Lo so che non ci crederete, ma 2 giorni fa ho fatto il primo arrosto della mia vita e, nonostante tutto, è venuto buonissimo. Ho scritto “nonostante tutto” perchè, prima di riuscire a servirlo in tavola, ne sono successe di tutti i colori. Fantozzi non sarebbe riuscito a fare di meglio. La ricetta me l’ha data una mamma di un compagno di scuola di mio figlio quando un giorno ci siamo messe a chiacchierare fuori dalla scuola (a noi donne viene benissimo chiacchierare, ovunque). Le stavo chiedendo cosa fa nella vita e lei mi stava raccontando che è avvocato, ma che, da quando ha due figli, ha deciso di aprire lo studio in casa, così riesce a fare tutto. A quel punto ci siamo messe a parlare di cucina e io ascoltavo ammirata mentre lei mi raccontava che tra una pratica e l’altra, faceva un salto in cucina per preparare la cena. Io in cucina sono negata e, oltre alle solite cose che ho imparato a fare, non so più cosa inventarmi, ma soprattutto dove trovare il tempo per mettermici e lei invece? Lei fa l’avvocato, ha 2 figli e tutti i giorni riesce ad inventarsi qualcosa di nuovo, mentre lavora. I figli li porta lei e li riprende lei, non ha nessuno che l’aiuta e il marito lavora fino a tardi. E’ proprio vero che se sai cucinare ci metti un attimo a fare tutto mentre, se sei una schiappa, tra leggere la ricetta, chiamare l’amica, lo zio, lo chef amico etc…passano sempre almeno 2 o 3 ore. A quel punto wonder mamma mi guarda e mi dice “Ma fai un bell’arrosto no?!” Arrosto? E che ne so io di come si fa un arrosto e di che carne devo comprare per farlo. Io compro solo petti di pollo e hamburger. Quando nevica a ferragosto a volte mi allargo e vado anche sul maiale, il carpaccio o poco più. A quel punto forse le ho fatto pena e invece di correre in ufficio (a casa), si è fermata e ha deciso di aiutarmi. Mentre lei mi spiegava la ricetta dell’arrosto (e pure quella del lesso), io ero seduta sul mio scooter, sempre davanti alla scuola. Peccato che non avevo girato bene la chiave quindi lo scooter è rimasto “acceso”, per più di mezz’ora. La batteria si è scaricata: per andare in macelleria a comprare la carne per fare l’arrosto, sono dovuta passare prima per l’elettrauto. E già qui capite che il progetto “Primo arrosto della mia vita” è partito col piede sbagliato. Ho comprato un bel pezzo di vitello e finalmente sono riuscita ad arrivare a casa. A quel punto ho preso una pentola, ci ho versato dentro 2 dita di olio, come da indicazioni, e tutte le spezie fresche, e non, che avevo in casa (alloro, salvia, chiodi di garofano, rosmarino, timo etc). Quando l’olio è diventato bello bollente, ci ho calato dentro il mio pezzettone di carne (se lo lanci schizza: va “calato”) e l’ho fatto rosolare per un po’ . Quando lo ho visto rosolato al punto giusto, ho aggiunto 2 bicchieri di vino bianco, ho coperto il tutto, abbassato il fuoco e messo il timer su 1 ora e 15. Ogni tanto andavo a controllare e ad un certo punto mi accorgo che erano le 16.15. Aiutoooooo!!! Mio figlio esce da scuola alle 16.30 e io sono ancora a casa a fare l’occhiolino al mio arrosto?!?! Via di corsaaa a infilarmi un paio di scarpe a casa (una volta sono arrivata a scuola in tuta da ginnastica coi tacchi) Ma cavolo, mancano ancora 15 minuti al DRIN: che faccio? Spengo? E se intanto si secca e diventa un mattone di vitello? Noooooo, il mio primo arrosto non deve diventare un mattone. Ma che ebete: c’è la ragazza che viene due volte a settimana a stirare (posso pulire per 4 ore un bagno col cotton fioc, ma non chiedetemi di stirare) Eh vaiiiii! Non sa cucinare, ma per spegnere un fuoco quando il timer fa DRIN mica ci vorrà Cracco no?! “Silvia quando tu sentire drin tu spegnere pentola, mettere tutto dentro quella pilofila di vetlo e lavale pentola ok?!” Viene per stirare, ma visto che ci siamo…le faccio dare anche una pulitina alla casa che male non fa. E le parlo in filippinese sperando capisca meglio. Sono arrivata a scuola di mio figlio al pelo e tutta felice mi sono tornata con lui verso casa raccontando a Danny che la mamma aveva fatto una cosa buonissima, per cena. Entro in cucina e vedo lui, l’arrosto, nella pirofila di vetro. Ma il sugo? “Silvia, ma come ha fatto il sugo ad asciugalsi così tanto in 15 minuti?” “Signola io buttato sugo. Io dovele tenere?” “Tu dovele tenere folte mie mani pelchè io adesso menale teee folte folte!!!” Ebbene sì: la filippina stiratrice mi aveva buttato il sugo, il fantastico sugo del mio primo arrosto. Panico: l’arrosto rinsecchito mi guardava dal basso verso l’alto, tutto triste. Per fortuna dentro era ancora rosa quindi ho rifatto tutto dall’inizio: lo ho rosolato ancora un pochino e ho rimesso spezie e vino facendolo cuocere per un’altra mezz’ora. A cottura quasi ultimata mi chiama Valentina, la mia mitica amica chef che mi aiuta spesso nei momenti di panico, perchè aveva ricevuto il mio messaggio disperato “Aiutamiiii! Chiamami appena puoi che ho un arrosto ottimo senza sugo, che faccio?” Le stavo raccontando che in attesa della sua telefonata avevo cercato di rimediare rifacendo il sugo e cosa succede? Che mentre parlo con lei il mio arrosto si brucia! Che colpa ne ho io se noi donne quando stiamo al telefono perdiamo la cognizione del tempooooooo OK! Io non mi faccio abbattere da uno stupido arrosto. Ovviamente gratto via la parte bruciata e, per l’arrosto rimasto, rifaccio il sugo per la terza volta. Pulisco la cucina e butto via la parte di carne bruciata assicurandomi che finisca ben coperta da qualcos’altro, nel cestino dell’umido, e apparecchio la tavola. Risultato? Mio marito e mio figlio mi hanno fatto dei complimenti pazzeschi: l’arrosto era spettacolare! Ah ah ah, se sapessero… Beh, forse ora mio marito…saprà! Barbara PS: NON CI CREDOOOOOO! Mentre scrivevo questo post ho bruciato le caroteeeeeee. Ma porca paletta!!! E siccome so che state pensando che sia una bugia per farvi ridere…eccovi la foto. Ora però smettetela perchè non c’è niente da ridereeeeeeeeeee!!! (per la verità sto ridendo anche io…)
A quel punto scaldate bene una padella antiaderente (se c’è qualcuno che griglia, va benissimo la griglia), e tagliate il vostro
filone di pane a fettine di circa 2/3 cm. Mettete le vostre fettine sulla padella (senza 0lio senza nulla tanto basta il grasso della salsiccia che impregnerà il pane) e cuocete fino a che vedrete il pane abbrustolito e la salsiccia cotta (se la padella è bella cada, bastano un paio di minuti per parte) A quel punto dovete solo mettere le fettine sui piatti e, se non volete ustionarvi la lingua, aspettare un attimo prima di addentarle! Ieri sera mio marito e mio figlio mi hanno fatto i complimenti! Wow, per così poco… Barbara
Questa ricetta l’ho trovata dentro la confezione di pasta sfoglia già pronta che compro sempre al supermercato.
Della serie “non si butta nulla”, ahah.
Ho provato a farla con un pizzico di scetticismo e invece? E invece è venita bbbona vera!
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA
400 grammi di patate
400 grammi di alici fresche da pulire o 100 di alici sott’olio
prezzemolo
sale
peperoncino
pasta sfoglia pronta
Se avete tutto INIZIAMO:
Lessate 400 grammi di patate e prendete o 400 grammi di alici fresche (che pulirete togliendo teste e lische) o per fare prima, come ho fatto io, circa 100 grammi di alici sott’olio.
Le alici le lavate e le amalgamate con 3 cucchiai di pan grattato, mezzo spicchio di aglio tritato e prezzemolo.
Rivestite una teglia tonda con pasta sfoglia tonda (o quadrata se avete voglia di impazzire un po’), di quelle pronte che trovate al supermercato.
Ci mettete dentro prima le patate sbucciate e tagliate a tocchetti e sopra le alici con pan grattato aglio e prezzemolo, più peperoncino se vi piace, spruzzate un pò di olio e mettete in forno a 200 gradi per 35 minuti.
Et voilà!
Barbara
giogggaga
hajsjjsjeujd
Mettete l’acqua a bollire per il vostro cous cous espresso (bastano 5 minuti per cuocerlo) e tirate fuori la pirofila dal forno.
Togliete i pezzettoni di polpo dalla pirofila e li tagliate a pezzetti piccoli eliminando il grosso della pelle. Non diventate diventare matte: togliete giusto il grosso, quello che viene via “rastrellandolo” con la sola imposizione della forchetta.
Mettete un attimo da parte il polpo in una ciotola bagnandolo con un pò di sughetto di cottura. Trasferite tutto il sugo di cottura in una padella e lo fate un pò asciugare cuocendoci dentro le vostre cozze. Alla fine rimettete dentro i pezzi di polpo e servite con il cous cous a parte. Ieri sera eravamo a cena da noi 4 adulti e 2 bambini e ce lo siamo spazzolato! Slurp! Barbara N.B. Il “Signor Veneranda” è stato scritto 50 anni fa da Carlo Manzoni e trattava di un Signore che non aveva niente di meglio da fare di far diventar matto il suo prossimo…
Se capitate in Puglia, nei paraggi di Cisternino fateci un salto.
Il paese è stupendo e le bombette sono da paura.
Le bombette altro non sono che degli involtini di carne a volte farciti, a volte impanati, classici o piccanti.
Sono famose le macellerie di Cisternino che si sono furbamente attrezzate per poter cucinare e servire la loro carne direttamente nel luogo in cui la vendono.
Quando lo ho visto la prima volta, ho pensato subito che sono dei geni!
Entrate, andate al banco della carne, scegliete la carne che vorreste mangiare e dite loro quanta ne vorreste.
Attenzione perché spesso l’occhio è più grande della pancia!
Tornate al tavolo e ordinate gli antipasti, i contorni e se ce la fate, anche un primo (molte macellerie fanno anche ottimi piatti di orecchiette con le cime di rapa) o un dolcetto!
Ma torniamo alle bombette e alla ricetta per farvele a casa in attesa di un bel week end a Cisternino.
Partiamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:
12 fette sottili di capocollo maiale (4/5 mm)
150 grammi di caciocavallo (o altro formaggio dolce) fresco poco stagionato (es: emmental)
pan grattato
Appena avete tutto INIZIAMO:
Per preparare le bombette pugliesi iniziate grattugiando il caciocavallo, poi prendete le fettine di carne, ricopritele di carta da forno e con l’aiuto di un batticarne battetele per renderle sottili
Le impano da entrambe le parti, e iniziate a comporre le bombette ponendo su ciascuna fetta di carne un po’ di caciocavallo
Nella foto qui sopra vedete il formaggio a fette e sotto una fettina di pancetta. Si tratta di una delle varianti possibili, ma io le preferisco solo con il caciocavallo grattugiato.
Oliate una pirofila o usate pirofila antiaderente che possa contenere tutte le bombette e cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Sale dopo la cottura
Terminate la cottura azionando il grill per qualche minuto e servite le bombette pugliesi ben calde.
buona pappa
besos
Barbara
Per questo lungo ponte non potevo che venire nella citta’ dei ponti a trovare mia mamma, infatti sono a Venezia.
Il problema e’ che quando vengo a Venezia non riesco proprio a fare a meno di andare in un posticino a fare una cosuccia.
Devo per forza andare a mangiare almeno un “Pierino” all’Harry’s Bar.
Il Pierino e’ una sorta di toast fritto e quindi non è per niente dietico, ma gli strappi alle regole sono così buoniii.
L’ultima volta ho davvero esagerato: ne ho mangiati ben due e prima di farlo mi sono infiltrata nelle cucine dell’Harry’s Bar.
Con la complicità di Bruna Avogaro, la sorella di Arrigo Cipriani, e del grande Ernesto, mi sono fatta spiegare bene come si fanno e per essere sicura di capire bene, son rimasta a guardare mentre preparavano i miei.
Iniziamo dalla LISTA DELLA SPESA per fare 7 Pierini:
1/2 cucchiaio da caffè di Colman’s
2 cucchiai da caffè di salsa Worcestershire
2 uova
300 gr di emmental
Sale
2 fogli di pancarrè con bordo
1 etto di prosciutto cotto
Se avete tutto e siete pronti, possiamo iniziare.
Grattugiate l’emmental e lo rendete “cremoso” con frusta a spirale, con minipimer o con quello che avete.
Aggiungete la salsa Worcestershire, la Colman’s e un pizzico di sale.
Aggiungete un uovo e girate e infine aggiungete il secondo uovo e amalgamate bene il tutto.
Spalmate bene le due grandi fette di pan carré con la “crema di formaggio” ottenuta, aggiungete in mezzo in vostro prosciutto cotto, schiacciate bene le due maxi fette tra loro e le tagliate per ottenere 7 Pierini.
A quel punto mettete dell’olio per friggere in una padella e ci friggete i vostri Pierini per un paio di minuti, fino a che vedrete che il vostro pan carré si sarà dorato per bene.
Barbara
Tirate fuori dalla padella i vostri Pierini, li asciugate bene con la carta assorbente e li servite ben caldi. Slurp!
Barbara