Ho lavorato per anni al Milan, e per anni sono stata milanista, ma devo ammettere che lunedì sera, quando Zanetti ha baciato per l’ultima volta la sua maglia numero 4, mi sono emozionata.
Qui non si parla di colori, ma di emozioni, e le emozioni hanno un solo colore: il rosso, quello del cuore.
Appena ho letto della partita mi sono mossa per i biglietti.
Sapevo che in campo sarebbero scesi un paio di giocatori dell’Inter, e quindi immaginavo che a mio figlio avrebbe fatto piacere. Ma la partita era tardi, e Danny il martedì ha scuola..
Ci ho pensato fino all’ultimo momento, fino a quando non mi hanno confermato che martedì mattina ci sarebbe stato sciopero…
Peccato che papi aveva già preso un impegno, e non è riuscito a venire con noi.
Ho preso Danny a scuola, siamo andati a casa, ci siamo fatti una doccia assieme e siamo usciti.
Visto che era presto abbiamo prima fatto un salto al Superstudio a vedere l’inaugurazione di “Terzo paradiso, coltivare la città”.
Affascinante vedere il tetto di un palazzo in Via Tortona, trasformato in orto, e in risaia.
Ma siccome ci aspettava un campo ben più grande di quell’orto, siamo risaliti in sella al mio scooter, e ce ne siamo andati verso lo stadio!
Quanti ricordi in quello stadio…
1999/2000, e 2000/2001: centenario del Milan, e finale coppa campioni Bayern-Valencia.
Due anni ricchi di emozioni, e di grandi soddisfazioni.
Due anni in cui ho avuto l’onore di lavorare per una grande squadra, e con dei colleghi davvero in gamba (ben diversi da quelli di oggi, ops).
Appena entrati allo stadio abbiamo trovato lo stand della Pirelli, e Danny è subito entrato nel mood della serata, prima calciando palloni, e poi guidando “macchine velocissime”, come quelle che guidano i suoi beniamini quando non rincorrono il pallone in mutande!
Dopo una cenetta veloce al buffet della sala executive, siamo finalmente entrati “in campo”.
Siamo rimasti nella “terrazza” davanti alla sala executive per vedere da vicino il trio Volo cantare la loro “Grande amore”, e poi siamo saliti in tribuna per goderci il primo tempo seduti belli comodi.
All’intervallo siamo tornati giù a mangiare il dolce, e il secondo tempo ce lo siamo visto praticamente a bordo campo, vedendo cantare da vicino anche il mitico Lorenzo Fragola.
Aver lavorato al Milan mi ha lasciato qualche piccolo vantaggio, lo ammetto!
Danny non sapeva più da che parte guardare! Era estasiato, sorpreso, emozionato!
“Ehi, ma tu sei Lorenzo Fragola?”
“No, sono Antonio Banana!”
Che risate!
E poi la foto col mitico Pizzul, e con il mio amico Enrico Bertolino, interista sfegatato.
Ci avevo provato a fare diventare mio figlio milanista, ma la sua classe pullula di interisti, e quindi non ci sono riuscita.
Il Milan di oggi non mi piace per niente, e quindi non ho neanche insistito più di tanto, e l’ho lasciato diventare un interista convinto, molto convinto.
Cosa farebbe una madre per fare felice un figlio?
Di tutto, e di più.
E quindi un paio di mesi fa l’ho portato ad un evento, per conoscere alcuni dei suoi calciatori preferiti, e lunedì l’ho portato allo stadio, per vedere dal vivo Icardi e Palacio, che non aveva ancora incontrato, e che lui adora (aiuto!).
Dopo la partita siamo andati giù in garage, ad aspettare che i giocatori uscissero dagli spogliatoi, per salire nelle loro macchine, e andarsene a casa.
Danny aspettava loro, e io intanto salutavo gli altri.
Facce che non vedevo da anni, campioni che ti rimangono nel cuore…
E non parlo solo di quelli con cui ho lavorato.
Ma Sosa?!?!? Che è entrato in campo con il cellulare in mano per farsi i selfie con i suoi ex colleghi?!???! Un grande
Leonardo, Boban, Berti, Sheva, Peruzzi, Toldo, Serginho, Maldini, Costacurta…
Era un sacco di tempo che non vedevo alcuni di loro, e mi ha fatto molto piacere rincontrarli.
Molti di loro di giorno li incontravo in ufficio, o a Milanello, e la sera nei locali in cui facevo la Pr…
Ma non dirò mai i nomi, neanche sotto tortura! Ahahahah
E intanto Danny aspettava… con i suoi foglietti bianchi e la penna nera.
Voleva solo gli autografi di Icardi e di Palacio.
Ad un certo punto ho visto la moglie di Icardi, con in braccio la loro piccola nata da poco, e l’ho seguita, per vedere dove aveva la macchina, e capire dove sarebbe andato Icardi appena uscito dal cancello degli spogliatoi.
Peccato che “l’elegantissima” moglie (ovviamente sono ironica), ha messo in moto la loro hummer d’oro, con più luci di una discoteca, ben 10 minuti prima che arrivasse il suo caro maritino (facendoci respirare aria moooooolto sana).
Il “simpatico Icardi” è uscito dal cancello di corsa e, saltato sulla sua macchina, è andato via sgommando, senza guardare in faccia nessuno.
Ovviamente Danny è scoppiato il lacrime!
Il mio cucciolo era stanco e deluso, molto deluso.
Peccato che il mio scooter fosse parcheggiato fuori dal garage, perché sennò lo avrei rincorso nel traffico, e lo avrei insultato a cuore aperto.
Ma brutto cretino! Manco tu avessi giocato il derby e avessi perso 7-0
Era una partita amichevole giocata per beneficenza, per i bambini, e tu molli lì 5 bambini con il naso all’insù, verso la tua macchina oscena, senza neanche girarti per fare “ciao ciao” con la tua manina?!
Ma vai a spigolare!!!
Meno male che un minuto dopo è uscito Palacio.
“Amore vieni vieni, che ho visto uno con la treccia sparire dietro quella macchina”
E infatti era lui, Palacio, ed era già salito in macchina, ma quando ci ha visti ci ha fatto cenno di avvicinarci, e ha spento il motore.
Ha aperto il vetro, ha fatto l’autografo a Danny, e si è anche fatto fotografare!
Caro Icardi, spera solo di incontrarmi mai, perché sappi che ti graffierò, e anche se ho le unghie corte, ti lascerò i segni della mia rabbia di mamma.
Se io fossi famosa sarei solo contenta di fare felici gli altri con una semplice firma, o una foto, specialmente se si tratta di bambini.
Vorrà dire che ora farò il possibile per trovare il modo di diventare famosa, e quando tua figlia sarà grande, e verrà a chiedermi l’autografo…
Io appoggerò un attimo il mio bastone, e glielo farò!
Barbara
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