Pillole di emozioni pugliesi

 

Sono un paio di giorni che non scrivo, e me ne scuso, ma la vita in campagna spesso scorre veloce, troppo veloce, e il cellulare prende male, troppo male.

Ho portato anche l’ipad con me, ma tutte le volte che cerco di scrivere con l’ipad, l’oggetto in questione rischia di finire scaraventato contro un trullo: io odio scrivere sull’ipad!

E allora scrivo sul mio iPhone, che però in casa in campagna prende male, e quando esco, e ritrovo la linea (purtroppo non quella fisica, che in Puglia smarrisco inesorabilmente), le emozioni preferisco viverle, piuttosto che scriverle.

Ma oggi farò un’eccezione…

Abbiamo appena lasciato mia mamma all’aereoporto di  Brindisi, da dove partirà per tornare nella sua amata Venezia, e ora sta guidando un amico.

Il nostro viaggio prosegue verso Otranto, e visto che ho le dita libere, ho deciso di usarle per fissare nel tempo le emozioni vissute negli ultimi giorni, così, in ordine sparso, come riaffioreranno dalla mia memoria.

Una delle emozioni più forti l’ho sicuramente vissuta quando il 26 dicembre siamo andati a visitare il presepe vivente di Pezze di Greco.

Avevo letto che era uno dei presepi viventi più grandi d’Europa e avevo anche visto qualche immagine, ma la immaginazione non aveva lavorato abbastanza, e sono rimasta sconvolta da quello che mi sono ritrovata davanti: un villaggio vero e proprio con una novantina di figuranti.

Siamo arrivati tra i primi del primo giorno, e quindi non c’era ancora tanto macello, ma considerate che per vederlo tutto ci abbiamo messo più di un’ora e mezza.

Sembrava davvero che il tempo si fosse fermato, mentre le emozioni correvano veloci tra una grotta e l’altra, guardando i volti di quelle donne e di quegli uomini, e i sorrisi di tanti bambini, tra cui spiccava quello del bambin Gesù.

Peccato non aver potuto condividere quella splendida camminata con gli amici che sono venuti a trovarci pochi giorni dopo…

Mi emozionano le stazioni dei treni, le attese.

Mi emoziona sapere che potrò condividere la mia amata Puglia con chi ancora non conosce certi angoli di paradiso.

E mentre la prima settimana mi sono goduta il sole sulla pelle mangiando a casa fuori in veranda o sulla terrazza di uno dei miei ristoranti preferiti, al mare, oggi ho mangiato fiocchi di neve durante una delle mie amate passeggiate, tremando di freddo e di gioia.

Anche ieri sera a Locorotondo e ad Alberobello faceva un freddo pazzesco, ma le luci degli addobbi della prima, e le proiezioni sui trulli della seconda, ci hanno scaldato il cuore, e reso più sopportabile quello strano pizzicorino che si stava impossessando delle nostre mani e dei nostri piedi.

E vogliamo parlare delle costine di agnello che ho mangiato ieri sera davanti al camino del mitico Gino, a Ceglie?

In Puglia il cibo è pura emozione…

Da Gino si mangiano solo verdure spontanee!

Cosa sono le verdure spontanee?! Beh, lo dice la parola: sono le verdure che nascono da sole, senza bisogno di seminare ed annaffiare.

E quando la natura ti regala della fantastica materia prima, e trovi chi la sa trasformare in sogni per tutti i sensi, il gioco è fatto.

Sono sempre più felice della scelta che abbiamo fatto costruendo casa qui in Puglia, in campagna.

Sono felice di averla disegnata io pur non essendo un architetto, e di averla arredata io pur non essendo arredatrice.

Avevo paura che in questa vacanza mio figlio si sarebbe annoiato, visto che a parte un suo vecchio compagno di asilo e qualche altro bambino, non ha avuto molte occasioni per stare con altri bambini da quando siamo arrivati.

Immaginate quindi l’emozione quando ho scartato il suo regalo e ci ho trovato un suo disegno con scritto “Grazie mamma e papà che mi avete portato in Puglia”.

E il mitico proprietario del Plastic di Milano che dalla sua amata Villa Castelli è venuto a trovarci a Cisternino perché voleva vedere casa nostra dal vivo!?

Un pugliese doc che mi fa i complimenti per come ho saputo rappresentare la tradizione pugliese nella nostra nuova casa!? Che onore! Grazie Lucio!

In campagna c’è sempre qualcosa da fare, e poco tempo per riposare, specialmente quando la casa è nuova, e spunta sempre qualcosa da finire, da migliorare.

Ma la stanchezza della campagna non mi pesa: mi piace andare a letto presto e svegliarmi poco dopo il sole.

Adesso vi lascio perche siamo arrivati ad Otranto.

Ci aspetta una bella passeggiata in spiaggia per smaltire i panzerotti di Speziale,  in cerca di nuove emozioni, di emozioni pugliesi.

Barbara

image

image

 

A scuola di cucina tra i trulli: panzerotti e focaccia

 

“Sabato alle 17 viene da me uno chef ad insegnare ai ragazzi a fare panzerotti e focaccia, vuoi portare Daniele?”

“Ma se portassi anche me stessa?”

Secondo voi mi sarei potuta perdere un’occasione del genere?

Mancopessogno

Sabato era una giornata di sole bellissima, e in spiaggia si stava divinamente, ma alle 17  ci siamo rivestiti, e alle 18 (causa traffico per “simpatica” gara ciclistica), Danny, io, due confezioni di farina, lievito, pomodoro e mozzarella, eravamo ai trulli di Terry, pronti e curiosi di imparare i trucchi dello chef pugliese Savino Bruno.

Alunni presenti? 4 adolescenti, un simpaticissimo e bellissimo bambino di 6 anni (scusate, ma sono di parte) , e una mamma infiltrata.

Ma siccome so che di tutta questa tiritera non ve ne pó importà de meno, passo subito al sodo.

imageIniziamo dagli INGREDIENTI necessari per fare i panzerotti e la focaccia

Per l’impasto servono 15 gr di zucchero, per far crescere lieviti, 1 cucchiaio di olio, per rendere l’impasto più elastico, 1 cubetto di lievito birra che andrà stemperato in acqua tiepida, 25 gr sale, mezzo litro di acqua tiepida, 1/2 kg di farina Manitoba e 1/2 di farina di semola.
Iniziamo mescolando in un’ampia ciotola le due farine, facciamo una sorta di cratere in mezzo e ci sbricioliamo il nostro lievito, ci versiamo sopra lentamente il mezso litro di acqua tiepida dopo averci sciolto dentro il sale, aggiungiamo il cucchiaio di olio e mescoliamo/impastiamo con le mani, prima nella ciotola e poi passando sul piano.

Per la focaccia pugliese comprate pomodorini e origano e, se volete fare la pizza, scegliete gli ingredienti che più vi piacciono.

Per i panzerotti basta la mozzarella e della salsa di pomodoro pronta. Considerate che con gli ingredienti che vi ho dato (se li usate per fare solo panzerotti ) ve ne verranno circa 20, e per ogni panzerotto vanno circa 50 gr di mozzarella.

Se l’impasto risultasse secco aggiungete acqua.

Se la pasta non la usate subito allora è meglio ungerla con un po’ di olio .

Fate lievitare l’impasto coperto e in un posto a temperatura ambiente, o leggermente più caldo, per almeno 1 ora .

Per focaccia pugliese: quando si stende la pasta lo si fa con pressione forte e costante prima da destra a sinistra e poi da giù a su.

Spolverare sotto con la farina per non fare attaccare impasto alla superficie dove si stende.

Oliare la teglia

Dopo aver steso la pasta con mattarello,  arrotolatela sul mattarello per adagiarla sulla teglia unta .

Mettere sulla pasta i pomodorini lavati, asciugati e tagliati a metà, origano, olio e sale e infornare a 220 gradi per mezz’ora circa sopra e sotto ventilato.

Se invece della focaccia pugliese volete la pizza, allora mettete mozzarella, pomodoro e quello che più vi piace.

Per Panzerotti: pallina di 50 gr circa CAD di pasta per ogni panzerotto.

Con gli ingredienti che vi ho dato dovrebbero venirvi circa 20 panzerotti.

Stendete ogni pallina di pasta, mettete 40 gr di mozzarella a dadini e un cucchiaio abbondante di salsa di pomodoro o di pelato schiacciato a crudo, olio e sale. chiudi Chiudete il cerchio in due e con pressione dita chiudete e rigirate bordo.

Quando le vostre mezze lune sono pronte, friggetele in olio di girasole fino a che diventeranno dorate.

Ultimo consiglio: aspettare 5 minuti prima di addentarli.

Besos

Barbara

aimage

image