunque. Intanto era venuto ad abitare con me il mio fidanzato, quello che oggi è diventato mio marito e il padre di Danny boy. Era la mia prima convivenza ed è stata molto bagnata. Ma come si dice? Convivenza bagnata convivenza fortunata? In effetti… Ormai sul nostro letto pioveva così tanto che abbiamo dovuto togliere il letto e mettere per terra non il classico secchio (troppo piccolo), ma una vera e propria vasca (di quelle colorate per fare il bagno ai bambini, anche se di bambini ancora non ne avevamo! Argh) Ci siamo dovuti trasferire per mesi nella camera degli ospiti dove pioveva di meno. L’impresa che aveva fato i lavori ha iniziato a rompere il terrazzo a pezzi per cercare di capire da dove entrasse l’acqua, ma dopo un anno di tentativi il problema era ancora lì e il terrazzo era distrutto. Alla fine ho fatto causa all’impresa e all’architetto che aveva seguiti i lavori. Con l’aiuto di un’altra impresa e di un ingegnere specializzato, si era poi scoperto che avevano sbagliato a mettere le guaine su in terrazzo. Praticamente avevano usato dei fogli di guaina per la superficie piana e della guaina liquida per i muri verticali. Peccato che le due guaine non fossero compatibili tra di loro e quindi col tempo l’acqua ha iniziato ad infiltrasi in tutti i punti di contatto tra le due e in tutti i buchi che erano stati fatti per far passare tubi dell’aria condizionata, per mettere i punti luce terrazzo etc Ho dovuto fare rifare tutto il terrazzo da un’altra impresa e quest’anno, dopo lunghi anni di attesa, ho finalmente vinto la causa. Per me è stato davvero un incubo: mi svegliavo di notte in lacrima nella camera degli ospiti e mi ritrovavo seduta per terra, in lacrime, in quella che era sempre stata la mia camera. Giravo per la casa a cercare nuove infiltrazioni anche quando orami era tutto a pasto. Sentivo le gocce cadere anche quando il terrazzo era stato già rifatto. Adesso il muro del palazzo vicino a noi ha dei problemi con l’intonaco che sta cadendo a pezzi nel nostro terrazzo e quindi hanno dovuto montare una grossa impalcatura che dal cortile dei vicini sale sul nostro terrazzo. Dovranno spaccare tutto il muro e ripristinare l’intonaco. A parte il fatto che dovranno togliere il mio bellissimo murales che avevo fatto fare appena nato Danny boy, per un paio di settimane avrò di nuovo degli operai nel nostro terrazzo ed è inevitabile che io ripensi a quando mi pioveva in testa. Se ci ripenso ora…per fortuna ormai mi viene quasi da ridere: casa nostra era diventata peggio di uno scolapasta. Barbara
Casa o scolapasta?


Uno dei divertentissimi compleanni di Kris R : tutti mascherati ci siamo sfidati sui go kart
Volevo viaggiare per arricchirmi di esperienze nuove e imparare le lingue e visto che c’ero ho portato con me il mio book da modella
E in Italia come ci sei arrivata? Dopo Berlino, Amsterdam e Creta, dove ho vissuto per 4 mesi in un villaggio sperduto lì vicino, la tappa successiva era Milano. Avrei voluto restare per 3 mesi per poi proseguire per Parigi dando la precedenza ai posti che volevo vedere e non alla moda. Invece a Milano mi sono innamorata di un ragazzo di Bolzano e non sono più partita. Ho vissuto con lui a Bologna per 5 anni e con l’arrivo del contratto di MTV sono tornata a Milano. A proposito di MTV, come hai conosciuto l’altra Kris? L’ho conosciuta sotto i portici di Bologna: eravamo tutte e due modelle, avevamo lo stesso nome e ci somigliavamo allora spesso ci facevano lavorare assieme. Lei a Bologna faceva la studentessa e io la nomade.
- Kris e Yan poco prima del part
Al terzo mese cosa hai fatto? Hai fuso il cellulare?
Il terzo mese coincideva con le vacanze di Natale che abbiamo fatto in Canada quindi a mia mamma lo ho potuto dire di persona.
E’ stato il più bel regalo che potessi farle, uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Come mai il nome “Dylan”?
Era l’artista più amato da mio papà che è un cantautore folk . Inoltre “Dylan” mi è sempre piaciuto come nome e visto che il mio compagno è mezzo inglese… Vi sposerete?
Per noi era importante diventare genitori e non marito e moglie. Quello è come se lo fossimo già. Mamma italiana o mamma americana? Vizi o disciplina? Sono molto ordinata, ma non esagerata. Credo che farò crescere mio figlio come mia mamma ha fatto con me ossia con un amore incondizionato. Sono cresciuta bilanciata, ma c’era anche molta disciplina: i principi, il linguaggio, la considerazione per gli altri, l’essere educati con sé stessi e con gli altri. Quanto è importante la coppia dopo l’arrivo di un figlio?
Moltissimo, va curata la coppia e dare al proprio uomo la stessa energia che si da al figlio. La coppia va curata da entrambe, specialmente dopo l’arrivo di un figlio Babysitter sì o babysitter no?
Sì, una mano sì anche se per il momento non penso che lo lascerei a qualcun altro che non sia il suo papà . Diciamo che non mi darebbe fastidio una mano per la casa e per cucinare e infatti a breve arriverà. Torniamo a parlare di musica: raccontami un ricordo legato alla musica e alla tua famiglia?
Quando ero piccola mio papà suonava per me infondo al letto con la sua chitarra 12 corde (le normali hanno 6 corde mentre le chitarre folk hanno 12 corde) e l’armonica a bocca per farmi addormentare. Quello per me è stato il seme della musica. A tuo figlio racconterai la favola o canterai la ninna nanna? Sicuramente canterò e suonerò per lui, ma non mi fermerò alla musica e gli racconterò anche le favole che leggero e inventerò per lui. Non deve mai mancare la magia nella vita di un figlio. Barbara

The blondies

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo “le 3 mamme”. Chi lo avrebbe mai detto quel giorno…

Lisbona: mercatino dell’antiquariato, ma non solo.