Pasta al “vero” pomodoro

 

Ursula, una delle mie più care amiche, anni fa, ha deciso di trasferirsi ai Caraibi, e non è più tornata.

Vogliamo darle torto?!

E vogliamo parlare di quella sana invidia che mi assale tutte le volte che penso a lei!?

Vabbè, sorvoliamo…

Un paio di sere fa è venuta a cena da me con sua figlia.

Ai Caraibi i pomodori costano come l’oro e allora ho pensato che le due fanciulle avrebbero gradito un bel piatto di pasta al pomodoro, pomodoro vero, e non in bottiglia.

Se devo essere proprio sincera sincera, io avevo sempre usato il pomodoro in bottiglia, o al massimo i pelati, poi quest’estate la mitica Stefania di Barletta (mamma di un compagno di Danny), quella che ogni tanto mi da qualche ricetta (che fa pure rima), mi ha insegnato a fare il vero sugo di pomodoro, e ora non posso più farne a meno!

imageIniziamo come sempre con gli INGREDIENTI:

per 4 persone

due confezioni di pomodorini datterini (che di solito qui al nord sono i più saporiti), o anche di ciliegini se li trovate profumati (è da lì che si capisce se sono saporiti!)

Cacioricotta (io me lo sono portato dalla Puglia, ma si trova abbastanza buono anche nei supermercati)

Pasta a vostro gradimento (io ho usato i tortiglioni di Kamut bianco. Ormai mangio quasi esclusivamente pasta di Kamut integrale perché è più leggera e digeribile, e mi piace di più, ma siccome avevo ospiti ho optato per il kamut bianco, molto simile alla pasta classica)

Olio, cipolla e sale (anche per il sale da un po’ ho cambiato, e ora uso solo sale integro, ossia non trattato, e ho scelto il sale rosa dell’Himalaya, sia fino che grosso.

E’ un sale decisamente più caro del sale classico, ma leggete i suoi benefici e vedrete che correrete a comprarlo subito. La cosa più importante è che riduce la ritenzione idrica. Brutto?!?!

Una volta che avete tutto INIZIAMO:

Fate bollire l’acqua, prendete i vostri pomodorini, li lavate bene e, una volta che l’acqua bolle, e che l’avete salata, fate sbollentare i vostri pomodorini per 5 minuti.

A quel punto scolate i vostri pomodorini (io li levo dall’acqua con la schiumarola così tengo l’acqua per la cottura della pasta).

Una volta scolati i pomodorini li passate, così come sono, nel passaverdura o, se non lo avete, li frullate e poi filtrate il tutto con l’aiuto di un colino, per eliminare buccia e semi.

Mettete il sugo ottenuto in un pentolino e, aggiustandolo di sale, fatelo andare a fuoco basso per circa 15 minuti.

Io ci ho fatto anche un soffritto leggero usando mezza cipolla, e un filo di olio, e frullando il soffritto, col minipimer, prima di versarci sopra il sugo (mio figlio la cipolla la mangia, ma è meglio che non la veda!)

Mentre il vostro sugo va, prendete il cacioricotta e ne grattate un bel po’ (io per 4 ci gratto metà forma di quelle classiche tonde). Un po’ lo metterete direttamente sulla pasta mentre la saltate con il sugo, a fine cottura, e un po’ lo portate a tavola in modo che ogni ospite possa aggiungerne a piacere.

Direi che è tutto!

Buona pappa

Barbara

Rostin nega’a: ricettina!

 

Vivo a Milano dal lontano settembre del 1989

Quest’anno ci sarà sto cavolo di EXPO (“cavolo” mi sembra il temine giusto, visto che si parlerà di cibo no?!)

E quindi mi sembra il momento giusto per imparare a fare un piatto della tradizione meneghina: il mitico “Rostin nega’a”, ossia un bel arrostino annegato nel vino.

Perché diciamocelo, ma in questo Expo ci sarà un po’ di tutto, e verranno a fare i maestrini da tutto il mondo, ma noi in Italia abbiamo poco da imparare, e tanto da insegnare, sul cibo, o no?!?

Pensate a quante regioni ci sono, a quante tradizioni, a quanti piatti vecchi, e a quanta innovazione.

Brasati, lessi, risotti, e ora le spume.

Cibo in foglie e polvere di tartufo.

La pasta fresca, e le lasagne delle nonne.

Ma cosa vogliono venire ad insegnarci e noi eh?!?!?!?!?

In questo momento mi sento molto patriottica, e quindi?!

Qualche problema?!

Se vi do fastidio basta un click, et au revoir!

Andate pure a leggere come si fa il patè de fois gras (poco sano, ma tantooooo bbbbbono)

Se invece, come me, oggi avreste voglia di sventolare la bandiera italiana, cantano “Oh mia bella Madunnina”, allora rimanete connessi con quella che tempera i tacchi, e beccatevi la ricetta facile facile per fare il “Rostin nega’a”

imageIniziamo come sempre dagli INGREDIENTI: se siete in 4 comprate 4 bei nodini di vitello, e se il vostro macellaio è simpatico, chiedetegli di tagliarvi già i nervetti interni, così non vi si arricceranno in fase di cottura.

15/20 grammi di pancetta a dadini (io ho abbondato a 50 grammi, ops)

un rametto di rosmarino

farina

50 grammi di burro (io ne ho messi 30)

1/2 bicchiere di vino bianco secco

Se avete tutto possiamo iniziare

 

E ora le alternative sono 2:

O vi leggete la ricetta originale che vi ho pubblicato qui sotto oppure, siccome vi voglio bene, seguite la traduzione che mi ha gentilmente fatto la mia amica Clara

rostin

OK ok TRADUCO!

Mettete la pancetta a rosolare con il burro e il rametto di rosmarino.

Infarinate i vostri nodini di vitello e li aggiungete alla pancetta e al burro facendoli rosolare bene su entrambe i lati.

A quel punto aggiungete il 1/2 bicchiere di vino, coprite e fate andare a fuoco lento per circa mezz’ora (girando la carne a metà cottura)

Il tempo di cottura può variare a seconda dello spessore dei vostri nodini.

Per sapere il tempo esatto chiedete al vostro macellaio una volta che vi da la carne.

Come contorno io ho scelto una semplice insalata verde, ma ci stanno bene anche delle patate al forno.

Buona pappa, e viva l’Italia!

Bacetti

Barbara

 

Quelle bombe di zucchine, ripiene!

 

Questa ricetta è davvero una bomba!!!

Non solo perché per farla vi serviranno le “zucchine bomba” (come le chiamo io), ma perché il risultato è davvero una bomba.

L’unico problema è trovare le famose “zucchine bomba”, ma di solito una passeggiata al mercato da il suo risultato.

Ultimamente mi vengono parecchio facili le rime, ahahahah!

ingredzucchinefotoIniziamo subito con gli INGREDIENTI:

Per 4 persone 

8 zucchine rotonde ( le zucchine bombaaaaaa)

250 gr di ricotta

200 gr di pancetta a dadini, affumicata

100 gr di parmigiano grattugiato

1 ciuffo di prezzemolo (o del sano prezzemolo surgelato!!!)

1 uovo

20 gr di pan grattato

olio, sale e pepe

Quando avete tutto INIZIAMO:

Tagliate il cappello delle zucchine e le svuotate (io lo ho fatto col cucchiaio), lasciando circa 1 cm di spessore sulle pareti, delle bombe!

Raccogliete la polpa in una terrina e la tritate (col minipimer o simile)

Rosolate  la vostra pancetta ( i dadini) in padella con un filo di olio e, quando si saranno raffreddati, li aggiungete alla polpa delle zucchine tritata.

Accendete il forno a 200 gradi e andate avanti.

Assieme alla polpa e alla pancetta aggiungete l’uovo, la ricotta, il parmigiano e il pan grattato, e per finire prezzemolo, sale e pepe.

Amalgamate bene il tutto e “caricate” le vostre “zucchine bomba”.

Infornate tutto, senza rimettere i cappelli sulle zucchine, e fate cuocere a 200 gradi per 35/40 minuti.

A quel punto fate raffreddare un minimo, assaggiate e poi mandatemi i fiori al solito indirizzo.

Ahahahahahah

Besos

Barbara

 

 

 

 

Ricetta: una super rana pescatrice

Settimana scorsa stavo guardando “Cucine da incubo”.

Io adoooro “Cucine da incubo”!

“Cucine da incubo” è una di quelle trasmissioni che io catalogo come “trasmissione speranza”.

Le “trasmissioni speranza” sono quelle che ti aiutano a credere che anche se sei una cessa (scusate, ma non trovo parla più adatta, e questa mi fa sorridere) puoi sempre diventare una gnocca (idem come prima); quelle che ti aiutano a sperare che anche se in cucina sei una frana, puoi sempre imparare; quelle che ti tranquillizzano perché capisci che anche se hai una paura o un fissa micidiale (tipo quelli che non riescono a buttare mai nulla), forse un giorno ce la farai.

Ci sono giorni in cui mi sento cessa (giuro che è così)

Ci sono giorni in cui devo chiamare mia mamma perché non mi ricordo come si faccia il pollo lesso.

Ci sono giorni in cui gli armadi stanno per scoppiare, ma niente riesco a buttare (ogni tanto una rima ci sta bene dai!): la gonna verde pistacchio potrebbe tornare di moda, e quei jeans taglia 40 forse un giorno potrebbero di nuovo entrarmi, forse…

Come non si fa ad amare chi ti fa sperare che tutto possa succedere? Se ci credi e se lo desideri davvero?

Trovo divino Cannavacciuolo Antonino (so che va prima il nome, ma non mi sarebbe venuta la rima!)

Antonino entra in questi ristoranti alla frutta, ordina un paio di primi, e un paio di secondi, e poi li smonta, li distrugge!

Antonino non le manda a dire!

Antonino buttare via tutto, fa pulire quello che rimane. e poi ricostruisce, dal nulla.

La cosa che mi piace di più è quando elimina i soliti menù con mille portate, e “regala” una decina delle sue ricette.

E’ stato proprio Antonino Cannavacciuolo, durante la puntata di “cucine da incubo”, che ha suggerito la ricetta che sto per darvi.

Una ricetta facilissima e da paura!

Mai provata una ricetta così facile e così buona.

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

INGREDIENTIRANAfoto

 Per 3 persone circa 800 grammi di rana pescatrice (io me la faccio già pulire e sfilettare)

 Una confezione di lardo (meglio se stagionato, oppure usate quello normale, ma aggiungete rosmarino in fase di cottura)

Quando avete tutto INIZIAMO:

Mettete un foglio di carta forno sul vassoio del forno e accedetelo a 180 gradi.

 Tagliate i filetti di rana pescatrice in piccoli “bocconcini”.

 Avvolgete ogni bocconcino in una o due fette di lardo (a seconda della misura del bocconcino)

 Non aggiungete sale, semmai fatelo alla fine, ma secondo me non serve.

Infornate a 180 gradi per 15 max 20 minuti et voilà!

Come contorno suggerisco una semplice insalata mista.

RANAfoto

Besos

Barbara

  

  

  

Filetti di platessa ripieni di asparagi

 

Settimana scorsa sono andata al mercato a comprare il salmone per fare la tartare di Temakinho, e il “mio” pescivendolo era nascosto in un angolo a mangiarsi un filetto di pesce impanato e arrotolato, da cui sbucavano 4 punte di asparagi.

“Apperó! Te lo ha preparato la tua signora per la pausa pranzo”

“Ma va”, mi risponde lui “L’ho comprato già fatto al chiosco qui davanti”

E io che in quel chiosco avevo comprato sempre e solo il pollo arrosto e gli arancini di riso.

Detto, fatto: platessa comprata e ricetta ottenuta.

Potevo forse non farmi spiegare come provare a rifarla a casa?!?

ingredientifotoIniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

filetti di platessa (direi un paio a testa)

asparagi surgelati o freschi (direi 4 a testa per il ripieno della platessa, e altri 4 o 5 a testa come contorno da mettere sul piatto)

pan grattato

uovo (non obbligatorio)

olio, sale, prezzemolo

Se avete tutto INIZIAMO:

Scottate gli asparagi in acqua senza cuocerli del tutto: devono risultare croccanti, ma non prontissimi, e quelli che vi servono da mettere dentro i filetti, li tagliate a metà, accorciandoli (togliete la parte di gambo più dura)

Adagiate sulla carta forno, sul vassoio che poi metterete in forno, i vostri filetti di platessa (dopo averli passati nel pan grattato sul lato più bianco, quello che rimarrà esterno all’involtino).

La parte “più nera” del filetto (la pelle) tenetela verso l’interno, ossia in alto.

Spolverate i filetti con sale e prezzemolo, e adagiateci sopra 3 o 4 asparagi su ognuno, facendo in modo che le punte degli asparagi escano di poco dal lato lungo del filetto.

Arrotolate con cura i vostri filetti e chiudeteli con uno o due stuzzicadenti (ricordate di levarli a fine cottura, perché fanno male al palato!!!)

dannyfotoNon è obbligatorio , ma, una volta chiusi i filetti, si possono spennellare con un uovo, e ridare una spolverata finale di pan grattato .

Mettete tutto in forno pre riscaldato a 180 gradi, e cuocete per 20 minuti ventilato sopra e sotto.

Per finire fate 5 minuti di grill sopra, e il gioco è fatto.

Impiattate 2 “involtini” per piatto e usate gli asparagi avanzati come contorno.

Et voilà

Besos

Barbara

 

Ricetta: tartare di salmone Temakinho

 

Uno dei miei ristoranti preferiti, di Milano, è sicuramente Temakinho, un posticino dove si mangia dell’ottimo sushi, rivisitato in chiave brasiliana.

Un esplosione di colori e sapori. 

No, no! Anche se dal mio entusiasmo potrebbe sembrare che io lavori per loro… non è così.

Io mi nutro di loro.

E poi da quando il mio amico Camillo è diventato il direttore del Temakinho di Corso Garibaldi, ho un motivo in più per andarci.

Potrei entrare da Camillo bendata, e scegliere cosa mangiare a caso (tanto mi piace tutto quello che fanno), ma un piatto preferito lo ho, ed è la loro tartare di salmao gustoso.

Premetto che non potrà mai venirvi come viene a loro, sempre che non siate nippo-brasiliani, e che siate degli ottimi chef, ma io la ricetta ve la do lo stesso.

Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI:

imageSalmone fresco (mooooolto fresco, visto che andrà mangiato crudo)

Formaggio Philadelphia

Un avocado (non serve sia laureato!)

Erba cipollina (fresca, o anche no)

Salsa Yakitori (la si trova in tutti i negozi che vendono il necessario per fare i sushi)

Per ultima cosa servono le mandorle (scusate, ma mi sono dimenticata di metterle nella foto, ops!)

Quando avete tutto possiamo INIZIARE questa difficilissssssssima ricetta (bugia, è facile facile )

imageTagliate a cubetti piccoli sia il salmone che l’avocado.

A quel punto condite i dadini di avocado con un filo di olio e sale e metteteli su ogni piatto facendo una sorta di base per la tartare.

Amalgamate i dadini di salmone con un filo di olio e sale, con l’erba cipollina, e con il formaggio Philadelphia.

Per le quantità fate a occhio. Dipende anche dai gusti. Io per 3 persone ho usato 80 gr di formaggio.

Con un coppapasta (quegli anelli di acciaio, alti due dita, tipo formine, che una volta pensavo servissero solo in spiaggia!) aiutatevi a fare delle piccole “tortine” di tartare da posizionare al centro del vostro “letto” di avocado.

A quel punto, sopra ad ogni tartare, mettete un po’ di scaglie di mandorla e un filo di salsa Yakitori (o di olio, se non avete trovato la salsa)

Spero di non essermi dimenticata nulla.

Quasi quasi uno di questi giorni vado a pranzo al Temakinho, così riassaggio l’orginale!

Besos

Barbara

 

La cialda: ricettina pugliese facile facile

Io amo la Puglia, i pugliesi, il mare pugliese, e, soprattutto, il cibo pugliese!!!

Ma quanto si mangia bene in Puglia?!?

A parte il fatto che hanno una materia prima talmente buona, che quando hai fatto due zucchine e due carote al vapore, sei già felice.

E  vogliamo parlare della frutta? Del pesce e della carne? Beh, no, vabbè !

Quando sono qui, spesso vado in spiaggia al Kypos, da Enzo, a Torre Canne.

In cucina, nel chiosco del Kypos, ci sta la mitica mamma di Enzo: una pasta al pomodoro, una caprese, un’insalata con frutta…

Tutti piatti semplici, ma nulla di banale.

Da Enzo si mangia sui piatti di carta, seduti al sole sul proprio lettino, in una delle sue amache, o davanti al chiosco ascoltando buona musica, mentre qualche bambino tenta di venderti quei coloratissimi braccialetti fatti di minuscoli elastici, gli stessi che hanno ormai invaso anche casa nostra.

Io da Enzo mangio quasi sempre la “cialda”.

La cialda è un piatto tipico della traduzione pugliese, che si faceva con pane raffermo, vecchio di una settimana e rigorosamente cotto nel forno a legna, più altri ingredienti che ora vi racconterò.

Ovviamente, come per tutte le ricette, le varianti sono diverse, è uno può scegliere ciò che più gli piace.

Per fare la “cialda del Kypos” dovrete comprare gli ingredienti della foto qui sopra, ossia:

pomodorini

patate

capperi

sedano

origano (nella foto vedete prezzemolo perchè avevo scambiato le foglie del sedano per prezzemolo e quindi mi sono sbagliata! Che ignoranteeeeee)

cetriolo tondo

Se si vuole si può aggiungere aglio o cipolla, e tonno.

Fate bollire le patate, le sbucciate e le tagliate a rondelle (come andrebbe fatto) o a dadini (come ho fatto io)

E poi in una grande ciotola aggiungete i capperi, i cetrioli sbucciati e tagliati a dadini, i pomodorini e l’origano.

Olio (abbondare), sale e pepe, e il gioco è fatto!

Buona cialda a tutti.

Barbara

Ps: alla prossima puntata spaghetti con fagiolini occhipinti e…

 

 

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Un coniglio facile facile

Non avevo mai cucinato il coniglio in vita mia, e ieri sera ho fatto bingo!

Giovedì sera stavo come sempre guardando Masterchef, e uno dei concorrenti ha cucinato un coniglio pazzesco.
Coniglio?
Mai fatto coniglio in vita mia.
Dovete sapere che io, fino a 10 anni fa, sapevo fare giusto una pasta in bianco, o con un sugo di quelli già pronti, e al massimo una maxi insalatona.
I primi anni in cui vivevo a Milano, da sola, facevo spesso cene a casa e il menù era:
1) pasta con sugo alla Giulio Cesare (la avevo magiata una volta in un ristorante) nella mia versione speciale fatta con barattolo di sugo già pronto, barattolo di pesto già pronto e panna da cucina, ovviamente già pronta. Il tutto mescolato e buttato sulla pasta.
2) insalatona mista con quello che capitava e per finire
3) gelato portato dagli amici invitati
Era sempre il solito menù, ma per fortuna la gente veniva per la compagnia: gli uomini per conoscere le mie amiche carine e le mie amiche carine per conoscere i miei amici carini.
Marta Flavi, in confronto a me, era una dilettante!
Ma 10 anni fa…
10 anni fa il mio attuale marito è venuto a vivere con me!
E con chi viveva prima di venire a vivere con me?
Con la sua mamma che della cucina è la regina (sono nata poetessa, scusate)
E quindi?
E quindi 10 anni fa mi è scattato l’orgoglio, ho fatto un mutuo e ho iniziato a comprare qualsiasi libro da cucina e non solo…
Ho comprato anche tutti gli attrezzi da cucina in vendita sul mercato: dai robot ai sac à poche, dai coltelli di ceramica al sifone per fare le spume.
Ovviamente la metà delle cose sono ancora nuove di zecca, ma il saperle che le ho mi da tanta sicurezza,ahah.
Le mie amiche brave in cucina ormai quando sentono squillare il loro cellulare, e vedono il mio numero di telefono, iniziano a ridere.
“Scusa quanto deve stare l’arrosto in forno? Ma il polpo, per farlo venire morbido, lo devo mettere in acqua scongelato o ancora congelato?”
E queste sono le domande meno stupide, ve lo assicuro.
Fatto sta che alla fine, se le ricette che leggo o che mi danno, sono belle precise, spesso mi vengono, e il mio orgoglio si gonfia.
Ma torniamo al coniglio.
Ieri sono andata in macelleria e l’ho comprato, poi mi sono avvicinata alla proprietaria, in cassa, ho pagato e, a bassa voce, le ho chiesto:”Mi dica, mi dica, ma come lo faccio sto coniglio?”
Nessuno meglio della proprietaria di una macelleria può dirti come cucinare della carne!
Iniziamo come sempre dagli i
INGREDIENTI per 4
1 kg circa di coniglio (io me lo sono fatto tagliare a pezzi)
1 barattolo di sugo di pomodoro già pronto
1 carota, 1 cipolla e 1 gambo di sedano per il soffritto
Mezzo bicchiere di vino bianco da cucina
Un ciuffetto misto di salvia, prezzemolo e rosmarino.
Olio, aceto, brodo granulare di carne o un dado, e acqua
Se avete tutto INIZIAMO:
Sciacquare il coniglio sotto l’acqua e metterlo a bagno in una ciotola con acqua e aceto.
Preparate un bel soffittino con olio, una cipolla, una carota e un gambo di sedano, tagliati tutti fini fini.
Asciugate i vostri pezzi di coniglio tamponandoli e metteteli in padella a rosolare, sfumando con mezzo bicchiere di vino bianco.
Quando saranno belli rosolati aggiungete 1 bicchiere di acqua, poco più di mezzo barattolo di pomodoro già pronto,un misurino di dado granulare di carne, o un dado, abbassate il fuoco e coprite.
A quel punto mettete il vostro timer su “60 minuti” è andate ad apparecchiare la tavola.
Io come contorno ho fatto delle semplici patate lesse poi tagliate a tocchetti e passate al forno col olio e rosmarino, ma si può fare anche il purè o la zucca al forno, o una bella insalata verde mista con due pomodorini.
Ogni tanto andate a controllare e a girare i pezzi e, se serve, aggiungete salsa di pomodoro (se vi piace bello “pomodoroso”) o acqua.
A 10 minuti dalla fine della cottura, aggiungete un bel trito di rosmarino, salvia e prezzemolo.
In un’ora voi avrete il vostro ottimo coniglio morbido morbido, gustoso gustoso, e Jessica si dovrà trovare un nuovo amante peloso.
Bye bye Roger!
Barbara

Le facili farfalle, per bambini, ma non solo…

 
Ed ecco a voi il piatto dell’ultimo minuto.
Trattasi di piatto unico perché contiene sia carboidrati che proteine e, volendo, potrebbe contenere anche verdure.
Daniele impazzisce per questa ricetta facile facile, e devo dire che quando la faccio per lui, me la magno pure io, molto volentieri.
ingredienti farfallefotoIniziamo come sempre con la LISTA DELLA SPESA:
Pasta (meglio penne o farfalle, ma vanno benissimo anche i fusilli o qualsiasi pasta abbiate in dispensa)
Formaggio Philadelphia
Una bustina di zafferano
Acqua e sale 
Quando avete tutto INIZIAMO:
Scusate se oggi mi dilungo con spiegazioni scontate, ma, se non lo facessi, la ricetta finirebbe troppo presto, hihi!
Prendete la pentola dall’armadietto delle pentole, riempitela di acqua, accendete il fuoco, fate bollire l’acqua e calate la pasta.
Prendete il timer e regolatelo a seconda dei minuti di cottura richiesti.
Quando la pasta è quasi pronta, mettete in una ciotola una quantità di Phildelphia a piacere (io ne uso parecchio), una bustina di zafferano (io compro quello che costa meno tanto mica devo fare il risotto alla milanese!) e poi aggiungete un po’ di acqua di cottura, e mescolate mene
Scolate la pasta, versatela nella ciotola e rimescolate.
Una spolverata di grana e il gioco è fatto.
Se ai vostri bambini piacciono, c’è anche la versione con le zucchine: basta tagliare delle zucchine a dadini piccoli e saltarle in padella con un filo di olio (e cipolla e peperoncino se i bimbi gradiscono e non sono troppo piccoli).
Le zucchine andranno aggiunte nella ciotola con tutto il resto.
Slurp, mi sta venendo fameee
Barbara

Cosce di pollo e crackers, ops!