“Ma visto che in questo periodo siamo un pò stancucci, perché per il ponte non ce ne stiamo belli tranquilli in città?!”
Detto, fatto.
Peccato che alla fine ho chiesto a mia mamma di venire a trovarci e, avendo la nonna a disposizione per ben tre sere, la mia idea di “riposare” ha preso una stranissima piega, ops!
Martedì sera ho inaugurato la settimana con una bella riunione dei genitori terminata a mezzanotte.
Mercoledì ho avuto la mia serata al Bobino (e il maritino è rimasto a casetta per la sua seratina “padre e figlio”) 
Giovedì è arrivata “nonna mao” ed è iniziata la rumba ossia: aperitivo, cena e festa di Halloween, con marito e amici.
E ieri sera, per non perdere il treno ormai partito con un bel ritmo, non ci siamo fatti mancare neanche una bella cena al Porteno per festeggiare, a sorpresa, una cara amica, e poi…
Scusate, ma la mia amica Vanina, che ormai per motivi di lavoro (del marito) vive a Losanna, viene rapita dal marito e portata a Milano…e secondo voi io dopo cena la rimando in albergo?!
Su dai,  non scherziamo!
La cena è finita all’una passata e una parte del gruppetto si è dileguata, ma noi 4 irriducibili ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti in coro: “Plastic?”
Non so quante volte Lucio, il mitico proprietario del Plastic, mi ha chiamato per chiedermi quando mi sarei fatta rivedere.
Ma io sono veciaaaaaa: di giorno sono sempre di corsa e alle 21 crollo.
Ma ieri sera…
Ieri sera sarei arrivata anche a mettermi gli spilli negli occhi come in “Opera”, un vecchio film di Dario Argento, perchè io al Plastic ci volevo troppo andare.
Amo il Plastic
Amo ogni tanto chiedermi: “Ma che cavolo di musica è questa”, per poi ritrovarmi a ballare come una matta, trascinata dall’entusiasmo degli altri.
Ho amato buttarmi sui divanetti bianchi della sala degli specchi per improvvisare un servizio fotografico in notturna, immortalando quei momenti condivisi in allegria con un’amica che purtroppo non posso più vedere quando ho voglia.
Amo poter fare quello che voglio perchè tanto al Plastic non ti si fila nessuno.
Risultato di questo mio grande amore?
Ore 3 a nanna e ore 8 sveglia.
Due passi in centro con mia mamma e mio figlio e poi a pranzo con mia zia Carla e mio cugino Filippo.
Meno male che ieri sera non ho toccato alcolici perchè sennò oggi sarei facilmente finita nella fontana di Piazza Gae Aulenti, prima ancora di arrivare al brunch in Feltrinelli.
E invece è stato un pranzo piacevole che sono riuscita ad affrontare con la mia solita lucidità e il mio buonumore, nonostante le 5 ore di sonno striminzito.
Mi piace starmene in città durante il ponte.
Mi piace restare alla larga da quelle lunghe code in partenza ed eterne code in rientro.
Mi piace godermi la mia famiglia.
Mi piace portare mia mamma in giro a comprare quelle cavolate che a Venezia non troverà mai (oggi siamo state di Hi Tech)
Mi piace godermi la città quando c’è meno traffico, meno caos.
Mi piace ballare al Plastic senza che mille persone mi saltino sui piedi (li ho grossi, ma molto delicati)
Mi piace guardare mio marito e chiedergli “Ma visto che stasera c’è ancora mamma…che si fa?”
Mi piace vederlo un pò preoccupato per quello che potrei proporgli, ma poi sorridere dopo aver sentito che avevo solo voglia di andare al cinema, allo spettacolo delle 20.30, a veder l’ultimo film di Checco Zalone.
Stasera siamo tutti e due a pezzi (lui stamattina è pure andato a lavorare), ma per Checco, forse, ce la possiamo fare.
Domani “nonna mao” torna a Venezia e a noi ci rimettono le manette.
Stasera cinema, ma niente popcorn: da stamattina sono a dieta.
Guardate che vi vedo mentre mi leggete e ridete!
Lo so che ormai non mi credete più, ma che ci posso fare se mi piace mangiareee.
 A proposito: ora vado perché devo finire di cucinare il “Polpo Signor Veneranda”.
Alle 19 ceniamo con nostro figlio e “nonna mao”, e poi scappiamo al cinema
Barbara

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