Il teatro ha fatto parte della mia famiglia, di me, della mia vita.
Mio zio Franco Enriquez se ne è andato che io ero una ragazzina, e prima di andarsene per sempre lo avevo visto morire per finta, nel “Gattopardo”.
Il teatro ha fatto parte della mia famiglia, di me, della mia vita.
Mio zio Franco Enriquez se ne è andato che io ero una ragazzina, e prima di andarsene per sempre lo avevo visto morire per finta, nel “Gattopardo”.
Ebbene sì: anche io mi sono innamorata di Pony loco (quello con me nella foto qui sopra)
Credo che tutte le donne presenti in sala ieri sera si siano innamorate di Pony loco.
Quando una mamma diventa nonna, a volte noi figli ci dimentichiamo che quella prima di tutto resta la nostra mamma.
Ok, mi sono un po’ “inverigolata” creando di spiegare il concetto, ma mi avete capita no?!
Secondo voi il figlio di un fruttivendolo paga la frutta come gli altri?
E il figlio di un benzinaio, la benzina ?
E il figlio di un macellaio, la carne ?
Secondo voi il figlio di un giornalaio i mystars li paga 3,5 euro l’uno?
E allora perché Sonia Bruganelli, che ha una casa di produzione, e lavora in televisione , non avrebbe dovuto far entrare su figlia a conoscere i suoi idoli, i “One direction”???
Nei giorni scorsi Sonia Brugarelli, la moglie di Paolo Bonolis, ha pubblicato su Instagram la foto di sua figlia Silvia in compagnia dei “One Direction”, ed è scoppiata una polemica assurda.
Qualcuno ha giustificato Sonia scrivendo che la figlia soffre di una patologia complessa che non le permette di fare file e affaticarsi, e altre mamme hanno replicato, ancora più incavolate, che fuori in coda c’erano altre bambine con problemi, e che comunque non avevano potuto realizzare il sogno di incontrare i loro idoli.
Siamo veramente alla frutta!
Stiamo qui a parlare di raccomandazioni, privilegi e ingiustizia, solo perché una mamma ha fatto quello che poteva per rendere felice sua figlia?
E il bello è che, ovviamente, molti ne hanno fatta una questione di soldi: “Chi ha i soldi ha più vantaggi in questi casi”
Ma perfavore!!!
Io in questo momento sono disoccupata, e il mio conto in banca non è proporzionale alla lunghezza del mio cognome, ma due giorni fa ho fatto la stessa cosa che ha fatto Sonia, e non me ne vergogno.
Non è di sicuro una questione di soldi, ma semmai di conoscenze, che spesso sono la conseguenza degli ambienti lavorativi in cui si opera (o si operava!).
Sonia Bruganelli ha una casa di produzione , e chi ha prodotto il programma in cui erano ospiti i “One direction”, ha invitato lei e la figlia.
Adesso vorrei capire perché avrebbe dovuto rifiutare l’invito, sapendo che avrebbe fatto felice sua figlia?!?!
Le rinfacciano di aver ostentato pubblicando la foto su instagram! Ma cavolo! Mica ha stampato e attaccato un poster in Piazza Duomo o in Piazza del Popolo! Ha pubblicato una foto nel suo profilo personale!
Io sono una libera professionista, e organizzo eventi da 20 anni.
A volte, quando vengo invitata agli eventi degli altri, ho qualche vantaggio in più, e non vedo perché dovrei rinunciarci.
Sabato pomeriggio sono andata delle amiche, e i nostri figli, a vedere il musical “The Beauty and the beast”.
Sto parlando del Musical originale della Disney, che arriva direttamente da Broadway, e che sarà in scena al Teatro Arcimboldi di Milano, fino al 3 gennaio.
Se vi capita andateci perché ne vale veramente la pena.
Le scenografie sono pazzesche; gli attori sono pazzeschi, Belle ha una voce pazzesca, e l’orchestra da vivo è pazzesca.
Lo spettacolo è in lingua originale, ma si capisce benissimo, perchè, nonostante la compagnia sia americana, parlano un “inglese” quasi scolastico.
Lo spettacolo è della Disney e quindi, girando il mondo, deve essere comprensibile a tutti, e poi ci sono dei sottotitoli giganti, alla destra e alla sinistra del palco.
Danny e i suoi amici sono stati rapiti per due ore da tanto colore, da tanta musica, e da tante emozioni, e io, alla fine, ho anche versato qualche lacrimuccia, ops.
La “Bella e la bestia” è sempre stata una delle mie favole preferite, ed è difficile non innamorarsi di tutti i personaggi del musical.
C’ è il mitico inventore Maurice, il papà di Belle; c’è la dolcissima Belle, con la sua incredibile voce; c’è la Bestia che fa il burbero, ma sotto sotto è un agnellino; e poi ci sono quei pazzerelli del candelabro Lumiere, dell’orologio Tockins, della teira Mrs. Brick e di suo figlio Chicco, la tazza interpretata da un bambino; e, per finire, quel gran bullo di Gaston e il suo fido amico LeTont.
Adesso vi faccio una domanda: secondo voi, quando alla fine dello spettacolo ci è stato chiesto se volevamo andare nel backstage del teatro ad incontrare i protagonisti, avremmo dovuto dire di no?!?!?
Mio figlio e i suoi “amici” avevano gli occhi che brillavano solo all’idea, e anche noi mamme non vedevamo l’ora di vedere da vicino chi ci aveva emozionato nelle ultime due ore.
Una favola che diventa un musical e un po’ come un sogno diventa realtà, e chi l’ha detto che noi grandi non possiamo ancora sognare?!
Nella hall del teatro c’erano altre famiglie e altri bambini che aspettavano l’arrivo dei loro beniamini, ma noi siamo stati un po’ più fortunati, e li abbiamo avuti tutti per noi per circa 2 minuti, prima che raggiungessero i loro fans.
Mi dispiace per quelle bambine che non sono riuscite ad incontrare i “One direction”, i loro idoli, ma mi dispiace di più per alcune di quelle mamme (non tutte) che invece di insegnare ai loro figli i veri valori della vita, si arrabbiano se non riescono a fare la foto con il vip, e che, peggio ancora, se la prendono con chi invece ce l’ha fatta.
Io quando ho visto la foto della piccola Silvia con i suoi idoli sono stata solo felice, per lei, e per sua mamma che era riuscita a farla sorridere.
Brutta bestia l’invidia cattiva, specialmente quando si fa largo nel corpo di un essere umano, adulto.
Ho scritto “Invidia cattiva”, perché sono dell’idea che esista anche un’ “invidia buona“, quella che ho provato quando le mie amiche ed io ci siamo fatte scattare una foto ricordo davanti alla locandina del Musical, e io, in mezzo a loro, mi sono sentita un po’ come la Bestia in mezzo alle due Belle! Ahahahahahahhaha
Besos
Barbara
Solo Gianmario Longoni poteva trascinarmi a vedere un balletto.
Io nei teatri ci sono cresciuta, ma non ho mai avuto una grande passione per balletti e opere.
Mi ricordo, come se fosse ieri, quando conobbi mio zio Franco Enriquez, grande registra teatrale.
Mi ricordo quando mi invitò a teatro a vedere il Gattopardo, da lui diretto e interpretato.
Ero piccola, ma mi piaceva aggirarmi nelle quinte, in cerca di trucchi e segreti, assaggiando di nascosto il vino annacquato pronto nelle caraffe di scena.
“Non spaventarti quando in scena mi vedrai morire, perché muoio per finta”, e invece poco tempo dopo se ne andò davvero.
Casa nostra a Venezia spesso diventava un punto di ritrovo per gli attori che passavano in città, con le loro commedie: venivano a casa nostra dopo lo spettacolo, e si faceva le ore piccole facendo un sacco di giochi strani.
Carlo e Aldo Giuffrè mi hanno insegnato dei giochi bellissimi, quasi magici: “indovina il personaggio” era uno dei miei preferiti, e ancora oggi, quando lo faccio, gli amici non riescono a capire il trucco, e diventano pazzi.
Si è in due, complici: gli altri ti dicono nell’orecchio un personaggio famoso da trasmettere al tuo complice, e tu lo fai dicendo, recitando, delle frasi apparentemente tutte molto simili, senza significato.
Alcuni attori spesso non riescono a scendere dal palco, neanche quando le tende si chiudono, e il teatro si svuota.
Amo le commedie che fanno sognare, e riflettere.
Amo i comici che sanno farmi ridere anche quando sono in modalità mulino, e le pale girano senza sosta, per i motivi più disparati.
Amo i musical e l’energia che sprigionano.
Amo gli amici che una volta l’anno si trasformano in attori per una buona causa, e salgono sul palco guidati dal grande Emanuele Belotti, alias il Principe George, per fare del bene a chi è meno fortunato, e per far sorridere chi li segue, da sempre.
E’ ormai partito il conto alla rovescia per “C’era una svolta”, al teatro Carcano di Milano, e i biglietti sono quasi esauriti.
Ma torniamo a Gianmario Longoni.
Quando alla fine degli anni ’90 lavoravo per il Milan, avevo fatto un bellissimo accordo con Gianmario: lui pubblicizzava i suoi teatri Nazionale, Smeraldo e Ciak allo stadio, e io portavo sponsor, dirigenza, giocatori, stampa e vip alle prime degli incredibili spettacoli da lui selezionati: Fiorello, Stomp, Hair, Luttazzi, Momix, e chi più ne ha più ne metta.
Ancora oggi incontro i vecchi sponsor del Milan che rimpiangono quelle belle serate trascorse tutti assieme a teatro: ci si incontrava un po’ prima, facevo allestire un aperitivo per stare tutti un po’ assieme, e poi tutti in sala a godersi lo spettacolo
Sono passati tanti anni: io non lavoro più al Milan, e Gianmario ha venduto il Teatro Smeraldo a Eataly.
Ma qualche giorno fa ci siamo ricontati un po’ per caso, ed è scattato l’invito alla prima del balletto “Swan lake”, al teatro degli Arcimboldi.
Un balletto?
Che dire?
Sembrava brutto dire di no, e allora ho chiamato un’amica, e ci sono andata.
Avrei potuto anche invitare il marito, ma forse avrei rischiato il divorzio: se conosci mio marito non lo inviti ad un balletto.
Io sono una curiosa, e spesso mi butto, anche di testa, ma lui no.
Già solo le premesse mi avevano fatto capire che io quel balletto lo dovevo vedere!
La prima doveva essere martedì, ma è stata spostata a giovedì perché le scenografie di “Swan lake” sono arrivate in nave da Shangai: peccato che sono partite il 9 ottobre e sono arrivate in Italia in ritardo di 2 gg.
I costumi e le attrezzature di scena sono arrivate da Sidney, e la tecnica, ossia luci e suono, da Londra e da Milano.
Potevano le ultime piogge non lasciare il segno: la notte prima del debutto, è entrata l’acqua nel guardaroba del teatro, e quindi il giorno della prima hanno dovuto rilavare tutto ed affittare degli asciugatoi verticali, per poter andare finalmente in scena.
Sono entrata in quel teatro scettica, e sono uscita volando.
Sono entrata in quel teatro convinta di vedere il solito balletto soporifero, e invece mi sono emozionata, e ho riso.
E io che pensavo che “C’ha i chioschi” fosse uno che vendeva salamelle e crauti…
E invece suona, e suona pure bene.
E io che mi ricordavo che il principe del lago dei cigni fosse un certo Sigfried!
Quello di giovedì, invece, sembrava un mix tra Carlo di Inghilterra e suo fratello Andrea.
Andrea? Eh sì, perché ad un certo punto entra in scena una rossa un po’ pazza che sembrava la copia di Sarah Ferguson, e la mamma di Carlo Andrea era proprio severa, come la Regina, ma anche bella, elegante e provocante.
E Odette? Ma Odette non era una femmina bellissima che il perfido mago Rothbart aveva trasformato in cigno?
Giovedì io di cigni ne ho visti tanti, e davvero bravi, ma erano tutti dei gran bei maschi a petto nudo, dotati di evidenti addominali, e che addominali!
Carlo Andrea, prima invaghito della simpatica Sarah, si è poi innamorato del cigno più sexy.
Peccato che anche sua mamma, la Regina, abbia perso la testa per lo stesso cigno.
Ed ecco che escono fuori le armi, e si consuma la tragedia.
Un mix tra “Sette spose per sette fratelli” e “Tutti assieme appassionatamente”; il proibizionismo di “Footlose”, e i balletti da “Grease”, con una trama un po’ assurda, quasi come quella di “Beautiful”, e le bellissime musiche originali del venditore di salamelle.
Che balletto pazzesco!
Che spettacolo pazzesco!
Che cast pazzesco!
Il mio applauso va a tutta la compagnia, ma quello più grande va a Gianmario Longoni, alla mitica Marzia Ginocchio, e al grande Jimmi Pallas, oggi direttore di produzione di questo gran balletto, e anni fa degli indimenticabili Rollyng Stones, e del super sexy Bruce Springsteen.
Se vivete a Milano, o vi va di farvi una gita, fatelo prima del 23 novembre, e tenetevi un paio di ore libere per andare a vedere “Swan lake” al Teatro degli Arcimboldi.
E se, come me, vi innamorerete di tutti i cigni del balletto, sappiate che l’intera compagnia dorme al Ramada hotel, e che, quando non sono sul palco, spesso li potete trovare nella spa “Wellness and beauty” che il mio amico Angelo Caroli ha aperto dentro l’hotel.
Però non ditelo a tutti che anche i cigni fanno la sauna: è un segreto che mi ha confidato la mia amica Cristina che era con me a teatro e che, guardacaso, di quella spa è la responsabile.
Non perdetevi i cigni con gli addominali, e questo splendido ed emozionante balletto.
Date retta ad una ex cubista che giovedì sera, appena tornata a casa, si è raccolta i capelli, si è messa addosso qualche piuma, rubata da un vecchio piumino Monclair, e ha iniziato a volteggiare tra il bagno e il salotto, stando attenta a non svegliare il marito che intanto danzava con Morfeo.
Barbara
Nasce a New York il 7 maggio 1971 da famiglia di lontane origini italiane.
Dopo la laurea in lingua e letteratura italiana alla Stanford University, nel 1994 arriva a Firenze per completare gli studi.
Per mantenersi inizia a lavorare come modella e cubista, ed è in una discoteca toscana che viene notata dal produttore e DJ Joe T.Vannelli con cui collaborerà per alcune produzioni.
Si trasferisce poi a Milano dove conoscerà e sposerà il conduttore e autore Paolo Limiti che, dopo avere notato la sua straordinaria somiglianza con Marilyn Monroe, la vuole con lui come showgirl.
Tv, teatro, cinema… Justine non si ferma più e nel 2012 vince il Premio America della Fondazione Italia USA.
Se la volete vedere dal vivo, ora la trovate “aggiro” nei teatri della Lombardia dove è la protagonista di “Sugar”, la storia di “A qualcuno piace caldo”.
Ovviamente interpreta Marylin.
Justine ed io per 9 mesi abbiamo avuto la stessa pancia, infatti i nostri due maschi sono coetanei.
B: Come è cambiata la tua vita da quando sei diventata mamma?
J: Ti cambiano tutte le priorità. Accetto lavori solo che siano importanti perché non voglio lasciare i miei 2 bambini con qualcun altro. Non ho mai avuto qualcuno che si svegliasse al posto mio di notte e non lo voglio. Sono gelosa della notte e di loro che cercano me.
B: Come gestisci lavoro e famiglia?
J: La mia filippina ora e’ nelle Filippine, ma spero che torni. Per ora ho una ragazza sud americana che vive vicino a casa nostra e fa i pomeriggi. La sera se sono in turnè o ho qualche impegno di promozione cerco sempre di tornare anche se è tardi perché ci tengo a portarli a scuola. Se non posso farlo io lo fa Fabrizio, mio marito.
B: È un bravo papà ?
J: E’ molto bravo a cucinare per loro e a portarli in giro in bici perché sono cose che lui ama fare, ma se si tratta di cose più organizzative, banali e noiose tipo mettere un pigiama, lavare i denti o dare un antibiotico… È meglio che ci sia io. Anche se andare a letto vestiti come a scuola o senza lavare i denti non è poi così grave no?!
B: Vuoi dirmi che non è capace di mettere loro un pigiama e di lavargli i denti?
J: No, e’ capace! Il problema e’ che spesso è stanco e si addormenta prima di loro quindi quando si sveglia li porta nel letto così come sono per non svegliarli.
B: Dimmi la scena piu buffa che hai trovato in casa, di notte, al ritorno da un tuo spettacolo?
J: 2 anni fa arrivo a casa a mezzanotte e sento uno strano silenzio. Entro in camera nostra e trovo Fabrizio sotto le coperte in pigiama che dorme.
Vado nella stanza dei bimbi e vedo Vivienne (ai tempi aveva 1 anno e mezzo) che dormiva per terra sul tappeto vicino alle bambole.
Vincent, il maschietto che normalmente dorme sopra il letto a castello, non c’era! Cerco dappertutto, ma nulla e allora tutta allarmata sveglio Fabrizio “dove è Vincent?” e lui mi risponde “non lo so, mi sono addormentato”.
A quel punto mi rimetto a cercarlo e… lo trovo dietro al divano per terra che dormiva. Vado in cucina a farmi un bicchierino per riprendermi dallo spavento e trovo il delirio! Mio marito se la cava benissimo per quanto riguarda il cucinare, ma sul mettere a posto sta ancora in alto mare.
B: Parliamo di coppia: dimmi che anche il vostro rapporto di coppia e’ cambiato da quando sono arrivati i bimbi, ti prego non mi fare sentire diversa!
J: Prima dell’arrivo dei nostri figli ovviamente avevamo più tempo da soli ed eravamo meno stanchi. Ma credo molto nell’intimità della coppia e non ci starei più se non fossi più sessualmente astratta da lui.
Facciamo l’amore meno di prima, ma continuiamo a farlo.
Ieri sera per esempio dopo lo spettacolo, i miei compagni di scena mi hanno chiesto di uscire a cena con loro, ma io ho risposto che andavo a casa a fare all’amore con mio marito.
B: Non lo hai trovato addormentato???
J: Eh no! Ci eravamo dati appuntamento e mi ha aspettata sveglio. Mi aveva promesso anche che mi avrebbe cucinato qualcosa, ma se lo ho e’ dimenticato quindi prima della seduta notturna mi sono cucinata un hamburger di tacchino.
B: Se una donna non nasce sensuale come te (parlo di una a caso!Ops), ha qualche possibilità di diventarlo? Dimmi di sì daiii.
J: La sensualità la hai dentro, ma va coltivata e comunque si può sempre imparare qualcosa.
B: Ma e’ vero che sei andata a fare un corso di sesso orale ?
J: Si è verissimo.
In Italia se una donna parla di sesso e’ una poco di buono, ma se un uomo dice che è stato con 50 donne e’ un Figo.
Sono andata a fare quel corso non perchè non sapessi, ma per una mia curiosità.
Nella vita si può sempre migliorare.
B: Cosa sarebbe questa tecnica di Shirley Temple di cui hai parlato? Io da piccola la guardavo sempre, ma non mi ricordo si parlasse di sesso orale nei suoi film! Ops
J: Se la guardavi sempre ti ricordi i suoi riccioli biondi vero?!
B: Certo che me li ricordo, ero davvero una sua grande fan, non sto scherzando! Ma cosa c’entrano i riccioli biondi di quella biondina innocente con il sesso orale?
J: C’entrano perché, se vuoi far felice tuo marito, con la lingua devi riprodurre il movimento dei ricci di Shirley intorno al suo pene.
B: Oh perbacco! Non ci credo, è questo il trucco? Basta trasformarsi in parrucchiera? Wow, ci proverò!
(NB della blogger: non cercate di usare il ferro per fargli i ricci…gli fareste molto male!)
B: Andiamo avanti che ho capito che ho ancora tanto da imparare. Come si deve vestire una donna per essere sexy?
J: Ognuno ha il suo gusto, quanto ti sentì sicura di te sei sexy qualsiasi cosa indossi
(NB della blogger: intatti se mi mettessi io il pantalone che indossa lei nella foto accanto, sembrerei la Pina di Fantozzi e invece lei…)
B: Se devi eccitare il tuo compagno per evitare che si addormenti prima cosa fai, come ti vesti?
J: A lui piace la donna con il fisico atletico e tutto il nuoto che ho fatto nella mia vita e la mia predisposizione naturale diciamo che mi hanno dato un buon aiuto.
Fabrizio ama l’abbigliamento classico con qualche dettaglio surprise. Quando ci siamo conosciuti, lui era più bacchettone e io più “freak”. Ero capace di vestirmi in lycra, tutta maculata e con super tacco, oppure in pelle rossa o pitonata.
Un volta Lenny Kravitz mi notò e mi chiese di accompagnarlo a fare shopping in Via Montenapoleone, ma ero fidanzata e fedele quindi ho detto no. Che cretina sono stata!
Ora i nostri gusti si sono avviciniati: lui si e’ modernizzato un po’ e io mi sono un po’ imborghesita. Diciamo che se mi metto un tubino con sotto un completino sexy della perla lo faccio felice.
B: Tipo quelli che indossi in certi scatti un po’ tanto sexy che ho visto in Twitter?
J: Esatto, proprio quelli
B: A proposito di fisico atletico, mi ricordo quando hai fatto la fattoria: vincevi quasi tutte le prove, ma come facevi?
J: Sono americana e la competizione e la determinazione li ho nel sangue. E poi sono piccola, ma sono una iena diesel.
B: Credi ai cibi afrodisiaci? Un’altra arma per sedurre e’ la cucina no?! Tu cucini? Cosa ami cucinare?
J: La cosa che faccio meglio e’ il cappone sotto sale, una ricetta della Parodi che ho rielaborato.
Credo più negli ambienti afrodisiaci che nel cibo. Secondo me un qualsiasi piatto buono accompagnato da un vino buono diventa afrodisiaco se la situazione lo permette…
B: Ultimamente tI sei fatta male ai tendini di un dito e hai avuto un forte attacco di asma? Non è che stai correndo un po’ troppo?
J: Secondo me c’è una “nuvoletta” che mi sta seguendo, ma io ora per restare in tema di dito le faccio un bel dito medio e vado avanti.
E’ iniziato tutto quando Antonio Capitani, che fa gli oroscopi per Vanity Fair, mi ha detto che avrei avuto Saturno contro per due anni.
B: Senti, maaa…torniamo alla tua ricerca continua di imparare cose nuove. So che hai fatto anche corsi di Lap dance e di Burlesque. Fammi capire, ma è un segreto per tenersi un marito bello e giovane? Perchè se è così mi iscrivo subito anche io.
J: La Lap dance la ho fatta prima del provino per il film di Abel Ferrara e ho fatto bene perchè mi hanno presa proprio grazie a quel giro sul palo.
B: Come e’ quel figone di Jeremy Irons dal vivo?
J: Conturbante, leggermente inquietante, ma molto gentile, intelligente e colto. Per fortuna che prima di andare in scena e prima di ogni provino mi bevo un bicchierino di vino buono bianco e profumato sennò sarebbe stata durissima…
B: È il corso di Burlesque?
J: Lo ho fatto perché credo di essere una donna un po’ di altri tempi per il fisico e il look che ho e perché sono ironica quindi ho pensato che per il mio mestiere potesse essermi utile e infatti grazie a quello ho fatto diversi lavori.
B: Meglio saper cucinare o saper fare uno spogliarello?
J: Sapessi fare tutti e due sarei la donna perfetta, ma meglio puntare su quello per cui si è più portati quindi il burlesque
B: Tacchi o ballerine?
J: Sono nana quindi non disdegno il tacco 12, ma ho i piedi massacrati tra il ballo e una vita sui tacchi quindi quando posso, in auto o in casa, tolgo le scarpe e sto a piedi scalzi.
Vabbè allora facciamo che non guardo sotto il tavolo, ma ti dico solo di rimetterti le scarpe che fuori piove!
NB: Lo sapete che non faccio le interviste in diretta no?!?! Ho intervistato Justine mentre pranzavamo al Jazz Cafè in corso Sempione e fuori diluviava.
NB del NB: se siete interessate al corso di sesso orale dovete rivolgervi al negozio ZOU ZOU di Roma e chiedere di Tiziana.
Barbara