So che a qualcuno potrà sembrare una cavolata, ma io quando vedo certe scene davvero non capisco.
Ma come fanno certe mamme a far comandare loro?
Eh che cavolo, ma state messe davvero male!
O come dico sempre io: “How are you put???” (Ahahah)
Ora vi racconto la scena pietosa alla quale ho assistito un paio di giorni fa all’Ipercoop dietro casa.
Vado a prendere Danny boy all’asilo e assieme andiamo a fare la spesa.
Di solito lo lascio di sopra a giocare “alle palline”, ma ogni tanto lo faccio venire con me così inizia a capire un paio di cose e soprattutto mi aiuta e sceglie la sua nuova colazione.
Stavamo uscendo con il carrello della spesa e passando davanti alla “zona macchinine” Danny mi chiede se può fare un paio di giri.
Gli rispondo che ne può fare solo uno perchè abbiamo la spesa da portare a casa e da mettere in frigo.
Lui capisce e si mette in coda per la sua macchina preferita che, ovviamente, era l’unica occupata.
Prima di Danny c’erano in coda altre due bambine con relative mamme e relative spese nel carrello.
So che sarebbe più intelligente far fare loro il giro sulle macchinine prima di fare la spesa e non dopo, ma a noi mamme piace tanto fare le stupide, ogni tanto!
Il bimbo biondo e riccio di circa 3 anni sulla macchinina, finisce il suo giro, ma non accenna a scendere!
La sua cara (???) mammina lo guarda e gli dice, con un tono un po’ troppo sdolcinato e al rallenty , “amooooreeee mioooo ti piaceeee questaaaa macchininaaa verooo!?”
A quel punto noi 3 mamme in attesa ci guardiamo chiedendoci, senza bisogno di parlare, chi possa essere il pusher di quella mamma e che tipo di droghe abbia assunto durante la giornata.
La cara mammina sembra non accorgersi che ci sono 3 bambini, 3 mamme e 3 spese che aspettano il loro turno.
A quel punto io, mooolto gentilmente, le chiedo se può fare scendere suo figlio e far salire gli altri bimbi, ma lei mi guarda con occhio a palla e mi risponde dicendo, col il solito fastidioso tono sdolcinato e al rallenty, che ha avuto una “gioooornaaaaata pareeeeecchio stressaaaante e che nooooon haaaaa vooooglia di streeeeessarsi ancooooraaaa”.
La cara mammina prova a chiedere al figlio di scendere, ma il moccioso risponde con un secco NO senza neanche guardarla in faccia (come lo capisco!).
La mamma si arrende in un nano secondo e torna a guardare il vuoto….
E noi lì incredule a guardare lei che guarda il vuoto.
Dopo qualche minuto si gira verso di noi e ci dice “se volete farlo scendere provateci voi”.
Una mamma letteralmente terrorizzata dalla possibilità che il figlio si mettesse a fare i capricci, una mamma succube della volontà del figlio.
Ma che tristezza! Quanto avrei voluto dare uno scapaccione, alla cara mammina!
Se avessi voluto un secondo figlio di cui occuparmi, me lo sarei fatto da sola e soprattutto non lo avrei cresciuto così neanche per i primi tre anni.
Mi sa che lo stesso mio pensiero lo hanno avuto anche le altre 2 mamme perchè alla fine abbiamo deciso di andarcene e di lasciare lì “La cara mammina” con il moccioso viziato.
Con certe persone non vale neanche la pena prendersela: sono già loro la punizione di sé stesse.
A parte il fatto che secondo me quella si era imbottita di antidepressivi o di qualcosa di simile perchè vi assicuro che faceva paura per come era isterica e piena di rabbia, ma nello stesso momento pacata ed assente.
Magari era pure armata di mazza da baseball tipo Michael Douglas in “Un giorno di ordinaria follia”.
E poi noi donne ci lamentiamo perchè gli uomini di oggi sono viziati?!
E te credo, se crescono con delle mamme del genere…
Aiuto
Barbara
Oggi vi parlerò di un errore che ho sempre fatto e che purtroppo, nonostante tutto, continuo a fare.
Nella nostra vita noi sviluppiamo il nostro carattere attraverso 3 ruoli fondamentali: bambino, adulto e genitore.
Quando siamo BAMBINI nasciamo, cresciamo, impariamo, ascoltiamo, inventiamo e diventiamo quello che diventiamo a seconda dell’educazione che ci viene data.
Quando passiamo la fase del bambino arriviamo alla fase ADULTO.
Molte volte il “bambino” vuole diventare troppo velocemente “adulto” solo per non sentirsi più dire cosa deve o cosa non deve fare e allora succede che quando diventa “adulto” si ritrova spesso a dire “no” a qualcuno non perché davvero non voglia, ma perchè sarà il suo modo di prendersi la rivincita sui “no” ricevuti da bambino.
L’ADULTO è indipendente, autosufficiente. L’adulto che nella prima fase della sua vita (da bambino) si faceva insegnare, nella seconda fase della sua vita diventa colui che conduce la propria vita.
Nella terza fase della vita l’adulto diventa GENITORE e a quel punto inizia a generare insegnamenti e ad occuparsi di altre persone.
Attenzione! Si può arrivare alla fase “genitori” anche senza avere figli, ma occupandosi magari dei propri genitori o di altre persone a noi care.
DA BAMBINI qualcuno si occupa di noi.
DA ADULTI siamo noi stessi ad occuparci di noi.
DA GENITORI ci occupiamo degli altri.
OCCORRE ELASTICITA’ NELLE FASI: Se per esempio andiamo a fare un corso allora in quel caso dobbiamo essere “bambini” per ascoltare ed imparare.
Non dobbiamo arginarci e voler ricoprire sempre lo stesso ruolo!
Spesso ci fissiamo in un ruolo perchè a casa nostra non ci hanno insegnato ad essere interscambiabili.
I nostri papà hanno sempre preteso, insegnato, ordinato.
I nostri papà non giocavano con noi, non succedeva che ai nostri tempi i papà si sedessero per terra con noi e, trasformandosi in “bambini,” si mettessero a giocare con noi.
Ho sofferto molto per questa cosa, ma poi ho capito che non era così solo per me.
Ai nostri tempi era così per tutti, era normale.
Questa rigidità nei ruoli la si vede spesso anche nella coppia: ci sono momenti in cui dovremmo imparare che essere “bambini” non vuol dire essere inferiori all’adulto che ci sta accanto, ma solo aver voglia di ascoltare, di imparare, ancora…
Troppo spesso ci viene più facile essere “genitori” e occuparci degli altri più che essere “adulti” e occuparci di noi stessi.
Spesso ci risulta impossibile lasciare che qualcuno si occupi di noi.
Siamo stati al lungo “bambini” e non ci va più…
Ecco che per esempio una moglie, con il proprio marito, invece di farsi aiutare e coccolare, tornando a ricoprire il piacevole ruolo di “bambina”, si trasforma addirittura da “adulto” in “genitore”.
Noi donne troppo spesso finiamo col diventare le seconde mamme dei nostri compagni.
Ecco il grande errore che continuo a fare io!
Ecco perchè oggi ho deciso di parlare di questo: perché forse parlandone “ad alta voce” con voi, riuscirò a prendere atto che è arrivato il momento di cambiare e di farlo subito!
I mariti le hanno già le loro mamme e passeranno tutta la vita a cercare delle donne che facciano per loro le stesse cose che facevano le loro mamme.
Ma noi non siamo le loro mamme quindi dobbiamo uscire dal ruolo di geisha (perché le mamme , specialmente per i figli maschi, altro non sono che delle geishe col grembiule) e entrare in quello di mogli.
Forse sono cresciuta troppo velocemente, forse dopo anni di singlitudine (essere single!) diventare all’improvviso mamma e moglie tutto assieme…è stato davvero troppo.
Forse all’età di 43 anni mi sto finalmente rendendo conto che non sono così forte ed indipendente come ho sempre creduto di essere.
Forse sono in grado di esserlo, ma non ne ho più voglia.
Forse inizio ad aver bisogno di aiuto anche io.
Forse ho solo voglia di coccole…
Diciamo che ho voglia di sentirmi meno wonderwoman e più donna.
Miao!
E poi se noi continuiamo a fare loro da mamme è come se dessimo loro l’autorizzazione per continuare ad essere bambini no?!
E se invece di continuare ad essere bambini… crescessero e diventassero “adulti” e “genitori”?
La soluzione per tutto è solo una: spogliamoci del grembiule e indossiamo un bel completino sexy.
Le mamme non sono sexy!
Le mamme sono sicure, comode e utili.
Io per mio marito non voglio più essere sicura, comoda e utile.
Vorrà dire che da oggi in poi si andrà più spesso al ristorante, e in lavanderia!
Olè
Barbara
NB: Vi ricordo che questa rubrica esiste grazie ai preziosi spunti dello psicologo coach Steve Benedettini. Se volete incontrarlo o volete informazioni sui corsi che tiene, chiamate il suo studio di Rho allo 02.93904504 o scrivetegli a info@alphacenter.it
Ci siamo, le vacanze si avvicinano e con loro si avvicina “l’incubo” della valigia.
Una volta mi esercitavo tutto l’inverno giocando a tetris, ma ora non ho più tempo, azz!
Ma siccome io sono donna-mamma-casalinga super organizzata che non va a dormire e non esce di casa se prima non ha tutti i suoi post-it ben in ordine per argomento e per data…ora vi racconto come un incubo può diventare un piacevole passatempo.
Quando prenotiamo la destinazione della vacanza prendo l’agenda, la apro sulla pagina prima della data di partenza e ci attacco uno dei miei post-it giganti su cui in alto scrivo “VALIGIA”.
A seconda di quale sarà la destinazione, inizio pian pianino a fare la lista delle cose che mi serviranno senza tralasciare neanche le più ovvie tipo “costumi da bagno” se andiamo al mare o “sci” se andiamo in montagna.
Ditemi che non vi è mai capitato di partire per il mare e di dimenticare i costumi?!
Dai ditelo se avete coraggio!
Di solito mio marito fa la sua valigia e io faccio la valigia per me e Danny boy senza tralasciare anche alcune casucce molto utili anche per il papi.
E’ anche capitato che lui si sia azzardato a cazziarmi per aver dimenticato, per una volta, una cavolata tipo i cerottini anti zanzare di Danny, ma quando lo ho minacciato dicendo “Ok, allora la prossima volta fai tu la valigia per te e Danny e io faccio la mia”, ha smesso di fiatare!
Ebbene sì, faccio una grande valigia (di quelle da 20 kg) per tutti e due e se proprio non ci sta tutto, allora faccio una sacca a parte con asciugamani, giochi e gadgets vari.
Gadegets vari?
Oh yes, nei miei “must” da viaggio ci sono numerosi gadgets, quasi più gadgets che vestiti.
Le mie amiche mi chiamano “la donna gadgets”.
Passo l’inverno a reperire in giro per negozi e siti, i gadgets più disparati.
Quest’anno andremo in crociera per 2 settimane e la lista è quasi pronta.
L’anno scorso sono tornata più stanca di quando sono partita e non vedevo l’ora che ricominciasse l’asilo!!! Ma quest’anno mi sono detta “Basta: o villaggio o crociera!”. Voglio qualcuno che pensi a cucinare e pulire per noi e qualcuno che ogni tanto faccia giocare Danny al posto mio!!! Danny ha scelto crociera e in crociera ci sarà una grande zona dedicata ai bambini dove ci saranno delle bravissime ragazze che hanno tanta voglia di prendersi cura di Danny boy e di farlo giocare in giro per la nave addirittura dalla mattina fino a dopo cena quindi forse, con qualche senso di colpa, ma giusto qualche, metterò in valigia anche un paio di libri con la speranza di ruscire a leggerli mentre me ne sto al sole e per una volta mi abbronzo anche al pancia e non solo la schiena (noi mamme al mare ci abbronziamo sempre e solo la schiena). Non abbiamo intenzione di “liberarci” di Danny tutto il giorno, ma per qualche ora la mattina (così magari mi alleno) e per qualche ora il pomeriggio (total relax) lo faremo. E poi la sera Danny massimo alle 21 crolla e in nave so che le babysitter per vegliare sul sonno dei bimbi mentre i genitori se ne vanno a zonzo…vogliono 5 dollari l’ora (Come in Italia, ah sì si) Mi sa tanto che quest’anno metterò in valigia anche una camicia da notte con pizzo e non solo quella con i Puffi. Sarà la volta buona che non mi addormenterò anche io leggendo la favola a Danny boy?! Quest’anno metterò in valigia un bel quintale di “voglia di fare un tubo” e lascerò al personale della nave il compito di occuparsi di tutto. Che figata! E’ il primo anno che non affittiamo una casa e che quindi non dovrò cucinare e fare tutte le altre rotture di maroni che faccio sempre in “vacanza”. Non mi sembra ancora vero!!! Forse quest’anno riuscirò davvero a sentirmi in vacanza. Quasi quasi in valigia metto anche… le parole crociate! Barbara
Ecco la NOSTRA VALIGIA PER QUESTA ESTATE:
1) Piccolo phon, spazzola tonda e mini piastra per i capelli. Ok l’asciugatura naturale che fa tanto “gnocca selvaggia”, ma almeno il ciuffo devo poterlo controllare e poi se dopo una settimana di “riccia da mare” mi capitasse di aver fortemente bisogno di vedermi liscia? Di certo non vado dal parrucchiere in vacanza. 2) Creme solari, cremine varie, antirughe, struccante bifasico per occhi che va bene anche per il rossetto (in estate come trucco uso solo il rimmel e al massimo il rossetto, e non sempre). 3) Qualche medicina per le urgenze: se ti prende il classico attacco di cagotto non è bello dover andare in giro per la nave a cercare l’Imodium o se una medusa pizzica il mio cucciolo quando scenderemo a fare le nostre belle escursioni, non è carino che io ricorra ai rimedi naturali davanti a tutti, no?! 4) i-pod con cuffie per isolarmi e piccola cassa simil Lego per condividere la musica con il mio maritino quando magari Danny si addormenta… E per non farci mancare nulla, anche il porta i-pod waterproof con casse incorporate. 5) Costumi e parei con paletti per bloccare il pareo sulla sabbia o fibbia per trasformare il pareo in gonna. Ottimizziamo ottimizziamo! 6) i-phone, i-pad e cover anti acqua sia per il primo che per il secondo, più il mio nuovo super gadgets per caricare entrambe con i raggi solari, libidineeeee!!! 7) un paio di scarpe con il tacco (solo uno) e due paia di scarpe basse e comode di quelle “anti sesso” (infradito e sandalo di pelle che sta bene con tutto) 8) dvd portatile con dvd per Danny boy (la salvezza per la vacanza: in macchina, in treno e in nave) 9) un bel blocco con pennarelli e un paio di barchette da usare nella piscina della nave o al mare. Altri giochi sono vietati tanto si finisce sempre col comprare qualcosa in giro. Una volta partivo da casa anche con paletta e secchiello, ma sono guarita! 10) Cappello a falde larghe e occhialoni da sole. Andiamo in crociera quindi quest’anno mi sfogo e faccio la vamp!!! Ovviamente la lista non è ancora completa perchè manca ancora più di un mese alla partenza quindi ho ancora un bel pò di tempo per sfogarmi, ma il peggio saranno come sempre i vestiti per me e per Danny Quella è davvero un’altra storia. Inizierò a tirare fuori pantaloni, magliette, felpe, vestitini (per me), biancheria intima etc sia per me che per lui, almeno 4 giorni prima della partenza e farò delle belle pile ordinate. Per i restanti 4 giorni ci girerò attorno tipo avvoltoio e inizierò a levare di qua e di là per poi arrivare al giorno (x -1) con delle pile umane e non più delle piccole Torri di Pisa in fase di crollo spontaneo. Riempire la valigia e tutte le volte scoprire che si chiude senza doverci salire sopra, è sempre una grande soddisfazione! Quando arrivo a destinazione (albergo, nave o casa che sia) appena prendo possesso della nostra “futura dimora”, la prima cosa che faccio è disfare la valigia. Solo quando ho disfatto la valigia mi sento davvero in vacanza, ma dura poco perchè all’improvviso mi ricordo che abbiamo un figlio di 5 anni e mezzo e quindi tolgo il “davvero” da davanti a “vacanza”.L’anno scorso sono tornata più stanca di quando sono partita e non vedevo l’ora che ricominciasse l’asilo!!! Ma quest’anno mi sono detta “Basta: o villaggio o crociera!”. Voglio qualcuno che pensi a cucinare e pulire per noi e qualcuno che ogni tanto faccia giocare Danny al posto mio!!! Danny ha scelto crociera e in crociera ci sarà una grande zona dedicata ai bambini dove ci saranno delle bravissime ragazze che hanno tanta voglia di prendersi cura di Danny boy e di farlo giocare in giro per la nave addirittura dalla mattina fino a dopo cena quindi forse, con qualche senso di colpa, ma giusto qualche, metterò in valigia anche un paio di libri con la speranza di ruscire a leggerli mentre me ne sto al sole e per una volta mi abbronzo anche al pancia e non solo la schiena (noi mamme al mare ci abbronziamo sempre e solo la schiena). Non abbiamo intenzione di “liberarci” di Danny tutto il giorno, ma per qualche ora la mattina (così magari mi alleno) e per qualche ora il pomeriggio (total relax) lo faremo. E poi la sera Danny massimo alle 21 crolla e in nave so che le babysitter per vegliare sul sonno dei bimbi mentre i genitori se ne vanno a zonzo…vogliono 5 dollari l’ora (Come in Italia, ah sì si) Mi sa tanto che quest’anno metterò in valigia anche una camicia da notte con pizzo e non solo quella con i Puffi. Sarà la volta buona che non mi addormenterò anche io leggendo la favola a Danny boy?! Quest’anno metterò in valigia un bel quintale di “voglia di fare un tubo” e lascerò al personale della nave il compito di occuparsi di tutto. Che figata! E’ il primo anno che non affittiamo una casa e che quindi non dovrò cucinare e fare tutte le altre rotture di maroni che faccio sempre in “vacanza”. Non mi sembra ancora vero!!! Forse quest’anno riuscirò davvero a sentirmi in vacanza. Quasi quasi in valigia metto anche… le parole crociate! Barbara
Essere genitori è davvero dura, ma per fortuna ho avuto degli ottimi esempi.
Avere degli ottimi esempi è cosa buona e giusta, ma può essere cosa buona e giusta anche un’esperienza magari non proprio positiva, perché dagli errori si può solo che imparare.
Mio papà è nato nel 1922 e quindi quando sono nata io nel 1970, lui aveva già 48 anni.
48 anni di differenza, specialmente in quei tempi (oggi sarebbe stato parecchio diverso), erano tanti, forse troppi.
Quella grande differenza di età non ci ha aiutato molto e poi il mio papà era sempre via per lavoro quindi se devo proprio essere sincera…non l’ho vissuto tantissimo il mio papà.
Quando c’era era spesso impegnato a dirmi cosa fare e cosa non fare e ad insegnarmi tutto quello che lui aveva imparato.
In quegli anni forse avrei preferito meno ramanzine, meno insegnamenti e più complicità in altre cose, ma col senno di poi devo dire che mi ha fatto del gran bene.
Me ne sto accorgendo ora.
Mio padre in auto era un grande: macinava km e km per lavoro e per tornare da noi e mi ricorderò sempre quando cercava di trasmettermi le sue “perle” di saggio automobilista: “non frenare mai quando non è strettamente necessario perchè i freni vanno conservati per quando davvero ti serviranno; se l’autostrada non è piena viaggia sempre nella corsia di mezzo così se ti dovesse capitare la sfortuna che ti scoppia una gomma o altro, avrai sempre lo spazio necessario per reagire” e tanto altro.
E poi papà era un vero galantuomo quindi guai a versarsi l’acqua da sole a tavola.
Quando c’era lui ci pensava lui.
L’uomo deve aprire la portiera dell’auto alla sua donna; l’uomo salendo le scale deve stare dietro, così se la donna scivola lui riesce a prenderla…
Quante cose mi ha insegnato il mio papà, peccato che oggi non ci siano più tanti uomini attenti al galateo e magari quando fanno certi gesti si capisce subito che li fanno perchè la vogliono e quando gliela dai…smettono di farli! Sob
Ok non era il papà che si sedeva a giocare con me o che mi portava sulle altalene al parchetto, ma quanti padri ai nostri tempi lo facevano?
E’ una cosa abbastanza nuova che i padri giochino con i loro figli.
Ma ora parliamo di mia mamma.
So che parlo spesso di lei, ma non posso farne a meno perchè non sarei quello che sono se non avessi una mamma come lei al mio fianco.
Mamma e papà non mi hanno mai proibito nulla, ma mi hanno sempre spiegato cosa facesse bene e cosa facesse male, cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato e poi lasciavano a me decidere.
Mi ricordo che mia mamma mi diceva sempre: ” Se vuoi fumare o bere fallo pure, ma fallo davanti a me, non farlo di nascosto!”
E infatti fumai la mia prima sigaretta a 24 anni, oggi non sono una fumatrice e non amo bere.
Mamma e papà non mi hanno mai giudicata, ma mi hanno sempre ascoltata cercando di darmi i giusti consigli.
Mamma era quella che passava la maggior parte del tempo con me quindi ora vi parlerò di lei.
Di lei che è sempre stata per me un’amica e una confidente.
Di lei che spesso si ritrovava le mie amiche in camera sua. Le raccontavano i cavolacci loro perchè a volte si sentivano più a loro agio a parlare con lei che con le loro mamme.
Molti dei miei compagni erano invidiosi di me perchè io ero molto più libera di loro.
Io a 13 anni in estate andavo a Ibiza con i miei genitori, uscivo a ballare da sola fino alle 3 e quando tornavo a scuola lo raccontavo tutta contenta.
Non amavo bere e non mi drogavo quindi per i miei genitori non c’era nulla di male in quel mio grande amore per la musica e per il ballo.
Sapevano dove trovarmi e sapevano con chi fossi.
A 13 anni ho iniziato ad organizzare le mie prime feste a casa a Venezia.
La spesa per le feste la facevo con mia mamma che era felice che casa sua fosse il punto di ritrovo mio e dei miei amici.
Mica scema mia mamma!
Lei a inizio serata veniva in salotto a salutare tutti e poi spariva in camera sua e non sbucava più, lasciandoci liberi di giocare indisturbati al gioco della bottiglia o di ballare i lenti con le luci spente.
Ma eravamo lì a due metri dalla sua camera e lei si sentiva sicura.
A Venezia non ci sono le macchine ed è una città sicuramente più tranquilla dove far crescere i figli, ma vi assicuro che bastano poche frequentazioni sbagliate e anche una città come Venezia può diventare la città più pericolosa del mondo.
Alcune mie compagne venivano da me e mi dicevano “Ma perché tu il sabato sera puoi già tornare all’una di notte e noi no!?”
Eh sì, perchè quando non facevo le feste a casa mia e uscivo per andare a casa di qualcun altro o semplicemente solo per una pizza e per stare un pò fuori, io potevo rientrare sempre più tardi dei miei compagni.
Allora io rispondevo: “Ma tu a tua mamma racconti chi frequenti, chi ti piace, dove vai, cosa fai?!”
E loro: “No, ma sei matta?!”
Ecco! E’ lì il problema: se tu tratti i tuoi genitori come dei “nemici” ai quali non raccontare mai nulla, loro come faranno a fidarsi di te e a lasciarti libero di fare le tue esperienze sapendo che se anche sbaglierai non sarà mai per farti davvero del male?
Mio papà aveva 48 anni più di me e quindi guai a chi mi toccasse!
Forse è volato in cielo ancora convinto che io fossi vergine (anche se mio figlio aveva già 3 anni), ma mi mamma di me ha sempre saputo tutto.
I nostri genitori prima di diventare genitori sono stati adulti e prima di essere adulti sono stati ragazzi, adolescenti, bambini.
I nostri genitori hanno vissuto le stesse cose che abbiamo vissuto noi e magari hanno anche nostalgia di quegli anni passati che non torneranno più, e attraverso noi e i nostri racconti possono riviverli.
Ora faccio un appello ai giovani sperando che qualcuno di loro finisca per sbaglio nel mio blog…
I genitori sono prima di tutto genitori, ma possono essere anche amici e saggi confidenti.
Raccontate loro dove andate, cosa vedete, chi conoscete, chi vi fa battere il cuore e chi vi fa stare male.
Condividete con loro le vostre emozioni, belle o brutte che siano.
Fateli tornare indietro nel tempo e date loro modo di rivivere le loro vittorie e i loro errori.
Chiedete consigli, fatevi coccolare e consolare.
I nostri genitori sono lì per noi e non contro di noi.
Adesso una raccomandazione però la faccio ai genitori: non siate sempre pronti a giudicare e a rimproverare i vostri figli appena fanno una mossa sbagliata perché quello è il modo per allontanarli.
Ok guidare, insegnare e cercare di salvaguardare i figli, ma troppa severità, troppe critiche e soprattutto troppa protezione…rischiano di fare più danni di Bertoldo.
Avete sbagliato voi?
Bene! Allora lasciate sbagliare anche noi ogni tanto.
Sbagliare fa bene ed imparare a rialzarsi fa ancora meglio.
Non c’è giorno in cui io non mi chieda se saprò essere un buon genitore e non c’è giorno in cui io non mi risponda che farò quello che potrò come hanno fatto i miei genitori con me.
Il buon esempio non mi manca e poi ho al mio fianco un papà delle nuove generazioni, uno di quei papà che puoi lasciare tranquillamente anche un week-end intero con suo figlio.
Un papà che si siede per terra e che con suo figlio ci gioca.
Un papà che prende suo figlio e lo porta ai gonfiabili lasciandomi la casa libera e silenziosa per farmi uno di quei lunghi bagni rilassanti che io amo tanto.
Un papà che una sera sì e una sera no, si sdraia nel letto di suo figlio, accanto a lui, e gli legge una favola.
Sono cambiati i tempi…
Barbara
Sono un’amante dello shopping e non ho mai fatto nulla per nasconderlo.
Per fortuna che non sono un’appassionata delle grandi firme, almeno quando ho i miei attacchi non faccio grandi danni: entro da Zara o in uno dei miei altri posticini prediletti, compro due magliettine, un paio di sandali, qualche altro gadgets che a volte finirà ancora col prezzo in fondo ai miei cassetti e mai ne uscirà oppure, peggio ancora, andrà ad appesantire ulteriormente e inutilmente la mia borsa di Mary Poppins. Sia chiaro che non compro sempre roba inutile, anzi…a volte trovo delle “chicchine” davvero speciali che poi mi tocca andare a ricomprare per le mie amiche, quelle che a differenza mia lavorano 24 ore su 24 e che quando escono dall’ufficio passeggiano davanti alle vetrine chiuse.
Povere loro!
Vabbè, ma torniamo al mio shopping.
Preferisco fare shopping nei negozi dove entri, guardi, tocchi , annusi e provi, ma da un paio di anni riesco a fare danni anche da casa, davanti a qualche schermo.
Leaders tra i miei “negozi on line” preferiti sono D-mail (vado anche in negozio) , Groupon e Groupalia.
Ditemi quello che volete, ma io trovo che con un pizzico di fortuna e un po’ di attenzione, si fanno dei grandi affari.
La mattina mi sveglio sempre prima di mio figlio e allora mentre aspetto che lui si svegli…spesso prendo il mio mac e me lo porto a letto.
Il marito esce alle 7.15 e non credo sia geloso che “Mac” entri nel letto al suo posto! Ops
Leggo due news su Facebook, eventuali commenti al mio blog e poi finisco nella mia posta e le vedo:
tutte le mattine ricevo una mail da Groupon e una da Groupalia.
Ho comprato di tutto: da cene in ristoranti normalmente troppo lontani dalle nostre tasche o a noi sconosciuti, fino al mio stesso “Mac”.
Settimana scorsa, su Groupon, ho comprato un bel pacchetto per il “Lido di Segrino” che non avevamo mai sentito nominare, neanche mio marito che è di Monza.
Il “Lido di Segrino” è sul Lago di Segrino, in Brianza, poco prima del Lago di Lecco, se non ho capito male guardando la piantina .
Sono negata con le piantine, con tutti i tipi di piantine: da quelle di carta a quelle fatte con le foglie.
Ho il pollice verde marcio!
Ma torniamo a San Groupon.
Con 39 euro ho comprato ingresso al Lido di Segrino, giro in canoa, noleggio biciclette, 15 minuti di idro massaggio e pranzo, il tutto per 2 persone (al posto di poco più di 200 euro che sarebbe stato il prezzo pieno per tutto il pacchetto).
Venerdi sera ho visto che le le previsioni per ieri erano buone e allora ho chiamato e ho prenotato.
Quando chiami dicendo che hai un coupon Groupon (manco fosse uno sciogli lingua) ti senti un pò come un ladro che sta per andare a fare un furto, hai quasi i sensi di colpa a chiedere di prenotare dopo che hai speso così poco.
Il signore che ha risposto è stato gentilissimo, come gentilissimi sono stati tutti quelli che ci hanno accolto ieri, dal ragazzo all’ingresso alla cameriera, dal bagnino al capo sala del ristorante.
Io non ho voluto il primo come da menù Groupon, ma ho chiesto della verdura extra e Danny, che era il terzo e quindi non compreso nel coupon , ha mangiato con noi senza dover pagare nulla in più.
Il posto è davvero splendido, ben curato e in una posizione davvero super.
Ci siamo fatti un bel giro in canoa, abbiamo pranzato e poi siamo andati a farci il giro del lago in bici.
La bicicletta di Danny la abbiamo portata noi perchè lì affittano solo quelle da adulti.
Dopo 5 km di bicicletta ho visto lei, la mia motivatrice che da circa ua setimana mi sta facendo allenare e mi ottimi consigli sull’alimentazione perchè mi sono messa in testa seriamente di dimagrire.
Sono felice di come sono e non voglio certo diventare anoressica, ma se da 76 kg riuscissi ad arrivare a 69 (che è un bellisssssimo numero) sarei parecchio felice.
Stefania non era con noi ieri, ma mi è apparsa davanti, come uno spiritello buono!
L’ho vista e ho convinto mio marito a mollare le bici e a rifare il giro del lago, ma questa volta a piedi.
Danny ci ha seguito in bici: noi ci siamo fatti 5 km in bici e 5 camminando velocemente e Danny 10 km in bici.
Che gioia, che soddisfazione!
A quel punto mio marito si è fatto un bagnetto nel lago e mio figlio ed io ci siamo goduti i nostri 15 minuti di idro massaggio.
E pensare che negli anni ’70 il lago di Segrino, come buona parte della Brianza , versava in una situazione di degrado ed inquinamento. Meno male che gli anni ’80 le amministrazioni locali hanno avviato un programma comune per il recupero e ci sono riusciti.
In Italia siamo pieni di posti bellissimi e tante volte li abbiamo proprio dietro casa, ma non lo sappiamo.
Quindi ben vengano gli amici con i loro suggerimenti e Groupon e Groupalia con le loro offerte.
Grazie
Barbara
Ecco una variazione delle famose melanzane alla parmigiana.
Versione light e da mangiare a fette! Oh yesss
Ho trovato la ricetta nella confezione di pasta sfoglia già pronta che compro di solito all’Ipercoop e siccome è molto difficile che io butti una ricetta prima di provarla…eccomi qui a raccontarvela.
Ho provato a farla con un rocchetto di diffidenza (era ben più di “un filo” di diffidenza) e invece?
E invece è venuta ottima quindi ve la passo super volentieri.
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA X 4:
1 rotolo di pasta sfoglia tonda già pronta.
2 melanzane
2 mozzarelle da 125 gr
Una tazza di passata di pomodoro (io uso una confezione di quelle grosse del Pomì)
Origano
Un cucchiaio di basilico tritato (va benissimo anche quello surgelato)
4 cucchiai di parmigiano (o anche più)
Sale, pepe e olio
Se avete tutto INIZIAMO:
Tagliate le melanzane a fette di mezzo centimetro di spessore e poi tagliatele a cubetti che terrete da parte.
Foderate una tortiera con la pasta sfoglia, tenendo la carta forno che vendono assieme, e bucherellate il fondo.
Spolverate il fondo con un pò di parmigiano.
Stendete uno strato di melanzane (la metà di quelle che avete preparato)
Condite con la metà della passata di pomodoro.
Aggiungete una mozzarella tagliata a cubetti piccoli.
Condite con origano, basilico tritato, sale e pepe.
Ripetete l’operazione e spolverizzate il tutto con il parmigiano rimasto e due cucchiai di olio.
Quando la vostra tortiera è pronta (vedi foto) cuocete nel forno preriscaldato a 200 gradi per 30 minuti
Et voilà
Fatemi sapere come vi viene e soprattutto se vi piace!
Barbara
So che state pensando che io sia matta e non posso che darvi ragione!
Ma se le amiche mi danno le “ricette da matti” e io provandole, finisco con il leccarmi le dita…che colpa ne ho?
I bocconcini di pollo di cui sto per darvi la ricetta, si dovrebbero mangiare con la forchetta, ma vi assicuro che quando tirerete fuori la teglia dal forno o il pollo dalla padella, se li farete fritti, la tentazione sarà troppa. Finirete per mangiarli con le mani e vi leccherete le dita come ho fatto io! Iniziamo come sempre con la LISTA DELLA SPESA x 4: Una bella confezione formato large di fette di pollo (quelle che si trovano al super mercato nel banco delle offerte per famiglie) Una scatola di vecchi e cari biscotti Ritz latte o senape olio un batticarne Se avete tutto INIZIAMO: Mettete le fette di pollo a bagno nel latte e se potete ce le lasciate tutta la notte sennò bastano anche un paio di ore. Prendete mezza confezione di Ritz e la svuotate in un tovagliolo di stoffa. Chiudete il tovagliolo e lo colpite con amore con il batticarne fino a sbriciolare i vostri Ritz creando una sorta di alternativa al pan grattato (che non siano proprio ridotti al minimo, qualche pezzettino più grande delle briciole ci sta bene!) Prendete le vostre fette di pollo belle impregnate di latte e le “impanate” nei Ritz sbriciolati (a volte invece che mettere il pollo nel latte lo spennello con la senape e poi lo “impano”) VERSIONE LIGHT: mettete i vostri bocconcini inRitzati (non sono imPanati) sulla teglia del forno dopo averla ricoperta con la carta forno. Li spruzzate con un filo di olio (io uso quello spray), spolverate con il sale e infornate a 180 gradi per circa 10/15 minuti mettendo su grill per gli ultimi 5 minuti VERSIONE TOSTA: invece di cuocere i vostri bocconcini in forno li friggete in padella con l’olio. Che dire? Voi provateli poi fatemi sapere! Secondo me all’inizio vi sembrerà sempre di averne fatti troppi e poi litigherete con il resto della famiglia per l’ultimo bocconcino rimasto sul vassoio! Se i bocconcini li fate piccoli piccoli, potete farci anche gli spiedini. Come contorno ci stanno bene i piselli. Barbara
Conosco Alessandro Benetton da quando lui aveva i capelli lunghi e io le gambe magre.
Ci sono tante cose che si potrebbero dire di lui, ma visto che si sa già molto, vi dirò solo quello che penso io:
1) Penso che i brutti siano diversi.
2) Penso che lui sia l’unico essere vivente al mondo ad essere riuscito a farsi clonare e a non farlo sapere a nessuno.
3) Penso che sia uno dei pochi fortunati ad avere le giornate fatte di 48 ore invece che di 24, sennò non si capirebbe come riesce a fare tutto quello che fa.
4) Penso che nonostante i suoi mille impegni, lui sia un ottimo neo marito e un ottimo padre
5) Penso che sia un imprenditore che la sa lunga e che tiene alta la bandiera dell’Italia in tutto il mondo.
6) Penso che sono fiera di essere Veneta perché il Veneto di imprenditori in gamba quasi come Alessandro ne ha sfornati parecchi.
7) Penso , ma soprattutto spero, che che magari sia una dote della regione e che allora …forse…anche i miei neuroni se stimolati bene…
8) Penso che Alessandro sia un principe azzurro senza mantello perchè quando lo vedi arrivare con quel sorriso, quella classe e quella simpatia innata, è come se sotto il suo lato B all’improvviso apparisse un cavallo bianco con la criniera al vento.
9) Penso che sono felicemente sposata, ma che uno come lui, una volta nella vita, deve apparirti davanti almeno in sogno e soprattutto deve chiederti di partire con lui per un week-end lungo, molto lungo.
Adesso che vi ho detto cosa penso io, sentiamo cosa pensa lui.
Ho incontrato Alessandro ad una cena l’ultima volta che sono stata a Venezia durante la Biennale e lui ha gentilmente accettato (sotto ricatto) di dedicare un po’ del suo prezioso tempo ad una neo blogger de Venesssia.
B:Ho letto del tuo libro ” A Play life story”, quindi iniziamo parlando di oggetti del tuo passato: un oggetto che ti provoca un bel ricordo?
A:Il maglione di Ermanno Daelli che ho ricevuto in regalo per i miei 18 anni. Un oggetto che a sua volta scatena il ricordo di esuberanti inverni a Cortina, di amici, feste e divertimento. B:Un oggetto che ti provoca un ricordo non troppo piacevole?
A: Cerco di non conservare i brutti ricordi. A:Ho avuto la fortuna di poter sempre scegliere cosa fare, e lo considero un grande privilegio. E comunque si, in quel periodo, i soldi che guadagnavo erano un contributo in più. B: Con i tuoi figli cosa farai fino a che non lavoreranno? Paghetta sì o
paghetta no? A: Direi paghetta si, meglio imparare da subito a gestirsi. B: A 9 anni ti sei fatto 4 km in bici da solo per andare a scuola. Un gesto di tuo papà per farti crescere subito con quel senso di indipendenza che ti ha poi contraddistinto e permesso di affermarti fuori dalla azienda di famiglia. Come aiuterai i vostri tre figli a fare lo stesso visto che come te portano un cognome così importante e che rischiano di diventare i classici “figli di papà e pure di mamma”?
A: Abbiamo sempre cercato di educare i nostri figli alla normalità, e infatti fanno la vita che fanno tutti i bambini alla loro età, senza particolari privilegi. In questo la fermezza di Deborah è stata fondamentale. Con loro passiamo buona parte del nostro tempo libero, con loro facciamo sport, facciamo le passeggiate in bicicletta la domenica o le escursioni in montagna. B: Ho sentito nella tua intervista da Daria Bignardi che nella tua famiglia non si butta nulla: i vestiti passano dai fratelli più grandi ai più piccoli passando per i cugini. Ma in famiglia non dovreste sostenere la moda low costa “usa e getta”? A: Confermo che non si butta nulla. Per quanto mi riguarda non sono mai stato un sostenitore della moda “usa e getta”. Questo libro ne è il risultato, tutto è partito dai miei armadi dove conservo in bell’ordine quelle cose che durano nel tempo e che ora sono tornate utili anche al marchio Playlife. B: E’ da quando ti conosco che vedo che appena hai un minuto libero ti dedichi a qualche sport. Che importanza ha per te lo sport? E’ solo una questione fisica o anche di testa? A: Lo sport per me è soprattutto una passione, poi è anche fatica, competitività, risultato, divertimento. E di sicuro è una questione fisica e mentale. B: Che sport fanno i vostri 3 figli?
A: Agnese fa pattinaggio su ghiaccio, Tobias gioca a calcio, Luce è ancora troppo piccola. B: Come hai conosciuto Deborah?
A: Ci siamo conosciuti al mare. Deborah era a Treviso con la sua manager per incontrare degli sponsor. La sera andarono a cena a Jesolo, e lì degli amici comuni ci presentarono. Ci vedemmo anche il giorno dopo, una gita in barca di amici, sì potremmo dire che nel nostro caso “galeotto fu il mare”.
B: Vi siete sposati in gran segreto a New York, io lo ho fatto a Las Vegas e ti capisco: quando passi tutta la vita in mezzo alla gente certi momenti vuoi che siano solo tuoi. Col sennò di poi devo dire che lo rifarei anche in Italia per poter condividere un momento così importante con mio figlio e giusto un paio di persone che amo profondamente. Voi no?! A: Nessun rimpianto. Con noi c’erano i nostri figli: è stato intimo e bello. B: Interessante il tuo blog, ma ora mi spieghi dove trovi il tempo anche per il blog? Ti mancava giusto giusto un nuovo impegno! A: Io penso che si trova sempre il tempo per tutto, se lo vuoi. Mi piace avere un luogo dove metto lì dei pensieri o delle riflessioni, le cose che mi piacciono o quelle che ho occasione di conoscere e mi fa piacere condividere. Certo c’è qualcuno che mi aiuta nella gestione del tutto. B: La tua società si chiama 21 investimenti e dopo 21 anni di esperienza lontano dall’azienda di famiglia, ora ne diventi il presidente. Il numero 21 che si ripete, è un caso?
A: Direi l’inevitabilità del caso. B: Accettando di diventare il presidente in un momento come questo sai bene che non avrai vita facile. Come mai hai deciso di dire sì proprio adesso?
A: Mi è stato chiesto e ho fatto una scelta di responsabilità. Ho avuto il ruolo di detonatore per il cambiamento, e il processo avviato è già a buon punto. B: Quando ero piccola io se volevi acquistare qualcosa di fatto bene, ma ad un prezzo accessibile c’era solo Benetton. Adesso ci sono Zara, H&M e come loro tanti altri colossi del abbigliamento low cost. Ora che sei diventato presidente come pensi di affrontare la concorrenza?
A: Senza sottovalutarla, anzi analizzando che cosa li rende competitivi, ma allo stesso tempo mantenendo la personalità che i marchi Benetton hanno saputo esprimere nel tempo. Ma soprattutto, coadiuvato da un management forte e indipendente. B: Scegli: felicità o serenità?
A: La felicità è il sogno di tutti, la serenità è un sogno possibile. B: Il segreto per essere un buon padre specialmente per uno come te che avrebbe bisogno di una giornata di 72 ore?
A:Sapere trovare il tempo per i miei figli, tutti i giorni. B: Per me tu sei “un principe azzurro senza mantella”, ma siccome tu la moglie ce l’hai, dai un consiglio agli uomini ancora in cerca della loro anima gemella. Come si conquista una donna nel 2013? Sono ancora importanti le regole del galateo che io amo tanto?
A: Non so se parlerei di conquista, credo di più nell’alchimia e nella sincerità nell’essere se stessi. E di solito succede a entrambi, non è maschile o femminile. Forse, e vale sia da un punto di vista maschile che femminile, non bisogna fermarsi all’apparenza, ma cogliere quelle che Goethe ha insuperabilmente definito “affinità elettive”. B: Come si riconquista la propria compagna giorno dopo giorno ? A: Lealtà, interessi comuni e mai smettere di parlare. B: Di cosa ha bisogno una donna?
A: Di rispetto. B: Quale è il trucco per conquistare e tenersi un “principe azzurro”? Ossia…quali sono i classici errori che le donne dovrebbero smettere di fare e su cosa invece dovrebbero concentrarsi per fare felice l’uomo dei loro sogni? A: Mi sembra una domanda antica. Non esistono canoni e la domanda non è come fare felice qualcuno ma, impegnarsi e ogni tanto rinunciare a qualcosa per stare bene insieme. B:Come hai chiesto a Deborah di sposarti? A: Con Deborah abbiamo sempre cercato di proteggere la nostra vita privata, e questo rimane per tutti un segreto.
B:I figli vanno guidati o lasciati liberi? A: Vanno responsabilizzati. B: Li porterai subito a lavorare in azienda con te o li manderai prima per la loro strada come hai fatto tu? A: Sarà totalmente una loro scelta. B: Se tu potessi rinascere animale, che animale vorresti essere? A: Un delfino, per surfare sugli oceani. B: Rivelami un tuo segreto di bellezza? A: Nessun segreto, una vita sana, una buona alimentazione e tanto sport. Barbara
A:Il maglione di Ermanno Daelli che ho ricevuto in regalo per i miei 18 anni. Un oggetto che a sua volta scatena il ricordo di esuberanti inverni a Cortina, di amici, feste e divertimento. B:Un oggetto che ti provoca un ricordo non troppo piacevole?
A: Cerco di non conservare i brutti ricordi. A:Ho avuto la fortuna di poter sempre scegliere cosa fare, e lo considero un grande privilegio. E comunque si, in quel periodo, i soldi che guadagnavo erano un contributo in più. B: Con i tuoi figli cosa farai fino a che non lavoreranno? Paghetta sì o
paghetta no? A: Direi paghetta si, meglio imparare da subito a gestirsi. B: A 9 anni ti sei fatto 4 km in bici da solo per andare a scuola. Un gesto di tuo papà per farti crescere subito con quel senso di indipendenza che ti ha poi contraddistinto e permesso di affermarti fuori dalla azienda di famiglia. Come aiuterai i vostri tre figli a fare lo stesso visto che come te portano un cognome così importante e che rischiano di diventare i classici “figli di papà e pure di mamma”?
A: Abbiamo sempre cercato di educare i nostri figli alla normalità, e infatti fanno la vita che fanno tutti i bambini alla loro età, senza particolari privilegi. In questo la fermezza di Deborah è stata fondamentale. Con loro passiamo buona parte del nostro tempo libero, con loro facciamo sport, facciamo le passeggiate in bicicletta la domenica o le escursioni in montagna. B: Ho sentito nella tua intervista da Daria Bignardi che nella tua famiglia non si butta nulla: i vestiti passano dai fratelli più grandi ai più piccoli passando per i cugini. Ma in famiglia non dovreste sostenere la moda low costa “usa e getta”? A: Confermo che non si butta nulla. Per quanto mi riguarda non sono mai stato un sostenitore della moda “usa e getta”. Questo libro ne è il risultato, tutto è partito dai miei armadi dove conservo in bell’ordine quelle cose che durano nel tempo e che ora sono tornate utili anche al marchio Playlife. B: E’ da quando ti conosco che vedo che appena hai un minuto libero ti dedichi a qualche sport. Che importanza ha per te lo sport? E’ solo una questione fisica o anche di testa? A: Lo sport per me è soprattutto una passione, poi è anche fatica, competitività, risultato, divertimento. E di sicuro è una questione fisica e mentale. B: Che sport fanno i vostri 3 figli?
A: Agnese fa pattinaggio su ghiaccio, Tobias gioca a calcio, Luce è ancora troppo piccola. B: Come hai conosciuto Deborah?
A: Ci siamo conosciuti al mare. Deborah era a Treviso con la sua manager per incontrare degli sponsor. La sera andarono a cena a Jesolo, e lì degli amici comuni ci presentarono. Ci vedemmo anche il giorno dopo, una gita in barca di amici, sì potremmo dire che nel nostro caso “galeotto fu il mare”.
B: Vi siete sposati in gran segreto a New York, io lo ho fatto a Las Vegas e ti capisco: quando passi tutta la vita in mezzo alla gente certi momenti vuoi che siano solo tuoi. Col sennò di poi devo dire che lo rifarei anche in Italia per poter condividere un momento così importante con mio figlio e giusto un paio di persone che amo profondamente. Voi no?! A: Nessun rimpianto. Con noi c’erano i nostri figli: è stato intimo e bello. B: Interessante il tuo blog, ma ora mi spieghi dove trovi il tempo anche per il blog? Ti mancava giusto giusto un nuovo impegno! A: Io penso che si trova sempre il tempo per tutto, se lo vuoi. Mi piace avere un luogo dove metto lì dei pensieri o delle riflessioni, le cose che mi piacciono o quelle che ho occasione di conoscere e mi fa piacere condividere. Certo c’è qualcuno che mi aiuta nella gestione del tutto. B: La tua società si chiama 21 investimenti e dopo 21 anni di esperienza lontano dall’azienda di famiglia, ora ne diventi il presidente. Il numero 21 che si ripete, è un caso?
A: Direi l’inevitabilità del caso. B: Accettando di diventare il presidente in un momento come questo sai bene che non avrai vita facile. Come mai hai deciso di dire sì proprio adesso?
A: Mi è stato chiesto e ho fatto una scelta di responsabilità. Ho avuto il ruolo di detonatore per il cambiamento, e il processo avviato è già a buon punto. B: Quando ero piccola io se volevi acquistare qualcosa di fatto bene, ma ad un prezzo accessibile c’era solo Benetton. Adesso ci sono Zara, H&M e come loro tanti altri colossi del abbigliamento low cost. Ora che sei diventato presidente come pensi di affrontare la concorrenza?
A: Senza sottovalutarla, anzi analizzando che cosa li rende competitivi, ma allo stesso tempo mantenendo la personalità che i marchi Benetton hanno saputo esprimere nel tempo. Ma soprattutto, coadiuvato da un management forte e indipendente. B: Scegli: felicità o serenità?
A: La felicità è il sogno di tutti, la serenità è un sogno possibile. B: Il segreto per essere un buon padre specialmente per uno come te che avrebbe bisogno di una giornata di 72 ore?
A:Sapere trovare il tempo per i miei figli, tutti i giorni. B: Per me tu sei “un principe azzurro senza mantella”, ma siccome tu la moglie ce l’hai, dai un consiglio agli uomini ancora in cerca della loro anima gemella. Come si conquista una donna nel 2013? Sono ancora importanti le regole del galateo che io amo tanto?
A: Non so se parlerei di conquista, credo di più nell’alchimia e nella sincerità nell’essere se stessi. E di solito succede a entrambi, non è maschile o femminile. Forse, e vale sia da un punto di vista maschile che femminile, non bisogna fermarsi all’apparenza, ma cogliere quelle che Goethe ha insuperabilmente definito “affinità elettive”. B: Come si riconquista la propria compagna giorno dopo giorno ? A: Lealtà, interessi comuni e mai smettere di parlare. B: Di cosa ha bisogno una donna?
A: Di rispetto. B: Quale è il trucco per conquistare e tenersi un “principe azzurro”? Ossia…quali sono i classici errori che le donne dovrebbero smettere di fare e su cosa invece dovrebbero concentrarsi per fare felice l’uomo dei loro sogni? A: Mi sembra una domanda antica. Non esistono canoni e la domanda non è come fare felice qualcuno ma, impegnarsi e ogni tanto rinunciare a qualcosa per stare bene insieme. B:Come hai chiesto a Deborah di sposarti? A: Con Deborah abbiamo sempre cercato di proteggere la nostra vita privata, e questo rimane per tutti un segreto.
B:I figli vanno guidati o lasciati liberi? A: Vanno responsabilizzati. B: Li porterai subito a lavorare in azienda con te o li manderai prima per la loro strada come hai fatto tu? A: Sarà totalmente una loro scelta. B: Se tu potessi rinascere animale, che animale vorresti essere? A: Un delfino, per surfare sugli oceani. B: Rivelami un tuo segreto di bellezza? A: Nessun segreto, una vita sana, una buona alimentazione e tanto sport. Barbara
- Vi aspetto tutti per farci un balletto sotto le stelle devolvendo parte dell’incasso all’associazione onlus MIA (Milano in azione) una nuova associazione al servizio dei senza tetto meneghini, con una marcia in più.
- Dalle ore 19.30 Free dinner buffet e aperitivo e a seguire DANCING UNDER THE STARS Temperateitacchi perché in consolle ci saranno ben 2 dj: il nostro Davide Povia e lo special guest Dj DR FEELX Relax and have fun!