Lunedì, come tutte le mattine da quando è finita la scuola, ho portato Danny al campus.
Lunedì alle 14, per fortuna non come tutti i giorni, ho ricevuto una telefonata dalla responsabile del campus: ” Daniele accusa un forte dolore a sinistra sopra la pancia, e non se la sente di giocare. Forse è meglio se lo viene a prendere”
Non sono un’allarmista e neanche una di quelle mamme che porta il figlio al pronto soccorso appena ha la febbre.
Quando Danny ha avuto 40 di febbre, prima gli ho fatto un bagno caldo e gli ho abbassato la temperatura (da 40 a 37, i gradi dell’acqua della vasca), e poi gli ho dato una bella tachipirina.
Ma sabato Danny parte per 2 settimane con le nonne, e quindi?
E quindi dopo 5 minuti ero a scuola, e dopo 7 eravamo al pronto soccorso.
Un’ora e mezza di attesa per sentirmi dire che aveva avuto una colica da stipsi.
Colica da stipsi? Ma dirmi che aveva un tappo e che serviva una supposta di glicerina non era più facile?!
Vabbè, ormai lo sappiamo che a certi dottori (non a tutti) piace parlare complicato per spaventare le mamme.
Passato, e risolto, il falso allarme, ho deciso di portare Danny al parchetto sotto casa per fare un meritato giro in bici.
Eravamo al parco da una mezz’ora quando mi accorgo dell’arrivo di due macchine di carabinieri davanti ai due ingressi principali del parco, e vedo due moto dell’arma entrare dentro il parco, ai limiti delle aree giochi.
Ho cercato Danny con gli occhi e lo ho fatto subito venire vicino a me.
A quel punto uno dei carabinieri in moto era quasi al mio fianco.
“Scusi cosa sta succedendo?”
“Niente signora!”
Certo, certo! Arrivano due macchine dei carabinieri, e due moto entrano nel parco, ma non succede niente.
A quel punto insisto e il carabiniere mi chiede se ho visto in giro un signore strano.
Un signore strano?
Tutte le mattine mi alzo con un signore strano accanto a me nel letto (Ahahahahah! Questa mi è ventura proprio bene!) e durante il giorno ne vedo a bizzeffe di signori strani.
Intanto arrivano 5 ragazze che al carabiniere indicano un signore alto e un po’ stempiato seduto sul prato, sotto un albero.
“E’ lui!”, dicono indicando l’uomo.
Ve la faccio breve: il signore in questione si aggirava nel parco “Marcello Candia”, dietro l’Iperccop di Viale Umbria, a Milano, mostrando i suoi attributi (che molto volentieri amputerei con le mie sante manine di mamma incacchiata nera), a ragazzine e bambini.
Sì, sì, il signore ha mostrato il clone del suo cervello anche a 3 bambini di 6 anni, l’età di mio figlio.
Per fortuna una signora che ha sentito due bambini parlare tra di loro della cosa, ha chiesto spiegazioni e ha chiamato subito i Carabinieri.
Da quanto ho capito non sono stati i genitori dei diretti interessati a chiamare il 118, ma una donna che ha capito cosa era successo.
Il pedofilo in questione, perché le cose (è lui per me non è un uomo), vanno chiamate con le giuste parole, è stato subito fermato e, poco dopo, ammanettato.
Ma l’uomo in manette restava sotto quell’albero, e i carabinieri non lo portavano via.
Perché?
Perché avevano bisogno di una denuncia immediata da parte dei genitori dei piccoli (le adolescenti erano al parco senza genitori).
“Ma voi così state violando la privacy di quell’uomo, tenendolo lì davanti a tutti con le manette!”.
Ho cancellato la faccia della signora che ha detto questa frase idiota. Certe facce per me vanno dimenticate, che è meglio.
E intanto io mi chiedo “E quel pervertito? Che fine avrebbe fatto?”
Adesso magari lo portano in caserma, lo tengono dentro, e poi, come quell’atro pedofilo arrestato poco tempo fa al Parco Marinai di Italia, lo rimettono subito in libertà (perché mi sa che così è finita).
E noi mamme che facciamo?
Io porto mio figlio in due parchi: uno sotto casa e uno davanti alla sua scuola, e adesso, in tutti e due, hanno trovato e arrestato un pedofilo.
Volevo fare una foto a quell’uomo!
Volevo fare una foto e farla girare su facebook, e via mail, a tutti.
Quell’uomo alla fine è stato arrestato, e portato via, ma so già che tornerà presto a fare l’idiota in giro per la nostra città.
“Signora io come carabiniere non posso autorizzarla a fare una foto, ma lei faccia il giro, si avvicini, e faccia quello che crede…”
Poi arriva un suo collega che sente il discorso e mi dice: “Signora noi dobbiamo difendere la privacy di quell’uomo, e lei non può fare la foto”
Voi dovete difendere la privacy di quell’uomo?!?! E i nostri figli chi li difende??!
E poi, come ciliegina sulla torta, arrivano due poliziotti in borghese a fare la ramanzina a noi adulti del parco:”Perchè voi dovete capire che noi siamo qui per aiutarvi, ma ultimamente c’è troppa omertà. La gente vede, ma non parla”
Ecco, è arrivato il genio!
Ma secondo te perché la gente ha paura di sporgere denuncia quando per farlo devono venire in caserma, riconoscere il peccatore davanti a voi, e soprattutto davanti a lui?
Forse perché sanno che dopo una settimana il peccatore torna in libertà e va a cercare loro o i loro figli?
Ma pensate che la gente si senta al sicuro in un paese dove Corona sta in galera e i pedofili e gli assassini stanno a casa loro?
Io non mi sento sicura per nulla, e mi dispiace tanto non essere riuscita a fare una bella foto a quel fetente.
Posso solo dirvi che era alto, stempiato e non italiano.
Barbara