Devo dire che già il nome mi era piaciuto molto: la “forcola” è quel pezzo di legno su cui si appoggia il remo nelle barche tipiche veneziane in cui si voga in piedi.
Ieri, visto che non siamo andati in spiaggia, perchè Danny non stava benissimo, ho fatto due passi e sono andata a vedere questo nuovo negozio.
Che bello scoprire che ci sono artigiani che hanno ancora la voglia, il coraggio e l’entusiasmo di aprire negozi di questo genere. Che bello entrare in quel posto e sentire il profumo del legno. Piero Dri, il forcolaio “matto” in persona, da veri e propri tronchi di noce ricava le forcole e da tavole di Ramin, che è un albero che cresce nel arcipelago indonesiano, ricava i remi. Il problema è che gli oranghi che vivono in quelle zone si nutrono attraverso quegli alberi e quindi a forza di tagliare si rischia l’estinzione di questo animale. Ecco perchè Piero mi raccontava che è da poco entrato a far parte di un’associazione che si chiama “Slow Wood”. Si tratta di un’associazione che tra le varie cose, insegna agli artigiani ad usare legnami che provengano da foreste e boschi sostenibili concentrandosi sulle specie di legno locali spesso trascurate. La cosa importante è rispettare la struttura del legno, verificarne la provenienza ed escludere il pericolo di estinzione. Bravo Piero, a trovarne di artigiani come te. Barbara NB: il sito www.ilforcolaiomatto.it è ancora in costruzione, ma se passate per Venezia andate a trovare Piero all’inizio della strada nuova, partendo da Campo S.Apostoli, davanti all’imbarcadero dei gondolieri. L’indirizzo esatto è Canareggio 4231 e il suo cell.348.2528611
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