“Pasticcio Evi”, per chi ama le patate.

 
Non ho una grande fantasia in cucina e quindi spesso faccio appello alle amiche.
Questa volta però la ricetta è arrivata addirittura dalla maestra di mio figlio.
Come farà dopo un’intera giornata a scuola, con 20 bambini, ad avere anche l’energia di cucinare?!
Io arriverei a casa e crollerei sul divano, addormentandomi a stomaco vuoto.
Se fossi una maestra penso proprio che sarei magrissima.
Ve lo dico dopo essere stata per 4 ore con quasi tutta la classe di mio figlio, per il suo compleanno.
Da quel giorno io nutro una grande stima per chi fa il mestiere della “maestra”: hanno tutta la mia ammirazione, e la mia comprensione.
Ma ora torniamo alle patate.
Ho deciso di chiamare la ricetta “Pasticcio Evi” in onore della maestra che mi ha dato la ricetta e dei pasticci che combinano i nostri figli, tutti i giorni.
tortaingreddientifotoIniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:
Una decina di patate piccole ( o meno se più grandi)
1 Porro
Pancetta a dadini (circa 80 gr)
Formaggio grana
Sale, pepe e burro
 
tortafotoQuando avete tutto INIZIAMO:
Io ho fatto una teglia piccola perché la avremmo mangiata solo mio marito ed io (Danny non ama i porri!), ma se siete di più fate una teglia più grande e raddoppiate le quantità.
Sbucciate le vostre patate, fate delle fettine fini e tagliate a rondelle fini anche il vostro porro.
A questo punto potete iniziare a fare gli strati:
imburrate un pò il fondo della teglia e fate un bello strato di patate , uno strato di rondelle di porro, aggiungete un terzo dei vostri dadini di pancetta, spolverate con un pò di grana, sale e pepe.
Poi di nuovo patate, porri etc, il tutto per 3 volte.
Sull’ultimo strato non mettete i porri, ma qualche ricciolo di burro e grana.
Infornate tutto  per 30/40 minuti a 180 gradi.
Ovviamente il tempo di cottura dipenderà da quanto fini avrete tagliato le vostre patate.
Assaggiare prima di sfornare è sempre la miglior soluzione, per non sbagliare.
Barbara

Non so se ci riproverò, ma magari sì dai!

 

Lo so che non ci crederete, ma 2 giorni fa ho fatto il primo arrosto della mia vita e, nonostante tutto, è venuto buonissimo.
Ho scritto “nonostante tutto” perchè, prima di riuscire a servirlo in tavola, ne sono successe di tutti i colori.
Fantozzi non sarebbe riuscito a fare di meglio.
La ricetta me l’ha data una mamma di un compagno di scuola di mio figlio quando un giorno ci siamo messe a chiacchierare fuori dalla scuola (a noi donne viene benissimo chiacchierare, ovunque).
Le stavo chiedendo cosa fa nella vita e lei mi stava raccontando che è avvocato, ma che, da quando ha due figli, ha deciso di aprire lo studio in casa, così riesce a fare tutto.
A quel punto ci siamo messe a parlare di cucina e io ascoltavo ammirata mentre lei mi raccontava che tra una pratica e l’altra, faceva un salto in cucina per preparare la cena.
Io in cucina sono negata e, oltre alle solite cose che ho imparato a fare, non so più cosa inventarmi, ma soprattutto dove trovare il tempo per mettermici e lei invece?
Lei fa l’avvocato, ha 2 figli e tutti i giorni riesce ad inventarsi qualcosa di nuovo, mentre lavora.
I figli li porta lei e li riprende lei, non ha nessuno che l’aiuta e il marito lavora fino a tardi.
E’ proprio vero che se sai cucinare ci metti un attimo a fare tutto mentre, se sei una schiappa, tra leggere la ricetta, chiamare l’amica, lo zio, lo chef amico etc…passano sempre almeno 2 o 3 ore.
A quel punto wonder mamma mi guarda e mi dice “Ma fai un bell’arrosto no?!”
Arrosto?
E che ne so io di come si fa un arrosto e di che carne devo comprare per farlo.
Io compro solo petti di pollo e hamburger.
Quando nevica a ferragosto a volte mi allargo e vado anche sul maiale, il carpaccio o poco più.
A quel punto forse le ho fatto pena e invece di correre in ufficio (a casa), si è fermata e ha deciso di aiutarmi.
Mentre lei mi spiegava la ricetta dell’arrosto (e pure quella del lesso), io ero seduta sul mio scooter, sempre davanti alla scuola.
Peccato che non avevo girato bene la chiave quindi lo scooter è rimasto “acceso”, per più di mezz’ora.
La batteria si è scaricata: per andare in  macelleria a comprare la carne per fare l’arrosto, sono dovuta passare prima per l’elettrauto.
E già qui capite che il progetto “Primo arrosto della mia vita” è partito col piede sbagliato.
Ho comprato un bel pezzo di vitello e finalmente sono riuscita ad arrivare a casa.
A quel punto ho preso una pentola, ci ho versato dentro 2 dita di olio, come da indicazioni, e tutte le spezie fresche, e non, che avevo in casa (alloro, salvia, chiodi di garofano, rosmarino, timo etc).
Quando l’olio è diventato bello bollente, ci ho calato dentro il mio pezzettone di carne (se lo lanci schizza: va “calato”) e l’ho fatto rosolare per un po’ .
Quando lo ho visto rosolato al punto giusto, ho aggiunto 2 bicchieri di vino bianco, ho coperto il tutto, abbassato il fuoco e messo il timer su 1 ora e 15.
Ogni tanto andavo a controllare e ad un certo punto mi accorgo che erano le 16.15.
Aiutoooooo!!!
Mio figlio esce da scuola alle 16.30 e io sono ancora a casa a fare l’occhiolino al mio arrosto?!?!
Via di corsaaa a infilarmi un paio di scarpe a casa (una volta sono arrivata a scuola in tuta da ginnastica coi tacchi)
Ma cavolo, mancano ancora 15 minuti al DRIN: che faccio?
Spengo?
E se intanto si secca e diventa un mattone di vitello?
Noooooo, il mio primo arrosto non deve diventare un mattone.
Ma che ebete: c’è la ragazza che viene due volte a settimana a stirare (posso pulire per 4 ore un bagno col cotton fioc, ma non chiedetemi di stirare)
Eh vaiiiii! 
Non sa cucinare, ma per spegnere un fuoco quando il timer fa DRIN mica ci vorrà Cracco no?!
“Silvia quando tu sentire drin tu spegnere pentola, mettere tutto dentro quella pilofila di vetlo e lavale pentola ok?!”
Viene per stirare, ma visto che ci siamo…le faccio dare anche una pulitina alla casa che male non fa.
E le parlo in filippinese sperando capisca meglio.
Sono arrivata a scuola di mio figlio al pelo e tutta felice mi sono tornata con lui verso casa raccontando a Danny che la mamma aveva fatto una cosa buonissima, per cena.
Entro in cucina e vedo lui, l’arrosto, nella pirofila di vetro.
Ma il sugo?
“Silvia, ma come ha fatto il sugo ad asciugalsi così tanto in 15 minuti?”
“Signola io buttato sugo. Io dovele tenere?”
“Tu dovele tenere folte mie mani pelchè io adesso menale teee folte folte!!!” 
Ebbene sì: la filippina stiratrice mi aveva buttato il sugo, il fantastico sugo del mio primo arrosto.
Panico: l’arrosto rinsecchito mi guardava dal basso verso l’alto, tutto triste.
Per fortuna dentro era ancora rosa quindi ho rifatto tutto dall’inizio: lo ho rosolato ancora un pochino e ho rimesso spezie e vino facendolo cuocere per un’altra mezz’ora.
A cottura quasi ultimata mi chiama Valentina, la mia mitica amica chef che mi aiuta spesso nei momenti di panico, perchè aveva ricevuto il mio messaggio disperato “Aiutamiiii! Chiamami appena puoi che ho un arrosto ottimo senza sugo, che faccio?”
Le stavo raccontando che in attesa della sua telefonata avevo cercato di rimediare rifacendo il sugo e cosa succede?
Che mentre parlo con lei il  mio arrosto si brucia!
Che colpa ne ho io se noi donne quando stiamo al telefono perdiamo la cognizione del tempooooooo
OK! Io non mi faccio abbattere da uno stupido arrosto. 
Ovviamente gratto via la parte bruciata e, per l’arrosto rimasto, rifaccio il sugo per la terza volta.
Pulisco la cucina e butto via  la parte di carne bruciata assicurandomi che finisca ben coperta da qualcos’altro, nel cestino dell’umido, e apparecchio la tavola.
Risultato?
Mio marito e mio figlio mi hanno fatto dei complimenti pazzeschi: l’arrosto era spettacolare!
Ah ah ah, se sapessero…
Beh, forse ora mio marito…saprà!
Barbara
PS: NON CI CREDOOOOOO! Mentre scrivevo questo post ho bruciato le caroteeeeeee.
Ma porca paletta!!!
E siccome so che state pensando che sia una bugia per farvi ridere…eccovi la foto.
Ora però smettetela perchè non c’è niente da ridereeeeeeeeeee!!! (per la verità sto ridendo anche io…)
caroteoto

Pane e salsiccia in versione chic!

 
Oggi vi do una ricettina povera, ma very chic.
Ovviamente non è proprio dietetica, ma è taaanto bbbona.
Siamo in stagione di grigliate e cosa succede mentre gli addetti alla griglia sono concentrati sulla carne?
Che gli ospiti che aspettano la carne hanno fame e allora di solito si fanno le bruschette con pane, aglio, olio e pomodori.
Bene, io oggi vi do una soluzione nuova, nuovissima, con cui farete u
Una cosina buona buona che potete fare, come ho fatto io ieri sera, anche senza la grigliata, ma come antipasto a tavola.
Pane e salsiccia in versione chic!
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA che questa volta sarà facilissima:
un bel filone di pane (o 2, dipende da quanti siete)
salsiccia (quella che vi piace di più, basta che si possa facilmente spellare da cruda 
Se avete tutto INIZIAMO:
Prendete il vostro filone di pane e togliete tutta la mollica
Spelate le vostre salsicce e infilatele dentro il filone di pane pressandole bene.
Ecco 4 fette ancora da cuocere e 4 già cotte!

Ecco 4 fette ancora da cuocere e 4 già cotte!

A quel punto scaldate bene una padella antiaderente (se c’è qualcuno che griglia,  va benissimo la griglia), e tagliate il vostro

filone di pane a fettine di circa 2/3 cm.
Mettete le vostre fettine sulla padella (senza 0lio senza nulla tanto basta il grasso della salsiccia che impregnerà il pane) e cuocete fino a che vedrete il pane abbrustolito e la salsiccia cotta (se la padella è bella cada, bastano un paio di minuti per parte)
A quel punto dovete solo mettere le fettine sui piatti e, se non volete ustionarvi la lingua, aspettare un attimo prima di addentarle!
Ieri sera mio marito e mio figlio mi hanno fatto i complimenti!
Wow, per così poco…
Barbara
Pane e salsicca in versione chic. Olè

Pane e salsicca in versione chic. Olè

 

Ricetta “turbo” per Gazpacho

 
Oggi vi do un ricettina super facile e super rapida.
Si tratta del Gazpacho, una zuppa fredda che nasce nel sud della Spagna.
I contadini se lo portavano bello fresco sui campi bollenti e a volte ci mettevano dentro anche dei cubetti di ghiaccio.
Si tratta di un piatto tutto a base di verdure e quindi alimenti ricchi di acqua indicati per le giornate calde.
Il Gazpacho si può fare e servire in diversi modi: come cocktail o come zuppa accompagnata da cubetti di cipolla, pane tostato, uovo sodo, cetrioli e pomodori.
Io oggi vi darò la ricetta più light ossia senza mollica di pane, senza crostini e senza uova, ma alla fine vi spiegherò al volo anche la versione No light.
Iniziamo come sempre dagli INGREDIENTI x 4 persone
1 peperone verde e 1 peperone rosso (io ne uso uno giallo e uno verde. I rossi li digerisco meno)
1 cetriolo da circa 200 grammi
100 ml di aceto bianco
50 ml di olio extra vergine di oliva
1 cipolla rossa (io l’ho usata bianca)
1 spicchio di aglio
600 gr di pomodori ramati
sale e pepe q.b. (per anni ho odiato leggere le ricette con scritto “Quanto Basta” e ora mi vendico! Ahahahah)
100 grammi di pane raffermo di cui userete crosta per crostini e mollica per gazpacho (per versione No light)
Se avete tutto INIZIAMO:
Tagliate i peperoni a listarelle eliminando i semi, tagliate pomodori a dadoni (io i semi non li tolgo), cetriolo a rondelle e cipolla come capita (tanto dovete frullare tutto quindi non diventate matti a tagliare), spellate un piccolo spicchio di aglio, tagliatelo in due e togliete l’anima.
Frullate tutto assieme aggiungendo aceto, olio e sale e pepe quanto basta (noi abbiamo il Bimby e frulliamo tutto a velocità “turbo” per 30 secondi) 
Se vi da fastidio la possibilità di trovarci dentro qualche micro pezzettino di pelle o due semini ( a me piace) allora prima di servirlo passatelo al setaccio.
gazpachosalsafotoSe vi piace il piccante (a me no e a mio marito…ovviamente sì) allora potete aggiungere del peperoncino o una goccia qualche salsa piccante tipo quella della foto che mio marito si è portato a casa dopo l’ultimo viaggio di lavoro in America. Aiuto!!!
Ricetta NO light: quella che vi ho appena dato è la versione light che facciamo noi, ma se volete fare quella “No light” allora l’aceto non lo frullate con gli altri ingredienti, ma usatelo con un pò di acqua per marinare la mollica di pane che poi frullerete con tutto il resto.
La crosta del pane la tagliate a dadini che metterete nel forno a 200 gradi per 5 minuti spruzzandoli prima con un pò di olio, per ottenere i vostri crostini.
Gli stessi ingredienti che usate frullati potete anche (comprandone in più) tagliarli a dadini e metterli in alcune ciotoline aggiungendo i crostini e anche due uova sode tagliate a pezzetti (ogni alimento in una ciotolina diversa), da servire accanto al vostro Gazpacho così uno può scegliere ciò che più gli piace di più a aggiungerlo alla sua zuppa fredda.
Olè
Barbara

Torta alla parmigiana

 
Ecco una variazione delle famose melanzane alla parmigiana.
Versione light e da mangiare a fette! Oh yesss
Ho trovato la ricetta nella confezione di pasta sfoglia già pronta che compro di solito all’Ipercoop e siccome è molto difficile che io butti una ricetta prima di provarla…eccomi qui a raccontarvela.
Ho provato a farla con un rocchetto di diffidenza (era ben più di “un filo” di diffidenza) e invece?
E invece è venuta ottima quindi ve la passo super volentieri.
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA X 4:
1 rotolo di pasta sfoglia tonda già pronta.
2 melanzane
2 mozzarelle da 125 gr
Una tazza di passata di pomodoro (io uso una confezione di quelle grosse del Pomì)
Origano
Un cucchiaio di basilico tritato (va benissimo anche quello surgelato)
4 cucchiai di parmigiano (o anche più)
Sale, pepe e olio
Se avete tutto INIZIAMO:
Tagliate le melanzane a fette di  mezzo centimetro di spessore e poi tagliatele a cubetti che terrete da parte.
Foderate una tortiera con la pasta sfoglia, tenendo la carta forno che vendono assieme, e bucherellate il fondo.
Spolverate il fondo con un pò di parmigiano.
Stendete uno strato di melanzane (la metà di quelle che avete preparato)
Condite con la metà della passata di pomodoro.
Aggiungete una mozzarella tagliata a cubetti piccoli.
Condite con origano, basilico tritato, sale e pepe.
Ripetete l’operazione e spolverizzate il tutto con il parmigiano rimasto e due cucchiai di olio.
parmigiana crudafotoQuando la vostra tortiera è pronta (vedi foto) cuocete nel forno preriscaldato a 200 gradi per 30 minuti
Et voilà
Fatemi sapere come vi viene e soprattutto se vi piace!
 
Barbara
 
 
 

Riso, patate e cozze!

 
Oggi vi do la ricetta di un piatto dedicato alla nostra amata Puglia in cui stiamo pian pianino costruendo la nostra casetta.
Riso, patate e cozze.
Lo ho fatto un paio di giorni fa ed è davvero facile ed ottimo.
Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA per 4 persone:
500 grammi di patate
600 grammi di cozze (io questa volta lo ho fatto con le cozze surgelate e vi assicuro che è venutao buonissimo)
200 grammi di riso (meglio il Carnaroli)
500 grammi di pomodorini
1 grossa cipolla
2 spicchi di aglio
1 grosso ciuffo di prezzemolo
pecorino grattugiato
olio, sale e pepe
Se avete tutto INIZIAMO:
Pulite bene le cozze e fatele aprire in una casseruola con un filo di olio, eliminate i gusci. Raccogliete il loro liquido di cottura, filtratelo e tenetelo da parte per dopo . 
Se usate quelle surgelate basta saltarle in padella un paio di minuti con un filo di olio e uno spicchio di aglio, tenendo sempre da parte il liquido di cottura
Tritate l’aglio con il prezzemolo.
Tagliate tutti i pomodorini a fettine.
Tagliate la cipolla e le patate. Mi raccomando, specialmente per le patate, di fare fettine davvero molto sottili sennò rischiano di rimanere crude. A me è successo di farle troppo grosse e vi assicuro che se succede vi si rovina il piatto e “quelle” girano, parecchio…
risofotoPrendete una bella teglia da forno oliata e iniziate a fare i vostri strati.
Mettete prima la metà dei vostri pomodorini tagliati a fette.
Poi metà della cipolla tagliate a fettine sottili.
Un pò di trito di prezzemolo e aglio, una spolverata di pecorino, un filo di olio e sale.
Fate poi strato con la metà delle vostre patate cerando di accavallarle un pò tra loro.
Sopra le patate mettete le vostre cozze e bagnate tutto con il liquido di cottura delle cozze.
A questo punto distribuite bene il vostro riso crudo, la cipolla e i pomodorini rimasti.
Un pò di pecorino e di trito di prezzemolo e aglio e coprite con il resto delle patate e del trito
Salate, pepate e bagnate con un filo di olio.
E’ giunto il momento di versate lentamente 7,5 dl di acqua (considerate ad occhio poco di più di mezzo litro).
Coprite con un foglio di alluminio e infornate per 20 minuti a 180 gradi.
Eliminate poi l’alluminio e cuocete per ancora 25/30 minuti
Sfornate e completate con pepe e prezzemolo fresco prima di servire.
Slurp!
Barbara
 
 
 

Quiche di patate e alici

 

Questa ricetta l’ho trovata dentro la confezione di pasta sfoglia già pronta che compro sempre al supermercato.

Della serie “non si butta nulla”, ahah.

Ho provato a farla con un pizzico di scetticismo e invece? E invece è venita bbbona vera!

Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA 

400 grammi di patate

400 grammi di alici fresche da pulire o 100 di alici sott’olio

prezzemolo

sale

peperoncino

pasta sfoglia pronta

Se avete tutto INIZIAMO:

Lessate 400 grammi di patate e prendete o 400 grammi di alici fresche (che pulirete togliendo teste e lische) o per fare prima, come ho fatto io, circa 100 grammi di alici sott’olio.

alicifotoLe alici le lavate e le amalgamate con 3 cucchiai di pan grattato, mezzo spicchio di aglio tritato e prezzemolo.

Rivestite una teglia tonda con pasta sfoglia tonda (o quadrata se avete voglia di impazzire un po’), di quelle pronte che trovate al supermercato.

Ci mettete dentro prima le patate sbucciate e tagliate a tocchetti e sopra le alici con pan grattato aglio e prezzemolo, più peperoncino se vi piace, spruzzate un pò di olio e mettete in forno a 200 gradi per 35 minuti.

Et voilà!

Barbara

torta in fornofoto

giogggaga
hajsjjsjeujd

Polpo “Signor Veneranda”: piatto unico e super facile.

 
Che fare il polpo buono e morbido non sia una passeggiata, questo lo sappiamo tutti, ma che esistesse un metodo “normale” per farlo venire ottimo senza tanti “sbattimenti”…lo ho scoperto ieri grazie al mio cognato Matteo.
Sbattere il polpo contro uno scoglio con energia prima di metterlo a bollire? Sono andata ovunque a cercare uno scoglio da mettere in cucina, ma non li vendono.
Mettere un tappo di sughero nell’acqua di cottura? Che cavolata: il tappo di sughero veniva usato una volta dai polpari perché legando il tappo ad uno spago e al polpo, a fine cottura tiravano fuori il polpo tirando il tappo e senza bruciarsi.
Surgelarlo prima di farlo bollire? Mi sembra normale: prima vado a comprarlo bello fresco , poi lo congelo e poi lo scongelo. Praticamente se vuoi fare il polpo ci devi pensare due giorni prima.
Cuocerlo in pentola a pressione, ma senza acqua ossia solo con la sua acqua? Sarò una fifona, ma io della pentola a pressione ho il terrore. Ho sempre paura che mi scoppi!
Per fare in modo che il polpo bollito venga buono e tenero bisogna metterlo in acqua ancora fredda con uno spicchio di aglio schiacciato, mezzo limone senza succo ossia dopo averlo spremuto, una decina di grani di pepe, prezzemolo e un paio di foglie di alloro.
1 kg di polpo lo fate cucinare per 30/40 minuti da quando l’acqua bolle e le lo lasciate raffreddare nella sua acqua di cottura, col coperchio. Punto e stop.
Avete presente quello che avete appena letto? Ecco, dimenticatevelo! OGGI vi insegno una RICETTA NUOVA, da paura, che non ha niente a che vedere con i diversi trucchetti che vi ho appena raccontato.
Il polpo tagliato a pezzettoni e messo nella pirofila di coccio sopra a cipolla, aglio e peperoncino

Il polpo tagliato a pezzettoni e messo nella pirofila di coccio sopra a cipolla, aglio e peperoncino

Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA (x 4)
1 polpo da 1,5 kg circa o meglio ancora 2 polpi piccoli
1/2  kg scarso di cozze  
1/2 cipolla
1 spicchio di aglio
1 kg di pomodorini a ciliegia a grappolo
1/2 bicchiere di olio extra vergine o quello che avete
1 bicchiere di vino bianco
sale, pepe e un peperoncino
400 grammi di cous cous espresso (quello che si trova al supermercato e che cuoce in 5 minuti)
Una pirofila possibilmente in coccio e un forno!
Quando avete tutto INIZIAMO:
Mettete nella vostra pirofila, possibilmente di coccio, mezza cipolla tagliata fine, uno spicchio di aglio e se vi piace un peperoncino fresco.
Ci adagiate sopra il vostro polpo crudo e pulito (fresco! Non serve surgelarlo e poi scongelarlo). Per fare in modo che durante la cottura non si arricci e non esca dalla pirofila, vi consiglio di tagliarlo a pezzettoni grossi.
pomodorinifotoCoprite il polpo con tutto il kilo di pomodorini dopo che li avrete prima tagliati in 4 ciascuno. Io quello più grossi li ho tagliati anche in 6.
Salate, pepate (ocio col sale), cospargete tutto con mezzo bicchiere di olio e uno di vino bianco.
Mettete in forno preriscaldato a 180 gradi e lo lasciate cucinare per 2 ore.
Io per la prima ora lo ho lasciato scoperto e per la seconda ora lo ho coperto con un foglio di carta argentata, ma si può lasciare scoperto anche per tutte le 2 ore.
 
A fine cottura spegnete il forno e lo lasciate dentro ancora un’oretta (so che ci vuole tanto tempo, ma in quelle tre ora mica dovete andare a guardarlo dalla finestra del forno o a fare qualcosa. Lo lasciate lì dentro e vi fate i cavoli vostri!)
Tagliate il polpo a pezzetti e trasferite il sugo dalla pirofila alla padella.

Tagliate il polpo a pezzetti e trasferite il sugo dalla pirofila alla padella.

Mettete l’acqua a bollire per il vostro cous cous espresso (bastano 5 minuti per cuocerlo) e tirate fuori la pirofila dal forno.

Togliete i pezzettoni di polpo dalla pirofila e li tagliate a pezzetti piccoli eliminando il grosso della pelle. Non diventate diventare matte: togliete giusto il grosso, quello che viene via “rastrellandolo” con la sola imposizione della forchetta.

Mettete un attimo da parte il polpo in una ciotola bagnandolo con un pò di sughetto di cottura.
Trasferite tutto il sugo di cottura in una padella e lo fate un pò asciugare cuocendoci dentro le vostre cozze. Alla fine rimettete dentro i pezzi di polpo e servite con il cous cous a parte.
Ieri sera eravamo a cena da noi 4 adulti e 2 bambini e ce lo siamo spazzolato!
La foto non mi è venuta bene, ma era stratosfericamente buono!

La foto non mi è venuta bene, ma era stratosfericamente buono!

 
Slurp!
Barbara
 
N.B. Il “Signor Veneranda” è stato scritto 50 anni fa da Carlo Manzoni e trattava di un Signore che non aveva niente di meglio da fare di far diventar matto il suo prossimo… 

 

 

Le mitiche bombette impanate di Cisternino: ricetta.

Se capitate in Puglia, nei paraggi di Cisternino fateci un salto.

Il paese è stupendo e le bombette sono da paura.

Le bombette altro non sono che degli involtini di carne a volte farciti, a volte impanati, classici o piccanti.

Sono famose le macellerie di Cisternino che si sono furbamente attrezzate per poter cucinare e servire la loro carne direttamente nel luogo in cui la vendono.

Quando lo ho visto la prima volta, ho pensato subito che sono dei geni!

Entrate, andate al banco della carne, scegliete la carne che vorreste mangiare e dite loro quanta ne vorreste. 

Attenzione perché spesso l’occhio è più grande della pancia!

Tornate al tavolo e ordinate gli antipasti, i contorni e se ce la fate, anche un primo (molte macellerie fanno anche ottimi piatti di orecchiette con le cime di rapa) o un dolcetto!

Ma torniamo alle bombette e alla ricetta per farvele a casa in attesa di un bel week end a Cisternino.

Partiamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:

12 fette sottili di capocollo maiale (4/5 mm)

150 grammi di caciocavallo (o altro formaggio dolce) fresco poco stagionato (es: emmental)

pan grattato
Appena avete tutto INIZIAMO:

Per preparare le bombette pugliesi iniziate grattugiando il caciocavallo, poi prendete le fettine di carne, ricopritele di carta da forno e con l’aiuto di un batticarne battetele per renderle sottili

Le impano da entrambe le parti, e iniziate a comporre le bombette ponendo su ciascuna fetta di carne un po’ di caciocavallo

Nella foto qui sopra vedete il formaggio a fette e sotto una fettina di pancetta. Si tratta di una delle varianti possibili, ma io le preferisco solo con il caciocavallo grattugiato.

Oliate una pirofila o usate pirofila antiaderente che possa contenere tutte le bombette e cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Sale dopo la cottura

Terminate la cottura azionando il grill per qualche minuto e servite le bombette pugliesi ben calde. 

buona pappa 

besos

Barbara

 

Il mitico “Pierino” dell’Harry’s Bar di Venezia: eccovi la vera ricetta!

 

Per questo lungo ponte non potevo che venire nella citta’ dei ponti a trovare mia mamma, infatti sono a Venezia.

Il problema e’ che quando vengo a Venezia non riesco proprio a fare a meno di andare in un posticino a fare una cosuccia.

Devo per forza andare a mangiare almeno un “Pierino” all’Harry’s Bar.

Il Pierino e’ una sorta di toast fritto e quindi non è per niente dietico, ma gli strappi alle regole sono così buoniii.

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

L’ultima volta ho davvero esagerato: ne ho mangiati ben due e prima di farlo mi sono infiltrata nelle cucine dell’Harry’s Bar.

Con la complicità di Bruna Avogaro, la sorella di Arrigo Cipriani, e del grande Ernesto, mi sono fatta spiegare bene come si fanno e per essere sicura di capire bene, son rimasta a guardare mentre preparavano i miei.

Ingredienti

Ingredienti

Iniziamo dalla LISTA DELLA SPESA per fare 7 Pierini:

1/2 cucchiaio da caffè di Colman’s
2 cucchiai da caffè di salsa Worcestershire
2 uova
300 gr di emmental
Sale
2 fogli di pancarrè con bordo
1 etto di prosciutto cotto

 

 

Se avete tutto e siete pronti, possiamo iniziare.

Emmental, uova etc

Emmental, uova etc

Grattugiate l’emmental e lo rendete “cremoso” con frusta a spirale, con minipimer o con quello che avete.

Aggiungete la salsa Worcestershire, la Colman’s e un pizzico di sale.

Aggiungete un uovo e girate e infine aggiungete il secondo uovo e amalgamate bene il tutto.

 

Ernesto all'opera

Ernesto all’opera

I Pierini ottenuti dalla maxi fetta di pancarrè e pronti per essere fritti

I Pierini ottenuti dalla maxi fetta di pancarrè e pronti per essere fritti

Spalmate bene le due grandi fette di pan carré con la “crema di formaggio” ottenuta, aggiungete in mezzo in vostro prosciutto cotto, schiacciate bene le due maxi fette tra loro e le tagliate per ottenere 7 Pierini.

 

A quel punto mettete dell’olio per friggere in una padella e ci friggete i vostri Pierini per un paio di minuti, fino a che vedrete che il vostro pan carré si sarà dorato per bene.

Barbara

Nicola frigge i Pierini e io aspetto di gustarmeli.

Nicola frigge i Pierini e io aspetto di gustarmeli.

Tirate fuori dalla padella i vostri Pierini, li asciugate bene con la carta assorbente e li servite ben caldi. Slurp!

Barbara