Come passa il tempo :)

 

Sono già passati 8 anni, e invece mi sembra ieri…

Quel giorno erano di turno sia l’ostetrica che il mio pusher, ops, l’anestesista.

La mia prima corsa e la sua prima partita: c’è sempre una “prima volta”

 

È stata una 48 ore ricca di prime volte: io ieri ho fatto la mia prima corsetta e oggi il mio cucciolo è andato a vedere la sua prima partita, allo stadio, col suo papi!

Per mio figlio che ha 7 anni è normale che quasi ogni giorni ci sia una prima volta, ma per me che di anni ne ho ho 45…

Nella vita secondo me ci dovrebbe essere sempre una “prima volta”, da quando emettiamo il primo vagito, a quando esaliamo l’ultimo respiro.

Tragica? No! Realistica, curiosa e speranzosa.

Che vita sarebbe senza una “prima volta”, ogni tanto?!

Ve la ricordate la prima volta che avete baciato qualcuno sulla bocca? Qualcuno che non fosse un vostro parente stretto?

Io sì: ero a Ponza ed ero giovane, molto giovane.

Forse avevo 8 anni, non ricordo, ma ricordo lui, quel ragazzetto romano con i capelli un po’ lunghi che piaceva a tutte, ma che quella sera, tra una partita di ping pong e l’altra, ad un certo punto ha deciso di sfiorare me, con le sue labbra…

E “quella” prima volta ve la ricordate?!
Io sì: che paura!

Ma la prima volta che ricordo con più allegria è stata quella del primo bacio con la lingua: continuavo a chiedere alle amiche più esperte se la lingua andava girata in senso orario o antiorario.

Effettivamente, ripensandoci, sono sempre stata una precisina, troppo precisina, ahahahahah!

E quella volta che uscì con un ragazzo più grande di me e per la prima volta un maschio mi toccò il seno?

Il giorno dopo, in spiaggia, mentre mi infilavo il reggiseno del costume, mia mamma mi chiese se l’amico con cui ero uscita la sera prima mi aveva toccato il seno.

Io diventai rossa e urlai subito “no!”, e lei, ridendo,  mi disse di non mentire, perché si vedeva.

A quel punto diventai ancora più rossa e, d’istinto, mi coprì i due seni velocemente, con le mie mani.

Che tonta!

Mia mamma iniziò a ridere per prima, e io la seguì a ruota, capendo che da qual momento in poi, a mia mamma, avrei potuto raccontare tutto, senza temere sgridate o giudizi scontati ed affrettati, come spesso fanno alcuni genitori quando si dimenticano di essere stati giovani, anche loro.

La prima volta fa sempre brutti scherzi.

La prima volta emoziona; la prima volta stordisce; la prima volta delude; la prima volta fa venire voglia di farlo un’altra volta, fa venire voglia di fare una giravolta, di guardare in su, di guardare in giù, e di dare un bacio a chi vuoi tu, ahahaha!

Chissà cosa avrà provato oggi il mio cucciolo entrando in quel grande stadio che io conosco bene: io lavoravo al Milan, e per anni ho tifato Milan, ma lui ha deciso di tifare Inter, come il suo papà, e come tanti suoi amici.

Delusa?

Ma chisseneeeeeeeee

Io non tifo più per nessuno!

Al Milan, delle persone a cui volevo bene, non è rimasto più nessuno, e a me del calcio non me n’è mai importato molto.

Certo è che mi farà un po’ strano quando, per la gioia di mio figlio, mi ritroverò a sperare che la sua squadra del cuore vinca, ops!

Oggi Danny, e alcuni suoi compagni di classe, sono andati a vedere Inter-Genova, con i loro papà.

Quelle sì che sono le prime volte che non si dimenticano, specialmente quando si vince, e tutti ti dicono che è stato anche un po’ merito tuo, che hai portato fortuna.

Prima di Natale Danny aveva avuto occasione di vedere i suoi idoli dell’Inter dal vivo, in giacca a cravatta, e oggi li ha visti di nuovo dal vivo, ma in mutande, mentre correvano dietro a quel magico pallone che tante emozioni sa regalare.

Correre…

Anche io ieri finalmente ho corso, ma non in mutande.

Mi sono fatta convincere da un caro amico che ormai corre da un po’, e ho provato a correre anche io, per la prima volta.

Anche Mario, come me, non aveva mai corso, poi un giorno si è fatto male, e per tornare a giocare a calcio gli fu ordinato di iniziare a correre.

Fu così che iniziò a correre per forza, e che ben presto inziò a correre per amore, per passione.

A me piace molto camminare, velocemente, ma era da anni che non correvo.

Anzi, forse, non ho mai corso, se non durante l’ora di ginnastica, alle medie e al liceo.

Da giovane (ieri) mi faceva male la milza se correvo troppo, e da grande (ora) ho due protrusioni, e un bravo medico, quando lavoravo al Milan, mi aveva detto che per me sarebbe stato meglio non correre, e quindi io ho felicemente obbedito.

Ma durante le ultime vacanze di Natale…

Durante le ultime vacanze di Natale ero in Puglia, nella nostra nuova casa di campagna (che affittiamo, sappiatelo!), e durante una delle mie lunghe camminate, un giorno ho provato ad accelerare, e ho pian pianino iniziato a correre.

Con la musica che mi accompagnava passo dopo passo,  in quell’incredibile paesaggio fatto di stretti tratturi ed imponenti trulli, è stato facile correre senza sentire la fatica.

Ho corso davvero poco, ma mi è piaciuto, e mi sono detta che ci avrei riprovato, con calma.

Correre mi fa un po’ paura, perché a volte tra il rinforzare un muscolo, e il farsi male, la differenza diventa davvero minima.

Se corro devo tenere ben contratti gli addominali, e non è sempre facile.

Ieri ho corso, e ce l’ho fatta.

Ieri ho superato una mia paura: ieri ho corso per circa 2 km.

Se in questo momento siete state leggendo seduti sul comodo divano di casa vostra, sappiate che quel divano non ve lo ruberà nessuno anche se, qualche volta, lo lascerete da solo.

Abbandonate i vostri divani, fate un piccolo sforzo, e uscite.

Uscite a camminare, uscite a correre.

Fatelo con i vostri figli, con i vostri amici, con i vostri cani.

E se c’è qualcosa che non avete mai fatto, e che avreste voglia di provare a fare, fatelo, per la prima volta.

Cambiate strada e fate quella strada nuova, per la prima volta.

Andate a fare la spesa, comprate quella verdura che non avete mai comprato prima e cucinatela, per la prima volta.

Ci sono tante cose che non avreste mai pensato di poter provare, ma ora è giunto il momento di provarne alcune, per la prima volta.

Un nuovo sport, un nuovo hobby, una nuova destinazione, un nuovo ristorante, un nuovo sapore, un nuovo amore…

Provate qualcosa di nuovo per la prima volta, e magari scoprirete che non sarà l’ultima.

Baci

Barbara

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# amalo # inter: cosa non si fa per amore!

Cosa non si fa per amore, dei figli.

In verità lo avrei fatto anche per mio marito (l’altro “malato” della casa), ma forse lui non si sarebbe infilato a quattro zampe tra la folla per farsi firmare una cartolina.

Eh, sì, mio figlio ieri ha fatto anche questo.

Ad un certo punto era sparito…

Io cercavo con lo sguardo tutto intorno a me, all’altezza di un metro e trenta, la sua altezza, ma non riuscivo a vederlo.

Ecco che ad un certo punto mi casca l’occhio un po’ più in giù e lo vedo, a quattro zampe, tutto elegante con la sua camicia celeste e il maglioncino beige, mentre si intrufola tra i tacchi 12 di due avvenenti mamme, per raggiungere Kovacic, a caccia del secondo autografo della sua vita.

Mio figlio è un genio (ma d’altronde non c’è tanto da meravigliarsi, visto che è figlio mio! Ahahah!)

Parentesi: secondo voi una mamma col tacco 12, alle cinque di pomeriggio, porta suo figlio a caccia di autografi, o porta se stessa a caccia di giocatori?

Vabbè daiiii! Concedetemela una battutaaaaaa!

Io da piccola tifavo Juve (mi viene male solo a pensarci! Come ho potuto tifare per i gobbacciiiiiiiii?!?!)

Mia zia era molto amica di Bonimba (Roberto Boninsegna), ai tempi in cui giocava nella Juve, e spesso, quando dormivo da lei, era lui che mi raccontava la favola della buona notte.

Mi deve aver intortato raccontandomi di quale sua impresa rocambolesca, e mi ha fregato, approfittando della mia giovine età.

E infatti, appena raggiunta la matura età, cambiai subito fede.

Arrivata a Milano per l’università, nel 1989, Rossana, una mia amica, mi portò a vedere, credo, la semi finale di coppa campioni Milan-Barcellona.

Mi ricordo ancora quando, in curva, distribuirono a tutti delle bandierine rosso nere, e io, prendendo la mia, chiesi: “Quanto le devo?”.

Ma che ne sapevo io di cosa succede nelle curve di uno stadio?!

Lo stadio era in estasi, e le coreografie organizzate, lo avevano dipinto tutto di rosso nero.

Dopo qualche anno dalla curva passai alla tribuna, diventando la pr della mia squadra del cuore: un sogno!

Stipendiata per organizzare gli eventi per il mio Milan, e per andare allo stadio!

Cosa potevo desiderare di più?

Un Lucano.

Lavorai al Milan, per Berlusconi, per il centenario e per l’anno della finale di coppa campioni, che alla fine si giocarono Bayern e Valencia, a Milano

Quando lascia il Milan decisi che non avrei più tifato per una squadra di calcio: sapere che l’umore di un intero palazzo dipendeva da 11 signori in mutande che correvano dietro ad un pallone, non mi divertiva più.

Se la domenica si perdeva, lunedì in ufficio sembrava di essere ad un funerale: ma che barbaaaaa!

Certo è che non mi sarei mai immaginata di portare mio figlio a conoscere i giocatori dell’Inter.

Danny fino ad un mese fa tifava Napoli, perché un suo amico tifava Napoli, poi due settimane fa ha compiuto 7 anni, e quel momento il disastro.

Sto leggendo un libro molto bello che si intitola “Urlare non serve a nulla”, dove si dice anche che dai 7 anni i bambini iniziano ad emulare i papà.

Ecco, appunto!

E visto che oltre al papà interista, ha anche la maestra e quasi tutti i compagni di classe della stessa fede, io ieri sono finita nel covo del nemico!

Lo ho fatto per lui, e per una buona causa.

Brooks Brothers, sponsor dell’Inter, per l’abbigliamento, da anni, realizza i sogni dei bambini di Make-A-Wish, un’associazione benefica, fondata negli Stati Uniti nel 1980, che si occupa di bimbi affetti da gravi malattie.

Ieri sera, per tutta la durata dell’evento, acquistando gli orsetti Brooksie e Brooke, o qualsiasi altro articolo del negozio, si regalava un sorriso ad un bambino meno fortunato dei nostri.

Daniele ha incontrato i suoi nuovi idoli, e io ho fatto un po’ di shopping, portandomi avanti per i regali di Natale.

Danny è tornato a casa felice con le firme e le foto dei suoi nuovi campioni del cuore, e io con un principio di orticaria allergica.

Besos

Barbara

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