La crisi del settimo anno

Si sono conosciuti in Africa nel 2004, si sono innamorati a Milano nel 2005, e si sono sposati a Las Vegas il 4 aprile del 2010.

Sì, sì e ancora sììììììììììììììì

 

Stamattina, mentre Danny boy finiva di fare colazione (è più lento di un bradipo in letargo), ho acceso il mio mac, e sono andata a curiosare su facebook.
Ho la memoria di un’effimera (un piccolo insetto che dicono viva al massimo un paio di giorni) e quindi vado sempre controllare chi compie gli anni, per evitare di fare figuracce.
Cercavo tra i compleanni e cosa leggo?
“Anniversario Barbara e Marcello”
Perdindirindina, sto giro me l’ero proprio scordato!
Ma come si fa a dimenticare l’anniversario di matrimonio?
Si fa, si faaaaa
Per la verità non mi ricordato neanche che giorno fosse oggi, poi ho guardato l’agenda e ho letto: “Venerdì 4 aprile”.
A quel punto, per essere proprio sicura sicura, ho aperto la porta di casa e ho letto anche la targa attaccata fuori, sulla porta.
Ok, ok, accendiamo e confermiamo: oggi è il nostro quarto anniversario di nozze, e io, e mio marito, ce lo siamo proprio scordato.
Non ci siamo sposati in Italia col classico matrimonio pieno di amici e parenti, ma ci siamo sposati a Las Vegas
Siamo partiti da soli, lasciando il piccolo Danny alle nonne, e ci siamo sparati matrimonio e viaggio di nozze in un colpo solo, senza sosta (o “senza caglie”, come direbbe mio marito)
IMG_0008Non mi dimenticherò mai la faccia del nostro cucciolo quando, al nostro ritorno, abbiamo comprato una torta solo per lui, e gliela abbiamo regalata con sopra  le statuine con la faccia di mamma e papà.
E oggi?
E oggi siamo ancora qui, quindi la crisi del terzo anno è passata.
Ora dobbiamo solo sperare che vada bene anche quella del settimo.
Ma se tornassi indietro, ridirei di sì?
Cello (Marcello, ma per gli amici “Cello”) ed io, siamo peggio si Sandra e Raimondo.
Ma in quale coppia non si litiga?!
Lui esce di casa la mattina alle 7.30 e torna dopo minimo 12 ore (lavora a Bergamo, che proprio dietro l’angolo non è) e io mi occupo di tutto ciò che c’è da organizzare nella nostra vita.
Io sono nata organizzatrice, e quindi mi piace organizzare.
Quasi tutti i bambini, come prima parola, dicono “Pappa” o al massimo “Mamma”.
Io credo di aver iniziato subito con una domanda del tipo: “Che si fa?”.
Quando la sera il mio maritino torna a casa, a volte lo inondo di resoconti e domande, e so che lui vorrebbe solo taaanto silenzio.
Per non parlare della quantità di messagini e whatsapp che gli mando durante il giorno…
Ma che ci posso fare? 
Ogni tanto anche io ho bisogno di un aiuto, di un consiglio, di una mano sulla spalla, in senso biblico, uffa!
Ma noi donne siamo fatte così, e gli uomini sono fatti colà.
Ho sempre desiderato risposarmi anche in Italia, con i parenti e gli amici, ma alla fine sono arrivati i documenti da Las Vegas, e ci è sembrato stupido buttare dei soldi così.
Le tartine costano, il vino costa, e pure la Chiesa costa.
E poi la seconda promessa d’amore, in Italia, ce la siamo fatta il giorno in cui abbiamo deciso di costruire la nostra casa in Puglia.
Decidere di costruire una casa assieme, con tutti i sacrifici che comporta, secondo me vuol dire anche di più di un secondo matrimonio italiano: vuol dire aver voglia di dividere assieme il futuro, la vita.
Marcello viene da Marte e io vengo da Venere: è normale che a volte non ci si capisca quando si arriva da due pianeti diversi no?!
Io se ho un problema vorrei raccontargli tutto e avere da lui la soluzione miracolosa.
Lui se ha un problema, arriva a casa e si chiude nella sua caverna.
Tutti gli uomini fanno così.
Forse siamo noi le ingenue che ancora sperano di poter cambiare i cittadini di Marte.
“Vuoi stare in caverna? Ok amore mio, allora io esco a prendere un po’ d’aria”
Ecco cosa dovrebbe succedere.
E invece?
E invece spesso ci ostiniamo a volerli tirare fuori per forza dalle loro tane, dove si sentono sicuri e protetti.
Ma il mondo è bello perché è vario no?!
E tante volte litigare fa sentire più vivi che non parlare.
Ne vedo tante di coppie, al ristorante, che si siedono, cenano, e magari non si rivolgono neanche la parola.
Per carità!
Preferisco tutta la vita gli insulti e le cattiverie dette anche se non pensate.
Preferisco sfogarmi e poi cercare il suo piede, con il mio, nel lettone.
“Sì amore mio! Se tornassi indietro ti direi di nuovo di sì!”
Sono felice di aver fatto quel viaggio a Zanzibar e di aver incontrato l’uomo che ha cambiato la mia vita.
Sono felice anche quando litighiamo.
Litigare mi fa sentire viva, mi fa sentire che c’è ancora tanto amore tra noi.
Quando l’amore finisce, non litighi più.
Auguri amore mio!
Questa volta stavo per dimenticarmelo, ma per fortuna c’è Facebook.
Da quando finirai di leggere questo post, hai 5 minuti di tempo per mandarmi un bellissimo e dolcissimo messaggino.
Ocio perchè se non lo fai… prendo tutte le tue cravatte dall’armadio e inizio a tagliare!
Barbara
Las Vegas, 4 aprile 2010

Las Vegas, 4 aprile 2010