Botox, i nuovi mostri!

Domani è Halloween!

Quasi quasi mi vesto da Renée Zellweger, la mia amata Bridget Jones ora diventata un “Nuovo mostro”.

Oppure potrei vestirmi da Carla Bruni, o da Nicole Kidman

E te credo che Tom Cruise l’ha mollata!

Secondo me una mattina se l’è ritrovata nel letto, e l’ha scambiata per una ladra (ma lui almeno non ha sparato dai!)

Ma perché???

Ma perché donne così belle si devono rovinare in questo modo?

Posso capire una donna con qualche difetto che ricorre alla chirurgia plastica per cercare di correggere magari un naso troppo pronunciato, ma non capisco quelle donne che nascono con la fortuna di essere belle, e finiscono di gettare quella fortuna al vento.

Che io sia contraria alla chirurgia che deforma, l’ho già detto e scritto, ma siccome i mostri aumentano, giorno dopo giorno, oggi ne riparlo.

Nel 1937 Alan B. Scott, un oftalmologo del Smith-Kettlewell Institute, utilizzò la tossina botulinica  in esperimenti sulle scimmie, e nel 1980 la utilizzò per la prima volta negli esseri umani, per il trattamento dello strabismo.

La BTX-A venne approvata nel 1989 dalla Food and Drug Administration per il trattamento dello strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale, in pazienti con età maggiore di 12 anni.

Nel 2002 fu approvato l’uso di questa “tossina” nel campo della chirurgia estetica, per il miglioramento temporaneo delle rughe di espressione fra le sopracciglia.

La tossina botulinica agisce inibendo la produzione del neurotrasmettitore acetilcolina, bloccandone il rilascio nei muscoli, non si manifestano rughe, spasmi o tic facciali.

Il botox è un “paralizzante”!

Non c’è niente di più bello di un sorriso, e di una faccia che sorride, tutta.

Ma col botox tutto si blocca, e le espressioni si induriscono.

Che gusto c’è a rovinarsi così?!

Ma queste donne non ce li hanno degli specchi a casa?

E quando si guardano? Si piacciono davvero?

E poi mi fanno schiantare dal ridere quelle che negano, fino alla morte.

“Io non sono mai ricorsa alla chirurgia, lo giuro! Mai fatto nulla. Giusto un paio di punturine”

Sì, sì certo! E io non ho mai mangiato un vasetto intero di Nutella col cucchiaio!

Magari un filo di botox qua e là può servire, ma una matassa no daiii.

Ci sono tanti rimedi più blandi, e meno “tossici”, per combattere l’invecchiamento della pelle, perdindirindina!

Per fortuna che in Italia molte donne optano ancora per trattamenti a base di ossigeno, vitamine, e acido ialuronico.

Per fortuna che i nuovi mostri sono ancora quasi tutti made in Usa, ma ocio, perché sono in aumento anche a casa nostra.

Non sono un medico, e non me ne intendo più di tanto, ma di medici bravi e seri ce ne sono tanti, e non sono di certo quelli che trasformano le donne nei nuovi mostri.

Come in tutte le cose, ci sono dei limiti, e quei limiti vanno rispettati.

Un bravo chirurgo dovrebbe anche essere capace di suggerire uno psicologo in gamba, alle proprie pazienti.

Perché a volte certe insicurezze è meglio curarle partendo dall’anima, e non dai connotati.

Vabbè, ora vado, mi faccio una bella doccia, mi vesto, mi metto un filo di cipria e un po’ di rimmel, ed esco.

Esco con la mia faccia e le mie rughette intorno agli occhi.

Esco con quelle rughette che sorridono quando mi sorride la bocca.

Buona giornata.

Barbara

 

Autografi e taffetá

Sempre emozionante ed effervescente la Mostra del Cinema, ma se devo essere sincera rimpiango le vecchie edizioni di quando ero giovane (poco più giovane di oggi) e vivevo ancora a Venezia.
Nelle scorse serate, prima delle proiezioni dei film in sala grande, al Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, fanno vedere dei mini documentari in bianco e nero tratti dall’archivio storico della Biennale del Cinema.
Quelle immagini mi hanno riportata indietro nel tempo, mi hanno fatto tornare alla mente gli anni in cui c’era veramente una grande attesa per ogni film e ogni attore.
Gli anni in cui sono andata con la mamma a comprare il vestito a tubino nero di lino, con le maniche a sbuffo di seta bianca a pois neri e quello verde menta (allora si diceva “verde menta” e non “verde smeraldo”) tutto bello lucido di taffetá.
In sala grande gli uomini entravano in smoking e le donne (anche le più giovani) super eleganti e con il mento all’insù.
Gli attori spesso non arrivavano il giorno stesso per poi scappare magari anche prima della fine della proiezione del film, salendo su aerei privati.
Gli attori non facevano come Scamarcio che due giorni fa ho visto dire a 10 ragazzine che lo seguivano per una foto “scusate non ho tempo, devo fare un’intervista”.
Gli attori scendevano sorridenti dalla gradinata dell’Hotel Exclesior e raggiungevano sul prato i loro piccoli fans in cerca di autografi e non se ne andavano fino a che non li avevano firmati a tutti.
Gli autografi di allora non erano veloci scarabocchi fatti al volo senza alzare mai la testa, come ho visto fare ieri a James Franco e l’altro ieri a Nicolas Cage.
Gli autografi ai miei tempi erano fatti con un sorriso e una dedica, guardandosi negli occhi.
Durante la Mostra del Cinema non arrivavano solo gli attori dei film in concorso, ma anche cantanti e personaggi vari in cerca di visibilità in una settimana così importante.
Non mi dimenticherò mai di quando al Lido arrivó Nikka Costa, la piccola cantante prodigio di cui ero una grandissima fan.
Ero capace di ascoltare “On my own”
anche 20 volte al giorno.
Scoprì che il suo manager era Tony Renis, amico di infanzia di mia mamma, e quindi per un paio di giorni le mie amichette ed io diventammo la sua ombra.
Un giorno ci invitó tutte in camera sua all’Hotel Excelsior e ci chiese di aiutarla a fare il suo autografo su tanti foglietti che poi lei lanciava dalla finestra alle sue fan appostate notte e giorno sotto alla finestra della sua camera.
Ebbene sì, gli autografi di Nikka Costa spesso erano falsi, ora lo sapete!
Verissimi sono invece tutti gli autografi che ho raccolto negli anni nel mio “Libro degli autografi” e che ho ritrovato due giorni fa nella stessa cassapanca in cui ho trovato i miei vecchi diari (http://www.temperateitacchi.com/blog/un-tuffo-nel-passato/)
Monica Vitti, Nino Manfredi, Ornella Muti, Nanni Loy, Carlo Giuffrè, Franco Nero, Paolo Villaggio e tanti, tantissimi altri.
In quel libro sono rinchiuse le firme e i ricordi di una bambina che amava sognare.
Quella bambina oggi è diventata una donna, una moglie e una mamma, e non ha mai smesso di sognare…
Barbara

20130901-103323.jpg

20130901-103400.jpg

20130901-103425.jpg

Nella foto qui sotto, da sinistra, Francesca, Sabina, Nikka Costa e io semi nascosta da Magherita.

20130901-142935.jpg