In “modalità zingara”.

 

Che io mi sia sempre sentita un po’ zingara, nel senso buono della parola, non è mai stato un segreto per nessuno.

Io amo andare in giro a piedi scalzi, e infatti d’estate, se la location me lo permette, in valigia di scarpe ne metto davvero poche, e rigorosamente scena tacchi.

Un inizio un pó movimentato

 

Ebbene sì: le nostre vacanze quest’anno sono iniziate con largo anticipo.

Come molti di voi già sapranno, l’anno scorso abbiamo finito di costruire la nostra “Lamia Quercelli”, nella nostra amata Puglia, è da quest’anno la affittiamo.

Quando affitti una casa non è che puoi programmare le vacanze come prima: metti la casa in affitto, magari tenendo due settimane per te in agosto, e per il resto ci vai quando rimane libera, e tu puoi partire.

Dai brividi di paura ai brividi di caldo.

Al prossimo che lo sento dire: “Beata te che sei già in vacanza”, lo meno.

Sono arrivata in Puglia tre settimane fa, ma il mio primo vero bagno l’ho fatto ieri.

Sono tre settimane che sono qui, e sono tre settimane che mi sveglio alle 6, massimo alle 7, e vado a letto a pezzi, assieme a mio figlio.

“Mamma, visto che papà non c’è, dormiamo assieme?” “Ok patato, però magari mamma va a nanna un pó prima di te e tu mi raggiungi dopo i cartoni ok?”

Finalmente due giorni fa il primo giorno senza operai in casa, e cosa succede? Brutto tempo.

Eh no! Per un giorno che non ci sono operai da seguire, io a casa non ci sto!
Non si può andare in spiaggia, e quindi? E quindi abbiamo fatto felici Danny e il suo amichetto, ospite da noi, e la mia amica Valentina ed io ci siamo sparate quattro ore di Lunapark a Fasano.

Se proprio devo dirla tutta, per me andare al Lunapark non è per niente un sacrificio: adoro tornare bambina (anche se forse non sono mai cresciuta).

E poi, complice un addetto delle giostre che si ricordava di noi dall’estate scorsa (in un modo o nell’altro lascio sempre il segno, a volte scrivendo un post nel
Blog e a volte pestando un piede), questa volta è stato Danny a venire a fare una giostra con me, e non io con lui.

All’inizio aveva paura, anche perché era davvero una giostra tosta, anche per i grandi.
Ma dopo avermi vista scendere felice, dal mio primo giro in solitaria, si è fatto coraggio, ed è salito, con me.
Siamo riusciti a farlo scendere solo dopo 3 giri, mentre altri bambini lo guardavano ammirati e un pó invidiosi (bisognava essere alti almeno 1,30, ma per lui avevano fatto una piccola eccezione di 5 cm).

Il mio ometto sta crescendo, e ieri, a 10 giorni dal suo arrivo, finalmente si è potuto godere il cristallino mare pugliese.
Porca paletta come picchiava il sole. Ieri sera, a cena in pizzeria, avevo i classici brividi da sole, o forse erano brividi di gioia…

Oggi alle 7 sono arrivati due operai che stanno facendo i vialetti con le chianche (pietre) tra la casa e il grill, la casa e la piscina etc.
Visto che dovevano lavorare in esterno, ho pensato di lasciare il cancello accostato, per dormire un pó di più.
Peccato che quelli della vigilanza siano passati, di notte, e lo abbiano chiuso, argh.
Almeno ora so che sono attenti ed efficienti, e come tutte le mattine, mi godo il silenzio della campagna, prima del risveglio dei piccoli guerrieri.
E visto che domani, finalmente, arriva il marito, ora, da brava mogliettina, vado a pulire.
Prima o poi inizieranno le mie vacanze no?!?!??!??

Buon fine settimana a tutti.

 

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Colori, profumi e sapori della vera grande bellezza. Sottotitolo: la ricetta originale di “riso, patate e cozze”.

 
Innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma il mio blog, per colpa di cause a me sconosciute, si è bloccato per più di 48 ore.
So solo che si è trattato di un problema di server, ma visto che io di queste cose non ci capisco un tubo…ci rinuncio e vado avanti, come se nienteanfuss!
Lo scorso week-end sono stata in Puglia, con mio marito.
Abbiamo lasciato Danny boy dalla Santa nonna, a Monza, e siamo scappati.
Ci piace tanto scappare, ogni tanto.
Ai gentori fa benissimo scappare, ogni tanto.
E ai figli fa bene staccarsi dai genitori, spesso.
Venerdì era il mio compleanno, e festeggiarlo in cantiere mi era sembrata una fantasmagorica idea.
Siamo partiti da Bergamo venerdì mattina con il volo Rynair delle 8.35, e alle 11.30 eravamo già in cantiere.
Era prevista pioggia, ma l’intensità della mia gioia e il calore del mio amore per quella tera, hanno attirato il sole.
Essere positive aiuta, giuro!
Un volo low-cost, una favolosa offerta per “Borgo Egnazia“, un incredibile hotel vicino al mare, e il sogno aveva preso forma.
Era forte la speranza di avere un pò di tempo libero per rilassarci, nella loro fantastica Spa, e invece…
E invece siamo rimasti in cantiere fino alle 15, abbiamo mangiato un panzerotto al volo, al sole, e poi siamo andati a recuperare un letto che avevamo comprato in un mercatino l’ultima volta che siamo scesi in Puglia.
Mi ero innamorata a prima vista di quel letto, e lo volevo, fortissimamente.
Ma dove lo avrei messo?
Santa Monica aveva risolto il problema, facendomelo “parcheggiare” nei suoi trulli, ma mica potevo lasciarlo lì fino a giugno!
Alle 17 eravamo pronti, nel loft di Bernardo, in attesa del camion partito il giorno prima da Milano.
Bernardo Palazzo è un nostro amico artista che realizza tavoli, librerie, lampade e tante altri oggetti stupendi.
Bernardo ci ha gentilmente messo a disposizione uno spazio per stivare i nostri mobili e  altre cosucce.
In Puglia, se possono aiutarti, si fanno in quattro.
E’ disarmante la gentilezza e la disponibilità di tutti.
E ve lo dice una che è abituata ad arrangiarsi da sola, e che fa molta fatica a chiedere.
Ma con loro non devi neanche chiedere: ai pugliesi basta uno sguardo per capire se hai bisogno di loro, e giocano d’anticipo.
Il camion è arrivato un pò in ritardo, e quindi alla fine siamo arrivati in hotel intorno alle 20.
Giusto il tempo di una veloce doccia e poi via, a festeggiare il mio compleanno.
Una cenetta davanti al camino dell’Antica Lama, con mio marito e due nostri amici che vivono giù.
Non potevo chiedere di più (e fa pure rima).
Al ritorno in hotel ho anche trovato, in camera, un tavolo apparecchiato, con un’altra torta (bye bye dieta) e una bella boccia, con 2 flûte.
Non puoi dire ad un amico pugliese che è il tuo compleanno, se sai che conosce il proprietario dell’hotel…
Sabato ci siamo svegliati con calma, abbiamo fatto una spledida colazione in hotel e poi siamo andati da un antiquario di Bari che aveva scovato mio marito su internet.
Abbiamo trovato un bellissimo tappeto di pastine che metteremo nella sala da pranzo.
Che emozione!
 Il cantiere sta andando avanti velocissimo, la casa prende forma e io inzio ad immaginare le nostre cenette col maritino che griglia, io che salto in padella le verdure fresche del nostro orto, e Danny che si arrampica sugli alberi per raccogliere la frutta.
Adoro queste immagini così bucoliche, che prendono forma nella mia testolina (Ok, ok: testona!)
 Possiamo correre a destra e sinistra anche tutto il giorno, ma la regola è che a pranzo e a cena ci si ferma, ci si siede, e si gode dei sapori e dei profumi che la Puglia regala.
 Ecco che sabato, grazie al consiglio di un altro amico, siamo finiti alla pescheria “Il defino”, ad Ostuni.
Entri in pescheria, scegli ciò che più ti piace dal banco del pesce, e poi ti siedi al ritorante lì dietro, e aspetti il tuo pesce fresco, da loro cucinato.
Un pò come succede nelle macellerie di Cisternino, solo che lì si mangia pesce.
Fantastico!
 Il pomeriggio è stato un po’ meno romantico perchè siamo andati in giro per outlet in cerca di elettrodomenstici, ma dopo un veloce pit stop in hotel, ce ne siamo andati all’ “Osteria del porto” a Savelletri, e ci siamo goduti i loro fantastici ricci, mentre fuori pioveva.
Ero così incerta sul primo, che alla fine ho mangiato “riso, patate e cozze” come antipasto, e “spaghetti con i ricci” come primo.
La dieta si può interrompere per un giorno, o no?!
La mia tiella di “Riso, patate e cozze” era talmente sublime, che quatta quatta, ho raggiunto il titolare del ristorante che stava fumando fuori e, con la scusa di fumare una sigaretta con lui, mi sono fatta dare la ricetta che vi metto qui sotto, tiè!
Domenica, finalmente, ci siamo goduti la Spa dell’hotel.
Eh che cavolo!
Dopo due giorni in giro tra outlet, cantiere, magazzini, traslochi e chi più ne ha più ne metta, ce l’eravamo meritata, no?!
 Alle 19.40 avevamo il nostro volo di rientro da Brindisi e quindi avevamo tutto il tempo per farci un’altra mangiata di pesce al sole, sul mare.
Avere tanti amici Pugliesi pronti a consigliarti certi posticini, è davvero una grande fortuna.
Non so se saremmo mai arrivati da soli allo “Scalo“, a Marina di Novaglie.
Che posti fantastici che ci sono in Puglia.
Quanto amo la Puglia.
Quanto sono felice di aver scelto la Puglia.
Dopo pranzo poi…
Ho una cara amica di Milano, Sabina, che con la sua “I quattro Pois“, fa biancheria per la casa personalizzata: accappatoi con le iniziali, asciugamani con inserti in lino, tovaglie su misura, lenzuola di tutti i colori e fantasie e tessuti d’arredo dove il cliente può addirittura scegliere lo spessore delle righe.
 Pensate a come possa sbizzarrirsi una come con una come Sabina, che ti lascia campo libero.
Ma non solo…
Sabina sa bene quanto io sia curiosa e, sapendo che stavo andando in Puglia, mi ha fatto un regalo pazzesco: mi ha mandato a visitare il laboratorio con il quale lavora.
Alessandro, il titolare del laboratorio, ci è addirittura venuto a prendere al ristorante, per essere sicuro che non ci perdessimo (alcune sarde erano chiuse per la sfilata di Carnevale).
Alessandro ha aperto per noi il laboratorio, di domenica.
Ci ha fatto vedere come funziona un’antica macchina per fare le passamanerie (che usano ancora), come si avvolgono le giganti matasse di filo che vengono poi posizionate accanto alle macchine tessitrici, ci ha spiegato il funzionamento delle macchine che servono per fare le trapunte, delle macchine da ricamo e tante altre cose bellissime…
Che dire?
 In Puglia sanno cosa sia l’ospitalità e soprattutto fanno delle cose pazzesche.
Non vi dico cosa non ho visto: spugne, tessuti di cotone, canapa, lino, passamanerie.
Ho fatto le foto dei tessuti che mi sono piaciuti di più, e che vorrei usare per la nostra casa, e ho mandato subito una decina di whatsapp alla mia amica Sabina.
Grazie, grazie a tutti, davvero.
Ogni volta che scendiamo in Puglia è un susseguirsi di colori, emozioni, profumi e passioni…
E poi quegli ulivi, quelle distese di fiori gialli.
Il mare, il sole, il caldo sulla pelle.
Grazie Puglia, grazie amici.
Barbara
La vera ricetta per RISO PATATE E COZZE: 
In una teglia da forno (sarebbe perfetta una “tiella” di coccio) fate una base di pomodorini a dadini, cipolla tagliata fine e aggiungete un filo di olio, prezzemolo tagliato fine fine e acqua delle cozze (che avrete aperto prima da crude ).
Proseguite con uno strato di patate tagliate sottilissime (devo essere quasi trasparenti), andate avanti con uno strato di cozze, che metterete vicine vicine col loro guscio di sotto, cospargete il tutto con una manciata di riso x risotto (va benissimo il Carnaroli), e andate avanti con un filo di olio e un altro strato di pomodorini, pepe e pecorino grattugiato e proseguite come prima.
Per ultimo mettete altre patate, pecorino e un filo di olio. 
Mettete il tutto in forno a 180/200 gradi dopo aver bagnato il tutto con un pò di vino bianco e brodo di pesce, fino a coprire le vostre prelibatezze.
Per 50 minuti cucinate la teglia coperta con stagnola e poi altri 10 senza stagnola, grill.
Ovviamente i minuti di cottura dipenderanno dalla grandezza della teglia che avrete fatto!
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Il mare in inverno

Mare o montagna?

 
E’ da ieri che Facebook pullula di foto di montagne super innevate, con amici che non riescono neanche ad uscire di casa per andare a comprare il latte (e allora vanno dalla mamma di Morandi, al piano di sotto).
E siccome in montagna c’è un sacco di neve, noi oggi si parte, per la Puglia!
Pensare che a 5 anni avevo già preso la mia prima medaglia, da sciatrice provetta.
Ma alla veneranda età di quasi 44 anni, ho capito che a ME MI (scusate, ma, anche se scorretto, lo trovo molto rafforzativo) piace di più il mare, anche in inverno.
OK, ok, magari a febbraio porterò Danny a sciare un week-end, giusto per non sentirmi troppo in colpa.
Anche se, forse, più in colpa mi ci sono sentita  l’ultima volta che lo ho portato in montagna, a Pasqua.
Avevamo deciso di andare nel nostro amato agriturismo a Cortina per fargli prendere un po’ di lezioni di sci e lui, il primo giorno, è caduto, e si è stirato i legamenti del ginocchio.
Mi sono sentita in colpa perché non ho menato l’insegnante!
Ma si può portare un bimbo di 5 anni, che aveva già fatto qualche lezione, ma un anno prima, a fare una vera pista da grandi, subito, durante la prima lezione?!
Ma fare prima un pò di pratica in squallido campetto no!? Brutto?!
Vabbè, meno male che appena arrivati a Milano, con ancora le valigie in macchina, abbiamo portato Danny al Vismara da un giovane medico con le contropalle.
In montagna ci avevano detto di mettergli tutore e stampelle per due settimane, ma il medico della primavera del Milan, e della nazionale italiana di snowboard, ci ha fatto togliere tutto, subito.
Ma dimentichiamo e andiamo avanti che l’è megl…
E quindi?
E quindi abbiamo deciso che a noi ci piace di più il mare, anche in inverno.
Ed è proprio al mare, in Puglia, che ci stiamo costruendo una bella casetta per farci tutte le vacanze che riusciremo a fare, in tutte le stagioni, e per magari un giorno, chi può dirlo, andarci a vivere.
Amo Milano, ma ogni tanto si fa forte la voglia di scappare, e mi ci vedrei benissimo a vivere in Puglia, con il mare sempre a portata di mano.
Sono Veneziana, io.
Ho bisogno dell’acqua, io.
Mi piace sentire il sale sulla pelle.
Ci andrei a letto, con il sale sulla pelle.
Preferisco infilare in una borsa costumi e parei che passare le ore a cercare guanti, calze di lana, berretti e pile per tutti.
E poi soffro il freddo, e le code alle seggiovie.
Mi piace mangiare il pesce in riva al mare, con il vento che mi accarezza la pelle e gli schizzi delle onde che arrivano quasi sotto al tavolo.
Non mi mette tristezza il mare d’inverno, anzi.
Sembra volermi trasmettere la sua forza, il mare d’inverno.
Adesso vi lascio perché abbiamo un volo da prendere: la Puglia ci aspetta.
Dopo giorni di abbuffate mi viene difficile parlarvi di cibo, ma una cosina veloce veloce ve la voglio dire: alla polenta uncia con gorgonzola, preferisco il purè di fave con la cicoria.
Barbara
Ostuni, a fine settembre

Ostuni, a fine settembre

 

“Diario di bordo in ciabatte”: oggi a katakolon

Oggi faccio parlare le immagini: le immagini del primo bagno di Danny boy in notturna, ieri sera, nella piscina della nave; le immagini della gita di oggi a Katakolon, una gita iniziata con gli amici e finita tra di noi, in grande intimità; un trenino che ci ha fatto attraversare la montagna tra piccoli paesi, fattorie, vigneti e file di ulivi; lunghi bagni in un mare cristallino e per finire un po’ di sano, sanissimo shopping.
Vedere il mio cucciolo sorridere guardando quell’acqua azzurra che lo chiamava…mi ha riempito i polmoni di gioia, pura.
Vederlo felice è e sarà sempre lo scopo e l’obiettivo della mia vita: “potrei nutrirmi dei suoi sorrisi…”
Dai riconoscetemelo: quest’ultima era parecchio romantica e mi farebbe pure dimagrire notevolmente!
Peccato che sia ‘na cavolaia detta in un momento di stanchezza mista a follia cosmica, ahahahahah!
Ora tutti un cabina per un fresco riposino.
A presto, prestissimo.
Barbara

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Galateo on the beach

 
Perdindirindina, ma è proprio così difficile rispettare un paio di regole semplici e direi anche parecchio intuitive?!
Non credo serva chiamarsi Albert (quello famoso faceva “Einstein” di cognome) per capire che certe cose sarebbe meglio non farle, azz.
Sono con Danny boy a Venezia da mia mamma e quindi ci capita di andare in spiaggia.
Abbiamo la fortuna  di poter usufruire di una capanna, della nonna e delle sue amiche, che si trova in una spiaggia direi bellina e ben frequentata eppure anche lì si vedono e si sentono cose che non si vorrebbero vedere e sentire.
Ok, sono una rompiballe cosmica di quelle della peggior razza ossia di quella delle “precisine senza scampo”, ma certe cose nooo daiii!
Tagliamo la testa al toro e partiamo subito subito con una lista facile facile e veloce veloce (si capisce che trovo le che le ripetizioni rafforzino i concetti più dei superlativi?!).
Se questo elenco dovesse toccarvi nel profondo, allora vorrà dire che potete ancora migliorare (mettiamola così).
1) FUMO: se proprio vi viene voglia di fumare in spiaggia, fatelo pure, ma lontano dagli altri.
Anche se siete all’aperto, il fumo può dar fastidio a chi vi sta vicino, specialmente se si tratta di bambini o se il fumo è quello di un sigaro.
Ed evitate di lasciare i mozziconi nella sabbia: basta una bottiglietta vuota oppure li spegnete e poi li buttate dove cavolo volete.
2) SPAZZATURA: ciò che siete voi a produrre sarete voi a dover portare via.
A meno che non siate così fortunati da avere una filippina così fissa, ma così fissa che possa seguirvi anche in spiaggia, nessuno passerà a raccogliere le bottigliette vuote o le altre cose che avrete lasciato nel pezzo di sabbia dove avrete trascorso il vostro tempo libero.
3) PULIZIE CORPORALI: capisco benissimo che i granelli di sabbia nelle parti intime possano dar fastidio perchè vi assicuro che capita anche a me di ritrovarmi interi secchi di sabbia nel costume, ma vi consiglio di guardarvi attorno e di assicurarvi che nessuno vi stia osservando, prima di iniziare le profonde pulizie con mano a cucchiaino, non è chic.
4) CAMBIO COSTUME: i bambini posso farlo anche all’aria aperta, ma i grandi sarebbe meglio lo facessero in capanna.
Ho visto donne uscire dalla capanna senza il reggiseno per poter sfoggiare le loro tette nuove prima di doverle ricoprire.
Ma non sarebbe meglio scegliere una spiaggia dove il topless sia cosa e buona giusta? 
E poi se volete proprio rifarvi il seno, fatelo quando il resto del corpo possa sembrare ancora lo stesso di cui fanno parte anche le tette in questione.
Due meloni rigidi sopra un piatto di burata…stonano.
5) VOLUMI: se il bambino è in acqua ed è pronto il pranzo o è il momento di interrompere quel lungo bagno, non mi sembra utile ed educato comunicarlo a tutta la spiaggia urlando come se qualche inutile squadra di seria A avesse vinto lo scudetto: “LUCAAAAAAAAAA VUOI USCIRE DALL’ACQUA E VENIRE IN CAPANNA A MANGIARE LA TUA INSALATA DI RISOOOOOOO”.
Se Luca è ancora in acqua e le sue mani sembrano quelle della sua bisnonna non ce ne po’ fregà de meno e se oggi sei stata una mamma così brava che ti sei svegliata alle 5 e gli hai fatto anche una bella insalata di riso anni ’80, è un problema tuo.
Alza quelle chiappe e avvicinati a tuo figlio invece di fare la mamma dall’ugola d’oro.
Io oggi, per esempio, non ho preparato un tubo da mangiare.
Quando Danny dovrà uscire dall’acqua lo capirà da un mio semplice cenno della mano e se avrà fame andremo al bar e mangeremo un panino, tiè.
6) ABBIGLIAMENTO: caro maschio italiano, lo so che il boxer non è il massimo per l’abbronzatura e che lo slip sarebbe molto meglio, ma fattene una ragione: si nun c’hai er fisico, lascia stare.
Cara donna italiana, so che ormai in commercio ci sono dei costumi pazzeschi tutti tempestati di brillanti che ti mettono di buon umore solo a guardarli, ma prima di comprarli vedi di provarli e di guardarti allo specchio assieme a loro, indossandoli.
Se non avete il fisico di Elle Macpherson, tenete a freno la fantasia e andate sul classico che non si sbaglia mai.
7) PROTEZIONE: è possibile che ci sia ancora gente che si ostini a non volere usare la crema protettiva perchè pensa che con quella non ci si abbronzi?
Con la crema protettiva la sera la pelle non scotta e la mattina dopo ci si sveglia più abbronzati del giorno prima, ma senza strane chiazze, bolle o eritemi.
Il colore che otterrete durerà molto più a lungo e non recherete danni esagerati alla vostra pelle.
Ma non vi sentite ridicoli a girare con quelle facce viola e con quelle schiene in fiamme?
E poi se non vi piace il segno del costume, evitate di girare con spalline abbassate e lembi di carne che fuoriescono da ogni angolo, ma compratevi dei bei costumi a fascia che ormai ce ne sono a bizzeffe.
Per finire ecco un paio di cosucce che personalmente mi urtano parecchio se indossate dagli uomini:
a) Infradito di gomma: concesse al massimo per andare a fare la doccia.
b) Cerchietto o fascia nei capelli: mi disturba meno una fronte abbronzata col segno del ciuffo.
c) Moto d’acqua: se fai casino, se acceleri e se fai numeri da circo vicino alla riva, non si allunga il pisello a te, ma spacchi i maroni agli altri.
Buone vacanze.
Barbara

I papà in vacanza

 
Ieri sono stata in spiaggia.
Ieri mi sono sdraiata sul lettino.
Ieri ho preso il sole sdraiata.
Ieri su quel lettino ho preso il sole sia davanti che dietro, girandomi per benino come si fa coi “cani caldi” sul grill.
Ieri su quel lettino mi sono anche addormentata.
Quando mai a noi mamme capita tutto ciò quando in spiaggia ci sono anche i figli!?
Ieri beata sul lettino!
Ieri beata sul lettino!
Noi mamme per poterci rilassare in spiaggia dobbiamo essere sole: zero mariti e zero figli, sennò è impossibile.
Non so se capiti anche alle altre mamme, ma io alla fine delle vacanze sono più stanca di prima e sono sempre più abbronzata sulla schiena che davanti.
Ma ora finiamola con questo giro di parole e andiamo subito al sodo: parliamo di loro, i papà.
 Argh!
Chissà perchè, ma i papà dalle vacanze tornano sempre riposatissismi e più abbronzati davanti che dietro.
Epperforrrzzza: loro in spiaggia non stanno molto spesso piegati in avanti!!! 
Loro hanno lavorato tutto l’anno quindi hanno diritto di riposare.
Noi invece durante l’anno non facciamo un fico secco (???) e quindi in estate ci tocca preparare le borse di Mary Poppins per la spiaggia, preparare i panini o peggio ancora le insalate di riso o le paste fredde e allestire la nostra zona in spiaggia perchè i mariti appena arrivano piantano l’ombrellone e poi spariscono subito all’orizzonte con i loro inseparabili occhialini da nuoto.
E poi vuoi non aiutare i nostri figli a costruire un bel castello di sabbia? 
Devo dire che mio marito è bravissimo a costruire il porto per Danny, questo devo ammetterlo, ma spesso quando Danny lo chiede, lui sta già russando sotto all’ombrellone e allora il compito passa a me.
Alla fine della giornata si mette tutto via e si torna a casa.
Chi sciacqua asciugamani, parei e costumi?
Chi fa la doccia ai “mostri”?
Chi prepara la cena?
Chi spazza, ramazza e rifà i letti?
Mio marito in vacanza fa solo una cosa: spazza la sabbia dal pavimento.
Io in città sono una super pulita e precisina, ma in vacanza mi trasformo in una zingara: posso anche non farmi la doccia e andare a letto con il sale del mare che mi pizzica sulla pelle, posso anche camminare sulla sabbia, in casa, ma lui no!
Lui se trova un granello di sabbia in salotto diventa verde come Hulk e allora abbiamo trovato un accordo: ti da così tanto fastidio la sabbia in casa al mare?! 
E allora sai cosa c’è di nuovo?
Spazzatela via da solo mentre io faccio le altre 2300 cose che ci sono da fare.
Classico pisolino del week-end.

Classico pisolino del week-end.

Se ci penso bene, alla fine è un pò la stessa cosa che succede tutti i week-end dell’anno solo che in estate dura parecchio di più quindi i maroni girano molto più a lungo.

E poi quando i maroni girano in spiaggia è più fastidioso perchè se per esempio succede mentre sei seduto o in ginocchio…ti finisce la sabbia negli occhi no?!
Loro sono stanchi quindi è giusto che si addormentino un paio di ore al giorno sotto l’ombrellone e che noi mogli diventiamo matte per tenere i bambini lontano da loro mentre russano.
“Poverino il papà è stanco, lasciamolo dormire dai”
Noi invece durante l’anno non facciamo una cippa, se non lavorare, fare le casalinghe e le mamme, quindi non vedo perché dovremmo avere diritto a schiacciare anche noi un pisolino all’ombra o al sole, risvegliandoci sudate, ma già abbronzate (anche davanti) senza aver fatto fatica.
Però una lancia a favore dei papà ora la voglio spezzare: spesso è colpa di noi mamme se ci ritroviamo a fare tutto da sole perché non so le altre, ma io faccio davvero fatica a chiedere. 
Tante volte potrei chiedere aiuto a mio marito e so che lui mi aiuterebbe (?), ma sono orgogliosa.
Ripensandoci bene però…fosse che  forse che noi mamme non chiediamo aiuto non solo per orgoglio, ma anche perchè spesso, quando lo facciamo, ci viene risposto “ora lo faccio, aspetta un attimo” e intanto passano le ore?
Può essere.
Ps. Amoreee, se per caso hai appena letto questo post, sappi che ti amo tanto anche se in vacanza non fai un tubo!!! Ops
papàdormefoto
 
 

Liberi tutti

 
Mio cognato è appena andato via.
Carlo, il fratello più piccolo di mio marito, è venuto a prendere Danny, poi passerà a Monza a prendere sua mamma (nonna Mary) e li porterà tutti e due a Malpensa dove saliranno su sull’easyJet dell 16.30 diretto ad Olbia.
Le due nonne (mia mamma partirà sempre oggi, ma da Venezia) se ne vanno in Sardegna per 9 giorni e si portano con loro Danny Boy.
Stanno per fare “Mea libera tutti”.
E ora?!
Ora ci metterò tutto il giorno a farmi passare questo senso di vuoto.
valigiafotoE’ stata dura fare quella valigia ed è stata ancora più dura vedere la macchina sparire dietro la curva infondo alla nostra strada.
E’ inevitabile: quando vedi tuo figlio di 5 anni e mezzo che ti fa “ciao ciao” da dietro al vetro della macchina e dopo aver abbassato al volo il finestrino, ti urla ” ti voglio bene”… nella pancia si crea un vortice.
E dietro gli occhiali da sole scende una lacrima, forse anche due.
Ma è già successo quindi so che passa.
Per fortuna oggi ho una giornata di quelle piene quindi tra poco esco e avrò poco tempo per pensare, spero.
Anche se, pensandoci bene, non potrà sfuggirmi il fatto che mio marito ed io per 9 giorni torneremo ad essere liberi e spensierati (?), ma soprattutto senza problemi di baby sitter.
Vuol dire che potremmo decidere anche all’ultimo momento se uscire a bere una birra o a mangiare un gelato.
Quando diventi genitore e non hai la babysitter fissa, non puoi più uscire così, all’improvviso.
Devi sempre programmare tutto: che du maroni!
Avremo anche un week-end tutto per noi.
All’inizio abbiamo pensato di andarcene al mare da qualche parte, ma poi domenica scorsa, per tornare dal lago di Como, ci abbiamo messo 3 ore e allora abbiamo deciso che il nostro fine settimana senza figlio , ce lo passiamo a casa.
Ci faremo delle grandi dormite (notturne) e delle grandi penniche (pomeridiane).
Magari chiuderemo le tapparelle per guardarci un film mentre fuori splende il sole.
Faremo colazione a letto e quando avremo voglia di vedere la luce, saliremo in terrazza e ci faremo anche un “toccio” nella nostra piscinetta (Danny ci ha autorizzato ad usarla).
Gli ultimi saluti

Gli ultimi saluti

Mi sento quasi in colpa a pensare che non c’è poi da essere così tristi se tuo figlio se ne va al mare con le nonne lasciandoci liberi per ben 9 giorni.
Però so che mi mancherà, tanto.
Mi mancherà il suo “Buongiorno mamma” la mattina e i nostri “picci picci”  (coccole) la sera nel letto mentre gli leggo la favola.
Mi mancheranno i suoi capricci e i suoi giganti sorrisi per farsi perdonare.
Mi mancherà tutto di lui, ma vedrò di approfittarne per stare un pò di più con il mio principe azzurro, quello maggiorenne.
Barbara
 
PS: mentre stavo per pubblicare il post mi ha chiamato mia suocera: l’emozione mi ha fatto dimenticare di mettere la carta di identità di Danny nella sua valigia. Che stordita! Stanno tornando a prenderla.
Forse, senza volerlo, lo ho fatto apposta per avere un ultimo bacio…
Terrazzo pronto per week-end senza Danny

Terrazzo pronto per week-end senza Danny