Senza parole

Il camion che vedete nella foto qui sopra è un classico camion che consegna gelati

Il camion che vedete qui sotto è il camion che ha portato morte, disperazione, dolore…

Quando il fisico la sa più lunga del cervello

 
Oggi alle 9.30 avrei avuto la mia quarta lezione di yoga
Oggi alle 11.15 avrei la mia lezione del mercoledì di acquagym
Perché dico “avrei”?
Perché oggi alle 6 mi sono svegliata con dei forti dolori alle scapole e al collo, e in questo momento sono ancora a letto.
Argh!
Diciamo che non sono proprio una sedentaria.
Diciamo che non sto ferma un attimo e che, anche quando avrei un’ora libera e potrei sedermi sul divano, magari a leggere un libro, finisce sempre che apro qualche armadio, tiro fuori tutto e rimetto a posto.
Per non parlare dei sensi di colpa che mi vengono se non faccio qualsiasi tipo di attività fisica per almeno 2 o 3 volte a settimana (il sesso è a parte!)
La sera ho uno dei miei attacchi di fame?
Il giorno dopo porto Danny e a scuola e poi, come minimo, mi faccio una bella camminata di 6 km.
Da quando ho fatto il digiuno assistito gli attacchi di fame sono diminuiti, ma purtroppo non sono scomparsi del tutto.
Gli attacchi di fame spesso vengono per colmare dei vuoti.
E chi di noi non ha dei vuoti nella propria vita?!
Sono vuoti che ci si porta avanti dall’infanzia, e che a volte diventano ancora più grandi durante i percorsi che decidiamo di prendere, nella nostra vita.
Ultimamente tra il cantiere in Puglia, il mio normale lavoro, qualche piccola e classica incomprensione in famiglia, e il figlio che cresce…sono stata un po’ più “ciapata” del solito, e lo stress si è fatto sentire.
E quando lo stress si fa sentire, e il cervello che fa?
Ti dice che forse è il caso di rallentare un attimo e di prendersi un momento di pausa, e di riflessione?
Ma quando mai!!!
Mi sa che il mio cervello è andato in stand by, ma per fortuna ci ha pensato il mio fisico.
Sono convinta che il fisico, se ascoltato, spesso sia in grado di darci dei forti segnali, e i segnali vanno ascoltati.
Oggi mi sono svegliata con questo grande dolore alle scapole e al collo, e anche io, che non sono medico, so che tra i punti in cui si accumula lo stress c’è proprio la parte alta della schiena, e il collo.
Mio marito ha detto che forse ho preso un colpo di freddo ieri sera, in motorino, o che magari ho fatto uno sforzo troppo forte ieri durante la mia lezione di indorwalking, ma io so…
Io so che questo dolore che oggi mi ha fatto decidere di rimanere a letto, è un segnale.
E quindi ora vi saluto, stacco la spina, e cerco di riposare un po’.
Il rumore della pioggia aiuta…
Besos
Barbara

Oggi mi levo un peso

 
Domenica ero al lago da amici e mentre mi godevo un po’ di meritato relax, decido di tirare fuori il mio ipad dalla borsa e di leggere il Corriere on line.
Ed eccola lì: una notizia a dir poco agghiacciante.
Non scenderò nei dettagli perché sono davvero tosti e probabilmente li avete già letti o sentiti.
Un giovane arbitro in Brasile espelle un giocatore per un brutto fallo e il giocatore si vendica dandogli un forte calcio sugli stinchi.
A quel punto l’arbitro, che aveva appena perso la madre ed evidentemente non era proprio in sè (non lo sto giustificando, sto solo spiegando i fatti), prende una roncola nella sua borsa e colpisce due volte il petto del calciatore.
(La roncola è un’arma che in Brasile molti si portando dietro per rompere rami per farsi strada e per ammazzare serpenti)
Portato il calciatore in paese in cerca di un medico mentre al campo di calcio la gente si avventa sull’arbitro.
L’arbitro viene legato ad un palo in attesa che arrivi la polizia, ma la polizia dopo un’ora non è ancora arrivata.
La gente a quel punto decide di farsi giustizia da sola e uccide l’arbitro con una cattiveria assurda.
Quello che è successo è pazzesco e solo a ripensarci mi fa venire mal di stomaco
C’era un gruppo di gente molto arrabbiata che quell’arbitro lo avrebbe ucciso subito, ma avevano vinto i moderati convincendo tutti ad aspettare che fosse la polizia a fare giustizia.
Ma la polizia non arriva e la giustizia se la fanno da soli.
So che ora ci vado giù pesante, ma dopo quello che sta succedendo in Italia negli ultimi anni…un po’ li capisco.
Magari non capisco il modo in cui lo hanno fatto, ma li capisco.
Cosa farei se fossi la madre di quel motociclista investito e ucciso da un pirata della strada, poi scappato a piedi, e sapessi che l’assassino di mio figlio dopo 45 giorni sarà già libero di tornare a casa?
Cosa farei se fossi la mamma di Tommaso Onofri (e quindi anche la moglie dell’uomo morto di crepacuore), il bambino di 18 mesi ucciso 7 anni fa dal suo rapitore, e sapessi che dopo soli 7 anni di carcere, il suo assassino forse inizierà a fare il giardiniere e forse gli daranno presto il permesso dei lavori esterni?
Cosa farei se fossi la mamma della fidanzata di Jucker da lui uccisa con 22 coltellate e sapessi che invece dell’ergastolo o dei 30 anni, si farà solo 11 anni di galera e tornerà libero?
Cosa farei se fossi la mamma di una delle tre vittime del killer col piccone e sapessi che quel pazzo era libero di circolare nonostante una fedina penale sporca e più lunga di un chilometro e a meno di 2 mesi dall’ultima tragedia, sarà di nuovo fuori?
Non so cosa farei.
So solo che la giustizia in questo paese inizia a farmi davvero schifo.
Sono parole pesanti lo so, ma sono veramente arrabbiata e per togliermi un pò di questo peso che ho dentro, devo dire quello che penso!
Quelli di cui ho appena parlato sono solo alcuni esempi e purtroppo ce ne sono altri, tanti altri.
In prigione ora c’è uno come Corona, che non è un santo, ma neanche un assassino, e vorrebbero metterci per 7 anni uno che è andato a letto con una minorenne che gliela ha servita su un piatto d’argento.
A casa sua, invece, c’è un irresponsabile come Schettino, uno che ha dato 22 coltellate alla sua fidanzata e uno che ha investito un cinquantenne in moto ed è scappato.
Scusate, ma ne ho davvero le scatole piene.
Processi eterni, riti abbreviati e patteggiamenti assurdi sono ormai all’ordine del giorno.
E poi ci lamentiamo se tutti i delinquenti del mondo vengono a cercare rifugio in Italia?!
E te credo.
Barbara