Lasciamoli andare, lasciamoli crescere…

Avete mai sentito parlare di “scuola natura“?

Beh, scuola natura è un progetto bellissimo del comune di Milano, per le scuole primarie.

Si tratta di 5 case vacanza pronte ad ospitare i nostri figli e le loro insegnanti, per circa una settimana.

Le mamme italiane e quell’infinito cordone ombelicale

 

A volte facciamo fatica a tagliarlo noi, ma a volte ce lo impediscono.

Purtroppo il cordone ombelicale, una volta tagliato, a volte lascia il posto a catene più pesanti di quelle vere.

Le mamme italiane spesso fanno più danni dello tsunami, ma anche la legge non le aiuta.

Vogliamo parlare di questo benedetto inserimento negli asili?

Ma bastaaaaaa!

Siamo l’unico paese al mondo dove i genitori vengono obbligati ad essere presenti all’inserimento dei figli nei nidi e nelle scuole materne.

E stiamo parlando di due settimane, e non non di un paio di giorni.

Ore di permesso perse per aiutare i figli nell” “Ambientamento” (ora si chiama così)

Ma educarli subito a disciularsi da soli no?!

Facciamo che se un bambino ha proprio tanta difficoltà ad ambientarsi, la mamma o il papà possono  restare 5 minuti in più, ma facciamola diventare una possibilità, e non un obbligo!

E poi ci meravigliamo se ci sono certi giocatori di calcio di serie A che mangiano la frutta solo tagliata come gliela taglia la mamma, a casa.

E adesso non chiedetemi il nome, suddddai, fate i bravi. Tanto non ve lo dirò neanche sotto tortura!

Ma fatemi un favore suuu

E’ ovvio che l’ Italia sia piena di bamboccioni che dopo la maggior età continuano a rimanere attaccati alle gonne delle mamme.

Meno male che porto quasi sempre i pantaloni!

Io mio figlio me lo coccolo e me lo sbaciucchio, ma se corre da me a dirmi che il suo amichetto gli ha dato un calcio, o non vuole prestargli un gioco, gli rispondo che si deve arrangiare.

Io mio figlio lo consolo e, se c’è davvero bisogno, lo curo e lo medico, ma se cade e si graffia, gli dico di non esagerare e lo spingo via, lontano da me e dalle pericolose campane di vetro.

Attenzione mamme! Specialmente se siete mamme di figli maschi!

Il destino dei vostri figli, e delle donne con cui decideranno di dividere la loro vita, è nelle vostre mani.

Insegniamo ai bambini di oggi a diventare grandi, ma grandi davvero.

Insegniamo loro da subito a pulirsi da soli, ad allacciarsi le scarpe da soli, a lavarsi i denti, bene, da soli.

Sono i primi passi verso l’indipendenza.

Sembrano piccoli passi, ma sono grandi, grandissimi.

Dobbiamo fare i conti con la realtà di oggi, e con i pericoli sempre maggiori.

Dobbiamo spiegare ai nostri figli che in giro ci sono tante persone belle, ma anche quelle brutte.

Non dobbiamo stare zitti, cercando di nascondere loro la verità, ma seguendoli sempre, per difenderli dai pericoli.

Dobbiamo spiegare loro quali sono i pericoli.

Dobbiamo lasciarli andare, insegnando loro a stare attenti, e a difendersi da soli.

Un giorno noi non ci saremo più, ma loro sì.

Un giorno noi ci saremo, ma non saremo più, sempre,  al loro fianco.

Al loro fianco ci saranno i loro amici e le loro famiglie, e sarà allora che avranno bisogno della loro forza, e non della nostra.

E adesso faccio outing, aiuto…

Io adoro mia suocera.

Non avrei potuto sperare in una suocera più simpatica e giovanile.

Ma io non sono brava a cucinare come lei.

Io non stiro bene come lei, anzi, io non stiro proprio! Io odio stirare!

E lei oltre ad essere brava a fare tutto in casa, lavora pure!

Avete present wonder woman?!

Ecco, mia suocera è la reincarnazione moderna di wonder woman.

E secondo voi, una che fino a 11 anni fa era una single convinta che mangiava solo surgelati o roba in scatola, come può vivere un confronto del genere?!

Male, malisssssssimo!

E quindi?!

E quindi siccome per me ogni sfida è uno stimolo, ho deciso di imparare a cucinare, ma stirare no, mi rifiutoooooooo.

E visto che io trovo sempre il lato positivo in tutte le cose, sapete cosa vi dico?

Che mio figlio non potrà mai dire alla sua donna che sua mamma stirava meglio di lei!

Tiè

Besos

Barbara

 

 

 

La forza dell’indipendenza

 
Quando Daniele aveva 5 anni (l’anno scorso) era arrivato a svegliarsi da solo, con la sveglia.
La aveva voluta lui, la sveglia.
Era stato lui a chiedermi, la prima volta, di preparare la colazione per tutti noi, e lo aveva fatto pure bene.
Era stato lui a chiedermi di preparargli i  vestiti la sera prima, in modo da potersi vestire da solo la mattina, dopo il risveglio con la sveglia.
A volte aveva scelto anche i vestiti, da solo.
E poi?
E poi ho rovinato tutto.
Un pò per fare più in fretta, un po’ per poterlo svegliare con un bacio e vestirlo tenendomelo ancora sulle ginocchia, ho fatto retromarcia e, così facendo, ho fatto regredire pure lui.
Che idiota!
E’ così difficile fare il genitore.
E’ così facile sbagliare, per esubero d’amore.
Risultato?
Sono giorni, settimane, che quando vado a svegliare Danny lui apre gli occhi, ed è già di pessimo umore.
E io? 
E io che invece sorrido sempre, io che non tollero i cattivi umori e i capricci, spesso iniziavo le mie giornate piena di rabbia e di rancore.
Ieri poi…
Ieri Danny si è svegliato più nero che mai: aveva basket e non ne voleva sapere di farlo.
E io avevo un funerale, e non ne volevo sapere di dover salutare un amico così, troppo presto.
Mio figlio ha pianto dal mio bacio del risveglio al portone di scuola, e io ho iniziato a piangere dopo, camminando.
Ho camminato per 6 km sperando che la mia rabbia si spegnesse, ma nulla.
La mia rabbia è passata solo in Chiesa.
La mia rabbia è passata solo quando ho sentito le parole delle due figlie del mio amico, di quell’amico che sorrideva sempre e che aveva sempre una parola buona per tutti.
Quelle due ragazze hanno ringraziato il padre per averle rese quello che sono, per aver loro insegnato a camminare da sole.
I figli amano i loro genitori e amano stare accanto a loro, addosso a loro.
Ma i figli amano anche sentirsi indipendenti, sapere di essere in grado di camminare con le loro gambe.
Marco prima di andarsene ha fatto quello: Marco ha dato alle loro figlie tutto ciò di cui avevano bisogno per andare avanti da sole.
“Vai pure papà, ora siamo pronte!”
Che dolore, ma quanta consapevolezza e quanto equilibrio in quelle parole.
Grazie Marco!
Grazie perché anche da lassù hai saputo aiutare, ancora.
Mi hai dato una grande lezione ieri.
Stamattina per mio figlio è risuonata la sveglia.
Stamattina mio figlio ha ritrovato i suoi vestiti piegati sul tavolo.
Stamattina mio figlio si è svegliato felice della sua indipendenza, e ha preparato la colazione.
Stamattina mio figlio era felice di andare a scuola, e di abbracciare la sua mamma che lo aveva fatto sentire di nuovo grande.
La forza dell’indipendenza!
Barbara 

coverfoto

 

 

Quando la libertà unisce

 
Di quanto sia difficile mantenere vivo il rapporto di coppia ne ho già parlato.
Ma siccome a volte è davvero difficile, oggi ho deciso di riparlarne.
Voi, nelle foto, ci vedete sempre sorridenti, ma vi assicuro che, nella vita reale, non siamo sempre così, anzi…
Stare assieme è la cosa più complicata del mondo.
Secondo me l’essere umano nasce per stare da solo.
Secondo me la vita da fidanzatini è quella che più si avvicina alla vera indole dell’essere umano: ci si vede, ci si corteggia, si amoreggia, e poi ognuno a casa sua, nella propria cuccia.
Quando inizi a vivere insieme, iniziano i problemi
Di notte ti scappa la pipì?
Ti alzi e al buio cerchi di raggiungere il bagno, ma ecco che durante il percorso inciampi nelle sue scarpe.
“Ma quante volte gli avrò detto di mettere le scarpe sotto al mobile e non accanto?”
La mattina lui si sveglia prima di tutti.
Lui non lavora in città.
Lui ha quasi un’ora di strada da fare.
La mattina lui spesso si fa la doccia e poi accende il phon, per asciugarsi i capelli.
Tu sei ancora sotto al piumone al caldo e, nel silenzio che vorresti, il rumore del phon si trasforma all’improvviso in quello di un trapano.
In quei momenti a te non dispiace che tuo marito si debba svegliare così presto, in quei momenti a te dispiace che la doccia non se la sia fatta la sera, prima di andare a dormire.
Ed ecco che allora vorresti due camere da letto e due bagni.
La sera si sta insieme, ci si fa le coccole e poi ognuno in camera sua.
Lo dicevo io che siamo nati per stare da soli (ops).
Ci si sposa per stare insieme nel bene e nel male, no?!
Ci si sposa con l’intento di aiutarsi nei momenti difficili, no?!
E invece cosa succede?
Succede che magari lei è nervosa perchè le cose non le vanno come vorrebbe oppure perchè, più semplicemente, è chiusa in casa da 5 giorni con il bambino che non sta bene.
Sarebbe logico sfogarsi con lui, e invece in certi momenti diventa più istintivo sfogarsi contro di lui.
Oppure succede che è lui che è in un periodo in cui è molto stanco, perchè sta lavorando tanto, e invece di tornare a casa e rifugiarsi tra le braccia di lei, diventa una corda di violino che si spezza appena la sfiori.
Tu aspetti che lui torni per parlargli di mille cose, e lui non vede l’ora di tornare a casa per sentire il silenzio, per rifugiarsi in caverna.
E’ difficile stare in coppia, a volte è proprio dura.
Spesso i ricordi vanno a quando vivevi da sola, a quando aprivi il frigo solo quando avevi fame e il fuoco lo accendevi giusto per farti una pasta in bianco.
Spesso i ricordi vanno a quando andavi a letto dopo una serata tra amici e ti svegliavi alle 10.
E mentre i ricordi corrono, tu sei ancora al calduccio e lui è già fuori.
Prima che lui uscisse tu lo hai incenerito con uno sguardo.
Si è “permesso” di accendere la macchinetta del caffè per farsi un caffè e il tuo pensiero è andato subito al bambino.
Il bambino è casa da scuola, da 5 giorni,  perchè non sta bene.
La camera del bambino è accanto alla cucina e tu vorresti che il bambino si svegliasse almeno alle 9.
Vorresti startene ancora nel letto, al caldo, ma hai paura che il rumore della macchinetta del caffè possa svegliarlo, e allora ti arrabbi.
Fuori è ancora un pò buio, e lui esce per andare al lavoro, dopo che tu lo hai guardato con rabbia solo perché voleva bersi il caffè a casa, dopo 4 giorni di caffè al bar.
Tu te ne torni a letto e quando sei lì da sola, senti un buco nello stomaco.
Non è fame.
Quando ti ritrovi nel lettone avresti voglia che lui tornasse indietro per dirgli quello che non gli hai detto.
Avresti voglia di regalargli un sorriso e un abbraccio in più.
Avresti voglia di farglielo tu quel caffè.
Stare in coppia a volte è dura, ma stare in coppia ti fa sentire viva.
A volte anche litigando ci si sente vivi.
Non bisogna sentirsi in colpa quando si attraversano quei momenti in cui si sta meglio da soli.
Non bisogna sentirsi in colpa quando loro partono per lavoro e noi ci rilassiamo.
Forse ci dovremmo rimanere meno male quando loro tornano a casa e si isolano davanti ai loro computer o davanti ai loro cellulari, scaricando musica o giocando a chissà quale stupido gioco.
Gli uomini amano chiudersi in caverna.
E’ nella fase dell’innamoramento che ci si ostina ad identificarsi nell’altro, che si cerca di stare assieme il più possibile.
Quando ci si ama si ha bisogno di spazi, di libertà.
Quando ci si ama la libertà bisogna darla, e pretenderla.
E poi è così bello ritrovarsi, e per ritrovarsi, ogni tanto, tocca perdersi.
Barbara