La ciambella del buongiorno

Per iniziare il fine settimana con il piede giusto, qui ci vuole una bella ciambella!

Ho “rubato” questa ricetta da un’amica, e me ne sono subito innamorata.

Perché????

Ma perché sono riuscita a farla, e mi è pure venuta bene.

Io con i dolci sono sempre stata davvero negata, e quindi se IO riesco a fare un dolce, vuol dire che ce la potete fare tutti, giuro!

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

200g di zucchero

3 uova

150g yogurt greco magro (io sono intollerante ai latticini quindi ho usato lo yogurt di soia alla banana, ed è venuta buonissima)

100 ml olio di semi

350 g farina

1 bustina di lievito pane angeli

Quando avete tutto INIZIAMO:

Mescolate tutti gli ingredienti nell’ordine in cui li ho scritti, mettete l’impasto ottenuto in una forma con il buco, e infornate per  45/50 min a 175 gradi.

Adesso avete capito perché mi è venuta bene?!

E’ facilissimo no?!

E poi devo confessarvi che ho avuto un ottimo aiutante!

A casa avevamo anche delle gocciole di cioccolato avanzate da un altro dolce, e quindi le abbiamo buttate dentro l’impasto!

Direi che, senza esagerare, per evitare danni, si può far lavorare un po’ la fantasia, e si possono quindi aggiungere o cambiare alcuni ingredienti!

Buon divertimento!

Adesso vi lascio che abbiamo ancora un paio di fette da pucciare nel latte!

Besos

Barbara

Il mio super aiutante in fase "amalgama ingredienti"

Il mio super aiutante in fase “amalgama ingredienti”

Perchè il mio papà non mi porta a scuola?

 

“Mamma, ma perché un sacco di bambini arrivano a scuola con il papà e io mai?”
Ecco che una mano gigante si impossessa del mio stomaco e stringe, forte.
Amore mioooooo lui!
“Amore i papà di quei bambini lavorano qui vicino quindi fanno in tempo a portare i bimbi a scuola e poi ad andare in ufficio. Il tuo papà lavora a Bergamo quindi se porta te a scuola arriva in ufficio troppo tardi e poi lo sgridano”.
Finalmente alla veneranda età di 5 anni e mezzo, Daniele è diventato tutto “Papi, papi” (nulla a che vedere con Berlusconi: non facciamo confusione please!)
Si sa che i figli maschi per i primi anni di vita sono tutto “mami, mami”, ma verso i 5 anni succede il miracolo!
C’è il “papi” che gioca con lui alla wi, il “papi” che lo porta a pescare, il “papi” che gli aggiusta i giochi rotti e chi più ne ha più ne metta (esagggeriamo dai!)
Come possiamo risolvere la cosa? Come posso fare in modo che il “papi” possa ogni tanto accompagnare Danny boy a scuola?
A quel punto mi sono ricordata che al momento della domanda di iscrizione, alla scuola elementare Morosini, io avevo barrato per il “pre scuola” (ossia ingresso anticipato tra le 7.30 e le 8.30) peccato che ho scoperto, solo due giorni fa, che non bastava barrare, ma bisognava andare sul sito del Comune di Milano, scaricare il modulo, compilare, pagare un bollettino da 26 euro e mandare il tutto agli uffici del “pre scuola e giochi serali” entro e non oltre il 31 luglio.
31 lugliooo? ops, ma siamo a fine settembre, e ora?
Ho portato Danny a scuola, l’ho lasciato lì che frignava (ci vorrà un pò di tempo, ma so, spero che si abituerà ad essere felice anche all’ingresso e non solo all’uscita) e mi sono fiondata negli uffici “Pre scuola e giochi serali” in Via Matteucci.
Dovevo supplicare la signora di fare accettare nostro figlio anche se fuori tempo massimo!
Mi sa che si deve essere commossa a vedere sta deficiente con gli occhi lucidi che le raccontava che suo figlio era così triste che il suo papi non avrebbe MAI potuto portarlo a scuola come fanno gli altri papà.
La gentile signora mi ha detto che entro un paio di settimane mi avrebbe fatto sapre qualcosa, ma già ieri mi ha richiamata per dirmi che la nostra domanda era stata accettata.
E a quel punto è ripartita la lubrificazione automatica degli occhi!
Ok , ok, ammetto che in questi giorni sono più sensibile del solito, ma l’inizio delle elementari, con le crisi di abbandono del mio cucciolo, mi ha messo un pò alla prova, e quindi sapere che anche lui ogni tanto potrà arrivare davanti a scuola mano nella mano col suo “papi” come gli altri bimbi…mi ha reso parecchio felice.
Barbara 
papifoto

Ocio che sparo!

 

Avete mai sognato di sparare alla sveglia?
Io sì, tante volte.
Quando ero giovane (sto parlando di un paio di anni fa, e non ridete!) odiavo la sveglia.
Avevo una sveglia nera di plastica di quelle quadrate col tastino sopra per spegnerla, ma era inutile: alle 7.15 suonava e alle 7.15 qualcuno (chissa chi?!) la spegneva, subito, senza neanche accendere la luce, al buio.
Alla fine veniva mia mamma a darmi la sveglia definitiva, credo: sono passati giusto un paio di anni quindi la mia memoria è un pò annebbiata, sorry.
Adesso so che molti di voi mi odieranno, ma credo di non aver mai più avuto una sveglia sul comodino, da allora.
Sono stata per anni la “donna della notte” e quindi non avevo bisogno di sveglie: uscivo la sera (non andavo a battere, ma facevo la pr per locali ed eventi), tornavo tardi e mi svegliavo quando me lo diceva il mio corpo.
Sono riuscita anche a frequentare e finire l’università senza sveglia: non chiedetemi come, ma io alle lezioni allo I.U.L.M. ci arrivavo sempre puntuale, anche senza quel maledetto “Driiinnn”.
La prima sveglia che entrata in casa dopo aaaaaannnnnni e aaaaannnniiiii è stata quella di mio marito, ma era la SUA sveglia, non la MIA sveglia.
Quella maledetta sveglia da circa 8 anni (da quando viviamo insieme) suona alle 7.15, ma, fino a giovedì scorso, quella sveglia restava comunque la SUA sveglia e infatti era LUI che alle 7.15 la spegneva ed era sempre LUI che subito dopo “strisciava” in bagno a lavarsi e vestirsi, e poi in cucina a fare colazione.
Ho scritto “strisciava” perchè (poverino!), per 8 anni gli ho complicato la vita non poco chiedendogli di fare sempre tutto in massimo silenzio: io  speravo sempre di riaddormentarmi e Daniele continuava a dormire.
Difficilmente riuscivo ad addormentarmi, ma almeno restavo a letto in posizione fetale con un primo cuscino sotto alla testa e un altro “abbracciato” (forse si dice “aggambato”) dalle gambe.
Io dormo così da sempre, se è un problema scrivete al mio avvocato.
Danny invece se la ronfava fino 8.30/9 e infatti arrivavamo all’asilo sempre per ultimi, poco prima delle 10.
Ma dal 12 settembre 2013 è cambiato tutto: la SUA sveglia è diventata anche la MIA e alla SUA sveglia si è aggiunta anche la prima sveglia che Danny ha voluto come regalo per il suo primo giorno di scuola (si pentirà ben presto).
La mia vita non sarà più la stessa!
Il maschio grande si alza, si lava e si veste e io resto nel letto ancora un quarto d’ora (santi 15 minuti), ma quando alle 7.30 suona anche la sveglia di Danny, allora ecco che la giornata inizia davvero, per tutti e tre.
Era da anni, decenni, che non uscivo di casa prima delle 9/9.30 (salvo rari casi).
Sto scoprendo un mondo nuovo che fino a pochi giorni fa non conoscevo: il traffico delle 8.15 che per fortuna schivo con lo scooter, i colori del cielo, il freddo, lo strombettare dei clacson, le facce delle mamme e dei papà che magari quando uscivo io erano già negli uffici a lavorare, e tante altre cosucce.
Nelle ore in cui normalmente uscivo io non c’era tutto sto casino!
Ma siccome io sono una che vede sempre il bicchiere metà pieno, so già che presto riuscirò a trovare il buono anche nel dovermi svegliare alle 7.15.
Per ora posso dire che riesco a fare un botto di cose in più, che alle 9 ho già fame come se fosse orario di pranzo, che ieri mattina quando ho sentito la sveglia ho cercato di ricordare se mi ero preparata per l’interrogazione e che mi è spuntato un enorme brufolo sul mento come negli anni in cui andavo alla scuola media, e mi suonava la sveglia.
Vi prego ditemi che la sveglia fa ringiovanire.
Vi prego ditemi che il brufolo gigante che ho sul mento è acne giovanile ed è quindi legato al suono della sveglia che mi riporta indietro, nel tempo.
Vi prego ditemi che tra poco mi abituerò e non andrò più a letto distrutta alle dieci di sera, come sto facendo negli ultimi giorni.
Vi prego ditemi qualcosa che mi faccia amare i miei nuovi orari sennò vado a comprare una sveglia come quella di mio figlio, dove per fare smettere la soneria devi fare centro per ben tre volte di seguito.
Solo che io invece della pistola di plastica mi compro una pistola vera e propria e la sveglia la ditruggo, al primo colpo!
Barbara