Oggi vi racconto come sono riuscita a rivedere Cracco e cosa ha raccontato…

Era da giorni che aspettavo le 12 di oggi, poi mio figlio si è ammalato e io non riuscivo a trovare una babysitter che venisse a casa per un paio di ore.

Che guaio!

Dovevo andare da lui, dovevo rivederlo.

Visto che non avevo il suo numero di telefono e che di certo non risponde lui quando chiami il suo ristorante, la soluzione era una sola: andare al Museo della Scienza alle 12 di oggi e sperare di riuscire ad entrare.

Cracco! Volevo rincontrare Carlo Cracco. Ora che sono diventata un’appassionata di cucina e che mi sono guardata e riguardata Master Chef fino allo sfinimento…dovevo rivederlo.

Ho avuto più volte l’occasione di cenare al suo ristorante http://www.ristorantecracco.it  perché mi aveva portato Davide Rampello, un amico comune. Davide è stato per anni il presidente della Triennale e ora è curatore delle attività culturali e artistiche dell’EXPO e direttore artistico del padiglione zero.

(Se ve la siete persa e se vi interessa, leggete la mia intervista a Rampello sul mio blog. http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=199 

Sono poi tornata da Cracco diverse volte compreso un romantico tete-a-tete con mio marito. Che dire? Cenare da lui è un’esperienza, se poi riuscite a farlo nell’unico tavolo in cucina dove è lui stesso a prendersi cura di te e a raccontarti i suoi piatti…allora diventa un sogno.

museofotoPurtroppo non avevo il numero di telefono di Cracco (sennò me lo sarei venduto e sarei diventata ricca) quindi oggi dovevo assolutamente andare, ma la febbre di mio figlio degli ultimi giorni mi aveva ormai fatto rinunciare al progetto!

Immaginatevi la mia faccia quando Danny boy stamattina si è svegliato sfebbrato e con taaanta voglia di tornare a scuola. E così fu.

palestrafotoMio marito lo ha portato all’asilo e io prima mi sono “fiondata” a fare la spesa, poi in palestra dove non andavo da venerdì scorso (cosa che mi ha creato una forte crisi di astinenza) e poi mi sono fatta una doccia al volo e mi sono precipitata al Museo della Scienza e della Tecnolgia di Milano.

Alle 12 iniziava l’intervista di Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) a Carlo Cracco. Tema: il cibo a regola d’arte!

Sono arrivata alle 11.55. Ovviamente c’era una coda lunghissima e non facevano entrare più nessuno perchè lo spazio era piccolo (unico piccolo grande errore dell’organizzazione).

Aiutooooo! Io dovevo entrare! Ad un certo punto è apparso il mio angelo custode (non dirò il suo nome neanche sotto tortura) che mi ha presa per un braccio e mi ha fatta entrare.

Dopo 3 minuti ero lì, prima in piedi accanto ad un ombroso Davide Oldani (per una volta spettatore) e poi bella comoda in prima fila.

oldanifotoCon la mia sfacciataggine ho anche avuto il coraggio di chiedere ad Oldani di svelarmi il segreto per andare a cena da lui (ci ho provato tante volte, ma non ho mai trovato un buco libero) e sapete cosa mi ha risposto? “Chiama dopo le 10 del mattino al ristorante”. Grazie, bella dritta davvero, ci riproverò.

Ma torniamo a Cracco.

Cracco è stato intervistato da Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) e io sono rimasta ad ascoltare e a prendere appunti come una scolaretta. Con taccuino e penna, come quando appena trasferita a Milano da Venezia, andavo ad intervistare i cantanti famosi per Radio San Marco Centrale (eh sì! Nella mia vita ho fatto anche l’inviata per una radio!).

Se siete stanchi di leggere…FINE PRIMA PARTE 

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Se eravate stanchi di leggere…INIZIO SECONDA PARTE

Vi racconterò ciò che mi è piaciuto di più di questa lunga ed interessante intervista.

Carlo Cracco ha iniziato parlando del fatto che l’interesse per la cucina in Italia è scoppiato da soli 2 anni, secondo lui già in ritardo avendo noi un paese con materie prime così importanti. Basti pensare che in America già da anni hanno trasmissioni 24 ore su 24 che parlano di cucina e di ricette.

Il direttore del Corriere dell Sera giustamente sottolineava che forse in America esagerano pure: svegliarsi la mattina, accendere la tv e vedere certe ricette prima ancora di fare colazione…non sempre è così piacevole!

Carlo Cracco ha sottolineato come in Italia abbiamo un modo di mangiare più corretto che in tanti altri paesi e proprio per questo motivo dobbiamo capire come utilizzare al meglio questa fortuna e il nostro grande patrimonio di materie prime.

In Francia il grande chef degli ’60 Paul Bocuse già ai tempi si faceva sempre fotografare con tutti davanti a gigantografie di cucina. Da noi invece la cucina per troppi anni è stata collegata solo al concetto della donna in generale e della nonna che preparava in casa per la famiglia.

Carlo (a questo punto direi che siamo diventati amici quindi scusate se ogni tanto mi dovesse scappare un “Carlo”! Hihi) ha raccontato di quella volta in cui andò a mangiare da Gualtiero Marchesi e capì che era lì che voleva andare a lavorare. Ha confessato che è stata dura riuscire ad avere un colloquio con Marchesi, ma che essendo sempre stato lui uno cocciuto…alla fine ci è riuscito. E stato un periodo alquanto faticoso perché per mesi ha fatto su e giù da Vicenza, la sua città, ma alla fine la sua fatica è stata premiata.

Curioso scoprire che in quei tempi da Gualtiero Marchesi erano veramente in pochi gli Italiani: giusto lui, Davide Oldani e un paio di altri ragazzi. Gli altri erano tutti stranieri: tedeschi, francesi, giapponesi…quindi oltre alla difficoltà di imparare una nuova arte si aggiungeva il fatto che la lingua predominante non fosse l’italiano. Il francese per molto fu la lingua di riferimento in cucina. Oggi le cose sono cambiate.

Marchesi rimase subito meravigliato di come Cracco, a soli 19 anni, sapesse già cucinare così bene la carne (cosa in cui si cimentava già da tempo). Peccato che se invece si ritrovava davanti al pesce…saliva la curiosità per quella materia a lui così sconosciuta.

“Per decidere di provare a diventare chef a 19 anni serviva molta incoscienza”, ammette Cracco. In quel periodo non c’era internet e non c’erano riviste che parlassero di cucina quindi le informazioni sui ristoranti erano poche. Le testimonianze erano solo date dal passaparola.

Carlo sostiene che se la cucina italiana fosse più omogenea sarebbe di sicuro più forte, ma perderebbe molto. In Francia per esempio, la cucina è molto più omogenea e infatti hanno perso molta della varietà che avevano prima. Ecco perchè ci invidiano la differenza dei prodotti che abbiamo in Italia, anche quando ci si sposta solo di 100 km.

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Ferruccio de Bartoli ad un certo punto ha chiesto a Cracco se guarda e segue altri chef e Cracco ha fatto il nome del grande Ferran Adrià che con immenso coraggio si è preso la briga di “innalzare la lancetta” della cucina internazionale proponendo per la prima volta la famosa cucina molecolare, gesto che ha sicuramente fatto discutere, ma che ha aperto la strada ad un nuovo mondo.

Alla domanda del direttore del Corriere della sera su come la tecnologia avesse influenzato il lavoro in cucina, Cracco ha risposto che basta pensare che fino a pochi anni fa in cucina esisteva solo la bilancia e che questa veniva usata solo in rari casì laddove l’occhio, la mano e l’esperienza non riuscivano ad arrivare.

Si è poi finito a parlare dell’essicatore che Cracco ama molto e di cui non potrebbe più fare a meno. Una delle cose che non scorderò mai sono le chips di verdura essiccate che una volta mi portò al tavolo prima di iniziare la cena: un’esperienza unica, un orgasmo per il palato. Sorry, ma quando ci vuole ci vuole!.

La tecnologia senza la base però serve a poco e Cracco lo ha voluto sottolineare bene. Come l’estetica da sola non ha sostanza se manca il resto.

Mi è piaciuto molto cosa ha detto Cracco quando il direttore del Corriere della Sera gli ha chesto come siano cambiati negli ultimi anni il pubblico e la cultura del cibo.

Cracco ha raccontato che fare un ristorante oggi è molto difficile perchè il cliente vede solo il piatto finale che viene consumato in poco più di 3 minuti mentre dietro a quel piatto c’è tanto alto. C’è la ricerca delle materie prime, c’è il menù da fare perchè ahimè, dice lui, per legge va fatto sempre un menù che va anche esposto all’esterno dei ristoranti con i prezzi.

Putroppo, aggiunge giustamente, ci sono momenti come questo in cui due giorni prima nevica e due giorni dopo c’è il sole. Magari non si trovano gli asparagi che sono sul menù, ma si trova la verza. Ecco perchè il suo scopo è quello di cercare di ridurre il più possibile il filtro che c’è tra il cliente e la cucina. Cracco cerca sempre di creare un rapporto di intimità con il cliente. E’ indispensabile poter parlare con lui e capire cosa non può mangiare e cosa ama di più. E capire soprattutto se ha fame perchè a volte capita anche chi non ha fame.

Questo è quello che Cracco fa quando riesce ad essere in sala e questo è quello che fanno quelli che lavorano per lui. Il menù deve diventare quasi un accessorio.

L’ultima chicca che vi racconterò di oggi parla di un tavolo, del “table d’hote”.

E’ il mio tavolo preferito perchè non è in sala come gli altri, ma in una nicchia nascosta dentro le cucine di Cracco.

Oggi ho scoperto come è nata questa idea. Carlo ha raccontato che è un’idea che ha preso in Francia dove nelle cucine esisteva un tavolo in cui mangiavano il personale e i cuochi. Visto che il personale mangiava prima di pranzo alle 11.15 e prima di cena alle 18, questo tavolo alla fine rimaneva libero.

Quando in sala non c’era posto, gli amici venivano fatti accomodare in cucina e gli si dava loro da mangiare quello che passava per il convento, quello che “avanzava”. Gli amici si sentivano onorati di tale fortuna, ecco perchè Cracco quando ha fatto il ristorante e ha visto che in cucina gli avanzava una nicchia che non aveva le altezze giuste per mettere cappe o altro…ha pensato di farci un tavolo per gli amici.

Nessuno credeva in quel tavolo, tutti gli dicevano che nessuno avrebbe voluto cenare in quell’angolo nascosto in cucina.

Peccato che ora sia il tavolo più ambito. Da lì vivi tutto, da lì senti i profumi, l’energia, e vedi muoversi le abili mani di Cracco e della sua incredibile brigata. Quel gruppo di grandi professionisti che per lui forse è diventato un pò come una seconda famiglia.

cracco intervistatofotoA proposito di famiglia, secondo voi sono andata via senza fargi una domanda?

Eh no! Come mi hanno messo il microfono in mano sono diventata bordeaux (non sembra, ma sono molto timida!).

Nonostante la temperatura del mio viso, sono riuscita a chiedergli se la sua passione sta influenzando anche i suoi figli (più che altro le due figlie visto che Pietro, l’ultimo arrivato, è ancora piccolino)

Carlo mi ha riconosciuta e dopo un lieve sorriso (a quel punto da bordeaux ero diventata viola!) mi ha risposto che è dura trasmettere la sua passione per la cucina alle figlie, ma che lui ci prova predendole per la gola. 

Una volta sbollito il rossore non ho restituito il microfono e gli ho chiesto anche se trova il tempo per cucinare a casa. La sua riposta è stata ” Devo farlo anche perchè se non cucino io…”

Che donna fortunata la sua.

E che uomo lui. Avendolo conosciuto prima di Master Chef e avendolo rivisto dopo…posso assicurarvi che non si è per niente montato la testa ed è rimasto l’uomo super disponibile e un po’ timido che ricordavo. Chapeaux! 

Se state pensando “bello questo articolo, ma che lungo”…sappiate che non è finita qui perché lo rivedrò presto, ma quando succederà sarà una cosa un pò più intima e forse avverrà in cucina.

Ops! Mi stavo dimenticando di raccontarvi della crema di riso con olive taggiasche e salsa verde che mi ha fatto assaggiare dopo l’intervista! Wow

Barbara

 

 

Passi lunghi e ben distesi

Devo dire che mi piacciono proprio certi modi di dire, ma questa volta parlo davvero.

 

Passi lunghi e ben distesi fanno bene, anzi…benissimo.

A Milano camminate troppo poco. ve lo dice una Veneziana.

Sono stata chiusa in casa due giorni perchè mio figlio ha avuto tosse e febbre, ma oggi lo riporto a scuola e la prima cosa che farò sarà una lunga passeggiata. Ho anche il tempo dalla mia parte: finalmente un pò sole!

Vivo a Milano da ormai 24 anni e visto che arrivo da Venezia, camminare mi manca!

Mi sono presto fatta prendere dalle pessime abitudini milanesi quindi spesso prendo la bici o lo scooter anche per andare dietro casa a comprare il giornale. NO BUONO!

Ci sono giorni in cui invece mi trasformo in Forrest Gump e inizio a camminare con una meta finale, ma senza percorso e quando arrivo mi sento felice. Felice di avere scoperto nuovi angoli e felice di avere incrociato e osservato nuovi volti, perchè quando giri in macchina o in moto…non vedi.

Il giorno prima che la tosse e la febbre di nostro figlio mi barricassero in casa, stavo tornando a casa in metrò da centro (pioveva quindi avevo abbandonato il mio amato scooter in garage) e visto che ero in anticipo sulla mia tabella di marcia e avevo ancora un’ora prima di andare a prendere  mio figlio…sono scesa due fermate prima. Avevo con me gli auricolari del cellulare quindi  ho scelto della buona musica. Camminando velocemente e prendendo strade che non avevo mai fatto a piedi, sono tornata a casa.

Quando non ho tempo o voglia di allenarmi in palestra esco e cammino. Fa benissimo e vi assicuro che se fatto con costanza (mezz’ora al giorno sarebbe il massimo) fa anche dimagrire. Ci sono però delle regole da rispettare:

1) fate passi lunghi e ben distesi ossia mantenete una buona andatura: la classica camminata veloce.

2) se potete indossate scarpe comode. Se sapete di uscire a camminare ovviamente meglio le scarpe da ginnastica, se invece lo decidete all’improvviso e volete camminare veloce come ho fatto io un paio di giorni fa e siete donne come me, meglio non avere i tacchi sennò povere caviglie.

3) regola più importante: non fermarsi! La camminata veloce di mezz’ora fa bene se non ci si ferma quindi evitate strade con negozi. Se durante la vostra camminata incontrate negozi, ristoranti o altri posti curiosi che non avevate mai visto…non fermatevi, ma segnateveli sul cellulare. Ci tornerete un’altra volta.

Un ultimo consiglio: ogni tanto cambiate strada. Se siete abituati a fare il solito percorso per andare in un posto….cambiatelo.

Altro che “Curiosity killed the cat”, è la monotonia che uccide!

 

 

 

 

Questo week-end un’esplosione di colori: Floralia

piazzafotoAnche quest’anno torna in Brera a Milano Floralia.
Dopo tanto grigio, freddo, neve e acqua…aspetto con ansia questa pioggia di colori sperando nella clemenza del tempo anche se, viste le previsioni, la vedo durissima.

 

Meno male che almeno nei chiostri si starà all’asciutto.

“Floralia” è un mercatino benefico che si svolge due volte l’anno (autunno e primavera) nel cuore di Milano e precisamente sul sagrato e nei chiostri della chiesa di San Marco.

Come tutti gli anni il sagrato di San Marco sarà inondato di fiori, piante da orto, frutti antichi, orchidee da giardino e per la prima volta cactus e agrumi.

Lo scopo di Floralia è quello di aiutare l’accoglienza della parrocchia che ospita 15 persone senza fissa dimora che parteciperanno in maniera attiva, assieme a diverse Onlus, alla buona riuscita della manifestazione.

Novità di questa edizione saranno: pendole e girandole che mosse dal vento rallegreranno i vostri balconi e giardini.

Coloratissime sdraio, borse e portavasi in tessuto rigato.

Zampironi giganti, brocche, bicchieri, insalatiere, oliere ecc. ecc. tutto coloratissimo e infrangibile.

Inoltre nei Chiostri interni troverete gioielli, biancheria, cappelli, abiti per bambini, ceramiche, abiti per bambini e tanto altro.

Infondo al Chiostro sarà presente un nuovo grande spazio con Vintage donna, l’immancabile bric à brac (oggetti da collazione come tazze da tea etc) e tanti libri non solo di giardinaggio.

Ci sarà anche il botanico Pietro Bruni che vi accompagnerà fra le bancarelle per illustrarvi le novità. Sempre pronto per consigli: “emergenza piante malate”.

Inoltre terrà due lezioni sabato e domenica alle ore 16 dal tema:
“Terrazzi senza impianto di irrigazione” e “piante erbacee”.

All’ interno dei chiostri Jolanda de Nola, produttrice di olio extravergine biologico e degustatrice professionista, vi insegnerà come apprezzare e distinguere il “buon olio”.

Venerdì arriva la mia mammina da Venezia e sabato mattina mi sa che ci facciamo un bel giretto a Floralia.

Venite anche voi ? Dai su…anche se piove, uscite di casa e fate girare l’economia! Basta poco…

Floralia: sabato 23 e domenica 24 in Brera a Milano

dalle ore 10 alle ore 19

 

Che bel risveglio…GRRR

baciofotoOre 6.50

Mentre mio marito ed io eravamo ancora nel mondo dei sogni…ecco che si presenta in camera un Danny boy già vestito che tutto arzillo ci dice “Buon giorno, papà può portarmi a scuola?”

Danny di solito arriva in camera nostra verso le 8.30 quando mio marito è già uscito.

Lavorando a Bergamo, Marcello si sveglia verso le 7.15 e massimo alle 7.45 esce di casa.

Arrivare in camera e trovare il suo papà ancora nel lettone…per lui è stata una bella sorpresa quindi non gli sembrava vero che per una mattina (in effetti capita raramente) potesse essere il suo papà a portarlo a scuola.

Non sono una mamma apprensiva che tiene il figlio nella campana di vetro appena ha il raffreddore, ma considerando che ieri Danny è stato a casa perchè aveva 38 di febbre, tanta tosse e mal di pancia…avrei preferito tenerlo a casa ancora oggi. Contagiata da cotanto entusiasmo mi sono alzata e gli ho preparato tea e biscotti (meglio evitare il latte quando si parla di mal di pancia).

Sapere che mio marito avrebbe portato Danny boy a scuola e che io sarei potuta rimanere in pigiama un pò più a lungo e fare le cose con calma…mi ha dato la giusta carica per alzarmi dal letto alle 7, preparargli la colazione a fargli fare anche l’aerosol.

macfotoOk, ok lo ammetto: non amo svegliarmi presto, ma soprattutto non amo alzarmi presto!

Posso anche svegliarmi presto, ma mi piace rimanere nel lettone, guardarmi il telegiornale delle 8 e magari farlo con il mio mac sulle ginocchia.

Che ci posso fare? Per ora ci riesco spesso perchè mi sveglio alle 7.15 quando si alza il mio maritino che proprio silenzioso non è, e riesco a stare nel lettone fino a quando si sveglia nostro figlio verso le 8.30.

So che potrei anche riaddormentarmi fino alle 8.30, ma purtroppo ho sposato “una libellula”. Questo è il soprannome che ho dato a mio marito perchè come la mattina entra in bagno fa il delirio. Tra rasoio sbattuto sul lavandino per svuotarlo, qualcosa che gli cade sempre etc riesce sempre a risvegliarmi anche le poche volte in cui riesco a riaddormentarmi. Ufffff!

Ogni tanto penso a settembre, a quando Danny boy inizierà ad andare alle elementari e questi orari diventeranno per me routine.

Aiutoooo! Forse in un’altra vita ero un animale notturno, forse lo sono ancora. Posso anche andare a letto alle 23 come spesso faccio, ma la mattina non chiedetemi di mettere i piedi per terra prima delle 8. Argh

Torniamo a Danny boy. Secondo voi a quest’ora dov’è? A scuola a giocare?

Sbagliato!

Alla fine si è ricordato che aveva ancora mal di pancia e dopo essersi bevuto il suo tea e aver divorato i suoi biscotti…  ha chiesto se poteva stare a casa anche oggi perchè non se la sentiva di andare a scuola.

Mio marito ed io ci prima ci siamo guardati e poi ci siamo girati verso di lui per capire cosa fare. Visto il suo faccino un pò sbattuto…abbiamo deciso di tenerlo al caldo anche oggi quindi eccolo qui che gira per la casa con una delle sue amate barche.

A proposito di barche…dieci minuti fa è entrato in camera (ebbene sì! A questo punto sono rimasta sul lettone a scrivere) e ha esordito con un bell’indovinello “Mamma sto arrivando con un animale caricato sulla barca! Indovina qual’è? Ti do un aiuto e ti dico che è un animale di mare e inizia con la O” a quel punto ho risposto subito “Orca?” e lui “No mamma, O squalo!”

Siamo a posto: o ultimamente è andato a farsi un giro a Napoli e non me lo ha detto, oppure gli sta risalendo la febbre! Aiuto!

Chi mi porta le arance???

Se la volete…cliccate qui sotto.

Sciocchini! Cosa avevate capito?

Non avrete mica pensato male vero?!?!

Se vi piace questa poltrona allora vuol dire che avete buon gusto perchè io…la amo! 

La “Queen of love” è comoda e classica, ma è di plastica e si pulisce con una spugnetta.

Cosa non da poco se si volesse tanto una poltrona bianca, ma in casa vostra girassero spesso bambini armati di pennarelli.

Veramente la avevamo regalata a nostro figlio, ma alla fine la teniamo in salotto e la usiamo anche noi.

Mi ricordo ancora quando la abbiamo comprata…

Una sera, durante il salone del mobile, ho fatto un giro con mio marito al Nhow, l’albergo di design in Via Tortona dove ho lavorato come pr per un paio di anni prima di avere Danny, e le ho viste!

DOL_9419Quando poi ho scoperto che le avevano disegnate due amici con cui avevo lavorato in passato e che alla fine del Salone del mobile le avrebbero vendute con un bello sconto…dopo un paio di giorni mi sono precipitata lì con mio marito e ce ne siamo portati a casa una, la bianca.

Quella mattina a caricare la poltrona in macchina non eravamo soli. Era venuto anche anche Mario Fargetta che ne comprò due per i bimbi avuti con Federica Panicucci.

Sapevo che sarebbero piaciute anche a Federica quindi quando le avevo viste esposte le avevo inviato una foto di quella rosa e celeste (avendo loro un maschio e una femmina).

LITTLE PRINCE OF LOVE_purewhite (3)Tra poco inizieremo a costruire la nostra casa in Puglia e mi sa tanto che per le sedie del tavolo da pranzo in veranda…chiamerò i miei amici di “Design of love”.

Le sedie bianche che vedete qui accanto intorno al tavolo, si chiamano “Princess of love” e secondo me sono bellissime.

Se poi le useremo come sedute per un bel tavolo in legno da esterni…secondo me il contrasto sarà spettacolare.

Già mi ci vedo in una bella notte stellata fuori a cena nella veranda della nostra lamia (costruzioni tipiche di quella zona) nella contrada Cavallerizza di Cisternino.

Mi godrò con gli amici le “bombette” (involtini di carne ripieni di formaggio e prosciutto) che il maritino avrà cucinato sulla nostra griglia bella comoda su una delle nostre “Princess of love”.

Ovviamente prima di pubblicare questo pezzo ho chiamato i miei amici che disegnano questi splendori e mi hanno detto di dirvi che il lettori del mio blog avranno il 10% di sconto! 

Se volete vedere altre cosine carine cliccate su http://www.designoflove.com

Se volete avere info su prezzi etc scrivete a lucamoles@virgilio.it

 

Questo si che è un vero papà. Intervista ad Alessandro Costacurta

Arrivai a Milano da Venezia nel 1989.

Da quel momento iniziai a vivere da sola e casa mia divenne presto un porto di mare: gente che andava e veniva.

Spesso organizzavo delle vere e proprie feste. Nel giro di un paio di anni casa mia divenne meta di tanti amici e di amici di amici.

Fu così che in una delle varie serate, portato da un amico comune, arrivò anche lui: l’ambitissimo e bellissimo Alessandro Costacurta. Ai tempi era fidanzato, ma quella sera arrivò senza di lei. Fu una serata molto divertente e lui si comportò come sempre da grande gentleman con tutte. 

Un paio di mesi dopo, nel lontano 1992, andai all’Hollywood, che il quel periodo era la mia seconda casa, e lo rividi.

Lo salutai con il mio solito trasporto e lui mi bloccò al volo dicendo che quella sera era con la sua storica fidanzata e che la signorina era parecchio gelosa. Non avrebbe saputo come spiegarle che ci conoscevamo e che era addirittura venuto ad una festa da me senza di lei.

Io, un amichetto e Floriana a Ponza

Io, un amichetto e Floriana a Ponz

 

Lo salutai e mi allontanai prima che lei apparisse la gelosona all’orizzonte.

 

Dopo 5 minuti, mentre lui era a fare “plin plin”, incontrai Floriana, una mia carissima amica di infanzia.

Da piccole avevamo passato intere estati a Ponza assieme ai nostri genitori che erano amici e non ci vedevamo da ben più di 10 anni.

 

 

 

 

flofotoImmaginate la mia faccia quando mi disse che era lì con il suo fidanzato Alessandro Costacurta!?

 

E immaginate la faccia di Billy quando ci vide arrivare al privè dell’Hollywood a braccetto e ridendo come due matte.

 

Oggi è il 19 marzo e 17 anni fa Alessandro e Martina si stavano dando il primo bacio.

“Eravamo sotto casa sua in Via Sottocorno sulla mia Mercedes Pagoda Blu e sullo sfondo cantava Mina”

Ne è passata di acqua sotto ai ponti. Alessandro si è sposato con Floriana e poi purtroppo si sono separati.

E’ arrivata Martina e ora Alessandro è un ottimo marito e un papà, un bravissimo papà.

Ricordo ancora la faccia che ho fatto quando a settembre del 2012 ho aperto il giornale “Amica” e ho visto la foto di Billy vestito da donna.

billyfotoChapeau! Che coraggio. Solo un uomo di classe come lui poteva fare una cosa del genere rimanendo maschio e nello stesso momento dicendo “no all’omofobia”.

Il messaggio che ha voluto dare facendosi fotografare così per “Amica” è che Gay, etero, bisex…non importa.  

Si parlava del fatto che fare coming out per un calciatore qualunque avrebbe avuto di sicuro delle conseguenze con le tifoserie avversarie, ma che se a dire “sono gay” fosse stato un grande campione amato da tutti, allora la cosa avrebbe potuto fare la differenza.

B: RIvederti oggi in quell’immagine vestito da donna mi fa pensare anche al 8 marzo da poco passato. Non ho mai amato festeggiare questa ricorrenza visto che siamo donne anche negli altri 364 giorni e quest anno la voglia è stata ancor meno. 

Nel 2012 in Italia sono state uccise 103 donne quindi c’era ben poco da festeggiare. Secondo te cosa sta succedendo nella nostra società !? Come mai tanta violenza nei confronti delle donne specialmente da parte dei loro compagni? 

A: Il problema è che le donne sono sicuramente cambiate mentre gli uomini sono rimasti uguali . In molte occasioni si vedono famiglie paternalistiche dove l’uomo si sente superiore. Momenti grami come quelli di questo periodo hanno sicuramente portato ad un innalzamento dello stress nell’uomo.

Alcune rivendicazioni che la donna non faceva anni fa, adesso non fanno che aumentare l’esaurimento di certi uomini malati. C’e’ una forma di depressione negli uomini che non si sono adeguati ai tempi.

billyfigofotoB: Non posso che darti ragione, ma ora passiamo a qualcosa di più leggero dai sennò mi tocca cambiare il motto del mio blog da “Contagio imminente” ad “Ansia imminente”! Ops 

A mio parere, e come me sono sicura che la pensano in tanti, sei stato uno dei calciatori più eleganti della storia del calcio.

Cosa non manca mai nell’armadio di uno uomo di classe?

A: Il cappotto sopra in ginocchio, classico ma sportivo. Non potrei mai rinunciare alla camicia bianca. Non uso piu i boxer perche sono scomodi, ma preferisco quelli di maglia di cotone belli attillati. Datemi pure il cartellino rosso, ma non riesco piu ad usare neanche la lana quindi ormai indosso solo cachemire. Un’altra cosa di cui non riesco più a fare a meno sono gli stivaletti.

B: Gli stivaletti?

A: Perché ho i piedi usurati e la suola di gomma mi aiuta. Inoltre li trovo più eleganti di qualsiasi altra scarpa sportiva. La pressione sui malleoli aiuta!

B: In “Amica” dicevi che se tu fossi una donna vorresti un bel seno, una borsa di Hermes e ci proveresti con Brad Pitt. Me le spieghi?

A: Trovo che una donna, indipendentemente dal vestito che indossa, sia elegante se porta una borsa di Hermes. Per quanto riguarda il seno ti rispondo che se fossi donna vorrei essere guardata e visto che quasi tutti gli uomini guardano solo quello…

B: Quasi? Ma fammi il piacereee. Tu invece no? Cosa guardi in una donna?

A: Io guardo gambe e sedere

B: Ok ciao io vado, ho da fare!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

B: Vabbè dai resto, ma tu non mi guardare nè gambe né sedere quando mi alzo perchè ci devo lavorare ancora parecchio. Hi hi!  E di Brad Pitt cosa mi dici?

A: Penso che sia l’uomo più bello del mondo . Sono un grande ammiratore di “Thelma e Louise”  in cui lui recitava.

A proposito di 8 marzo, te la ricordi la trama del film Barbara?

Lei scappa di casa proprio perché il suo uomo la picchiava e le due amiche sacrificano la loro vita in nome della libertà. 

B: Certo che me lo ricordo, ho amato tanto anche io quel film. Però adesso facciamo che abbandoniamo quell’immagine alquanto insolita di te vestito da donna e torniamo all’Alessandro 100% maschio che piace tanto a noi ragazze (Ok, ok donne! Scusate, ma io mi sento sempre una ragazzina!)

B: Come è cambiata la tua vita senza palla? Ti manca?

A: Sono molto più sereno

B: Raccontami una tua giornata tipo.

A: Mi sveglio alle 7.05 e dopo la colazione esco per accompagnare nostro figlio Achille a scuola. Alle 9.05 sono in palestra al Club10 al Principe di Savoia (quasi tutti i giorni) e alle 11 di solito mi dedico a diversi appuntamenti di routine. Alle 12.30 se riesco pranzo a casa.

Dalle 14 alle 15.30 leggo e seguo le notizie sportive. Alle 15.30 esco per andare a prendere Achille e torniamo a casa verso le 16.30. Sto con lui quando non ha i vari dopo scuola (inglese, hip hop dance, nuoto etc) altrimenti vado subito a preparare i video per le mie dirette a SKY.

matrimoniofoto

B: E Martina !?

A: Martina quando non lavora ovviamente e’ sempre con noi, ma non guidando lei l’indispensabile divento io!

B: Spesso i mariti “soffrono” un pò le mogli che lavorano troppo e che magari guadagnano più di loro. Tu cosa ne pensi?

A: Io penso che di sicuro in questo momento della nostra vita Martina lavora e guadagna più di me, ma sono molto contento perché quando mia moglie lavora è felice e quando porta in casa questa sua gioia fa solo del bene anche a noi.

B: Che uomo, fossero tutti come te…

Sono un’inguarible romantica quindi voglio sapere come hai conosciuto Martina e quando hai capito che era la donna della tua vita ?

A: La vedevo sempre in tv quando faceva un programma a mezzogiorno con Gerry Scotti nel 1996.

Ero single da quasi un anno (prima era sposato con la mia amica Floriana) quando Piero Gaiardelli, un mio amico che ai tempi lavorava in Reebook, ricevette una telefonata di Martina che aveva bisogno di alcune scarpe.

Gli strappai il telefono di mano e le dissi “Cara Martina io sono Alessandro Costacurta, ti vedo sempre con Gerry e spero un giorno di conoscerti “.

Grande fortuna che anche lei un quel momento fosse single (era stata lasciata da Alberto Tomba da tre mesi) .

Dopo un mese, a febbraio, Panucci, 3 modelle danesi ed io andiamo a cena al BBQ e al tavolo di fianco mi ritrovai Martina con la mamma e la zia. Ci salutammo e lei mi disse che dopo 2 giorni avrebbe sfilato per Armani. Ovviamente mi feci trovare lì e al dopo sfilata iniziammo a parlare. Ricordo che Martina era con Giovanni Malagò, attuale presiedente del Coni ai tempi suo grande amico.

Ho capito che sarebbe potuta essere la madre di mio figlio dopo un paio di anni che stavamo assieme.

B: Come le hai chiesto di sposarti !?

A: Un sera le dissi che dovevamo andare assieme a Venezia in aereo privato per una convention di Banca Mediolanum (perchè io a Venezia ci vado sempre e solo in treno? UFFA). In realtà andammo a Parigi e in cielo, all’altezza della Torre Eiffel, le diedi l’anello e le chiesi di sposarmi.

B: In ginocchio?

A: Purtroppo, no! Stavamo atterrando e dovevamo tenere la cintura di sicurezza

B: Wow! Neanche a Beautiful succedono certe cose. Anello in cielo con vista Torre Eiffel. 

A: Magari! Pioveva talmente tanto che non si vedeva quasi nulla.

B: Parlami di Achille e di quando Martina ha scoperto di essere incinta, come te lo ha detto?

A: Mi stavo allenando, lei era a Roma e mi ha chiamato a Milanello mentre mi stavo allenando. Sono andato di corsa al telefono dello spogliatoio e ho ricevuto la bella notizia.

B: Te lo ha detto al telefono?

A: Sì perché doveva rimanere ancora a lungo a Roma per lavoro e non ce la faceva più ad aspettare.
 

loro3Small_Audi-2B: A propsito di allenamenti, Achille gioca a calcio?

Sì. Ha giocato un pò a rugby, ma poi ha preferito il calcio.

B: Lo hai spinto tu a giocare a calcio? In che ruolo gioca?

A: Ha voluto andarci lui perchè ci giocano i suoi amichetti e per ora non gioca in nessun ruolo, si limita a correre dietro alla palla.

B: Come è Achille e che tipo di genitori siete voi?

A: Achille e’ un bambino molto vivace, tipico maschio energico per fortuna più Riccionese che Varesotto. Noi cerchiamo di essere soprattutto presenti .

Ai nostri tempi i genitori giocavano poco con i figli, specialmente i padri.

Noi vogliamo che Achille da grande abbia dei ricordi diversi.

milanfoto

B: Come ti piace di più Martina? Tacco temperato o ballerina?

A: Mi piace molto quando ha la gonna corta svolazzante e il tacco.

B: Un bel ricordo di quando eri al Milan?

A: I ricordi più belli per me non sono stati quelli in campo, ma nello spogliatoio.

Mi ricordo il post rissa Tassotti-Van Basten: avevano litigato in allenamento per un entrata un po’ dura e nello spogliatoio abbiamo cercato in tutti i modi di fargli fare pace. Io andavo da Mauro e Paolo (Maldini) da Marco. Ci abbiamo messo un paio di ore, ma alla fine ci fu l’abbraccio.

Marco ora viene in Italia solo quando sa che Mauro e’ libero per giocare a golf con lui.

B: Un brutto ricordo?

A: Quando dopo 21 anni di Milan mi hanno detto che non mi avrebbero rinnovato in contratto nel 2001. Mi ero rotto il ginocchio e pensavano che non sarei riuscito a recuperere

B: Sogni nel casetto?

A: Allenare il Milan

B: Bene! Facciamo finta che tu sia già l’allenatore: stasera c’è Milan-Barcellona, chi schiereresti in attacco?

(Non penserete mica che io faccia le interviste in diretta! Questa intervista l’ho fatta martedì 12 marzo alle ore 12 e quella sera si sarebbe giocato il partitone Milan-Barcellona) 

A: Barbara ok che non lavori più al Milan (ci ho lavorato per 2 anni dal 1999 al 20101), ma si vede che non segui proprio più il calcio!

Chi vuoi che possa schierare stasera?! Balotelli non può giocare in Champions e Pazzini è infortunato quindi le alternative sono poche: Boateng, Niang e El Shaarawy.

B: Vediamo se oltre a fare l’allenatore potresti essere anche un bravo veggente: come finisce il partitone?

A: Non sono mai stato un bravo veggente, ma ci provo: 3 a 1 per il Barcellona che però basterebbe per passare il turno.

Cavolo, ha sbagliato di 1 goal, ma in certi casi 1 goal purtroppo fa la differenza.

Magari come veggente non è proprio bravo, ma come allenatore ce lo vedrei proprio bene!

Auguri papà Billy

 

Barbara

In attesa di questa benedetta primavera…Carpaccio di polpo

Quando ero una pr fashion che frequentava solo posti fashion, andavo in palestra al Down town e spesso pranzavo lì.

Ora che sono una pr vecchia e poco fashion, vado al Get fit perchè è vicino all’asilo di nostro figlio e mangio a casa.

Non mi dimenticherò mai la prima volta in cui vidi il carpaccio di polpo al ristorante del Downtown. Ok che ai tempi sapevo cucinare al massimo un piatto di pasta, ma vi giuro che rimasi a guardarlo per ben 5 minuti chiedendomi come cavolo si faceva a tagliare un polpo mollo così sottile, ma soprattutto dove si trovavano polpi con tentacoli così grossi, AHAHAH !

Pensavo che le fettine del carpaccio fossero tentacoli interi affettati quindi senza farmi tanti problemi, feci chiamare il cuoco e chiesi spiegazioni.

Se ci ripenso…mi viene di nuovo da ridere! A Venezia mi direbbero “ti xè proprio mona!”

 

Iniziamo come sempre dalla lista della spesa per 4:

1 kg di polpo 

una decina di grani di pepe

1 limone

qualche foglia di alloro

1 spicchio di aglio

1 busta di colla pesce (12 gr)

1 ciuffetto di prezzemolo (se avete quello surgelato non vi fate problemi, assicuratevi che nessuno vi stia spiando e usate quello)

1 bottiglia di plastica vuota (quelle dell’acqua vanno benissimo)

4 Patate o 2 scatole di ceci per il contorno

olio e sale

N.B: sarebbe molto utile avere un’affettatrice !

 

Se avete tutto iniziamo!

Intanto vi dico subito di non mettervi a sbattere il povero polpo in giro per la casa perchè è inutile. Servirebbe solo a sporcare i muri! 

pentolaotoRiempite una pentola con acqua fredda e metteteci dentro una decina di grani di pepe nero, un paio di foglie di alloro, mezzo limone senza succo (il succo tenetelo da parte per condire il polpo), uno spicchio di aglio schiacciato e un ciuffetto di prezzemolo.

Adagiatevi dentro il vostro polpo quando l’acqua è ancora fredda. Accendete il fuoco e cucinatelo per 30/40 minuti a partire da quando l’acqua bolle. I polpi cuociono più o meno velocemente a seconda del mare di provenienza quindi per evitare di farsi mandare a quel paese dal ragazzo del banco del pesce chiedendogli dove è stato pescato il vostro polpo…sappiate che quando lo stuzzicadenti entrerà nel polpo senza fare fatica, allora vorrà dire che è cotto.

Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare il polpo nella sua acqua di cottura. Quando potrete infilare la mano nell’acqua senza ustionarvi allora fatelo e tiratelo fuori.

In un pentolino di acqua calda intanto sciogliete i fogli di colla pesce.

Prendete la bottiglia di plastica vuota, tagliate la parte superiore e bucherellate con la forbice la base.

bottigliefotoTagliate il polpo a pezzi, amalgamatelo con la colla pesce, aggiungete sale a piacere e infilate il tutto dentro la vostra mezza bottiglia di plastica spingendo il tutto bene verso la base della bottiglia magari con il batticarne quello tondo.

 

Dai buchi nella base uscirà il liquido in eccesso.

Avvolgete bene la vostra mezza bottiglia con la carta da cucina trasparente e mettete in freezer.

Se volete mangiarlo subito potete tirarlo fuori dopo circa 1 ora e mezza massimo 2 (io lo tiro fuori anche dopo giorni e lo lascio scongelare un po’).

Tagliate la bottiglia di plastica, recuperate il vostro polpo e affettatelo con l’affettatrice!

Mettete il vostro carpaccio sul piatto e condite con un emulsione di olio, succo di limone e un pizzico di sale

COME CONTORNO: o delle classiche patate lesse affettate fini fini e adagiate sul piatto sotto al polpo, oppure un bel purè di ceci che farete con le 2 scatole di ceci che vi avranno tirato dietro al supermercato.

Non nel senso che ve le avranno tirate dietro davvero, ma nel senso che le avrete pagate poco poco, dai su!

Lessate i ceci con poca acqua e alla fine li frullate. Io per fare il purè più buono i ceci, dopo averli lessati, li butto al volo in padella con un soffrittino di cipolla e dadini di pancetta e poi li frullo aggiungendo un pò di acqua.

Anche se la primavera sta tardando ad arrivare…io stasera lo ho preparato e lo ho messo in freezer.

Domani lo affetto e me lo magno! Brutto?!

 

 

 

Una mela al giorno leva il medico di torno. Un massaggio a settimana ti fa sentir meno befana!

Sì, sì lo ammetto: quando piove divento più scema del solito!

Però dai, se ci pensate bene il titolo non è poi così stupido: mangiare la frutta fa bene e un bel massaggio di sicuro ci fa sentire più in pace con noi stesse e quindi belle dentro e poi, se fatto bene, aiuta parecchio anche ad essere meno befane!

Quando ero giovane (l’altro ieri) sono stata fidanzata con un ragazzo di Roma per un paio di mesi (con uno così idiota secondo me potevo durare anche meno) e il fanciullo in questione era così delicato e sensibile che invece di chiamarmi Barbara aveva deciso di chiamarmi “Sebino”.

So che vi state chiedendo che cavolo di soprannome potesse essere “Sebino” quindi ve lo spiego subito. Sebino Nela era un giocatore della Roma famoso per i suoi polpacci di misure spropositate.

Mi sto ancora chiedendo perchè ho deciso di concedermi fisicamente ad un “fetentaccio” del genere!? OK era parecchio bello lo ammetto. Lo avevo conosciuto in vacanza a Ibiza in costume e maglietta quindi avevo scoperto dopo in città come si vestiva…AIUTO!

Non mi dite che non vi è mai capitata la storiella estiva con risveglio tragico al ritorno in città?!

Di buono aveva che di mestiere faceva il pompiere quindi almeno sapeva come spegnere i fuochi…OPS!

Ma torniamo ai miei polpacci. Devo dire che per essere una che ha 43 anni e ne ha fatte di cotte e di crude…non mi lamento, anzi. Mi piaccio di più adesso di quando avevo 20 anni, ma le mie gambe…Quelle vorrei tanto staccarle con forza come si faceva con quelle della Barbie e scambiarle per esempio con quelle di Elle Mapherson! Chiedo troppo?

Siccome nonostante diversi tentativi e sogni, non posso separarmi dalle mie gambotte…allora ho deciso che guerra sia! 

Qual’è il modo migliore per combattere il nemico?

Coccolarlo e fargli credere che gli vuoi bene quindi da quando sono rimasta incinta e ho incominciato a sognare di risvegliarmi con le gambe ancora più gonfie di prima…faccio un massaggio una volta alla settimana, fisso, senza mai sgarrare e lo faccio a casa!

Sì sì, un bel massaggio a casa. So che in un centro mi rilasserei di più perché a casa tra cellulare, pc e campanello che suona sempre nel momento sbagliato…non sempre riesco mai a staccare la spina come vorrei, ma il massaggio a casa per me è un vero must e non ci rinuncio.

C’è stata Consuelo, poi Agostino e adesso Enrico.

Un bel massaggio a settimana drena, rilassa, coccola.

E se dopo il massaggio non devo scappare…mi faccio anche un bel bagno caldo.

Amo la mia vita sempre di corsa, amo l’entusiamo innato di cui sono naturalmente dotata e che è ormai diventato il motore della mia vita, ma ogni tanto…tiro il freno a mano e mi faccio coccolare!

 

 

Un serata che non dimenticherò presto

Blogger Barbs, Ivan e mio marito quando era ancora in versione "Barbapapà"

Blogger Barbs, Ivan e mio marito quando era ancora in versione “Barbapapà”

Ieri sera eravamo invitati a cena a casa di Ivan, un amico comune mio e di mio marito.

Per essere precisi…Ivan è la persona che ci ha presentati a Zanzibar, in Tanzania, poco più di 9 anni fa, ma questo ve lo racconterò un’altra volta.

 

L’occasione della cena di ieri era l’appena iniziata convivenza con Juka, la sua nuova fidanzata giapponese che si è gentilmente offerta di preparare la cena.

Cosa avrei potuto desiderare di più visto che sono un’appassionata si sushi?

La mia giornatina di ieri era stata pesantina quindi alle 20 ero praticamente uno zombie. Mio marito ed io eravamo in auto diretti a casa di Ivan, ma la mia stanchezza era arrivata a livelli così alti che mi veniva quasi da piangere. Lo ammetto, avrei fatto inversione e sarei tornata molto volentieri a casa per andare a letto senza neanche cenare. 

Ieri mattina ci siamo svegliati, abbiamo fatto colazione e Danny boy ed io siamo schizzati fuori casa in bici diretti alla metropolitana. Peccato che la bici si è bucata quindi la abbiamo riportata a casa e siamo ripartiti a piedi. Diciamo che l’inizio poteva essere migliore!

Quasi 2 ore di viaggio in metrò per andare e tornare da Rho più 4 ore in giro per la fiera “Ludicabimbi”…non sono una passeggiata. Il mio motto però è “barcollo, ma non mollo” e sotto ai vestiti ho sempre una micro mantella da Wonder Woman.

Ho inserito 4 pile nuove nel vano nascosto nella mia schiena e mi sono rimessa in moto.

Dopo aver gentilmente ceduto nostro figlio alla mitica suocera, mi sono fatta una doccia, mi sono vestita e prima di cena non mi sono fatta mancare neanche una riunione lampo per un evento da organizzare a breve.

Meno maleee! Meno male che non ho dato retta alla mia stanchezza, ma ai pochi neuroni che ancora funzionavano e che mi dicevano che non dovevo chiedere a mio marito di fare inversione per riportarmi a casa.

Era da tempo che non passavo una serata così bella!

La nuova fidanzata del nostro amico non solo ha preparato un fantastico menù giapponese, ma ha anche avuto la splendida idea di dedicare una parte della cena ad una vera e propria “lezione di sushi” fornendoci tovagliette di bambù, riso, pesce e tutto quello che ci poteva servire.

Prima ci ha insegnato a fare i temaki (i coni di alga con dentro riso e pesce) e poi gli hosomaky (i classici rotolini con fuori alga e dentro riso e pesce).

Dopo averci fatto una vera e propria dimostrazione, ci ha messo alla prova in una sorta di sfida che ha divertito tutti e che ha avuto come vincitore il mio maritino da tutti applaudito.

vittoriamaritofotoChe  smacco per me che il sushi lo facevo già da un po’ in casa…o per lo meno ci provavo!

Al primo tentativo ho messo troppo riso e non sono riuscita a chiudere perfettamente il maxi rotolino.

Dopo la lezione Juka ci ha deliziati con il più buon tempura che io abbia mai assaggiato in vita mia. Ho spiato bene e proverò a rifarlo, ma la vedo durissima che possa venirmi buono come il suo.

 

Tempura da paura!

Tempura da paura!

Eravamo in 8 e per un errore di comunicazione, nessuno di noi aveva pensato al dolce quindi Laura ed io ne abbiamo approfittato per prenderci una boccata d’aria e abbiamo fatto una passeggiata in notturna fino alla gelateria più vicina.

 

Non so se quel gelato fosse magico o se più probabilmente lo fosse tutto quello che avevamo mangiato prima, ma alle 11 di sera avevamo spento le luci in salotto e stavamo ballando tutti e 8 scatenati.

Marcello e Barbara scatenati nelle danze post sushi!

Marcello e Barbara scatenati nelle danze post sushi!

 

Che dire? Queste sono le serata che io amo. Un’ottima cena tra amici, una lezione si sushi a sorpresa e addirittura un fuori programma “danzereccio”.

All’1 eravamo a nanna felici e soddisfatti.

 

Queste serate fanno bene al cuore e alla pancia e anche se oggi avrei voluto fare un giro in bici al sole e invece piove…sono felice lo stesso!

 

Il marito sta andando a recuperare nostro figlio dalla sua mamma e io mi godo queste ultime ore di libertà in attesa del ritorno di Danny Boy.

Direi che un bel bagno profumato con un bel libro ci sta tutto no?!

 

Buona domenica!

 

Lezione di hosomaky

Lezione di hosomaky

Juka durante la preparazione del suo tempura da 10 e lode!

Juka durante la preparazione del suo tempura da 10 e lode!

Quando le notizie fanno male.

Sono 2 giorni che ci penso e ci ripenso.

Sono 2 giorni che ne parlo e ne riparlo quindi oggi…ho deciso di scrivere.

Sentire al telegiornale di venerdì che un bambino di 5 anni è morto mentre faceva lezione di Judo…non è bello. E non lo dico solo perché nostro figlio fa judo.

Premetto che conosco giornalisti che sono dei grandi professionisti e che quindi non ho intenzione di far di tutta l’erba un fascio, ma certe cose non si dovrebbero annunciare con tanta leggerezza.

Sono sicura che dopo quella notizia, data così senza tante spiegazioni, un sacco di mamme spaventate toglieranno i loro bambini dai corsi di Judo imputando a questa fantastica disciplina colpe non date.

I telegiornali prima di dare certe notizie dovrebbero contare fino a 10 o almeno aspettare l’autopsia e quindi dati più precisi a riguardo. Ho detto “telegiornali” e non “giornalisti” perché non conoscendo bene come funzioni il meccanismo, non so chi esattamente decida quando e come fare certi annunci, ma qualcuno le colpe le ha e se le deve prendere.

Scusate, ma queste cose mi fanno incazzare parecchio!

Visto che ci siamo mi permetto di dire la mia anche su altre notizie che a mio parere non dovrebbero essere date o meglio…non dovrebbe essere dato loro così tanto spazio e così tanta l’enfasi. Purtroppo l’emulazione spesso ne è una conseguenza diretta e pericolosissima.

Essendo donna non posso non ricordare che nel 2012 in Italia sono state uccise più di 100 donne. Stando agli ultimi dati istituzionali disponibili, forniti da una ricerca Eures-Ansa nel 2010, le violenze famigliari sono ormai la prima causa di morte nel nostro Paese.

All’interno delle mura domestiche, le vittime sono donne nel 70,7% dei delitti. Secondo l’Istat una italiana su tre subisce molestie fisiche o sessuali nel corso della vita, il 5% è vittima di stupri o tentati stupri.

Detto questo io mi chiedo: non è forse pericoloso parlare e scrivere così tanto di certe cose scendendo nei particolari e dedicandoci addirittura intere puntate di talk show? Che utilità ne deriva? Aumentare lo share di certe trasmissioni e poi? Un incremento della vendita di riviste che mettono certe cose in copertina e poi?

Volete dirmi che diventa più facile trovare il colpevole di turno o che la famiglia riuscirà ad elaborare un lutto più facilmente se se ne parla di più? Non credo proprio.

Sia chiaro che questa è solo la mia opinione, ma la mia sensazione è che per diversi e ovvi motivi, quali la crisi in cui ormai viviamo da anni e la conseguente perdita del lavoro, nelle case ci siano molti uomini che stanno vivendo un momento molto delicato nella storia e che quindi siano particolarmente arrabbiati e sensibili.

Ci sono uomini che vengono lasciati dalle loro compagne perchè forse non rappresentano più per loro la sicurezza e l’equilibrio che cercavano. Ci sono uomini che rimangono da soli senza la compagna dei loro sogni e senza magari i loro figli.

Se una volta un uomo arrabbiato si limitava ad urlare tutto il suo disappunto e il suo amore per cercare di riavere quello che aveva perso …oggi forse non è più così. Evidentemente è venuto a mancare un certo equilibrio e l’urlo non basta più. Troppo spesso si arriva alla violenza.

Quello che mi chiedo io a questo punto è se sia giusto raccontare certe cose sapendo che nelle case ci sono così tanti uomini “malati” pronti a fare gesti così estremi e spesso definitivi, per dimostrare la loro rabbia.

Ho la sensazione che se a volte certe notizie possono portare a battute di cattivo gusto come “hai visto amore cosa succede alle donne che si comportano male o che lasciano i loro compagni”, altre volte possono avere conseguenze ben più gravi.

L’emulazione purtroppo esiste da sempre e secondo me, in un momento così delicato come quello che stiamo attraversando, può diventare ancor più pericolosa.

Questo è il mio pensiero. Se vi va…mi piacerebbe conoscere anche il vostro.

Di una cosa sono sicura: nostro figlio continuerà a fare Judo perché il Judo non è pericoloso, ma è una disciplina sana sia per il corpo e che per la mente.

Se non ve lo siete perso leggete il mio articolo su Judo gioco che ho pubblicato qui nel mio blog http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=921