In gita al frantoio, e fuori di me…

Che strano titolo eh ?!

Ebbene sì: strane scrittrici possono solo che generare strani titoli, e a volte anche strani articoli 🙂

Se non vi eravate ancora accorti che sono una personcina strana…ora lo sapete!

Io sono una passionale, nel bene, e nel male.

Dalle stalle alle stelle: un po’ di mondanità ci voleva!

 

Per me andare in vacanza vuol dire staccare, tutto, o quasi.

Fino a che lavoravo come pr anche in estate, allora partivo con tacchi e trucchi, ma da quando in estate non lavoro più, certe inutili cose le lascio a casa.

Nella mia valigia ci metto di tutto, ma poi di solito uso ben poco.

So bene che i tacchi slanciano (specialmente quelle che, come me, al posto delle gambe hanno dei salsicciotti), ma non ci posso fare nulla: io i tacchi amo temperarli, ma non indossarli.

Quando vado in vacanza entro in modalità “zingara chic”.

Di docce me ne faccio anche due al giorno, ma il phon non lo accendo mai, e i miei capelli, dopo una veloce spazzolata, vanno un pó dove gli pare a loro.

Lo struccante, un filo di cipria e il rimmel li porto sempre, ma di solito restano nel beauty.

Sono stata in Puglia per ben due mesi. Due mesi fuori dal mondo, impegnata com operai ed artisti per finire la nostra casa, e spesso troppo stanca anche solo per uscire a cena.

Ad un paio di feste ci sono andata, ed un paio di cena le ho anche organizzate, ma niente di più, e comunque non ho mai indossato tacchi, e la cerniera dove ho messo il rimmel è rimasta chiusa.

Mercoledi ho chiuso casa, sono salita con Danny in aereo e, facendo scalo a Roma, siamo venuti dalla nonna a Venezia.

Roma.

Durante lo scalo di Roma ho iniziato a sentire il brusco ritorno alla realtà: uomini in giacca, donne con i tacchi, e io lì seduta nell’angolo con i miei pantaloni a fiori e i sandali di cuoio.

“Sei arrivata? Domani sera ci sono due feste, vieni?!”

A Venezia c’è la mostra del cinema, e come ogni anno ci sono un sacco di feste divertenti in location da brividi.

Venezia è la mia città.

A Venezia ci sono cresciuta, ma non smetterò mai di meravigliarmi dell’immensa bellezza della laguna, dei suoi canali e dei suoi palazzi.

Se poi alle feste ci vai in barchino, con gli amici di sempre, allora è magia pura.

Ieri , dopo due mesi di barbastrucco , scope, rastrelli e pale, sono andata dall’estetista per manicure e pedicure, mi sono fatta un bagno caldo di un’ora, ho phonato i capelli tornando liscia, mi sono truccata e ho indossato un odiosissimo tacco 12.

In Puglia non abbiamo nè pozzo nè acquedotto, ma un’ampia cisterna: niente bagni caldi e niente docce troppo lunghe.

Bello tornare nel mondo degli umani, facendo scorrere l’acqua, a lungo.

Prima la festa della Safilo alla fondazione Guggenheim, e poi il party per i 10 anni di Diuvetica all’Arsenale.

Le amiche di sempre, Venezia di notte in barchino, e due location da lasciare senza fiato. Il catering di Alajmo da Safilo, e la musica di Tony Hamphries da Diuvetica.

Dalle stalle alle stelle.

Quasi quasi stasera bisso: aspetto il marito e mi ributto in pista.

Adoro la campagna pugliese e adoro svegliarmi alle 6.30 per godermi quei posti incantati, ma anche un pó di mondanità non guasta.

Oggi tempero i tacchi, e stasera faccio come Cenerentola: a mezzanotte o li perdo o me li levo da sola, come ho fatto ieri sera.

Vi hanno mai raccontato che noi veneziane, quando indossiamo i tacchi, abbiamo sempre un paio di ballerine nella borsetta?

Beh, ora lo sapete.

Barbara

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Inseguendo il sole, davanti al camino.

 
Provate a camminare in riva al mare chiudendo gli occhi, e inseguendo il calore del sole.
Provate a mettervi a ballare e a cantare a squarciagola, sperando che non ci sia nessuno che vi stia guardando, e ascoltando.
Provate a sentire l’onda che arriva e vi avvolge il piede, così, all’improvviso.
Vi verrà da ridere.
Perché camminare in riva al mare, cantare, ballare, bagnarsi le scarpe, e iniziare a correre ridendo, per scappare dall’onda, è un pó come tornare bambini.
Tornare bambini a volte fa ridere, e a volte no.
In questi giorni ho fatto un lungo viaggio nella mia vita.
In questi giorni sono tornata bambina, diverse volte.
In questi giorni mi sono anche vista proiettata nel futuro, con nuovi dubbi e nuove paure.
Lo ho fatto ascoltando i racconti delle mie nuove amiche.
Lo ho fatto raccontando cose di me che forse non avevo mai raccordato, neanche a me stessa.
La forza del camino.
Di solito succede nei film, ma questa volta è successo davvero.
All’improvviso un’amica decide di riunire le sue amiche più care, e di farle conoscere tra di loro.
Ecco perché sono andata al mare, in Toscana.
Ecco perché ho accettato di partecipare ad un we di sole donne.
Ecco come sono ritrovata a parlare di me ad altre donne che conoscevo appena, davanti ad un camino. 
Non ho mai amato le cene tra donne e le serate tra donne, figuriamoci un we intero.
Sarà che sotto sotto, e neanche tanto sotto, sono un pó un maschiaccio, e a certe donne non ho niente da dire…
Ma questa volta avevo capito che dovevo accettare l’invito: ho pensato che se quelle donne erano amiche di Laura, allora voleva dire che erano donne speciali, perché Laura è speciale.
Avevo ragione.
Sei donne, sei storie diverse e sei caratteri forti, tosti.
Sei donne apparentemente toste, ma a volte anche molto fragili.
A volte é più facile aprirsi che chi hai visto poche volte nella vita.
A volte è più facile quando un’amica comune, decidendo di riunirci, creato un’empatia immediata, anche tra chi non si era mai vista prima.
É stato un we decisamente diverso dai soliti: un we intenso, forte.
E mentre io ero al mare con le mie nuove amiche, i miei uomini trascorrevano il loro primo we assieme, fuori Milano: io al mare, e loro in montagna.
Mi sono mancati?
No, lo ammetto.
Era più forte la gioia di saperli assieme, che la nostalgia di non essere con loro.
C’è stato un momento in cui ho anche pensato di non partire, ma non perché non avevo voglia di lasciare loro.
Non volevo più partire perché era prevista pioggia, per tutto il we: andare in Toscana, in una tenuta sulla spiaggia, con la pioggia, non mi sembrava un programma così eccitante.
Non parto quasi mai senza i miei uomini: di solito almeno uno di loro due è con me.
Ma la vita è una sola, ed un invito così particolare non me lo volevo lasciare sfuggire.
Ecco perché ho deciso di partire, anche con la pioggia all’orizzonte.
E invece…
E’ invece la pioggia è arrivata solo una sera, mentre noi eravamo al calduccio in casa, davanti al camino.
Ed è stato bello ascoltare il rumore della pioggia, sentendo sulla pelle il calore del fuoco.
Non è la prima volta che parto con le previsioni che danno pioggia, e poi trovo il sole.
Io il sole l’ho inseguito tanto, con i piedi e con il cuore, e se una cosa la desideri tanto, spesso arriva, e resta.
Ma il sole non l’ho trovato solo camminando sulla spiaggia: il sole l’ho trovato anche in quelle lunghe chiacchierate fatte davanti al camino.
Era un sole diverso: un sole che ci ha illuminate attraverso il fuoco del camino e che ci ha scaldate attraverso le parole di chi ha deciso di aprirsi, di raccontarsi.
Non avete idea di cosa non possa venire fuori quando sei donne si siedono attorno ad un camino: rapporti con i figli, con i mariti, forze, debolezze, paure, rimpianti e ricordi…
E ogni volta che una di noi si raccontava, le altre ascoltavano, gioivano, soffrivano, e collegavano.
Perché tutte le storie sono un po’ simili, e le parole degli altri spesso fanno i riaffiorare ricordi, emozioni e paure che pensavi di avere cancellato, per sempre.
Grazie Laura, Annamaria, Sabina, Micaela, Silvia e Carmen.
Grazie a voi oggi mi sento un po’ di forte di ieri, e un po’ meno forte di domani.
Grazie a voi ho capito che i miei problemi sono anche i vostri, e i vostri sono anche i miei.
Grazie a voi, e alla nostra chat, oggi mi sento meno sola.
Buona giornata a tutte le fate, ma anche alle streghe.
Perché tutte le donne sono un po’ fate e un po’ streghe.
Dobbiamo solo capire chi ci merita col pizzo, e chi con la scopa…
Barbara
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