Lunedì inizia la scuola

 

Ho appena scaricato mio figlio da McDonald ad una festa di compleanno, e sono fuggita.

Sì, sì avete letto bene: SCARICATO e FUGGITA!

Sono una donna scarica, e quindi scarico.

La scuola italiana non può stare chiusa 3 MESI, andrebbe denunciata.

Se poi non puoi permetterti una tata fissa, devi seguire un cantiere, e tuo figlio fa i capricci tutte le volte che nomini la parola “compiti”, allora si tratta di denuncia penale.

In questo momento sono da un tristissimo parrucchiere cinese tra casa mia e McDonald.

Ho un’ora libera e non sapevo se, dopo quasi tre mesi di cozzite acuta (un paio di settimane se l’è fatte con le nonne in Sardegna,grazie al cielo), mio figlio mi avrebbe autorizzato l’ora d’aria, o mi avrebbe trattenuta alla festa con la forza.

Stasera ho un compleanno anche io (con tata prenotata).

Già devo mettere la gonna lunga perché non ho avuto tempo di fare la ceretta, e quando per tutta l’estate usi il rasoio, anche i peli biondi si trasformano in tronchi, almeno i capelli li vorrei a posto.

Potevo forse prenotare dal mio amato Coppola un’ora di sabato pomeriggio, e poi chiamarlo per tirargli un bidone a causa dell’ennesimo capriccio?

Anche no!

Rivoglio la mia libertà.

Toglietemi sto pigiama a righe che ho tatuato sulla pelle da quasi tre mesi.

Ok che la riga verticale sfina, ma preferisco vivereee

Io amo alla follia mio figlio, e mi sento un pochino (ma proprio poco poco) in colpa a non vedere l’ora che varchi quel portone, ma tre mesi sono tre mesi.

In tutti i paesi del mondo le vacanze sono distribuite durante tutto l’anno.

Perché noi dobbiamo sempre distinguerci???

Io davvero non capisco come faccia la gente che ha un lavoro vero e proprio, con degli orari da rispettare, e dei cartellini da timbrare: in tre mesi si fanno fuori lo stipendio di un anno in tate e campus?!

Santi nonni e parenti vari: come farebbe il mondo senza di voi?

Da lunedì torno liberaaa.

Libera di leggere una mail con calma.

Libera di pensare a cosa farò da grande.

Libera di buttare il rasoio e di farmi fare una vera ceretta.

Libera di andare dal mio parrucchiere con cui posso chiacchierare e spettegolare, in italiano.

Libera di pranzare con un’amica o con un potenziale cliente.

Libera di avere una voglia pazza di rivedere mio figlio, e di andare a prenderlo a scuola col sorriso stampato.

Liberaaa

Adesso vi lascio perché sto cinese non ha capito che tra mezz’ora devo correre a riprendere mio figlio alla festa, e i miei capelli sono lunghi da asciugare, troppo lunghi.

Come si dice in cinese “muovitiiiiiiii, perfavore”?

glazie

Barbara

Tanti auguri dalla tua bricci.

 

Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia difficile fare la mamma.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia dura dire di no.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto, a volte, sia difficile anche dire di sì, e lasciar andare.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto possa essere impegnativo sapere che il futuro di qualcuno dipenderà da te.
Solo quando diventi mamma puoi capire quanto sia bello sapere che non sarai più sola.
mammafotoGrazie mamma, perché io non ho fatto più sentire sola te, ma tu non hai più lasciato sola me.
Grazie mamma, perché sei sempre stata al mio fianco, anche quando forse avresti potuto mandarmi a spigolare, come ci piace dire a noi.
Grazie perché da quando sono diventata mamma anche io, sono diventata più dura, più esigente, più rigida, ma tu hai spesso fatto finta di niente.
Grazie perché mi hai sempre lasciata libera di sbagliare, e di capire, con un tuo aiuto, ma da sola.
Perché è solo sbagliando da soli che si cresce davvero.
Grazie perché mi hai insegnato a vivere, e a sorridere, sempre.
Grazie perché mi hai spiegato da subito che tutti meritano rispetto.
Grazie perché mi hai dato un’infanzia serena, e piena di stimoli.
Grazie perché mi hai lasciata andare, anche se so che è stata dura.
Non deve essere stato facile sapermi a Milano, da sola.
1988: Il mio debutto, in società

1988: Il mio debutto, in società, a Venezia

Ma tu ti sei sempre fidata di me, e io ho cercato di non tradire mai la tua fiducia.

Grazie per tutti i treni che hai preso per fare la mamma, e per quelli che continui a prendere per fare la nonna.

Grazie per essere la nonna che sei, senza dimenticarti di essere mamma.
Non sono sempre rose e fiori, e spesso ci scontriamo, ma sai bene che succede perché l’amore è forte, fortissimo.
E quando ci si ama, ci si scontra, sempre.
Come potrei dimenticare le amiche che venivano a suonare al nostro campanello, per parlare con te?
Perché tu hai sempre saputo ascoltare, senza giudicare, senza condannare.
Orgogliosa e felice di avere una mamma come te, da sempre e per sempre.
Auguri mamma
La tua Bricci
E ovviamente i miei auguri, di cuore, vanno a tutte le mamme del mondo.
A quelle che combattono, a quelle che sorridono e a quelle che a volte piangono.
Perché fare le mamme è dura. e a volte fa paura.
Perché fare le mamme spesso è davvero stancante, e può capitare che stanchezza e stress si trasformino in urla, e lacrime.
E’ umano cedere, è umano piangere.
E’ umano pensare di non potercela fare.
E’ umano anche andare a letto distrutte, e risvegliarsi col sorriso, per andare incontro ad un abbraccio.
I miei auguri vanno anche a quelle donne che non sono diventate madri, ma che sono madri dentro.
Perché le donne nascono madri, e se non lo sono dei loro figli, a volte lo diventano dei loro amici a quattro zampe,  degli amici del cuore, dei fidanzati e dei mariti.
Siamo nate per occuparci di chi amiamo.
E quindi tanti auguri anche a chi mamma non è, ma mamma si sente.
Barbara
 
 

 

Una tranquilla giornata di ordinaria “follia”

 
Ore 6 prima sveglia naturale. Mi scappa pipì, mannaggia a quella cavolo di tisana digestiva e drenante!
Vado, torno e cerco inutilmente di riaddormentarmi
Ore 7.15 suona la seconda sveglia, meno naturale e più rumorosa di quella di prima: è la sveglia di papà, che lavora a Bergamo. Mi giro dall’altra parte sapendo che ho ancora 15 minuti di “bonus calduccio”.
Ore 7.30 suona la terza sveglia della casa: è la sveglia di Danny. La sento dalla radiolina che ancora ci collega e che ci collegherà fino a che non andrà a vivere da solo.
Basta, sono irrimediabilmente fottuta! Devo scendere dal letto e arrendermi al freddo che mi aspetta.
Appoggio i piedi per terra e nonostante il mio 41 di piedi, inizio a barcollare verso la cucina.
Per fortuna mio marito la mattina presto reagisce meglio di me (Lui è da anni che si sveglia presto e quindi è abituato, LUI) e ha già preparato la colazione per tutti
Torno in camera per infilarmi la vestaglia e visto che ci sono apro la finestra: merd, piove! E ora?
Ormai lo sano anche i muri che io non sono dotata di macchina, ma solo di bici e di scooter quindi?!
Quindi come ci arriva Danny a scuola? In macchina con papà o in tram con me?
Se deve andare con papà allora devo frullargli il latte con i biscotti e vestirlo mentre ingurgita la sua colazione con la cannuccia, infilandola la dove il suo primo dentino caduto, ha lasciato un bel buchino.
Ma mentre sto cercando di decidere il da farsi…smette di piovere. Bingo! Si fa con calma e ti porto io in scooter.
Ore 8.15 siamo in garage, infiliamo i caschi e saliamo sullo scooter. Infilo la chiave, giro, ma niente, nessun rumore! Ops
Non so cosa sia successo e ora non ho tempo di pensarci: via di corsa verso la fermata del tram ad acchiappare, per una botta di fortuna, un bel 16 al volo.
Siamo senza biglietto, azz, chi ce ne vende uno? Trovato, grazie signora.
E mentre sto spiegando su whatsup a mio marito cosa è successo…perdo la fermata della scuola. Eh no, pure questa ci mancava!
Scendiamo alla fermata dopo e via di corsa verso scuola. Ore 8,40 Danny è in classe e io in tram di ritorno verso casa.
Prendo lo scooter e lo spingo verso l’elettrauto. Ma quanto pesa uno scooter spento?!?! Arghhhh
Sarà la batteria scarica?
Me lo lasci qui e ripassi tra un paio di ore così lo metto in carica!
Bene, e adesso come ci vado a pranzo con mia zia in centro? La chiamo e le dico che ho avuto un problema? ma no daiiii, non posso disdirre il nostro pranzetto fisso del martedì dopo sole tre settimane dall’inizio di questa nuova bella abitudine.
Ok corro a casa e prendo la bici, via!
Ho corso così tanto che sono arrivata in anticipo.
Mi siedo al “That’s vapore” e mi predo 10 minuti di relax?
Ma no dai: visto che ci sono vado da “Villa” a ritirare il mio anello di fidanzamento che mi hanno messo a nuovo. Senza di lui mi sento nuda.
Alle 12.45 arrivo puntualissima al nostri pranzetto e mia zia è li che mi aspetta, col suo sorriso e un pacco di foto per me (domani ve le faccio vedere!)
Alle 13.20 abbiamo già finito di mangiare e lei vuole andare a casa quindi io ho quasi un’ora libera prima di andare in palestra.
Che faccio? Passo a casa e mi sdraio 10 minuti sul divano?
MA no dai, facciamo quelle due commissioni che mi sono segnata sull’agenda.
Alle 14.30 sono in sala, al Get Fit. Sono stanca morta, ma voglio allenarmi, devo allenarmi. Devo bruciare tutti i biscotti che mi sono mangiata ieri sera dopo cena, uffa!
Finisco di allenarmi e trovo un sms sul mio cellulare.
Lo scooter è pronto. Via di corsa a casa a mettere la bici in garage e poi a piedi dall’elettrauto a ritirare la moto: erano le spazzole del motorino di avviamento. “20 euro di spazzole e 70 di manodopera per 2 ore di lavoro.
Voglio fare l’elettrauto!
Passo a casa a mollare la borsa della palestra e decido di straiarmi 10 minuti sul divano, ma mi accorgo che mi è rimasto in borsa il cavo di una mia amica per caricare il cellulare. Tra il pranzo e la palestra ero passata da Paola al “Deposito 54” a ritorare un braccialetto e avevo messo in carica il mio cellulare , per 5 minuti.
Ok niente divano, corro da Paola a riportarle la sua spina.
Alle 16.30 arrivo davanti a scuola puntuale , puntualissima, e godo di questa puntualità, nonostante tutto.
Mamma andiamo un pò al parchetto?
Mi compri una palla?
Giochiamo a calcio?
Per fortuna lassù qualcuno ha guardato in basso, ha visto una mamma stravolta e ha mandato giù un pò di pioggia.
Fuggi fuggi generale dal parchetto e tutti a casa.
Wow! Finalemente a casa.
Papà stasera cena fuori quindi possiamo farci una veloce pasta in bianco e con un po’ di frutta, la cena è fatta.
Facciamo così ok? e poi ci lanciamo sul divano a guardare la televisione, abbracciati.
Ma va? Facciamo una pizza col mascarpone e il cioccolato fondente
Impasta, taglia, trita, sporca, lava.
Mangia, mangia e mangia!
Ora ci sdraiamo vero?
Ma non si può mangiare una pizza col cioccolato per cena.
Facciamo un pò di pasta fresca e un uovo alla coque, con i crakers sbriciolati dentro.
e poi siccome mi è avanzato del riso, e dei piselli…mi porto avanti e preparo anche gli arancini di riso per domani.
Ora ci sdraiamo vero?
Azz, sono già le 20.30!?!?
Ok dai mettiamo il pigiama, laviamoci i denti e andiamo a nanna.
Mamma facciamo una cosa: stasera i grattini te li faccio io ok?!
E poi si chiedono perché io ami così tanto mio figlio!??!
Lui si che ha capito tutto.
E a quel punto mi sono finalmente sdraiata, nel suo letto, accanto a lui, e mi sono fatta fare i grattini sulla schiena dal mio piccolo principe azzurro, e mi sono addormentata, prima di lui.
Certo che noi mamme ogni tanto siamo un pò masochiste eh!!?
Sempre di corsa anche quando potremmo benissimo fermarci, almeno un attimo.
Ma siamo fatte così e, sotto sotto, ci piace.
Barbara

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One day for two

 
LO SPACCA MARONI: “Mamma, ma perché quando siamo a Venezia dalla nonna esci tutte le sere?”
LA SANTA: “Non è vero che esco tutte le sere, e poi tu stai con la nonna mao con cui ti diverti sempre tanto quindi che problemi ci sono?”
LO SPACCA MARONI: “Il problema è che tu esci sempre da sola con i tuoi amici e a me non mi porti mai, uffa! (e via di broncio con labbro inferiore tremolante)
LA SANTA: “Amore prometto che appena c’è un aperitivo dove possono entrare anche i bambini, la mamma ti porta”.
LA SALVEZZA: DRIN (il mio cellulare fa DRIN, è un problema?!): Buongiorno, parlo con Barbara Garavelli Nani Mocenigo (vien dal mare!)? La chiamo da parte di Valeria Marini che ci terrebbe molto ad averla come sua ospite all’aperitivo Akay che si terrà stasera allo spazio “Time out” presso il tennis club del Lido di Venezia dalle ore 19
LA SANTA: “Posso portare mio figlio?”
LA SALVEZZA: “Ma certo, vi aspettiamo”.
Bingo!
LA SANTA: “Daniele ti ricordi quella bella signora tutta vestita d’oro che ieri pomeriggio faceva le foto in spiaggia e che ti ha chiesto di fare la foto con lei? (foto fatte dal suo fotografo e che prima o poi riuscirò ad avere, hihi)”
LO SPACCA MARONI: “Certo mamma, dici Valeria?” (e quando mai quello si dimentica del nome di una bella “biondina,” e poi a lui piacciono le bambine iù grandi, come al suo papi!)
LA SANTA: “Valeria ci ha invitati stasera ad un aperitivo”.
LO SPACCAMARONI: “Quindi posso venire con te? Davvero? Esco di sera con la mia mamma? Yahooooooo”
E quindi ieri siamo partiti da casa, diretti in spiaggia, con in borsa il cambio.
L’aperitivo era proprio dietro alla nostra capanna e quindi non potevamo che essere più comodi.
Ieri ho dedicato tutta la giornata al mio cuccioletto e me lo sono anche portato “in vita”: abbiamo aspettato il vaporetto quasi un’ora (è tutta l’estate che c’è in corso una sorta di sciopero selvaggio); abbiamo battuto il nostro record stagionale pescando e liberando ben 12 granchi; complice il bel venticello, abbiamo fatto volare i nostri aquiloni; abbiamo fatto lunghi bagni e verso le 18.30 ci siamo vestiti, in capanna, ci siamo fatti belli (per quel che si può fare senza corrente, senza phon e senza luci) e assieme a Marianna, una mia amica, siamo andati a salutare la simpatica “Valeria nazionale”.
Abbiamo smangiucchiato qualcosa lì, abbiamo conosciuto il marito di Valeria, e alla fine ho portato Danny in gelateria (non capita spesso che io gli faccia mangiare il gelato dopo cena, sono una mamma rompina e vagamente rigida!).
Visto che eravamo alla Mostra del Cinema, ho anche pensato bene (o male?) di farlo entrare sul tappeto rosso per mangiare il suo gelato in una cornice un pò diversa dal solito.
In quel momento il red carpet era vuoto perchè erano tutti in sala a vedere quella cavolata di “Under the skin” con Scarlett Johansson.
Abbiamo preso il vaporetto delle 21.05 per tornarcene a casa a Venezia e alle 21.45 Danny stava già russando, crollato, secco, con la bolla al naso.
Mi sa che l’ho strapazzato un po’ il mio cucciolo ieri, ops!
Così impara a dire che non lo porto mai con me.
Hai voluto la bicicletta? Pedalaaaaaaa
A parte le battute, è stata davvero una bella giornata e il mio Danny boy se l’è meritata.
Stamattina si è svegliato tutto allegro e non la finiva più di ringraziarmi.
In questo periodo è un pò in “tensione pre prima elementare” e quindi lo vedo che mi vuole ancora più presente del solito.
In certi momenti mi sento mancare l’aria, ma poi mi fermo un attimo, ci penso e non riesco a trovare un motivo per non accontentarlo.
PS: Chiedo perdono per la “ciabatta” nella foto, ma giuro che ho indossato tacco 12 dalle 19  alle 21 (per me un grande sforzo) poi prima di prendere il vaporetto ho ceduto e ho messo la ciabatta che avevo in borsa. La foto sul cuscinone la abbiamo fatta aspettando il vaporetto per tornarcene a casa, giuro, ops.
Barbara

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Una neo mamma folk : intervista a Kris Reichert.

 
Kris ed io, da quasi 10 anni, dormiamo nello stesso letto.
In un viaggio che feci tanti anni fa a Bali, comprai parecchi mobili per arredare la casa in cui vivo ora a Milano.
Tra quei mobili c’erano due bellissimi letti matrimoniali in teak .
Quando il mio attuale marito venne a vivere con me, trasformai la camera degli ospiti aggiungendo una sorta di scrivania e degli armadi, e per fare spazio vendetti uno dei due letti matrimoniali a Kris.
Quante ne abbiamo combinate assieme le due Kris ed io: crociere,  feste di compleanno…
Ieri sono entrata a casa sua e mi sono ritrovata in un modo parallelo.
Dal caos cittadino mi sono ritrovata ad ascoltare Mozart e ad osservare quel fagottino che si guardava attorno, tutto curioso.
mixkrisfotoMi è venuto incontro Kito, il loro pitbull, che tutto è tranne che aggressivo (lo diventano se sono i padroni che li portano a diventarli) e ho visto Lucky e Stella, i loro due gatti tigrati, fare capolino per vedere chi avesse suonato il campanello .
Che dire?
Ho sentito subito una grande serenità, tanta armonia e soprattutto ho letto una gioia infinita nei sorrisi che Kris dedicava a suo figlio.
Sono momenti irripetibili, intensi, ricchi di emozioni.
Dylan ad un certo punto si è messo a piangere.
Capita spesso dopo la pappa e prima del riposino.
Dylan piangeva forte ed era tutto rosso, ma Kris, mamma da soli 9 giorni, non si è allarmata, non ha chiamato il medico, come avrebbero fatto tante neo mamme (Alcune lo fanno, eccome se lo fanno!), ma lo ha preso in braccio e ha iniziato a ninnarlo emettendo con la bocca un “rumore bianco” ossia un suono stabile, ripetitivo, rilassante. 
Un suono simile a quello che fanno certi oggetti che abbiamo in casa come il phon, le ventole del pc, la lavatrice o simile al rumore che fanno le onde quando si infrangono sulla battigia.
E’ un rumore che calma i bambini.
E infatti dopo pochi minuti Dylan dormiva.
Quel fagottino è in quella casa da pochi giorni (è nato il 2 luglio), ma già tutto parla di lui: dalla poltrona che si chiama proprio come lui (Dylan è davvero il nome di quel modello), al quadro che una cara amica di Kris, rimasta incinta in contemporanea a lei ha dedicato al piccolo (spesso tra amiche capita di rimane incinte assieme! E’ successo anche a me), per finire con i dinosauri che papà Yan, che di mestiere fa il dj e non il pittore, ha voluto disegnare nella cameretta del loro bambino.
Dylan dormiva ed era il momento perfetto per darle un paio di consigli su dove comprare i pannolini a buon mercato, sul sito dove ordinare in futuro il latte risparmiando un botto, ma soprattutto per iniziare la nostra intervista.
Compleanno di Kriss R. go kart

Uno dei divertentissimi compleanni di Kris R : tutti mascherati ci siamo sfidati sui go kart

Kris è arrivata in Europa quando aveva 19 anni.
Ha fatto la modella e la VJ per MTV e poi con la sua collega omonima Kris, ha creato il duo Kris & Kris.
Ora Kris e Kris conducono, con l’entusiasmo che le contraddistingue, diverse trasmissioni per radio 105.
Kris ha ereditato dalla sua famiglia una grande, grandissima passione per la musica.
Ha infatti già inciso ben 3 album.
Cosa ti ha portato in Europa?
Volevo viaggiare per arricchirmi di esperienze nuove e imparare le lingue e visto che c’ero ho portato con me il mio book da modella
E in Italia come ci sei arrivata?
Dopo Berlino, Amsterdam e Creta, dove ho vissuto per 4 mesi in un villaggio sperduto lì vicino, la tappa successiva era Milano.
Avrei voluto restare per 3 mesi per poi proseguire per Parigi dando la precedenza ai posti che volevo vedere e non alla moda.
Invece a Milano mi sono innamorata di un ragazzo di Bolzano e non sono più partita.
Ho vissuto con lui a Bologna per 5 anni e con l’arrivo del contratto di MTV sono tornata a Milano.
 A proposito di MTV, come hai conosciuto l’altra Kris?
L’ho conosciuta sotto i portici di Bologna: eravamo tutte e due modelle, avevamo lo stesso nome e ci somigliavamo allora spesso ci facevano lavorare assieme.
Lei a Bologna faceva la studentessa e io la nomade.
Kris e Yan poco prima del parto
Kris e Yan poco prima del part
Come ha reagito l’altra Kris quando le hai detto che saresti diventata mamma?
Si è emozionata tanto perché sapeva da quanto tempo noi cercassimo di diventare genitori.
E poi perché per tre mesi non glielo ho potuto dire.
La prima volta che sono rimasta incinta lo ho detto subito a tutti, ma purtroppo poi ho perso il bambino e quindi la seconda volta non abbiamo voluto dire niente a nessuno fino al terzo mese.
Ma Kris, che mi conosce bene, aveva già capito tutto prima che glielo dicessi.
Al terzo mese cosa hai fatto? Hai fuso il cellulare?
Il terzo mese coincideva con le vacanze di Natale che abbiamo fatto in Canada quindi a mia mamma lo ho potuto dire di persona.
E’ stato il più bel regalo che potessi farle, uno dei momenti più emozionanti della mia vita.
Come mai il nome “Dylan”?
Era l’artista più amato da mio papà che è un cantautore folk .
Inoltre “Dylan” mi è sempre piaciuto come nome e visto che il mio compagno è mezzo inglese…
Vi sposerete?
Per noi era importante diventare genitori e non marito e moglie. Quello è come se lo fossimo già.
Mamma italiana o mamma americana? Vizi o disciplina?
Sono molto ordinata, ma non esagerata.
Credo che farò crescere mio figlio come mia mamma ha fatto con me ossia con un amore incondizionato.
Sono cresciuta bilanciata, ma c’era anche molta disciplina: i principi, il linguaggio, la considerazione per gli altri, l’essere educati con sé stessi e con gli altri.
Quanto è importante la coppia dopo l’arrivo di un figlio?
Moltissimo, va curata la coppia e dare al proprio uomo la stessa energia che si da al figlio. La coppia va curata da entrambe, specialmente dopo l’arrivo di un figlio
Babysitter sì o babysitter no?
Sì, una mano sì anche se per il momento non penso che lo lascerei a qualcun altro che non sia il suo papà . Diciamo che non mi darebbe fastidio una mano per la casa e per cucinare e infatti a breve arriverà.
Torniamo a parlare di musica: raccontami un ricordo legato alla musica e alla tua famiglia?
Quando ero piccola mio papà suonava per me infondo al letto con la sua chitarra 12 corde (le normali hanno 6 corde mentre le chitarre folk hanno 12 corde) e l’armonica a bocca per farmi addormentare. Quello per me è stato il seme della musica.
A tuo figlio racconterai la favola o canterai la ninna nanna?
Sicuramente canterò e suonerò per lui, ma non mi fermerò alla musica e gli racconterò anche le favole che leggero e inventerò per lui.
Non deve mai mancare la magia nella vita di un figlio.
Barbara
The blondies

The blondies

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo "le 3 mamme". Chi lo avrebbe mai detto quel giorno...

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo “le 3 mamme”. Chi lo avrebbe mai detto quel giorno…

 

Scorci di Puglia

 
Stasera si riparte per tornare a Milano, sigh!
Giusto il tempo per fare un altro bagno con il mio Danny e per andare a ritirare i 2 kg di bombette che ci portiamo a Milano.
Domenica abbiamo una grigliata per festeggiare il compleanno di mio marito con gli “amici del nord” e mi sembra giusto far provare anche a loro i sapori di questa magnifica terra.
Sono stati sei giorni ricchi di emozioni, sei giorni intensi.
Sono stati sei giorni trascorsi a guardarci intorno, a visitare case, alberghi, trulli e splendidi paesini.
Sei giorni in cerca di inspirazioni per quella che sarà la nostra casa, ma che per ora è solo un grande buco al centro del nostro terreno.
Sei giorni ricchi di sogni e di speranze.
Sei giorni di sapori, colori e profumi.
Sei giorni iniziati con il  mio maritino e finiti con il nostro dolcissimo Danny.
Sono stati sei giorni difficili da raccontare a parole perché ce ne vorrebbero troppe e forse non basterebbero per raccontarvi come mi sono sentita.
Vedere una casa che sta nascendo in una terra che amo…è un pò come quando guardavo quel puntino crescere nella mia pancia.
Ho pensato allora di far parlare le immagini.
Cara Puglia, ci mancherai.
Un grazie gigante, di cuore, a Flora e Antonio per averci ospitato e soprattutto per averci fatto sentire già a casa.
Barbara e Daniele
 
 
 

La pillola rosa ci salverà.

 
Che pazienza che ha mio marito!
Lui sì che è un bravo marito, lui ogni tanto ci prova:
“Amore dai che stasera…”
Ma il film delle 21 è iniziato da poco più di mezz’ora quando io mi addormento sul suo petto.  
E crollo così pesantemente che una leggera bavetta mi esce dall’angolo delle labbra e gli finisce sulla camicia che forse poteva essere rindossata il giorno dopo.
“Amore dai che domani…”
Ma il giorno dopo mi addormento a letto mentre lui inizia a guardare il secondo tempo della partita in salotto.
“Amore mi faccio una doccia e arrivo subito da te”
Ma quando arriva mi trova girata sul fianco abbracciata al cuscino e se io mi giro sul fianco abbracciando il cuscino…vuol dire una cosa sola.
“Amore, ma ti stai addormentando?”
E io riapro gli occhi come se avessi visto un fantasma e subito dopo mi rendo subito conto che senza gli spilli del film “Opera” di Dario Argento, i miei occhi non riusciranno mai a restare aperti.
“Amore ti vedo stanca”
E io penso, ma non capisco: dopo 2 ore di allenamento, 2 ore al supermercato, 1 ora a rassettare casa, 1 ora a cucinare, 1 ora con Danny al parchetto o in piscina , 2 ore con Danny e i suoi amichetti su in terrazza, un pranzo di lavoro e 2 ore a scrivere…perchè dovrei essere stanca?!
Ogni tanto devo quasi giurarglielo in ginocchio che lo amo ancora e che non ho un amante, e secondo me ancora non mi crede.
Giuro che avrei anche voglia, ma spesso non ce la faccio proprio…
Ho una decina di libri impilati sul comodino, ma la sera sono talmente stanca che non riesco neanche a leggere in camera, figuriamoci a fare dell’esercizio fisico.
Ma tra poco non sarà più così: nel 2016 finalmente anche noi donne avremo il nostro Viagra!
Ebbene sì, avremo la nostra pillola rosa (detesto il rosa, ma sto giro giuro che me lo faccio piacere).
Il 22 giugno 2013 è ufficialmente scaduto in Italia, e in altre 8 nazioni, il brevetto per il Viagra e quindi è in atto una vera e propria gara, tra diverse aziende produttrici di farmaci generici, per assicurarsi la produzione del “Viagra generico”.
A quel punto hanno finalmente deciso di mettersi al lavoro anche per noi e sono già pronti ben due farmaci che fanno ben sperare.
Hanno entrambi un cuore attivo rivestito di testosterone al gusto di menta.
Sono quindi ben due le pilloline candidate alla vittoria: una contiene una sostanza che stimola il flusso sanguigno e l’altra una sostanza che allenta l’autocontrollo.
Scusate, ma fare un bel frullatino delle due?! Nooo?!
Pensa che figata una pillola che stimola il flusso sanguigno e allenta l’autocontrollo: nello stesso tempo mi va via la cellulite, mi si sgonfiano le gambe e anche se mi sento stanca morta e so che dovrei dormire subito perchè mi aspetta un’altra giornata di staffette e corse agli ostacoli, me ne frego e inizio a rincorrere mio marito per tutte le stanze della casa implorandolo ancora, ancora e ancora.
Lo ho sempre detto io che le mentine sono così buone.
Peccato che ci sia qualche imbecille che sostiene che il “Viagra rosa” dovrebbero farlo “non troppo efficace” ossia che accenda sì la libido, ma non troppo perchè sennò rischia di diventare una minaccia per l’ordine costituito.
L’ordine costituito?
Sì, sì, avete letto bene.
C’è la paura che una semplice pillolina possa far andare a remengo il modello monogamico su cui si basa la civiltà in occidente.
Ma fatemi capire: gli uomini possono prendere la loro pillola blu e trombare a destra e a manca e noi non possiamo prendere una sorta di “pink mix” di caffeina, redbull e qualche goccia di sano drenante perchè sennò rischiamo di rovinare la famiglia?!?!
Ma perfavoreeee.
A noi donne la pillolina rosa ci serve per farci trovare ancora sveglie dopo le 21, ma dai nostri mariti.
Comunque fatela come volete sta pillola rosa!
Fatela pure più leggera della blu tanto si sa che una disfunzione del pisello necessità di una gru e che una gru richiede un gran consumo di energia mentre la mancanza di desiderio femminile è più una questione di testa quindi per un attivatore di neuroni già presenti…bastano 4 pile stilo!
Ciapa.
Vogliamo la pillola rosa!
Vogliamo la pillola rosa!
Vogliamo la pillola rosa!
Barbara

Non fare lo struzzo – lesson number 7: attenzione ai ruoli.

 
Oggi vi parlerò di un errore che ho sempre fatto e che purtroppo, nonostante tutto, continuo a fare.
Nella nostra vita noi sviluppiamo il nostro carattere attraverso 3 ruoli fondamentali: bambino, adulto e genitore.
Quando siamo BAMBINI nasciamo, cresciamo, impariamo, ascoltiamo, inventiamo e diventiamo quello che diventiamo a seconda dell’educazione che ci viene data.
Quando passiamo la fase del bambino arriviamo alla fase ADULTO.
Molte volte il “bambino” vuole diventare troppo velocemente “adulto” solo per non sentirsi più dire cosa deve o cosa non deve fare e allora succede che quando diventa “adulto” si ritrova spesso a dire  “no” a qualcuno non perché davvero non voglia, ma perchè sarà il suo modo di prendersi la rivincita sui “no” ricevuti da bambino.
L’ADULTO è indipendente, autosufficiente. L’adulto che nella prima fase della sua vita (da bambino) si faceva insegnare, nella seconda fase della sua vita diventa colui che conduce la propria vita.
Nella terza fase della vita l’adulto diventa GENITORE e a quel punto inizia a generare insegnamenti e ad occuparsi di altre persone.
Attenzione! Si può arrivare alla fase “genitori” anche senza avere figli, ma occupandosi magari dei propri genitori o di altre persone a noi care.
DA BAMBINI qualcuno si occupa di noi.
DA ADULTI siamo noi stessi ad occuparci di noi.
DA GENITORI ci occupiamo degli altri.
OCCORRE ELASTICITA’ NELLE FASI: Se per esempio andiamo a fare un corso allora in quel caso dobbiamo essere “bambini” per ascoltare ed imparare. 
Non dobbiamo arginarci e voler ricoprire sempre lo stesso ruolo!
Spesso ci fissiamo in un ruolo perchè a casa nostra non ci hanno insegnato ad essere interscambiabili.
I nostri papà hanno sempre preteso, insegnato, ordinato.
I nostri papà non giocavano con noi, non succedeva che ai nostri tempi i papà si sedessero per terra con noi e, trasformandosi in “bambini,” si mettessero a giocare con noi.
Ho sofferto molto per questa cosa, ma poi ho capito che non era così solo per me.
Ai nostri tempi era così per tutti, era normale.
Questa rigidità nei ruoli la si vede spesso anche nella coppia: ci sono momenti in cui dovremmo imparare che essere “bambini” non vuol dire essere inferiori all’adulto che ci sta accanto, ma solo aver voglia di ascoltare, di imparare, ancora…
Troppo spesso ci viene più facile essere “genitori” e occuparci degli altri più che essere “adulti” e occuparci di noi stessi.
Spesso ci risulta impossibile lasciare che qualcuno si occupi di noi.
Siamo stati al lungo “bambini” e non ci va più…
Ecco che per esempio una moglie, con il proprio marito, invece di farsi aiutare e coccolare, tornando a ricoprire il piacevole ruolo di “bambina”, si trasforma addirittura da “adulto” in “genitore”.
Noi donne troppo spesso finiamo col diventare le seconde mamme dei nostri compagni.
Ecco il grande errore che continuo a fare io!
Ecco perchè oggi ho deciso di parlare di questo: perché forse parlandone “ad alta voce” con voi, riuscirò a prendere atto che è arrivato il momento di cambiare e di farlo subito!
I mariti le hanno già le loro mamme e passeranno tutta la vita a cercare delle donne che facciano per loro le stesse cose che facevano le loro mamme.
Ma noi non siamo le loro mamme quindi dobbiamo uscire dal ruolo di geisha (perché le mamme , specialmente per i figli maschi, altro non sono che delle geishe col grembiule) e entrare in quello di mogli.
Forse sono cresciuta troppo velocemente, forse dopo anni di singlitudine (essere single!) diventare all’improvviso mamma e moglie tutto assieme…è stato davvero troppo.
Forse all’età di 43 anni mi sto finalmente rendendo conto che non sono così forte ed indipendente come ho sempre creduto di essere.
Forse sono in grado di esserlo, ma non ne ho più voglia.
Forse inizio ad aver bisogno di aiuto anche io.
Forse ho solo voglia di coccole…
Diciamo che ho voglia di sentirmi meno wonderwoman e più donna.
Miao! 
E poi se noi continuiamo a fare loro da mamme è come se dessimo loro l’autorizzazione per continuare ad essere bambini no?!
E se invece di continuare ad essere bambini… crescessero e diventassero “adulti” e “genitori”?
La soluzione per tutto è solo una: spogliamoci del grembiule e indossiamo un bel completino sexy.
Le mamme non sono sexy!
Le mamme sono sicure, comode e utili.
Io per mio marito non voglio più essere sicura, comoda e utile.
Vorrà dire che da oggi in poi si andrà più spesso al ristorante, e in lavanderia!
Olè
 
Barbara
 
NB: Vi ricordo che questa rubrica esiste grazie ai preziosi spunti dello psicologo coach Steve Benedettini. Se volete incontrarlo o volete informazioni sui corsi che tiene, chiamate il suo studio di Rho allo 02.93904504 o scrivetegli a info@alphacenter.it

Genitori: amici o nemici?

 
Essere genitori è davvero dura, ma per fortuna ho avuto degli ottimi esempi.
Avere degli ottimi esempi è cosa buona e giusta, ma può essere cosa buona e giusta anche un’esperienza magari non proprio positiva, perché dagli errori si può solo che imparare.
papivenesssssiafotoMio papà è nato nel 1922 e quindi quando sono nata io nel 1970, lui aveva già 48 anni.
48 anni di differenza, specialmente in quei tempi (oggi sarebbe stato parecchio diverso), erano tanti, forse troppi.
Quella grande differenza di età non ci ha aiutato molto e poi il mio papà era sempre via per lavoro quindi se devo proprio essere sincera…non l’ho vissuto tantissimo il mio papà.
Quando c’era era spesso impegnato a dirmi cosa fare e cosa non fare e ad insegnarmi tutto quello che lui aveva imparato.
In quegli anni forse avrei preferito meno ramanzine, meno insegnamenti e più complicità in altre cose, ma col senno di poi devo dire che mi ha fatto del gran bene.
Me ne sto accorgendo ora.
Mio padre in auto era un grande: macinava km e km per lavoro e per tornare da noi e mi ricorderò sempre quando cercava di trasmettermi le sue “perle” di saggio automobilista: “non frenare mai quando non è strettamente necessario perchè i freni vanno conservati per quando davvero ti serviranno; se l’autostrada non è piena viaggia sempre nella corsia di mezzo così se ti dovesse capitare la sfortuna che ti scoppia una gomma o altro, avrai sempre lo spazio necessario per reagire” e tanto altro.
E poi papà era un vero galantuomo quindi guai a versarsi l’acqua da sole a tavola.
Quando c’era lui ci pensava lui.
L’uomo deve aprire la portiera dell’auto alla sua donna; l’uomo salendo le scale deve stare dietro, così se la donna scivola lui riesce a prenderla…
Quante cose mi ha insegnato il mio papà, peccato che oggi non ci siano più tanti uomini attenti al galateo e magari quando fanno certi gesti si capisce subito che li fanno perchè la vogliono e quando gliela dai…smettono di farli! Sob
Ok non era il papà che si sedeva a giocare con me o che mi portava sulle altalene al parchetto, ma quanti padri ai nostri tempi lo facevano?
E’ una cosa abbastanza nuova che i padri giochino con i loro figli.
mammavenessssssiaaafotoMa ora parliamo di mia mamma.
So che parlo spesso di lei, ma non posso farne a meno perchè non sarei quello che sono se non avessi una mamma come lei al mio fianco.
Mamma e papà non mi hanno mai proibito nulla,  ma mi hanno sempre spiegato cosa facesse bene e cosa facesse male, cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato e poi lasciavano a me decidere.
Mi ricordo che mia mamma mi diceva sempre: ” Se vuoi fumare o bere fallo pure, ma fallo davanti a me, non farlo di nascosto!”
E infatti fumai la mia prima sigaretta a 24 anni, oggi non sono una fumatrice e non amo bere.
Mamma e papà non mi hanno mai giudicata, ma mi hanno sempre ascoltata cercando di darmi i giusti consigli.
Mamma era quella che passava la maggior parte del tempo con me quindi ora vi parlerò di lei.
Di lei che è sempre stata per me un’amica e una confidente.
Di lei che spesso si ritrovava le mie amiche in camera sua. Le raccontavano i cavolacci loro perchè a volte si sentivano più a loro agio a parlare con lei che con le loro mamme.
Molti dei miei compagni erano invidiosi di me perchè io ero molto più libera di loro.
Io a 13 anni in estate andavo a Ibiza con i miei genitori, uscivo a ballare da sola fino alle 3 e quando tornavo a scuola lo raccontavo tutta contenta.
Non amavo bere e non mi drogavo quindi per i miei genitori non c’era nulla di male in quel mio grande amore per la musica e per il ballo.
Sapevano dove trovarmi e sapevano con chi fossi.
A 13 anni ho iniziato ad organizzare le mie prime feste a casa a Venezia.
La spesa per le feste la facevo con mia mamma che era felice che casa sua fosse il punto di ritrovo mio e dei miei amici.
Mica scema mia mamma!
Lei a inizio serata veniva in salotto a salutare tutti e poi spariva in camera sua e non sbucava più, lasciandoci liberi di giocare indisturbati al gioco della bottiglia o di ballare i lenti con le luci spente.
Ma eravamo lì a due metri dalla sua camera e lei si sentiva sicura.
A Venezia non ci sono le macchine ed è una città sicuramente più tranquilla dove far crescere i figli, ma vi assicuro che bastano poche frequentazioni sbagliate e anche una città come Venezia può diventare la città più pericolosa del mondo.
Alcune mie compagne venivano da me e mi dicevano “Ma perché tu il sabato sera puoi già tornare all’una di notte e noi no!?”
Eh sì, perchè quando non facevo le feste a casa mia e uscivo per andare a casa di qualcun altro o semplicemente solo per una pizza e per stare un pò fuori, io potevo rientrare sempre più tardi dei miei compagni.
Allora io rispondevo: “Ma tu a tua mamma racconti chi frequenti, chi ti piace, dove vai, cosa fai?!”
E loro: “No, ma sei matta?!”
Ecco! E’ lì il problema: se tu tratti i tuoi genitori come dei “nemici” ai quali non raccontare mai nulla, loro come faranno a fidarsi di te e a lasciarti libero di fare le tue esperienze sapendo che se anche sbaglierai non sarà mai per farti davvero del male?
Mio papà aveva 48 anni più di me e quindi guai a chi mi toccasse!
Forse è volato in cielo ancora convinto che io fossi vergine (anche se mio figlio aveva già 3 anni), ma mi mamma di me ha sempre saputo tutto.
I nostri genitori prima di diventare genitori sono stati adulti e prima di essere adulti sono stati ragazzi, adolescenti, bambini.
I nostri genitori hanno vissuto le stesse cose che abbiamo vissuto noi e magari hanno anche nostalgia di quegli anni passati che non torneranno più, e attraverso noi e i nostri racconti possono riviverli.
Ora faccio un appello ai giovani sperando che qualcuno di loro finisca per sbaglio nel mio blog…
I genitori sono prima di tutto genitori, ma possono essere anche amici e saggi confidenti.
Raccontate loro dove andate, cosa vedete, chi conoscete, chi vi fa battere il cuore e chi vi fa stare male.
Condividete con loro le vostre emozioni, belle o brutte che siano.
Fateli tornare indietro nel tempo e date loro modo di rivivere le loro vittorie e i loro errori.
Chiedete consigli, fatevi coccolare  e consolare.
I nostri genitori sono lì per noi e non contro di noi.
Adesso una raccomandazione però la faccio ai genitori: non siate sempre pronti a giudicare e a rimproverare i vostri figli appena fanno una mossa sbagliata perché quello è il modo per allontanarli.
Ok guidare, insegnare e cercare di salvaguardare i figli, ma troppa severità, troppe critiche e soprattutto troppa protezione…rischiano di fare più danni di Bertoldo.
Avete sbagliato voi? 
Bene! Allora lasciate sbagliare anche noi ogni tanto.
Sbagliare fa bene ed imparare a rialzarsi fa ancora meglio.
Non c’è giorno in cui io non mi chieda se saprò essere un buon genitore e non c’è giorno in cui io non mi risponda che farò quello che potrò come hanno fatto i miei genitori con me.
Il buon esempio non mi manca e poi ho al mio fianco un papà delle nuove generazioni, uno di quei papà che puoi lasciare tranquillamente anche un week-end intero con suo figlio.
Un papà che si siede per terra e che con suo figlio ci gioca.
Un papà che prende suo figlio e lo porta ai gonfiabili lasciandomi la casa libera e silenziosa per farmi uno di quei lunghi bagni rilassanti che io amo tanto.
Un papà che una sera sì e una sera no, si sdraia nel letto di suo figlio, accanto a lui, e gli legge una favola.
Sono cambiati i tempi…
Barbara
 
 

 

Mamme a confronto

Oggi è la festa della mamma quindi mi sembra normale parlare di lei, e di me.
Sono sicura che non me lo ha mai detto e che non me lo dirà mai, ma so bene che da quando sono diventata mamma anche io, lei mi guarda, mi osserva e magari fa dei paragoni, magari si chiede se è stata una brava mamma.
Vede me sempre super attiva e che ogni giorno cerco nuovi stimoli per il mio cucciolo, per me, per noi.
Vede che tutte i giorni lo porto a scuola, lo prendo, lo porto a judo, a nuoto, alla giostre, al parchetto.
Vede che spesso porto a casa i suoi amichetti per farlo sentire meno figlio unico, come lo sono io.
Vede che spesso lo lascio da solo con il suo papà perchè so quanto importante sia per un bambino starsene un pò con il suo papi e senza donne tra i piedi.
Se c’è la mamma i bambini sono inevitabilmente attratti da lei, da lei che li ha partoriti e accuditi quasi in esclusiva, per i primi anni.
Mamma non avere dubbi su come sei stata con me perchè sei stata una mamma sempre presente e non mi hai mai fatto mancare nulla. Forse mi hai dato anche troppo, ma quale mamma non lo farebbe?!
Quando ero piccola io i tempi erano diversi: i rapporti tra genitori e figli erano diversi.
Quando ero piccola io era difficile che i genitori giocassero con i figli, il loro compito era quello di vegliare su di loro e non di sedersi per terra a giocare. Non si usava.
I papà lavoravano e le mamme stavano a casa ad occuparsi di tutto il resto.
Sono cambiati i tempi: ora lavoriamo tutti e appena troviamo il tempo, ci sediamo per terra a giocare o ci rotoliamo sul prato, con loro.
E’ anche una questione di carattere.
Io per merito tuo e di papà ho avuto una vita talmente facile e piena di stimoli, che sono cresciuta così: piena di entusiasmo, di gioia e di voglia di condividere questa mia solarità.
Quello che sto facendo oggi con Danny boy è quello che ho imparato da te, è quello che mi hai trasmesso tu.
So che te lo ho già detto quando ti ho scritto una lettera il giorno del tuo compleanno , ma te lo ridico perchè non te lo devi dimenticare, mai.
Sto cercando di trasmettere a mio figlio i valori che mi hai trasmesso tu: l’educazione, la generosità, il rispetto e tanto altro.
Oggi prima di tutto faccio gli auguri alla mia mamma.
Poi li faccio a tutte le mamme del mondo che ogni giorno si fanno mille domande e si fanno venire mille dubbi.
Faccio gli auguri a tutte quelle mamme che la mattina si svegliano con la paura di non farcela a fare tutto, ma alla fine ce la fanno, e lo fanno sempre bene.
Faccio gli auguri a tutte quelle mamme che ogni tanto solo talmente stanche che perdono la pazienza per qualche cavolata allora urlano, e poi si pentono. E’ normale, siamo esseri umani anche se voliamo a destra e sinistra col mantello da wonder woman.
Per ultimo faccio gli auguri anche a me perché fare la mamma è davvero il mestiere più difficile del mondo  e io ci sto provando, ce la sto mettendo davvero tutta.
 
Barbara